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OLa, il rivale indiano di Uber, sta ber sbarcare in Europa

Il Regno Unito sta valutando una nuova alternativa al colosso Uber. Dopo che la compagnia di noleggio auto Ola, con sede in India, ha annunciato l’intenzione di espandersi nel paese britannico, probabilmente con l’intenzione di farlo diventare il suo primo mercato in Europa, potrebbe scalzare la supremazia di Uber.

Ola è stata fondata nel 2010 e copre oltre 110 città in India dove offre taxi autorizzati, auto a noleggio privato e i tradizionali risciò attraverso una rete di oltre un milione di conducenti. La società ha raccolto circa 3 miliardi di dollari da investitori che includono SoftBank, i conglomerati cinesi Tencent e Didi Chuxing, e DST Global. L’ultima volta la società è stata valutata per circa 7 miliardi di dollari. É la prima volta in assoluto che Ola si è avventurata all’estero da quando ha lanciato il suo servizio in Australia all’inizio del 2018 (ora attivo in ben 7 città). Quindi il suo ulteriore salto nel Regno Unito segna l’ennesima spinta verso la conquista dell’Europa.

Il servizio di Ola nel Regno Unito non è ancora attualmente attivo, ma la società ha annunciato che inizierà presto ad offrire taxi e prenotazioni di noleggio private prima nel Sud del Galles, poi nella Greater Manchester. “Ola intende estendere tale copertura a livello nazionale prima della fine di quest’anno. Questo significherebbe assumere Uber e potenzialmente Taxify- un’altra startup sostenuta da Didi, per rilanciare il servizio in tutto il Regno Unito, da Londra ad altre grandi città”.

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Quindi, perché il Regno Unito?

Il CEO e co-fondatore di Ola, Bhavish Aggarwal ha definito il paese britannico “un posto fantastico per fare affari” e ha aggiunto che “è importante guardare avanti per fornire un servizio responsabile, avvincente, nuovo che possa aiutare il paese a soddisfare le sue sempre crescenti esigenze di mobilità”.

Non è un segreto che Uber abbia fatto fatica a penetrare nel mercato londinese, dove ha incontrato problemi con i regolatori e gli investitori. Uber ha quasi vinto una licenza di trasporto provvisoria di 15 mesi all’inizio di quest’anno, grazie ad un ricorso contro l’ente regolatore dei trasporti della città, Transport for London (TfL), che aveva precedentemente respinto la sua richiesta.

Il “nuovo Uber”, sotto la guida dell’amministratore delegato Dara Khosrowshahi, sta cercando di correggere gli errori del passato, ma la conformità con i regolatori richiede tempo e soprattutto numerosi cambiamenti all’ingrosso per il business, le attività e la cultura aziendale.

Ola, finora, non  ha mai commentato direttamente la sua rivalità con Uber, ma ci si aspetta una collaborazione più attiva con Uber.

In effetti, c’è stato molto lavoro dietro, ad esempio il CEO Aggarwal ha incontrato le autorità di regolamentazione a Londra già lo scorso anno, rilasciando una dichiarazione che prevedeva di “continuare a collaborare con i responsabili delle politiche e con le autorità di regolamentazione” mentre il servizio Ola si espandeva in tutto il Regno Unito.

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L’Europa è solo l’inizio

L’espansione internazionale fa parte dell’ambizione di Ola quanto quella di diventare una società pubblica, tanto che Aggarwal ha recentemente affermato che la cosa potrebbe facilmente accadere nei prossimi tre o quattro anni. Ma Ola non è sola a guardare oltreoceano. Didi, l’azienda che ha sconfitto Uber in Cina e che ha sostenuto Ola, Taxify e molti altri, nutre anch’essa mire espansionistiche verso nuovi mercati.

L’anno scorso,  l’azienda ha raccolto 4 miliardi da investire in tecnologia, intelligenza artificiale e provare a sbarcare oltreoceano. Gli obiettivi si sono rivelati giusti, e OLa è già entrata in Messico,  Australia e Taiwan.

É entrata perfino sul mercato del Brasile, dove l’acquisizione di player locali e rivali Uber si stanno preparando ad andare fino in Giappone, dove inizialmente gestirà un servizio di prenotazione taxi attraverso una joint venture con SoftBank.