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Roma, rubavano i risparmi dei pensionati: nei guai tre dipendenti delle Poste

I risparmi dei pensionati rubati dai dipendenti delle Poste. Succede nel più grande ufficio postale di Roma, quello di piazza Bologna. A smascherare il comportamento criminale di alcuni dipendenti infedeli è stata la procura della Capitale. Nell’inchiesta che è stata aperta i magistrati indagano sui presunti reati di ricettazione, riciclaggio e indebito utilizzo del bancomat. In pratica tre dipendenti delle Poste avrebbero sottratto circa 50mila euro a quattro correntisti nel giro di pochi giorni.
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Poste risparmi pensionati rubati

Poste: risparmi dei pensionati rubati dai dipendenti

L’indagine della procura di Roma sui dipendenti delle Poste protagonisti di questa vicenda dei risparmi dei pensionati rubati è partita dopo la denuncia di una delle vittime. Le persone truffate sarebbero quattro pensionate donne, correntiste da anni delle Poste italiane. Alcuni mesi fa una signora di 80 anni si è accorta che il suo conto si era praticamente dimezzato. E così ha fatto scattare l’allarme.

Alla pensionata erano infatti spariti circa 10mila euro. Il sospetto che i suoi risparmi fossero stati rubati è stato subito forte. Le successive indagini dei carabinieri si sono concentrate subito su alcuni dipendenti delle Poste di piazza Bologna. Intanto i militari dell’Arma avevano ricevuto altre segnalazioni dello stesso tipo da parte di altri pensionati: tutte donne correntiste delle Poste che avevano acceso il loro conto nell’ufficio di piazza Bologna.

Le indagini sui risparmi dei pensionati rubati, coordinate dal sostituto procuratore Pierluigi Cipolla, hanno subito fatto luce sul fatto che  i prelievi anomali sui conti correnti si erano verificati sempre nel momento in cui le pensionate dovevano ricevere il nuovo bancomat e archiviare il vecchio. Durante questa operazione un dipendente delle Poste di piazza Bologna, considerato la mente della banda,  apriva la busta con il bancomat e chiedeva ai due cassieri di andare a prelevare. I due cassieri si difendono affermando di “non essersi messi in tasca niente”. Secondo la loro versione, il loro collega gli diceva che le anziane pensionate non erano in grado di prelevare il denaro da sole. Ma poi lo avrebbe intascato tutto lui. Ora sarà il processo a stabilire la verità.
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