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Primavalle, l’assassino di Michelle avrebbe potuto salvarla. L’ombra dello spaccio sulla sua morte

Il ruolo dello spaccio di droga nella morte di Michelle a Primavalle. Un’ipotesi terribile, avanzata dal presunto assassino della ragazza, che però la famiglia respinge. Un contesto spiegato da Repubblica, che racconta di un sottobosco di piccoli spacciatori che colpisce anche nelle fasce d’età dagli 11 ai 13 anni. Mercoledì alle 11 a Primavalle i funerali della diciassettenne, durante i quali, spiega il padre, “il fidanzatino sposerà lo stesso, in qualche modo”, la figlia. Intanto, continuano gli interrogatori al suo assassino, che avrebbe potuto salvarla: “Non è morta subito, tremava tutta. Aveva le convulsioni. Sapevo che mi avrebbero arrestato, ormai era tardi. Ho aspettato che morisse per poi disfarmi del corpo”.
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Michelle Causo intervista amico
Michelle Maria Causo

Lo spaccio di droga e la morte di Michelle, cosa succede a Primavalle

Qual è il ruolo dello spaccio di droga nella morte di Michelle? Non è possibile ancora stabilire quale sia il movente dell’assassinio della ragazza, ma un contesto preoccupante esiste ed è emerso dalle indagini. Il presunto femminicida, O.D.S., un 17enne di origini srilankesi nato in Italia, reo confesso, avrebbe detto che dietro il suo gesto ci sarebbe una richiesta di soldi di Michelle per aver procurato della droga per entrambi. Gli investigatori si concentrano su alcuni aspetti non ancora chiari. Cos’ è successo nelle tre ore tra la morte di Michelle in via Dusmet e l’uscita del ragazzo in via Stefano Borgia? Non è chiaro se l’assassino abbia lasciato la casa con il cadavere della ragazza o se abbia telefonato a qualcuno per raccontare ciò che aveva fatto e chiedere consigli. È certo che lui ha ucciso Michelle con il coltello che usava per tagliare l’hashish. Le indagini si concentrano anche sulla purple drank, una “droga dei trapper” che si acquista su Telegram e che si prepara con una miscela di sciroppo per la tosse e prometazina.
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O.D.S. vendeva la droga tramite le chat di Telegram. Dopo aver abbandonato la scuola, guadagnava vendendo la miscela sul web. Nell’annuncio, scriveva “No perditempo”. Su Telegram, il rapporto era diretto, senza intermediari. In alcuni gruppi, i prezzi venivano esposti sotto le foto: “40 ml per 80 euro; 80 ml per 150 euro”. Si offriva uno sconto di dieci euro per chi acquistava più droga da diluire nelle bevande dolci e gassate. Altri gruppi avevano un vero e proprio menu che includeva fumo, cocaina, ketamina, mdma e altro. Il pagamento avveniva di persona e il costo della consegna variava in base alla distanza. La droga veniva distribuita in tutta la città. Alcuni venditori più prudenti, temendo controlli da parte delle forze dell’ordine, richiedevano una verifica tramite Instagram o selfie prima dell’acquisto.

La purple drank e il consumo tra ragazzini a Roma

La purple drank è una miscela che contiene codeina, un sedativo oppioide, combinato con antistaminici per ottenere un effetto psicotropo. Coloro che lo assumono cercano essenzialmente l’eccitazione. L’uso della miscela a base di codeina è diffuso anche tra gli studenti delle scuole medie. Il dottor Stefano Vicari, responsabile dell’ambulatorio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del “Bambin Gesù”, avverte i genitori di prestare attenzione a segnali come il rifiuto di uscire, il sonno e l’alimentazione compromessi, l’irritabilità e l’aggressività dei figli.

Oltre alla purple drank, nelle foto del killer erano presenti anche spinelli e hashish. Secondo il dottor Vicari, l’uso di queste sostanze inizia presto, già dalla prima media. Se i genitori notano che i loro figli manifestano sintomi come il rifiuto di uscire, il sonno e l’alimentazione compromessi, l’irritabilità e l’aggressività, è consigliabile chiedere aiuto e fare domande più approfondite.

La famiglia respinge le accuse, mercoledì i funerali di Michelle

I funerali di Michelle Causo si terranno mercoledì 5 alle 11 nella chiesa della Presentazione a Primavalle. Durante la cerimonia, il fidanzatino della ragazza sposerà simbolicamente Michelle, come annunciato dal padre della ragazza. Nel frattempo, la polizia attende i risultati dell’analisi dei telefoni dei due ragazzi. Durante gli interrogatori, O.D.S. si è mostrato lucido. Tuttavia, nell’appartamento in via Dusmet, gli investigatori hanno trovato un laboratorio artigianale per la preparazione della purple drank. Con il passare del tempo, emergono sempre più chiaramente alcuni riferimenti a piccole quantità di stupefacenti che circolavano in quell’appartamento e forse non solo.
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La famiglia di Michelle, nota anche come Misci tra gli amici, non crede alle parole dell’omicida e ritiene che il movente sia legato a un tentativo di approccio respinto. L’esame medico-legale ha confermato che la giovane non ha subito violenze sessuali.

L’atroce dichiarazione dell’assassino: “Ho aspettato che morisse”

Non può essere stato un raptus, non si può pensare al pentimento, non adesso. L’aspirante trapper dello Sri Lanka, O., 17 anni, ha reso dichiarazioni pesanti agli inquirenti. “Non è morta subito, tremava tutta. Aveva le convulsioni. Sapevo che mi avrebbero arrestato, ormai era tardi. Ho aspettato che morisse per poi disfarmi del corpo”. La sua posizione, dunque, si aggrava, come potrebbe pesare per futili motivi anche il movente del femminicidio. “Dammi 20 euro per il fumo, altrimenti dico a tua madre che ti fai le canne”, avrebbe detto Michelle al suo assassino. “Le dovevo pagare qualche canna, non avevo i soldi e lei si è infuriata. Ho visto il coltello e l’ho usato. Ma io non volevo ucciderla, ho fatto una cazzata”. Ma poi non ha fatto nulla perché si salvasse, nonostante la certezza di essere scoperto.

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