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Professioni in ascesa: il facilitatore, tra gestione e linguaggio della comunicazione

All’interno di un team di lavoro sta prendendo sempre più piede la figura del facilitatore, un nuovo profilo professionale che collabora sotto diversi punti di vista al raggiungimento di un obiettivo nel modo più efficace possibile. Molte aziende stanno implementando il proprio organico con questi elementi ma prima di analizzare a fondo tutti gli aspetti che il lavoro del facilitatore comporta, è bene fare un passo indietro per dare una definizione efficace di quello che rappresenta questa figura professionale: il facilitatore è colui che contribuisce alla struttura e al processo di interazioni per far sì che i gruppi siano in grado di funzionare in modo efficace e permettere di prendere decisioni di alta qualità. Il suo obiettivo è quello di sostenere gli altri per permettergli di raggiungere i loro obiettivi. 

Professione facilitatore: aumentare la professionalità in azienda con una gestione efficace dei tempi

Quanti di voi si sono trovati ad aver svolto una riunione in azienda volta a pianificare e a prendere decisioni importanti e a dovervi confrontare, una volta finito il meeting, con il fatto che si siano sprecato molto tempo per non arrivare al punto voluto? Secondo una ricerca condotta nel Regno Unito ad esempio, circa 32 miliardi di euro (27,5 biilioni di sterline) vengono sprecati per meetings che alla fine si rivelano inefficaci e produttivi; inoltre, su un periodo di tempo di 8 settimane utilizzate per riunioni, è stato rilevato che quasi un terzo di queste si sono rivelate pressoché inutili rispetto agli obiettivi che si era posti. Compito del facilitatore è anche quello di rendere maggiormente cooperative e produttive le riunioni in azienda, attraverso un percorso volto a stimolare il processo di problem solving. Questa figura professionale da una spinta alla produttività interna ai gruppi di lavoro, convogliando gli sforzi e accelerando le dinamiche decisionali in modo da rendere altamente efficace ed efficiente ogni singolo incontro.
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Come raggiungere un obiettivo in modo efficace: il lavoro del facilitatore

Il facilitatore dunque accompagna il team nel percorso decisionale, aiutandolo a trovare risposte rapide attraverso un clima di riflessione volto l’individuazione di desideri, problemi, idee, soluzioni. Questa figura professionale però deve sempre cercare di tendere alla neutralità, mantenendo una posizione privilegiata che sia di stimolo verso i partecipanti al gruppo di lavoro e che li guidi verso l’obiettivo senza influenzarli nelle decisioni: il facilitatore dovrà quindi impegnarsi nello svolgere interventi solo tecnici e relativi al processo e non ai contenuti. Ripercorrendo a ritroso quanto ci siamo detti in precedenza, dovendo riassumere in poche parole quello che rappresenta la figura del facilitatore possiamo individuare alcuni termini cardine legati a questa figura professionale: mediatore, catalizzatore, motivatore. Partendo dal primo termine, il facilitatore deve essere in grado attraverso il linguaggio di stimolare e sostenere il gruppo di lavoro e le persone che lo compongono; deve essere capace di catalizzare al meglio le risorse all’interno del team, convogliando verso l’obiettivo tutte le capacità tecnico-manageriali che sono presenti all’interno del gruppo. Infine deve essere capace di motivare nel modo giusto le persone, eliminando eventuali conflitti ideologici interni e creando il giusto clima per la conoscenza. Una figura dunque dalle diverse sfaccettature ma che ricopre un ruolo sempre più importante nei processi produttivi aziendali e che potrebbe essere destinato a diventare fondamentale in futuro.
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