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Salvini taglia i fondi del Pnrr al Sud ed è a caccia di soldi per le opere rinegoziate al Nord

Matteo Salvini taglia i fondi per le opere al Sud, escluse dal Pnrr, per ottenere i rifinanziamenti delle infrastrutture settentrionali. Dopo le ferie anticipate di luglio, il ministro delle Infrastrutture ha avviato la sua ricerca febbrile di liquidità e coperture. Con discrezione, e nonostante la provenienza pugliese del ministro per l’Attuazione del Pnrr, Raffaele Fitto, il ministro ha dato il via libera a una grande rimodulazione di stanziamenti pari a 2,5 miliardi di euro. Questi fondi, in gran parte destinati a opere nel Centro e nel Sud, verranno ora utilizzati per sostenere importanti interventi in Piemonte, Lombardia e Veneto. Il deputato del Partito democratico, Marco Simiani, ha sollevato il caso. Presenta un’interrogazione parlamentare. “Una scelta sbagliata togliere risorse proprio da chi ha ritardi storici infrastrutturali, tutto per sostenere solo una parte del Paese”. Nel frattempo, il vertice del ministero è impegnato nella campagna mediatica per il Ponte sullo Stretto. L’inchiesta di Antonio Fraschilla per Repubblica. Le anticipazioni di Business.it.
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Matteo Salvini e Giorgia Meloni

Agguato al Mezzogiorno, Salvini taglia i fondi per le opere al Sud

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, taglia i fondi per le opere al Sud che dovevano essere finanziate dal Pnrr e che sono state oggetto di revisione. Dovrà spostare quei fondi al Settentrione. I dettagli di questa rimodulazione sono stati riportati in un documento inviato dal ministero delle Infrastrutture al Cipess (ex Cipe), il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Il testo fa riferimento alla necessità di trovare risorse per opere incluse nel Pnrr, che rischiano di arrestarsi nel 2023 a causa della mancanza di copertura finanziaria. “È emersa la necessità di valutare una possibile rimodulazione delle risorse già assegnate ai progetti del contratto. Si deve tenere conto dello stato avanzato dei progetti e delle gare pianificabili nel 2023, in risposta alle esigenze dei commissari e con l’obiettivo di garantire gli obiettivi del Pnrr”.
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In collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana e il ministero dell’Economia, si definirà un pacchetto di “interventi per i quali lo stato di avanzamento non consente di indire le gare entro il 2023”. Questi progetti vengono quindi revocati dai finanziamenti. Tra di essi, la linea ferroviaria Roma-Pescara nella tratta interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara. L’opera costerà 568 milioni di euro. Nella tratta Sulmona-Avezzano per 277 milioni di euro. Il raddoppio della Falconara-Orte per 326 milioni. Il potenziamento della tratta Tivoli-Guidonia per 179 milioni. La chiusura dell’anello ferroviario di Roma per 175 milioni. Al Nord, vengono definitivamente finanziati solo il nodo di Novara per 77 milioni di euro e il raddoppio della linea Maerne-Castelfranco Veneto per 277 milioni.

Matteo Salvini

Le risorse spostate dal Sud al Nord da Salvini incideranno per 2.5 miliardi

In totale, la rimodulazione ammonta a 2,5 miliardi di euro. Questi fondi saranno destinati subito ad altri progetti. Ben 1,1 miliardi di euro, quasi la metà dell’intera cifra, saranno destinati alla linea ad Alta Velocità Verona-Padova e all’attraversamento di Vicenza. Altri 462 milioni saranno destinati al nodo Terzo Valico di Genova. Ulteriori 563 milioni copriranno cantieri e gare in corso nel 2023. I restanti 500 milioni saranno distribuiti in diverse direzioni. Tra queste, il nodo di Bolzano (15 milioni), la linea Torino-Padova (50 milioni), l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico del nodo di Firenze dell’Alta Velocità (80 milioni). I sottopassi della Merano-Bolzano (15 milioni di euro). Sono aumentate le risorse per Roma di 21 milioni per il “potenziamento della Roma-Tuscolana”. Nel Mezzogiorno, l’unico progetto beneficiario è il bypass ferroviario di Augusta, con 68 milioni di euro, e una tratta della Foggia-Lecce, con 12 milioni di euro. In conclusione, Simiani afferma: “Continuare a togliere risorse al Centro e al Sud è una scelta miope. Inoltre, ora non è chiaro come verranno coperti i costi dei bandi per le opere revocate dai finanziamenti”.

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