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Attentato a San Pietroburgo: Daria Trepova ha confessato

Daria Trepova ha confessato. La principale sospettata dell’attentato esplosivo che è costato la vita nella città russa di San Pietroburgo al blogger militare Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarskij, è stata interrogata dalla polizia in un video poi reso pubblico. La donna ha confermato di aver consegnato alla sua vittima la statuetta che esplodendo ha ferito anche in modo grave almeno altre 20 persone nel bar Wagner della seconda città della Russia.
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San Pietroburgo Daria Trepova

San Pietroburgo: chi è Daria Trepova

Daria Trepova è nata nel 1997 proprio a San Pietroburgo, dove ha frequentato  la facoltà di Economia prima di essere espulsa nel 2019. Era tornata lì da Mosca circa un mese fa. Ed è stata lei a confermare di aver consegnato materialmente nelle mani di Vladlen Tatarskij la statuetta che lo raffigurava e che lo ha ucciso esplodendo. La giovane donna è stata poi arrestata in un appartamento situato poco lontano dal luogo dell’attentato che aveva preso in affitto a marzo.

Secondo quanto si apprende, alcuni testimoni oculari raccontano di averla vista seduta da sola a uno dei tavoli dello Street Food Bar n.1. Aveva i capelli chiari e indossava una gonna corta di tipo scozzese. Avrebbe raccontato ai presenti di chiamarsi Nastja e di essere una studentessa dell’Accademia di Belle arti. Inoltre, secondo alcune fonti, Daria Trepova sarebbe stata già arrestata il 24 febbraio scorso durante una manifestazione contro la guerra. Insieme a lei sono state fermate anche la madre e la sorella che però “non sono state formalmente arrestate”. Alcuni la identificano anche come la moglie di Dmitry Tylov, descritto come “un disertore della mobilitazione parziale, appartenente al partito libertario, firmatario dell’appello per la liberazione di Navalny”.

Per il Comitato nazionale antiterrorismo (Nac) l’attentato al bar di San Pietroburgo è stato organizzato dai servizi di sicurezza ucraini. E “ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione” di Aleksei Navalny, nemico giurato di Putin. “È stato stabilito che l’attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini. E ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Daria Trepova è un’attiva sostenitrice”, si legge nel comunicato del Nac.
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