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Superbonus, cambia di nuovo tutto: cosa succede nel 2024

Come si evolverà il Superbonus? Una domanda che si stanno ponendo tanti analisti in queste settimane, cercando di decifrare le intenzioni del governo Meloni. Secondo quanto anticipato da Repubblica, il rischio è che l’esecutivo opti per una nuova sterzata sulla maxi agevolazione edilizia, dopo il taglio dello sconto fiscale dal 110 al 90% e al 70% a partire dal prossimo anno e lo stop a cessione del credito e sconto in fattura. L’idea è che dal 2024 l’incentivo fiscale, già sceso al 70%, sia riservato ai soli redditi più bassi, anche se al momento non è ancora stata definita una soglia che faccia chiarezza su questo possibile tetto. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Nella nostra idea il superbonus – ha spiegato il sottosegretario all’Economia Federico Freni – deve servire a garantire non a chi ha la prima, seconda, terza, quarta casa, di ristrutturarsela, ma a garantire a chi non si può permettere di fare i lavori nella prima casa di poterli fare. Deve tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga”. Difficile, invece, un abbassamento dell’aliquota. (Continua a leggere dopo la foto)

superbonus cambia 2024

Tra i problemi da affrontare, c’è quello della massa di crediti fiscali generati da chi ha già compiuto i lavori con l’agevolazione originaria al 110%. Se ha svolto lavori per 100 mila euro, deve riaverne indietro 110 mila nell’arco di cinque o dieci anni. Per lo Stato è un conto salatissimo da pagare e di gran lunga superiore alle stime inizialmente previste. Attualmente, secondo Freni, sono almeno 109 miliardi da pagare. Una cifra che, stando al sottosegretario, aumenta “di 3,5 miliardi al mese”, mano a mano che i lavori già avviati avanzano o vengono completati. (Continua a leggere dopo la foto)

Ricordiamo che il governo ha prima ridotto l’agevolazione dal 110 al 90% nel 2023 (al 70% nel 2024), poi cancellato sconto in fattura e cessione del credito. Per le villette è stato quindi fissato un tetto di 15mila al reddito per i potenziali beneficiari, restringendo di fatto la platea. Per quanto riguarda gli edifici unifamiliari, le villette, resta l’agevolazione al 110% fino al 31 dicembre 2023 per chi ha completato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022. Per i condomini, l’agevolazione al 110% resta per tutti i lavori completati entro la fine di quest’anno. Per chi non ha fatto ancora partire i cantier, pur avendo presentato la Cilas in tempo, non è prevista una sratta, ma il governo potrebbe intervenire presto.

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