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Allarme Superbonus, le conseguenze dello stop: “Situazione esplosiva, 170 mila i lavoratori a rischio”

Con l’arresto del Superbonus arrivano le conseguenze dello stop. La fine dello sconto in fattura e della cessione dei crediti, sta portando ad una crisi del settore edilizio con i consgeuenti tanti i posti di lavoro a rischio nel settore. Prima di ritrovarsi sull’orlo del baratro, costruttori e i sindacati hanno già lanciato l’allarme. Sono infatti oltre 32.000 le imprese che stanno rischiando di chiudere definitivamente i battenti, trascinando con se circa 170.000 lavoratori presto senza un occupazione. Intervenendo in Commissione Finanze alla Camera, il vicepresidente Stefano Betti ha spiegato che l’Ance esprime “forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto legge sulla cessione dei crediti, che non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Si tratta di circa 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.

Superbonus: le conseguenze dello stop
“Dopo un 2022 in cui la crescita dell’economia italiana – ha detto ancora Betti -, grazie al traino del settore delle costruzioni, è stata superiore a quella della Cina (+3,9% contro +3,0%), il decreto infligge un duro colpo all’economia nazionale”. Come ha riportato il quotidiano la Repubblica, il vicepresidente dell’Ance ha stimato come l’effetto complessivo del decreto “porterà il Paese in recessione, andando oltre l’annullamento della lieve crescita prevista nelle ultime stime della Commissione Ue (+0,8%)”.
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Come l’Ance, anche Confedlizia, l’associazione dei proprietari immobiliari, ha fatto la sua richiesta al governo a tornare sui propri passi in merito al Superbonus. Il presidente Giorgio Spaziani Testa, in audizione presso la commissione Finanze della Camera ha lanciato l’appello: “È necessario consentire fino al 30 aprile l’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura e mantenere questo meccanismo per gli interventi nelle unità immobiliari indipendenti, che riguardano nel 2023 le famiglie a basso reddito”.
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Edilizia


Tra le varie proposte, Confedilizia ha chiesto di “permettere l’utilizzo del Superbonus al 110 o al 90 per cento anche per le spese sostenute fino al 30 giugno 2024; prevedere, in capo dei beneficiari, la possibilità di trasformare la detrazione in credito d’imposta; disporre che le detrazioni non usufruite nel corso dell’anno di riferimento possano essere utilizzate in anni successivi”.

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