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Tecnologia: Bill Gates vieta il telefono alla figlia quattordicenne

Nonostante sia il fondatore di Microsoft e il suo impero multimiliardario si regga proprio sulla tecnologia, Bill Gates è molto rigido con i propri figli per quanto riguarda l’uso di computer, tablet e smartphone. Secondo un intervista rilasciata al Mirror, ha ammesso di aver imposto una serie di regole ferree per la sua prole. Jennifer, di 20 anni, Rory, 17, e Phoebe, 14: schermi spenti prima di andare a letto, ad esempio, è vietato utilizzarli a tavola. Inoltre papà Gates è convinto che si possa iniziare ad utilizzare un proprio cellulare a partire dai 14 anni e mai prima di quell’età.

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La lezione di Bill Gates

Bill Gates è uno degli uomini più ricchi del mondo, eppure si comporta come se non lo fosse (d’altronde anche il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg indossa sempre delle magliette che sembrano quelle della salute). Ha detto di non aver comprato loro il cellulare fino a quando non hanno compiuto 14 anni: “Non abbiamo i telefoni cellulari a tavola quando stiamo mangiando, non abbiamo dato alle nostre figlie i cellulari fino ai 14 anni, anche se si sono lamentate che gli altri ragazzi li hanno avuti prima”. Senza dimenticare che ai figli, Gates ha concesso un tempo limitato nell’uso anche prima di andare a letto, in modo che possano prendere sonno senza problemi.

Solo 45 minuti al giorno davanti allo schermo, a parte il tempo necessario per svolgere i compiti. Un’aggiunta di solo un quarto d’ora sarà concessa nel fine settimana, quando la giovane quattordicenne potrà trascorrere fino a un’ora giocando on-line, o comunque davanti allo schermo. Tra l’altro Vista, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, consente ai genitori di controllare i siti visitabili dai ragazzi e registra portali e chat usate. Il dirigente Micriosoft ha detto che fino a questo momento sua figlia non era un’appassionata di internet e giochi al computer, fino a quando non ha sviluppato una vera passione a scuola, dove “ha scoperto una gran quantità di giochi, tra i quali Viva Pinata. Un gioco nel quale si devono curare piante e giardini”. La limitazione è arrivata infatti quando la piccola ha cominciato a passare due o tre ore di fila incollata al gioco. 

E’ evidente quindi che l’inventore del personal computer e fondatore di Microsoft, non subisca passivamente la tecnologia, ma che la reputi uno strumento da utilizzare con cognizione di causa. Nonostante abbia un patrimonio di 78,5 miliardi di dollari, probabilmente insegna ai suoi figli che cosa sia occuparsi del prossimo: nel 2000 assieme alla moglie Melinda dà origine alla Fondazione Gates, che aiuta i più poveri del mondo. Questo ha ispirato altri multi milionari come Zuckerberg a fare la propria parte. E la sua più grande passione è la tutela dei bambini: “Se potessi scegliere un solo numero che mette in evidenza l’efficacia degli aiuti allo sviluppo, sarebbe 122 milioni. Questo è il numero di vite dei bambini salvati dal 1990″ ha detto al Mirror. Ammette di porre la sua famiglia al primo posto, anche se spesso sa di non trascorrere del tempo di qualità con loro. Dice che i figli e sua moglie sono la chiave delle sua felicità: I soldi non danno tutte le risposte”.

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L’infanzia di Bill Gates

Bill William Gates nasce a Seattle (Washington) il 28 ottobre 1955. Cresce in una famiglia agiata e senza problemi economici, nonostante questo, i genitori di Bill hanno sempre incoraggiato i figli a lavorare sodo e a non dare nulla per scontato. Bill Gates è un bambino molto curioso, attento, profondo e desideroso di imparare difatti a scuola totalizza i migliori punteggi nei test di intelligenza di matematica,  ma i genitori si aspettano che segua i passi del papà diventando un avvocato di successo.

A 13 anni frequenta la scuola privata Lakeside e si orienta subito verso materie scientifiche senza però denigrare la letteratura. Si appassiona in particolare alla letteratura inglese e diventa anche un bravo attore di teatro. In anni in cui era quasi un’utopia poter possedere un computer, la Lakeside ne ottenne uno grazie ad un accordo fatto con la città di Seattle e Bill ha così la possibilità di entrare in contatto con un computer per la prima volta nella sua vita. È qui che incontra Paul Allen ragazzo con le stesse passioni di Bill per computer, codici e programmazione. Lui, Paul e alcuni compagni passano ore e ore nella sala computer della scuola: sperimentano, studiano la complessità della macchina, trovano i suoi punti deboli, iniziano a causarle guasti cambiando codici e file di programmazione.

I ragazzi vengono inizialmente allontanati dall’aula computer a causa dei danni causati, e successivamente contattati dalla CCC ( Computer Center Corporation) a conoscenza delle loro capacità. Grazie alla presenza come programmatore del papà di un loro compagno, che vuole dare loro la possibilità di rifarsi provando a risolvere alcuni punti deboli delle loro macchine, identificare i difetti e i buchi nella sicurezza, i ragazzi avrebbero potuto utilizzare nuovamente i computer. Un’occasione d’oro per loro che iniziano così a passare molte ore nei laboratori a studiare i loro piccoli programmi fino a quando nel ’69 la CCC dichiara il fallimento e i giovani hacker si ritrovano senza un computer su cui sfogare la loro passione.

I genitori di Bill, spaventati da questa passione smisurata del figlio verso i computer, gli vietano di avvicinarsi a progetti informatici e ai computer stessi. Trascorre un anno, Bill ha 17 anni e riceve la proposta dalla Bonneville Dam per scrivere il progetto di un nuovo software pagato circa 30.000 dollari. I genitori cedono e gli danno il permesso di procedere. Nel 1975 Bill crea la sua società per lo sviluppo di software e la chiama Micro-Soft, lui e Allen capiscono che stava iniziando una nuova importante era: quella dei personal computer e iniziano a collaborare con Ed Roberts come programmatori.

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