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Telegram: Pavel Durov, chi è il fondatore dell’app bloccata in Russia

Fondatore di Telegram, Pavel Durov è stato più volte descritto come il Mark Zuckerberg di Russia, complice l’aver creato alcune delle realtà digitali più celebri ma anche più discusse e chiacchierate dell’intera Federazione. Negli anni, però, Durov si è distinto anche per le sue posizioni, spesso estreme e poco accondiscendenti verso quanto richiesto dal governo. Come anticipato, oltre al social VK, la sua più grande creazione è stata l’applicazione di messaggistica istantanea Telegram, un sosia di WhatsApp più orientato verso la sicurezza e la tutela della privacy dei propri utenti.

Pavel Durov: gli inizi della sua carriera nel digitale

Classe 1984, Pavel Durov è un imprenditore russo celebre per aver creato il social VK e dato i natali all’applicazione di messaggistica istantanea Telegram. La sua carriera imprenditoriale nel digitale inizia nel 2006 quando insieme al fratello Nikolai – fonda VKontakte, un social network molto simile a Facebook, disponibile in molte lingue ma pensato ed utilizzato soprattutto dalle popolazioni di lingua russa. In pochi mesi, la compagnia cresce rapidamente sino ad ottenere, nel 2018, ben 477 milioni di account attivi. Già nel 2011, Pavel Durov si trova a dover fare i conti con la giustizia, dopo che il governo aveva chiesto espressamente di rimuovere le pagine di alcuni politici d’opposizione. Due anni dopo, nel 2013, Durov riceve pressioni per vendere i suoi titoli di VK a Ivan Tavrin, proprietario di Mail.ru. Nel 2014 lascia definitivamente il social network.

Telegram: il sosia “più sicuro” di WhatsApp?

Nel 2013, però, Pavel Durov fonda anche Telegram Messenger LLP, società che ha dato i natali all’applicazione di messaggistica istantanea Telegram. L’app è celebre soprattutto per i servizi di chat segrete e/o crittografate offerte ai propri utenti. Sebbene il sistema di crittografia utilizzato da Telegram sia stato criticato da molti, d’altro canto è anche spesso sotto i riflettori per essere utilizzato anche da chi compie attività illegali. Nonostante ciò, Telegram continua a crescere a dismisura tanto che, secondo Durov, ha attualmente ben 200 milioni di utenti attivi ogni mese, con un tasso di crescita annuale di almeno il 50%.

Per Pavel Durov, però, Telegram rappresenta anche il punto di rottura con il governo russo: nell’aprile 2018, infatti, a causa del rifiuto di fornire alla FSB (Federal Security Service) alle chiavi di sicurezza, Telegram è stato messo al bando dalla Russia e rimosso dagli store. Negli anni, però, Telegram è stato spesso sotto i riflettori poiché accusato di rappresentare uno dei mezzi più utilizzati dai terroristi, proprio a causa dei suoi elevati standard di sicurezza.

Pavel Durov: l’esilio “per scelta” e l’ICO in arrivo

Nonostante le diatribe con il governo russo (e non solo), Pavel Durov sembra convinto a voler mantenere attivo e a far crescere sempre di più i servizi offerti da Telegram. Da mesi, oramai, si vociferare dell’imminente apertura dell’ICO che vedrà la tecnologia della blockchain utilizzata ad un nuovo scopo. Nel mentre, Durov ha da tempo deciso di vivere in un esilio “per scelta”, scontato tra Dubai e Saint Kitts and Nevis ovvero uno stato insulare situato nell’America centrale di cui è riuscito ad ottenere la cittadinanza.

In copertina, Credits: By TechCrunch [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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