5: Lloyd Blankfein
Nel 2008 destò grande scandalo la notizia che Richard Fuld, responsabile del clamoroso crack della Lehman Brothers, avesse aggiunto altri 22 milioni di bonus ai 484 capitalizzati negli 8 anni precedenti. Il tutto avveniva infatti in concomitanza con la perdita del posto di migliaia di lavoratori della banca, travolti da quello che fu definito un vero e proprio scandalo. Oggi i tempi sembrano notevolmente cambiati e Lloyd Blankfein, deve accontentarsi dei 22 milioni riconosciuti da Goldman Sachs per i risultati conseguiti.
4: Fabrizio Freda
Nella lista dei manager milionari non poteva mancare un italiano, in questo caso Fabrizio Freda nato a Napoli, 60 anni fa, affermatosi nel passato soprattutto all’interno di Procter & Gamble, l’azienda di beni di consumo che gli ha dato modo di mettere in mostra doti di prim’ordine. Dopo aver terminato il suo percorso lavorativo all’interno della multinazionale, Freda ha accettato l’offerta di Estée Lauder’s, andando a ricoprire nel 2009 la funzione di amministratore delegato della famosa azienda cosmetica. Nel 2016 il suo operato ha permesso alla casa di portare il suo fatturato alla bella cifra di 11 miliardi di dollari, e la sua retribuzione a quota 48,3 milioni di dollari. La maggior parte di questo importo è peraltro arrivata sotto forma di stock option. Alla sua funzione in Estée Lauder’s, Freda aggiunge la carica detenuta all’interno di Blackrock, un noto fondo d’investimento statunitense.
3: Nikesch Arora
Non solo società statunitensi in questa classifica, se si pensa come Nikesch Arora abbia ottenuto nel corso dello scorso anno quasi 58 milioni di dollari da parte di SoftBank, un gigante tecnologico giapponese. Dopo essersi messo in mostra in Google, ove ha accumulato compensi per oltre 200 milioni tra il 2014 e l’anno successivo, Arora era stato chiamato da Masayoshi Son per fungere da assistente, in attesa del suo ritiro. Poi, però, lo stesso Son ha cambiato idea e ad Arora non è rimasta altra strada che lasciare SoftBank, non gradendo l’ipotesi di dover attendere al minimo un altro quinquennio, prima di poter arrivare ad affermare la sua posizione di preminenza. In appena sei mesi ha però guadagnato, secondo S&P Market Intelligence, una retribuzione complessiva che ove spalmata sull’intero anno lo avrebbe portato al primo posto della classifica.