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Aviaria, crescono i contagi in Italia tra gli uccelli selvatici: alto rischio per gli allevamenti

L’influenza Aviaria crescono i contagi in Italia. Dopo l’allarme lanciato dall’Oms in Sud America, il virus H5N1 si continua a diffondere tra gli uccelli selvatici del nostro Paese. Il rischio ormai alto è che questi possano a loro volta trasmettere il virus agli allevamenti avicoli. L’allarme è arrivato dopo gli ultimi dati del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). Pochi giorni fa con una nota, il ministero della Salute ha sottolineato la necessità di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli. Cresce inoltre l’attenzione verso i mammiferi, dopo i recenti eventi di spillover, ovvero di salto di specie: alla fine di gennaio è stata infatti resa nota la scoperta di una mutazione rara in un allevamento di visoni nel Nord-Ovest della Spagna, in Galizia, che ha provocato la prima trasmissione da mammifero a mammifero in condizioni controllate.

L’allarme di Senasa
Intanto in alcuni Stati la situazione si sta facendo sempre più grave. A dichiararlo è stato il Servizio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (Senasa) dopo aver rilevato la presenza del virus influenzale in un esemplare di uccello selvatico nella località di Pozuelos, nella provincia argentina di Jujuy, al confine con la Bolivia. Ed è proprio in queste zone, come riportato anche da SkyTg24, che è stata dichiarata l’emergenza.
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Un nostro dovere informare della presenza del virus, ma anche rassicurare la popolazione che sono state prese tutte le misure preventive necessarie e non generare allarme”, ha detto il sottosegretario all’Agricoltura e all’allevamento, Jose Bahillo. “La comparsa del virus non sorprende in quanto stavamo già seguendo la sua diffusione nel resto della regione ed era stato attivato un rafforzamento del monitoraggio epidemiologico”, ha aggiunto. I casi di influenza aviaria sono stati registrati nelle ultime settimane in tutta la regione e il virus sembra aver raggiunto adesso il Cono Sud, dopo essere stato rilevato in precedenza in Venezuela, Perù, Colombia, Ecuador, Cile, Bolivia e Uruguay e prima ancora in Canada, Stati Uniti, Messico, e in Centro America.
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Influenza Aviaria: crescono i contagi nel mondo
L’epidemia risale all’ottobre 2022, nonostante solo lo scorso gennaio sia stata pubblicata la ricerca che la descrive, insieme all’analisi della sequenza genetica del virus. Anche nel New England era avvenuta un’altra epidemia tra mammiferi, ma nelle foche. Dopo i casi confermati di trasmissione del virus H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) dagli uccelli in alcune specie di mammiferi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Woah) hanno invitato tutti i paesi ad innalzare il livello di allerta sull’arrivo di una nuova pandemia di influenza nella popolazione umana sostenuta da un virus di origine aviare.


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