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Ucraina, Zelensky lancia la controffensiva: “Ci riprenderemo la Crimea”

Zelensky lancia la controffensiva: “Ci riprenderemo la Crimea”. Mentre sui social ucraini è virale l’effetto dello scoppio di un drone ucraino su Sebastopoli, nel quartiere di Cossack Bay (Baia dei Cosacchi), il presidente rilascia un’intervista al media finlandese “Yle”. “La controffensiva prevede la liberazione della Crimea”, dichiara Zelensky. Intanto Prigozhin, capo della Wagner, torna a minacciare i vertici militari: “Il gruppo militare che comando sta esaurendo il suo percorso, diventeremo Storia”, dichiara al blogger Pegov.
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Zelensky Ucraina anno guerra
Zelensky a febbraio, in occasione del suo discorso nel primo anno di guerra

“Ci riprenderemo la Crimea”, Zelensky annuncia la controffensiva

Le forze armate ucraine sono pronte, Zelensky lancia la controffensiva: “Ci riprenderemo la Crimea”. La regione, annessa alla Russia nel 2014, sarà liberata nel corso della massiccia controffensiva, che già il presidente Usa, Joe Biden, aveva annunciato di voler sostenere, magari entro maggio.

Intanto, sui social ucraini è diventato virale il video dell’esplosione di un drone a Sebastopoli. L’esplosione ha causato un vasto incendio, “di circa mille metri quadrati” secondo il governatore, Mikhail Razvozzhayev, perché è caduto nei pressi di un deposito di carburanti nel quartiere di Cossack Bay (Baia dei cosacchi).

Uno degli obiettivi della controffensiva lanciata da Zelensky è proprio quello di riprendere il controllo della penisola sul Mar Nero, annessa dai russi già dal 2014. “Per riuscirci è sempre più necessario il sostegno degli alleati occidentali. Le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata”.

Sembra fargli eco, sul fronte opposto, Yevgeny Prigozhin, comandante e fondatore dei contractors della Wagner. “Wagner sta esaurendo il suo percorso. In un breve lasso di tempo cesserà di esistere. Diventeremo storia. Nulla di cui preoccuparsi, cose del genere accadono”. Una frase sibillina nel gergo cui l’oligarca vicino a Putin ha abituato: una velata minaccia più ai vertici militari che uno specchio per le allodole per i nemici ucraini.

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