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I tecnici del Senato stroncano Calderoli: “Ecco perché l’Autonomia è una bufala”

Il Senato boccia Calderoli sull’Autonomia. E lo fa tramite il canale istituzionale sul social network Linkedin. Il Servizio Bilancio del Senato ha analizzato il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, evidenziando alcune criticità. La lacuna peggiore riguarda la disparità delle risorse che creerebbe più disuguaglianze. E lancia l’allarme sugli effetti collaterali della misura. Che il Consiglio dei ministri aveva approvato lo scorso febbraio. E che la Commissione Affari Costituzionali aveva messo in agenda il 3 maggio scorso, a seguito della presentazione dei senatori Della Porta e Tosato.
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Il senatore Roberto Calderoli

Autonomia differenziata, il Senato stronca la proposta di Calderoli

Ecco l’introduzione al dossier del Senato, pubblicata su Linkedin. “La Costituzione italiana, al terzo comma dell’articolo 116, prevede ‘forme e condizioni particolari di autonomia’ per le regioni a statuto ordinario. Il disegno di legge A.S. 615, presentato il 23 marzo dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, definisce i princìpi generali per l’attuazione di questa autonomia differenziata. Ma sarà possibile realizzarla senza aggravio per le casse dello Stato e continuando ad assicurare i Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), che costituiscono il nucleo invalicabile di quei diritti civili e sociali, previsti dalla Costituzione, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, in modo da erogare a tutti i cittadini i servizi fondamentali, dalla sanità all’istruzione?”.

L’analisi del Servizio Bilancio del Senato

“Il Servizio del Bilancio del Senato ha passato al setaccio il disegno di legge, rilevando alcune criticità. Nel caso, ad esempio, del trasferimento alle regioni di un consistente numero di funzioni oggi svolte dallo Stato (e delle relative risorse umane, strumentali e finanziarie), ci sarebbe una forte crescita del bilancio regionale ed un ridimensionamento di quello statale, col rischio di non riuscire a conservare i livelli essenziali delle prestazioni presso le regioni non differenziate. Le regioni più povere, oppure quelle con bassi livelli di tributi erariali maturati nel proprio territorio, potrebbero avere maggiori difficoltà a finanziare, e dunque ad acquisire, le funzioni aggiuntive. E il trasferimento delle nuove funzioni amministrative a comuni, province e città metropolitane da parte delle regioni differenziate potrebbe far venir meno il conseguimento di economie di scala, dovuto alla presenza dei costi fissi indivisibili legati all’erogazione dei servizi la cui incidenza aumenta al diminuire della popolazione“.

Dopo la circolazione del dossier, però arriva una precisazione dal Senato: “Una bozza provvisoria, non ancora verificata, sul disegno di legge sull’Autonomia è stata erroneamente pubblicata online. Il Servizio del Bilancio si scusa con la stampa e con gli utenti per il disservizio arrecato”.

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