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L’ira di Ranucci: “Giù le mani da Report!”

Report al posto di Fazio, il no di Ranucci. Tra le diverse ipotesi riguardo a chi potrebbe sostituire Fabio Fazio dopo la sua partenza da Rai, c’è anche quella di spostare Report dalla serata del lunedì alla domenica su Raitre. Questa ipotesi non ha entusiasmato il conduttore del programma, Sigfrido Ranuncci, che ha chiarito di non aver ancora ricevuto nessuna comunicazione in merito. Ha ipotizzato che potrebbe essere una soluzione dell’ultimo minuto per “mettere una pezza”. La decisione sarà presa senza molta calma, data la mancanza di tempo.
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La trasmissione di Rai Tre, Report, condotta da SIgfrido Ranucci
Report alza la voce in Rai

Ranucci: “No a Report al posto di Fazio”

Il programma Report al posto di Fazio, il no di Ranucci. Il conduttore chiede almeno un po’ di rispetto per il suo programma da parte di viale Mazzini, temendo che la decisione di spostare Report in un’ora che fino ad ora ha ottenuto grandi ascolti possa metterlo in difficoltà e impedirgli di replicare i successi di Fazio. Sottolinea che Report non è di sua proprietà né dei dirigenti attuali o futuri della Rai, ma del pubblico che paga il canone. Se qualcuno vuole strumentalizzarlo o metterlo in difficoltà con uno spostamento in condizioni sfavorevoli, sta commettendo un errore.

Fabio Fazio
Fabio Fazio

“Non metteteci in difficoltà”: Report e l’ipotesi domenicale

Riguardo alle polemiche sul totonomi dopo la mancata rinnovazione del contratto di Fazio con la Rai, Ranucci, in qualità di dipendente Rai, considera l’addio di Fazio una grande perdita, essendo un autore straordinario. Trova sgradevoli e ingiuste le polemiche degli ultimi giorni sui compensi di Fazio e legge nomi di persone che potrebbero arrivare alla Rai e che hanno scritto cose negative sull’azienda, sui dipendenti e su Report. Come dirigente Rai, non vorrebbe mai vederli nei corridoi dell’azienda. Inoltre, sottolinea che queste persone non lavorerebbero gratuitamente e chiede che i loro compensi siano resi trasparenti quando entrano. Secondo Ranucci, la vera rivoluzione non sarebbe cambiare la narrazione, ma portare giornalisti indipendenti.

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