L’opinione del divulgatore Mattia Iannantuoni: “Carne coltivata indispensabile”. L’esperto di innovazione sostenibile rilascia una lunga intervista a Open. Il cambiamento climatico e lo sfruttamento intensivo di animali e agricoltura impongono alcune scelte. I “novel food”, cioè i cosiddetti cibi del futuro, sono moltissimi. Tra questi i più noti e controversi sono proprio la carne coltivata e gli insetti. Parola dell’ex ricercatore sull’innovazione sostenibile al Politecnico di Milano, oggi creatore di contenuti sugli stessi temi con Tuorlo Magazine.
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Iannantuoni: “Ecco perché abbiamo bisogno della carne coltivata”
Farà certamente discutere l’opinione dell’ex ricercatore e divulgatore scientifico Mattia Iannantuoni: “Carne coltivata indispensabile”. L’adozione di novel food e l’innovazione nel settore alimentare possono contribuire a mitigare gli impatti ambientali della produzione alimentare e garantire una fornitura proteica sostenibile per le future generazioni. Lo scienziato specifica anzitutto che il cosiddetto “novel food” si riferisce agli alimenti che non sono stati consumati in misura significativa nell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997. Questa distinzione temporale è stata introdotta per regolamentare i nuovi alimenti che stavano diventando sempre più presenti in Europa. Questi devono superare controlli rigorosi prima di poter essere commercializzati. Questo garantisce la loro sicurezza e idoneità al consumo umano. Tuttavia, il processo di valutazione può richiedere del tempo, e alcune innovazioni alimentari potrebbero non essere ancora state approvate.

I novel food non sono ancora una realtà stabile
La carne coltivata è ancora in fase di valutazione per la commercializzazione nell’Unione Europea, specifica Iannantuoni, “ma è già disponibile in alcuni ristoranti e negozi a Singapore”. Non ci sono prove che la carne coltivata sia dannosa per la salute, ma è necessario condurre tutti i controlli appropriati prima di poterla vendere. I novel food servono a diversi scopi, tra cui rispondere alle esigenze di approvvigionamento proteico in modo sostenibile e ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare. La produzione di cibo è responsabile di una significativa parte dell’impatto umano sull’ambiente, e l’adozione di diete a base vegetale può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, il consumo di suolo e l’inquinamento delle risorse idriche.