Mark Zuckerberg Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/mark-zuckerberg/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Thu, 30 Mar 2023 08:29:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Mark Zuckerberg Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/mark-zuckerberg/ 32 32 Zuckerberg annuncia: ecco Facebook a pagamento https://www.business.it/zuckerberg-annuncia-ecco-facebook-a-pagamento/ Sun, 19 Feb 2023 20:31:33 +0000 https://www.business.it/?p=110218 Spunta blu a pagamento per Facebook e Instagram. Si attendeva l’ufficialità ed è arrivata direttamente dal Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, sui suoi profili social: “A partire da questa settimana verrà lanciato Meta Verified, un servizio a pagamento che consentirà di verificare il tuo account con una carta di identità ottenendo la spunta blu”. L’abbonamento… Leggi tutto »Zuckerberg annuncia: ecco Facebook a pagamento

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Spunta blu a pagamento per Facebook e Instagram. Si attendeva l’ufficialità ed è arrivata direttamente dal Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, sui suoi profili social: “A partire da questa settimana verrà lanciato Meta Verified, un servizio a pagamento che consentirà di verificare il tuo account con una carta di identità ottenendo la spunta blu”. L’abbonamento avrà un costo di 11,99 dollari al mese da web o 14,99 da iOS, il sistema operativo di Apple per iPhone.
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Mark Zuckerberg Facebook pagamento
Mark Zuckerberg

L’annuncio di Mark Zuckerberg su Facebook a pagamento

All’interno dell’abbonamento a pagamento ci sarà, oltre al badge blu, anche una protezione ulteriore contro il furto di identità e un accesso diretto al servizio clienti. Le nuove funzionalità “consentiranno di migliorare l’autenticità e la sicurezza dei nostri processi”, ha spiegato Mark Zuckerberg. Il servizio comincerà ad essere attivo in Australia e Nuova Zelanda, seguito poi da altri Paesi. L’abbonamento sarà disponibile solo per gli utenti di età pari o superiore a 18 anni e verrà richiesto un documento di identità ufficiale, come passaporto o patenti di guida, per dimostrare che l’utente richiedente è anzitutto una persona reale, e che la sua identità corrisponda al nome del profilo e alla foto sul proprio account Facebook o Instagram.

La svolta impressa da Mark Zuckerberg a Facebook e Instagram sembra molto simile a quella adottata poche settimane fa dal nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk. Musk ha infatti lanciato il servizio a pagamento Twitter Blue che prevede tra le altre funzioni la verifica dell’account e alcune funzioni premium, come la possibilità di modificare i tweet, scriverne di più lunghi e caricare video di 60 minuti.

Anche Meta Verified permetterà di “autenticare il proprio account con un documento, avere una spunta blu, avere protezione extra contro i furti di identità e accesso rapido all’assistenza”, spiega Mark Zuckerberg sul suo canale Instagram. Il nuovo servizio farà il suo debutto già durante questa settimana in Australia e in Nuova Zelanda. E sarà disponibile solo per gli utenti che abbiano compiuto i 18 anni di età. E così i social network abbandonano definitivamente la loro missione iniziale che era quella di offrire a tutti un servizio gratuito che si reggesse soltanto sugli introiti pubblicitari.
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Draghi incontra Zuckerberg a Palazzo Chigi per parlare di metaverso https://www.business.it/lincontro-tra-draghi-e-zuckerberg-a-palazzo-chigi/ Thu, 05 May 2022 12:12:32 +0000 https://www.business.it/?p=91056 Incontro tra Mark Zuckerberg e Mario Draghi. Il fondatore di Facebook, attuale presidente e ad di Meta, ha avuto un faccia a faccia durato circa un’ora con il premier italiano a Palazzo Chigi. Presente al colloquio anche il ministro della Transizione digitale Vittorio Colao che, secondo alcune fonti, avrebbe il merito di aver convinto il… Leggi tutto »Draghi incontra Zuckerberg a Palazzo Chigi per parlare di metaverso

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Incontro tra Mark Zuckerberg e Mario Draghi. Il fondatore di Facebook, attuale presidente e ad di Meta, ha avuto un faccia a faccia durato circa un’ora con il premier italiano a Palazzo Chigi. Presente al colloquio anche il ministro della Transizione digitale Vittorio Colao che, secondo alcune fonti, avrebbe il merito di aver convinto il multimiliardario americano a vedere Draghi.

Mario Draghi e Mark Zuckerberg

Anche se non sono trapelate molte indiscrezioni da parte dei protagonisti della vicenda, un portavoce di Mark Zuckerberg conferma che le due parti hanno parlato dello sviluppo del cosiddetto metaverso anche nel nostro Paese. Per raggiungere questo obiettivo, però, sarà necessario lo sforzo di tutto il sistema-Paese italiano.

“Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile. – dichiara un portavoce di Meta al termine dell’incontro tra Draghi e Zuckerberg – Abbiamo confermato la collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del Paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione”.

Prima di incontrare Draghi, nei giorni scorsi Zuckerberg era stato a Milano dove ha incontrato alcuni dei principali manager della moda e del lusso. Un settore che guarda con molto interesse al metaverso zuckerbergriano. “Meta-Porter in Milan. Ciao Mark!”, scrive su Instagram l’imprenditore, fondatore di Yoox, Federico Marchetti. Nella foto postata da Marchetti si vedono, oltre a Zuckerberg, Lorenzo Bertelli (Prada), Diego Della Valle (Tod’s), Renzo Rosso (OTB – Diesel), Brunello Cucinelli, Remo Ruffini (Moncler), Marco Gobetti (Ferragamo), e lo stesso Federico Marchetti e Geoffroy Lefebvre (YNAP – Yoox Net A Porter).

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Così i quattro titani del Tech avrebbero sbaragliato la concorrenza con pratiche scorrette https://www.business.it/titani-tech-congresso-pratiche-scorrette/ Thu, 30 Jul 2020 17:23:52 +0000 https://www.business.it/?p=67978 Troppo potere e controllo per i quattro titani del Tech. “Gli imperatori dell’economia online”, così li ha definiti David Cicilline, deputato democratico e presidente delle commissione antitrust della Camera, le quattro grandi compagnie di High Tech, Amazon, Apple, Google e Facebook, i cui Ceo sono stati chiamati oggi a testimoniare al Congresso Usa. “Prima della… Leggi tutto »Così i quattro titani del Tech avrebbero sbaragliato la concorrenza con pratiche scorrette

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Troppo potere e controllo per i quattro titani del Tech. “Gli imperatori dell’economia online”, così li ha definiti David Cicilline, deputato democratico e presidente delle commissione antitrust della Camera, le quattro grandi compagnie di High Tech, Amazon, Apple, Google e Facebook, i cui Ceo sono stati chiamati oggi a testimoniare al Congresso Usa. “Prima della pandemia queste aziende erano già dei titani nell’economia. Ora probabilmente emergeranno più forti e potenti che mai dalla pandemia”, ha affermato Cicilline. I Quattro Cavalieri della Tech si sono disimpegnati bene di fronte a politici affamati di protagonismo e pronti ad attaccarli su tutti i fronti. Però anche se superata la prima battaglia con l’arcigno Congresso senza grandi perdite, a partire da oggi per i “Quattro giganti del Tech” incomincia il lungo viaggio verso leggi che ne limiteranno l’influenza, come le banche o le compagnie aeree.Apple non dominante, niente garanzie per Amazon
“Non abbiamo una posizione dominante in nessun mercato o in nessuna categoria di prodotto con cui facciamo affari”. Lo ha detto Tim Cook, Ceo di Apple, all’inizio della sua testimonianza di fronte alla commissione antitrust della Camera dei rappresentanti, tralasciando però l’eccezione dell’Apple Store. Anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha affermato da canto suo di non poter garantire che la società non acceda ai dati dei venditori terzi per creare prodotti concorrenti. Un’accusa che la società e i suoi dirigenti avevano precedentemente negato. “Abbiamo una politica contro l’uso di dati specifici del venditore per aiutare la nostra attività di marca privata”, ha detto Bezos, in risposta a una domanda della rappresentante Pramila Jayapal, democratica dello stato di Washington. “Ma non posso garantirvi che quella politica non è stata violata”, ha aggiunto il numero di Amazon. Le autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e in Europa hanno esaminato attentamente le relazioni di Amazon con le aziende che vendono sul suo sito e se il gigante dello shopping online ha utilizzato i dati dei venditori per creare i propri prodotti con il marchio del distributore. Come ha segnalato da Repubblica, il problema delle autorità anti-trust, ben evidenziato in Congresso, è che sono costrette a utilizzare regole disegnate per un mondo “analogo” per frenare giganti digitali. Il classico modello per incoraggiare la concorrenza, a Washington come a Bruxelles, è allentare la morsa di giganti aziendali sull’offerta dei prodotti. Ma Google, Facebook e compagnia derivano il proprio potere di mercato dal controllo della domanda: nessuno ci costringe a utilizzare Google, comprare i libri su Amazon o avere un profilo su Facebook. Lo facciamo perché è comodo, utile, divertente. Questa impotenza dell’anti-trust non garantisce però ai titani del Tech di uscire indenni da questo conflitto. Come ci insegna la storia, quando un settore diventa “troppo” importante, il Congresso passa leggi speciali per ridimensionarlo. È successo all’industria petrolifera, ad automobili, sigarette e finanza.mark zuckerberg parlamento europeo facebookQuando nel ’94 quando Netscape aprì Internet alle masse, c’erano 100 milioni di computer nel mondo. Oggi, 4 miliardi di persone, tre quarti della popolazione adulta, hanno uno smartphone. La crescita stratosferica della tecnologia ha creato una nuova categoria di miliardari: i quattro titani seduti (virtualmente) di fronte al Congresso hanno un valore netto più grande dell’economia del Portogallo.Il nodo della questione per le decisioni legislative però è che a differenza delle aziende del passato, la popolazione non odia i titani del Tech. Quando gli Usa attaccarono le aziende petrolifere o i produttori di nicotina o le banche, l’opinione pubblica era a favore di misure dure. The Verge ha chiesto agli americani che effetto avessero queste aziende sulla società e più del 70% ha detto che Google e Amazon facevano del bene. In uno scenario come questo, sarà difficile per l’anti-trust capire quali misure adottare. L’unica certezza che abbiamo al momento è che quello che è andato in scena al Congresso, è solo l’inizio di un processo che porterà a nuove regole nel mondo del digitale a livello globale.

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WhatsApp si riconferma l’app più scaricata al mondo https://www.business.it/whatsapp-si-riconferma-lapp-piu-scaricata-al-mondo/ Tue, 21 May 2019 19:17:17 +0000 https://www.business.it/?p=46690 Per il primo trimestre 2019, Whatsapp si riconferma l’applicazione più scaricata al mondo: tra gennaio e marzo è stata installata infatti 223 milioni di volte. Al secondo posto c’è Messenger, con 209 milioni di download. La top 5 è dominata dalle applicazioni controllate da Mark Zuckerberg: Facebook è quarta e Instagram quinta. Solo un’app riesce… Leggi tutto »WhatsApp si riconferma l’app più scaricata al mondo

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Per il primo trimestre 2019, Whatsapp si riconferma l’applicazione più scaricata al mondo: tra gennaio e marzo è stata installata infatti 223 milioni di volte. Al secondo posto c’è Messenger, con 209 milioni di download. La top 5 è dominata dalle applicazioni controllate da Mark Zuckerberg: Facebook è quarta e Instagram quinta. Solo un’app riesce a inserirsi, terza: è TikTok, il social delle clip in playback. I dati arrivano i dati di Sensor Tower. Completano la top 10 ShareIt, Youtube, Like Video, Netflix e Snapchat. Fin qui, è confermata la classifica del quarto trimestre 2018. Fanno il loro esordio nelle prime venti app, Biugo (editing video) e PicsArt (fotoritocco). In graduatoria anche Spotify, YouTube Music, Uber, Twitter e Amazon.
Cosa è successo su Google Play
Nella classifica complessiva pesa di piu’ Android, il sistema operativo maggiormente diffuso al mondo. La graduatoria dei download da Google Play (il negozio di app del robottino verde) e’ quindi molto simile a quella generale, che vede sempre testa WhatsApp, seguita da Messenger e TikTok. Tra le app in classifica si fa notare in classifica inoltre Truecaller, applicazione che consente di filtrare le chiamate in entrata per proteggere la propria esperienza mobile dal fastidio dei call center e delle chiamate indesiderate.
La classifica dell’Apple Store
Per quanto riguarda la top 20 dell’Apple Store, in vetta troviamo TikTok, seguita da YouTube e Instagram: si intuisce da questo podio, come il mondo Apple sia colonizzato dai gusti dei teenager, forti consumatori di intrattenimento video e di social network. Seguono WhatsApp, Messenger e Facebook, veri e propri must dell’esperienza mobile, quindi Netflix e Google Maps. Nella classifica Apple Store figurano anche Gmail, Spotify, Snapchat, Twitter, Pinterest e Uber. Chrome è l’unico browser, mentre PicsArt Photo Studio è l’app per l’editing immagini che per distacco domina sulla concorrenza nel medesimo comparto.

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Facebook vuole integrare Instagram e WhatsApp: ecco il piano segreto di Zuckerberg svelato dal New York Times https://www.business.it/facebook-vuole-integrare-instagram-e-whatsapp-ecco-il-piano-segreto-di-zuckerberg-svelato-dal-new-york-times/ Mon, 28 Jan 2019 22:42:14 +0000 https://www.business.it/?p=39624 Unificare Facebook, Whatsapp e Instagram: è questo il nuovo piano segreto di Mark Zuckerberg, il fondatore della piatta orma che ha rivoluzionato il mondo dei social. Il progetto in questione dovrebbe andare in porto tra pochi mesi, ovvero tra fine 2019 e inizio 2020. A rivelarlo è stato il New York Times grazie alle testimonianze… Leggi tutto »Facebook vuole integrare Instagram e WhatsApp: ecco il piano segreto di Zuckerberg svelato dal New York Times

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Unificare Facebook, Whatsapp e Instagram: è questo il nuovo piano segreto di Mark Zuckerberg, il fondatore della piatta orma che ha rivoluzionato il mondo dei social. Il progetto in questione dovrebbe andare in porto tra pochi mesi, ovvero tra fine 2019 e inizio 2020. A rivelarlo è stato il New York Times grazie alle testimonianze di quattro persone coinvolte nel progetto che starebbero già lavorando all’integrazione. Il giornale americano ha rivelato che con questa mossa gli utenti di ciascuno dei tre “pezzi” dell’impero digitale di Zuckerberg potranno comunicare tra di loro senza bisogno di avere un profilo sullo stesso social network: un utente di Whatsapp senza un profilo Facebook può contattare un utente di Instagram o di Facebook che non sono presenti su Whatsapp. Dunque così facendo, i tre servizi di messaggistica continuerebbero ad essere separati all’apparenza. Ovvero, continueremo ad avere sullo schermo tre differenti applicazioni da utilizzare. Ma dietro, ci sarà un’unica tecnologia a gestirle.
I vantaggi per gli utenti
Il primo beneficio che trarrà il pubblico da questa unione è sul fronte della sicurezza: l’utilizzo di un’unica infrastruttura porterà alla totale crittografia end-to-end su ogni comunicazione per migliorare la sicurezza di tutte le piattaforme. Questo vorrebbe dire che la sicurezza dei messaggi scambiati su Facebook Messenger e Instagram sarebbe innalzata decisamente. Con la tecnologia end to end, giova ricordarlo, è praticamente impossibile entrare in una chat: i messaggi sono visibili esclusivamente a chi li invia e a chi li riceve. Qualsiasi intrusione porterebbe zero risultati, se non codici indecifrabili al posto di parole. Ma non solo: se il piano dovesse essere messo in pratica, chi ha aperto un account su uno di questi social potrà comunque mettersi in contatto con un’altra persona che invece è iscritto a un’altra piattaforma. Per dire: da Facebook Messenger si dialogherà su chi sta su WhatsApp e da WhatsApp con chi ha l’accesso a Instagram.
E Zuckerberg cosa ci ricava?
Che al momento Mark Zuckerberg sia il re assoluto del mondo social network è praticamente una certezza. Eppure il suo primo canale social Facebook inizia ad avere qualche problemino: la crescita è rallentata, i nuovi iscritti sono pochi, le interazioni o i nuovi contenuti ancora meno e il pubblico invecchia costantemente. Senza contare l’enorme crisi di reputazione di Facebook, dopo gli scandali della scorso anno, da Cambridge Analytica a Russiagate. Al contrario, WhatsApp e Instagram vanno a gonfie vele. In particolare quest’ultimo, il preferito delle nuove generazioni in costante crescita e rigonfio di nuovi post e nuove Storie. La mossa di unificare consentirebbe a Facebook di aumentare l’utilizzo del proprio social e di forzarne in qualche modo la presenza di qualunque persona iscritta all’app di messaggistica o alla piattaforma fotografica.
C’è il rischio di una privacy condivisa
C’è anche il punto privacy. Perché se oggi, per registrarsi a Facebook o Instagram, non è obbligatorio inserire il proprio numero di telefono (mentre al contrario su WhatsApp è l’unico requisito necessario) un domani, a “social unificati”, ogni informazione condivisa con una piattaforma sarà disponibile anche sull’altra. E nessuno potrà più avere il controllo su quali dei propri dati condividere con una o con l’altra. Senza contare l’enorme contributo alla profilazione di ogni singolo utente, che sia iscritto ovunque o no. Anche se ancora non avrebbe chiaro, secondo le fonti del New York Times, come guadagnare da queste integrazione, Mark Zuckerberg saprà sicuramente trovare un modo, o anche più di uno.

 

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Facebook: in arrivo il sequel del film ‘The Social Network’ https://www.business.it/facebook-il-sequel-the-social-network/ Tue, 15 Jan 2019 12:35:24 +0000 https://www.business.it/?p=38778 Sono passati quasi dieci anni dalla prima uscita del film The Social Network (2010), che parla della nascita di Facebook e racconta tutti i retroscena che coinvolgono il fondatore Mark Zuckerberg. Si sta già pensando di realizzare un sequel, sui recenti scandali che hanno coinvolto Facebook? La trama Il protagonista, Mark Zuckemberg, è uno studente… Leggi tutto »Facebook: in arrivo il sequel del film ‘The Social Network’

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Sono passati quasi dieci anni dalla prima uscita del film The Social Network (2010), che parla della nascita di Facebook e racconta tutti i retroscena che coinvolgono il fondatore Mark Zuckerberg. Si sta già pensando di realizzare un sequel, sui recenti scandali che hanno coinvolto Facebook?

La trama

Il protagonista, Mark Zuckemberg, è uno studente dell’Università di Harvard, e un brillante programmatore. Dopo essere stato lasciato dalla sua ragazza, dà vita ad un sito, chiamato “FaceMash”, dove vengono messe a confronto tutte le ragazze di Harvard. La piattaforma offre la possibilità a tutti di votare la ragazza più attraente. Nel giro di poco tempo il sito diventa molto popolare, ma naturalmente il protagonista viene accusato di violazione della privacy. Di questo episodio ne parla il giornale universitario Harvard Crimson e Mark diviene molto conosciuto. Da qui inizia il fenomenale percorso di Zuckerberg, in quanto viene notato da tre studenti dell’ultimo anno: i gemelli Cameron, da Tyler Winklevoss e il loro socio Divya Narendra, che stanno cercando proprio un programmatore per prendersi cura di un loro progetto, “HarvardConnection”, che consente di connettere online gli studenti di Harvard.

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Nascita di Facebook

Dopo questo evento, il protagonista chiede ad Eduardo Saverin, suo amico, di investire mille dollari per finanziare il progetto “Thefacebook”, sito con le stesse finalità di quello proposto dai gemelli Cameron. L’amico accetta e Zuckerberg programma il sito.
Una volta lanciato, il progetto spopola tra gli studenti di Harvard. Quando il sito viene scoperto, però, i gemelli Cameron, decidono di fare causa a Zuckerberg, per aver copiato la loro idea iniziale.
Sean Parker, cofondatore di Napster, si appassiona molto a questo progetto. Propone di eliminare “The” e nominare tale sito semplicemente “Facebook”.
Durante il film, i racconti del passato vengono interrotti dalle scene delle deposizioni giudiziali, di cui il protagonista è accusato.

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Un sequel di “The Social Network”?

Nel 2010 Facebook era già molto conosciuto, ma mai ci saremo immaginati che nel giro di pochi anni avrebbe influenzato, così tanto, tutti i campi della nostra vita, niente escluso. Da qui nasce l’idea di mettere in scena una nuova pellicola che racconta le ultime vicende di cui il Social Network è stato protagonista. A fare trapelare questa nuova possibilità è lo stesso Aaron Sorkin, che scrisse la sceneggiatura del primo film, adattando il libro di Ben Mezrich. Lo stesso autore, in un’intervista all’Associated Press, ha sostenuto che: “So molte più cose di Facebook nel 2005 che non nel 2018, ma abbastanza da sapere che dovrebbe esserci un seguito. Dalla fine del film sono successe molte cose interessanti e piene di pathos. Ho ricevuto più di una mail da Scott Rudin [il produttore del film, ndr] con scritto: ‘Non è tempo di un seguito?’”. The Social Network, vinse l’Oscar proprio per la sceneggiatura di Sorkin. Raccontava dagli anni del college di Zuckerberg, quando il ragazzo, ritratto come un essere geniale, ma anche socialmente disfunzionale, avesse lanciato una specie di annuario online, copiando poi però l’impianto che ha dato vita all’attuale social network dai fratelli Cameron, che poi naturalmente gli fecero causa. La disputa si è conclusa nel 2005. Da allora Facebook è stato caratterizzato da una serie di scandali, tra cui Cambridge Analytica. Questi fatti hanno aperto nuovi scenari inquietanti, ma anche molto interessanti da ritrarre in una nuova pellicola. Naturalmente, bisognerà attendere del tempo per sapere se questo nuovo film nascerà o meno.

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