Tornano le cambiali, risposta al rialzo dei tassi di interesse stabilito la settimana scorsa dalla Bce. I dati di Infocamere rivelano che nel 2022 ne sono circolate 221mila. Un aumento lieve rispetto all’anno precedente, quando erano 218 mila. Fino al 2019 ne sono circolate 342 mila. I motivi di questo ritorno riguardano diversi aspetti del periodo di crisi che sta vivendo l’Italia. L’intervista di Repubblica a un economista e un giurista.
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Il ritorno delle cambiali contro il rialzo dei tassi d’interesse
Ecco che tornano le cambiali, in risposta al rialzo di interessi eseguito dall’Europa, destinati a crescere ancora. Per comprendere perché è tornato in auge questo fenomeno, bisogna comprendere cosa siano le cambiali. Esse sono un tipo di titolo di credito utilizzato per effettuare pagamenti in modo differito, ovvero in un momento successivo rispetto alla data di emissione. In pratica, una cambiale è un documento scritto e firmato da chi emette il titolo, chiamato “traente”, in cui si impegna a pagare una somma di denaro ad una persona indicata, chiamata “beneficiario”, in una data specifica. Il beneficiario può decidere di incassare la somma indicata sulla cambiale alla scadenza, presentandola all’istituto di credito o alla banca indicata sulla cambiale stessa. In questo modo, la cambiale funziona come un vero e proprio strumento di pagamento. Le cambiali sono utilizzate soprattutto nelle transazioni commerciali, tra imprese o tra privati e imprese. Sono titoli di credito molto seri e impegnativi: chi emette una cambiale deve essere certo di poterla onorare al momento della scadenza, altrimenti rischia di subire conseguenze legali e finanziarie molto gravi.

“Ecco perché sono tornate le cambiali”
Alberto Pozzolo, docente di Economia monetaria all’università di Roma 3, ne ha parlato con Repubblica. “La cambiale oggi è utilizzata soprattutto per crediti commerciali. Il fatto che il loro utilizzo stia tornando a crescere è collegato alla ripresa dell’economia dopo il Covid, quando molte attività produttive non avevano bisogno di credito perché si erano proprio fermate”.