Economia - Business.it https://www.business.it/economia/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Fri, 26 Apr 2024 16:58:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Economia - Business.it https://www.business.it/economia/ 32 32 Latte avariato corretto con soda caustica per coprire il sapore: scatta il maxi-sequestro per un noto marchio https://www.business.it/latte-avariato-corretto-con-soda-caustica-per-coprire-il-sapore-scatta-il-maxi-sequestro-per-un-noto-marchio/ Fri, 26 Apr 2024 16:58:49 +0000 https://www.business.it/?p=137279 Una scoperta davvero impressionante, quella fatta dai carabinieri protagonisti del maxi-sequestro di ben 90 tonnellate di latte e 100 tonnellate di formaggi adulterati. Alimenti al centro di un giro d’affari da 800.000 euro, il tutto nella totale indifferenza dei rischi per la salute dei consumatori. “Si tratta di un complesso fenomeno di adulterazione e sofisticazione che serviva a coprire e… Leggi tutto »Latte avariato corretto con soda caustica per coprire il sapore: scatta il maxi-sequestro per un noto marchio

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Una scoperta davvero impressionante, quella fatta dai carabinieri protagonisti del maxi-sequestro di ben 90 tonnellate di latte e 100 tonnellate di formaggi adulterati. Alimenti al centro di un giro d’affari da 800.000 euro, il tutto nella totale indifferenza dei rischi per la salute dei consumatori. “Si tratta di un complesso fenomeno di adulterazione e sofisticazione che serviva a coprire e correggere il cattivo stato di conservazione di prodotti destinati alla grande distribuzione”, hanno scritto i militari in una nota. Nello specifico, i militari si sono imbattuti in tonnellate di latte avariato corrette con l’aggiunta di soda caustica e acqua ossigenata per correggere il sapore dei prodotti caseari. A scoprire la truffa è stata la Procura di Pesaro Urbino, che aveva da tempo iniziato a tenere sotto controllo il caseificio di Fattorie Marchigiane, parte del noto gruppo “Tre Valli Cooperlat“.


Nel blitz condottto a Colli del Metauro dai carabinieri, con l’ausilio di 60 ufficiali di polizia giudiziaria, sono stati sequestrati interi vani di conservazione, celle frigo e prodotti scaduti. Le indagini della Procura coinvolgerebbero 10 persone e 3 società.

Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, nel circuito produttivo del latte e dei suoi derivati venivano immesse regolarmente sostanze adulteranti. L’aggiunta di soda caustica e acqua ossigenata, infatti, riusciva a mascherare le reali condizioni di conservazione delle materie prime e dei prodotti, che in seguito venivano immessi nel circuito della grande distribuzione e della vendita al dettaglio. Il tutto, ovviamente, a rischio e pericolo dei clienti, ignari del pericolo derivante dalla consumazione degli alimenti alterati.

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Chiara Ferragni in crisi per colpa dei ricavi crollati dopo le inchieste: “Ha bisogno di 6 milioni di euro” https://www.business.it/chiara-ferragni-6-milioni-euro/ Fri, 26 Apr 2024 12:46:35 +0000 https://www.business.it/?p=137266 Pessime notizie per Chiara Ferragni e i suoi collaboratori. Tutti avevano sperato fino all’ultimo momento che lo scandalo del cosiddetto ‘pandoro gate’ non producesse un danno economico uguale o superiore a quello di immagine già subito dalla influencer milanese. E, invece, ci pensa Il Messaggero a snocciolare la cifra esatta che la Ferragni avrebbe perso: 6 milioni di euro. Cifra… Leggi tutto »Chiara Ferragni in crisi per colpa dei ricavi crollati dopo le inchieste: “Ha bisogno di 6 milioni di euro”

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Chiara Ferragni 6 milioni

Pessime notizie per Chiara Ferragni e i suoi collaboratori. Tutti avevano sperato fino all’ultimo momento che lo scandalo del cosiddetto ‘pandoro gate’ non producesse un danno economico uguale o superiore a quello di immagine già subito dalla influencer milanese. E, invece, ci pensa Il Messaggero a snocciolare la cifra esatta che la Ferragni avrebbe perso: 6 milioni di euro. Cifra che la ex moglie di Fedez dovrà recuperare per sostenere la sua società Fenice srl.
Leggi anche: Chiara Ferragni e Fedez, tensione al compleanno di Vittoria: cos’è successo

Al momento, l’unica opzione possibile per Chiara Ferragni per uscire da questo vicolo cieco è quella di aprirsi nuovi soci per avere la liquidità immediata. Ma la situazione resta molto complicata, peggiorata dal fatto che diversi sponsor dell’influencer, come Coca Cola e Safilo, hanno già fatto un passo indietro.

Le nuove rivelazioni di Selvaggia Lucarelli su Chiara Ferragni

Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano romano, i suoi consulenti avrebbero fatto intendere a Chiara Ferragni che, nei prossimi tre anni, potrebbero arrivare perdite ulteriori fino a tre milioni di euro. E a peggiorare ulteriormente la sua situazione arriva un retroscena svelato da Selvaggia Lucarelli.

“Ad aprile, dopo quattro mesi dal Pandoro Gate, telefona a una delle più ricercate stylist del momento: Ramona Tabita. – rivela la giornalista in uno scritto pubblicato da Dagospia – Parliamo di colei che ha vestito Ghali a Sanremo 2024 e che ha ‘creato’ i primi look sensuali di Elodie. Insomma, la fashion blogger che ha costruito un impero sui suoi outfit chiede a una stylist di aiutarla a creare i suoi outfit e, presumibilmente, ad allacciare e riallacciare rapporti con i brand che fino a pochi mesi fa sgomitavano per vedere i loro abiti addosso a lei. E che ora hanno perfino paura di un suo tag”.

“Tabita chiede due cose: moltissimi soldi e il silenzio (almeno iniziale) sulla collaborazione, anche perché è famosa per essere molto selettiva e questa scelta potrebbe risultare scivolosa. – racconta ancora la Lucarelli – I primi risultati della consulenza si vedono a Venezia, dove Ferragni presenzia a una mostra e si fa immortalare con abiti sexy e scintillanti di stilisti poco noti, gli unici forse disposti a rischiare shitstorm e polemiche. Non è un passaggio trascurabile: dopo aver scoperto che non era la più grande imprenditrice digitale del Paese, ora scopriamo che la più nota fashion blogger del Paese chiede aiuto a qualcuno pure per vestirsi”.
Leggi anche: Fedez a Belve rivela i motivi della separazione da Chiara Ferragni: “Il caso Balocco? Ha influito”

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Amazon, multa da 10 milioni dall’Agcm: induce i consumatori all’acquisto periodico https://www.business.it/amazon-multa-da-10-milioni-dallagcm-induce-i-consumatori-allacquisto-periodico/ Wed, 24 Apr 2024 08:50:34 +0000 https://www.business.it/?p=137184 Dieci milioni di multa al colosso Amazon, per avere impostato sulla propria piattaforma la pre-selezione dell’acquisto periodico. In questo modo i consumatori si sono visti scalare il credito e recapitare prodotti non richiesti. La funzione riguardava molti articoli presenti sull’e-commerce più famoso del mondo.Leggi anche: Fondo patrimoniale: come funziona e quanto è utile a proteggersi… Leggi tutto »Amazon, multa da 10 milioni dall’Agcm: induce i consumatori all’acquisto periodico

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Dieci milioni di multa al colosso Amazon, per avere impostato sulla propria piattaforma la pre-selezione dell’acquisto periodico. In questo modo i consumatori si sono visti scalare il credito e recapitare prodotti non richiesti. La funzione riguardava molti articoli presenti sull’e-commerce più famoso del mondo.
Leggi anche: Fondo patrimoniale: come funziona e quanto è utile a proteggersi dai debiti

Ecco l’importante sanzione che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato “in solido a due società del gruppo Amazon, le aziende lussemburghesi Amazon Services Europe S.à r.l. e Amazon EU S.à r.l”, si legge in una nota.

La motivazione dell’Antitrust

L’Antitrust ha accertato che Amazon attua una pratica commerciale scorretta consistente nella pre-selezione dell’acquisto periodico per un’ampia selezione di prodotti offerti sul suo sito. “In particolare, nella pagina web dove sono descritte le caratteristiche dell’articolo selezionato, viene pre-impostata l’opzione ‘acquisto periodico’ anziché ‘acquisto singolo’, sia per prodotti venduti da Amazon sia per prodotti venduti da terzi sul marketplace”.

“In questo modo, viene limitata in modo considerevole la libertà di scelta dei consumatori. La pre-spunta grafica dell’acquisto ricorrente induce a comprare periodicamente un prodotto – anche senza effettivo bisogno – limitando così la facoltà di scelta”.

L’obbligo di Amazon

Secondo l’Antitrust poi, questa condotta è “in contrasto con il canone di diligenza professionale perché un operatore dell’importanza di Amazon sarebbe tenuto a costruire le interfacce online, relative ai processi di acquisto, in modo da consentire ai consumatori di effettuare scelte commerciali libere e consapevoli”.

Le parti arrivano alla sanzione dopo un primo accordo su altre questioni. In avvio di istruttoria era stata contestata anche la preselezione della consegna veloce a pagamento. “Rispetto a questa condotta, l’Autorità ha accolto gli impegni proposti da Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita. Inoltre le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta”.

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Fondo patrimoniale: come funziona e quanto è utile a proteggersi dai debiti https://www.business.it/fondo-patrimoniale-come-funziona-e-quanto-e-utile-a-proteggersi-dai-debiti/ Tue, 23 Apr 2024 13:35:15 +0000 https://www.business.it/?p=137171 In linea teorica il fondo patrimoniale serve per destinare determinati beni e i loro frutti e bisogni della famiglia e dei figli, viene cioè costituito una sorta di patrimonio a parte, separato da quello dei coniugi o dei componenti dell’Unione civile e perciò è inattaccabile dai creditori entro alcuni limiti che vedremo a breve in caso di… Leggi tutto »Fondo patrimoniale: come funziona e quanto è utile a proteggersi dai debiti

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In linea teorica il fondo patrimoniale serve per destinare determinati beni e i loro frutti e bisogni della famiglia e dei figli, viene cioè costituito una sorta di patrimonio a parte, separato da quello dei coniugi o dei componenti dell’Unione civile e perciò è inattaccabile dai creditori entro alcuni limiti che vedremo a breve in caso di debiti sorti nello svolgimento dell’attività d’impresa di lavoro autonomo di uno dei coniugi. Questo beneficio dell’ impignorabilità si giustifica per via della funzione sociale a cui il fondo adempie, ossia la tutela della famiglia, bisogna infatti contestualizzare questo Istituto con il periodo storico in cui fu concepito: l’epoca fascista, in cui la famiglia era particolarmente tutelata.
Non tutti possono costituire un fondo patrimoniale: non possono farlo i single, i conviventi, le persone separate o divorziate. Insomma, il fondo patrimoniale è destinato solo a persone unite in matrimonio in comunione o separazione dei beni e ai componenti di un’unione civile. Il fondo patrimoniale però può essere costituito anche mediante testamento che sia olografo o pubblico da parte di un terzo a beneficio dei soggetti che abbiamo appena indicato, cioè la famiglia o l’unione civile.
Leggi anche: Amazon, multa milionaria: “Così hanno costretto i consumatori a farlo”

Quali beni protegge il fondo patrimoniale?

Come vedremo a breve il fondo patrimoniale è una sorta di campana di vetro entro cui si possono mettere alcuni beni per proteggerli dalle aggressioni dei creditori. I beni che possono essere racchiusi nel fondo patrimoniali sono: immobili, mobili registrati ad esempio auto, moto, barche, titoli di credito, azioni di società per azioni di Spa e secondo alcuni giudici anche le quote delle s.r.l. Non è quindi possibile inserire in un fondo patrimoniale un bene mobile come ad esempio un quadro o un gioiello o un conto corrente bancario o un lingotto d’oro. È del tutto indifferente il fatto che la proprietà del bene da inserire nel fondo patrimoniale sia comune ai coniugi o di uno solo dei componenti della famiglia.

Da cosa protegge il fondo patrimoniale?

Una volta costituito il fondo patrimoniale protegge non da tutti i debiti ma solo da quelli che il creditore sapeva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia. In buona sostanza contro i debiti derivanti da investimenti e finalità speculative il fondo patrimoniale può essere un valido scudo, invece per tutti gli altri debiti compresi quelli fiscali, il fondo patrimoniale non ha alcuna efficacia. Per meglio comprendere la questione, immaginiamo il caso di un uomo che non paghi il condominio nonostante sull’ l’appartamento sia stato costituito un fondo patrimoniale, il condominio potrà ugualmente pignorarlo perché la casa è un bene destinato ai bisogni della famiglia e di relativi debiti connessi ad essa, come appunto le quote condominiali. L’ imu, l’imposta sulla spazzatura, non risentono dell’esistenza dello scudo del fondo patrimoniale. Stesso discorso per le imposte sul reddito come l’IRPEF, chi non paga le tasse connesse all’attività lavorativa o ai redditi necessari a sostenere la famiglia può subire il pignoramento del fondo patrimoniale, chi i debiti per realizzare un investimento o per fare una vacanza da sogno, bene di per sé voluttuario, può ottenere tutela dal fondo patrimoniale.

Come si costituisce un fondo patrimoniale?

Fare un fondo patrimoniale è abbastanza semplice: bisogna necessariamente recarsi da un notaio per redigere un atto pubblico. È necessaria la presenza di entrambi i coniugi o dei componenti per l’unione civile. Il fondo patrimoniale viene poi annotato all’atto di matrimonio ed è da questo momento e non prima, cioè da quando sei andati al dal notaio, che i beni inseriti nel fondo patrimoniale diventano impignorabili. Quindi prima annotate il fondo patrimoniale all’atto di matrimonio, prima a stare tranquilli.
A questo punto, l’amministrazione dei beni inseriti nel fondo diventa di entrambi i coniugi o dei componenti dell’Unione civile. Il fondo può essere sempre revocato ma ci vuole il consenso di entrambi. Tuttavia se ci sono figli minorenni questa revoca richiede l’autorizzazione del giudice tutelare del tribunale A meno che nell’atto di costituzione del fondo non sia stato disposto un esplicito esonero da tale adempimento.

Da quando diventa efficace la tutela del fondo patrimoniale?

Come abbiamo scritto, il fondo patrimoniale non tutela mai dai debiti contratti per i bisogni familiari: a ben vedere si tratta di un ventaglio di ipotesi molto ampio,difatti oggi gran parte delle famiglie non hanno più le disponibilità economiche di un tempo, non hanno grandi patrimoni da tutelare, sicché le spese che vengono contratte restano sempre indirizzate al sostentamento e non anche a scopi speculativi o volontari strettamente necessari.
Tuttavia dovete sapere che nei primi cinque anni dalla sua annotazione il fondo patrimoniale può essere oggetto della cosiddetta azione revocatoria. In altri termini il creditore che non riuscendo a trovare altri beni del debitore da pignorare, perché quest’ultimo è rimasto sostanzialmente nullatenente, può rivolgersi al tribunale affinché renda inefficace nei suoi confronti il fondo patrimoniale. Ad agire può essere qualsiasi creditore, non solo quello sorto per debiti rivolti ai bisogni della famiglia. Scopo dell’azione revocatoria è rendere quindi pignorabili i beni inseriti nel fondo patrimoniale. Tutto ciò come già scritto è possibile però solo se non sono ancora passati cinque anni dall’ annotazione del fondo patrimoniale a margine dell’atto di matrimonio, e se il creditore dimostra che Il debitore non ha altri beni utilmente pignorabili, il che non richiede necessariamente che questi sia rimasto nullatenente, ma che i beni restanti non siano sufficienti,se pignorati a soddisfare il credito.

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Tredicesima, fino a 80 euro in più per i redditi più bassi. I premi e la social card https://www.business.it/tredicesima-fino-a-80-euro-in-piu-per-i-redditi-piu-bassi-i-premi-e-la-social-card/ Mon, 22 Apr 2024 16:03:57 +0000 https://www.business.it/?p=137122 Il governo si appresta a rivedere parte del regime delle imposte sui redditi Irpef e Ires nel Consiglio dei ministri atteso per domani pomeriggio, 23 aprile. L’esame preliminare del decreto legislativo, a quanto pare, è infatti fra i provvedimenti all’ordine del giorno. Il provvedimento sarà discusso nella riunione tecnica preparatoria.Leggi anche: Bollette del gas, modificati… Leggi tutto »Tredicesima, fino a 80 euro in più per i redditi più bassi. I premi e la social card

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Il governo si appresta a rivedere parte del regime delle imposte sui redditi Irpef e Ires nel Consiglio dei ministri atteso per domani pomeriggio, 23 aprile. L’esame preliminare del decreto legislativo, a quanto pare, è infatti fra i provvedimenti all’ordine del giorno. Il provvedimento sarà discusso nella riunione tecnica preparatoria.
Leggi anche: Bollette del gas, modificati i nuovi contratti dei clienti: aumenti record

Fino a 80 euro per i redditi sotto i 15 mila

Con il provvedimento, dovrebbe arrivare la delega fiscale per i redditi da lavoro autonomo, dipendente, redditi agrari e redditi diversi. Per i lavoratori con reddito fino a 15mila euro è in arrivo nella tredicesima un aumento fino a 80 euro del bonus già previsto per questi redditi.

Nuova social card

Disponibili 460 euro per gli acquisti della social card. La misura riguarda il 2024, £nelle more dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo per i redditi di lavoro dipendente riferibili alle tredicesime mensilità£.

L’ammontare complessivo dell’incremento si definirà con un decreto del Mef, da adottare entro il 15 novembre 2024, sulla base delle maggiori entrate derivanti dal concordato preventivo biennale per le partite Iva.

Premi tassati al 10% entro 3 mila euro

I premi di risultato erogati dal primo gennaio 2025 saranno tassati al 10% entro il tetto di tremila euro. I premi di risultato, “salvo espressa rinuncia scritta del prestatore di lavoro, sono soggetti a una imposta sostitutiva pari al 10%, entro il limite di importo complessivo di 3.000 euro lordi». Lo stesso regime si applica «alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa”.

Quest’anno, in base a quanto stabilito dall’ultima manovra, come già nel 2023, i premi di produttività sono tassati al 5%.

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Bollette del gas, modificati i nuovi contratti dei clienti: aumenti record https://www.business.it/bollette-gas-nuovi-contratti-aumenti/ Mon, 22 Apr 2024 06:42:10 +0000 https://www.business.it/?p=137097 Le regole generali per la fornitura di energia all’apparenza non lasciano spazio ai dubbi e sono molto chiare. Per prima cosa, tutti i fornitori di luce e gas hanno il diritto di cambiare quando gli pare il prezzo della bolletta dei loro clienti, ma con un preavviso di tre mesi. Devono inoltre essere segnalati chiaramente i prezzi al kilowattora o al… Leggi tutto »Bollette del gas, modificati i nuovi contratti dei clienti: aumenti record

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bollette gas contratti aumenti

Le regole generali per la fornitura di energia all’apparenza non lasciano spazio ai dubbi e sono molto chiare. Per prima cosa, tutti i fornitori di luce e gas hanno il diritto di cambiare quando gli pare il prezzo della bolletta dei loro clienti, ma con un preavviso di tre mesi. Devono inoltre essere segnalati chiaramente i prezzi al kilowattora o al metro cubo, il prezzo che veniva pagato prima e quello che verrà pagato in futuro. Il cliente deve infine essere informato sulla possibilità di recedere entro una certa data e di passare a un altro operatore se non accetta più le condizioni proposte. A cercare di fornire un quadro della situazione attuale ci prova Milena Gabanelli sul Corriere della Sera.
Leggi anche: Tredicesima, fino a 80 euro in più: a chi spettano e come ottenerli

Nuova bolletta gas: l’esempio di Milena Gabanelli

La giornalista porta come esempio il caso della bolletta del gas della “signora Giuseppina” di 85 anni, un contratto di libero mercato con Enel, il gruppo numero uno in Italia per fatturato che è una società a controllo pubblico che ha come principale azionista il ministero dell’Economia. Il 12 ottobre 2022 la signora Giuseppina riceve una email contenente una comunicazione sull’”offerta gas in scadenza”: le nuove condizioni economiche saranno applicate a partire da febbraio 2023 per 12 mesi con un “prezzo della componente materia prima gas pari a 1,48 euro/smc”, cioè al metro cubo.
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Nonostante sul nuovo contratto sia scritto che vale 12 mesi e che quello precedente è in scadenza, sulla bolletta è invece indicato chiaramente che è “a tempo indeterminato”. Il vecchio contratto va dunque in rinnovo automatico con il nuovo prezzo. L’ultima bolletta con le vecchie condizioni contrattuali è dunque quella di dicembre 2022/gennaio 2023, per un importo di 601,74 euro. Ma a partire da febbraio scatta l’aumento unilaterale a 1,48 euro al metro cubo.

Milena Gabanelli giunge dunque a queste conclusioni: “1) verso un operatore storico del Paese come Enel c’è una fiducia di fondo che poi è anche il patrimonio della stessa azienda; 2) il primo pensiero è che la colpa sia sempre della guerra in Ucraina che ha fatto correre i prezzi; 3) il dubbio di base è che magari si è esagerato con i consumi e bisogna fare più attenzione. Ma poi il freddo invernale porta con sé la stangata, e a febbraio 2024 arriva la bolletta relativa a dicembre 2023/gennaio 2024: 2.917,68 euro, a consumi pressoché invariati”.
Leggi anche: Bollette, rincari ad aprile: nuovo peso per le famiglie italiane

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Milano, il sindaco Sala vieta il gelato dopo la mezzanotte: commercianti in rivolta https://www.business.it/milano-sala-vieta-gelato/ Fri, 19 Apr 2024 09:46:30 +0000 https://www.business.it/?p=137024 Il sindaco di Milano Giuseppe Sala dichiara guerra al gelato. Secondo alcune fonti giornalistiche, infatti, dal prossimo 17 maggio, e fino al 4 novembre 2024, in 12 zone densamente frequentate nelle ore serali, soprattutto dai giovani, dopo la mezzanotte sarà vietato acquistare un gelato o una bottiglietta d’acqua d’asporto. Ma i commercianti protestano perché considerano il provvedimento… Leggi tutto »Milano, il sindaco Sala vieta il gelato dopo la mezzanotte: commercianti in rivolta

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Milano Sala vieta gelato

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala dichiara guerra al gelato. Secondo alcune fonti giornalistiche, infatti, dal prossimo 17 maggio, e fino al 4 novembre 2024, in 12 zone densamente frequentate nelle ore serali, soprattutto dai giovani, dopo la mezzanotte sarà vietato acquistare un gelato o una bottiglietta d’acqua d’asporto. Ma i commercianti protestano perché considerano il provvedimento è inutile e dannoso.
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Le zone di Milano interessate dal divieto di gelato

Le aree della movida milanese nel mirino dell’ordinanza anti gelato del Comune sono Arco della Pace, Brera, Cesariano, corso Como, Darsena e Navigli, Garibaldi, Isola, Lazzaretto, Melzo, Nolo, Sarpi e Ticinese, come conferma l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Le regole previste sono le seguenti: dallo stop all’asporto tutti i giorni allo scoccare della mezzanotte alla chiusura dei dehor mezz’ora dopo e solo sabato, domenica e nei festivi l’orario si prolunga fino all’una e mezza. Via inoltre gli ambulanti dalle strade a partire dalle ore 20.

“Il provvedimento non risolve il problema, anzi crea danni aggiuntivi. – protesta il presidente nazionale Fipe Lino Stoppani – I prolungamenti esterni di bar e ristoranti rappresentano uno strumento fondamentale per contrastare il degrado e garantire la sicurezza. Mettere le persone a sedere, in modo ordinato e non lasciarle in giro a bivaccare contribuisce a contrastare il fenomeno”.

“La soluzione è mettere al punto un provvedimento che impedisce il consumo per strada e organizzare monitoraggi della polizia locale. – gli fa eco il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri – Ricordo che a Milano la tassa di occupazione del suolo pubblico è aumentata in media del 40% e la pagano i titolari dei locali con tavolini e sedie. Sottrarre loro due ore di lavoro serale mi sembra un sacrificio un po’ eccessivo”.
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Elon Musk, l’avvertimento: “Presto l’intelligenza artificiale supererà quella umana” https://www.business.it/elon-musk-intelligenza-artificiale/ Thu, 18 Apr 2024 12:37:04 +0000 https://www.business.it/?p=137004 Durante una diretta su X, Elon Musk, fondatore di Neuralink e visionario della tecnologia, ha rilasciato dichiarazioni che meritano una seria riflessione. Musk prevede che entro la fine del 2025, l’intelligenza artificiale (AI) supererà l’intelligenza umana. Questa previsione non descrive una semplice evoluzione tecnologica, ma un radicale stravolgimento del nostro modo di vivere e di esistere, un cambiamento senza precedenti… Leggi tutto »Elon Musk, l’avvertimento: “Presto l’intelligenza artificiale supererà quella umana”

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Elon Musk intelligenza artificiale

Durante una diretta su X, Elon Musk, fondatore di Neuralink e visionario della tecnologia, ha rilasciato dichiarazioni che meritano una seria riflessione. Musk prevede che entro la fine del 2025, l’intelligenza artificiale (AI) supererà l’intelligenza umana. Questa previsione non descrive una semplice evoluzione tecnologica, ma un radicale stravolgimento del nostro modo di vivere e di esistere, un cambiamento senza precedenti nella storia umana.
Leggi anche: Elon Musk e la figlia trans, lo sfogo del miliardario: “Ecco di chi è la colpa”

Un piccolo rallentamento in un progresso inarrestabile

Secondo Musk, un ostacolo recente nello sviluppo dell’AI è stata la carenza di chip, specificamente i chip Ndivia, che ha rallentato il progresso tecnologico. Tuttavia, anticipa che il problema sarà presto superato con l’introduzione di nuove soluzioni di alimentazione, come i trasformatori di tensione, che entro uno o due anni permetteranno alle AI di funzionare esclusivamente con l’energia elettrica.

L’allarme di Musk non si ferma qui. Egli sottolinea il crescente fabbisogno energetico che queste tecnologie comporteranno, non solo per le AI ma anche per le automobili elettriche. Se più della metà del parco auto mondiale fosse alimentata elettricamente, le attuali infrastrutture energetiche potrebbero non essere sufficienti, rischiando blackout e carenze energetiche che influenzerebbero anche gli apparecchi domestici più comuni.

Inoltre, Musk tocca un argomento ancora più spinoso: il pericolo che le AI, se mal impiegate o programmate in modo non etico, potrebbero rappresentare per la società. L‘interconnessione globale delle AI potrebbe, se sfruttata da regimi autoritari o usata impropriamente, portare a conseguenze catastrofiche.

La risposta a tali sfide, secondo esperti e legislatori, è la creazione di regolamenti severi. L’Unione Europea, ad esempio, sta lavorando per definire normative che limitino i rischi associati all’uso delle AI, cercando di prevenire scenari in cui la tecnologia possa essere utilizzata per scopi nocivi.

Le dichiarazioni di Musk non sono solo un campanello d’allarme sul futuro imminente, ma anche un invito a considerare le implicazioni etiche e sociali delle tecnologie emergenti. Il dibattito su come governare e regolamentare l’intelligenza artificiale è più urgente che mai, richiedendo un approccio globale e coordinato per garantire che il progresso tecnologico avanzi in maniera sicura e vantaggiosa per tutta l’umanità.
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Amadeus ha firmato con Discovery: accordo di quattro anni e due programmi prime time https://www.business.it/amadeus-firmato-quattro-anni-discovery/ Thu, 18 Apr 2024 09:51:07 +0000 https://www.business.it/?p=136997 Amadeus ha firmato un accordo di collaborazione quadriennale con Warner Bros. Discovery, segnando così una nuova tappa nella sua carriera. L’annuncio ufficiale di oggi conferma le precedenti voci e speculazioni sul suo trasferimento, delineando un futuro ricco di nuove proposte televisive.Leggi anche: Affari Tuoi ecco chi lo condurrà dopo l’addio alla Rai di AmadeusLeggi anche: Sanremo, la Rai… Leggi tutto »Amadeus ha firmato con Discovery: accordo di quattro anni e due programmi prime time

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Amadeus quattro anni Discovery

Amadeus ha firmato un accordo di collaborazione quadriennale con Warner Bros. Discovery, segnando così una nuova tappa nella sua carriera. L’annuncio ufficiale di oggi conferma le precedenti voci e speculazioni sul suo trasferimento, delineando un futuro ricco di nuove proposte televisive.
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A partire dal prossimo autunno, Amadeus farà il suo debutto sul canale Nove, dove si occuperà non solo della conduzione di programmi in prime time, ma anche dello sviluppo di nuovi formati di intrattenimento per tutte le piattaforme del gruppo media. L’ambito dell’accordo comprende la conduzione di un programma di access prime time e due programmi in prime time, con ulteriori dettagli sui progetti specifici che saranno rivelati nei prossimi mesi.

Tutti i particolari dell’accordo tra Amadeus e Discovery

Alessandro Araimo, Managing Director di Warner Bros. Discovery per il Sud Europa, ha espresso grande entusiasmo per l’arrivo di Amadeus, descrivendolo come un “fuoriclasse della tv” e un artista di straordinaria capacità e popolarità. L’obiettivo dichiarato è quello di sfruttare l’energia e la creatività di Amadeus per rinnovare e arricchire l’offerta televisiva italiana, soprattutto attraverso il canale Nove, che sta già riscuotendo successi significativi con trasferimenti di programmi di grande rilievo come “Che tempo che fa”.

Il passaggio di Amadeus a Warner Bros. Discovery rappresenta un cambio di scenario notevole rispetto al suo ruolo in Rai, dove ha guidato programmi di grande successo come il Festival di Sanremo e “Affari Tuoi”. Il suo trasferimento è stato descritto dallo stesso conduttore come una “scelta di vita” motivata da “nuovi sogni” e da una volontà di esplorare nuove opportunità nel vasto panorama dei media.

Con l’integrazione di Amadeus nel suo team, Warner Bros. Discovery si conferma come un attore chiave nel mercato dei media italiano, con l’obiettivo di valorizzare i talenti creativi e di offrire al pubblico una programmazione innovativa e di qualità. Questo accordo non solo rafforza la posizione di Amadeus nel settore dell’intrattenimento, ma promette anche di portare freschezza e innovazione nel palinsesto televisivo italiano.
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Mediaset ha superato lo share Rai, è la prima volta nella storia: panico nel servizio pubblico https://www.business.it/mediaset-ha-superato-lo-share-rai-e-la-prima-volta-nella-storia-panico-nel-servizio-pubblico/ Thu, 18 Apr 2024 06:40:44 +0000 https://www.business.it/?p=136986 Nel 2023 Mediaset ha superato Rai in termini di share giornaliero, un evento mai avvenuto nei 30 anni di duopolio. Il documento di bilancio della Rai, approvato ieri dal consiglio di amministrazione, ha reso ufficiale questa svolta: mentre Rai ha registrato un 37% di share, Mediaset ha raggiunto il 37,7%. Nonostante Rai1 rimanga il primo… Leggi tutto »Mediaset ha superato lo share Rai, è la prima volta nella storia: panico nel servizio pubblico

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Nel 2023 Mediaset ha superato Rai in termini di share giornaliero, un evento mai avvenuto nei 30 anni di duopolio. Il documento di bilancio della Rai, approvato ieri dal consiglio di amministrazione, ha reso ufficiale questa svolta: mentre Rai ha registrato un 37% di share, Mediaset ha raggiunto il 37,7%. Nonostante Rai1 rimanga il primo canale nazionale nel prime time, questo non è bastato a mantenere la leadership complessiva.

La fuga delle stelle che ha spezzato le gambe al servizio pubblico

Questa sconfitta arriva in un periodo turbolento per la televisione di Stato, marcato dall’ascesa al potere di Giorgia Meloni e dai suoi fedelissimi che hanno preso posizioni chiave in Viale Mazzini, modificando palinsesti e strutture aziendali. Questo cambiamento ha avuto effetti notevoli, come la “fuga delle stelle” verso emittenti concorrenti, incluse figure come Fabio Fazio e Amadeus, ora su Nove. Tale esodo è stato accelerato dalle politiche di TeleMeloni, che ha imposto restrizioni sugli ospiti e sulle scalette delle trasmissioni, diminuendo l’autonomia di artisti e conduttori.

Inoltre, una serie di flop ha aggravato la situazione, causando un calo significativo degli ascolti e allertando gli investitori. Tra i programmi meno riusciti, si annoverano le nuove trasmissioni affidate a figure legate al partito Fratelli d’Italia, che hanno registrato share deludenti.

Previsto sciopero dei giornalisti di 5 giorni

La situazione è tale che anche figure di spicco come Sigfrido Ranucci e Federica Sciarelli hanno considerato l’idea di lasciare la Rai, aumentando le preoccupazioni sul futuro dell’azienda. L’Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai) ha già annunciato uno stato di agitazione e proclamato uno sciopero di 5 giorni per contestare la trasformazione del servizio pubblico in uno strumento partitico.

Questi sviluppi hanno catturato l’attenzione anche della stampa internazionale, con pubblicazioni come il Guardian e il Pais che criticano la deriva politica dell’emittente, paragonandola a modelli autoritari esteri. Questo periodo rappresenta una sfida cruciale per la Rai, che deve navigare tra pressioni politiche interne e la necessità di mantenere la sua integrità e indipendenza come servizio pubblico.

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Soppalchi, finestre e altro. In arrivo il nuovo condono edilizio: cosa si potrà fare https://www.business.it/soppalchi-finestre-e-altro-in-arrivo-il-nuovo-condono-edilizio-cosa-si-potra-fare/ Wed, 17 Apr 2024 08:22:23 +0000 https://www.business.it/?p=136939 Nuovo condono edilizio, sponsorizzato da Salvini. Cosa si potrà sanare, cosa no e come fare. “Nessun condono generalizzato”, aveva detto il ministro leghista. Intanto l’iter legislativo del decreto è quasi al termine. Vediamo quali norme presenta.Leggi anche: Edilizia, Salvini propone un condono. Tutte le misure previste Le norme nel nuovo condono edilizio 2024 “Non c’è… Leggi tutto »Soppalchi, finestre e altro. In arrivo il nuovo condono edilizio: cosa si potrà fare

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Nuovo condono edilizio, sponsorizzato da Salvini. Cosa si potrà sanare, cosa no e come fare. “Nessun condono generalizzato”, aveva detto il ministro leghista. Intanto l’iter legislativo del decreto è quasi al termine. Vediamo quali norme presenta.
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Le norme nel nuovo condono edilizio 2024

“Non c’è nessun condono generalizzato, chi ha costruito ville in aree protette o pericolose non ha nessuna scusa”. Così Matteo Salvini, presentando il nuovo condono edilizio. “Ma poiché le piccole irregolarità all’interno delle mura domestiche bloccano milioni di famiglie italiane, intasando migliaia di Comuni, tutto ciò va sanato”. Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri queste irregolarità riguarderebbero l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Cosa potrà essere sanato

La sanatoria riguarda tre livelli di irregolarità. Il primo è la difformità di natura formale, come lo scostamento dal progetto originario dei lavori effettivamente realizzati. Poi le difformità interne, come spostamenti di tramezzi e aperture di porte. Infine le difformità più gravi, che non possono più essere per effetto del regime della doppia conformità.

La difformità dalle mappe

La prima tipologia di irregolarità che potranno essere sanate sono quelle difformità tra le mappe catastali e i lavori realizzati, dovute a correzioni in corso d’opera.

Tramezzi e aperture di porte

La seconda tipologia di irregolarità riguarda le difformità interne, come lo spostamento di un tramezzo, il frazionamento e l’accorpamento di unità o l’apertura di porte interne.

Cosa cambia nella doppia conformità

Il terzo livello di irregolarità riguarda, poi, le difformità che potevano essere sanate al momento della realizzazione dell’intervento e che non sono più sanabili per il meccanismo della doppia conformità.

Questo meccanismo prevede il diniego della sanatoria come legittimo qualora le trasformazioni edilizie non siano conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della loro realizzazione che della presentazione della domanda.

L’appoggio delle associazioni di categoria

Le associazioni di categoria difendono il piano. Per Confedilizia “si tratta di un insieme di misure di cui condividiamo l’impostazione, finalizzate a garantire più certezze ai proprietari e a facilitare la commercializzazione degli immobili”. Così il presidente Giorgio Spaziani Testa.

“Non si tratta di un condono, il provvedimento mira a risolvere piccole difformità di natura formale all’interno delle case, difformità ante 1977, si tratta di cose assolutamente minimali interne agli alloggi”. Si spiega così il vicepresidente dell‘Ance, Stefano Betti, aggiungendo che “è una goccia nel mare rispetto alle soluzioni che bisogna trovare nel medio e lungo termine”.

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Telepass, in arrivo la stangata. Ecco quando cambierà tutto. Gli aumenti e i nuovi servizi https://www.business.it/telepass-in-arrivo-la-stangata-ecco-quando-cambiera-tutto-gli-aumenti-e-i-nuovi-servizi/ Wed, 17 Apr 2024 07:20:19 +0000 https://www.business.it/?p=136936 Notizie, non tanto gradite, quelle che stiamo per dare a tutti gli automobilisti. In una congiuntura storica in cui aumenta di tutto, non farà eccezione il Telepass, o meglio il canone d’abbonamento, che di fatto ammonterà a più del doppio. Tuttavia, vi saranno dei nuovi servizi, rivolti particolarmente ai più giovani. Entriamo nel dettaglio e… Leggi tutto »Telepass, in arrivo la stangata. Ecco quando cambierà tutto. Gli aumenti e i nuovi servizi

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Notizie, non tanto gradite, quelle che stiamo per dare a tutti gli automobilisti. In una congiuntura storica in cui aumenta di tutto, non farà eccezione il Telepass, o meglio il canone d’abbonamento, che di fatto ammonterà a più del doppio. Tuttavia, vi saranno dei nuovi servizi, rivolti particolarmente ai più giovani. Entriamo nel dettaglio e vediamo cosa cambia, e da quando. Occorre altresì precisare la ratio di queste innovazioni, ovvero sopperire alla concorrenza di altri, recenti, dispositivi di telepedaggio, quali UnipolMove e Mooney. Si tratta di una rimodulazione delle tariffe giustificata dal “mutato contesto di mercato e tecnologico e avendo maturato la consapevolezza di disporre di un’esperienza, di un’offerta e di una capacità di innovazione uniche sul mercato”, spiega, infatti, la società. Ad ogni modo, la stangata arriverà in estate, e per la precisione le nuove tariffe scatteranno a partire dal primo luglio.

I canoni e le nuove tariffe

Partiamo dalle brutte notizie: il canone Base dell’abbonamento ai servizi telepass, ovvero quello che era prima appellato Family, passerà da 1,83 a 3,90 euro al mese (Iva inclusa). A ben vedere, però, il danno può essere contenuto e parzialmente compensato dal fatto che all’abbonamento si potranno a breve associare due targhe, dunque due distinti veicoli. Alla stessa cifra di 3,90 euro, entra in vigore la tariffa Plus, che rimarrà attiva a tale cifra solo fino al mese di dicembre 2025. Una sorta di promozione, dunque, per quella che effettivamente ci pare una misura vantaggiosa: infatti, con la tariffa Plus si potrà beneficiare di ben 25 servizi aggiuntivi, tra cui: ingresso nell’Area C Milano, traghetto per lo Stretto di Messina, parcheggi convenzionati, strisce blu, vignette elettroniche autostrade, carburante, ricarica dell’auto elettrica, skipass, trasporto pubblico, treni, voli. Si aggiunge una ulteriore modalità, detta Pay per use, che permette di pagare il servizio solo nel momento in cui lo si utilizza: tale modalità ha un costo di attivazione di 10 euro e viene addebitato un euro per ogni giorno di effettivo utilizzo. Per questa offerta il dispositivo verrà spedito a casa ed è senza costi mensili o spese ulteriori. (Continua a leggere dopo la foto)

Telepass Young, la grande novità

Per i più giovani, naturalmente meno adusi a spostarsi con l’automobile nelle medie e lunghe distanze, arriverà, ancora alla data del primo luglio, l’abbonamento Telepass Young, attivabile tramite carta di credito o di debito, senza abbonamenti o addebiti giornalieri. Poiché è in arrivo e ancora maggiori dettagli non sono noti, possiamo anticipare, come fa la Repubblica, che includerà i principali servizi legati alla mobilità presenti nella piattaforma Telepass, ad esclusione del telepedaggio, come trasporto pubblico, mobilità condivisa, treni, voli, pullman. (Continua a leggere dopo la foto)

La “trasformazione” di Telepass

Si noterà, dunque, che da un dispositivo pensato principalmente per il pedaggio autostradale, il Telepass punta a trasformarsi in una sorta di piattaforma per la mobilità, anche all’interno degli spazi urbani. Il nuovo amministratore delegato di Telepass, Luca Luciani, in carica dallo scorso 2 marzo, ha annunciato un investimento di 500 milioni di euro nei prossimi 5 anni per “una mobilità urbana integrata e sostenibile“, facilitando anche la mobilità in sharing. Maggior risalto, inoltre, verrà concesso ai servizi sui centri urbani con il progetto Top 50 Cities, che intende rafforzare la qualità e diffusione dell’offerta con l’ausilio delle pubbliche amministrazioni locali per “migliorare l’esperienza di viaggio e risparmiare tempo in tutte le principali città italiane, non solo in quelle più grandi”, come nel comunicato dell’azienda.

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Dichiarazione dei redditi 2024, dal 730 ‘semplificato’ a quello precompilato: ecco cosa cambia https://www.business.it/dichiarazione-redditi-2024-modello-730-semplificato/ Mon, 15 Apr 2024 08:02:25 +0000 https://www.business.it/?p=136844 Sostanziose novità in arrivo per la dichiarazione dei redditi 2024 con il modello 730. Quest’anno sarà possibile effettuare la dichiarazione precompilata con una nuova modalità, detta ‘semplificata’. Ma cosa cambierà effettivamente? A partire dal 30 aprile, come stabilito dal decreto legislativo sugli adempimenti fiscali (1/2024), che recepisce alcuni principi direttivi della riforma fiscale (legge n. 111/2023), l’Agenzia… Leggi tutto »Dichiarazione dei redditi 2024, dal 730 ‘semplificato’ a quello precompilato: ecco cosa cambia

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dichiarazione redditi 2024 730 semplificato

Sostanziose novità in arrivo per la dichiarazione dei redditi 2024 con il modello 730. Quest’anno sarà possibile effettuare la dichiarazione precompilata con una nuova modalità, detta ‘semplificata’. Ma cosa cambierà effettivamente? A partire dal 30 aprile, come stabilito dal decreto legislativo sugli adempimenti fiscali (1/2024), che recepisce alcuni principi direttivi della riforma fiscale (legge n. 111/2023), l’Agenzia delle Entrate sperimenta un nuovo metodo di comunicazione tra Fisco e contribuenti: la circolare 8/E fornisce le istruzioni operative su come compilare il modello per persone fisiche non titolari di partita Iva, titolari di partita Iva sostituti d’imposta e in materia di revisione dei termini di presentazione delle dichiarazioni.
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Tutte le novità della dichiarazione dei redditi 2024

La possibilità di utilizzare la dichiarazione dei redditi semplificata è garantita per lavoratori dipendenti e pensionati, percettori anche di redditi assimilati. Con questa scelta, l’Agenzia delle Entrate rende disponibili in modo analitico al contribuente le informazioni in suo possesso, che possono essere confermate o modificate. Informazioni rintracciabili facilmente in un’apposita sezione del sito web dove compilare il modello 730, accessibile tramite l’area riservata dell’utente.

Seguendo un percorso guidato e ‘semplificato’, i contribuenti potranno confermare o modificare le informazioni in possesso del Fisco che, in seguito, saranno riportate in via automatica nei campi corrispondenti della dichiarazione dei redditi modello 730, rendendo così più semplice la compilazione della dichiarazione precompilata. Come specifica la stessa Agenzia delle Entrate nella sua circolare, le modalità tecniche di accesso al nuovo sistema saranno definite da uno specifico provvedimento del direttore, previo contributo del Garante per la protezione dei dati personali.

In una fase successiva, la possibilità di presentare la dichiarazione semplificata sarà estesa progressivamente a tutti i contribuenti non titolari di partita Iva. Ad esempio, il modello di dichiarazione semplificato potrà essere presentato anche dai soggetti non titolari di partita Iva, che non conseguono redditi di lavoro dipendente o assimilati, ma esclusivamente redditi di capitale. Un provvedimento emanato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate stabilirà la graduale inclusione di nuove tipologie reddituali tra quelle che possono essere dichiarate usando il modello 730 semplificato.

Come funziona il modello 730 semplificato

Già da quest’anno è inoltre possibile riportare i redditi di capitale di fonte estera soggetti a imposizione sostitutiva. Un’altra novità consente poi ai soggetti che presentano il modello dichiarativo 730 di poter richiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate l’eventuale rimborso dell’imposta o effettuare il pagamento dell’importo dovuto, anche se in presenza di un sostituto d’imposta tenuto a effettuare il conguaglio.

Anche i modelli dichiarativi Redditi, Iva e Irap saranno più snelli grazie alla graduale eliminazione delle informazioni non importanti ai fini della liquidazione dell’imposta o acquisibili dall’Agenzia delle Entrate dalle banche dati proprie, oppure, nella titolarità di altre amministrazioni. Questa cosa riguarderà soprattutto i crediti d’imposta derivanti da agevolazioni per gli operatori economici. In pratica, sparirà l’obbligo di indicare nella dichiarazione dei redditi i crediti d’imposta per i quali è riconosciuto il solo utilizzo tramite “compensazione orizzontale” che ha lo scopo di estinguere debiti.

Per quelli per cui permane l’obbligo di indicazione nelle dichiarazioni annuali, invece, è stabilito che il mancato riporto nei modelli dichiarativi delle informazioni ad essi relative non comporta la decadenza dal beneficio (a patto che i crediti d’imposta siano spettanti). Tale previsione non vale per i crediti d’imposta qualificati, come aiuti di Stato. Le Entrate annunciano, inoltre, che per lavoratori autonomi e imprenditori sarà accessibile, in fase di sperimentazione, la dichiarazione dei redditi precompilata.

La nuova circolare del Fisco modifica anche i termini ordinari di presentazione delle dichiarazioni, in materia di imposte sui redditi (modello Redditi) e Irap, inclusa la dichiarazione dei sostituti d’imposta (modello 770), per gli anni 2024 e seguenti, restando inalterati i termini relativi alla presentazione del modello 730. Le nuove scadenze entreranno in vigore il 2 maggio 2024. Il prossimo 30 aprile scadono i termini entro cui trasmettere il modello Iva messo a disposizione a decorrere dallo scorso 15 gennaio e sarà disponile online il modello 730 in questa nuova versione. Poi, come si capisce dalla circolare, sono posticipati alcuni termini.

Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023:

– al 15 ottobre 2024, per la trasmissione telematica da parte delle persone fisiche, delle società o associazioni di cui all’articolo 5 del Tuir e dei soggetti passivi Ires con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare;

– al quindicesimo giorno del decimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per la trasmissione telematica da parte dei soggetti passivi Ires con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.

Per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024:

– tra il 15 aprile e il 30 giugno 2025, per le persone fisiche che presentano la dichiarazione tramite un ufficio di Poste italiane;

– tra il 15 aprile e il 30 settembre 2025, per la trasmissione telematica da parte delle persone fisiche, delle società o associazioni di cui all’articolo 5 del Tuir e dei soggetti passivi Ires con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare;

– entro l’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per i soggetti passivi Ires con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.

Per il periodo d’imposta al 31 dicembre 2025:


– tra il primo aprile e il 30 giugno dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per le persone fisiche che presentano la dichiarazione tramite un ufficio di Poste italiane ;

– tra il primo aprile e il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per la trasmissione telematica da parte delle persone fisiche, delle società o associazioni di cui all’articolo 5 del Tuir e dei soggetti passivi Ires con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare;

– entro l’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per i soggetti passivi Ires con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.
Leggi anche: Dichiarazione precompilata 2023, come detrarre le spese sanitarie

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Case green, arriva il via libera: “Costerà fino a 55mila euro a famiglia”. Cosa dovremo fare https://www.business.it/case-green-arriva-il-via-libera-costera-fino-a-55mila-euro-a-famiglia-cosa-dovremo-fare/ Fri, 12 Apr 2024 12:34:29 +0000 https://www.business.it/?p=136750 La direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici (Epbd), meglio conosciuta come «direttiva case green», è stata adottata. Il via libera definitivo al provvedimento è arrivato oggi all’Ecofin, il vertice dei ministri dell’Economia e delle Finanze che si è tenuto a Lussemburgo. Leggi anche: Scuole aperte anche d’estate: la notizia è appena arrivata Secondo le nuove norme,… Leggi tutto »Case green, arriva il via libera: “Costerà fino a 55mila euro a famiglia”. Cosa dovremo fare

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La direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici (Epbd), meglio conosciuta come «direttiva case green», è stata adottata. Il via libera definitivo al provvedimento è arrivato oggi all’Ecofin, il vertice dei ministri dell’Economia e delle Finanze che si è tenuto a Lussemburgo. 
Leggi anche: Scuole aperte anche d’estate: la notizia è appena arrivata

Secondo le nuove norme, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dell’Ue dovrà essere trasformato in edifici a emissioni zero. Per gli edifici non residenziali, la direttiva introduce standard minimi di rendimento energetico. Secondo le nuove norme, poi, nel 2030 tutti gli edifici non residenziali dovranno essere al di sopra del 16 per cento degli edifici con prestazioni peggiori e nel 2033 al di sopra del 26 per cento degli edifici con prestazioni peggiori in termini di rendimento energetico. 

L’altro grande tema riguarda l’abbandono dei combustibili fossili, a partire dalle caldaie a gas metano, nelle abitazioni. La data entro la quale arrivare al bando completo è stata spostata in avanti, al 2040; il termine precedente era il 2035. Non solo. Se gli incentivi fiscali per questi apparecchi saranno cancellati a partire dal 2025, è stato esplicitamente stabilito che sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.

“Abbiamo votato contro la direttiva green, si è purtroppo concluso l’iter. La posizione italiana è nota. Il tema è chi paga, visto che abbiamo delle esperienze in Italia abbastanza chiare in proposito”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in un punto stampa a margine dell’Ecofin a Lussemburgo. Considerazioni sacrosante, visto che – secondo alcune recenti stime – l’adeguamento green costerà fino a 55mila euro a famiglia.
Leggi anche: Banca Sella, ripristinati i servizi online dopo 4 giorni di disagi: la spiegazione della banca

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Banca Sella, ripristinati i servizi online dopo 4 giorni di disagi: la spiegazione della banca https://www.business.it/banca-sella-ripristinati-i-servizi-online-dopo-4-giorni-di-disagi-la-spiegazione-della-banca/ Fri, 12 Apr 2024 08:04:35 +0000 https://www.business.it/?p=136736 Dopo una settimana turbolenta, la serata di giovedì ha segnato il termine dei disagi per i clienti del Gruppo Sella, a seguito della risoluzione dei problemi ai sistemi informatici che avevano reso inaccessibili i servizi digitali della banca piemontese e della sua app controllata, Hype, dalla scorsa domenica. Un guasto informatico aveva bloccato l’accesso agli… Leggi tutto »Banca Sella, ripristinati i servizi online dopo 4 giorni di disagi: la spiegazione della banca

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Dopo una settimana turbolenta, la serata di giovedì ha segnato il termine dei disagi per i clienti del Gruppo Sella, a seguito della risoluzione dei problemi ai sistemi informatici che avevano reso inaccessibili i servizi digitali della banca piemontese e della sua app controllata, Hype, dalla scorsa domenica.

Un guasto informatico aveva bloccato l’accesso agli account di internet e home banking, causando notevoli disagi per i tre milioni di clienti del gruppo. La situazione è stata particolarmente critica per coloro che hanno riscontrato disservizi e ritardi nei pagamenti tramite carte di debito e bancomat, sebbene le operazioni di trading e i bonifici in entrata fossero rimasti funzionanti.

Le difficoltà hanno riguardato i canali online e le applicazioni Sella, tra cui Sella Invest, Internet Banking, Smart Business Sella e Hype. La causa, come specificato in una nota della banca, è stata un’interruzione legata a manutenzioni periodiche dei sistemi operativi effettuate durante il fine settimana. (Continua a leggere dopo la foto)

Per fronteggiare l’emergenza, il gruppo Sella ha mobilizzato i suoi tecnici e i consulenti della società informatica Oracle, lavorando incessantemente per ripristinare la piena funzionalità dei servizi. Nel frattempo, i correntisti hanno potuto contare sull’assistenza delle circa 300 filiali del gruppo, che hanno esteso il loro orario di apertura fino alle 18:00 per gestire prelievi, versamenti e richieste urgenti.

L’aggiornamento dei sistemi informatici, pianificato per il weekend precedente, si è rivelato più complesso del previsto, con la banca che ha dovuto gestire momenti di incertezza prima di fornire rassicurazioni sul ripristino graduale dei servizi. La situazione si è stabilizzata verso le 22:00 di giovedì, momento in cui il gruppo ha annunciato la risoluzione degli ultimi malfunzionamenti.

Questo incidente, sebbene risolto, pone interrogativi sulla gestione delle infrastrutture IT e sulla resilienza dei sistemi in situazioni critiche, e potrebbe rappresentare un intoppo nel percorso di crescita che il Gruppo Sella ha perseguito negli ultimi anni. La banca ha comunque garantito che valuterà tutte le situazioni di danno subito dai clienti e provvederà ai relativi rimborsi. Con l’incidente ora alle spalle, la speranza è che sia stata un’occasione per rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza e prevenzione.

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Donazioni tra genitori e figli: ecco quando non bisogna pagare le imposte https://www.business.it/donazioni-tra-genitori-e-figli-ecco-quando-non-bisogna-pagare-le-imposte/ Thu, 11 Apr 2024 09:00:10 +0000 https://www.business.it/?p=136695 Le donazioni tra genitori e figli sono tassabili? A chiarirlo è una recentissima sentenza della Cassazione, secondo cui non esiste un obbligo generalizzato di sottoporre a tassazione le donazioni indirette e informali. La tassazione, infatti, scatta solo se si verificano determinate circostanze. Vediamo quali. I chiarimenti della Cassazione La Cassazione ha chiarito che sulle donazioni… Leggi tutto »Donazioni tra genitori e figli: ecco quando non bisogna pagare le imposte

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Le donazioni tra genitori e figli sono tassabili? A chiarirlo è una recentissima sentenza della Cassazione, secondo cui non esiste un obbligo generalizzato di sottoporre a tassazione le donazioni indirette e informali. La tassazione, infatti, scatta solo se si verificano determinate circostanze. Vediamo quali.

I chiarimenti della Cassazione

La Cassazione ha chiarito che sulle donazioni informali e indirette di modico valore e che non sono registrate in atti ufficiali, non sono dovute le imposte sulle donazioni. Le donazioni informali consistono nella donazione di una somma di denaro, o di un bene, mentre quelle indirette consistono nell’acquisto di un bene a favore di un’altra persona. Ad esempio, il bonifico genitore/figlio di per sé non è tassabile, così come la donazione genitore/figlio per l’acquisto di una casa. Allo stesso modo, sottolinea il Corriere della Sera, non sono soggetti a tassazione il contratto per persona da nominare o quello a favore di un terzo. L’esenzione dall’imposta di donazione vale anche nel caso di una una donazione genitore/figlio o tra coniugi di una quota di partecipazione al capitale di una società che consente di ottenerne il controllo.

Quando le donazioni possono essere tassate

La tassazione, come ha ricordato la Cassazione, può scattare solo se le donazioni derivano da documenti soggetti a registrazione, se vengono registrate volontariamente o se, superando il valore di un milione di euro, vengono dichiarate dal contribuente durante un’indagine fiscale. Se la donazione viene registrata volontariamente si applica la tassazione ordinaria, con le aliquote del 4,6% e dell’ 8 %. Quando invece viene confessata nell’ambito di un accertamento tributario, si applica l’aliquota dell’8 %.

Donazioni: le nuove regole

Anche il decreto legislativo approvato dal Consiglio ministri nei giorni scorsi interviene sulle donazioni: le modifiche, spiega il Corriere della Sera, sono principalmente rivolte a uniformare le norme esistenti. Viene inserita la previsione sulla detrazione delle imposte pagate all’estero sulla donazione stessa e in relazione ai beni esistenti. Viene mantenuta sostanzialmente inalterata invece la disciplina delle liberalità. Viene previsto che l’accertamento delle liberalità indirette può essere effettuato esclusivamente quando l’esistenza delle stesse risulti da dichiarazioni rese dall’interessato nell’ambito di procedimenti diretti all’accertamento di tributi. In questi casi si applica l’aliquota dell’otto per cento. Inoltre viene introdotta l’esclusione da tassazione anche delle liberalità d’uso.

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Bollo auto, eredità e successione: cambia tutto. Importi e regole, tutte le novità https://www.business.it/bollo-auto-eredita-e-successione-cambia-tutto-importi-e-regole-tutte-le-novita/ Wed, 10 Apr 2024 10:14:00 +0000 https://www.business.it/?p=136651 Novità in arrivo per gli italiani, soprattutto riguardo alle tasse e alle procedure che riguardano l’imposta di successione, le donazioni, e le tasse. Bollo auto, imposta di registro, ipoteca e tributi speciali catastali sono in fase di revisione in capo all’Agenzia delle entrate. Sembra che le procedure potranno essere semplificate.Leggi anche: Come scegliere l’assicurazione auto… Leggi tutto »Bollo auto, eredità e successione: cambia tutto. Importi e regole, tutte le novità

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Novità in arrivo per gli italiani, soprattutto riguardo alle tasse e alle procedure che riguardano l’imposta di successione, le donazioni, e le tasse. Bollo auto, imposta di registro, ipoteca e tributi speciali catastali sono in fase di revisione in capo all’Agenzia delle entrate. Sembra che le procedure potranno essere semplificate.
Leggi anche: Come scegliere l’assicurazione auto nel 2024

La semplificazione dei bolli e delle tasse

Il governo mira a semplificare creando un tributo unico. Si cambia anche sui patti di famiglia, meglio noti come trust. Per quanto riguarda la successione si arriva a una sorta di precompilata. Si dirà inoltre addio all’imposta di bollo, a quella ipotecaria e catastale, ai tributi speciali catastali e alle tasse ipotecarie. Saranno sostituite da un tributo unico, “eventualmente in misura fissa”, come spiega il Mef.

Per facilitare le modalità di pagamento dei tributi ed efficientare i sistemi di riscossione, viene inoltre previsto l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento.

Nuove norme sul diritto familiare

Nuove norme sui trust per facilitare i passaggi generazionali. Si prevede infatti che i trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia (di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile) a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta. Il beneficio si applica a condizione che gli aventi causa detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento.

“Si aggiungono quindi da un punto di vista normativo anche i trust nell’imposta di successione e si specifica che se il trust è residente nello Stato al momento della separazione patrimoniale l’imposta è dovuta per tutti i beni e diritti trasferiti ai beneficiari. Se chi dispone non è residente in Italia al momento della separazione patrimoniale, l’imposta sarà dovuta solo sui beni e diritti trasferiti al beneficiario presenti nel territorio dello Stato. Le quote sociali non rientrano nella disciplina”. La lettura di Libero.

Le donazioni

Quanto alle modifiche in tema di donazione “le modifiche sono principalmente rivolte a dare unitarietà alla norma. Viene inserita la previsione sulla detrazione delle imposte pagate all’estero in dipendenza della stessa donazione e in relazione ai beni esistenti, precisando che la opera fino a concorrenza della parte dell’imposta sulle donazioni proporzionale al valore dei beni stessi”. Inalterata, invece, la disciplina delle liberalità.

Viene previsto che “l’accertamento delle liberalità indirette può essere effettuato esclusivamente quando l’esistenza delle stesse risulti da dichiarazioni rese dall’interessato nell’ambito di procedimenti diretti all’accertamento di tributi. Si applica l’aliquota dell’8%. Inoltre viene introdotta l’esclusione da tassazione anche delle liberalità d’uso”.

Bollo auto e altre imposte

In materia di bollo, si valuta “l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

Si tratta del superbollo. Il decreto legislativo punta a “semplificare la disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali anche in considerazione della dematerializzazione dei documenti e degli atti; applicare un’imposta, eventualmente in misura fissa, sostitutiva dell’imposta di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie, per gli atti assoggettati all’imposta di registro e all’imposta sulle successioni e donazioni e per le conseguenti formalità da eseguire presso il catasto e i registri immobiliari; ridurre e semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti anche mediante l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e il potenziamento dei servizi telematici; semplificare le modalità di pagamento dei tributi, anche al fine del graduale superamento dei sistemi di autoliquidazione; rivedere le modalità di applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari con finalità di semplificazione e con la previsione della preventiva richiesta del tributo alla parte soccombente, ove agevolmente identificabile”

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Benzina verso i 2,5 euro al litro, gli aumenti continueranno https://www.business.it/benzina-aumenti-euro-litro/ Tue, 09 Apr 2024 09:07:08 +0000 https://www.business.it/?p=136584 Pessime novità per gli automobilisti. Superata quota 2 euro alle pompa di benzina dopo il doppio aumento delle quotazioni delle materie prime e della domanda degli automobilisti. Ma le brutte notizie non finiscono qui perché, secondo le previsioni, gli aumenti continueranno ancora.Leggi anche: Autocisterna piena di benzina si schianta ed esplode: 40 vittime, persone bruciate vive I nuovi prezzi… Leggi tutto »Benzina verso i 2,5 euro al litro, gli aumenti continueranno

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benzina aumenti euro litro

Pessime novità per gli automobilisti. Superata quota 2 euro alle pompa di benzina dopo il doppio aumento delle quotazioni delle materie prime e della domanda degli automobilisti. Ma le brutte notizie non finiscono qui perché, secondo le previsioni, gli aumenti continueranno ancora.
Leggi anche: Autocisterna piena di benzina si schianta ed esplode: 40 vittime, persone bruciate vive

I nuovi prezzi alla pompa e le previsioni negative

Negli ultimi giorni il rifornimento servito alla pompa ha superato i 2,1 euro. Ma anche nella fascia low cost (pompe bianche e self service) si sfiorano i 2 euro. Secondo i dati pubblicati da ‘Quotidiano energia’, l’8 aprile il prezzo medio della benzina in Italia è 2,048 euro/litro, con punte di 2,131 al servito (1,911 nella fascia low cost delle pompe bianche in modalità self). Per il diesel si va da un massimo di 2,030 a un minimo di 1,852.

Secondo alcune associazioni dei consumatori come Assoutenti, però, ai distributori si sarebbero già registrate punte di oltre 2,5 euro al litro per la benzina in alcuni distributori in autostrada. La causa di tutto ciò sarebbero gli aumenti delle materie prime. Il greggio ha infatti superato i 90 dollari al barile nelle quotazioni di Londra, dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei. Un più 20% rispetto ai minimi registrati nel dicembre scorso.

Ma, secondo gli analisti del settore, il peggio deve ancora arrivare anche a causa dell’aumento della domanda connesso ai viaggi primaverili ed estivi. A pesare come un macigno su questa situazione è anche la attuale situazione geopolitica, con le due guerre in corso in Ucraina e Medioriente. Per non parlare del traffico ridotto attraverso il Mar Rosso e le tante petroliere deviate verso il Capo di Buona Speranza a causa del rischio di attacchi da parte degli Houthi dello Yemen.
Leggi anche: Guerra in Israele, la benzina rischia di schizzare ad un prezzo mai visto

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Bonus mamme lavoratrici 2024: ecco a chi arriva a maggio in busta paga con gli arretrati https://www.business.it/bonus-mamme-2024-3mila-euro/ Tue, 09 Apr 2024 07:29:09 +0000 https://www.business.it/?p=136580 Novità molto positive arrivano dal fronte bonus mamme lavoratrici 2024. L’erogazione dell’assegno è ancora in ritardo per le dipendenti pubbliche, mentre nel settore privato viene erogato normalmente. Dal mese di maggio in poi, però, con l’aggiornamento della piattaforma NoiPA, la situazione dovrebbe cambiare. La nuova misura, che può arrivare fino a 3mila euro all’anno, è stata fortemente voluta dal governo… Leggi tutto »Bonus mamme lavoratrici 2024: ecco a chi arriva a maggio in busta paga con gli arretrati

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bonus mamme 3mila euro

Novità molto positive arrivano dal fronte bonus mamme lavoratrici 2024. L’erogazione dell’assegno è ancora in ritardo per le dipendenti pubbliche, mentre nel settore privato viene erogato normalmente. Dal mese di maggio in poi, però, con l’aggiornamento della piattaforma NoiPA, la situazione dovrebbe cambiare. La nuova misura, che può arrivare fino a 3mila euro all’anno, è stata fortemente voluta dal governo Meloni per riconoscere un taglio dei contributi e, di conseguenza, uno stipendio più alto (fino a 250 euro al mese) alle lavoratrici che rispettano i seguenti requisiti: almeno due figli a carico (dall’anno prossimo la soglia salirà a tre) e un contratto a tempo indeterminato.
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Tutti i requisiti necessari per ottenere il bonus mamme

Il sistema di pagamento per la pubblica amministrazione, NoiPA, è stato finalmente aggiornato per permettere di fare richiesta del bonus mamme anche alle lavoratrici del settore pubblico. Da pochi giorni è stata rilasciata “una funzionalità nell’applicativo Gestione Stipendi” per registrare le informazioni necessarie. Poi, a partire dal mese di maggio 2024, il bonus verrà erogato. E con la prima mensilità saranno pagati anche gli arretrati a partire da gennaio.

Per presentare domanda al fine di ottenere il bonus, basterà consegnare all’ufficio competente della propria amministrazione una autocertificazione che contenga i codici fiscali dei figli. Per quanto riguarda le lavoratrici della scuola, la domanda doveva essere presentata accedendo al portale del ministero dell’Istruzione e richiedendo la decontribuzione di maternità, inserita tra i servizi disponibili. Chi non l’ha rispettato i tempi previsti non riceverà il primo aumento da maggio, ma potrà comunque fare richiesta nei prossimi mesi e ricevere gli arretrati.

Requisito necessario per ottenere il bonus mamme è quello di avere un contratto a tempo indeterminato. Il criterio più importante da rispettare è però quello del numero di figli. Chi ha almeno tre figli a carico può ricevere l’esonero dai contributi per un periodo di tre anni, sulle buste paga dal gennaio 2024 al dicembre 2026, al massimo fino a quando il più piccolo avrà compiuto diciotto anni. Come già accennato, infine, il tetto massimo del bonus è di 3mila all’anno, cioè 250 euro al mese.
Leggi anche: Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerlo

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Bollette, ecco il motore di ricerca Arera: tutte le istruzioni per tornare dal mercato libero al tutelato https://www.business.it/bollette-arera-sito-tutelato/ Mon, 08 Apr 2024 07:44:38 +0000 https://www.business.it/?p=136541 Ci sono importanti novità sulle bollette elettriche. L’Arera ha infatti lanciato sul proprio sito un motore di ricerca per trovare in modo semplice il fornitore a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela per l’elettricità. Questo nuovo strumento consente di inserire il nome del Comune in cui si risiede, quindi dove si ha la fornitura… Leggi tutto »Bollette, ecco il motore di ricerca Arera: tutte le istruzioni per tornare dal mercato libero al tutelato

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bollette Arera sito tutelato

Ci sono importanti novità sulle bollette elettriche. L’Arera ha infatti lanciato sul proprio sito un motore di ricerca per trovare in modo semplice il fornitore a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela per l’elettricità. Questo nuovo strumento consente di inserire il nome del Comune in cui si risiede, quindi dove si ha la fornitura dell’energia elettrica, per trovare quindi l’azienda a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela. Un servizio nato in previsione del cambiamento che avverrà a partire dall’1 luglio 2024.
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Tutte le informazioni per tornare al mercato tutelato

Come è noto, i clienti domestici di elettricità che si trovano nel mercato libero hanno il diritto di rientrare nel servizio di maggior tutela fino al 30 giugno 2024, rivolgendosi all’esercente il servizio nel Comune in cui si trova la fornitura. Proprio per favorire in questa operazione i clienti, Arera ha deciso di realizzare un motore di ricerca che in pochi click consente di trovare il fornitore e il link alle pagine che contengono le istruzioni per il rientro dal mercato libero al tutelato.

Oltre al sito di Arera, resta sempre possibile richiedere informazioni anche via telefono, utilizzando il numero verde gratuito dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di Arera: 800 166 654. “Considerato che, secondo le stime di Arera, nel 2024 il mercato libero costerà il 15,15% in più rispetto al Servizio di maggior tutela, pari a una stangata di 135 euro, è bene che la procedura per rientrare nella tutela sia semplificata e facilitata”, dichiara Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Purtroppo molti consumatori commettono l’errore di rivolgersi al proprio venditore del mercato libero. Prosegue Vignola -E spesso le risposte che ricevono sono non solo sbagliate, ma scorrette. Invece per la luce i consumatori devono rivolgersi all’esercente che nel proprio Comune svolge il Servizio di maggior tutela. Ora questa ricerca viene facilitata. Ricordiamo, poi, che il rientro in tutela entro il 30 giugno 2024 è l’unica via per potersi assicurare l’attivazione del Servizio a Tutele Graduali”.
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Lamborghini, Rolex e ville con i soldi del Pnrr: frode milionaria ai danni dell’Ue. 23 arresti, tra cui il patron di una squadra di calcio https://www.business.it/lamborghini-rolex-e-ville-con-i-soldi-del-pnrr-frode-milionaria-ai-danni-dellue-23-arresti-tra-cui-il-patron-di-una-squadra-di-calcio/ Fri, 05 Apr 2024 08:38:35 +0000 https://www.business.it/?p=136450 Ville, appartamenti, oro, automobili tipo Lamborghini, e orologi di lusso, tipo Rolex, acquistati con i fondi del Pnrr. Una maxi frode ai danni dell’Ue scoperta dalla guardia di finanza di Venezia, che ieri mattina, in collaborazione con Scico e il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, hanno eseguito un totale di 24 misure cautelari… Leggi tutto »Lamborghini, Rolex e ville con i soldi del Pnrr: frode milionaria ai danni dell’Ue. 23 arresti, tra cui il patron di una squadra di calcio

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Ville, appartamenti, oro, automobili tipo Lamborghini, e orologi di lusso, tipo Rolex, acquistati con i fondi del Pnrr. Una maxi frode ai danni dell’Ue scoperta dalla guardia di finanza di Venezia, che ieri mattina, in collaborazione con Scico e il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, hanno eseguito un totale di 24 misure cautelari nei confronti di 23 persone su richiesta di Eppo (la procura europea): otto sono stati arrestati e portati in carcere, 14 si trovano ai domiciliari, mentre per due è stata disposta l’interdizione a svolgere l’attività professionale e commerciale. 

La maxi truffa

Al vertice della truffa, una coppia insospettabile: lui altoatesino, lei ucraina, residente formalmente a Verona; poi decine di sodali con diversi precedenti penali, e un “mago del computer”. Sono questi gli identikit dei componenti del gruppo criminale responsabile di una maxifrode ai danni dell’Unione europea su fondi del Pnrr.

Tra gli arrestati compare anche Maurizio De Simone, patron della Pistoiese; per questo i finanzieri si sono presentati questa mattina per una perquisizione anche nella sede del club calcistico. Il sodalizio coinvolgeva vari prestanome e poteva contare sull’ausilio di quattro professionisti: tre commercialisti e un notaio. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo stratagemma

In una prima fase, l’attività fraudolenta ha riguardato progetti per decine di milioni di euro, finanziati con fondi del Pnrr ed erogati da Simest: gli indagati, tramite società fasulle, incassavano subito il 50% del finanziamento, pari a 150mila euro, per progetti legati all’internazionalizzazione delle aziende, che poi non portavano a termine. Proprio la fattiva collaborazione della Simest con gli investigatori, e l’attivazione dei protocolli di sull’analisi degli indicatori di rischio delle domande, hanno permesso di bloccare la netta maggioranza delle operazioni, prima dell’erogazione. Simest ha infatti erogato a titolo di anticipo alle imprese coinvolte nella frode 17 milioni di euro, a fronte di un totale di 2,7 miliardi erogati nel corso dell’anno a 6900 aziende italiane. Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere come l’organizzazione, utilizzando le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio, per un totale complessivo di circa 600 milioni di euro, poi sequestrati. I presunti criminali avevano affinato un apparato di riciclaggio, protetto da tecnologie di ultima generazione – reti vpn e server cloud – e di società di cartolarizzazione dei crediti per occultare il business illegale e trovare nuove modalità per monetizzare i crediti inesistenti.

Il colonnello delle Fiamme gialle, Marco Stella, ha inoltre spiegato come durante l’indagine sia stata “individuata una elevata sofisticazione nell’uso di tecnologie avanzate e intelligenza artificiale. In particolare, i criminali informatici utilizzavano reti informatiche private, che permettono di simulare la connessione da un Paese distante migliaia di chilometri rispetto alla reale posizione di chi le utilizza».

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Edilizia, Salvini propone un condono. Tutte le misure previste https://www.business.it/edilizia-salvini-propone-un-condono-tutte-le-misure-previste/ Thu, 04 Apr 2024 12:33:45 +0000 https://www.business.it/?p=136413 No al superbonus, ma sì al condono edilizio. Il ministro Salvini ne aveva parlato a inizio anno, cercando un dialogo con banche e associazioni edili romane. Un mese fa, durante un question time alla Camera, aveva ribadito che il progetto era ancora in piedi. Vi si riferiva chiamandolo “pace edilizia”. Si tratta di una legge… Leggi tutto »Edilizia, Salvini propone un condono. Tutte le misure previste

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No al superbonus, ma sì al condono edilizio. Il ministro Salvini ne aveva parlato a inizio anno, cercando un dialogo con banche e associazioni edili romane. Un mese fa, durante un question time alla Camera, aveva ribadito che il progetto era ancora in piedi. Vi si riferiva chiamandolo “pace edilizia”. Si tratta di una legge per “sanare tutte le difformità interne alle abitazioni che stanno bloccando milioni di italiani e di immobili che potrebbero essere tranquillamente rimessi sul mercato liberando gli uffici comunali da centinaia, migliaia di pratiche che si accumulano da 40 anni”. Vediamo cosa prevede.
Leggi anche: Arriva il nuovo condono edilizio: cosa si potrà sanare e cosa no (e come fare)
Leggi anche: Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerlo

La “pace edilizia” di Salvini

In vista delle elezioni europee, e con una forte azione di rilancio della sua credibilità politica, Salvini cerca consenso ampio. E niente è meglio del mattone, in Italia. il condono edilizio torna in agenda. Lo stesso ministro alle Infrastrutture rende noto che sta preparando un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, “così come chiesto e auspicato anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio”.
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Si tratta, spiega il Mit, “di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano”.

Le possibili applicazioni della norma

Il Mit rende nota anche la casistica sulla quale si applicherà.

  • difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente;
  • difformità edilizie ‘interne’, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, etc.);
  • difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo.
  • cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

“Queste linee di indirizzo su cui gli uffici si sono mossi, a seguito anche delle proposte raccolte nelle precedenti riunioni sul tema, e che hanno portato alla bozza normativa, sono state presentate nel corso della riunione sul piano casa, tenutasi al Mit alla presenza del vicepremier e ministro Matteo Salvini con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore”.

L’obiettivo è quello di tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Alla luce della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si è previsto anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi.

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Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerlo https://www.business.it/bonus-auto-fino-a-13-500-euro-chi-puo-fare-domanda-e-come-ottenerlo/ Thu, 04 Apr 2024 12:02:11 +0000 https://www.business.it/?p=136407 Arriva il bonus auto 2024, previsti incentivi fino a 13.500 euro. Riguardano in particolare i veicoli di categoria M1. Cioè quelli per il trasporto di un massimo di otto persone oltre il conducente. L’auto deve essere di classe Euro 6 o superiore e con emissioni di Co2 inferiore a 135 grammi per chilometro. Il decreto… Leggi tutto »Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerlo

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Arriva il bonus auto 2024, previsti incentivi fino a 13.500 euro. Riguardano in particolare i veicoli di categoria M1. Cioè quelli per il trasporto di un massimo di otto persone oltre il conducente. L’auto deve essere di classe Euro 6 o superiore e con emissioni di Co2 inferiore a 135 grammi per chilometro. Il decreto attende il via libera della Corte dei Conti. Gli ecoincentivi saranno disponibili entro poche settimane.
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La misura

La dotazione totale è di un miliardo di euro. Il meccanismo prevede contributi per auto elettriche che partono da 6 mila euro e arrivano a 13.750 euro. Ma in questo caso solo se si rottama un’auto fino a Euro 2 e se si ha un Isee inferiore ai 30 mila euro annui.

I contributi

La misura varrà per le persone fisiche e tre tipi di auto. Elettriche, ibride plug-in e le mild hybrid, benzina e diesel.

Così ripartiti:

  • per le auto elettriche (fascia 0-20 grammi) da 35 mila euro di prezzo senza rottamazione il contributo vale 6 mila euro che arrivano a 7500 a cui si ha diritto con Isee sotto i 30 mila euro; con la rottamazione di un Euro 2 sono 11 mila euro i contributi sicuri e 13.750 quelli con lsee sotto i 30 mila euro; per un Euro 3 si hanno 10 mila euro di contributi e la possibilità di arrivare a 12.500; con un Euro 4 si parte da 9 mila e si arriva a 11.250;
  • per le ibride plug in (fascia 21-60 grammi) senza rottamazione si hanno 4 mila euro di contributi che arrivano a 5 mila con Isee inferiore ai 30 mila euro; con la rottamazione di un Euro 2 si hanno 8 mila euro che arrivano a 10 mila; con un Euro 3 se ne hanno 6 mila che arrivano a 7500; con un Euro 4 da 5.500 a 6-875;
  • per ibride, mild-hybrid, benzina e diesel (fascia 61-135 grammi) si hanno 3 mila euro di contributi rottamando un Euro 2, duemila per un Euro 3, 1.500 per un Euro 4.
  • A questi si aggiungono i contributi per i veicoli commerciali: 2200 euro per le elettriche. Per i taxi che sostituiscono il proprio veicolo e per il social leasing: è ancora da definire ma sarà solo per chi ha contratti di durata superiore a due anni.

Il decreto bonus

Nel provvedimento si indicano tre obiettivi da raggiungere: cambiare il parco auto circolante in Italia, che è uno dei più vecchi d’Europa (oltre 11 milioni di vetture Euro 3 o inferiori); sostenere e supportare le famiglie meno abbienti (extra bonus del 25% per Isee sotto i 30 mila euro); rimodulare gli strumenti incentivanti per stimolare l’acquisto di auto effettivamente prodotte in Italia.

Si introduce in via sperimentale anche la possibilità di ottenere incentivi per i privati che stipulano un contratto di noleggio a lungo termine per la locazione di durata non inferiore a 3 anni di uno dei veicoli agevolabili con l’ecobonus. La gestione del programma di noleggio a lungo termine dei veicoli agevolati è attribuita ad un soggetto gestore, ente pubblico non economico. L’entità del contributo, i criteri e le modalità operative per usufruirne sono definiti con decreto del Ministero delle imprese e del Made in Italy entro 120 giorni dall’entrata in vigore del nuovo decreto.

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Bonus mamme lavoratrici: fino a 3 mila euro, domande entro l’8 aprile https://www.business.it/bonus-mamme-lavoratrici-fino-a-3-mila-euro-domande-entro-l8-aprile/ Wed, 03 Apr 2024 11:20:04 +0000 https://www.business.it/?p=136373 Bonus per le mamme lavoratrici, c’è tempo fino all’8 aprile per richiedere all’Inps l’esonero della contribuzione previdenziale, fino a un massimo di 3000 euro all’anno. Per l’anno in corso e il prossimo bienni, prevista la procedura semplificata.Leggi anche: Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerloLeggi anche: Superbonus, scatta la… Leggi tutto »Bonus mamme lavoratrici: fino a 3 mila euro, domande entro l’8 aprile

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Bonus per le mamme lavoratrici, c’è tempo fino all’8 aprile per richiedere all’Inps l’esonero della contribuzione previdenziale, fino a un massimo di 3000 euro all’anno. Per l’anno in corso e il prossimo bienni, prevista la procedura semplificata.
Leggi anche: Bonus auto fino a 13.500 euro: chi può fare domanda e come ottenerlo
Leggi anche: Superbonus, scatta la corsa contro il tempo per evitare il taglio

La procedura semplificata per richiedere il bonus

La misura, inserita nella Legge di Bilancio 2024, consiste nell’esonero del 100% dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato con 2 o più figli. Il portale dell’Inps ha messo a disposizione una funzione semplificata. Questa serve per comunicare la volontà di beneficiare della misura, nonché i dati necessari a verificare la sussistenza dei requisiti che determinano il diritto al beneficio. C’è tempo fino all’8 aprile.
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Come funziona e a chi spetta il bonus per le mamme lavoratrici

L’agevolazione riguarda tutte le dipendenti del settore pubblico e privato (anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato. Sono escluse, invece, le lavoratrici domestiche.

Le madri, in possesso dei requisiti a gennaio 2024, hanno diritto all’esonero dal mese di gennaio. Se la nascita del secondo figlio interviene in corso d’anno, il bonus sarà riconosciuto dal mese di nascita fino al compimento del decimo anno del bambino.

Nel 2025 e nel 2026, invece, il beneficio è assegnato dalla nascita del terzo figlio e si conclude con il compimento del diciottesimo anno dell’ultimo figlio.

Le lavoratrici interessate all’agevolazione possono rivolgersi ai propri datori di lavoro oppure utilizzare la funzionalità disponibile sul portale Inps.

Quanto spetta a chi ha i requisiti

L’esonero contributivo è riconosciuto dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di 3 o più figli, fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo.

L’esonero dalla contribuzione è pari al 100% della quota di contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti posta a carico della lavoratrice, nel limite massimo annuo di 3.000 euro, riparametrato su base mensile. La volontà di usufruire dell’esonero deve essere comunicata dalla lavoratrice al datore di lavoro, unitamente al numero di figli e ai rispettivi codici fiscali.

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WhatsApp, dall’11 aprile tante novità in arrivo: cambia l’età minima, via libera ai messaggi da altre app https://www.business.it/whatsapp-dall11-aprile-tante-novita-in-arrivo-cambia-leta-minima-via-libera-ai-messaggi-da-altre-app/ Wed, 03 Apr 2024 09:14:58 +0000 https://www.business.it/?p=136360 Importanti novità in arrivo per tutti gli utenti WhatsApp. A partire dal prossimo 11 aprile, infatti, saranno aggiornati i Termini di Servizio e l’Informativa sulla Privacy, così da andare incontro alle richieste dell’Unione Europea. L’azienda si è infatti adeguata ai princìpi del Digital Markets Act e del Digital Services Act, che regolamentano le cosiddette piattaforme… Leggi tutto »WhatsApp, dall’11 aprile tante novità in arrivo: cambia l’età minima, via libera ai messaggi da altre app

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Importanti novità in arrivo per tutti gli utenti WhatsApp. A partire dal prossimo 11 aprile, infatti, saranno aggiornati i Termini di Servizio e l’Informativa sulla Privacy, così da andare incontro alle richieste dell’Unione Europea. L’azienda si è infatti adeguata ai princìpi del Digital Markets Act e del Digital Services Act, che regolamentano le cosiddette piattaforme gatekeeper. Anche se non sono ancora arrivate notizie ufficiali, è probabile che gli utenti di vecchia data riceveranno presto una notifica informativa, mentre chi si è iscritto alla popolare app di messaggistica dopo il 15 febbraio 2024 ha già accettato tutto. Visti i dettami del DMA e del DSA, le novità vanno soprattutto in direzione di una maggiore uniformità del servizio su tutto il territorio europeo e di una maggiore apertura. Ma cosa cambia di preciso? Presto detto.

Innanzitutto, l’età minima per usare WhatsApp scenderà a 13 anni in tutti i Paesi dell’Ue, in linea con gli Stati Uniti. In Italia, fino a oggi, la soglia era fissata a 16 anni: “Questo aggiornamento garantirà requisiti sull’età minima coerenti a livello globale per WhatsApp”, hanno spiegato dall’azienda. Inoltre, a partire dall’11 aprile inizierà un processo di adeguamento che porterà gli utenti a poter ricevere anche messaggi da chi non usa WhatsApp, chattando quindi con altre app. Si potrà fare, però, soltanto nei prossimi mesi.

Al momento, infatti, tutto resterà invariato. In futuro, invece, la rivoluzione dovrebbe prendere definitivamente piede, salvo ulteriori colpi di scena: ci sarà una specifica voce di menù all’interno delle Impostazioni dedicata alle Chat di Terze parti, che potranno essere attivate o disattivate, e anche un elenco di app da cui si potranno accettare messaggi. Elenco che al momento sarà ovviamente vuoto. Fra le altre novità, anche se di minore impatto sull’utente finale, ci saranno anche “modifiche ai nostri meccanismi di trasferimento dei dati internazionali”, perché “per gli utenti della regione europea ci baseremo sul nuovo EU-US Data Privacy Framework”, cosa che dovrebbe proteggere meglio chi usa l’app da eventuali occhi indiscreti.

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Superbonus, scatta la corsa contro il tempo per evitare il taglio https://www.business.it/superbonus-scatta-la-corsa-contro-il-tempo-per-evitare-il-taglio/ Wed, 03 Apr 2024 08:25:53 +0000 https://www.business.it/?p=136356 Corsa contro il tempo per le comunicazioni di cessione e sconto in fattura relative alle spese 2023. Scade giovedì 4 aprile la possibilità di inviare i dati all’agenzia delle Entrate, dopo che il Dl n. 39/2024 ha chiuso le porte ai tempi supplementari della remissione in bonis. Lo ricorda il Sole 24Ore. Di fatto sarà… Leggi tutto »Superbonus, scatta la corsa contro il tempo per evitare il taglio

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Corsa contro il tempo per le comunicazioni di cessione e sconto in fattura relative alle spese 2023. Scade giovedì 4 aprile la possibilità di inviare i dati all’agenzia delle Entrate, dopo che il Dl n. 39/2024 ha chiuso le porte ai tempi supplementari della remissione in bonis. Lo ricorda il Sole 24Ore. Di fatto sarà un click day per molti contribuenti: in tanti non riusciranno a chiudere in tempo le procedure, perdendo almeno in parte le detrazioni maturate.
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Il termine del 4 aprile

Il 4 aprile era, fino a pochi giorni fa, la prima scadenza per comunicare le opzioni di cessione del credito relative alle spese 2023 (e le rate residue relative agli anni precedenti). In caso di ritardi, c’era il salvagente del 15 ottobre, il termine per la sanatoria (a pagamento) della remissione in bonis. Questa chance di tempi supplementari ora è stata bloccata; la dead line del 4 aprile diventa l’ultima finestra disponibile.

A rendere ancora più delicata la scadenza è il fatto che sarà vietato commettere errori. Sempre il decreto 39/2024, infatti, impone che le comunicazioni inviate dal 1° al 4 aprile prossimo siano sostituite soltanto entro il termine del 4 aprile. In sostanza, chi sbaglia in questi giorni perde cessione del credito e sconto in fattura, senza possibilità di appello. (Continua a leggere dopo la foto)

Platea da 40 miliardi

La corsa verso questo click day coinvolgerà oltre 40 miliardi di potenziali crediti fiscali. Sono le detrazioni relative al superbonus maturate nel corso del 2023 che, in gran parte, fanno riferimento a Cilas presentate entro il 17 febbraio del 2023. In gran parte rischiano di non accedere alla cessione: a quel punto, l’unica strada sarà quella della detrazione con il rischio di non avere liquidità per far avanzare i cantieri.

L’allarme dei commercialisti

I molti problemi di questa fase sono stati evidenziati da una lettera del presidente del Consiglio nazionale dei commecialisti, Elbano de Nuccio, inviata il 2 aprile al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e al suo vice, Maurizio Leo. Per non penalizzare migliaia di contribuenti, bisognerà intervenire in corso di conversione del provvedimento. Sono soprattutto tre gli aspetti che preoccupano il Consiglio nazionale. In primo luogo, lo stop alla remissione in bonis, diventata impossibile per le opzioni successive al 4 aprile. Collegata a questa criticità, è altrettanto problematica la norma, già analizzata prima, che impedisce «la mera sostituzione delle comunicazioni inviate dal 1° al 4 aprile». Una scelta che – secondo la lettera dei commercialisti – «crea le condizioni per cui molti contribuenti perdano le agevolazioni». Infine, il blocco delle Cilas dormienti rischia di vanificare il legittimo affidamento di chi aveva pensato di avviare i lavori con cessione e sconto.

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Canone Rai 2024, scadono i tempi per presentare la domanda di esenzione: chi ne ha diritto e come richiederla https://www.business.it/canone-rai-2024-scadono-i-tempi-per-presentare-la-domanda-di-esenzione-chi-ne-ha-diritto-e-come-richiederla/ Tue, 02 Apr 2024 14:03:11 +0000 https://www.business.it/?p=136338 Tempo quasi scaduto per richiedere l’esenzione dal pagamento del canone Rai, una delle tasse da sempre più discusse nel nostro Paese. Entro la fine di aprile, i beneficiari di eventuali agevolazioni dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate la propria posizione, evitando così che scatti l’addebito automatico in bolletta. La data da segnarsi in rosso è quella… Leggi tutto »Canone Rai 2024, scadono i tempi per presentare la domanda di esenzione: chi ne ha diritto e come richiederla

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Tempo quasi scaduto per richiedere l’esenzione dal pagamento del canone Rai, una delle tasse da sempre più discusse nel nostro Paese. Entro la fine di aprile, i beneficiari di eventuali agevolazioni dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate la propria posizione, evitando così che scatti l’addebito automatico in bolletta. La data da segnarsi in rosso è quella del 30 aprile, alla quale faranno seguito le scadenze del 31 luglio e del 31 ottobre (per il pagamento trimestrale). Ma a chi spetta l’esonero dal pagamento? Presto detto.

Chi è esonerato dal canone Rai e come presentare l’esenzione

I cittadini che hanno compiuto 75 anni, con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio (fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti), possono presentare una dichiarazione sostitutiva attestando di essere in possesso dei requisiti per l’esonero. L’agevolazione compete se nell’abitazione di residenza sono presenti uno o più apparecchi televisivi, mentre non può essere fatta valere se la tv si trova in un luogo diverso da quello di residenza. L’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75° anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso, altrimenti solo per il secondo semestre. I soggetti che hanno già presentato la dichiarazione sostitutiva, se le condizioni di esenzione permangono, possono continuare a beneficiare dell’agevolazione anche nelle annualità successive, senza procedere alla presentazione di nuove dichiarazioni.

Chi ha pagato il canone Rai pur essendo esentato, può chiedere il rimborso attraverso un apposito modello che contiene anche la dichiarazione sostitutiva attestante la sussistenza delle condizioni e dei requisiti che danno diritto all’esenzione. In alternativa, se il canone non dovuto è stato versato mediante la bolletta elettrica, è possibile richiedere il rimborso, dopo aver presentato la dichiarazione sostitutiva che attesta il possesso dei requisiti, utilizzando lo specifico modello – pdf – che può essere trasmesso anche on line – indicando la causale 1. Dichiarazione sostitutiva e richiesta di rimborso possono essere spedite a mezzo del servizio postale in plico raccomandato, senza busta, al seguente indirizzo: Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio Canone TV – Casella postale 22 – 10121 Torino (in tal caso va allegata copia di un valido documento di riconoscimento). In alternativa, possono essere trasmesse via mail, firmate digitalmente, tramite posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected]. Possibile, infine, consegnarle presso un qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate.

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Morto Roberto Bertazzoni, re degli elettrodomestici Smeg https://www.business.it/morto-roberto-bertazzoni-re-degli-elettrodomestici-smeg/ Tue, 02 Apr 2024 08:28:01 +0000 https://www.business.it/?p=136323 Il mondo degli elettrodomestici ha perso uno dei suoi pilastri più influenti: Roberto Bertazzoni, noto come il re degli elettrodomestici, ci ha lasciati sabato sera all’età di 81 anni. La notizia ha colpito profondamente il settore e chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo o di essere stato toccato dal suo lavoro. La vita di… Leggi tutto »Morto Roberto Bertazzoni, re degli elettrodomestici Smeg

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Il mondo degli elettrodomestici ha perso uno dei suoi pilastri più influenti: Roberto Bertazzoni, noto come il re degli elettrodomestici, ci ha lasciati sabato sera all’età di 81 anni. La notizia ha colpito profondamente il settore e chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo o di essere stato toccato dal suo lavoro.

La vita di Bertazzoni è stata caratterizzata da un impegno incessante verso l’innovazione e la qualità. Figlio di Vittorio Bertazzoni, fondatore della Smeg nel 1948, Roberto ha trasformato l’azienda di famiglia in una multinazionale di successo. La Smeg, acronimo di Smalterie Metallurgiche Emiliane Guastalla, è diventata un simbolo di eccellenza nella produzione di elettrodomestici, dalla sua prima cucina, l’Elisabeth del 1955, a lavastoviglie e lavabiancheria. Questi prodotti non hanno solo rivoluzionato le cucine in tutto il mondo ma hanno anche contribuito a quella che i sociologi hanno definito “la rivoluzione candida”, facilitando l’emancipazione femminile riducendo il carico di lavoro domestico.

Sotto la guida di Bertazzoni, la Smeg ha visto una crescita esponenziale, impiegando oggi 2.600 persone e vantando cinque stabilimenti in Italia, con un giro d’affari che supera i 900 milioni di euro annui. La sua visione non si è limitata all’espansione aziendale; Bertazzoni ha infatti introdotto una forte componente di design negli elettrodomestici. Dalla metà degli anni Ottanta, ha collaborato con architetti e designer di fama mondiale per rinnovare l’estetica dei prodotti Smeg, tra cui il famoso frigorifero con linee vintage ispirate agli anni Cinquanta, arricchito da un logo creato da Franco Maria Ricci e progetti di Renzo Piano.

L’innovativo approccio di Bertazzoni non si è fermato alla produzione e al design. Nel 1979, fece una mossa audace associando il marchio Smeg alla Ferrari, sponsorizzando il team durante gli anni di Gilles Villeneuve. Questa partnership ha segnato un’epoca e ha dimostrato la sua capacità di pensare oltre i confini tradizionali dell’industria degli elettrodomestici.

Roberto Bertazzoni, nato a Guastalla nel 1942, oltre a essere una figura di spicco nel mondo industriale, ha avuto una vita ricca di riconoscimenti, tra cui la nomina a Cavaliere della Repubblica nel 1993 dal presidente Scalfaro, che ha lodato non solo la qualità e l’innovazione dei suoi prodotti ma anche il distinto stile italiano che essi rappresentano. Laureato in Economia e Commercio, ha vissuto a Parma e ha servito con distinzione in consigli di amministrazione di prestigio, come quello di Mediobanca.

La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di coloro che lo conoscevano e nel settore che ha così profondamente influenzato. Smeg continua a essere un leader nel mondo degli elettrodomestici, un testimone duraturo dell’eredità di Roberto Bertazzoni, ora guidata dal figlio Vittorio. La sua visione, il suo impegno per l’eccellenza e il suo spirito innovativo saranno sempre ricordati.

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Bollette, rincari ad aprile: nuovo peso per le famiglie italiane https://www.business.it/bollette-rincari-ad-aprile-nuovo-peso-per-le-famiglie-italiane/ Tue, 02 Apr 2024 07:44:45 +0000 https://www.business.it/?p=136314 Il mese di aprile porta con sé una serie di novità per quanto riguarda le bollette energetiche degli italiani. Mentre i bonus sociali per l’elettricità e il gas tornano al regime ordinario, si prevedono anche nuovi rincari che potrebbero incidere sulle finanze delle famiglie italiane.Leggi anche: Bollette, ecco il motore di ricerca Arera: tutte le istruzioni per tornare… Leggi tutto »Bollette, rincari ad aprile: nuovo peso per le famiglie italiane

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Il mese di aprile porta con sé una serie di novità per quanto riguarda le bollette energetiche degli italiani. Mentre i bonus sociali per l’elettricità e il gas tornano al regime ordinario, si prevedono anche nuovi rincari che potrebbero incidere sulle finanze delle famiglie italiane.
Leggi anche: Bollette, ecco il motore di ricerca Arera: tutte le istruzioni per tornare dal mercato libero al tutelato

Ritorno al Regime Ordinario per i Bonus Sociali

Una delle principali novità riguarda il ritorno al regime ordinario per i bonus sociali sull’elettricità e il gas. Questi bonus consentono agli utenti domestici e non domestici in condizioni economicamente svantaggiate di usufruire di uno sconto in bolletta. Tuttavia, con il nuovo aggiornamento, i requisiti per ottenere tali benefici tornano ai livelli precedenti: la soglia ISEE per accedere al bonus sociale luce e gas è fissata a 9.530 euro, con un ulteriore aumento a 20.000 euro per le famiglie più numerose con più di tre figli.

Questa decisione segna un cambiamento rispetto all’anno precedente, quando la platea dei beneficiari era stata temporaneamente ampliata, consentendo a un numero maggiore di famiglie di accedere ai bonus. Tuttavia, con il ritorno al regime ordinario, si torna a un più stretto monitoraggio delle condizioni economiche dei richiedenti.

Rincari in Bolletta: Maggiori Oneri per le Famiglie

Oltre al ritorno al regime ordinario per i bonus sociali, si prevedono anche diversi rincari in bolletta che potrebbero impattare sul bilancio delle famiglie italiane. Tra i maggiori oneri si segnalano gli incentivi per le energie rinnovabili, che comportano un aumento del costo dell’energia elettrica.

Secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana, la spesa in bolletta di una famiglia tipo potrebbe aumentare fino al 17%, con un incremento di circa 3 centesimi al kWh più le tasse. In particolare, la componente destinata agli incentivi per le rinnovabili e altre agevolazioni aumenta del 26%, portando l’aumento complessivo delle due voci a circa il 19%, pari a circa 4,2 centesimi al kWh IVA inclusa.

Impatto Finanziario sulle Famiglie Italiane

L’incremento delle tariffe energetiche potrebbe comportare un impatto significativo sulle finanze delle famiglie italiane. Con un aumento medio di circa 100 euro all’anno, molte famiglie potrebbero trovarsi di fronte a una maggiore pressione finanziaria, soprattutto considerando il contesto economico attuale caratterizzato da inflazione e crescente costo della vita.

Il mese di aprile porta con sé una serie di cambiamenti significativi per le bollette energetiche degli italiani. Mentre i bonus sociali per l’elettricità e il gas tornano al regime ordinario, si prevedono anche nuovi rincari che potrebbero incidere sulle finanze delle famiglie italiane. È importante che le famiglie monitorino attentamente i loro consumi energetici e pianifichino il bilancio familiare in modo da affrontare al meglio queste nuove sfide economiche.

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Problemi per i clienti BNL oggi, svuotati diversi conti: “La banca addebita pagamenti mai fatti” https://www.business.it/problemi-per-i-clienti-bnl-oggi-svuotati-diversi-conti-la-banca-addebita-pagamenti-mai-fatti/ Sat, 30 Mar 2024 11:05:39 +0000 https://www.business.it/?p=136251 Momenti di panico per tanti utenti che hanno il conto con BNL. Alcuni conti correnti si sono visti decurtare il loro saldo con movimenti mai fatti. Preso d’assalto il numero verde che al momento segnala una anomalia in corso con addebiti multipli erronei. Il racconto di un cliente: “Questa mattina ho preso il telefono, aperto l’app e visto che… Leggi tutto »Problemi per i clienti BNL oggi, svuotati diversi conti: “La banca addebita pagamenti mai fatti”

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Momenti di panico per tanti utenti che hanno il conto con BNL. Alcuni conti correnti si sono visti decurtare il loro saldo con movimenti mai fatti. Preso d’assalto il numero verde che al momento segnala una anomalia in corso con addebiti multipli erronei.

Il racconto di un cliente: “Questa mattina ho preso il telefono, aperto l’app e visto che qualcosa non andava. Quando ho controllato ho visto che erano passati pagamenti molteplici volte”, ha spiegato. “Sull’app infatti sono comparsi addebiti ripetuti della stessa cifra per una singola operazione. Marco doveva pagare la rata della macchina pari a 390 euro, “è passata dieci volte, questo pagamento continuo mi ha prosicugato il conto, per un totale di 5000 euro”. Non è l’unico, i problemi sembrano essere iniziati ieri, e stanno continuando questa mattina, 30 marzo.

“Credo che il problema sia nazionale perché ho sentito diversi colleghi in tutta Italia e mi hanno confermato che anche loro stanno avendo gli stessi problemi”, ha aggiunto l’uomo. “A un amico è successa la stessa cosa per 3000 euro, e un altro, invece, ha visto ripetere i pagamenti per un valore di 10.000 euro”. Sui social si stanno accumulando le segnalazioni degli utenti che hanno riscontrato lo stesso problema legato all’addebito dei pagamenti. Molti hanno provato a contattare il servizio clienti senza successo, le telefonate infatti non sono partite, molto probabilmente si tratta di un problema di linea.

“Si tratta di un’anomalia tecnica”, ha spiegato il portavoce di Bnl, “abbiamo capito qual è il problema, siamo di fronte a un’anomalia procedurale in fase di risoluzione. I clienti non corrono nessun rischio di perdere i soldi.”

banca

Diverse le cifre in questione a partire da poche decine di euro fino a diverse centinaia. La Banca BNL comunque segnala che i loro tecnici sono già al lavoro e hanno già individuato l’anomalia e quindi la soluzione relativa al problema. Gli utenti hanno cercato di contattare subito il servizio clienti per capire cosa stesse succedendo. “Noi non stiamo riuscendo a contattare nessuno, abbiamo cercato il numero quando abbiamo visto i pagamenti ripetuti, ma quando abbiamo chiamato il call center ci siamo accorti che non partiva proprio la telefonata”, ha raccontato un cliente della banca. Abbiamo provato a chiamare anche noi il numero verde riscontrando lo stesso problema, molto probabilmente le linee sono intasate.

Al momento non è chiara la natura del disservizio, Bnl ha comunicato sulla sua pagina Facebook: “Potresti riscontrare anomalie sui movimenti di conto corrente. Non è necessario chiamare il Servizio Clienti, stiamo già lavorando per ripristinare la situazione corretta nel più breve tempo possibile. Ci scusiamo per il disagio.”

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Pensioni aprile, pagamenti dal 2: trattenute e conguagli, nuova Irpef, addizionali regionali e comunali https://www.business.it/pensioni-aprile-pagamenti-ritardo/ Fri, 29 Mar 2024 10:18:56 +0000 https://www.business.it/?p=136204 Sono in arrivo i pagamenti delle pensioni di aprile, anche se con un lieve ritardo. Infatti, l’accredito dell’assegno avverrà con l’arrivo del primo giorno bancabile del mese, ovvero martedì 2 aprile, visto che l’1 aprile è un festivo, ossia Pasquetta. Ad ogni modo, il cedolino della pensione è già accessibile tramite servizio online. Si tratta del documento… Leggi tutto »Pensioni aprile, pagamenti dal 2: trattenute e conguagli, nuova Irpef, addizionali regionali e comunali

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pensioni aprile pagamenti ritardo

Sono in arrivo i pagamenti delle pensioni di aprile, anche se con un lieve ritardo. Infatti, l’accredito dell’assegno avverrà con l’arrivo del primo giorno bancabile del mese, ovvero martedì 2 aprile, visto che l’1 aprile è un festivo, ossia Pasquetta. Ad ogni modo, il cedolino della pensione è già accessibile tramite servizio online. Si tratta del documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’Inps e di conoscere le ragioni per cui l’importo può variare. Ma vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere.
Leggi anche: Pensioni, ad aprile 2024 nessuna bella sorpresa
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Le spiegazioni dell’Inps sulle pensioni di aprile

L’Inps spiega che, a fine del 2023, è stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali applicate nel corso dell’anno di imposta (Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate. Se nel corso del 2023 sulla pensione sono state applicate mensilmente ritenute erariali in misura inferiore a quanto dovuto su base annua, l’Istituto di previdenza sociale ha provveduto a recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e di febbraio 2024, trattenendo il debito anche fino alla capienza totale dell’importo del rateo pensionistico in pagamento.

Qualora i ratei di pensione di gennaio e di febbraio 2024 siano risultati insufficienti per il recupero totale, l’Inps prosegue con le trattenute sui ratei mensili successivi fino ad estinzione del debito. Solo nel caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per il quali il ricalcolo delle ritenute erariali ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene comunque estesa fino alla mensilità di novembre.

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, anche sul rateo di aprile, oltre all’Irpef mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2023. Le addizionali regionali e comunali vengono recuperate in 11 rate, da gennaio a novembre dell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2024. Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

Il calendario dei pagamenti

Per l’accredito che parte il 2 aprile, chi ritira la pensione in contanti alla Posta dovrà rispettare il calendario in ordine alfabetico. Poste Italiane ricorda anche che i titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti dagli 8.000 Atm Postamat in Italia, senza bisogno di recarsi allo sportello. Tutti i pensionati che intendono ritirare i contanti allo sportello potranno invece presentarsi in uno dei 12.800 Uffici Postali su tutto il territorio nazionale dal 2 al 5 aprile. Ecco il calendario nel dettaglio: dalla A alla C: 2 aprile; dalla D alla K: 3 aprile; dalla L alla P: 4 aprile; dalla Q alla Z: 5 aprile.
Leggi anche: Più ricche le pensioni di aprile 2024: ecco perché

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Smart working in Italia, le nuove regole in vigore dal 1 aprile https://www.business.it/smart-working-in-italia-le-nuove-regole-in-vigore-dal-1-aprile/ Thu, 28 Mar 2024 15:17:57 +0000 https://www.business.it/?p=136184 Dall’1 aprile in Italia scadono le procedure semplificate sullo smart wokring per i lavoratori fragili e i genitori di figli sotto i 14 anni. Sarà ancora possibile, invece, contrattare accordi individuali tra azienda e lavoratori che prevedano il lavoro da remoto. Leggi anche: Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: chi può richiederlo e… Leggi tutto »Smart working in Italia, le nuove regole in vigore dal 1 aprile

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Dall’1 aprile in Italia scadono le procedure semplificate sullo smart wokring per i lavoratori fragili e i genitori di figli sotto i 14 anni. Sarà ancora possibile, invece, contrattare accordi individuali tra azienda e lavoratori che prevedano il lavoro da remoto.
Leggi anche: Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: chi può richiederlo e cosa prevede

Le nuove regole per lo smart working

L’Italia dice addio al regime emergenziale. Da lunedì primo aprile, che quest’anno coincide con il Lunedì dell’Angelo, scadranno tutte le prerogative dettate dall’emergenza sanitaria Covid. È fallito, in sostanza, il tentativo di protrarre tutto a giugno o al 31 dicembre tramite il Milleproroghe come si era paventato.

I lavoratori fragili e coloro che hanno figli sotto i 14 anni non potranno più godere del lavoro agile. Un ritorno alla normalità che più volte era stato ribadito come priorità dal governo Meloni. Che guida il governo di uno Stato fanalino di coda in materia.

Cosa succede ai lavoratori del settore privato

Fino al 31 marzo lo smart working semplificato poteva essere richiesto da dipendenti del settore privato con figli under 14. A meno che il nucleo familiare non includesse già un altro genitore non lavoratore. O che beneficiasse di strumenti di sostegno al reddito riconosciuti in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa. Oppure che non ci fossero lavoratori fragili con apposita certificazione medica per dimostrare la maggiore esposizione ai rischi da Covid. Con il venir meno di qualsiasi criterio di priorità nell’accesso al lavoro agile, per queste categorie di lavoratori e lavoratrici tornerà a essere centrale l‘accordo tra datore di lavoro e dipendente.

Come funzionerà la contrattazione individuale

Per poter continuare a godere del diritto di lavorare da remoto, i dipendenti dovranno negoziare l’accordo con il datore di lavoro. Ai sensi dell’articolo 19 della legge n. 81/2017, quest’ultimo dovrà effettuare le comunicazioni telematiche necessarie per attivarlo. In caso di ritardi si rischiano sanzioni amministrative che potrebbero arrivare fino a 500 euro.

I dipendenti pubblici

Per la pubblica amministrazione il lavoro agile per i fragili si è già concluso il 31 dicembre. Ma restano valide le misure previste dalla direttiva siglata dal ministro Paolo Zangrillo il 29 dicembre 2023. Il provvedimento prevede che il dirigente responsabile, nell’ambito dell’organizzazione di ciascuna amministrazione, può “individuare le misure organizzative necessarie. Attraverso gli accordi individuali per la salvaguardia dei soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute” attraverso lo svolgimento della prestazione in modalità agile. Cambia quindi il paradigma, non c’è più un diritto del lavoratore agile a godere di una condizione particolare. Si crea un dovere per i dirigenti di adoperarsi affinché ci siano le misure più adeguate a garantire la protezione del dipendente. Al centro di ogni decisione resta però la necessità di considerare l’impatto che il lavoro agile ha sia sulla qualità che sulla continuità del servizio pubblico.

Il nodo delle tempistiche

Con la fine della pandemia molti cittadini hanno ricominciato a frequentare gli uffici pubblici, con il conseguente aumento dei tempi di attesa agli sportelli. La Cgia di Mestre ha evidenziato come nel corso del 2023 la presenza di oltre 500mila dipendenti pubblici in smart working, congiuntamente ai pensionamenti effettuati nella Pa, senza avere ricambio generazionale, ha portato a una progressiva riduzione della produttività di molte amministrazioni pubbliche che restano sotto soglia.

L’Italia è isolata nell’abbandono dello smart working

Se l’Italia elimina il lavoro agile, il trend globale mostra un tendenza all‘incremento di questa modalità di lavoro. Secondo i dati del Report del Politecnico di Milano intitolato “Smart Working: gli impatti su organizzazione e società”, pubblicato a novembre 2023, i lavoratori da remoto sono cresciuti, toccando quota 3,585 milioni, si parla del 541% in più rispetto al pre Covid. L’esempio è portato avanti dalle grandi imprese, dove ne ha usufruito oltre un lavoratore su due. Nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia.

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Mondo Convenienza, prodotti non completi e reclami ostacolati: maxi multa di 3,2 mln dell’Antitrust https://www.business.it/mondo-convenienza-prodotti-non-completi-e-reclami-ostacolati-maxi-multa-di-32-mln-dellantitrust/ Thu, 28 Mar 2024 13:52:43 +0000 https://www.business.it/?p=136181 L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha fatto una multa da oltre tre milioni (per la precisione 3 milioni e 200 mila euro) a Iris Mobili Srl, titolare del marchio «Mondo Convenienza». La società ha adottato condotte illecite nelle fasi di consegna e di montaggio dei mobili e degli arredi e ha ostacolato i… Leggi tutto »Mondo Convenienza, prodotti non completi e reclami ostacolati: maxi multa di 3,2 mln dell’Antitrust

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha fatto una multa da oltre tre milioni (per la precisione 3 milioni e 200 mila euro) a Iris Mobili Srl, titolare del marchio «Mondo Convenienza». La società ha adottato condotte illecite nelle fasi di consegna e di montaggio dei mobili e degli arredi e ha ostacolato i consumatori nella fruizione dei servizi post-vendita. Lo rende noto l’Antitrust in un comunicato. 
Leggi anche: “Condannata”: Chiara Ferragni, multa da un milione di euro. Cosa ha fatto

La nota dell’Antitrust su Mondo Convenienza

In una nota si legge che “la società ha adottato condotte illecite nelle fasi di consegna e di montaggio dei mobili e degli arredi e ha ostacolato i consumatori nella fruizione dei servizi post-vendita. Pur consapevole dell’elevato numero di consegne di prodotti non completi e non corrispondenti agli ordini o non in perfette condizioni di utilizzo – si legge nel comunicato dell’Antitrust – la società non ha adottato comportamenti idonei a risolvere questi problemi”.

Antitrust spiega inoltre che la società titolare del marchio Mondo Convenienza “ha ostacolato i diritti dei consumatori prevedendo tempistiche ristrette per il reclamo e limitazioni al diritto di ottenere la sostituzione dei prodotti stessi o la restituzione di quanto pagato. In questo modo, Mondo Convenienza ha limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori”. Infrazioni che riguardano “un’importante fase del rapporto di consumo ovvero l’esatta esecuzione del contratto di compravendita; in particolare la consegna completa e corretta del bene acquistato, la prestazione del servizio di assistenza post-vendita, il rimborso in caso di recesso e la previsione di misure compensative per i disagi subiti dai consumatori”.

Mondo Convenienza risponde: “Operato corretto”

Mondo Convenienza da parte sua fa sapere di prendere atto della sanzione arrivata “nonostante siano stati forniti, con grande impegno e con spirito di collaborazione, tutti gli elementi necessari a dimostrare la correttezza del proprio operato”. “Il gruppo – aggiunge la società – ribadisce di avere già adottato ulteriori misure destinate a garantire servizi di qualità ancora maggiore e a soddisfare le richieste dei clienti, in linea con i principi di lealtà e trasparenza che da sempre ispirano l’attività”.

La nota dell’Unione per la difesa dei consumatori

“Accogliamo con soddisfazione l’azione dell’Autorità nei confronti di Mondo Convenienza. La sanzione di oltre 3 milioni di euro rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro le pratiche commerciali sleali ed è un chiaro monito per tutte le aziende: il rispetto dei consumatori non è negoziabile quando si parla di garantire giustizia ed equità nel mercato”. Questo, in una nota, il pensiero di Martina Donini, presidente nazionale Udicon – Unione per la difesa dei consumatori.  “Questa sanzione rappresenta una risposta decisa a una serie di comportamenti scorretti da parte dell’azienda, che ha compromesso l’esperienza di acquisto dei consumatori. Questi comportamenti includono la mancata risoluzione dei problemi legati alle consegne di prodotti incompleti o non conformi agli ordini, nonché il mancato rispetto dei diritti dei consumatori, attraverso l’imposizione di restrizioni temporali stringenti per la presentazione dei reclami e limitazioni nel processo di sostituzione o rimborso dei prodotti difettosi. Tale mancanza di diligenza professionale da parte dell’azienda viola palesemente la normativa prevista dal Codice del Consumo”, ha aggiunto.
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Formaggio vegetale ritirato dal commercio, allergeni non dichiarati in etichetta https://www.business.it/formaggio-vegetale-ritirato-commercio/ Wed, 27 Mar 2024 16:41:10 +0000 https://www.business.it/?p=136147 Ennesimo allarme alimentare scattato in Italia. Mercoledì 27 marzo, il ministero della Salute ha diffuso sul proprio sito internet diversi nuovi avvisi di richiamo, nella sezione dedicata ai ritiri alimentari. I prodotti segnalati stavolta sono tre, tutti della stessa azienda, venduti come formaggio vegetale. Il motivo del ritiro dal mercato è presenza di allergeni non dichiarati in etichetta.Leggi anche:… Leggi tutto »Formaggio vegetale ritirato dal commercio, allergeni non dichiarati in etichetta

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formaggio vegetale ritirato commercio

Ennesimo allarme alimentare scattato in Italia. Mercoledì 27 marzo, il ministero della Salute ha diffuso sul proprio sito internet diversi nuovi avvisi di richiamo, nella sezione dedicata ai ritiri alimentari. I prodotti segnalati stavolta sono tre, tutti della stessa azienda, venduti come formaggio vegetale. Il motivo del ritiro dal mercato è presenza di allergeni non dichiarati in etichetta.
Leggi anche: Barrette Multicereali ritirate dal commercio per presenza di infestanti: avviso del Ministero

I lotti ritirati dal commercio

Il primo dei tre prodotti è venduto in confezioni da 150 grammi e con denominazione Mezzarè a marchio ‘Fermaggio’. Il nome del produttore è Rondina’s food srls con sede in via dell’Artigianato 3, 00033, Cave, in provincia di Roma. I lotti sottoposti a richiamo sono L0000882, L0000893, L0000893D, L0000901, L0000901D, L0000909, L0000919, L0000927, L0000927D, L0000933, L0000933, L0000942, L0000945, L0000947, L0000949, L0000958, L0000958D.

Lo stesso marchio e lo stesso produttore presentano anche gli altri prodotti sottoposti a richiamo alimentare. Il secondo è Straccella, venduto in confezione da 140 grammi. I lotti ritirati sono L0000911, L0000921, L0000930, L0000944, L0000951, L0000960. L’ultimo prodotto è l’Affumicata, venduto in confezioni da 150 grammi. I lotti ritirati sono L0000882, L0000893, L0000893D, L0000901, L0000901D, L0000909, L0000919, L0000927, L0000927D, L0000933, L0000933, L0000942, L0000945, L0000947, L0000949, L0000958, L0000958D.

Come appena accennato, il motivo del ritiro dei tre prodotti è la presenza di allergeni non dichiarati in etichetta. In modo particolare, si tratta di sesamo e senape. Il consiglio che il ministero della Salute rivolge ai consumatori allergici a questi due allergeni è quello di non consumare assolutamente i prodotti oggetto dei tre ritiri e di riportarli presso il punto vendita dove sono stati acquistati per la sostituzione o il rimborso.
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Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: chi può richiederlo e cosa prevede https://www.business.it/bonus-matrimonio-religioso-chiesa/ Wed, 27 Mar 2024 12:48:32 +0000 https://www.business.it/?p=136126 In questi giorni è in discussione alla Camera dei deputati una nuova proposta di legge della Lega di Matteo Salvini che contiene un emendamento che riguarda un bonus per i matrimoni religiosi. Lo scopo è quello di aiutare le coppie under 35 che decidono di sposarsi in chiesa non solo dal punto di vista economico. Ma ecco chi… Leggi tutto »Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: chi può richiederlo e cosa prevede

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bonus matrimonio religioso chiesa

In questi giorni è in discussione alla Camera dei deputati una nuova proposta di legge della Lega di Matteo Salvini che contiene un emendamento che riguarda un bonus per i matrimoni religiosi. Lo scopo è quello di aiutare le coppie under 35 che decidono di sposarsi in chiesa non solo dal punto di vista economico. Ma ecco chi può richiederlo e cosa prevede.
Leggi anche: Superbonus, nuova stretta del Governo: stop agli sconti

Cosa è il bonus matrimonio

Il bonus per il matrimonio religioso che si svolge in chiesa è una detrazione sull’imposta lorda IRPEF del 20%, che potrebbe essere riconosciuta nella dichiarazione dei redditi per le spese documentate legate a questa celebrazione. Il bonus, che come appena accennato è dedicato alle coppie di under 35, permetterebbe di detrarre spese come l’addobbo floreale, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, il servizio di acconciatura e il servizio fotografico.
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Chi ne ha diritto

Secondo quanto si legge nell’AC n. 97, questo bonus spetterebbe alle coppie di non meno di 35 anni di età che contraggono matrimonio religioso e che sono in possesso di: cittadinanza italiana da almeno 10 anni; un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), riferito al reddito dichiarato all’anno precedente, non superiore a 23.000 euro a coppia, ovvero non superiore a 11.500 euro a persona.

Come funziona il bonus matrimonio

La detrazione del bonus per il matrimonio religioso funziona come ‘sconto’ sull’IRPEF dovuta, che viene riconosciuto in fase di dichiarazione dei redditi. Nel caso specifico, la detrazione proposta del 20% viene calcolata sull’importo massimo di 20.000 euro da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. Queste spese potrebbero poi essere ‘scaricate’ nella dichiarazione dei redditi (come già avviene per le spese detraibili nel modello 730 2024). Ai fini del riconoscimento del bonus è necessario effettuare i pagamenti delle spese con bonifico oppure con carta di debito o di credito. Non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Quando arriva

Il bonus matrimonio religioso entrerà in vigore in maniera strutturale non appena la proposta di legge AC n. 97 sarà approvata dai due rami del Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
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Le nuove frontiere dell’e-commerce: tendenze e tecnologie emergenti https://www.business.it/le-nuove-frontiere-delle-commerce-tendenze-e-tecnologie-emergenti/ Wed, 27 Mar 2024 11:42:22 +0000 https://www.business.it/?p=136115 Nel corso degli ultimi anni, il panorama economico ha subito profonde trasformazioni, iniziate con l’avvento della rivoluzione digitale, l’irruzione della pandemia da Covid-19 e ora accentuate dall’instabilità socio-politica globale. Tutti questi cambiamenti hanno avuto un impatto significativo sull’e-commerce, portandolo a un’espansione e un’evoluzione, stimolato dai cambiamenti sociali e quindi della clientela di riferimento che ad… Leggi tutto »Le nuove frontiere dell’e-commerce: tendenze e tecnologie emergenti

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Nel corso degli ultimi anni, il panorama economico ha subito profonde trasformazioni, iniziate con l’avvento della rivoluzione digitale, l’irruzione della pandemia da Covid-19 e ora accentuate dall’instabilità socio-politica globale.

Tutti questi cambiamenti hanno avuto un impatto significativo sull’e-commerce, portandolo a un’espansione e un’evoluzione, stimolato dai cambiamenti sociali e quindi della clientela di riferimento che ad oggi è molto diversa da qualche anno fa.

Anche gli strumenti tecnologici sono mutati e hanno fornito nuove possibilità, come ad esempio l’uso sempre più ampio di un gestionale per e-commerce, al fine di rispondere con prontezza alle mutevoli esigenze del mercato.

In questo articolo, approfondiremo quindi quali sono le ultime tendenze e le tecnologie in merito al mondo dello shopping online, così da fare una piccola previsione di quale sarà il futuro del settore.

Dal post-pandemia ad oggi: come sta cambiando la società degli acquisti online

Il mondo degli acquisiti ha già avuto un suo primo mutamento qualche anno fa con l’arrivo della rivoluzione digitale, che ha reso computerizzate molte attività quotidiane tra cui lo shopping.

Tutto ciò ha avuto un’enorme spinta in avanti con la pandemia da Covid-19, che ha costretto molte persone a restare a casa e altrettanti esercenti a chiudere momentaneamente le proprie attività.

La possibilità di fare compravendita sul web ha aiutato il mondo in questa occasione, mettendo in risalto tutti i suoi vantaggi sia per gli acquirenti che per gli imprenditori.

Comprare usando solo i propri dispositivi elettronici, senza muoversi da casa, è estremamente comodo e ha spinto tantissime persone a preferire questo nuovo modo. Per le aziende, invece, tutto ciò si traduce in un risparmio, non dovendosi appoggiare a una sede fisica con tutte le sue spese.

Non solo il Covid, ma vi sono stati altri cambiamenti all’interno della società che hanno portato al successo degli e-commerce: primo fra tutti, il nuovo potere di acquisto della Generazione Z.

È evidente che, essendo nati quando la tecnologia ha avuto il suo boom, la Gen Z preferisca tali mezzi ai classici spostamenti tra negozi. Questi sono gli anni in cui loro stanno entrando nel mondo del lavoro, accrescendo quindi il proprio potere di acquisto.

Infine, la sostenibilità economica e ambientale sta avendo una certa importanza attualmente, diventando uno dei valori principali di molte categorie di compratori che ad oggi preferiscono acquistare da aziende che abbiano a cuore il voler evitare sprechi.

Le risposte aziendali a queste richieste

Da una prima analisi, è emerso in che modo le aziende stiano rispondendo a tutte queste nuove esigenze: oltre che implementare i propri e-commerce, ci sono state delle prime evoluzioni in merito.

Nel campo del marketing, ad esempio, si assiste a una maggiore personalizzazione delle comunicazioni e all’esplorazione di nuovi canali pubblicitari, come l’Audio Advertising e la Connected TV.

Parallelamente, nell’ambito dei pagamenti, si osserva un’evoluzione verso soluzioni più flessibili e immediate, come il Buy Now Pay Later, per ridurre il tasso di abbandono dei carrelli e migliorare la fidelizzazione del cliente.

In termini logistici, l’attenzione si concentra sull’ottimizzazione dei processi e sull’implementazione di pratiche sostenibili, come l’utilizzo di veicoli elettrici per la distribuzione last mile.

Infine, nel customer care, si nota una trasformazione del ruolo, da centro di costo a fonte di valore, grazie all’impiego di tecnologie avanzate per migliorare l’esperienza del cliente.

L’influenza delle nuove tecnologie

L’impatto delle nuove tecnologie sull’eCommerce è notevole, in quanto ha ridefinito radicalmente il panorama degli acquisti.

Una delle tendenze più significative è l’adozione della “piattaforma headless”, che separa il backend dall’interfaccia utente, permettendo una gestione più flessibile e una personalizzazione dei servizi.

È proprio la personalizzazione dell’esperienza di acquisto ad essere sempre più rilevante, supportata dall’impiego di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale.

La realtà aumentata e virtuale stanno diventando popolari per offrire esperienze immersive agli utenti, ma avrà ancora bisogno di un pochino di tempo per essere ottimizzata.

Anche la logistica e la spedizione sono fondamentali ad oggi, con la necessità di soddisfare le aspettative dei clienti in merito a precisione e velocità, e richiedono quindi alte tecnologie interne all’impresa per ottimizzare la gestione del processo.

Infine, la sicurezza dei dati e l’affidabilità delle consegne sono prioritari nell’acquisto online ed è importante che le aziende investano in queste tecnologie per garantire la risposta alle esigenze.

Il supporto dei gestionali per e-commerce

Date tutte queste nuove necessità da parte del cliente medio, sempre più aziende stanno riconoscendo il valore dei gestionali per e-commerce per migliorare le prestazioni del proprio store online.

Questi strumenti consentono infatti di automatizzare processi cruciali come l’aggiornamento dei prezzi e delle schede prodotto, la gestione degli ordini e l’importazione delle merci dal sito.

Tutto ciò, in definitiva, semplifica notevolmente la gestione del negozio sul web, consentendo di conseguenza agli imprenditori di concentrarsi maggiormente sull’espansione del proprio business e sull’offerta di un’esperienza di acquisto ottimizzata ai clienti.

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Superbonus, nuova stretta del Governo: stop agli sconti https://www.business.it/superbonus-nuova-stretta-del-governo-stop-agli-sconti/ Wed, 27 Mar 2024 07:34:57 +0000 https://www.business.it/?p=136088 Il governo Meloni contro il Superbonus compie una mossa decisa per rafforzare la sicurezza dei conti pubblici. Introduce un nuovo decreto che pone fine all’era dei benefici fiscali connessi al Superbonus, specificando il 4 aprile 2024 come data limite per la presentazione delle comunicazioni relative agli sconti in fattura e alle cessioni di crediti per… Leggi tutto »Superbonus, nuova stretta del Governo: stop agli sconti

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Il governo Meloni contro il Superbonus compie una mossa decisa per rafforzare la sicurezza dei conti pubblici. Introduce un nuovo decreto che pone fine all’era dei benefici fiscali connessi al Superbonus, specificando il 4 aprile 2024 come data limite per la presentazione delle comunicazioni relative agli sconti in fattura e alle cessioni di crediti per l’anno 2023. Questo provvedimento segna anche il termine per l’uso della compensazione dei bonus edilizi per coloro che hanno debiti con l’Erario, e stabilisce che l’omessa trasmissione di informazioni su interventi già avviati sarà punita con una sanzione di 10 mila euro.
Leggi anche: Case Green, l’Italia ha 2 anni per adeguarsi alle direttive Ue

Stop agli sconti in fattura

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha enfatizzato l’importanza di eliminare “ogni tipo di sconti in fattura e di cessione di tipologie di credito” per garantire la stabilità finanziaria dello Stato, eliminando anche l’Aiuto alla Crescita Economica (Ace), una misura che offriva sconti fiscali alle imprese che aumentavano il loro capitale. Un’altra vittima del decreto è la possibilità per il Terzo settore e le aree terremotate di beneficiare di certi tipi di cessioni di credito, limitando severamente le opzioni disponibili per queste entità.
Leggi anche: Meteo, l’allerta prosegue anche a Pasqua e Pasquetta: cosa ci aspetta nelle regioni 

Il nuovo regolamento cambia anche le regole per gli investimenti di Transizione 4.0, introducendo l’obbligo di comunicazione preventiva e prevedendo sanzioni per le dichiarazioni tardive. Inoltre, il divieto di cessione del bonus per le barriere architettoniche del 75% diventa più stringente, chiudendo le scappatoie precedentemente sfruttate da enti del Terzo settore e non applicando alle ricostruzioni nelle zone colpite da terremoti.

Data ultima per richiedere lo sconto in fattura il 4 aprile

Il 4 aprile è quindi designato come il giorno finale per la cessione dei crediti, ponendo fine alla possibilità di utilizzare la remissione in bonis, una misura che permetteva di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizi pagando una sanzione di 250 euro oltre il termine normale. Questa decisione mira a fare chiarezza sull’ammontare complessivo delle opzioni esercitate e delle cessioni effettuate entro la fine dell’anno precedente.

L’ultimo report di Enea a febbraio calcola una spesa a carico dello Stato di 144 miliardi di euro per il Superbonus, con un incremento di 7 miliardi rispetto a gennaio, evidenziando l’importanza di questa misura nella finanza pubblica italiana e sottolineando le ragioni dietro le recenti decisioni restrittive.

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Case Green, l’Italia ha 2 anni per adeguarsi alle direttive Ue https://www.business.it/case-green-litalia-ha-2-anni-per-adeguarsi-alle-direttive-ue/ Tue, 26 Mar 2024 15:40:37 +0000 https://www.business.it/?p=136078 Ci sono solo due anni di tempo per adeguarsi alla normativa europea sulle case green. Corsa contro il tempo per l’Italia. È vero, però, che il testo approvato lascia un ampio margine di discrezionalità ai Paesi membri su come raggiungere gli obiettivi. E poi il testo licenziato dalla maggioranza di governo a Bruxelles lascia intendere… Leggi tutto »Case Green, l’Italia ha 2 anni per adeguarsi alle direttive Ue

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Ci sono solo due anni di tempo per adeguarsi alla normativa europea sulle case green. Corsa contro il tempo per l’Italia. È vero, però, che il testo approvato lascia un ampio margine di discrezionalità ai Paesi membri su come raggiungere gli obiettivi. E poi il testo licenziato dalla maggioranza di governo a Bruxelles lascia intendere un approccio morbido. Ma l’obiettivo è sancito e l’Italia dovrà agire.
Leggi anche: Superbonus, brutte notizie per gli italiani: la decisione del governo Meloni

Leggi anche: Come cambieranno i bonus edilizi quando la direttiva Ue Case entrerà in vigore

Le prescrizioni Ue

Sono possibili conseguenze serie sul mercato e nelle tasche dei proprietari di casa italiani. Anzitutto, non è previsto nessun divieto di vendita o locazione delle abitazioni ad alto consumo. ma è anche vero che nel mercato delle auto non c’è nessun divieto di vendere i diesel Euro 4. Semplicemente, non si trova chi li compra.

Le prescrizioni per gli immobili residenziali sono tre.
1) Entro il 2030 gli edifici nuovi dovranno essere a zero emissioni. Questo comporterà presumibilmente un aumento dei listini in cantiere.
2) Il 15% degli edifici andrà ristrutturato in tempi relativamente brevi e dando la priorità al patrimonio con le peggiori prestazioni.
3) I consumi di energia dovranno ridursi del 16% entro il 2030 e tra il 20 e il 22% entro il 2035.

La situazione italiana

L’applicazione delle prescrizioni, specie del secondo e terzo punto, sono molto complicate e rischiano di avere conseguenze molto pesanti. In Italia circa il 70% degli immobili appartiene alle ultime tre classi energetiche, le peggiori. Dunque, bisognerà impegnarsi per recuperarli. Per una prima fase si dovrà recuperare il15% del totale, quindi mettere a posto anche classi superiori, per un totale di 1,8 milioni di edifici per poi adeguarne ancora alcuni milioni.

L’obiettivo finale, ad oggi piuttosto velleitario, che appare più che altro una nobile dichiarazione di intenti molto difficilmente raggiungibili, sarebbe quello di avere zero emissioni dagli immobili entro il 2050. In Italia questo è catastrofico. Consideriamo un altro dato: il Superbonus ha coinvolto meno di mezzo milione di edifici, solo residenziali, ed ha comportato investimenti (in grandissima parte dello Stato) per 120 miliardi di euro.

Fondi insufficienti

A questi si aggiungono gli interventi che andranno effettuati sugli edifici non residenziali e quelli pubblici. Questo rappresenta un problema di capacità industriale del sistema delle costruzioni e dell’impiantistica. In questo momento non è chiaro né come saranno selezionati gli edifici su cui intervenire prioritariamente né soprattutto se ci sarà qualche forma di obbligo.

Inoltre: come costringere i proprietari di casa a effettuare un’onerosa riqualificazione del loro immobile senza un contributo integrale o quasi delle casse pubbliche? La Ue ha stanziato 152 miliardi di fondi, che potranno anche passare attraverso cessione del credito e sconto in fattura, ma alla fine della ripartizione con gli altri stati membri rimarranno forse un paio di decine di miliardi, del tutto insufficienti.

Lo scenario peggiore

Dopo la vicenda del Superbonus e lo scandalo del buco finanziario provocato nelle casse pubbliche, è molto improbabile che arriveranno risorse di entità significativa dalle casse italiane. Due le soluzioni possibili. Una è quella di legare gli incentivi al reddito del proprietario di casa. A parte la soglia di reddito molto bassa (15 mila euro equivalenti) sono misure che hanno senso per i lavori all’interno di unità immobiliari, ma non sono assolutamente proponibili in condominio.

L’altra è far pagare gli interventi alle «Esco» (Energy Service Company) che effettuano i lavori tenendosi per un certo numero di anni i risparmi effettuati sulle bollette. Bisogna però che ci siano condomini disponibili a sobbarcarsi i disagi di un cantiere senza nessuna contropartita immediata.

Da tutto questo deriva lo scenario peggiore: di lavori se ne faranno ben pochi. E per il timore che vengano resi obbligatori in maniera onerosa il mercato dell’usato si bloccherà.

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Bollette: prezzo fisso o variabile? Cosa scelgono i clienti nel mercato libero https://www.business.it/bollette-prezzo-fisso-o-variabile-cosa-scelgono-i-clienti-nel-mercato-libero/ Fri, 22 Mar 2024 10:03:15 +0000 https://www.business.it/?p=135889 Meglio il prezzo fisso o variabile? E’ la domanda delle domande, l’interrogativo che si pongono tutti gli italiani che si trovano a scegliere un’offerta di luce o gas sul mercato libero. Per il gas, dove il mercato tutelato si è concluso a fine 2023, molti consumatori la scelta l’hanno già fatta. Per l’energia elettrica invece… Leggi tutto »Bollette: prezzo fisso o variabile? Cosa scelgono i clienti nel mercato libero

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Meglio il prezzo fisso o variabile? E’ la domanda delle domande, l’interrogativo che si pongono tutti gli italiani che si trovano a scegliere un’offerta di luce o gas sul mercato libero. Per il gas, dove il mercato tutelato si è concluso a fine 2023, molti consumatori la scelta l’hanno già fatta. Per l’energia elettrica invece sono molte le famiglie ancora in tutela che, entro luglio 2024, dovranno trovarsi un fornitore sul mercato libero. E secondo un’analisi su 150mila bollette realizzata da Switcho, il servizio digitale che aiuta i suoi utenti a risparmiare sulle spese di luce, gas, telefonia e assicurazione, i consumatori che hanno optato per un prezzo fisso sono sì una minoranza, ma comunque corposa. Vediamo insieme le differenze.
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Energia elettrica: come cambiano le gerarchie degli operatori dopo le aste


Il prezzo fisso consente di bloccare il costo della materia prima energia, generalmente per 12 o 24 mesi. È un tipo di contratto che dà qualche certezza in più al cliente, perché quello dell’energia non è un prezzo statico: cambia ogni giorno a livello internazionale in base ai volumi della domanda, a eventi geopolitici (come lo scoppio della guerra in Ucraina che contribuì al rincaro del 2022), senza contare le variabili nazionali, ad esempio se un Paese è più o meno indipendente o ha bisogno di acquistare materia prima dall’estero. Il variabile, invece, segue le fluttuazioni del mercato che vengono riportate dagli indici (di qui la dicitura “prezzo indicizzato”): Psv per il gas, Pun per l’energia elettrica. Si tratta quindi di un prezzo più volatile, e chi sottoscrive offerte di questo tipo non può permettersi di ignorare le dinamiche di mercato o di leggere in modo distratto la bolletta. Perché se il costo della materia prima aumenta, crescerà anche l’importo della bolletta.

Solo una minoranza blocca il prezzo


E qui torniamo ai dati di Switcho, , riportati da Repubblica, che ha monitorato i passaggi al mercato libero degli ultimi sei mesi. Nell’energia elettrica, il 32% dei clienti in uscita dalla tutela ha scelto offerte a prezzo fisso; per il gas questa fetta di utenti è più piccola: il 25% ha deciso di bloccare il prezzo. Si tratta comunque di un consumatore su quattro per la luce e di uno su tre per il gas: non così pochi se si considera che il prezzo fisso è più caro rispetto al variabile: “Un utente medio con la migliore offerta luce e gas a prezzo fisso spenderà annualmente circa 100 euro in più rispetto a un utente con la migliore offerta a prezzo variabile, considerando ovviamente l’attuale prezzo all’ingrosso dell’energia” spiega Redi Vyshka, co-fondatore di Switcho, al Corriere della sera. Prezzo fisso più caro, quindi, ma perché? “Si tratta di un’eredità della crisi energetica – continua Vyshka – prima della crisi il mercato era statico, pressoché senza oscillazioni e i fornitori erano in grado di fare stime relativamente certe sull’andamento del mercato. Potevano così proporre tariffe a prezzo fisso convenienti. Con la crisi, i fornitori sono diventati più timorosi e, spaventati dalla possibilità di improvvisi rialzi del costo delle materie prime, al momento propongono offerte a prezzo fisso con tariffe meno competitive. Le tariffe a prezzo variabile, oggi, sono più convenienti proprio perché il prezzo della materia prima è tornato ai valori antecedenti alla crisi”. Tuttavia, non tutte le offerte sono uguali. E per gli amanti del prezzo bloccato non tutto è perduto. Per la luce, infatti, alcuni operatori stanno proponendo tariffe a prezzo fisso molto convenienti ai consumatori ancora in tutela, soprattutto nei territori in cui gli operatori “storici” hanno perso le aste per le tutele graduali: una strategia “aggressiva” per cercare di non perdere schiere di clienti a luglio, quando finirà la tutela per i non vulnerabili.

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Bonus casa, cessione del credito, sconto in fattura e pagamenti: tutte le scadenze https://www.business.it/bonus-casa-cessione-del-credito-sconto-in-fattura-e-pagamenti-tutte-le-scadenze/ Fri, 22 Mar 2024 08:35:53 +0000 https://www.business.it/?p=135885 Scade il 4 aprile il termine (già posticipato rispetto al termine originario del 16 marzo) per comunicare per via telematica la cessione all’Agenzia delle Entrate e le possibilità di riuscire in questi pochi giorni nell’operazione sono poche, pochissime quelle di effettuarla a prezzi convenienti. Lo spiega oggi il Corriere della Sera, affermando che le grandi… Leggi tutto »Bonus casa, cessione del credito, sconto in fattura e pagamenti: tutte le scadenze

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Scade il 4 aprile il termine (già posticipato rispetto al termine originario del 16 marzo) per comunicare per via telematica la cessione all’Agenzia delle Entrate e le possibilità di riuscire in questi pochi giorni nell’operazione sono poche, pochissime quelle di effettuarla a prezzi convenienti. Lo spiega oggi il Corriere della Sera, affermando che le grandi banche non ritirano crediti tranne che a una clientela selezionata, le Poste effettuano solo operazioni di piccolo cabotaggio e sulle piattaforme private il corrispettivi riconosciuti stanno scendendo. Un credito di 110 euro, derivante da 100 euro spese per operazioni coperte dal Superbonus 110, viene oggi compensato sulla piattaforma sibonus (ordine commercialisti e Unioncamere) 88,11 euro.
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Le opzioni per chi non riesce a cedere

Chi non riesce a cedere entro il 4 aprile ha due possibilità: chiedere nella dichiarazione dei redditi l’agevolazione e se si trova nella fortunata condizione di riuscire a detrarre tutto o quasi in quattro anni tutto sommato fa un buon affare; mentre se non si ha convenienza a chiedere l’agevolazione diretta, spiega il quotidiano, non resta che aspettare fino all’ultimo giorno utile per inviare la dichiarazione dei redditi sperando che il governo consenta, come ha fatto lo scorso anno, di spalmare la detrazione in dieci anni invece che in quattro o che riapra i termini per l’invio della dichiarazione telematica e che si riescano a cedere i crediti nel frattempo.

Come funziona la cessione del credito

Alla cessione del credito e allo sconto in fattura si ha diritto solo a determinate condizioni. Per il Superbonus, oggi possibile solo in condominio, si può accedere solo se delibera assembleare e Cilas (la comunicazione obbligatoria da inviare in comune) sono antecedenti al 17 febbraio 2023, stesso termine ante quo per l’ecobonus e il bonus ristrutturazione; in questi casi però non c’è la Cilas, ma fanno fede la Cila ordinaria (se prevista) oppure ogni altro documento atto a documentare la data di inizio lavori. A questo punto però crediamo che la platea degli aventi diritto si sia ridotta al lumicino. Sismabonus e bonus barriere architettoniche
Doppio termine per il sismabonus ordinario: 17 febbraio per le opere di consolidamento sugli edifici esistenti, ma se le opere consistono nella demolizione dello stabile e nella sua successiva ricostruzione il termine ultimo utile per la presentazione della Cila era il 31 dicembre 2023. Questa era anche l’ultimo giorno in cui era possibile avviare i lavori (dandone prova documentale) per l’abbattimento delle barriere architettoniche; dal 1° gennaio di quest’anno sconto in fattura sono possibili solo per le opere sulle parti comuni mentre nelle singole unità immobiliari bisogna che nel nucleo familiare che abita la casa vi sia una persona riconosciuta invalida a termini di legge o che il reddito familiare equivalente non superi i 15mila euro/anno. Il bonus barriere architettoniche è anche l’unico che abbia subito radicali modifiche nell’ultima Legge di Bilancio. Sono stati ridotti i lavori agevolabili perché sono uscite dal perimetro dell’agevolazione opere come il rifacimento del bagno o il cambio degli infissi, interventi che grazie a un’interpretazione letterale e furbesca della norma come era stata formulata a suo tempo potevano rientrare nell’agevolazione. Il bonus barriere architettoniche (75% di detrazione in cinque anni) avrà durata fino a tutto il 2025. Stesso termine per il Superbonus, che però quest’anno è già sceso al 70% e il prossimo si ridurrà al 65%.Dall’ecobonus fino alle caldaie

Bonus, tutte le scadenze

Scadono il 31 dicembre 2024 gli altri bonus: sisma ed ecobonus ordinari, bonus ristrutturazione, bonus mobili, bonus verde: se non interverranno modifiche dal prossimo anno resteranno solo le prime tre agevolazioni, ma con tetto a 48mila euro e detraibilità al 36%, tetto e aliquota che certo non indurranno i contribuenti a farsi fatturare tutte le opere. Con tutta probabilità però la legge di Bilancio 2025 reintrodurrà le agevolazioni in qualche forma. L’idea, da più parti ventilata, di legare i bonus al reddito in linea di principio sarebbe giusta ma nella realtà si scontra con il fatto che in condominio così i lavori non si riesce a farli. Quello che già sappiamo è che le caldaie a gas potranno essere vendute ma non agevolate. Questa è l’unica disposizione della direttiva case green appena approvata di effetto quasi immediato. Per vedere come tutte le altre complesse norme previste dalla Ue saranno applicate e quali contributi pubblici saranno erogati per favorirne l’implementazione bisognerà aspettare almeno due anni ancora. (Continua a leggere dopo la foto)

Doppio termine per il sismabonus ordinario: 17 febbraio per le opere di consolidamento sugli edifici esistenti, ma se le opere consistono nella demolizione dello stabile e nella sua successiva ricostruzione il termine ultimo utile per la presentazione della Cila era il 31 dicembre 2023. Questa era anche l’ultimo giorno in cui era possibile avviare i lavori (dandone prova documentale) per l’abbattimento delle barriere architettoniche; dal 1° gennaio di quest’anno sconto in fattura sono possibili solo per le opere sulle parti comuni mentre nelle singole unità immobiliari bisogna che nel nucleo familiare che abita la casa vi sia una persona riconosciuta invalida a termini di legge o che il reddito familiare equivalente non superi i 15mila euro/anno. Il bonus barriere architettoniche è anche l’unico che abbia subito radicali modifiche nell’ultima Legge di Bilancio. Sono stati ridotti i lavori agevolabili perché sono uscite dal perimetro dell’agevolazione opere come il rifacimento del bagno o il cambio degli infissi, interventi che grazie a un’interpretazione letterale e furbesca della norma come era stata formulata a suo tempo potevano rientrare nell’agevolazione. Il bonus barriere architettoniche (75% di detrazione in cinque anni) avrà durata fino a tutto il 2025. Stesso termine per il Superbonus, che però quest’anno è già sceso al 70% e il prossimo si ridurrà al 65%.

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Se negli ultimi mesi hai comprato scarpe Vans potresti subire un furto di identità https://www.business.it/se-negli-ultimi-mesi-hai-comprato-scarpe-vans-potresti-subire-un-furto-di-identita/ Thu, 21 Mar 2024 17:40:02 +0000 https://www.business.it/?p=135869 Guai in vista per chi ha comprato un paio di Vans. Come comunicato dal noto brand in un’email ai suoi clienti, chi ha acquistato scarpe di questo marchio potrebbe aver subito una violazione dei dati personali a causa di un attacco hacker ai database del gruppo VF Corporation, proprietario, oltre a Vans, anche di altri marchi di abbigliamento,… Leggi tutto »Se negli ultimi mesi hai comprato scarpe Vans potresti subire un furto di identità

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Guai in vista per chi ha comprato un paio di Vans. Come comunicato dal noto brand in un’email ai suoi clienti, chi ha acquistato scarpe di questo marchio potrebbe aver subito una violazione dei dati personali a causa di un attacco hacker ai database del gruppo VF Corporation, proprietario, oltre a Vans, anche di altri marchi di abbigliamento, tra cui The North Face, Dickies e Timberland. Stando a quanto emerso finora, però, sembrerebbe che il possibile furto di dati riguarderebbe solo il marchio Vans. Ma cosa è successo nel dettaglio?

La mail ricevuta dai clienti

“Le scriviamo per informarla di un recente incidente che ha coinvolto alcuni suoi dati personali in possesso del Gruppo VF, di cui Vans fa parte”, inizia così la mail che lo staff di Vans ha inviato ai suoi clienti, in cui spiega che il 13 dicembre sono state rilevate “attività non autorizzate su una parte dei sistemi IT” del gruppo da parte di “attori esterni”.

L’azienda ha rassicurato i clienti sul fatto di avere preso misure immediate per risolvere il problema e bloccare l’attacco hacker, come l’assunzione di esperti esterni di cybersicurezza, l’attivazione del piano di emergenza per casi simili e lo spegnimento di tutti i sistemi IT che potevano essere interessati dal furto di dati, tuttavia non esclude la possibilità di furto d’identità, altro tipo di violazione o frodi future.

Per ora, le conseguenze dell’attacco si sarebbero limitate alla sola “capacità di evadere gli ordini”. Una difficoltà che, a quanto pare, sembrerebbe essere stata risolta soltanto in parte, considerando che la compagnia ha comunicato ufficialmente che ”sta ancora sperimentando lievi impatti residui dall’incidente informatico“.

Tuttavia, il gruppo Vans ha ribadito che non ci sono rischi per quanto riguarda informazioni finanziarie specifiche, come i dati del conto bancario o della carta di credito, in quanto la politica aziendale non prevede la loro memorizzazione nei sistemi informatici. Inoltre, “nessuna password” sarebbe stata violata, quindi i conti di tutti i clienti non sarebbero in nessun modo a rischio.

Nonostante le rassicurazioni sulla sicurezza dei conti finanziari, l’azienda ha avvertito che non può escludere tentativi di furto d’identità, phishing, e frodi in generali. Per questo il gruppo ha raccomandato a tutti i clienti di prestare attenzione ad ogni sms, email o telefonata e di non rispondere a nessuna richiesta di informazioni personale, anche qualora sembri provenire da persone conosciute o dall’azienda stessa.

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Lunghe attese per i passaporti, arriva il nuovo servizio di Poste Italiane https://www.business.it/lunghe-attese-per-i-passaporti-arriva-il-nuovo-servizio-di-poste-italiane/ Thu, 21 Mar 2024 15:06:29 +0000 https://www.business.it/?p=135864 Dal 2020, dopo il primo lockdown, i servizi di prenotazione, ritiro e rinnovo passaporti in Italia hanno subito un grosso rallentamento. Al punto che i ritardi e le attese sono diventate un grosso problema nazionale. Da questo aprile saranno pienamente operativi i servizi di richiesta e rinnovo anche negli uffici di Poste Italiane. Il servizio… Leggi tutto »Lunghe attese per i passaporti, arriva il nuovo servizio di Poste Italiane

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Dal 2020, dopo il primo lockdown, i servizi di prenotazione, ritiro e rinnovo passaporti in Italia hanno subito un grosso rallentamento. Al punto che i ritardi e le attese sono diventate un grosso problema nazionale. Da questo aprile saranno pienamente operativi i servizi di richiesta e rinnovo anche negli uffici di Poste Italiane. Il servizio fa parte del Progetto Polis, partito a marzo e inizialmente riservato ai comuni con meno di 15mila abitanti. Come funziona.
Leggi anche: Pensioni, ad aprile 2024 nessuna bella sorpresa

Il servizio delle Poste

Da aprile, il servizio di prenotazione, ritiro e rinnovo del passaporto saranno disponili negli uffici postali anche per i Comuni con più di 15 mila abitanti.

La novità è stata introdotta con una sperimentazione in due comuni che poi sarà allargata a tutti i residenti dei circa 7 mila comuni italiani, al di sotto di 15mila abitanti. La novità parte in provincia di Bologna, nel comune di San Pietro in Casale e in quello di Dozza, in località Toscanella, ma poi sarà estesa progressivamente a tutto il territorio nazionale.

Il progetto Polis è finanziato con risorse del piano complementare al Pnrr con 800 milioni di euro e per circa 400 milioni a carico di Poste Italiane. Prevede nel dettaglio che i cittadini dei piccoli Comuni interessati possano aprire la pratica di richiesta o rinnovo del passaporto presentando la documentazione necessaria direttamente allo sportello dell’ufficio postale, ricevendo poi il passaporto a domicilio o in Poste.

I motivi delle lunghe attese per i passaporti

Le poste raccoglieranno le informazioni e i dati biometrici dei cittadini, come impronte digitali e foto, inviando la documentazione all’ufficio di Polizia di riferimento. Il cittadino deve munirsi di documento di identità valido, codice fiscale e due fotografie oltre a pagare in ufficio il bollettino per il passaporto ordinario della somma di 42,50 euro e una marca da bollo da 73,50 euro. In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento.

“Si tratta di una importante novità sulla strada della semplificazione dei canali di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. Un segnale di attenzione verso le comunità di quei piccoli centri abitati che rappresentano la spina dorsale del nostro Paese”. Queste le descrizioni del servizio da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Presto anche altri servizi anagrafici

Il servizio garantito dalle Poste, si aggiunge agli altri già attivi negli uffici postali Polis, come ad esempio il ritiro dei certificati anagrafici e di stato civile e i certificati previdenziali.

Attraverso la stessa piattaforma, nei prossimi mesi in Poste sarà possibile anche fare richiesta della carta di identità elettronica e dei servizi dell’Agenzia delle entrate. I nuovi servizi sono forniti dagli Uffici Postali allo sportello, nelle sale dedicate o tramite totem digitali che permetteranno al cittadino di eseguire le richieste anche in modalità self.

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Pensioni, ad aprile 2024 nessuna bella sorpresa https://www.business.it/pensioni-ad-aprile-2024-nessuna-bella-sorpresa/ Thu, 21 Mar 2024 10:25:55 +0000 https://www.business.it/?p=135847 Ad aprile 2024, i pensionati italiani noteranno poche variazioni nel proprio cedolino rispetto al mese precedente. La causa principale è l’effetto degli aumenti applicati a marzo dall’Inps, inclusi gli arretrati per i primi mesi dell’anno, che non verranno replicati nel mese di aprile. Pertanto, alcuni pensionati vedranno un leggero calo dell’importo rispetto a marzo. Tuttavia,… Leggi tutto »Pensioni, ad aprile 2024 nessuna bella sorpresa

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Ad aprile 2024, i pensionati italiani noteranno poche variazioni nel proprio cedolino rispetto al mese precedente. La causa principale è l’effetto degli aumenti applicati a marzo dall’Inps, inclusi gli arretrati per i primi mesi dell’anno, che non verranno replicati nel mese di aprile. Pertanto, alcuni pensionati vedranno un leggero calo dell’importo rispetto a marzo. Tuttavia, coloro che non hanno beneficiato dell’aumento a marzo lo riceveranno ad aprile, con l’aggiunta degli arretrati dall’inizio dell’anno.
Leggi anche: Lunghe attese per i passaporti, arriva il nuovo servizio per evitarle. Tutto quello che c’è da sapere

Riforma dell’Inps: cosa succede alle aliquote Irpef

La riforma dell’Inps ha introdotto una nuova struttura dell’Irpef con solo tre aliquote: 23% fino a 28mila euro di reddito, 35% tra 28mila e 50mila euro, e 43% oltre i 50mila euro. Questa modifica favorisce chi ha un reddito annuo superiore ai 15mila euro, con un beneficio maggiore per chi guadagna oltre 28mila euro annui, che potrà godere di circa 260 euro extra all’anno.

Gli aggiustamenti alle nuove aliquote sono stati completati dopo l’approvazione della riforma a fine dicembre 2023, permettendo così l’erogazione degli aumenti a partire da marzo, inclusi gli arretrati di gennaio e febbraio. Ad aprile, il cedolino rifletterà le nuove aliquote senza includere gli arretrati.

Come verificare l’incremento dell’assegno

L’Inps ha confermato che gli aumenti variano in base al reddito del pensionato, andando da un minimo di 5 euro al mese per chi percepisce circa 1.400 euro lordi mensili, fino a circa 20 euro mensili per coloro che ricevono almeno 2.154 euro lordi al mese. Per verificare l’esatto incremento dell’assegno, è possibile consultare il cedolino sull’area personale del sito dell’Inps, accessibile tramite Spid, Cie o altre forme di identità digitale. I pagamenti delle pensioni di aprile inizieranno il 2 del mese, a causa della festività del primo giorno del mese.

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Nuova stangata per i fumatori: il prezzo delle sigarette aumenta ancora https://www.business.it/nuova-stangata-per-i-fumatori-il-prezzo-delle-sigarette-aumenta-ancora/ Wed, 20 Mar 2024 12:21:23 +0000 https://www.business.it/?p=135802 Scatta la nuova tranche di aumenti per le sigarette. L’Agenzia dei monopoli aggiorna ancora i listini dopo i rincari del 2 febbraio. Da oggi, 20 marzo, entra in vigore la disposizione in manovra 2024 che ha ritoccato le accise. Questi riguardano i marchi che non erano aumentati il mese scorso, quando l’importo fisso per unità… Leggi tutto »Nuova stangata per i fumatori: il prezzo delle sigarette aumenta ancora

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Scatta la nuova tranche di aumenti per le sigarette. L’Agenzia dei monopoli aggiorna ancora i listini dopo i rincari del 2 febbraio. Da oggi, 20 marzo, entra in vigore la disposizione in manovra 2024 che ha ritoccato le accise. Questi riguardano i marchi che non erano aumentati il mese scorso, quando l’importo fisso per unità di prodotto è passato da 20,20 a 29,30 euro per 1.000 sigarette. Che tradotto significa un aumento di circa 10-12 centesimi a pacchetto.
Leggi anche: Inps: “Pensioni in aumento già a marzo 2024”

Il listino delle marche che hanno subito i rincari dal 20 marzo 2024

Tra i marchi interessati all’aumento di oggi, 20 marzo, anche quelli più noti, come Camel, che aumentano di 20 centesimi a pacchetto. Per chi fuma un pacchetto al giorno si tratta di una spesa di 6 euro in più al mese, 72 euro in più l’anno.

I nuovi aumenti marca per marca sono consultabili sul sito dell’agenzia dei Monopoli e delle Dogane che ha aggiornato oggi i listini dei prezzi al pubblico. Gli aumenti vengono annunciati anche sul sito della Fit, Federazione Italiana Tabaccai.

La lista degli aumenti di oggi dal sito di Adm.

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Borse di studio per diplomati e laureati: come fare domanda per l’assegnazione https://www.business.it/borse-di-studio-per-diplomati-e-laureati-come-fare-domanda-per-lassegnazione/ Wed, 20 Mar 2024 08:25:29 +0000 https://www.business.it/?p=135789 Sono stati pubblicati e sono online sulla Gazzetta ufficiale due bandi di concorso per titoli per l’assegnazione di borse di studio “in favore delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere, degli orfani e dei figli delle vittime del terrorismo, della criminalità e del dovere nonché dei loro superstiti”. Si tratta di due bandi diversi:… Leggi tutto »Borse di studio per diplomati e laureati: come fare domanda per l’assegnazione

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Sono stati pubblicati e sono online sulla Gazzetta ufficiale due bandi di concorso per titoli per l’assegnazione di borse di studio “in favore delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere, degli orfani e dei figli delle vittime del terrorismo, della criminalità e del dovere nonché dei loro superstiti”. Si tratta di due bandi diversi: uno rivolto agli studenti della scuola dell’obbligo e diplomati; e il secondo per i laureati. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il valore delle borse di studio

Sono trecento le borse di studio riservate agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado e della scuola secondaria di secondo grado, per un importo di 380 euro ciascuna per primaria e secondaria di primo grado; sempre trecento le borse di studio dell’importo di 760 euro ciascuna sono destinate agli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Per quanto riguarda il bando riservato agli studenti dei corsi di laurea, ci sono centocinquanta borse di studio dell’importo di 3mila euro ciascuna, destinate agli studenti universitari e studenti Afame cinquanta borse di studio dell’importo di 3mila euro destinate agli studenti delle scuole di specializzazione per le quali non è prevista alcuna retribuzione. (Continua a leggere dopo la foto)

I requisiti e i titoli di studio

Per partecipare al bando è necessario aver conseguito la promozione alla classe superiore o l’ammissione alla prima classe della scuola secondaria di primo grado o il diploma di scuola secondaria di primo grado o il diploma di scuola secondaria di secondo grado o titolo equiparato, nell’anno scolastico di riferimento. Per gli studenti universitari, invece, bisogna non aver compiuto i 40 anni, risultare iscritti nell’anno accademico 2022/2023, aver dato almeno due esami e avere 20 crediti, oppure essersi laureato entro l’anno accademico ma solo se successivo quello dell’ultimo esame sostenuto.

Come compilare la domanda, dove inviarla e quando scade

La domanda per partecipare ai due bandi di concorso per titoli per l’assegnazione di borse di studio va redatta compilando il relativo modello pubblicato sul sito di Palazzo Chigi, uno per gli studenti della scuola dell’obbligo e uno per gli studenti universitari. In entrambi i casi le domande devono essere presentate alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o attraverso l’uso di posta elettronica certificata, all’indirizzo riportato sulla stessa domanda.

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Smart working, da aprile nuove regole: “Rischio multe fino a 500 euro” https://www.business.it/smart-working-aprile-multe/ Tue, 19 Mar 2024 07:59:13 +0000 https://www.business.it/?p=135739 Smart working: cambia tutto dal 1° aprile. Tornano infatti in vigore le regole ordinarie per poter prestare servizio nella modalità del lavoro agile. Il prossimo 31 marzo scadono le procedure semplificate per i lavoratori fragili e per quelli che hanno figli sotto i 14 anni di età. Nell’ultimo decreto Milleproroghe approvato dal governo Meloni, sono… Leggi tutto »Smart working, da aprile nuove regole: “Rischio multe fino a 500 euro”

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smart working aprile multe

Smart working: cambia tutto dal 1° aprile. Tornano infatti in vigore le regole ordinarie per poter prestare servizio nella modalità del lavoro agile. Il prossimo 31 marzo scadono le procedure semplificate per i lavoratori fragili e per quelli che hanno figli sotto i 14 anni di età. Nell’ultimo decreto Milleproroghe approvato dal governo Meloni, sono stati bocciati tutti gli emendamenti per prorogare o rendere strutturale lo smart working per alcune categorie di lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato. Insomma, si torna esclusivamente agli accordi individuali. E inoltre sarà alto il rischio di prendere multe da 100 a 500 euro.
Leggi anche: Smart working, dal 1 luglio cambia tutto: chi potrà ancora lavorare da casa

Smart working, cosa cambia da aprile

Insomma, a partire dal 1° aprile i datori di lavoro non potranno più accedere in modo semplificato alla possibilità di assegnare lo smart working ai propri dipendenti. Compresi come appena accennato anche quelli che sono in una condizione di fragilità e i genitori con figli sotto i 14 anni di età. Sarà obbligatorio sottoscrivere un accordo individuale per il lavoro da remoto, pena sanzioni per l’azienda.

L’accordo individuale, che dovrà necessariamente essere stipulato tra azienda e lavoratore, dovrà contenere le indicazioni specifiche nel caso di alternanza del lavoro in presenza e quello da casa. E dovrà prevedere specifiche regole sul luogo in cui il lavoratore potrà svolgere la propria mansione da remoto. Garantito anche il diritto alla disconnessione a tutela del lavoratore che presta servizio da casa.

Le multe

Importante infine anche il tema delle multe che le aziende potranno subire a partire da aprile. Obbligo del datore di lavoro sarà procedere entro cinque giorni al massimo dall’inizio della prestazione a comunicare l’inizio dello smart working tramite il portale Servizi Lavoro secondo la procedura standard. Chi non rispetterà questa regola incorrerà in una multa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. Inoltre l’impresa è obbligata a procedere alla conservazione dei documenti di accordo con i lavoratori in smart working per un periodo di almeno cinque anni.
Leggi anche: Smart working, arriva la nuova proroga: ecco cosa cambia e chi riguarda

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Come cambieranno i bonus edilizi quando la direttiva Ue Case green entrerà in vigore https://www.business.it/come-cambieranno-i-bonus-edilizi-quando-la-direttiva-ue-case-green-entrera-in-vigore/ Mon, 18 Mar 2024 17:29:24 +0000 https://www.business.it/?p=135730 In un‘intervista alla Stampa il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato novità in tema bonus edilizi. Nei prossimi anni il governo Meloni lavorerà su nuovi incentivi, soprattutto per due tipi di interventi: l’installazione di pompe di calore – magari sostituendo i bonus caldaie che dall’anno prossimo spariranno – e l’isolamento termico degli edifici.Leggi anche: Case… Leggi tutto »Come cambieranno i bonus edilizi quando la direttiva Ue Case green entrerà in vigore

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In un‘intervista alla Stampa il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato novità in tema bonus edilizi. Nei prossimi anni il governo Meloni lavorerà su nuovi incentivi, soprattutto per due tipi di interventi: l’installazione di pompe di calore – magari sostituendo i bonus caldaie che dall’anno prossimo spariranno – e l’isolamento termico degli edifici.
Leggi anche: Case Green, brutte notizie per gli italiani: gli effetti delle nuove regole Ue

Il motivo è che la nuova direttiva europea Case green è stata approvata, e quando entrerà in vigore – ogni Stato avrà alcuni anni di tempo per adottarla – richiederà di fare diversi lavori su molte case italiane, per ridurre il consumo energetico entro il 2030. Ma in concreto, cosa cambierà?
Leggi anche: Bonus psicologo 2024, richieste al via dal 18 marzo: come ottenerlo

Cosa cambierà

Tra gli obiettivi a cui adempiere, entro il 2030, c’è quello ridurre i consumi degli edifici abitabili del 16%. Per farlo, bisognerà anche svolgere dei lavori, soprattutto sugli immobili più inquinanti. E qui entrano in gioco le agevolazioni, anche se bisogna ancora capire con quali soldi saranno pagate.

Pichetto ha dichiarato che, la direttiva Case green “non tiene pienamente conto delle nostre specificità, perché i vincoli che sono stati posti, almeno per quanto riguarda l’Italia (ma questo può valere anche per la Francia) non tengono conto della struttura dei fabbricati e del fatto che quasi i due terzi hanno più di settant’anni, sia della condizione di ultra frazionamento della proprietà, posto che la caratteristica italiana è quella di avere oltre l’80% di famiglie che sono proprietarie di immobili”. Insomma, coordinare degli interventi su tutto il territorio nazionale potrebbe essere complicato, nonostante i bonus.

Anche perché serve “un grande piano di intervento nazionale che il bilancio dello Stato italiano fatica a sostenere”. I fondi europei rimangono gli stessi già stanziati in precedenza, e per pagare le nuove agevolazioni bisognerà cancellarne delle altre o trovare i soldi da altre fonti. In ogni caso, Pichetto ha chiarito: “Non c’è nessuna intenzione di andare a proporre sanzioni per stimolare il raggiungimento del target”

Al contrario, “il target lo dobbiamo raggiungere con uno stimolo di tipo diverso”, ovvero “con benefici di tipo fiscale”. Questi bonus “dovranno premiare più le pompe di calore e l’isolamento rispetto ad altri tipi di interventi previsti dalle norme attuali”. Nel 2025 finiranno gli incentivi per le caldaie a gas, e già da allora potrebbero partire nuove agevolazioni per questi altri tipi di lavori.
Leggi anche: Bonus genitori separati, fino a 800 euro in 12 mesi: come richiederlo

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Bonus psicologo 2024, richieste al via dal 18 marzo: come ottenerlo https://www.business.it/bonus-psicologo-2024-come-ottenerlo-requisiti/ Mon, 18 Mar 2024 09:08:06 +0000 https://www.business.it/?p=135694 Bonus psicologo rinnovato anche per l’anno 2024. E così dal 18 marzo è possibile presentare la richiesta per ottenerlo. Ma cos’è e come funziona questa misura? Come si legge nel testo, si tratta di un sostegno per “persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica”. Possibile dunque per questi soggetti intraprendere percorsi psicoterapeutici presso studi di… Leggi tutto »Bonus psicologo 2024, richieste al via dal 18 marzo: come ottenerlo

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bonus psicologo come ottenerlo

Bonus psicologo rinnovato anche per l’anno 2024. E così dal 18 marzo è possibile presentare la richiesta per ottenerlo. Ma cos’è e come funziona questa misura? Come si legge nel testo, si tratta di un sostegno per “persone in condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica”. Possibile dunque per questi soggetti intraprendere percorsi psicoterapeutici presso studi di professionisti aderenti all’iniziativa, con un bonus che può arrivare fino a 50 euro a seduta. Ma ecco nel dettaglio come funziona.
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Secondo i dati pubblicati dall’Inps, nel 2022 330mila cittadini italiani hanno fatto richiesta del bonus psicologo. Ma solo il 10% delle richieste è andato a buon fine. La Legge di Bilancio 2023, che ha disposto la proroga del bonus “anche per l’anno 2023 e per gli anni 2024 e seguenti”, ha inoltre innalzato l’importo massimo pro-capite da 600 a 1.500 euro.

Ovviamente l’importo viene assegnato a ciascuno in base all’Isee. Se inferiore a 15mila euro, l’importo del beneficio è erogato fino al raggiungimento dell’importo massimo di 1.500 euro per ogni beneficiario. Se compreso tra 15 e 30mila euro è erogato fino al raggiungimento dell’importo massimo di 1.000 euro per ogni beneficiario. Infine, in caso di Isee superiore a 30mila e non superiore a 50mila euro, l’importo sarà erogato fino al raggiungimento di massimo 500 euro per ogni beneficiario.

Per presentare richiesta per il bonus psicologo bisogna avere i seguenti requisiti: essere residenti in Italia e in possesso di un Isee in corso di validità con valore non superiore a 50mila euro. In presenza di un Isee non valido, la domanda non potrà essere accolta. Richieste che potranno essere presentate dal 18 marzo al 31 maggio 2024. A questa iniziativa possono ovviamente aderire tutti gli psicologi e le psicologhe regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti dell’albo ed esercitanti la libera professione.

Come presentare la richiesta

Esistono due modalità per richiedere il bonus psicologo: la prima è presentare la richiesta per via telematica, tramite Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei servizi (Cns), accedendo al sito dell’Inps. La seconda consiste nel presentarla tramite il Contact Center Integrato Inps, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dal proprio gestore).A beneficiare del bonus possono essere anche più persone appartenenti allo stesso nucleo familiare.

Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, ovvero il 31 maggio 2024, saranno redatte le graduatorie regionali/provinciali (Trento e Bolzano) per l’assegnazione del bonus, al quale ogni cittadino potrà accedere una sola volta. Il contributo eventualmente ricevuto dovrà essere utilizzato entro 270 giorni dall’accoglimento della domanda, pena il suo annullamento.
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Arrivano le nuove regole sugli imballaggi Ue: salva l’insalata in busta, addio frutta e verdura https://www.business.it/arrivano-le-nuove-regole-sugli-imballaggi-ue-salva-linsalata-in-busta-addio-frutta-e-verdura/ Sat, 16 Mar 2024 08:54:00 +0000 https://www.business.it/?p=135637 Via libera dall’Unione Europea al nuovo regolamento sugli imballaggi, con gli ambasciatori dei 27 Stati membri che hanno ratificato l’accordo nato dal negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo e riguardante la revisione della direttiva sul packaging e il suo riutilizzo. La presidenza belga, attualmente alla guida dell’UE, ha annunciato l’intesa, sottolineando l’importanza di contrastare la produzione… Leggi tutto »Arrivano le nuove regole sugli imballaggi Ue: salva l’insalata in busta, addio frutta e verdura

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Via libera dall’Unione Europea al nuovo regolamento sugli imballaggi, con gli ambasciatori dei 27 Stati membri che hanno ratificato l’accordo nato dal negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo e riguardante la revisione della direttiva sul packaging e il suo riutilizzo. La presidenza belga, attualmente alla guida dell’UE, ha annunciato l’intesa, sottolineando l’importanza di contrastare la produzione di rifiuti da imballaggio e promuovere il riciclo e il riutilizzo.

La nuova direttiva mira a ridurre del 5% i rifiuti da imballaggio entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040. Tra le misure adottate, a partire dal 1° gennaio 2030, saranno vietati alcuni tipi di imballaggi in plastica monouso, come quelli utilizzati per la frutta e la verdura fresca, i contenitori per alimenti e bevande consumati nei bar e ristoranti, le porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero) e i prodotti in miniatura, come quelli utilizzati negli alberghi.

Le modifiche includono il divieto di utilizzare plastica monouso per confezionare frutta e verdura sotto gli 1,5 chili, sebbene siano previste deroghe per evitare sprechi d’acqua, rischi microbiologici, ossidazione o commistione tra prodotti biologici e non biologici. Sarà consentito l’utilizzo di piatti e bicchieri monouso per il takeaway, ma non all’interno dei locali. Condimenti monouso e confezioni singole di zucchero, caffè e simili saranno banditi, tranne se accompagnano cibi da asporto o per motivi di sicurezza e igiene in contesti come case di cura e ospedali. I flaconcini con cosmetici monouso, come mini-saponi e shampoo, saranno completamente vietati negli alberghi.

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Coperto al ristorante, è legale chiederlo? Esistono dei limiti? Ecco tutto quello che c’è da sapere https://www.business.it/coperto-al-ristorante-e-legale-chiederlo-esistono-dei-limiti-ecco-tutto-quello-che-ce-da-sapere/ Fri, 15 Mar 2024 15:00:04 +0000 https://www.business.it/?p=135620 Seduti a tavola alla fine di un pasto consumato al ristorante, è capitato a tutti noi di chiederci almeno una volta nella vita: cos’è di preciso il coperto? E soprattutto, è legale o no? Ecco qualche indicazione utile a fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto, con la parola “coperto” si intende il costo del pane che… Leggi tutto »Coperto al ristorante, è legale chiederlo? Esistono dei limiti? Ecco tutto quello che c’è da sapere

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coperto legale

Seduti a tavola alla fine di un pasto consumato al ristorante, è capitato a tutti noi di chiederci almeno una volta nella vita: cos’è di preciso il coperto? E soprattutto, è legale o no? Ecco qualche indicazione utile a fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto, con la parola “coperto” si intende il costo del pane che viene servito a tavola, del servizio e in generale di tutte quelle che spese che, oltre al cibo, vengono messe sul conto a carico del cliente. Si tratta di una cifra solitamente minima, che oscilla tra 1 e 3 euro, anche se non mancano eccezioni e, talvolta, polemiche in merito. Bisogna chiarire, poi , che non si tratta di una “mancia“, come invece alle volte sentiamo banalmente dire: la mancia è infatti un contributo totalmente volontario che può essere lasciato dal cliente, mentre pagare il servizio è obbligatorio. Inoltre, il coperto è inserito nello scontrino e sottoposto, quindi, a tassazione, mentre la mancia no.


Coperto al ristorante, è legale chiederlo?

Il fenomeno ha, in realtà, delle origini molto antiche, risalenti addirittura al Medioevo: all’epoca il “coperto” era il costo che i clienti pagavano per restare seduti al caldo all’interno di una locanda, e non veniva pagato nel caso di acquisto di qualche porzione di cibo. Ma chiedere di pagare il coperto, oggi, è ancora legale?

La risposta è sì, anche se è obbligatoria chiarezza da parte del ristoratore: il cliente deve essere consapevole, leggendo il menù, del costo del coperto. In caso contrario, non gli potrà essere chiesto di pagare alcun extra al momento del conto. Esiste un limite fissato per legge? In questo caso la risposta è no: la legge non impone né divieti né tetti massimi ai supplementi che un esercente può chiedere alla fine del pasto. La regola è sempre la stessa: i costi devono essere ben pubblicizzati, chiari trasparenti. Se queste regole vengono rispettate, il cliente non può poi rifiutare il pagamento extra al momento del conto. Qualora, invece, il prezzo del coperto non sia stato mostrato chiaramente prima dell’ordine, è invece diritto del consumatore rifiutarsi di pagare.

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Bonus genitori separati, fino a 800 euro in 12 mesi: come richiederlo https://www.business.it/bonus-genitori-separati-fino-a-800-euro-in-12-mesi-come-richiederlo/ Fri, 15 Mar 2024 10:33:17 +0000 https://www.business.it/?p=135601 Durante il periodo della pandemia di Covid-19, molti genitori separati, divorziati o semplicemente non conviventi hanno affrontato sfide economiche significative, compresa la difficoltà di uno dei genitori di pagare l’assegno di mantenimento per i figli. In risposta a questa situazione, è stato introdotto un bonus per i genitori in difficoltà, che consente loro di richiedere… Leggi tutto »Bonus genitori separati, fino a 800 euro in 12 mesi: come richiederlo

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bonus genitori separati

Durante il periodo della pandemia di Covid-19, molti genitori separati, divorziati o semplicemente non conviventi hanno affrontato sfide economiche significative, compresa la difficoltà di uno dei genitori di pagare l’assegno di mantenimento per i figli. In risposta a questa situazione, è stato introdotto un bonus per i genitori in difficoltà, che consente loro di richiedere un rimborso fino a 800 euro mensili per un massimo di dodici mesi. Questo supporto finanziario è disponibile solo per coloro che guadagnano meno di 8.174 euro all’anno e soddisfano specifici criteri legati alla pandemia.
Leggi anche: Bonus psicologo 2024, richieste al via dal 18 marzo: come ottenerlo

Bonus genitori separati, i requisiti per accedere

Per accedere al bonus, il genitore richiedente deve vivere con almeno un figlio minorenne o maggiorenne con disabilità grave, e non deve aver ricevuto in tutto o in parte l’assegno di mantenimento previsto a causa della situazione economica dell’altro genitore. Quest’ultimo deve aver interrotto o ridotto l’attività lavorativa per almeno 90 giorni dall’8 marzo 2020 o aver avuto un reddito nel 2020 inferiore del 30% rispetto al 2019.

La burocrazia: dove andare

Il bonus è soggetto alla disponibilità di fondi, pari a 10 milioni di euro, e l’importo finale dipenderà dal numero di richieste ricevute. La domanda deve essere presentata tramite il portale dell’Inps, accedendo con le proprie credenziali digitali (SPID, CIE o CNS), e il termine ultimo per la presentazione è il 31 marzo 2024. Questa iniziativa offre un importante sostegno finanziario ai genitori colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia, garantendo che i figli continuino a ricevere il sostegno finanziario di cui hanno bisogno.

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Direttiva case green, s’infiamma la polemica. Il Codacons: “Costi insostenibili per gli italiani” https://www.business.it/direttiva-case-green-sinfiamma-la-polemica-il-codacons-costi-insostenibili-per-gli-italiani/ Thu, 14 Mar 2024 17:49:57 +0000 https://www.business.it/?p=135586 Esplode la polemica per la direttiva europea sulle case green. L’importante iniziativa comunitaria ha dinanzi a sé due sfide principali. Una politica, dovuta alla resistenza dei governi di centrodestra alla ricezione di direttive green, e poi quella economica, problematica molto sentita in Italia. A favore del governo di destra si schiera oggi i Codacons. “Almeno… Leggi tutto »Direttiva case green, s’infiamma la polemica. Il Codacons: “Costi insostenibili per gli italiani”

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Esplode la polemica per la direttiva europea sulle case green. L’importante iniziativa comunitaria ha dinanzi a sé due sfide principali. Una politica, dovuta alla resistenza dei governi di centrodestra alla ricezione di direttive green, e poi quella economica, problematica molto sentita in Italia. A favore del governo di destra si schiera oggi i Codacons. “Almeno 60 mila euro per l’adeguamento, costi insostenibili per gli italiani”.
Leggi anche: Case green, approvata la direttiva Ue: cosa cambia

Il Codacons: “Direttiva economicamente insostenibile”

L’allarme del Codacons: “Per riqualificare un’abitazione secondo i crismi Ue, servono tra i 35 e i 60 mila euro”. Solo per la sostituzione della caldaia con un modello di nuova generazione, la spesa può arrivare in Italia a 16 mila euro. “Il cappotto termico, ad esempio, ha un costo medio compreso oggi tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato, mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15mila euro”.

“Per una nuova caldaia a condensazione, considerata una abitazione da 100 mq, la spesa va dai 3 mila agli 8 mila euro, mentre per l’acquisto e l’installazione di una pompa di calore il costo oscilla tra i 6 mila e i 16 mila euro a seconda dell’impianto scelto”, spiega ancora la nota.

“Per un impianto fotovoltaico da 3 kW la spesa da sostenere è di circa 7.500-10.500 euro, a seconda del tipo di pannelli fotovoltaici utilizzati. Gli interventi di riqualificazione energetica previsti dall’Ue determinerebbero quindi un costo complessivo medio tra i 35mila e i 60mila euro considerando una abitazione di 100 mq, e potrebbero determinare nel medio termine effetti enormi sul mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione”.

I dati del Consiglio nazionale ingegneri

“Secondo i nostri dati, in Italia ci sono circa 15 milioni di unità abitative che potrebbero essere soggette ad interventi di efficientamento energetico, fermo restando che ci sono delle priorità, a partire dagli edifici cosiddetti energivori. In Italia le prime misure per l’efficientamento energetico risalgono alla fine degli anni ’70, dunque tutto quello che è stato costruito in precedenza necessita di forti interventi. Si tratta di un intervento colossale, non solo economico: serve soprattutto un cambio di mentalità”. Così Remo Vaudano, vice presidente vicario Cni, Consiglio nazionale ingegneri.

“In ogni caso bisognerà partire dai dati che non sono ancora completi. Per fare un esempio, le certificazioni energetiche vengono prodotte prevalentemente in caso di compravendita o locazione degli immobili. Di conseguenza le nostre valutazioni si basano su una documentazione assai limitata. Si possono fare solo stime”.

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Bonus fino a 8.500 euro: tutte le agevolazioni per le mamme e come ottenerle https://www.business.it/bonus-fino-a-8-500-euro-tutte-le-agevolazioni-per-le-mamme-e-come-ottenerle/ Thu, 14 Mar 2024 14:55:52 +0000 https://www.business.it/?p=135576 Quali misure di sostegno sono a disposizione delle donne che affrontano una gravidanza nel 2024? Si tratta di una serie di bonus che possono portare a un contributo complessivo fino a 8.500 euro, una serie di agevolazioni utili al sostegno del reddito delle famiglie prima e dopo la nascita di un bambino o di una… Leggi tutto »Bonus fino a 8.500 euro: tutte le agevolazioni per le mamme e come ottenerle

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bonus mamme

Quali misure di sostegno sono a disposizione delle donne che affrontano una gravidanza nel 2024? Si tratta di una serie di bonus che possono portare a un contributo complessivo fino a 8.500 euro, una serie di agevolazioni utili al sostegno del reddito delle famiglie prima e dopo la nascita di un bambino o di una bambina. Ecco, allora, un elenco di tutti gli aiuti che è possibile richiedere e i requisiti per l’accesso ai cosiddetti bonus mamme.

Premio nascita assegno unico

L’Assegno unico universale è riconosciuto per il figlio minorenne già dal 7° mese di gravidanza: a seconda della data del parto, quindi, alle donne incinte possono spettare due mensilità extra. Vengono liquidate in una soluzione unica, calcolata in base all’Isee in corso di validità nel momento in cui viene presentata la domanda. Da gennaio 2024, chi ha un Isee inferiore a 17.090,61 euro ha diritto a un importo base di 199,40 euro al mese, più eventuali maggiorazioni:

  • incremento del 50% per il figlio minore di 1 anno: 99,70 euro;
  • maggiorazione figlio successivo al secondo: 96,90 euro;
  • maggiorazione entrambi i genitori percettori di reddito: 34,10 euro;
  • maggiorazione mamma under 21: 22,80 euro.

Agevolazioni fiscali per le donne in gravidanza

Esistono poi agevolazioni fiscali per le donne in gravidanza, come la possibilità di ottenere un rimborso sulle spese mediche (es. le ecografie) e sui medicinali acquistati. Anche in questo caso, si tratta di agevolazioni che rientrano nell’elenco delle spese mediche per le quali è possibile richiedere il rimborso in dichiarazione dei redditi: è possibile portare in detrazione, in sede di dichiarazione dei redditi, i costi sostenuti per le spese mediche effettuate nell’anno precedente, nella misura del 19% per la parte che supera la franchigia di 129,11 euro. Si può usufruire della detrazione solo per la parte di spesa che ha trovato capienza nell’Irpef dovuta dalla donna incinta e nel limite massimo di 6.197,48 euro per anno.

Bonus gravidanza per donne disoccupate

Le donne prive di copertura previdenziale obbligatoria possono richiedere un bonus gravidanza al Comune di residenza: chi è disoccupata e ha un Isee inferiore a 20.221,13 euro (limite nel 2024), ha diritto a un sostegno di 404,17 euro euro per cinque mensilità, per un totale dunque di 2.020,85 euro euro erogati in un’unica soluzione. La domanda va presentata al Comune, ma solo successivamente al verificarsi dell’evento che dà luogo alla prestazione. C’è tempo 6 mesi dal parto per farlo.

Bonus latte artificiale

In caso sia impossibile allattare naturalmente il bambino o la bambina, alle famiglie spetta un assegno pari a 400 euro annui, da richiedere all’azienda sanitaria locale di riferimento sul territorio. Il bonus è accessibile solo l’impedimento all’allattamento dipenda da una delle patologie previste dal decreto e fino al sesto mese di vita.

Bonus nido

La lavoratrice che diventa mamma ha inoltre a disposizione 5 mesi di congedo di maternità (di cui si può godere anche dopo il parto) ed eventualmente di 6 mesi di congedo parentale. Nonostante questi strumenti, è possibile che debba rivolgersi a un asilo nido: in questo caso, le spetta un rimborso fino a 3.000 euro (con Isee inferiore a 25 mila euro). Il bonus, per i figli successivi al primo nati nel 2024 in un nucleo familiare in cui c’è già un figlio con meno di 10 anni, sale fino a 3.500 euro l’anno con Isee fino a 40 mila euro. Di questo incentivo possono godere anche lavoratrici autonome e mamme disoccupate.

Leggi anche: Multe prese all’estero, arriva la stretta dell’Ue: bisognerà sempre pagare

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Multe prese all’estero, arriva la stretta dell’Ue: bisognerà sempre pagare https://www.business.it/multe-prese-allestero-arriva-la-stretta-dellue-bisognera-sempre-pagare/ Wed, 13 Mar 2024 12:23:43 +0000 https://www.business.it/?p=135518 Stretta dell’Unione europea sulle multe comminate all’estero. Chi realizza le infrazioni dovrà sempre pagare. In particolare quando queste riguardano l’eccesso di velocità alla guida in stato di ebbrezza e il mancato arresto della vettura al semaforo rosso.Leggi anche: Case green, approvata la direttiva Ue: cosa cambia Il temuto accordo europeo sulle multe senza frontiere è… Leggi tutto »Multe prese all’estero, arriva la stretta dell’Ue: bisognerà sempre pagare

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Stretta dell’Unione europea sulle multe comminate all’estero. Chi realizza le infrazioni dovrà sempre pagare. In particolare quando queste riguardano l’eccesso di velocità alla guida in stato di ebbrezza e il mancato arresto della vettura al semaforo rosso.
Leggi anche: Case green, approvata la direttiva Ue: cosa cambia

Il temuto accordo europeo sulle multe senza frontiere è arrivato. L’obiettivo è di prevenire la guida spericolata all’estero e per combattere il fenomeno dell’impunità degli automobilisti. Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto una prima intesa, introducendo nuove norme e nuove multe.

Cosa prevede l’accordo europeo

Consiglio e Parlamento Ue hanno raggiunto una prima intesa, nella notte tra il 12 e il 13 marzo. Combattere il fenomeno dell’impunità degli automobilisti che commettono infrazioni stradali in un Paese diverso da quello di residenza. L’obiettivo vedeva una diffusa impunità.

L’Europarlamento ha rilasciato una nota: “Le norme aggiornate amplieranno l’elenco delle infrazioni al codice della strada commesse da conducenti non residenti che fanno scattare l’assistenza transfrontaliera e che possono comportare una multa per i conducenti pericolosi”.

Cosa cambia

Eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, mancato arresto al semaforo rosso. Queste infrazioni commesse all’estero dovranno sempre essere pagate. Tra gli altri reati sempre sanzionati: il parcheggio pericoloso, il sorpasso, l’attraversamento di una linea continua e il reato “mordi e fuggi”, cioè chi commette un’infrazione e scappa.

Finora il 40% dei reati stradali transfrontalieri rimaneva impunito, da qui la necessità degli eurodeputati per la collaborazione internazionale in questo ambito.

L’accordo costringe i Paesi dell’Ue a rispondere alla richiesta di un altro Stato senza ritardo, entro due mesi dalla raccolta di tutte le informazioni necessarie. Su richiesta del Paese in cui è avvenuto il reato, lo Stato Ue di residenza del trasgressore può farsi carico della riscossione delle multe stradali, se queste sono comunque superiori a 70 euro. E dopo che siano state esaurite tutte le azioni legali.

Infine, il Paese dell’Ue in cui si è verificata l’infrazione stradale avrà undici mesi dalla data dell’infrazione per emettere un avviso di infrazione stradale. L’accordo prevede comunque le modalità per impugnare le multe.

Presto un portale online

Per aumentare la trasparenza e facilitare l’attuazione delle nuove regole, la Commissione si impegna a realizzare un portale online in cui saranno sempre elencate le regole, le opzioni di ricorso e le relative multe stradali. Anche le eccezioni.

La nota dell’Europarlamento specifica che “una targa straniera non può essere una licenza per l’impunità sulla strada. Le norme aggiornate faciliteranno lo scambio di informazioni sui trasgressori stradali tra gli Stati membri, garantendo al contempo ai conducenti un facile accesso alle informazioni necessarie, attraverso i canali di comunicazione digitale”.

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Bonus asili nido, al via domande Inps: contributi fino a 3600 euro https://www.business.it/bonus-asili-nido-al-via-domande-inps-contributi-fino-a-3600-euro/ Wed, 13 Mar 2024 11:17:45 +0000 https://www.business.it/?p=135499 Al via le domande per il bonus asilo nido 2024, sul sito Inps. Ecco i requisiti Isee per il contributo fino a 3600 euro. La misura riguarda i genitori con figli di età fino a 36 mesi. L’importo può arrivare fino a 3.600 euro. Ovviamente dipende dall’Isee e dalla composizione della famiglia. Ecco le procedure… Leggi tutto »Bonus asili nido, al via domande Inps: contributi fino a 3600 euro

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Al via le domande per il bonus asilo nido 2024, sul sito Inps. Ecco i requisiti Isee per il contributo fino a 3600 euro. La misura riguarda i genitori con figli di età fino a 36 mesi. L’importo può arrivare fino a 3.600 euro. Ovviamente dipende dall’Isee e dalla composizione della famiglia. Ecco le procedure Inps per inoltrare la richiesta.
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Procedure e scadenze

Tramite una circolare Inps, l’ente informa che da oggi, mercoledì 13 marzo 2024, è possibile inoltrare la richiesta per il bonus asilo nido. È possibile inviarla direttamente dal sito dell’Inps o tramite un patronato. La cifra esatta dipende dall’Isee e dai soldi spesi per l’asilo nido. Il beneficio riguarda solo i figli con meno di tre anni, compresi i bambini che compiranno tre anni nel 2024, anche se in forma ridotta. C’è tempo fino al 31 dicembre 2024, e i pagamenti partiranno dal 2 aprile 2024.

Chi può ottenere il bonus asili nido 2024

Gli aventi diritto al bonus asili nido sono i genitori che hanno figli di età fino a 36 mesi. A fare richiesta deve essere il genitore, o la persona affidataria, che paga personalmente la retta dell’asilo. Questo può essere pubblico o privato.

Possono richiedere il bonus anche i genitori dei figli che compiranno tre anni nel corso del 2024, ma con la clausola di poter richiedere il sostegno solo da gennaio ad agosto. I parametri Isee determinano l’importo del bonus. Questo è più alto per chi ha un Isee al di sotto dei 25.000,99 euro, mentre al di sopra dei 40mila euro di Isee viene erogato l’importo minimo.

La tabella degli importi in base all’Isee

Il bonus asili nido 2024 ha un importo variabile a seconda dell’Isee e delle caratteristiche della famiglia.

3mila euro (ovvero dieci rate da 272,73 euro e una da 272,70 euro) per chi ha un Isee minorenni fino a 25.000,99 euro
2.500 euro (dieci rate da 227,27 euro e una da 227,30 euro) per chi ha un Isee minorenni tra i 25.001 euro e i 40mila euro
1.500 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) per chi è al di sopra dei 40mila euro, come anche per chi non ha un Isee valido

È previsto un aumento per le famiglie dove c’è già almeno un figlio al di sotto dei dieci anni, e nel corso del 2024 nasce un altro figlio. Per questi nuclei, l’importo massimo è di 3.600 euro (dieci rate da 327,27 euro e una da 327,30 euro) se l’Isee è al di sotto dei 40mila euro; 1.500 euro se l’Isee è al di sopra dei 40mila euro.

Richieste per più di un figlio

Per chi necessita di fare richiesta per più di un figlio, bisogna ripetere la procedura per ciascuno. Chi ha già fatto domanda per il bonus asili nido 2023, per almeno un mese tra settembre e dicembre dello scorso anno, la domanda potrà essere compilata più rapidamente perché le informazioni risultano già caricate.

Per ottenere il rimborso bisognerà allegare queste informazioni: nome o partita Iva dell’asilo nido, nome, cognome o codice fiscale del figlio, mese di riferimento, estremi del pagamento, generalità del genitore che paga la retta. Le spese rimborsate non contengono la somma per l’iscrizione, il pre e post scuola, né l’Iva. Per allegare tutta la documentazione necessaria ci sarà tempo anche dopo la scadenza delle domande per il bonus, ma questa dovrà comunque essere inviata entro e non oltre il 31 luglio 2025.

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Case green, approvata la direttiva Ue: cosa cambia https://www.business.it/case-green-approvata-la-direttiva-ue-cosa-cambia/ Wed, 13 Mar 2024 08:26:04 +0000 https://www.business.it/?p=135492 Sono stati necessari dodici mesi per arrivare alla versione definitiva della direttiva Case green: un anno fa, infatti, il Parlamento europeo aveva adottato la sua proposta negoziale, poi sottoposta al vaglio del Trilogo, la trattativa informale tra istituzioni europee che si è chiusa a dicembre. Lo ricorda il Sole 24Ore, sottolineando che il confronto con… Leggi tutto »Case green, approvata la direttiva Ue: cosa cambia

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Sono stati necessari dodici mesi per arrivare alla versione definitiva della direttiva Case green: un anno fa, infatti, il Parlamento europeo aveva adottato la sua proposta negoziale, poi sottoposta al vaglio del Trilogo, la trattativa informale tra istituzioni europee che si è chiusa a dicembre. Lo ricorda il Sole 24Ore, sottolineando che il confronto con i Paesi membri ha prodotto la modifica di molte misure e il loro ammorbidimento. Vediamo allora cosa è cambiato in questo anno nel testo della direttiva.
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La stretta sulle “case green”

La stretta sulle case “green” targata Ue supera l’ultimo ostacolo e taglia il traguardo in una veste più “soft” e con più flessibilità per i Paesi rispetto alla versione iniziale che aveva provocato una levata di scudi generalizzata, ma l’allentamento non basta a ottenere il via libera dei partiti della maggioranza di governo italiana, che in Aula si oppongono. Anche perché ci sono alcuni chiaroscuri: se lo stop alle caldaie a gas è rinviato al 2040, già dal prossimo anno i governi Ue dovranno però sospendere, senza sconti, i bonus per l’installazione. Ad ogni modo, con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, la direttiva sull’efficientamento energetico nell’edilizia (Epbd), con i suoi obblighi di ristrutturazione per ridurre l’impatto climatico degli immobili, ha passato l’esame ed è stata adottata in via definitiva dalla plenaria del Parlamento Ue riunita a Strasburgo. Hanno detto no Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che hanno a più riprese contestato il provvedimento parte del Green Deal. Contraria pure la new entry di Azione Fabio Massimo Castaldo, ex M5S, mentre a sostegno della direttiva si sono espressi Pd, Cinque Stelle, Verdi e Italia Viva. Dopo il sì dell’Eurocamera, per chiudere l’iter manca adesso soltanto un’ultima formalità, cioè il via libera dei governi riuniti nel Consiglio, entro la prima metà di aprile. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale: da quel momento, gli Stati avranno due anni (e alcuni margini di discrezionalità) per recepire le disposizioni nelle rispettive legislazioni: tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030; per quelli pubblici o occupati dalla Pa, l’obiettivo è anticipato al 2028.
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 Le classi energetiche

Nella riforma non c’è spazio per l’armonizzazione delle classi energetiche di consumo tra i Paesi Ue, quelle che vanno dalla A+ alla G, né l’obbligo del “salto di classe” a ritmi cadenzati e ravvicinati: gli Stati Ue dovranno garantire una riduzione di almeno il 16% (rispetto ai valori di riferimento del 2020) entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Tappe intermedie – che implicano interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, installazione di nuove caldaie a condensazione e di pannelli solari – per arrivare ad avere case e palazzi a emissioni nette zero al 2050, l’anno in cui l’Ue vuole essere climaticamente neutrale. Almeno il 55% del calo di consumo energetico dovrà essere conseguito ristrutturando il 43% gli edifici con le prestazioni peggiori (ma in questo computo possono essere contabilizzate i lavori di recupero delle case colpite da terremoti o inondazioni).

Le esenzioni

I Paesi Ue avranno poi la possibilità di applicare esenzioni per gli immobili storici e di pregio architettonico, di culto, agricoli, militari e per le seconde case.
Sul fronte dei sistemi domestici di riscaldamento, lo stop alle caldaie a combustibili fossili prenderà effetto solo dal 2040, ma agli Stati Ue viene chiesto di smettere i sussidi a partire già dal 2025; gli incentivi finanziari tipo ecobonus saranno ancora possibili, tuttavia, per i sistemi che presentano una quota considerevole di rinnovabili. Lato fonti pulite, poi, tutti i nuovi edifici dovranno essere “solar-ready”, cioè predisposti a ospitare i pannelli sui tetti. Di «testo dagli obiettivi finali (cioè le emissioni zero nel 2050, ndr) ben difficilmente realizzabili» ha parlato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: «Ci siamo battuti, con successo, per due anni, per eliminare le parti più pericolose per il risparmio degli italiani», che imponevano «rilevanti e costosi interventi su milioni di immobili entro scadenze quasi immediate», ma ciò non toglie che la prossima legislatura Ue «farebbe bene a ripensare» la stretta.

L’ammorbidimento della disciplina non è bastato a vincere l’ok delle forze di governo, che vedono nell’Epbd «un’ennesima follia europea» (così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, riporta oggi il Messaggero), il simbolo di un’Ue «sorda e cieca alle esigenze di chi, con i sacrifici di una vita, ha potuto acquistare la propria abitazione» (la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, FI) e della «gabbia ideologica del Green Deal che mette a rischio interi settori economici» (Nicola Procaccini e Carlo Fidanza alla testa delegazione Ue di FdI.

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La classifica delle acque minerali: ecco le migliori secondo Altroconsumo. E non mancano le sorprese https://www.business.it/acque-minerali-classifica-altroconsumo/ Tue, 12 Mar 2024 08:06:10 +0000 https://www.business.it/?p=135436 L’acqua minerale che viene bevuta dai consumatori non è sempre “uguale”, né per qualità, né per proprietà. È utile dunque una guida per poter orientarsi tra le decine di acque minerali in bottiglia che riempiono gli scaffali dei supermercati. A questo proposito, Altroconsumo ha stilato una minuziosa classifica, analizzando ben 79 tipi diversi di acqua… Leggi tutto »La classifica delle acque minerali: ecco le migliori secondo Altroconsumo. E non mancano le sorprese

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acque minerali classifica Altroconsumo

L’acqua minerale che viene bevuta dai consumatori non è sempre “uguale”, né per qualità, né per proprietà. È utile dunque una guida per poter orientarsi tra le decine di acque minerali in bottiglia che riempiono gli scaffali dei supermercati. A questo proposito, Altroconsumo ha stilato una minuziosa classifica, analizzando ben 79 tipi diversi di acqua minerale naturale, effervescente e frizzante.
Leggi anche: Francia, scandalo acque minerali: fonti contaminate, un marchio su tre ha violato le regole, indagata anche Nestlé

In particolare, gli esami di laboratorio commissionati da Altroconsumo sono stati effettuati su 37 marche di acque minerali naturali, 13 effervescenti naturali e 29 frizzanti. Il risultato a sorpresa è che la migliore acqua minerale in bottiglia è anche una tra quelle più economiche da acquistare. I parametri utilizzati per stilare la classifica sono molteplici. A cominciare da quanto c’è scritto sulle etichette sul contenuto di sali minerali: il cosiddetto residuo fisso.

Le migliori acque minerali: il test

Nelle acque minerali il residuo fisso è un parametro importante perché permette di classificarle e di sceglierle in base alle proprie esigenze. Tra i sali minerali più importanti vi sono il calcio, il magnesio e il sodio, oltre ai carbonati, bicarbonati, cloruri, solfati, nitrati, potassio. Test di Altroconsumo che però ha controllato anche la possibile presenza di metalli quali alluminio, nichel, manganese e arsenico. Interessante anche la misurazione del peso della plastica utilizzata per ogni litro d’acqua, e se essa sia composta da materiali rinnovabili o riciclabili.

Le migliori acque minerali: la classifica

Dunque, nella classifica stilata da Altroconsumo, la migliore acqua minerale naturale risulta essere l’acqua Smeraldina naturale, con la valutazione “qualità ottima” (Prezzo medio: 0,47 € a bottiglia). Seguono poi, Recoaro (Prezzo medio: 0,30 € a bottiglia); San Bernardo (Prezzo medio: 0,47 € a bottiglia); Santacroce (Prezzo medio: 0,40 € a bottiglia); Eva (Prezzo medio: 0,33 € a bottiglia).

Tra le acque effervescenti naturali, la migliore risulta l’acqua Uliveto (Prezzo medio: 0,51 € a bottiglia), seguita da Lete (Prezzo medio: 0,38 € a bottiglia); Sangemini (Prezzo medio: 0,80 € a bottiglia); Grazia (Prezzo medio: 0,26 € a bottiglia); Santagata (Prezzo medio: 0,32 € a bottiglia). Tra le acque frizzanti, infine, la migliore risulta essere la Boario (Prezzo medio: 0,30 € a bottiglia), seguita da Eva frizzante (Prezzo medio: 0,31 € a bottiglia); Sorgesana leggermente frizzante (Prezzo medio: 0,27 € a bottiglia); Rocchetta Brio Blu leggermente frizzante (Prezzo medio: 0,50 € a bottiglia); San Benedetto leggermente frizzante (Prezzo medio: 0,37 € a bottiglia).
Leggi anche: Arriva “l’acqua dei ricchi”, costa 9.000 euro a bottiglia: cos’è e perché ha un prezzo così assurdo

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Cartelle esattoriali, il Governo approva le nuove regole: tutto quello che c’è da sapere https://www.business.it/cartelle-esattoriali-il-governo-approva-le-nuove-regole-tutto-quello-che-ce-da-sapere/ Mon, 11 Mar 2024 16:09:23 +0000 https://www.business.it/?p=135412 Piani di rateizzazione più lunghi per le cartelle esattoriali. Si parte dalle attuali 72 fino a un massimo di 120 rate mensili, per saldare i debiti con il fisco. È quanto si legge nella bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione atteso in Consiglio dei ministri.Leggi anche: Truffa del “sì”, come evitare brutte… Leggi tutto »Cartelle esattoriali, il Governo approva le nuove regole: tutto quello che c’è da sapere

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Piani di rateizzazione più lunghi per le cartelle esattoriali. Si parte dalle attuali 72 fino a un massimo di 120 rate mensili, per saldare i debiti con il fisco. È quanto si legge nella bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione atteso in Consiglio dei ministri.
Leggi anche: Truffa del “sì”, come evitare brutte sorprese in bolletta

Documentare le situazioni di obiettiva difficoltà

La possibilità di aumentare il numero di rate riguarda ovviamente chi “documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà“. Le modalità per dimostrarlo dipendono dal pagamento di somme superiori o inferiori a 12 mila euro.
Leggi anche: Bonus anziani da 850 euro al mese: ecco chi può chiederlo e quando sarà disponibile

Per chi invece si limita solo a dichiarare di essere in temporanea obiettiva difficoltà e deve fino a 120 mila euro, le rate aumentano progressivamente ogni biennio fino ad arrivare ad un massimo di 108 rate mensili dal 2029.

I tempi per le nuove norme

Le nuove norme scattano dal 2025. Alle richieste di rateizzazione presentate fino al 31 dicembre 2024 si applicano ancora le attuali disposizioni. Sempre dal 2025 le cartelle non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione introduce il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”.

L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.

Il discarico automatico dopo 5 anni

Dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione atteso oggi in Cdm introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”. L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.

Si formerà una commissione ad hoc per trovare le soluzioni per ridurre il magazzino delle cartelle non riscosse. Lo prevede la bozza del decreto legislativo per il riordino della riscossione atteso oggi in Cdm. La commissione, si legge nella bozza del decreto: “procede all’analisi del magazzino”. E successivamente relaziona al ministro dell’Economia “proponendogli le possibili soluzioni, da attuare con successivi provvedimenti legislativi, per conseguire il discarico di tutto o parte” del magazzino. Entro il 31 dicembre 2025 per i carichi affidati dal 2000 al 2010, il 31 dicembre 2027 per quelli affidati dal 2011 al 2017 e il 31 dicembre 2031 per quelli dal 2028 al 2024.

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Truffa del “sì”, come evitare brutte sorprese in bolletta https://www.business.it/truffa-del-si-come-evitare-brutte-sorprese-in-bolletta/ Mon, 11 Mar 2024 13:28:02 +0000 https://www.business.it/?p=135396 La truffa del sì, un’altra brutta sorpresa per gli italiani può arrivare dal telefono cellulare. Anche se si risponde per pochi secondi e si cerca di essere gentili, l’operatore del call center dall’altra parte del telefono può farci cadere in una risposta veloce e istintiva. Basta un “sì” per far scattare la truffa. Ecco come… Leggi tutto »Truffa del “sì”, come evitare brutte sorprese in bolletta

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La truffa del sì, un’altra brutta sorpresa per gli italiani può arrivare dal telefono cellulare. Anche se si risponde per pochi secondi e si cerca di essere gentili, l’operatore del call center dall’altra parte del telefono può farci cadere in una risposta veloce e istintiva. Basta un “sì” per far scattare la truffa. Ecco come funziona e come evitarla.
Leggi anche: Wangiri, la truffa telefonica dello squillo senza risposta: cos’è e come difendersi
Leggi anche: Di giorno truffava gli anziani, la sera la vita da boss: chi è Emanuele Pirro, incastrato dall’ostentazione sui social

Come funziona la truffa

In genere arriva una chiamata dal call center. L’operatore fa una domanda banale, che provoca una risposta affermativa quasi per riflesso: basta un “Sì”. A quel punto la truffa è scattata. La registrazione della risposta verrà tagliata e montata per simulare l’attivazione di un contratto, spesso relativo alla fornitura di luce e gas (sono diverse le segnalazioni in questo campo).
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L’utente si accorge dell’inganno solo quando arriva la prima bolletta. Le vittime di questa truffa sono aumentate nell’ultimo periodo, e non è un caso. A partire da quest’anno, infatti, i cittadini italiani dovranno scegliere un eventuale nuovo operatore dopo la fine del regime tutelato dell’energia elettrica e del gas naturale.

Saranno circa 15 milioni i consumatori che dovranno cambiare operatore. A questo punto i truffatori proliferano. Setacciano il mercato alla ricerca di nuovi clienti da attrarre per proporre abbonamenti e promozioni con un lucro spropositato.

Come evitare le trappole

Le domande di inizio chiamata sono studiate, di solito, per stimolare una risposta positiva subito. Spesso i call center chiedono “Parlo con Mario Rossi?”. Un “sì” quasi automatico. Quel “sì” verrà tagliato, montato e usato come forma di consenso alla sottoscrizione di nuovi contratti.

Gli autori della truffa si fingono operatori che chiamano per conto del gestore delle utenze, o di servizi telefonici, e spiegano alla vittima che le condizioni contrattuali stanno cambiando, per esempio per l’aumento del costo di luce e gas, propongono così un’alternativa conveniente.

A quel punto chiedono il codice Pod (energia) o Pdr (gas) presenti nelle bollette, segnano i dati, usano il “Sì” registrato a inizio chiamata, e sottoscrivono un nuovo contratto particolarmente costoso. Una delle ultime vittime che ha contattato l’Adoc (Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori e degli utenti). Ha dovuto pagare 700 euro per una bolletta a causa della truffa del sì.

Non condividere mai dati personali

La prima regola da seguire è quella di non fornire mai dati personali, come codici fiscali, Iban, codici Pod (energia) o Pdr (gas). Attenzione a non rispondere “Sì” quando si ricevono chiamate da parte dei call center. Alla domanda “È lei il signor Rossi”, è bene rispondere “chi lo cerca?”. L’utente, poi, per assicurarsi che non si tratti di una truffa deve sempre chiedere il nome dell’operatore, il suo codice e la società per cui lavora. 

Chi è caduto nella trappola, invece, dovrà subito inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’azienda erogatrice del servizio per disconoscere il contratto. Per dimostrare che si è vittime di una truffa è necessario muoversi per vie legali.

Altre contromisure contro il telemarketing

Il fenomeno del telemarketing selvaggio resiste nonostante i diversi tentativi di argine. Norme insufficienti non riescono a porre una fine alle pratiche aggressive. Il nuovo registro pubblico delle opposizioni ha avuto una sua utilità. E il 26 luglio 2023, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il Codice di condotta per contrastare il teleselling illegale, ora sarà il decreto legislativo sulle comunicazioni elettroniche, che dovrebbe essere approvato entro il 24 marzo.

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Mutui, netto calo dei tassi a gennaio: i numeri di Bankitalia https://www.business.it/mutui-gennaio-calo-tassi/ Mon, 11 Mar 2024 10:47:14 +0000 https://www.business.it/?p=135369 Buone notizie per gli italiani che hanno acceso un mutuo. Nelle ultime settimane si conferma il calo del costo dei mutui, la cui impennata aveva messo in seria crisi il mercato immobiliare durante il 2023. Dopo le dichiarazioni della Bce su un probabile taglio dei tassi, anche la Banca d’Italia conferma ora che a gennaio… Leggi tutto »Mutui, netto calo dei tassi a gennaio: i numeri di Bankitalia

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mutui gennaio calo tassi

Buone notizie per gli italiani che hanno acceso un mutuo. Nelle ultime settimane si conferma il calo del costo dei mutui, la cui impennata aveva messo in seria crisi il mercato immobiliare durante il 2023. Dopo le dichiarazioni della Bce su un probabile taglio dei tassi, anche la Banca d’Italia conferma ora che a gennaio i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono abbassati al 4,38% (contro il 4,82 registrato a dicembre).
Leggi anche: Bce, i tassi rimangono invariati

Come cambiano i mutui a gennaio

Al contrario, per quanto riguarda i tassi sul credito al consumo, si è registrato invece un aumento dei costi. Il TAEG sulle nuove erogazioni si è portato infatti al 10,75% (10,16 nel mese precedente). Sulla pubblicazione ‘Banche e moneta’ di Bankitalia sono stati aggiornati i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie che oggi hanno un valore del 5,48% (5,45 nel mese precedente). Quelli per importi fino a 1 milione di euro valgono invece il 5,78%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocano al 5,30% .

Passando alla remunerazione offerta dalle banche, i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1% (0,96% a dicembre). Si conferma dunque il rallentamento delle erogazioni dei mutui, già verificatosi negli ultimi mesi, causato sia dall’aumento dei costi che dalla frenata della domanda per le incertezze economiche delle imprese.

A gennaio, infatti, i prestiti al settore privato sono diminuiti del 2,6% sui 12 mesi (-2,8% nel mese precedente). I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell’1,3% sui dodici mesi. Mentre quelli alle società non finanziarie si sono ridotti del 4,0% (-3,6 nel mese precedente). I depositi del settore privato sono diminuiti del 2,0% in un anno (-3,1 in dicembre). Infine, la raccolta obbligazionaria è aumentata del 20,7% (19,3 in dicembre).
Leggi anche: Mutui, famiglie sempre più in difficoltà: debiti per 15 miliardi

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Bonus fino a 2mila euro per lavoratori con figli: chi ha diritto al fringe benefit e come funziona https://www.business.it/bonus-fino-a-2mila-euro-per-lavoratori-con-figli-chi-ha-diritto-al-fringe-benefit-e-come-funziona/ Fri, 08 Mar 2024 10:53:32 +0000 https://www.business.it/?p=135285 Nel 2024, i lavoratori dipendenti possono ricevere un bonus esentasse sotto forma di fringe benefit, ovvero di welfare aziendale, per pagare le bollette, oppure anche l’affitto o il mutuo sulla prima casa. Il bonus vale fino a mille euro per chi non ha figli a carico e fino a 2mila euro per chi ne ha.… Leggi tutto »Bonus fino a 2mila euro per lavoratori con figli: chi ha diritto al fringe benefit e come funziona

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Nel 2024, i lavoratori dipendenti possono ricevere un bonus esentasse sotto forma di fringe benefit, ovvero di welfare aziendale, per pagare le bollette, oppure anche l’affitto o il mutuo sulla prima casa. Il bonus vale fino a mille euro per chi non ha figli a carico e fino a 2mila euro per chi ne ha. L‘Agenzia delle entrate con una apposita circolare ha dettagliato le istruzioni su come funziona la misura: vediamolo insieme.
Leggi anche: Più ricche le pensioni di aprile 2024: ecco perché

Chi ha diritto al bonus fino a 2mila euro in busta paga

Il fringe benefit riguarda i dipendenti, ma anche chi ha un reddito assimilato, come i co.co.co., i collaboratori a progetto. Come anticipato, c’è poi una distinzione trai lavoratori senza figli a carico, che possono ricevere bonus fino a mille euro in un anno, senza che questi vadano a far parte del loro reddito, e quindi senza dover pagare più tasse. Chi invece ha dei figli a carico potrà arrivare fino a 2mila euro in un anno senza cambiamenti nell’Irpef da versare. Se tutti e due i genitori sono dipendenti, anche se il figlio è a carico di uno solo dei due, entrambi hanno diritto a ottenere il massimo dell’importo. Si ricorda che un figlio è considerato ‘a carico’ quando ha meno di 24 anni e ha un reddito di meno di 4mila euro annuali. Al di sopra dei 24 anni, invece, un figlio si può considerare a carico se il suo reddito non va oltre i 2.840,51 euro.

In ogni caso, va sottolineato che i fringe benefit non sono un diritto che vale per tutti i lavoratori allo stesso modo, spiega Fanpage, ma dipendono dalle decisioni del datore di lavoro o dagli accordi aziendali in materia di welfare. Per quelle aziende che decidono di procedere con l’erogazione dei bonus, sarà necessario raccogliere dai lavoratori delle autocertificazioni per quanto riguarda i figli a carico: sarà sufficiente che si riportino i dati del dipendente e poi almeno i codici fiscali dei figli.

Normalmente i fringe benefit sono esenti da tasse solo entro la somma di 258,23 euro all’anno. Invece per il 2024 il governo Meloni ha alzato la soglia a mille euro all’anno. Per quei lavoratori e quelle lavoratrici dipendenti che hanno figli a carico, invece, si può arrivare fino a 2mila euro all’anno senza dover pagare alcuna imposta in più. Se si supera la soglia, invece, l’intera somma va considerata parte del reddito e quindi bisogna pagare un’Irpef più alta.

Come utilizzare il fringe benefit

Il valore indicato riguarda anche gli eventuali benefici non monetari: i buoni acquisto o buoni pasto, ad esempio, o anche l’assistenza sanitaria. I fringe benefit possono anche essere somme dedicate a pagare le bollette di acqua, gas o luce, oppure per pagare le rate dell’affitto o il mutuo sulla prima casa. Può trattarsi di un anticipo, o anche di un rimborso a posteriori, purché ci sia la documentazione che mostra quanto sono costate le bollette o le spese per la casa. Questo vale anche se l’affitto o il mutuo sono formalmente intestati al coniuge del lavoratore, oppure a un altro familiare, purché naturalmente sia il dipendente ad abitarci.

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Più ricche le pensioni di aprile 2024: ecco perché https://www.business.it/piu-ricche-le-pensioni-di-aprile-2024-ecco-perche/ Fri, 08 Mar 2024 08:53:17 +0000 https://www.business.it/?p=135279 Aumenti ed arretrati: le pensioni ad aprile saranno più ricche. Quelle di marzo sono appena state erogate, ma c’è chi guarda già al prossimo mese. Anche perché il cedolino di aprile sarà disponibile nel proprio portale Inps tra il 20 e il 22 marzo, quindi tra un paio di settimane. E i pagamenti arriveranno da… Leggi tutto »Più ricche le pensioni di aprile 2024: ecco perché

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Aumenti ed arretrati: le pensioni ad aprile saranno più ricche. Quelle di marzo sono appena state erogate, ma c’è chi guarda già al prossimo mese. Anche perché il cedolino di aprile sarà disponibile nel proprio portale Inps tra il 20 e il 22 marzo, quindi tra un paio di settimane. E i pagamenti arriveranno da martedì 2 aprile perché lunedì 1 è festivo (Pasqua è il 31 marzo, Pasquetta l’1 aprile).

Aumenti previsti per la nuova Irpef. Le simulazioni

A partire dal mese di marzo, dunque, l’Inps ha iniziato ad erogare gli aumenti previsti dalla nuova riforma dell’Irpef, riporta il Messaggero, che ha visto l’eliminazione dell’aliquota al 25% e l’estensione della platea dello scaglione al 23% per i redditi fino a 28.000 euro annui. Di seguito le simulazioni.
Redditi di 16.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 3.680 euro anziché 3.700 euro, con un risparmio di circa 1,67 euro al mese.
Redditi di 18.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 4.140 euro anziché 4.200 euro, con un risparmio di circa 5 euro al mese.
Redditi di 20.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 4.600 euro anziché 4.700 euro, con un risparmio di circa 8,35 euro al mese.
Redditi di 23.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 5.290 euro anziché 5.450 euro, con un risparmio di circa 13,33 euro al mese.
Redditi di 25.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 5.750 euro anziché 5.950 euro, con un risparmio di circa 16,66 euro al mese.
Redditi di 28.000 euro annui: l’IRPEF sarà di 6.440 euro anziché 6.700 euro, con un risparmio di circa 21,66 euro al mese.  (Continua a leggere dopo la foto)

Gli arretrati ad aprile 2024

La riforma dell‘Irpef, che è in vigore dal 1° gennaio 2024, ha già messo in conto il pagamento degli arretrati non erogati nei mesi di gennaio e febbraio. Chi non li ha ricevuti a marzo, li riceverà ad aprile insieme a quelli non corrisposti da gennaio a marzo, appunto. Ecco gli importi degli arretrati mensili in base al reddito annuo.
Redditi di 16.000 euro annui: 5 euro di arretrati al mese.
Redditi di 18.000 euro annui: 15 euro di arretrati al mese.
Redditi di 20.000 euro annui: 25 euro di arretrati al mese.
Redditi di 23.000 euro annui: 40 euro di arretrati al mese.
Redditi di 25.000 euro annui: 50 euro di arretrati al mese.
Redditi di 28.000 euro annui: 65 euro di arretrati al mese. 

Conguagli e addizionali comunali

Nel cedolino di aprile, saranno ancora presenti i conguagli Irpef per coloro che non hanno estinto il debito fiscale del 2023 e anche le addizionali comunali, che influenzeranno l’importo netto delle pensioni da marzo fino a novembre 2024. In alcuni comuni, rispetto al 2023, si è verificato un aumento della percentuale dell’addizionale comunale applicata alle pensioni. 

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Barrette Multicereali ritirate dal commercio per presenza di infestanti: avviso del Ministero https://www.business.it/barrette-multicereali-ritirate-dal-commercio-per-presenza-di-infestanti-avviso-del-ministero/ Thu, 07 Mar 2024 17:58:28 +0000 https://www.business.it/?p=135269 Due lotti di cereali ritirati per un sospetto rischio microbiologico: il Ministero della Salute lo ha reso noto recentemente. Ecco tutti i dettagli sul richiamo e sul motivo per il quale le confezioni sono state ritirate. Il Ministero della Salute ha reso noto i richiami di due lotti di barrette multicereali per un rischio microbiologico. Si parla di rischio microbiologico quando, all’interno… Leggi tutto »Barrette Multicereali ritirate dal commercio per presenza di infestanti: avviso del Ministero

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Due lotti di cereali ritirati per un sospetto rischio microbiologico: il Ministero della Salute lo ha reso noto recentemente. Ecco tutti i dettagli sul richiamo e sul motivo per il quale le confezioni sono state ritirate.

Il Ministero della Salute ha reso noto i richiami di due lotti di barrette multicereali per un rischio microbiologico. Si parla di rischio microbiologico quando, all’interno di uno o più prodotti facenti parte del lotto ritirato, viene accertata o, comunque, si sospetta la contaminazione da parte di un virus, un batterio o un altro agente patogeno. L’assunzione di prodotti di questo tipo è, dunque, pericolosa per l’organismo umano e, quindi, si prevede il ritiro dei lotti in questione. Tra gli altri possibili rischi, per i quali possono essere effettuati dei richiami dai supermercati, citiamo anche il rischio chimico, il rischio fisico e il rischio della presenza di allergeni. Ma quali sono i lotti ritirati?
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Quali solo le barrette ritirate

Gli avvisi sono stati pubblicati il 6 marzo ma il ritiro è avvenuto il giorno precedente. Il brand in questione è Cerealitalia e, a differenza delle patatine in busta indicate, si tratta di una società con sede italiana, precisamente a Frigento (AV). Il ministero ha contattato il produttore, Cerealitalia I.D. S.p.A., al fine di chiarire quanto accaduto.

Si parla di rischio microbiologico per i seguenti prodotti: Barrette Multicereali – gusto classico e Barrette Multicereali – Gusto cioccolato extrafondente e cocco. Il motivo è la sospetta presenza di infestanti: “I consumatori che hanno acquistato confezioni appartenenti al lotto indicato, sono pregati di non consumare il prodotto e di riportarlo nel punto vendita di acquisto”.

Le barrette ritirate dal commercio sono vendute in confezioni da 126 grammi, ciascuna contenenti 6 pezzi singoli da 21 grammi ciascuno. Oggetto del richiamo quelle che appartengono ai lotti numero L23150 con il termine minimo di conservazione fissato al 30 maggio del 2024 (gusto classico) e numero L23236 con termine minimo di conservazione fissato al 24 agosto 2024 (gusto cioccolato extrafondente e cocco).

I pezzi invenduti sono stati già ritirati dagli scaffali dei negozi. Per i consumatori che avessero già acquistato le Barrette Multicereali con i lotti oggetto del richiamo, l’invito è a non consumare il prodotto e di riportarlo nel punto vendita di acquisto.
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Bce, i tassi rimangono invariati https://www.business.it/bce-i-tassi-rimangono-invariati/ Thu, 07 Mar 2024 15:46:47 +0000 https://www.business.it/?p=135261 Nella sua ultima riunione, la Banca Centrale Europea (BCE) ha preso una decisione significativa riguardo la politica monetaria nell’area euro, lasciando invariati i tassi d’interesse. Questa mossa è stata attesa con grande interesse dagli investitori, dagli analisti e dal pubblico in generale, considerata l’attuale situazione economica caratterizzata da inflazione, incertezze geopolitiche e sfide alla crescita.… Leggi tutto »Bce, i tassi rimangono invariati

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Nella sua ultima riunione, la Banca Centrale Europea (BCE) ha preso una decisione significativa riguardo la politica monetaria nell’area euro, lasciando invariati i tassi d’interesse. Questa mossa è stata attesa con grande interesse dagli investitori, dagli analisti e dal pubblico in generale, considerata l’attuale situazione economica caratterizzata da inflazione, incertezze geopolitiche e sfide alla crescita. I tassi d’interesse principali della BCE rimarranno quindi al livello corrente: il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, il tasso sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Questi tassi sono strumenti cruciali attraverso i quali la BCE cerca di influenzare l’inflazione e stimolare la crescita economica nell’area euro.La decisione di mantenere i tassi d’interesse invariati può essere vista sotto diverse luci. Da un lato, riflette la valutazione della BCE che le pressioni inflazionistiche, benché ancora presenti, potrebbero essere gestite senza ulteriori aumenti dei tassi. Questo è un segnale che l’inflazione, sebbene elevata, potrebbe essere sulla via della stabilizzazione o addirittura della riduzione.
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Bce agisce con prudenza e previene i rischi

Dall’altro lato, questa decisione evidenzia anche una cautela nei confronti dei rischi di rallentamento economico. Aumentare i tassi d’interesse tende a ridurre l’inflazione rallentando l’economia, ma anche a incrementare il costo del credito per famiglie e imprese, potenzialmente frenando investimenti e consumi. La scelta di non modificare i tassi indica quindi una preoccupazione per la robustezza della ripresa economica, in un contesto di incertezza globale.

Per i cittadini e le imprese dell’area euro, la decisione della BCE ha implicazioni dirette. I tassi d’interesse influenzano il costo dei mutui, dei prestiti e delle condizioni di risparmio. Mantenendo i tassi invariati, la BCE cerca di bilanciare la necessità di controllare l’inflazione senza soffocare la crescita economica.In sintesi, la decisione della BCE di lasciare invariati i tassi d’interesse riflette un complesso equilibrio di considerazioni. Da una parte c’è la necessità di controllare l’inflazione, dall’altra la volontà di sostenere l’economia. In questo delicato contesto, la BCE sembra puntare su una politica di cautela, pronta a intervenire in base all’evolversi della situazione economica. Gli occhi resteranno puntati sulle future mosse della Banca Centrale, in attesa di capire come evolverà la strategia in un contesto economico in rapido cambiamento.
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Sciopero generale 8 marzo, trasporti a rischio: orari e modalità della protesta https://www.business.it/sciopero-generale-8-marzo-orari/ Thu, 07 Mar 2024 08:42:44 +0000 https://www.business.it/?p=135227 Per la giornata di venerdì 8 marzo è stato proclamato un nuovo sciopero generale del settore pubblico e privato. La protesta potrebbe comportare disagi fino a 24 ore. Nello sciopero sono coinvolti diversi settori: dalla scuola alla sanità, passando per Vigili del fuoco e Autostrade. Interessato anche il settore dei trasporti, esclusi però quelli locali (bus, metro e tram). Problemi potrebbero invece… Leggi tutto »Sciopero generale 8 marzo, trasporti a rischio: orari e modalità della protesta

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sciopero generale 8 marzo

Per la giornata di venerdì 8 marzo è stato proclamato un nuovo sciopero generale del settore pubblico e privato. La protesta potrebbe comportare disagi fino a 24 ore. Nello sciopero sono coinvolti diversi settori: dalla scuola alla sanità, passando per Vigili del fuoco e Autostrade. Interessato anche il settore dei trasporti, esclusi però quelli locali (bus, metro e tram). Problemi potrebbero invece registrarsi per Trenitalia.
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Sciopero dei trasporti: chi aderisce

Per quanto riguarda lo sciopero dei trasporti, l’intervento del Garante ha ridimensionato il blocco, garantendo così la regolare circolazione di quelli locali. Trenitalia ha invece annunciato che i convogli potranno subire cancellazioni o variazioni dalle ore 00.00 alle 21:00 dell’8 marzo a causa dell’adesione alla protesta di una sigla sindacale autonoma. Anche Trenord aderirà alla protesta, ma con fasce orarie e treni garantiti.

Sciopero generale dell’8 marzo che è stato proclamato dalla maggior parte delle sigle sindacali italiane: Flc CGIL, Slai Cobas, Adl Cobas, Cobas Usb, Cobas Sub, Osp Faisa Cisal, Usi Cit, Clap, Si Cobas, Cub Trasporti, Uitrasporti, Usi 1912 e Uiltec Uil. Le motivazioni addotte sono la protesta contro la disparità di genere, ma anche contro la discriminazione salariale e tutte le guerre.

“È quanto mai importante scendere in piazza. – si legge nel comunicato del sindacato – Per gridare il nostro dissenso ad ogni forma di sopraffazione contro le donne e contro le politiche familiste, razziste e nazionaliste di questo governo, che alimentano sfruttamento e violenza, lo sciopero è anche l’occasione per chiedere seri e urgenti provvedimenti per contrastare l’interminabile scia di sangue dei femminicidi, un fenomeno intollerabile per un Paese che si dichiara civile”.
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Bonifici bancari in 10 secondi, approvate le nuove regole: costi e come funzioneranno https://www.business.it/bonifici-bancari-istantanei-10-secondi-approvati/ Wed, 06 Mar 2024 15:45:12 +0000 https://www.business.it/?p=135208 I bonifici istantanei in 10 secondi e senza costi o oneri aggiuntivi per clienti e imprese diventano realtà. Il Parlamento europeo ha infatti adottato in via definitiva (con 599 voti a favore, 7 contrari e 35 astenuti) il regolamento che introduce nuove regole per effettuare e ricevere i bonifici.Leggi anche: Conte: “Già all’inizio della prossima… Leggi tutto »Bonifici bancari in 10 secondi, approvate le nuove regole: costi e come funzioneranno

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bonifici istantanei 10 secondi

I bonifici istantanei in 10 secondi e senza costi o oneri aggiuntivi per clienti e imprese diventano realtà. Il Parlamento europeo ha infatti adottato in via definitiva (con 599 voti a favore, 7 contrari e 35 astenuti) il regolamento che introduce nuove regole per effettuare e ricevere i bonifici.
Leggi anche: Conte: “Già all’inizio della prossima settimana i primi bonifici per le imprese”

Bonifici che consumatori e imprese potranno effettuare in qualsiasi momento della giornata, sette giorni su sette, entro 10 secondi, in tutta l’Unione Europea e negli altri Paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein). Il nuovo regolamento sui bonifici istantanei entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Ma la sua attuazione varierà da Paese a Paese per tempi e modi.

Come funzionano i bonifici istantanei

Inoltre, le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento saranno obbligati a offrire il servizio di invio e ricezione di bonifici istantanei in euro, applicando delle commissioni che non dovranno essere superiori a quelle applicate ai bonifici standard. Per quanto riguarda i tempi di applicazione, nell’Eurozona tutti i titolari di un conto bancario potranno ricevere bonifici istantanei entro nove mesi dall’entrata in vigore, ma dovranno attendere 18 mesi per essere sicuri di poter inviare i pagamenti alle medesime condizioni.

Infine, nel nuovo provvedimento sui bonifici istantanei sono contenute anche norme sulla sicurezza dei bonifici e garanzie contro le frodi online. I fornitori dei servizi di pagamento avranno ad esempio l’obbligo di verificare la concordanza fra il numero di conto bancario (Iban) e il nome del beneficiario fornito dal pagatore.
Leggi anche: Dichiarazione del 730, tempo fino al 2 ottobre per evitare multe: cosa sapere

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Oms lancia l’allarme sul nuovo virus e Pregliasco avverte: “Può portare anche alla morte” https://www.business.it/oms-lancia-lallarme-sul-nuovo-virus-e-pregliasco-avverte-puo-portare-anche-alla-morte/ Wed, 06 Mar 2024 11:28:33 +0000 https://www.business.it/?p=135191 Nuovo allarme virus lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’Oms avverte dei rischi legati alla psittacosi, un’infezione respiratoria causata dalla Chlamydophila psittaci (C. psittaci), legata a un batterio che infetta principalmente gli uccelli e che, in questo periodo, si è manifestata soprattutto in alcuni Paesi dell’Ue. Segnalato un aumento dei casi sull’uomo. E ci sono già… Leggi tutto »Oms lancia l’allarme sul nuovo virus e Pregliasco avverte: “Può portare anche alla morte”

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Nuovo allarme virus lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’Oms avverte dei rischi legati alla psittacosi, un’infezione respiratoria causata dalla Chlamydophila psittaci (C. psittaci), legata a un batterio che infetta principalmente gli uccelli e che, in questo periodo, si è manifestata soprattutto in alcuni Paesi dell’Ue. Segnalato un aumento dei casi sull’uomo. E ci sono già cinque morti. Fabrizio Pregliasco preoccupato.
Leggi anche: Green pass globale, lo strumento che l’Oms vuole imporre all’Italia

Sono state Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi a segnalare per primi a febbraio all’Oms di aver rilevato una tendenza in netta crescita dei casi di psittacosi nel 2023 e all’inizio del 2024. I casi segnalati sarebbero legati quasi tutti all’esposizione a uccelli selvatici o domestici. L’uomo può infatti infettarsi attraverso il contatto con le secrezioni di uccelli infetti. Per questo le categorie più a rischio sono chi lavora con uccelli da compagnia o pollame, veterinari, proprietari di uccelli da compagnia e giardinieri. L’Organizzazione mondiale della sanità, si legge in una nota, “continua a monitorare la situazione e, sulla base delle informazioni disponibili, al momento valuta basso il rischio rappresentato da questo evento infettivo”.

Pregliasco e Andreoni preoccupati dalla psittacosi

La psittacosi, malattia respiratoria causata da un batterio che infetta soprattutto gli uccelli, nell’uomo, può provocare anche forme gravi che portano alla morte. – avverte Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano – Bene dunque l’alert lanciato dall’Oms su un aumento dei casi umani in Ue, perché la comunicazione tempestiva di questi rischi può aiutarci a strutturare interventi il più possibile anticipatori di un’eventuale nuova emergenza infettiva. Bisogna accogliere questi alert con senso di responsabilità e attenzione, senza eccedere negli allarmismi, ma nemmeno sottovalutandoli. Viviamo in un ecosistema fatto di continue interazioni tra virus, batteri, animali e uomo”, conclude.

“La psittacosi è una malattia respiratoria causata da un batterio che infetta soprattutto gli uccelli. – s piega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) -In Italia è registrata in modo sporadico soprattutto nei volatili selvatici. Ma questo alert dell’Oms deve fare porre maggiore attenzione a chi possiede piccoli volatili in cattività dentro casa, quindi osservarli se stanno male e soprattutto non toccarli. Come non vanno toccati se nei parchi o per strada vediamo uccelli che stanno male. È una malattia comunque rara alle nostre latitudini ma si trasmette per via respiratoria, il contatto però delle mani con il volatile è un rischio da non correre”.

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Patatine Chips ritirate dal commercio, il ministero della Salute: “Rischio chimico” https://www.business.it/patatine-chips-ritirate-dal-commercio-il-ministero-della-salute-rischio-chimico/ Wed, 06 Mar 2024 08:53:33 +0000 https://www.business.it/?p=135174 Diversi lotti di patatine Chips in busta sono stati ritirati dal commercio per un possibile rischio chimico per i consumatori. A segnalarlo (in ritardo) è il ministero della Salute, che ha pubblicato tre avvisi di richiamo datati 15 febbraio sul portale dedicato agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli… Leggi tutto »Patatine Chips ritirate dal commercio, il ministero della Salute: “Rischio chimico”

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Diversi lotti di patatine Chips in busta sono stati ritirati dal commercio per un possibile rischio chimico per i consumatori. A segnalarlo (in ritardo) è il ministero della Salute, che ha pubblicato tre avvisi di richiamo datati 15 febbraio sul portale dedicato agli Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori.
Leggi anche: “Sono troppo pericolose”, l’antitrust blocca la distribuzione delle patatine superpiccanti. La motivazione

Patatine ritirate: “Rischio chimico”

Il richiamo, in particolare, riguarda tre tipi di patatine prodotti e venduti dalla stessa azienda col medesimo marchio “La-La Chips”. Le patatine oggetto del ritiro dal commercio sono vendute in buste confezionate da 50 o 100 grammi ciascuna. Si tratta delle patatine “Chips Lala Fish Vinegar”, “Chips Lala Fish Sweet Chili” e “Chips Lala Fish Cracker classic”. Per tutti e tre i prodotti il richiamo riguarda tutti i lotti e tutte le date di scadenza.

Il richiamo infatti è stato disposto per tutte le confezioni in commercio in quando le patatine sono state prodotte con un colorante alimentare non ammesso dalle attuali leggi in materia, con possibile rischio chimico per i consumatori. Le patatine ritirate dal commercio sono prodotte dall’azienda “Newtoon food Filippine” nel proprio stabilimento nelle Filippine e commercializzate in Italia dalla ditta Fresh Tropical S.r.L. By Jawad.

Le confezioni invendute sono state già ritirate dagli scaffali dei negozi, ma per chi avesse già acquistato uno dei prodotti sopra indicati e oggetto del richiamo, l’invito è quello non consumare le patatine e di riportarle invece al negoziante dove sono state acquistate.

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Green pass globale, lo strumento che l’Oms vuole imporre all’Italia https://www.business.it/green-pass-globale-lo-strumento-che-loms-vuole-imporre-allitalia/ Wed, 06 Mar 2024 08:02:45 +0000 https://www.business.it/?p=135169 Il Consiglio dei ministri del 26 febbraio ha approvato un decreto-legge che adeguerà le strutture informatiche del servizio sanitario agli obiettivi del Pnrr. Ma, fa sapere il ministro della Salute, Orazio Schillaci,

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Il Consiglio dei ministri del 26 febbraio ha approvato un decreto-legge che adeguerà le strutture informatiche del servizio sanitario agli obiettivi del Pnrr. Ma, fa sapere il ministro della Salute, Orazio Schillaci, “L’Italia non aderisce all’imposizione del cosiddetto ‘green pass globale’ da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità”. “Piuttosto – specifica il ministro – vogliamo arrivare alla piena funzionalità del Fasciolo sanitario elettronico”.
Leggi anche: Nuovo virus, scatta l’allarme psittacosi: “Dovete stare molto attenti. Cosa fare”
Leggi anche: Addio vecchio 730, dal 2024 l’Agenzia delle Entrate presenta un “percorso guidato”

L’Italia non aderisce al “Green pass globale”

Il ministro Schillaci ha spiegato la scelta dell’ Italia. “A seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’OMS. In sede di conversione del decreto-legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi Pnrr in tema di salute, a partire dalla piena operatività del Fascicolo sanitario elettronico”.

“Lo strumento del Green pass globale non metterebbe comunque a rischio, come ha assicurato l’Oms, la privacy e dati sanitari personali. L’adesione alla rete mondiale di certificazione sanitaria digitale dell’Oms è volontaria per gli Stati membri dell’Ue”.

L’accordo amministrativo firmato dalla Commissione e l’Oms, infatti, “non è vincolante per le due organizzazioni”. La digitalizzazione del certificato fa parte della strategia digitale dell’Oms, presentata nel 2020. La strategia punta allo sviluppo della telemedicina.

Che cos’è il Green pass globale

Il Green pass globale è un documento per la condivisione dei dati sulla certificazione vaccinale a livello internazionale. Nasce da un accordo tra l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unione europea del giugno scorso. L’obiettivo è quello di sviluppare, a partire dal modello utilizzato per il Covid, un sistema da utilizzare in altri casi, come la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi.

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Addio vecchio 730, dal 2024 l’Agenzia delle Entrate presenta un “percorso guidato” https://www.business.it/addio-vecchio-730-dal-2024-lagenzia-delle-entrate-presenta-un-percorso-guidato/ Tue, 05 Mar 2024 15:45:11 +0000 https://www.business.it/?p=135137 Addio al modello 730 di vecchia impostazione per la dichiarazione dei redditi. Per il 2024 l’Agenzia delle Entrate presenta un percorso guidato con un “nuovo meccanismo di interazione con il contribuente”. Tutto quello che c’è da sapere.Leggi anche: Chi sono le italiane più ricche del mondo secondo Forbes Cosa cambia da quest’anno I dettagli tecnici… Leggi tutto »Addio vecchio 730, dal 2024 l’Agenzia delle Entrate presenta un “percorso guidato”

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Addio al modello 730 di vecchia impostazione per la dichiarazione dei redditi. Per il 2024 l’Agenzia delle Entrate presenta un percorso guidato con un “nuovo meccanismo di interazione con il contribuente”. Tutto quello che c’è da sapere.
Leggi anche: Chi sono le italiane più ricche del mondo secondo Forbes

Cosa cambia da quest’anno

I dettagli tecnici saranno diffusi in seguito al provvedimento dell’Agenzia delle entrate, emanato ogni anno dal direttore Ernesto Maria Ruffini, dopo il via libera del Garante privacy. Dovrebbe essere tutto online entro aprile.
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Cosa sia: le partite Iva avranno accesso alla dichiarazione precompilata. I dipendenti e pensionati potranno scegliere di sperimentare il nuovo modello 730 precompilato con procedura semplificata e guidata. L’intenzione, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate in un audizione in Senato e sul sito, è di mettere da parte tutti gli aspetti più macchinosi della dichiarazione dei redditi.

Le caselle, i codici da conoscere, le espressioni burocratiche sono tra le più complesse da compilare e comprendere. La nuova esperienza sarà più accessibile e intuitiva, con un linguaggio chiaro e istruzioni passo a passo.

In una memoria depositata in Senato a fine febbraio e rilanciata dal Messaggero, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato: “da quest’anno (dichiarazioni 2023, ndr) avrà il via il nuovo meccanismo di interazione con il contribuente, che non sarà più basato sui campi del modello dichiarativo, ma più semplicemente sulle informazioni a disposizione dell’Agenzia delle entrate”.

Un modello più semplice

Chiunque riceverà la propria dichiarazione precompilata, potrà poi “verificare, ed eventualmente integrare, le informazioni di dettaglio”. Ci sarà “un percorso guidato, che non richiede l’individuazione dei campi del modello dichiarativo, e con un linguaggio semplificato”.

“Basterà completare questa procedura a domande, e tutte le informazioni verranno inserite in automatico nella dichiarazione dei redditi vera e propria”. Non ci saranno, dunque, codici o istruzioni complesse o da controllare, ma un semplice ‘botta e risposta’ online. Durante la compilazione ci saranno degli “avvisi” ogni volta che si conferma o si modifica un dato. Se poi ci sono informazioni che l’Agenzia non possiede, queste saranno messe in evidenza sul sito, spiegando perché il Fisco non ha tutti i dati per compilare quel campo, e ci sarà un’altra procedura guidata per recuperarle.

Al via la sperimentazione

Il test partirà da maggio 2024, con un apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Il Fisco monitorerà andamento ed esigenze dei contribuenti. Per quest’anno, comunque, sarà possibile scegliere anche il percorso tradizionale di compilazione del modello 730.

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Ecco le italiane più ricche del mondo secondo Forbes https://www.business.it/ecco-le-italiane-piu-ricche-del-mondo-secondo-forbes/ Tue, 05 Mar 2024 14:43:02 +0000 https://www.business.it/?p=135128 In un anno salgono da 16 a 19 le miliardarie italiane. Lo stabilisce uno studio del City Index, commissionato dal Corriere della Sera, sull’analisi della classifica annuale dei miliardari di Forbes. Lo studio ha identificato i Paesi che hanno un maggior numero di donne ricche. In testa gli Stati Uniti, con ben 97 miliardarie, seguiti… Leggi tutto »Ecco le italiane più ricche del mondo secondo Forbes

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In un anno salgono da 16 a 19 le miliardarie italiane. Lo stabilisce uno studio del City Index, commissionato dal Corriere della Sera, sull’analisi della classifica annuale dei miliardari di Forbes. Lo studio ha identificato i Paesi che hanno un maggior numero di donne ricche. In testa gli Stati Uniti, con ben 97 miliardarie, seguiti dalla Cina con 42. L’Italia è quarta con 19 miliardarie, dietro alla Germania che ne ha 22. Sotto l’India, che ne ha 15, seguono Paesi che ne hanno comunque meno di 10.
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L’elenco delle donne più ricche del mondo

La donna più ricca al mondo è Francoise Bettencourt Meyers, con un patrimonio netto di 90.2 miliardi di dollari. Il suo paese, però, la Francia, esprime solo 7 miliardarie, al pari della Spagna. Negli Stati Uniti, che ne ha 97, ci sono anche 3 delle cinque donne più ricche al mondo: l’erede di Walmart, Alice Walton, Julia Koch e Jacqueline Mars erede dell’azienda Mars.

Chi sono le italiane più ricche del mondo

L’Italia è il secondo Paese europeo in classifica e il quarto al mondo. La donna più ricca d’Italia è Massimiliana Landini Aleotti, con un patrimonio di 7.3 miliardi di dollari. Aleotti fa parte della casa farmaceutica Menarini, che ha ereditato insieme ai tre figli dopo la morte del marito nel 2014. Alle sue spalle c’è Miuccia Prada, dell’omonima casa di moda, che ha un patrimonio di 5.8 miliardi di dollari.

​Al terzo posto ci sono le eredi di Leonardo Del Vecchio: la moglie Nicoletta Zampillo con un patrimonio di 4 miliardi. Zampillo possiede una quota del 16.8% della società Delfin, società che controlla Luxottica. Le figlie Marisa Del Vecchio, che è anche responsabile del Museo degli occhiali, e Paola Del Vecchio, insieme con la stessa percentuale della società.

Poi è il turno di Marina Caprotti, figlia più giovane di Bernardo Caprotti, nata nel 1978 dal secondo matrimonio del fondatore di Esselunga. Alla morte del padre nel 2016, lei e la madre ereditarono il 70% della Supermarkets Italiani che possiede la catena di supermercati.

Alessandra Garavoglia, consigliera di amministrazione del Gruppo Campari, precede Isabella Seragnoli, capo di Coesia, gruppo specializzato in prodotti industriali e packaging, con sede a Bologna. L’elenco prosegue con Sabrina Benetton e Lina Tombolato, moglie di Ennio Doris. In classifica anche Marina Berlusconi con un patrimonio da 1.9 miliardi di dollari.

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Ue, stop agli imballaggi monouso: le nuove regole https://www.business.it/ue-stop-agli-imballaggi-monouso-le-nuove-regole/ Tue, 05 Mar 2024 13:54:30 +0000 https://www.business.it/?p=135117 Il Parlamento europeo sancisce l’addio ai prodotti monouso per l’igiene e la cosmetica negli hotel dal 2030. La scelta sull’asporto cadrà invece sulle spalle del consumatore, senza costi aggiuntivi. Saranno i clienti, infatti, a selezionare l’uso di imballaggi riusabili oppure monouso. Nessuno stop, invece, alla busta per l’insalata di terza gamma. Esclusi anche gli imballaggi… Leggi tutto »Ue, stop agli imballaggi monouso: le nuove regole

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Il Parlamento europeo sancisce l’addio ai prodotti monouso per l’igiene e la cosmetica negli hotel dal 2030. La scelta sull’asporto cadrà invece sulle spalle del consumatore, senza costi aggiuntivi. Saranno i clienti, infatti, a selezionare l’uso di imballaggi riusabili oppure monouso. Nessuno stop, invece, alla busta per l’insalata di terza gamma. Esclusi anche gli imballaggi dei locali che somministrano alimenti con una percentuale di carta con una componente in plastica inferiore al 5% del peso totale.
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L’eccessiva produzione di rifiuti

Secondo la relatrice ed eurodeputata liberale belga Frédérique Ries, quello definito dal Parlamento Ue è un’ “accordo storico”. Da un punto di vista tecnico, si tratta di un accordo politico provvisorio sul regolamento per gli imballaggi. L’obiettivo è quello di contrastare l’aumento dei rifiuti e promuovere l’economia circolare. Dovrà seguire l’adozione formale da parte delle stesse istituzioni europee.

L’intesa si propone di ridurre gli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040- E impone anche, ai Paesi Ue, di diminuire la quantità di rifiuti da imballaggio in plastica.

L’economia del riuso

Le misure scelte privilegiano il riuso rispetto al riciclo, e sono state fortemente contrastate dalla filiera italiana del packaging. Questa chiedeva deroghe da alcuni obiettivi più stringenti sul riutilizzo degli imballaggi e la soppressione di diversi divieti.

Il compromesso non scontenta le aziende italiane. “Siamo riusciti ad attenuare l’obbligo di ricorrere al riuso quando non sussistono delle vere motivazioni ambientali, ma confermando un approccio ambizioso nella riduzione dei rifiuti da imballaggio”. Così il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Le reazioni dei rappresentanti italiani

Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia (Ppe) e relatore del regolamento imballaggi per il Partito popolare europeo. “Il nostro è un Paese leader nel riciclo degli imballaggi e questa intesa produce un meccanismo di premialità per i Paesi che raggiungono risultati importanti nel riciclo”.

“L’Italia è uno di questi paesi e viene esentata dagli obiettivi di riuso previsti all’art. 26 (gli obiettivi per i sistemi di riutilizzo, ndr) mentre per le restrizioni di cui all’articolo 22 (eliminazione graduale degli imballaggi monouso non necessari, ndr) siamo riusciti a modificare la data della loro entrata in vigore differendola dall’immediato al primo gennaio 2030″.

È prevista anche l’esenzione degli obiettivi di riuso per il vino e le bevande alcoliche. Nel 2027 la Commissione dovrà rivedere i requisiti di sostenibilità per gli imballaggi in plastica bio sulla base dello sviluppo tecnologico.

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“Sono troppo pericolose”, l’antitrust blocca la distribuzione delle patatine superpiccanti. La motivazione https://www.business.it/sono-troppo-pericolose-lantitrust-blocca-la-distribuzione-delle-patatine-superpiccanti-la-motivazione/ Mon, 04 Mar 2024 15:52:05 +0000 https://www.business.it/?p=135078 L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento avviato nei confronti della società Dave’s, distributrice del prodotto “Hot Chip Challenge” anche in Italia. La decisione è quella di impedire la commercializzazione e la pubblicità del prodotto. Questo a seguito di diversi casi di intossicazione e in seguito ad altre infrazioni rilevate.Leggi anche:… Leggi tutto »“Sono troppo pericolose”, l’antitrust blocca la distribuzione delle patatine superpiccanti. La motivazione

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento avviato nei confronti della società Dave’s, distributrice del prodotto “Hot Chip Challenge” anche in Italia. La decisione è quella di impedire la commercializzazione e la pubblicità del prodotto. Questo a seguito di diversi casi di intossicazione e in seguito ad altre infrazioni rilevate.
Leggi anche: Imballaggi monouso, nuove regole: dall’insalata in busta agli altri alimenti coinvolti
Leggi anche: Chiara Ferragni ospite di Fazio, scoppia la protesta: “Spettacolo indecente”

La decisione del Garante sul prodotto “Hot Chip Challenge”

La società Dave’s deve dunque impegnarsi a rimuovere l’articolo dai suoi listini di vendita, oltre a non commerciarlo né pubblicizzarlo. L’Autorità ha ritenuto che “gli impegni presentati dalla società siano idonei a far cessare i profili di illegittimità della pratica commerciale”. Questi sono stati “contestati nella comunicazione di avvio dell’istruttoria ovvero l’induzione ad una sfida rivolta, perlopiù, a consumatori adolescenti (diffusa anche attraverso i social media) e la non adeguata rappresentazione delle informazioni sui rischi per la salute connessi all’uso del prodotto”.
Leggi anche: “Rischio chimico”. Allarme patatine nei supermercati: i lotti ritirati 

L’Antitrust contesta, inoltre, la mancanza di informazioni alimentari e rischi per la salute rilevanti, su un prodotto commestibile che può mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie se bambini o adolescenti. Si è deciso, in questo modo, di tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media.

Il concetto di Hot Chip Challenge

La società che distribuisce “Hot Chip Challenge” ha lanciato questo prodotto, veicolandolo soprattutto sui social network. Usando il concetto di “sfida”, cioè challenge, impegna gli utenti a provare la patatina più piccante al mondo.

Lo snack a base di patate con ingredienti per renderlo particolarmente piccante, incita i giovani a consumarlo senza bere e resistendo alla sua piccantezza.

Il prodotto si presenta con una eloquente busta a forma di bara. Quando si apre la scatola c’è una singola patatina dal colore rosso scuro. Questa è sigillata dentro una bustina alimentare apposita. È talmente piccante che si deve toccare con un guanto, anch’esso incluso nella confezione.

La patatina Hot Chip Challenge è la più piccante al mondo. Il prodotto raggiunge i 2.2 milioni di gradi nella scala di Scoville (unità di misura della piccantezza). Viene realizzata con il Carolina Reaper Pepper, il peperoncino più piccante in assoluto, che raggiunge 1.569.300 Scoville.

Gli effetti collaterali

In Massachusetts, negli Stati Uniti, un 14enne è morto dopo averne mangiata una. In Italia, il tiktoker Diego Simili ne ha assunta una in diretta. Il ragazzo ha subito accusato dei forti effetti collaterali ed è finito in ospedale, segnalando poi gli effetti visibili sul suo volto.

Bruciore di stomaco e lacrimazione sono sono alcune delle sensazioni che questa Challenge riporta con sé. In seguito ai fatti, il Ministero della Salute ha assegnato ai carabinieri del Nas il compito di indagare su questo prodotto, arrivando oggi alla sospensione della commercializzazione sul territorio italiano.

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Pesticidi e metalli pesanti nel riso: quali sono i marchi segnalati e quelli più sicuri da comprare https://www.business.it/pesticidi-e-metalli-pesanti-nel-riso-quali-sono-i-marchi-segnalati-e-quelli-piu-sicuri-da-comprare/ Fri, 01 Mar 2024 16:49:19 +0000 https://www.business.it/?p=135026 Il riso è uno degli alimenti di base più consumati al mondo, ma un recente test condotto su alcune marche ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla sua sicurezza. Sulla base dell’indagine condotta dall’associazione su 20 marche di riso carnaroli, è emerso che la maggior parte dei campioni analizzati presenta livelli di cadmio che si avvicinano al limite… Leggi tutto »Pesticidi e metalli pesanti nel riso: quali sono i marchi segnalati e quelli più sicuri da comprare

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Il riso è uno degli alimenti di base più consumati al mondo, ma un recente test condotto su alcune marche ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla sua sicurezza. Sulla base dell’indagine condotta dall’associazione su 20 marche di riso carnaroli, è emerso che la maggior parte dei campioni analizzati presenta livelli di cadmio che si avvicinano al limite consentito dalla legge. Ma tre prodotti superano la soglia consentita. Quali sono?

Quali marche sono da evitare

Secondo Altroconsumo sono tre prodotti che superano quel limite precauzionale ammesso a tutela dei consumatori: riso Conad, Pam e Mondella-MD.

“Abbiamo penalizzato questi risi nel giudizio complessivo con un voto insufficiente e li abbiamo segnalati al ministero della Salute, chiedendone il ritiro dal mercato” questa la nota di Altroconsumo. “I lotti che abbiamo testato sono i numeri L129D (Conad); L157D (Pam); L171D (Mondella)”.
Sono soprattutto il cadmio e l’arsenico a essere assorbiti dalla pianta e che spesso finiscono sulle nostre tavole. Si tratta di metalli pesanti che nel lungo periodo possono causare danni ai reni.

Quali sono quelle da prediligere

L’analisi ha permesso anche di individuare marche di riso che vantano valori molto al di sotto dei limiti previsti per metalli pesanti e tracce di pesticidi. Insomma, prodotti di qualità “ottima” secondo Altroconsumo.
Sono 4 i marchi che hanno ottenuto i giudizi migliori anche al test dell’assaggio, conquistando i titoli di “migliore del test” e “migliore acquisto” si tratta dei marchi di riso carnaroli “Le stagioni d’Italia”; “Riso del Vo”; “Riso Almo” e Coop.

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Il policlinico Gemelli unico ospedale italiano tra i primi 50 al mondo https://www.business.it/il-policlinico-gemelli-unico-ospedale-italiano-tra-i-primi-50-al-mondo/ Thu, 29 Feb 2024 13:19:03 +0000 https://www.business.it/?p=134967 La classifica annuale sui migliori ospedali del mondo, pubblicata dal magazine statunitense Newsweek, premia ancora il Policlinico Gemelli di Roma. Newsweek realizza la lista ogni anno in collaborazione con Statista R. Il Gemelli si piazza nei primi 50 per il quarto anno consecutivo. Sale il suo ranking mondiale, ora al posto numero 35. Cinque gli… Leggi tutto »Il policlinico Gemelli unico ospedale italiano tra i primi 50 al mondo

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La classifica annuale sui migliori ospedali del mondo, pubblicata dal magazine statunitense Newsweek, premia ancora il Policlinico Gemelli di Roma. Newsweek realizza la lista ogni anno in collaborazione con Statista R. Il Gemelli si piazza nei primi 50 per il quarto anno consecutivo. Sale il suo ranking mondiale, ora al posto numero 35. Cinque gli ospedali italiani presenti nella classifica dei top 250.
Leggi anche: Padre prende bimbo neonato dall’ospedale e scappa: è caccia all’uomo

Tutti gli ospedali presenti nella classifica del Newsweek

Il primo degli italiani, come anticipato, è il Gemelli, numero 35; al numero 52 il Grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano; al 57 l’Irccss Ospedale San Raffaele-Gruppo San Donato; al 65 l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano; al 66 il Policlinico S.Orsola Malpighi di Bologna; al 103 l’azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona; al 117 l’Ospedale policlinico San Matteo di Pavia; al 118 l’Azienda ospedaliera di Padova; al 135 l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; al 165 il Presidio ospedaliero Molinette – Aou Città della Salute e della Scienza di Torino; al 187 l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze; al 202 gli Spedali Civili di Brescia; al 211 l’Azienda ospedaliera-universitaria Sant’Andrea di Roma; al 215 l’Irccs Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Nella lista nessuna struttura nel Sud d’Italia.

La nota del Gemelli: “La nostra forza è la nostra storia”

Il presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, l’avvocato Carlo Fratta Pasini, ha rilasciato un commento di piena soddisfazione per il risultato. “Il primato del Policlinico Gemelli è per noi motivo di grande soddisfazione. Il punto di forza del Policlinico Gemelli è nella sua storia e nella sua missione di ospedale al servizio di tutti che coniuga cure e ricerche di avanguardia, ma anche formazione di medici e operatori sanitari. Un modello che unisce la continua innovazione tecnologica e gestionale, con l’eccellenza nell’assistenza ai pazienti. Risultati resi possibili dal costante supporto economico dei Fondatori, Università Cattolica e Istituto Toniolo, e dal quotidiano impegno di migliaia di donne e di uomini, coinvolti professionalmente e sovente anche emotivamente, nella missione del Gemelli”.

I parametri della classifica

La classifica World’s Best Hospitals 2024 di Newsweek è stata stilata analizzando le performance dei 2.400 migliori ospedali in 30 nazioni (USA, Germania, Giappone, Francia, Italia, Gran Bretagna, Corea del Sud, Brasile, India, Spagna, Canada, Australia, Messico, Colombia, Olanda, Arabia Saudita, Svizzera, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Austria, Belgio, Cile, Malesia, Tailandia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Israele, Singapore).

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Stretta sui bagagli: sulle Frecce solo due bagagli a persona. E per chi non si adegua scatta la multa https://www.business.it/stretta-sui-bagagli-sulle-frecce-solo-due-bagagli-a-persona-e-per-chi-non-si-adegua-scatta-la-multa/ Thu, 29 Feb 2024 10:07:17 +0000 https://www.business.it/?p=134957 Stretta sui bagagli a partire dal 1° marzo: Trenitalia introduce il nuovo regolamento che prevede che non si potranno portare più di due bagagli (gratis) per passeggero a bordo dei treni Frecce. Non solo: bici e monopattini elettrici dovranno essere inseriti in una sacca. Multe fino a 50 euro Per chi non si adegua alle nuove regole… Leggi tutto »Stretta sui bagagli: sulle Frecce solo due bagagli a persona. E per chi non si adegua scatta la multa

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Stretta sui bagagli a partire dal 1° marzo: Trenitalia introduce il nuovo regolamento che prevede che non si potranno portare più di due bagagli (gratis) per passeggero a bordo dei treni Frecce. Non solo: bici e monopattini elettrici dovranno essere inseriti in una sacca.

Multe fino a 50 euro

Per chi non si adegua alle nuove regole scatta la multa fino a 50 euro e sarà costretto a scaricare i bagagli alla prima fermata disponibile.. Trenitalia rivoluziona i viaggi in treno e chi viaggia a bordo delle Frecce – Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca – potrà portare gratis solo due bagagli. Valigie che – come per gli aerei – dovranno rispettare determinate dimensioni che tuttavia variano tra prima e seconda classe e in base al posto acquistato. Esempio: per chi viaggia in seconda classe (Standard o Premium) la somma delle dimensioni totali dei due bagagli non potrà superare i 161 cm, ruote e manici compresi. Per chi viaggia in prima classe (Business o Executive) il limite o è di 183 cm. Così come per i bagagli da imbarcare in aereo, ogni bagaglio – che potrà essere collcato solo negli spazi appositi – dovrà essere corredato da una etichetta con tutti i riferimenti del proprietario.

Biciclette, monopattini e strumenti musicali

Cambiano anche le regole per il trasporto di biciclette (di ogni tipologia), monopattini, sci, passeggini e strumenti musicali a bordo dei treni. Sci, passeggini e strumenti musicali: potranno essere aggiunti ai due bagagli ma non dovranno superare i 200 cm (lunghezza più larghezza più profondità). Biciclette e monopattini: dovranno essere riposti in una sacca non più grande di di 80x110x45 cm.

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Inps: “Pensioni in aumento già a marzo 2024” https://www.business.it/inps-pensioni-in-aumento-gia-a-marzo-2024/ Wed, 28 Feb 2024 12:36:27 +0000 https://www.business.it/?p=134915 Gli assegni della pensione saranno più alti a partire da marzo 2024, per effetti della nuova Irpef a tre aliquote. Lo ha annunciato l'Inps

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Gli assegni della pensione saranno più alti a partire da marzo 2024, per effetti della nuova Irpef a tre aliquote. Lo ha annunciato l’Inps: l’aggiornamento dell’importo scatterà già dalla mensilità di marzo: il prossimo mese, quindi, arriveranno anche i conguagli per i mesi di gennaio e febbraio. Ecco come cambierà il cedolino.
Leggi anche: Passaporti, i ritardi nella consegna causano 300 milioni di ricavi in meno
Leggi anche: Stangata per i fumatori: ancora aumenti, ecco di quanto e per quali marche

L’effetto dei nuovi scaglioni Irpef

Nei primi due mesi dell’anno, l’Inps ha applicato agli assegni di previdenza la vecchia Irpef, quella in vigore nel 2023. Perciò, i pensionati sono stati divisi in quattro scaglioni di reddito per il pagamento dell’imposta: fino a 15mila euro si versava il 23%, da 15mila a 28mila si versava il 25%, da 28mila a 50mila euro si versava il 35% e al di sopra di questa soglia si passava al 43%. Rispetto all’Irpef riformata per il 2024, questo ha causato uno svantaggio per chi si trova nella fascia tra 15mila e 50mila euro di reddito.

A partire dalla mensilità di marzo, invece, scatteranno le nuove aliquote. Sono divise così: fino a 28mila euro lordi di reddito si pagherà il 23%, da 28mila a 50mila il 35%, e sopra i 50mila i 43%. Per chi si trova sotto i 15mila euro, quindi, non ci saranno differenze. Al di sopra invece è previsto un risparmio che aumenta al salire del reddito: in particolare, tra i 28mila e i 50mila euro si otterrà un guadagno di 260 euro all’anno. Sopra i 50mila euro il governo Meloni ha previsto che il risparmio sia cancellato, togliendo esattamente 260 euro alle detrazioni Irpef.

Il conguaglio del 2024 già da marzo

In sostanza quindi tutti i pensionati che prendono tra i 15mila e i 50mila euro lordi all’anno avrebbero già dovuto vedere un leggero aumento negli assegni, che però finora non c’è stato. Adesso che l’Inps ha completato le procedure tecniche e amministrative per il calcolo dei nuovi importi, avranno il via gli aumenti.

Come ha fatto sapere l’istituto, a marzo “saranno conguagliate anche le differenze relative alle mensilità di gennaio 2024 e febbraio 2024″. L’importo esatto del conguaglio dipenderà dal reddito, per cui è difficile stabilire con esattezza quanto varrà per ciascun pensionato. Nel complesso, però, per chi ha un reddito al di sopra dei 28mila euro l’aumento dovrebbe essere di alcune decine di euro per il conguaglio, più la nuova mensilità ‘aumentata’ che arriverà per tutto il resto del 2024.

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Patente a punti nei cantieri: gli incidenti fanno perdere i crediti https://www.business.it/patente-a-punti-cantieri-come-funziona/ Tue, 27 Feb 2024 08:57:45 +0000 https://www.business.it/?p=134858 Messo sotto pressione dall’onda emotiva provocata nell’opinione pubblica italiana dal recente crollo avvenuto nel cantiere di Firenze, in cui sono deceduti cinque operai, il governo guidato da Giorgia Meloni prova a mettere una pezza per cercare di fermare l’infinita strage di morti sul lavoro in Italia, decidendo di varare una serie di misure in Consiglio… Leggi tutto »Patente a punti nei cantieri: gli incidenti fanno perdere i crediti

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patente a punti cantieri

Messo sotto pressione dall’onda emotiva provocata nell’opinione pubblica italiana dal recente crollo avvenuto nel cantiere di Firenze, in cui sono deceduti cinque operai, il governo guidato da Giorgia Meloni prova a mettere una pezza per cercare di fermare l’infinita strage di morti sul lavoro in Italia, decidendo di varare una serie di misure in Consiglio dei ministri che dispongono un aumento dei controlli nei cantieri, premiano i virtuosi e introducono la patente a punti per il settore edile. Ma vediamo come funziona questa patente.
Leggi anche: Incidente ferroviario alla stazione di Chiari: operaio di 51 anni muore travolto da un treno

Dal 1° ottobre 2024 entrerà dunque in vigore la cosiddetta patente a punti per imprese e lavoratori autonomi che operano nel settore dell’edilizia. E funzionerà in modo molto simile alla patente di guida. Saranno assegnati 30 crediti come punteggio iniziale, ma non si potrà lavorare in un cantiere se sono rimasti meno di 15 crediti che verranno tolti in caso di incidenti nei cantieri o di accertamenti e successivi provvedimenti sanzionatori.

Come riguadagnare crediti sulla patente a punti

Tanto per fare qualche esempio, una violazione ‘semplice’ viene penalizzata con 10 punti, per un’inabilità permanente al lavoro vengono sottratti 15 crediti, mentre l’eventuale decesso di un lavoratore costa la sottrazione di 20 punti e la possibile sospensione del titolo fino a un massimo di 12 mesi. Come per la patente di guida, però, sarò possibile recuperare i crediti perduti i frequentando dei corsi di formazione, ciascuno dei quali vale 5 crediti.

In caso un’impresa non dovesse subire alcuna sanzione, la patente verrà incrementata di un credito per ciascun anno successivo al secondo, sino ad un massimo di 10 crediti. Il governo ha già promesso anche di aumentar ei controlli nei cantieri del 40% nel 2024 rispetto all’anno precedente. E il numero degli ispettori raddoppierà. Ritorna inoltre la sanzione penale nel caso di “utilizzo improprio dell’appalto di servizio o del distacco” di personale.
Leggi anche: Muore in azienda nel suo ultimo giorno di lavoro: la triste storia di un operaio

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Passaporti, i ritardi nella consegna causano 300 milioni di ricavi in meno https://www.business.it/passaporti-ritardi-consegna-ricavi-lettera-associazioni/ Mon, 26 Feb 2024 12:07:53 +0000 https://www.business.it/?p=134822 L’allarme viene rilanciato dalle sei associazioni che rappresentano le imprese del turismo organizzato. Dopo 13 mesi dal primo caos, non è cambiato niente: per ottenere o rinnovare il passaporto servono tempi biblici. Le associazioni due giorni fa hanno scritto una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sollecitando un incontro allo scopo tutelare il diritto dei… Leggi tutto »Passaporti, i ritardi nella consegna causano 300 milioni di ricavi in meno

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passaporti ritardi consegna ricavi

L’allarme viene rilanciato dalle sei associazioni che rappresentano le imprese del turismo organizzato. Dopo 13 mesi dal primo caos, non è cambiato niente: per ottenere o rinnovare il passaporto servono tempi biblici. Le associazioni due giorni fa hanno scritto una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sollecitando un incontro allo scopo tutelare il diritto dei cittadini italiani di viaggiare. Ma anche quello degli imprenditori di non perdere fatturato per colpa di una lenta e snervante burocrazia.
Leggi anche: Caos passaporti, lunghe attese e partenze cancellate: ecco cosa sta succedendo

Secondo la stima fatta da Astoi Confindustria Viaggi, Federazione Turismo Organizzato-Confcommercio (Fto), Fiavet-Confcommercio, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confersercenti e Maavi Conflavoro Pmi, nel biennio 2022-2023 agenzie di viaggio e tour operator avrebbero perso almeno 300 milioni di ricavi, pari a circa 167mila viaggi, proprio perché i loro clienti non sono riusciti ad ottenere in tempo utile il passaporto. E non convince nemmeno il sistema ‘Polis’ proposto da Poste Italiane, con cui si erogano passaporto e carta digitale elettronica nei piccoli Comuni con meno di 15mila abitanti.
Leggi anche: Pensioni in aumento già a marzo 2024: ecco per chi e come cambia l’assegno 

Cosa sta succedendo negli aeroporti

Ma non è tutto perché, si legge ancora nella missiva, “per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni. Ma assuefarsi alla mediocrità vuol dire che l’Italia sta perdendo e noi italiani non dobbiamo permetterlo”. Pier Ezhaya, presidente di Astoi, ricorda che “il mondo del travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato”.

Franco Gattinoni, presidente Fto, ricorda invece come “sia una chimera ricevere il passaporto a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento”. E Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria, ci mette il carico: “In un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale è paradossale metterci due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste”. La situazione è talmente critica che a Reggio Emilia la procura ha aperto un’indagine dopo una segnalazione che ha fatto emergere un ‘percorso’ accelerato ma illegale per ottenere il passaporto in tempi rapidi. Durante le indagini sono emersi 163 casi del genere e gli indagati sono cinque, oltre al sequestro preventivo di una società e di 16.300 euro.
Leggi anche: Tiziano Ferro: “Non faccio il passaporto italiano ai miei figli, meglio americani”

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Sciopero generale del 23 febbraio: previsti disagi in tutta Italia, i trasporti garantiti https://www.business.it/sciopero-generale-del-23-febbraio-previsti-disagi-in-tutta-italia-i-trasporti-garantiti/ Thu, 22 Feb 2024 17:09:48 +0000 https://www.business.it/?p=134751 Sciopero nazionale generale indetto per 24 ore domani, venerdì 23 febbraio 2024. Le motivazioni e le info utili.

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Sicurezza sul lavoro, insicurezza per la situazione internazionale, scarse garanzie dello Stato per le condizioni delle scuole e di altri luoghi di lavoro pubblico, i salari generali. Sono le motivazioni alla base dello sciopero nazionale generale indetto per 24 ore domani, venerdì 23 febbraio 2024. Le sigle sindacali che hanno aderito alla giornata: Si Cobas, A.l. Cobas, Lavoratori Metalmeccanici Organizzati, Sindacato Generale Di Classe, Slai Prol Cobas, Sindacato Operai Autorganizzati, Fao Cobas.
Leggi anche: Nuovo codice della strada, stretta sul cellulare alla guida
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Sciopero generale nazionale, i treni garantiti e le altre informazioni utili

Lo sciopero di venerdì 23 febbraio avrà un impatto forte su tutti i settori, inclusi i trasporti locali e nazionali su strada e ferrovia, istituti scolastici, uffici governativi e fabbriche. I lavoratori si asterranno dall’impiego dalla mezzanotte alle 23.59.

Nel rispetto della legge, le diverse compagnie manterranno prestazioni essenziali. I servizi programmabili potrebbero subire riduzioni a causa della partecipazione allo sciopero, come visite mediche e appuntamenti negli uffici pubblici.

Nel settore dei trasporti pubblici, saranno operativi treni, bus, tram e metropolitane durante le fasce orarie di garanzia, vale a dire dalle ore 06:00 alle ore 09:00 e dalle ore 18:00 alle ore 21:00. Potrebbero comunque verificarsi disagi come ritardi nella circolazione all’inizio e alla fine di tali fasce di garanzia.

I treni già in viaggio prima dell’inizio dello sciopero completeranno il loro percorso fino all’arrivo. A meno che la durata prevista superi l’ora, caso in cui il servizio terminerà alla stazione successiva disponibile. Italo non ha confermato l’adesione allo sciopero treni e quindi non ha pubblicato la lista treni garantiti. Trenitalia ha invece pubblicato le tratte garantite.

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Nuovo codice della strada, stretta sul cellulare alla guida https://www.business.it/nuovo-codice-della-strada-stretta-sul-cellulare-alla-guida/ Thu, 22 Feb 2024 13:07:24 +0000 https://www.business.it/?p=134732 Codice della strada, in arrivo la stretta per chi usa il cellulare mentre è alla guida. Sospensione graduale a seconda di diversi parametri.

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Ancora una stretta sull’uso del cellulare alla guida nel nuovo codice della strada. Dopo le misure in arrivo sugli autovelox, si profila la sospensione da sette a quindici giorni della patente per chi guida usando il cellulare.
Leggi anche: Autovelox, cambia tutto, cosa c’è da sapere

Le nuove regole

È di prossima attivazione la norma che inasprisce le sanzioni contro l’uso del cellulare mentre si guida. L’emendamento al ddl di riforma del Codice della strada è stato presentato dal Pd, ma modificato dal governo, sui cui la commissione Trasporti della Camera ha dato parere positivo il 21 febbraio dopo l’esame dei 770 emendamenti presentati. Ora restano l’esame in Aula e quello in Senato a marzo, la nuova misura entrerà ufficialmente in vigore.

Chi utilizza lo smartphone al volante potrà subire il ritiro della patente, che varia in base a diversi criteri. Se si viene scoperti alla guida con il cellulare in mano e si possiedono almeno 10 punti sulla patente, la sospensione della stessa durerà per una settimana. La sospensione avrà un effetto prolungato se invece i punti rimanenti sulla patente sono meno di dieci: in questo caso la sospensione è di 15 giorni.

I tempi indicati raddoppiano se l’utilizzo del cellulare è causa di un incidente o fa finire fuori strada un altro mezzo.

Uso di stupefacenti

Nell’ottica di inasprire anche le sanzioni dovute ad accertamenti per chi guida in stato di ebrezza e chi è sotto effetto di sostanze stupefacenti, è stato presentato un ulteriore emendamento. La sanzione potrà scattare subito dopo un primo controllo. In questo momento, invece, è previsto che sia provata la presenza della sostanza nel sangue. “Nel codice della strada che arriva il primo marzo ho previsto il ritiro della patente per chi viene trovato alla guida drogato. Drogarsi è da c…, mettersi alla guida drogato è da doppio c…” aveva detto ieri Matteo Salvini.

Tra le altre novità, anche l’emendamento di Noi moderati che fissa il tetto massimo degli interessi sulle multe ai due terzi della somma complessiva: il 66 per cento. Così il segretario Maurizio Lupi: “Un atto di giustizia e di equità nei confronti dei cittadini che non si troveranno più a dover pagare, dopo anni, interessi stratosferici di centinaia o addirittura migliaia di euro per non aver pagato una multa, magari per una dimenticanza o per temporanea impossibilità”.

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Wangiri, la truffa telefonica dello squillo senza risposta: cos’è e come difendersi https://www.business.it/wangiri-truffa-telefonica-squillo/ Thu, 22 Feb 2024 09:23:26 +0000 https://www.business.it/?p=134718 Negli ultimi mesi si sta riproponendo sempre più frequentemente una vecchia truffa telefonica che però resta sempre molto efficace. Si tratta del cosiddetto wangiri, noto anche come truffa della chiamata senza risposta. In pratica, i cybercriminali cercano di fare leva sull’ingenuità delle persone, allo scopo di addebitare chiamate a servizi telefonici costosi o attivare abbonamenti a servizi premium con canoni… Leggi tutto »Wangiri, la truffa telefonica dello squillo senza risposta: cos’è e come difendersi

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wangiri truffa telefonica squillo

Negli ultimi mesi si sta riproponendo sempre più frequentemente una vecchia truffa telefonica che però resta sempre molto efficace. Si tratta del cosiddetto wangiri, noto anche come truffa della chiamata senza risposta. In pratica, i cybercriminali cercano di fare leva sull’ingenuità delle persone, allo scopo di addebitare chiamate a servizi telefonici costosi o attivare abbonamenti a servizi premium con canoni elevati. Un fenomeno preoccupante contro il quale alcune banche hanno deciso di inviare dei messaggi informativi in cui spiegano di cosa si tratta e come fare per proteggersi.
Leggi anche: Boom di casi della “truffa del sì”. È allarme: ecco come proteggersi

Ma come funziona questa truffa telefonica che si ritiene sia nata in Giappone? In lingua Giapponese il termine wangiri significa “uno squillo e giù”. Secondo gli esperti di Panda Security, il wangiri classico consiste in una chiamata senza risposta da un numero estero. Se la vittima richiama, viene automaticamente indirizzata verso un numero a pagamento in grado di addebitare uno o due euro in pochi secondi.
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Come funziona il wangiri

Molto spesso le telefonate del wangiri avvengono quando una persona non può rispondere, come ad esempio di notte o durante le ore di lavoro. La chiamata dura soltanto pochi secondi, con un solo squillo, senza lasciare messaggi in segreteria. L’intenzione dei malviventi è quella di spingere l’utente a richiamare il numero, perché incuriosito dalla chiamata senza risposta.

La truffa del wangiri può anche far guadagnare molto a chi la mette in pratica, perché totalmente automatizzata e in grado di colpire molte persone anche sottraendo loro soltanto pochi euro a chiamata. L’Interpol è riuscita ad individuare i prefissi internazionali più utilizzati per le chiamate wangiri, che provengono principalmente dalla Moldavia (+373), dal Kosovo (+383) e dalla Tunisia (+216). Resta comunque difficile, se non impossibile, prevenire questo tipo di truffe, poiché i numeri da cui vengono effettuate possono essere sconosciuti e non riconoscibili. L’unico modo sicuramente efficace per evitarle sarebbe bloccare tutte le chiamate internazionali.
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Bollette elettriche, da luglio attivo il mercato delle tutele graduali https://www.business.it/bollette-elettriche-da-luglio-attivo-il-mercato-delle-tutele-graduali/ Wed, 21 Feb 2024 11:28:24 +0000 https://www.business.it/?p=134679 Risparmiare sulle bollette elettriche è ancora possibile, nonostante la chiusura del mercato tutelato prevista per il primo luglio 2024

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Risparmiare sulle bollette elettriche è ancora possibile, nonostante la chiusura del mercato tutelato prevista per il primo luglio 2024. Non importa in quale mercato ci si trovi in questo momento, infatti, e non occorre avere almeno 75 anni ed essere dunque classificati come “utenti vulnerabili”. Arrivano le tutele graduali. Tutto quello che occorre sapere.
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Le tutele graduali

Gli operatori di energia elettrica si sono accaparrati zone geografiche e classi di utenti che resteranno scoperti dopo il primo luglio, se non avranno fatto prima scelte diverse. Si tratta di un mercato di quattro milioni di consumatori che finiranno nel Servizio a tutele graduali (Stg) per un massimo di tre anni.

La tariffa Stg sarà la stessa per tutta l’Italia, a prezzo indicizzato, che varierà mensilmente in base al costo della materia prima all’ingrosso, più un costo fisso mensile, slegato dai consumi. Dopo le aste, il “costo fisso” nell’Stg sarà in saldo negativo. In pratica, si tradurrà in uno sconto sulla bolletta che oggi si stima in 73 euro l’anno.

Un’indagine di Switcho mette in evidenza che se l’Stg partisse oggi, il risparmio annuo sarebbe di 132 euro. Questa cifra rappresenta un risparmio sulle tariffe di vulnerabilità e di 46 euro rispetto alla migliore offerta sul mercato libero a prezzo fisso, dedicata a chi è in tutela. Le variabili che potrebbero cambiare questo dato, però, sono tante. A partire da quella temporale, perché da qui a luglio ci sono ancora mesi di attesa.

E poi dipende anche da quante famiglie avranno scelto fino ad allora il mercato libero: meno saranno gli utenti, più alte le tariffe. Che, ripetiamo, saranno comunque più basse rispetto a quelle sotto tutela.

Come entrare nel Servizio a tutele graduali

Le migliori condizioni economiche offerte dal Servizio, possono ingolosire chiunque fosse interessato. Vediamo come valutare l’ingresso nell’Stg.

Prima di luglio, chi al momento è sul mercato libero, può chiedere di tornare al servizio di tutela. Tenendo presente che per concludere un cambio di operatore ci vogliono all’incirca due mesi. Una volta tornati in tutela, da luglio si finirà automaticamente nel Servizio a tutele graduali.

Esiste poi la possibilità di avere un trattamento diverso se si appartiene alle categorie vulnerabili. Se, cioè, in casa ci sono anziani con età uguale o superiore ai 75 anni. Anche in questo caso il passaggio all’Stg sarà automatico dopo il primo luglio, se si è già in tutela, oppure si potrà chiedere il passaggio al mercato ancora in piedi oggi.

Se nel nucleo famigliare non ci sono anziani al di sopra dei 75 anni, invece, si può intestargli una voltura e poi chiedere di rientrare nel Servizio di maggior tutela. “Purché lo facciate in fretta, in modo da chiudere le due procedure con un anticipo di minimo un mese rispetto alla scadenza del 30 giugno 2024, per evitare disguidi, in modo che al 1° luglio 2024 possiate finire nel Servizio a tutele graduali riservato solo ai non vulnerabili”, precisa l’Unione nazionale consumatori.

Non diffidare del mercato libero, ecco perché

Rientrare nel Servizio a tutele graduali non è detto che sia una buona idea per tutti. Ad oggi è l’opzione più conveniente. Ma sul mercato libero si possono stipulare anche contratti a prezzo fisso: il costo al kilowattora di queste tariffe è più alto rispetto ai contratti indicizzati (com’è la Tutela graduale). Ma ci si può esmpre mettere al sicuro per uno-due anni e non doversi preoccupare di come va il mercato all’ingrosso.Sul mercato libero è possibile reperire offerte ad hoc, ad esempio per chi vuole cambiare la caldaia o installare pannelli fotovoltaici.

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Autovelox, cambia tutto: cosa c’è da sapere https://www.business.it/autovelox-cambia-tutto-cosa-ce-da-sapere/ Tue, 20 Feb 2024 11:03:55 +0000 https://www.business.it/?p=134639 Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, annuncia l’arrivo di un decreto restrittivo a marzo. Obiettivo: dare battaglia ai comuni che si “arricchiscono” con gli autovelox. “I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio ma non possono essere piazzati ovunque, senza alcuna motivazione di sicurezza, solo per tartassare lavoratori e… Leggi tutto »Autovelox, cambia tutto: cosa c’è da sapere

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Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, annuncia l’arrivo di un decreto restrittivo a marzo. Obiettivo: dare battaglia ai comuni che si “arricchiscono” con gli autovelox. “I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio ma non possono essere piazzati ovunque, senza alcuna motivazione di sicurezza, solo per tartassare lavoratori e automobilisti”, aveva scritto sui social Salvini. La misura punterebbe a vietare il ricorso dei rilevatori di velocità nelle strade sotto i 50 chilometri orari, portando avanti anche la lotta del ministro contro le zone 30.
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Come funzionano adesso gli autovelox

Secondo le regole attualmente previste dal Codice della strada, gli autovelox possono essere posti in qualunque strada comunale se segnalati da cartelli che li precedono di almeno 80 metri.

Non è nemmeno necessaria la presenza di un agente, ma è sufficiente che l’apparecchio risulti adeguatamente visibile.
Leggi anche: Nuovo codice della strada: multe pesantissime per queste infrazioni, tutte le novità

Cosa cambierebbe con il decreto annunciato dal ministro Salvini

La misura stabilisce che i tratti in cui è consentita la collocazione degli autovelox e le modalità d’uso vengano stabiliti con un provvedimento del Prefetto.

I dispositivi non potranno poi essere installati nelle strade urbane in cui vigono dei limiti di velocità inferiori ai 50 chilometri orari. Niente da fare, quindi, per le zone 30, come quella istituita di recente a Bologna.

Nelle strade provinciali e regionali, invece, il divieto di autovelox riguarda quelle con un limite di velocità inferiore ai 90 chilometri orari. Per le strade extraurbane si può infatti ricorrere agli autovelox solo se il limite di velocità imposto non venga ridotto di oltre 20 chilometri orari rispetto a quello previsto per quel tipo di strada, che è 110 chilometri orari nelle extraurbane principali. L’obiettivo è quello di vietare che vengano fissati più limiti di velocità che variano bruscamente sullo stesso tratto, a poca distanza uno dall’altro, mettendo in difficoltà gli automobilisti.

In generale, ricorda Repubblica, viene anche precisato che fuori dai centri abitati debba esserci almeno un chilometro tra l’avviso della presenza dell’autovelox e l’apparecchio in funzione. Anche per il centri storici è prevista una distanza minima tra la segnalazione e il dispositivo, che non è stata però ancora definita esattamente.

Le contestazioni immediate

Affinché il cittadino non sia “ingiustamente vessato” dall’uso dei dispositivi, il decreto stabilisce anche i casi in cui si può ricorrere alla contestazione immediata. Viene precisato che è possibile fare ricorso a dispositivi che si trovano a bordo di un veicolo in movimento senza contestazione immediata solo nei casi in cui non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili. In generale, però, gli autovelox a bordo delle auto delle forze dell’ordine devono essere adeguatamente riconoscibili.

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Fisco, arrivano gli avvisi “non ostili”. Cosa significano e come mettersi al riparo dai guai https://www.business.it/fisco-arrivano-gli-avvisi-non-ostili-cosa-significano-e-come-mettersi-al-riparo-dai-guai/ Mon, 19 Feb 2024 16:39:27 +0000 https://www.business.it/?p=134613 Una valanga di avvisi “non ostili” sono in arrivo in questi giorni ai contribuenti italiani. Li sta inviando l’Agenzia delle Entrate e già questa, nonostante la premessa, non sembrerebbe una buona notizia. Il fisco sta passando al setaccio l’anno d’imposta 2020 e avrebbe trovato molti casi – potenziali – di redditi omessi. Potenziali perché se… Leggi tutto »Fisco, arrivano gli avvisi “non ostili”. Cosa significano e come mettersi al riparo dai guai

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fisco avvisi non ostili

Una valanga di avvisi “non ostili” sono in arrivo in questi giorni ai contribuenti italiani. Li sta inviando l’Agenzia delle Entrate e già questa, nonostante la premessa, non sembrerebbe una buona notizia. Il fisco sta passando al setaccio l’anno d’imposta 2020 e avrebbe trovato molti casi – potenziali – di redditi omessi. Potenziali perché se non si dimostra di essere in regola con le somme contestate, ricevute e carte alle mano, si deve pagare.

Appunto, carte alla mano. Sapete infatti per quanti anni dovreste conservare documenti e ricevute, e non soltanto quelle fiscali, per poter contestate eventuali richieste da amministrazioni di varia tipologia? Ce lo ricorda un vademecum dell’Unionconsumatori, più che mai utile in questi giorni di posta in arrivo (e non solo su mail o pec). Intanto va detto che l’apposita sezione dell’area riservata, nel sito delle Entrate, in questo periodo è andata in tilt per il sostenuto flusso di segnalazioni arrivate. Per i soggetti interessati emergerebbero anomalie riguardo ai redditi da lavoro assimilati, autonomo e quelli derivanti da contratti di locazione non dichiarati. L’AdE informa che “si può regolarizzare la posizione presentando dichiarazione integrativa precompilata” – ma è prevista solo per alcuni contribuenti – che presenti il reddito contestato perché omesso o inserito non correttamente.

Dunque, potete dimostrare di essere in regola con i redditi di quattro anni fa? Per prima cosa dovrete scartabellare tra i vostri documenti fiscali, ricordando che ci sono dei termini di legge per conservare documenti come ricevute, multe, scontrini, fatture e bollette. Ce lo dice l’Unione nazionale consumatori (consumatori.it) che evidenzia come, in alcuni casi, “conservare è utile per evitare di pagare due volte o per scongiurare sanzioni. In altre invece è solo uno spreco di tempo e spazio”. Vediamo cosa e per quanto è bene mettere da parte (anche digitalmente, anzi meglio). E per far valere, eventualmente, la prescrizione.

Tempi più brevi. Sono quelli richiesti per conservare le ricevute di strutture turistiche: entro 6 mesi possono richiederci il pagamento di servizi che risultano non saldati. Si sale a 12-18 mesi per le ricevute di spedizioni, poi da 1 a 5 anni per le ricevute di rette e mense scolastiche, iscrizioni a corsi, palestre, assicurazioni (5 anni se sono state detratte dalla dichiarazione dei redditi). Per i tempi da 2 a 5 anni rientrano gli scontrini: meglio conservarli per almeno 2 anni “così da far valere la garanzia. 5 anni per gli scontrini che riguardano i farmaci detratti dalla dichiarazione dei redditi”, spiega Unionconsumatori. Si passa a 3 anni per le ricevute di pagamento di cambiali; parcelle di professionisti (avvocati, medici, dentisti, architetti ecc.). Inoltre, attenzione, per il bollo auto la Regione di residenza entro 3 anni può contestare il mancato pagamento (scadenza che va conteggiata dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è pagato).


La scadenza che ricomprende più pagamenti, e cioè i più onerosi, è quella dei 5 anni dal saldo. Che include le bollette ordinarie di luce, gas e acqua per 5 anni dalla scadenza (anche se la prescrizione è ridotta a 2 anni). Poi le spese per il condominio e i canoni di locazione. Ma soprattutto Cud e Cu e le multe: per quest’ultime, “stessa durata anche in caso di vittoria dopo aver fatto ricorso per contestare la sanzione”, ci ricorda l’associazione guidata da Massimiliano Dona. E ancora 5 anni per le tasse sui rifiuti; le ricevute di Imu, Tasi (i tempi si allungano se si è usufruito di detrazione fiscale per efficientamento energetico, ristrutturazioni edilizie ecc.). Per la dichiarazione dei redditi la relativa documentazione va conservata per 5 anni; se non si è presentata la dichiarazione, il fisco estende a 7 anni la possibilità di fare controlli. Per le cartelle esattoriali, rispetto a una imposizione dell’AdE, la conservazione dell’avvenuto pagamento varia di caso in caso. Nello specifico le ricevute di pagamento di cartelle riguardanti Irpef, Iva o Irap devono essere conservate per almeno 10 anni; la documentazione del pagamento di imposte locali si dovrà conservare per almeno 5 anni.
Anche le ricevute delle rate del mutuo vanno conservate per 5 anni dalla scadenza. Idem per la documentazione che attesti che si è beneficiari di detrazioni, deduzioni o di un qualsiasi altro sgravio fiscale. Andando sui tempi più lunghi, la prima scadenza da tenere a mente è quella degli 8 anni che riguarda proprio il fisco (per richieste come quelle che l’AdE sta inviando in questi giorni). Non gettare mai prima di 8 anni i modelli Unico e quello del 730: il fisco effettua controlli sulle dichiarazioni dei redditi fino a 7 anni, “quindi per evitare pesanti seccature è bene conservare la documentazione per almeno 8 anni. Il conteggio deve essere avviato a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di imposta”. E oltre gli 8 anni cosa c’è ancora? Per 10 anni è bene tenere gli estratti conto (di banca, posta ecc.). Mentre si dovrebbero conservare per sempre – ed è evidente il perché – gli atti notarili; i rogiti; gli atti di matrimonio/separazione/divorzio; gli attestati e/o diplomi.

Tornando alle lettere “antipatiche” dell’Agenzia delle Entrate, va rilevato che nel 2023, ultimo dato disponibile, furono inviate più di 3,2 milioni di comunicazioni di compliance (sulla conformità a determinate norme, regole o standard), per 4,2 miliardi di euro versati. Dato che segnava un incremento di un miliardo rispetto al 2022 (+31%).

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Bonus 800 euro genitori separati e divorziati: come funziona e chi può fare richiesta all’Inps https://www.business.it/bonus-800-euro-genitori-separati-divorziati/ Mon, 19 Feb 2024 07:38:37 +0000 https://www.business.it/?p=134576 Ai nastri di partenza il bonus per genitori separati, divorziati o non conviventi. Si tratta di una misura rivolta alle famiglie con un reddito basso dove uno dei genitori non ha pagato l’assegno di mantenimento all’altro per colpa delle difficoltà economiche legate alla pandemia di Covid-19. La possibilità di fare la propria domanda è già in vigore… Leggi tutto »Bonus 800 euro genitori separati e divorziati: come funziona e chi può fare richiesta all’Inps

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bonus 800 genitori separati

Ai nastri di partenza il bonus per genitori separati, divorziati o non conviventi. Si tratta di una misura rivolta alle famiglie con un reddito basso dove uno dei genitori non ha pagato l’assegno di mantenimento all’altro per colpa delle difficoltà economiche legate alla pandemia di Covid-19. La possibilità di fare la propria domanda è già in vigore e lo sarà fino al 31 marzo prossimo. L’importo che potrà essere percepito è variabile in base alla somma di denaro che non è stata percepita e può arrivare fino a un massimo di 800 euro.
Leggi anche: Arriva il bonus per i genitori divorziati: fino a 800 euro al mese. Come fare per averlo

I requisiti per ottenere il bonus genitori separati

genitori separati, divorziati o non conviventi devono però rispettare alcuni requisiti per poter richiedere il bonus. Per prima cosa il genitore che avanza la domanda deve avere un reddito non superiore a 8.174 euro. Inoltre, durante la pandemia, doveva per forza convivere con dei figli minorenni, oppure dei maggiorenni ma portatori di disabilità grave. E, sempre durante il Covid, non deve aver ricevuto l’assegno di mantenimento che gli sarebbe spettato di diritto perché l’altro genitore è stato inadempiente. Altro requisito necessario per ottenere il bonus 800 euro è che l’altro genitore abbia sospeso o cessato definitivamente la sua attività lavorativa per almeno 90 giorni dall’8 marzo 2020.
Leggi anche: “Da eroi a dimenticati”. Infermieri e medici morti durante il Covid, esplode la rabbia

Come e quando presentare domanda

La presentazione della domanda fa effettuata collegandosi al sito internet dell’Inps e accedendo alla propria area personale, utilizzando Spid o altra identità digitale. Una volta entrati nella sezione destinata alle prestazioni pensionistiche si troverà la seguente voce: “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”. Una volta effettuata la richiesta partirà una verifica sui requisiti.

Portale che come già accennato resterò aperto fino al 31 marzo 2024. La cifra massima che può essere erogata con il bonus sarà dunque di 800 euro al mese. Il pagamento avverrà in un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, salvo esaurimento dei fondi stanziati che ammontano a 10 milioni di euro.
Leggi anche: Incentivi auto, tutte le novità: bonus di 2000 euro sull’usato, ma c’è molto di più

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Fedez e l’impero di aziende familiari tra auto di lusso, musica e consulenze https://www.business.it/fedez-impero-economico-codacons/ Fri, 16 Feb 2024 09:03:43 +0000 https://www.business.it/?p=134549 Dopo le recenti polemiche, con Fedez che si è dichiarato persino “nullatenente”, in molti si stanno chiedendo quanto hanno fatturato finora le aziende della sua famiglia. Secondo il Codacons il suo impero economico è “meritevole di approfondimento per la ricerca di eventuali violazioni di tipo finanziario e tributario”. E allora l’associazione dei consumatori ha commissionato uno studio al dottor Gian… Leggi tutto »Fedez e l’impero di aziende familiari tra auto di lusso, musica e consulenze

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Fedez impero economico Codacons

Dopo le recenti polemiche, con Fedez che si è dichiarato persino “nullatenente”, in molti si stanno chiedendo quanto hanno fatturato finora le aziende della sua famiglia. Secondo il Codacons il suo impero economico è “meritevole di approfondimento per la ricerca di eventuali violazioni di tipo finanziario e tributario”. E allora l’associazione dei consumatori ha commissionato uno studio al dottor Gian Gaetano Bellavia, commercialista milanese esperto di diritto penale dell’economia. Il consulente ha trovato tutti i conti in ordine. Ma ritiene che alcuni aspetti debbano essere approfonditi. Per questo motivo è stato depositato un esposto alla Guardia di Finanza.
Leggi anche: Fedez “nullatenente”: cosa significa intestare i propri beni a una società

L’indagine del Codacons su Fedez

Il consulente del Codacons non ci vede chiaro su alcune modifiche societarie che registrano “numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi”. Ad esempio il mese scorso la fiduciaria Carini “attraverso cui Fedez controllava il gruppo” lascia il posto alle Zedef, che è in mano alla madre (50%) e al padre (40%) del rapper. Mentre Fedez possiede “una quota di minoranza del 10%”.

Secondo ‘Italia Oggi’ le due holding di partecipazioni, la Zedef e la Zdf, controllano le altre società del gruppo della famiglia di Fedez incassando utili milionari: la prima circa quattro milioni di euro, la seconda più di un milione e mezzo. Questo impero economico è formato anche dalla controllata Autoscontri, che si occupa di noleggio di auto di lusso, dalla Dream of ordinary madness entertainment e dalla Doom Srl, azienda che si occupa di offrire servizi di digital engagement e consulenza alle imprese.

Da cosa è formato l’impero del rapper

“Il ‘Gruppo Fedez’ ha assunto il controllo totalitario (100%) della società Doom Enter S.r.l., dopo appena tre anni e mezzo dalla sua costituzione, con la fuoriuscita della società Be Shaping S.p.a (società quotata). L’altra holding, la società ZDF S.r.l., con una fusione inversa, è stata incorporata in Doom Enter S.r.l. Dunque il Gruppo è saldamente in mano alla società Zedef che fa capo alla famiglia di Fedez”, si legge nell’esposto del Codacons. Ma, sempre secondo quanto riporta Italia Oggi’, Fedez non avrebbe ricevuto “nemmeno un centesimo di quanto guadagnato”.

“Si segnala l’avvio di nuove iniziative attraverso le società Happy Seltz S.r.l., Tubo S.r.l. e Muschio Selvaggio S.r.l. – prosegue l’esposto del Codacons – Inoltre Fedez ha, altresì, assunto in proprio una partecipazione del 5,26% nella start-up innovativa 0220 S.r.l. con un investimento, allo stato, di poco meno di 20.000 euro”.
Leggi anche: Fedez di nuovo in ospedale, crisi dopo il caso Balocco

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Fedez “nullatenente”: cosa significa intestare i propri beni a una società https://www.business.it/fedez-nullatenente-cosa-significa-intestare-i-propri-beni-a-una-societa/ Thu, 15 Feb 2024 16:23:31 +0000 https://www.business.it/?p=134528 La recente bufera mediatica che ha coinvolto Fedez ha acceso i riflettori su una pratica aziendale comune ma spesso misconosciuta dal grande pubblico: l’intestazione di beni a società. La vicenda è emersa in seguito alla pubblicazione di un articolo da parte di Repubblica, che ha riportato dichiarazioni del 2020 di Fedez, rilasciate nel corso di… Leggi tutto »Fedez “nullatenente”: cosa significa intestare i propri beni a una società

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Fedez ospedale San Raffaele

La recente bufera mediatica che ha coinvolto Fedez ha acceso i riflettori su una pratica aziendale comune ma spesso misconosciuta dal grande pubblico: l’intestazione di beni a società. La vicenda è emersa in seguito alla pubblicazione di un articolo da parte di Repubblica, che ha riportato dichiarazioni del 2020 di Fedez, rilasciate nel corso di un processo per diffamazione a Milano, in cui si dichiarava nullatenente, avendo tutti i beni intestati alle sue società.
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Fedez: “Ho detto la verità, beni intestati alle società”

Le dichiarazioni di Fedez hanno suscitato sospetti e interrogativi, specialmente in un contesto in cui la trasparenza finanziaria e la correttezza fiscale sono argomenti di grande attualità. Il rapper ha prontamente risposto alle accuse, sottolineando come la gestione dei suoi beni attraverso società sia una pratica legale e diffusa tra imprenditori, e che dichiarare il contrario sarebbe stato falso e reato.

Gestione attraverso le società: perché può funzionare

L’intestazione di beni a società, come case o automobili, è una strategia legale che offre diversi vantaggi, tra cui la deducibilità dei costi, la protezione patrimoniale da eventuali creditori e una più semplice gestione successoria. Questa pratica permette infatti di sfruttare agevolazioni fiscali, limitando l’esposizione a rischi finanziari e legali e facilitando la trasmissione dei beni.

Tuttavia, come ogni strategia fiscale e patrimoniale, anche l’intestazione di beni a società presenta dei contro, tra cui una maggiore complessità burocratica, costi di gestione societaria e una fiscalità a volte meno vantaggiosa rispetto a quella applicabile ai beni personali.

La Polemica sulle Implicazioni Etiche

La vicenda di Fedez solleva questioni importanti non solo sul piano fiscale e legale, ma anche su quello etico e della percezione pubblica. In un’epoca in cui la disuguaglianza economica è un tema caldo, la pratica di intestare beni a società da parte di individui estremamente benestanti può essere vista con sospetto dal pubblico, che spesso non è a conoscenza delle complessità della gestione patrimoniale e imprenditoriale.

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Affitti brevi, com’è cambiato il turismo dal periodo pre-Covid https://www.business.it/affitti-brevi-come-cambiato-il-turismo-dal-periodo-pre-covid/ Wed, 14 Feb 2024 14:55:16 +0000 https://www.business.it/?p=134474 In salita la domanda di affitti brevi e in particolare quella dei soggiorni medio-lunghi. Lo dicono gli ultimi dati di Halldis, storico operatore italiano specializzato in affitti brevi, secondo cui nel 2023, anno che ha visto la ripresa del turismo nel nostro Paese con oltre 445 mln di presenze, la richiesta di short-rental è aumentata del 15%… Leggi tutto »Affitti brevi, com’è cambiato il turismo dal periodo pre-Covid

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In salita la domanda di affitti brevi e in particolare quella dei soggiorni medio-lunghi. Lo dicono gli ultimi dati di Halldis, storico operatore italiano specializzato in affitti brevi, secondo cui nel 2023, anno che ha visto la ripresa del turismo nel nostro Paese con oltre 445 mln di presenze, la richiesta di short-rental è aumentata del 15% e quella di mid-long term del 30%, confermando la tendenza del 2022. Ecco le principali tendenze degli affitti brevi in Italia, e quanto costa affittare casa nelle città più gettonate. Ma le uniche in cui il livello è tornato al periodo pre-Covid sono Torino e Milano.

Firenze, Roma e Napoli hanno fatto segnare il maggiore aumento delle tariffe rispetto al 2019 (oltre 60%) ma è Venezia il centro nel quale la tariffa media giornaliera è più alta (209,63 euro).

Roma, caput mundi

Nella fotografia del 2023 il comune con più alloggi disponibili resta la Capitale (22.080), in crescita rispetto al 2022 ma ancora indietro rispetto all’anno da primato per il turismo italiano: a Roma nel 2019 erano infatti oltre 30mila (-31%). A Milano c’è stato il maggior aumento dell’offerta per affitti brevi nel passaggio dal 2022 al 2023 (+48%) e il capoluogo lombardo è anche l’unico centro tra quelli monitorati, insieme a Torino, che è tornato ai livelli pre-pandemia: rispettivamente +5 e +22%.

Firenze e la battaglia del sindaco Nardella

Uno dei provvedimenti più impegnativi, importanti e rappresentativi del modo in cui abbiamo sempre cercato di interpretare e attuare il nostro mandato di governo della città”. Con queste parole che il sindaco Dario Nardella era intervenuto in Consiglio comunale per illustrare la proposta di delibera sugli affitti brevi tempo fa. La delibera urbanistica prevedeva il divieto non retroattivo di utilizzare immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi in tutta l’area Unesco del centro storico. Una norma contestata da più parti sulla quale si attende il giudizio del Tar Toscana al quale ha fatto ricorso un’associazione consumeristica.

Un primo riflesso dell’intervento fiorentino si può forse leggere nelle presenze turistiche dei comuni intorno a Firenze che a gennaio 2024 hanno fatto segnare un +4,5% su gennaio 2023 con un +25% di stranieri (dati del Centro Studi Turistici relative all’Ambito turistico dell’area fiorentina che riguarda 17 comuni).

Venezia, carissima

Per Venezia c’è una data segnata nel calendario: è il 25 aprile. Quel giorno partirà la sperimentazione del ticket d’ingresso a carico dei turisti giornalieri (contributo di 5 euro al giorno) dal quale saranno però esentati, oltre ai residenti e i nati nel Comune, gli ospiti di strutture ricettive che già pagano la tassa di soggiorno.

Per soggiornare in laguna con la formula dell’affitto di breve vengono chiesti in media oltre 200 euro (209,63). È la cifra più alta tra i sette comuni considerati dalla ricerca AirD Ma quello veneziano non è l’aumento maggiore. Napoli, Roma e Firenze sono oltre il 60%. Il livello più basso è invece a Milano dove, come abbiamo visto, è aumentata l’offerta sui portali.

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Paradosso all’italiana: grazie all’imposta le banche italiane hanno guadagnato 3/4 miliardi in più https://www.business.it/paradosso-allitaliana-grazie-allimposta-le-banche-italiane-hanno-guadagnato-3-4-miliardi-in-piu/ Tue, 13 Feb 2024 09:49:47 +0000 https://www.business.it/?p=134386 E per fortuna che era intenzione del Governo Meloni tassare i “profitti giusti” delle banche italiane. Stiamo parlando della tassa sugli extraprofitti che, in pratica, è un altro di quei paradossi all’italiana: grazie all’imposta, infatti, le banche italiane hanno guadagnato 3-4 miliardi in più. In pratica, gli istituti invece di versare l’imposta hanno optato per… Leggi tutto »Paradosso all’italiana: grazie all’imposta le banche italiane hanno guadagnato 3/4 miliardi in più

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E per fortuna che era intenzione del Governo Meloni tassare i “profitti giusti” delle banche italiane. Stiamo parlando della tassa sugli extraprofitti che, in pratica, è un altro di quei paradossi all’italiana: grazie all’imposta, infatti, le banche italiane hanno guadagnato 3-4 miliardi in più. In pratica, gli istituti invece di versare l’imposta hanno optato per un incremento delle riserve, dimezzando così l’accantonamento sui crediti e facendo crescere ulteriormente gli utili d’esercizio per un 15% circa.

Un bonus piovuto sul bagnato, dopo che al traino dei tassi Bce i margini d’interesse realizzati dalle banche sugli attivi hanno prodotto utili netti di quasi 25 miliardi, circa due terzi più che nel 2022. Nei prossimi giorni, scrive Repubblica, le banche quotate a Piazza Affari pubblicheranno i fascicoli di bilancio, e si vedrà con chiarezza la “voce 30” che misura il margine d’interesse. Proprio l’incremento della “voce 30”, rispetto ai bilanci 2022 o 2021, determinerebbe l’imposta dovuta entro giugno 2024.

Tuttavia, il 23 settembre il Tesoro introdusse l’opzione alternativa al pagamento: basta che le banche creino “una riserva speciale non distribuibile 2,5 volte superiore all’importo dell’imposta dovuta”. Chi in futuro vorrà distribuirla agli azionisti, ci pagherà sopra la tassa: altrimenti i soldi restano a rafforzare il patrimonio. Tutti gli istituti hanno scelto, come ovvio, questa strada. La “voce 30” dei vari istituti potrebbe presentare variazioni – spiega Repubblica -: dipenderà anche dai costi di finanziamento (molte banche a dicembre hanno restituito miliardi di fondi Tltro alla Bce, non più gratuiti dalle modifiche autunnali), e dell’effettiva consistenza dei portafogli in Btp, che gonfiano i margini.

Le analisi degli esperti bancari

Dopo il blitz governativo dello scorso agosto, comunque, diversi analisti bancari stimarono possibili esborsi fino a 2,5 miliardi per il settore, riporta il quotidiano. E la stima, pur non confermata dal governo, fu avvalorata dalle cifre fornite da Intesa Sanpaolo (che indicò 828 milioni di imposta dovuta), Unicredit (440), Mediobanca (90), Banco Bpm (151), Popolare di Sondrio (43), Credem (38), Mcc (14 milioni), Mps (125), Bper (126) e Crédit Agricole Italia (87). L’aggregato della decina era quasi 2 miliardi, per un totale settoriale vicino ai 2,5 miliardi. A conti fatti, secondo qualche addetto ai lavori, il monte dell’imposta in teoria dovuta sarà un po’ più alto di 2,5 miliardi: e la “riserva non distribuibile” di 2,5 volte dovrebbe ammontare tra 6,5 e 7 miliardi per il settore.

Proprio la nuova riserva, che vale anche come argine a fronte dei rischi – e quello di credito è il maggiore – consente ora ai banchieri di limitare gli accantonamenti specifici a fronte di perdite su crediti. Sui conti 2023 delle cinque maggiori banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bper, Banco Bpm) la voce accantonamenti è scesa del 47%, da 6,7 miliardi a 3,5 miliardi aggregati, pari a 3,2 miliardi di riserve in meno. Eppure i crediti deteriorati netti, come ha calcolato la First Cisl, per i cinque istituti sono scesi solo di 1,5 miliardi, l’8%. Anche il rapporto tra crediti deteriorati e totale attivo del sistema è stabile, sceso dall’1,5% all’1,4%.

Insomma, c’è tale abbondanza di profitti che le banche possono agevolmente rimpinguare patrimonio e riserve – limitando le obbligatorie sui crediti grazie alla messe di miliardi stanziati per evitare la “tassa extraprofitti” – erogare dividendi e buyback da favola (il rendimento medio del settore eccede il 13% nel 2023).

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Arriva il bonus per i genitori divorziati: fino a 800 euro al mese. Come fare per averlo https://www.business.it/arriva-il-bonus-per-i-genitori-divorziati-fino-a-800-euro-al-mese-come-fare-per-averlo/ Mon, 12 Feb 2024 16:30:38 +0000 https://www.business.it/?p=134365 Da oggi, lunedì 12 febbraio, e fino al 31 marzo 2024 è possibile presentare all’Inps la domanda per ottenere il nuovo bonus per genitori separati, divorziati e/o non conviventi. Il contributo è stato introdotto con il decreto Sostegni e poi concretizzato con Dpcm dell’agosto del 2022. Così è infatti stato istituito il fondo, per “garantire la… Leggi tutto »Arriva il bonus per i genitori divorziati: fino a 800 euro al mese. Come fare per averlo

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Da oggi, lunedì 12 febbraio, e fino al 31 marzo 2024 è possibile presentare all’Inps la domanda per ottenere il nuovo bonus per genitori separati, divorziati e/o non conviventi.

Il contributo è stato introdotto con il decreto Sostegni e poi concretizzato con Dpcm dell’agosto del 2022. Così è infatti stato istituito il fondo, per “garantire la continuità di erogazione dell’assegno di mantenimento”: 10 milioni di euro, la dotazione.
Leggi anche: Bonus 800 euro genitori separati e divorziati: come funziona e chi può fare richiesta all’Inps

A chi spetta

La misura è finalizzata a garantire un contributo ai genitori in stato di bisogno, ossia con un reddito non superiore a 8.174 euro, che nel periodo di emergenza Covid risultavano conviventi con figli minori o maggiorenni portatori di handicap grave e che, nel medesimo periodo, non abbiano ricevuto l’assegno di mantenimento per inadempienza dell’altro genitore (ex coniuge o ex convivente).

La misura era infatti legata all’emergenza sanitaria del Covid 19. Infatti il genitore “inadempiente” deve avere “cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa a decorrere dall’8 marzo 2020 per una durata minima di novanta giorni oppure abbia subito una riduzione del reddito di almeno il 30 per cento rispetto al reddito percepito nel 2019”, come ricorda l’Inps nell’ultimo messaggio sul tema.

Come presentare la domanda

La domanda deve essere inviata attraverso la piattaforma telematica presente sul sito dell’Inps www.inps.it, alla voce “punto di accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Servono SPID, CIE o CNSLa domanda non può essere presentata per il tramite di intermediari di fiducia o CAF.

Il Bonus genitori separati, divorziati e/o non conviventi è corrisposto in un’unica soluzione in misura pari all’importo non versato dell’assegno di mantenimento e fino a concorrenza di euro 800,00 mensili. Il contributo spetta per un massimo di dodici mensilità tenuto conto delle disponibilità del fondo che ammonta a 10 milioni di euro. Il beneficio sarà erogato da Inps previa verifica dei requisiti di legge a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia.

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Poste Italiane indagata dall’Antitrust: poca chiarezza sulle vendite della Rete Energia https://www.business.it/poste-italiane-indagata-dallantitrust-poca-chiarezza-sulle-vendite-della-rete-energia/ Thu, 08 Feb 2024 09:40:43 +0000 https://www.business.it/?p=134252 In Italia, l’Antitrust, in collaborazione con il nucleo speciale della Guardia di Finanza, ha recentemente avviato un’indagine su Poste Italiane, concentrandosi sull’uso esclusivo degli uffici postali e della rete di distribuzione per promuovere le offerte di Poste Energia. Questa strategia potrebbe rappresentare un indebito vantaggio competitivo, violando le normative sulla concorrenza e il mercato. Il… Leggi tutto »Poste Italiane indagata dall’Antitrust: poca chiarezza sulle vendite della Rete Energia

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In Italia, l’Antitrust, in collaborazione con il nucleo speciale della Guardia di Finanza, ha recentemente avviato un’indagine su Poste Italiane, concentrandosi sull’uso esclusivo degli uffici postali e della rete di distribuzione per promuovere le offerte di Poste Energia. Questa strategia potrebbe rappresentare un indebito vantaggio competitivo, violando le normative sulla concorrenza e il mercato. Il cuore dell’indagine è determinare se l’approccio di Poste Italiane costituisca un abuso della sua posizione dominante, dato il suo ruolo di fornitore esclusivo del servizio postale universale.

Il procedimento istruttorio dell’Antitrust si basa sulle segnalazioni di due importanti società energetiche, A2A e Iren, che hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla possibilità di accedere alla rete postale per promuovere i propri servizi energetici. In particolare, da quando Poste Italiane ha esteso la sua attività al settore energetico all’inizio del 2023, queste aziende hanno cercato, senza successo, di utilizzare le risorse messe a disposizione per PostePay, al fine di commercializzare le proprie offerte energetiche.

L’Antitrust esaminerà se l’esclusione di A2A e Iren dall’accesso a tali risorse costituisca un vantaggio competitivo indebito per PostePay, potenzialmente in grado di distorcere la concorrenza in un mercato già caratterizzato da intense dinamiche concorrenziali, specialmente in seguito alla liberalizzazione del mercato dell’energia.

Questa indagine giunge in un momento critico per il mercato dell’energia italiano, che sta assistendo alla transizione verso la fine dei regimi di tutela per la fornitura di energia elettrica e gas, creando un ambiente altamente competitivo dove gli operatori sono incentivati ad attrarre clienti. La questione sollevata dall’Antitrust evidenzia l’importanza di garantire condizioni di mercato eque e aperte, in cui nessun operatore possa beneficiare indebitamente della propria posizione o risorse esclusive a discapito della concorrenza e dei consumatori.

Le implicazioni di questa indagine potrebbero estendersi ben oltre il caso specifico di Poste Italiane, segnando un precedente importante nella regolamentazione dell’uso delle infrastrutture di servizio pubblico per attività commerciali diverse, e nel garantire che il mercato energetico rimanga equo e competitivo per tutti gli operatori coinvolti.

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Francia, scandalo acque minerali: fonti contaminate, un marchio su tre ha violato le regole, indagata anche Nestlé https://www.business.it/acque-minerali-inchiesta-francia-nestle/ Wed, 07 Feb 2024 13:05:18 +0000 https://www.business.it/?p=134227 Ma siamo proprio sicuri che le acque minerali attualmente in commercio siano “pure” “naturali” come indicato sulle etichette delle bottiglie? A instillare più di qualche dubbio nei consumatori è un’inchiesta avviata in Francia dal quotidiano Le Monde e da Radio France, durante la quale è emerso che alcuni grandi marchi francesi di acqua minerale francesi,… Leggi tutto »Francia, scandalo acque minerali: fonti contaminate, un marchio su tre ha violato le regole, indagata anche Nestlé

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acque minerali inchiesta Francia

Ma siamo proprio sicuri che le acque minerali attualmente in commercio siano “pure” “naturali” come indicato sulle etichette delle bottiglie? A instillare più di qualche dubbio nei consumatori è un’inchiesta avviata in Francia dal quotidiano Le Monde e da Radio France, durante la quale è emerso che alcuni grandi marchi francesi di acqua minerale francesi, come ad esempio Vittel, Contrex e Perrier (una delle più costose, ndr), hanno per diversi anni “disinfettato” l’acqua delle sorgenti trattandola con metodi non regolamentari. Una truffa vera e propria.
Leggi anche: La classifica delle migliori acque minerali: ecco quali scegliere nei supermercati italiani

o scoop dei media francesi sull’acqua minerale

Protagonista in negativo dell’inchiesta francese è Nestlé Waters (filiale della multinazionale svizzera Nestlé) che detiene un terzo del mercato dell’acqua imbottigliata in Francia. Lo scandalo però coinvolgerebbe un terzo dei produttori di acque minerali nel Paese transalpino, compreso il gruppo Alma (che produce la Cristalline, la più venduta in Francia con più di 265 milioni di confezioni da sei vendute nel 2022), ma anche Saint-Yorre, Vichy Célestins e l’acqua di Châteldon. Ma la Nestlé Waters Suisse ha ammesso di aver utilizzato le stesse procedure illegali anche in Svizzera con il marchio Henniez.

Inoltre, secondo le accuse lanciate dai media autori dell’inchiesta, in Francia il governo Macron era a conoscenza delle pratiche illegali almeno dal 2021. E ora la Ong Foodwatch ha sporto denuncia per truffa contro Nestlé e le altre aziende coinvolte.

Secondo quanto riporta Le Monde, lo scandalo è iniziato ad emergere nel 2020, quando un dipendente del gruppo Alma ha deciso di segnalare delle anomalie riscontrate su un sito dell’azienda alla Direzione generale per la repressione delle frodi (Dgccrf). Una sorta di Antitrust francese. La Dgccrf ha dunque fatto emergere “pratiche commerciali ingannevoli”. Si è scoperto che il gruppo Alma mescolava acque provenienti da più fonti, o addirittura che le mescolava con l’acqua del rubinetto. L’acqua di sorgente veniva poi sottoposta a trattamenti ai raggi ultravioletti e filtri a carbone attivo, gli stessi che si applicano, legalmente, per depurare l’acqua del rubinetto.

Nestlé ha dapprima negato le accuse. Poi però la presidente, Muriel Lienau, ha ammesso gli “errori” compiuti: “Abbiamo utilizzato misure di protezione non in linea con il quadro normativo per garantire la sicurezza alimentare”. Ma, a suo dire, la responsabilità di quanto accaduto sarebbe da addebitare al cambiamento climatico che avrebbe contaminato l’acqua di sorgente. La giustizia francese non ha potuto poi fare a meno di aprire un’indagine. Attualmente la multinazionale ha assicurato di aver messo fine all’uso del carbone attivo e degli Uv, chiudendo quattro siti nei Vosgi.
Leggi anche: Caffè, quelli italiani i più venduti al mondo: ecco la classifica

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Renault-Stellantis: troppi modelli in sovrapposizione ma le alleanze restano la via per sfidare i cinesi https://www.business.it/renault-stellantis-troppi-modelli-in-sovrapposizione-ma-le-alleanze-restano-la-via-per-sfidare-i-cinesi/ Tue, 06 Feb 2024 10:53:14 +0000 https://www.business.it/?p=134167 “Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori”. Il presidente John Elkann smentisce seccamente le voci sulle nozze con Renault che hanno tenuto banco nel week end. Unʼoperazione che, sottolineano gli analisti, dovrebbe scontrarsi con i vincoli antitrust e coi problemi sociali legati alla duplicazione degli impianti francesi.… Leggi tutto »Renault-Stellantis: troppi modelli in sovrapposizione ma le alleanze restano la via per sfidare i cinesi

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“Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori”. Il presidente John Elkann smentisce seccamente le voci sulle nozze con Renault che hanno tenuto banco nel week end. Unʼoperazione che, sottolineano gli analisti, dovrebbe scontrarsi con i vincoli antitrust e coi problemi sociali legati alla duplicazione degli impianti francesi.

L’alleanza potrebbe fronteggiare l’avanzata cinese

A dispetto delle smentite e dei “no comment” di rito, l’ipotesi di una grande alleanza resta suggestiva soprattutto per affrontare la sfida dell’auto elettrica imposta dalla UE e soprattutto della concorrenza delle case cinesi che con Byd hanno dimostrato che le macchine le sanno fare e anche bene. Del resto, Carlos Tavares, proprio nei giorni scorsi, ha indicato che l’industria dell’auto deve necessariamente affrontare una nuova fase di consolidamento perché lo scenario è cambiato. Produrre Bev – Battery electric vehicle – in modo competitivo richiede ingenti risorse e dunque la strada maestra, sono gli accordi industriali, tecnologici e le sempre difficili fusioni.

Per ora la fusione Renault-Stellantis è improbabile

Sebbene affascinante, comunque, al momento l’ipotesi di un patto tra Stellantis e Renault è pura speculazione. Da una parte si creerebbe un polo europeo, una sorta di Airbus dell’auto, dall’altra questa nuova ipotetica realtà avrebbe una trazione francese ma questo aspetto potrebbe, in linea teorica, essere mitigato dalla presenza in posizioni apicali del manager italiano Luca de Meo. E in ballo ci sono le sovrapposizioni dei 15 brand di Stellantis e dei marchi Renault (3 in totale con Alpine). 18 marchi e fabbriche sparse ai quattro angoli del globo, nonché accordi con case cinesi come Geely e Leapmotor.

18 brand sono troppi

Gestire un portafoglio di 18 brand, osserva il Sole 24Ore, pare una sfida impossibile per le inevitabili sovrapposizioni tra modelli e fabbriche. Stellantis con carnet di 15 marchi affronta infatti sovrapposizioni e gestisce modelli e brand su base geografica e nella sua galassia solo Jeep ha un copertura globale, gli altri compresa Peugeot non escono in buona sostanza dai confini dell’area Emea. Differenziare modelli e brand del resto costa cifre enormi e non è affatto facile distinguere il target, per esempio di una Peugeot 208 da una Opel Corsa o dalla terza gemella diversa Lancia Ypsilon e abbiamo citato tre modelli made in Saragozza basati sulla piattaforma CMP ex Peugeot che dà anche vita ad altri modelli come Alfa Romeo Milano, Fiat 600 e Jeep Avenger, tutti costruiti in Polonia. Stellantis ha in effetti troppi marchi e per fare un paragone il numero uno al mondo, Toyota ne ha quattro considerando oltre a Lexus anche Hino e Daihatsu. Volkswagen group ne ha dieci, ma il gigante tedesco si è espanso nei decenni scorsi sulla spinta gigantista voluta da Ferdinand Piech Ed era tutto un altro mondo.

Nella classifica mondiale troviamo il gruppo Hyundai con solo tre brand, mentre il gruppo Renault dispone di tre marchi: Renault e Dacia (dai valori distinti e ben riconoscibili) e Alpine, attiva nella nicchia delle sportive. Fondere due gruppi con un totale di 18 brand sembra essere una operazione lacrime e sangue perché e palese non possono sopravvivere tutti e mantenere fabbriche in sovrapposizione. In Stellantis, infatti questo problema è evidente, e si è deciso di procedere alla dismissione progressiva dei modelli basati su obsolete piattaforme ex Fca, utilizzare quelle più moderne ex Psa e puntare per i modelli nuovi basati su inedite piattaforme Stla. Più facile dunque, osservano ancora gli esperti del Sole 24Ore, che l’ipotetica operazione Renault Stellantis miri a condividere architetture, hardware e software. almeno finché, magari, non bussi alla porta un compratore cinese per blasonati marchi storici europei.

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Busta paga 2024, tutte le novità: cambiano gli stipendi, chi guadagnerà più di tutti https://www.business.it/busta-paga-2024-tutte-le-novita-cambiano-gli-stipendi-chi-guadagnera-piu-di-tutti/ Mon, 05 Feb 2024 16:39:57 +0000 https://www.business.it/?p=134149 Ecco come cambiano le buste paga nel 2024 e chi avrà lo stipendio più alto con le nuove misure del governo Meloni.

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Ecco come cambiano le buste paga nel 2024 e chi avrà lo stipendio più alto con le nuove misure del governo Meloni. Diversi gli effetti sulla busta paga dei lavoratori dipendenti. Purtroppo, però, molti interventi delle politiche del governo, hanno durata limitata oppure riguardano solo alcune categorie.
Leggi anche: Raggiunto accordo su ddl Premierato: ci sarà anche “premier di riserva”

Il governo Meloni riforma l’Irpef e taglia il cuneo fiscale. Introduce il taglio dei contributi per le madri con due o più figli. Detassa il lavoro straordinario e notturno in alcuni settori come quello del turismo e della ristorazione.

Taglio del cuneo fiscale e riforma dell’Irpef 2024

Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per tutto il 2024. Per l’anno prossimo gli effetti dovrebbero decadere. Il taglio propone un abbassamento dei contributi da versare in busta paga, e quindi porta a uno stipendio netto più alto. In media un aumento di 100 euro a testa. Si verifica una riduzione di sette punti per chi ha un reddito fino a 25 mila euro lordi all’anno. E un decurtamento di sei punti per chi prende tra i 25mila e i 35mila euro. Si tratta di una misura che era già attiva dal luglio dello scorso anno. Sono interessati da questa misura circa 14 milioni di dipendenti.

La riforma dell’Irpef ha ridotto le aliquote a tre: si paga il 23% fino a 28 mila euro, il 35% tra 28 mila e 50 mila euro e infine il 43% sopra i 50 mila euro di reddito. Si verifica dunque un risparmio del 2% per chi guadagna più di 15 mila euro all’anno. Com’è facile intuire, i vantaggi maggiori si concentrano sulle fasce tra 28 e 50 mila euro, che risparmieranno circa 260 euro all’anno. Anche in questo caso la misura durerà un solo anno fiscale.

A chi spettano i vantaggi delle politiche del governo sulla busta paga

Ci sono alcune misure rivolte esclusivamente ai genitori. Da questo mese, febbraio, dovrebbe essere varata una misura importante. Il taglio dei contributi per le lavoratrici dipendenti con due o più figli. Da cui sono escluse, però, le lavoratrici domestiche. La platea delle beneficiarie è stimata intorno alle 681 mila persone. Il taglio totale dei contributi vale fino a un massimo di 3 mila euro all’anno, e durerà fino a quando il figlio più piccolo non compirà dieci anni. Misura valida solo per quest’anno.

L’altro intervento per i genitori è quello del congedo parentale. Il secondo mese facoltativo sarà retribuito all’80%, così come il primo. Solo nel 2024, però. Nel 2025 il secondo mese scenderà al 60%, mentre il primo resterà all’80%. Tutti gli altri mesi, invece, avranno un’indennità pari al 30%, come avviene già oggi.

Altre misure sugli stipendi in busta paga

Altre misure restano alla volontà dei datori di lavoro. I premi di produttività collettivi: tassazione ridotta al 5% per quest’anno. I fringe benefit, o benefici aziendali, avranno un tetto rialzato a 2 mila euro all’anno. Ma solo per i dipendenti con figli fiscalmente a carico. Spettano solo mille euro all’anno per i dipendenti senza figli a carico.

Infine, ci sarà una detrazione pari al 120% del costo del lavoro per i datori che assumono dipendenti a tempo indeterminato, mentre la decontribuzione Sud è stata prolungata fino al 30 giugno 2024. I lavoratori del settori turistico, ricettivo, termale e della ristorazione e somministrazione potranno avere una detassazione del lavoro notturno e degli straordinari festivi. Questi riceveranno un’integrazione detassata del 15% della retribuzione lorda.

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Gas, il prezzo sale del 7% per 2,5 milioni di utenti vulnerabili https://www.business.it/gas-il-prezzo-sale-del-7-per-25-milioni-di-utenti-vulnerabili/ Mon, 05 Feb 2024 10:05:15 +0000 https://www.business.it/?p=134113 Sale di quasi il 7% a gennaio il prezzo del gas per i clienti vulnerabili rimasti nel regime di maggior tutela. Secondo l’aggiornamento pubblicato sul sito dell’Arera, il prezzo della materia prima è diminuito da 36,30 a 31,19 euro a Mwh, mentre è tornata a crescere la componente fiscale (Iva e oneri di sistema), non… Leggi tutto »Gas, il prezzo sale del 7% per 2,5 milioni di utenti vulnerabili

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Sale di quasi il 7% a gennaio il prezzo del gas per i clienti vulnerabili rimasti nel regime di maggior tutela. Secondo l’aggiornamento pubblicato sul sito dell’Arera, il prezzo della materia prima è diminuito da 36,30 a 31,19 euro a Mwh, mentre è tornata a crescere la componente fiscale (Iva e oneri di sistema), non più sterilizzata dopo le impennate seguite allo scoppio della guerra in Ucraina. L’Unione nazionale consumatori calcola rincari di 179 euro l’anno per circa 2,5 milioni di clienti ancora in tutela: over 75, percettori di bonus sociale, disabili, in abitazioni di emergenza a seguito di calamità.

Bolletta del gas, prezzi in aumento

La bolletta del gas, secondo gli esperti, non scenderà nel 2024. Il calo del prezzo della materia prima sarà compensato dalla fine delle misure di calmiere poste dal governo nel 2022: Iva al 5% e taglio degli oneri di sistema. Secondo il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, le tariffe del gas di gennaio sono aumentate del 9% rispetto a dicembre, a causa della fine nel 2024 dello sconto sull’Iva.

La spesa per una famiglia

Il sito Facile.it prevede che una famiglia tipo italiana (che consuma 1.400 metri cubi di metano all’anno) spenderà poco meno di 1.350 euro per la bolletta del gas nel 2024: un valore vicino a quello del 2023, quando l’esborso complessivo è arrivato a 1.300 euro. Gli esperti di Facile.it commentano che «sebbene lontani dal picco del 2022, anno in cui la spesa media ha sfiorato i 1.800 euro, si tratta di prezzi più alti rispetto a quelli rilevati prima dell’arrivo del Covid e della guerra in Ucraina.

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Incentivi auto, tutte le novità: bonus di 2000 euro sull’usato, ma c’è molto di più https://www.business.it/piano-incentivi-auto-2024-bonus/ Fri, 02 Feb 2024 08:30:09 +0000 https://www.business.it/?p=134060 Nel nuovo piano di incentivi auto previsto per il 2024 sono comprese anche le automobili usate e la possibilità di rottamare quelle Euro 5. È stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso,ad anticipare queste misure che sono state poi presentate in occasione del tavolo Automotive. Gli incentivi per le auto usate arrivano fino… Leggi tutto »Incentivi auto, tutte le novità: bonus di 2000 euro sull’usato, ma c’è molto di più

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piano incentivi auto 2024

Nel nuovo piano di incentivi auto previsto per il 2024 sono comprese anche le automobili usate e la possibilità di rottamare quelle Euro 5. È stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso,ad anticipare queste misure che sono state poi presentate in occasione del tavolo Automotive. Gli incentivi per le auto usate arrivano fino a 2mila euro, con un budget di 20 milioni di euro, sono rivolte alle persone fisiche e servono per l’acquisto di veicoli nuovi di categoria M1, che siano almeno in classe Euro 6, dal valore non superiore ai 25.000 euro (senza IVA) e che, infine, non abbiano beneficiato precedentemente di incentivazioni.

Per accedere a questa misura bisognerà necessariamente rottamare un mezzo di proprietà da almeno 12 mesi in classe fino a Euro 4. Inoltre, sono previste risorse per 50 milioni di euro per gli incentivi al noleggio a lungo termine, sempre da parte delle persone fisiche.
Leggi anche: Incentivi auto fino a 13mila euro per chi rottama il proprio veicolo

Quando entrerà in vigore il nuovo programma di ecoincentivi

Il nuovo programma di ecoincentivi 2024 ha un valore di 950 milioni di euro (di cui 10 ’ereditati’ dai fondi 2023) ed entrerà in vigore entro la fine di marzo. Nel cosiddetto piano Ecobonus, 793 milioni sono destinati alle auto, 35 milioni a ciclomotori, motocicli e quadricicli, 53 milioni per i veicoli commerciali leggeri, 20 milioni per l’usato auto, 50 milioni per il noleggio a lungo termine. Le auto meno inquinanti, cioè quelle elettriche con emissioni comprese tra 0 e 20 grammi di Co2 per km, avranno a disposizione 240 milioni di euro, alle ibride plug-in tra 21 e 60 g/km andranno 150 milioni, mentre la quota più alta di 403 milioni servirà ad acquistare auto nella fascia tra 61 e 135 g/km, ovvero full hybrid, mild hybrid e con motore a benzina o Gpl a basso consumo.

Come funziona la rottamazione

Il piano di incentivi auto 2024 intende inoltre favorire la rottamazione delle auto dalla categoria Euro 0 fino alla Euro 5, a condizione che il mezzo sia di proprietà da almeno 12 mesi del beneficiario o di un familiare convivente. Chi volesse rottamare un’auto Euro 5 dovrà in ogni caso acquistare vetture elettriche o ibride-plug-in. L’incentivo massimo può raggiungere i 13.750 euro. Bonus rottamazione disponibile anche per le aziende, ad esclusione dei concessionari di auto. Le persone fisiche dovranno però mantenere la proprietà del mezzo per almeno 12 mesi (24 mesi quelle giuridiche).

Cosa c’è da sapere sul bonus

Il piano di incentivi auto 2024 fornisce i maggiori incentivi agli automobilisti che decidono di rottamare vetture più inquinanti (Euro 0,1 e 2), o a quelli con redditi più bassi. Viene previsto per la fascia 0-20 gr/km un bonus di 6mila euro senza rottamazione, che aumentano fino a 11mila con rottamazione di auto Euro 0,1 e 2, passando a 10 mila per le Euro 3, per poi scendere a 9mila per le Euro 4, e arrivare a zero per le Euro 5. Ma con un Isee sotto i 30mila euro i valori diventano rispettivamente 7.500, 13.750, 12.500, 11.250 e 8000.

Se aumentano le emissioni del veicolo (21-60 gr/km), gli incentivi sono di 4mila, 8mila, 6mila, 5500 e 0 euro, che per gli Isee under 30 mila diventano 5 mila, 10 mila, 7500, 6875 e 5000 euro. Infine per le auto con emissioni 61-135 grammi di CO2 per km senza rottamazione non ci sono incentivi. Mentre ammontano a 3mila euro rottamando le Euro 0-2, 2 mila per le Euro 3 e solo 1.500 per le Euro 4. Tutti questi bonus si applicano ad auto con prezzi inferiori a determinate soglie: 35 mila euro per le elettriche e quelle della fascia 61-135 g/km di CO2 e 45 mila per le 21-60 g/km.

Usato e due ruote

Per quanto riguarda il mercato dell’usato, il piano di incentivi auto 2024 prevede un contributo di 2mila euro per l’acquisto di auto usate Euro 6 dal valore non superiore ai 25 mila euro (Iva esclusa), ma solo se si rottama un veicolo fino alla classe Euro 4 di proprietà da almeno 12 mesi. Previsti infine 35 milioni di incentivi per ciclomotori/motocicli/quadricicli, con la dotazione maggiore destinata a quelli elettrici (30 milioni), mentre solo 5 per quelli non elettrici.
Leggi anche: Incentivi auto fino a 13mila euro per chi rottama il proprio veicolo

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Stangata sulla spesa degli italiani: l’amarissima sorpresa per tante famiglie https://www.business.it/stangata-sulla-spesa-degli-italiani-lamarissima-sorpresa-per-tante-famiglie/ Thu, 01 Feb 2024 13:54:35 +0000 https://www.business.it/?p=134035 A gennaio fare la spesa è costato ancora più caro rispetto a dicembre 2023. Lo stabiliscono i dati mensili Istat sui prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona.

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A gennaio fare la spesa è costato ancora più caro rispetto a dicembre 2023. Lo stabiliscono i dati mensili Istat sui prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Quello che è comunemente considerato il ‘carrello della spesa’ aumenta da +5,3% a +5,4%. I prodotti ad alta frequenza d’acquisto, invece, rallentano da +4,4% di dicembre a +3,6%. Aumenta l’inflazione acquisita per il 2024 al +0,3% per l’indice generale e al +0,9% per la componente di fondo.
Leggi anche: “Il Fisco potrà controllare i nostri social”: la proposta anti-evasione fa discutere, ecco come funzionerà”

Spesa sempre più costosa

“A gennaio, secondo le stime preliminari, l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023” commenta l’istituto di statistica. “La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sulla accelerazione del cosiddetto ‘carrello della spesa’ (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,8% (da +3,1% del mese precedente)”.

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“Il Fisco potrà controllare i nostri social”: la proposta anti-evasione fa discutere, ecco come funzionerà https://www.business.it/il-fisco-potra-controllare-i-nostri-social-la-proposta-anti-evasione-fa-discutere-ecco-come-funzionera/ Thu, 01 Feb 2024 07:33:11 +0000 https://www.business.it/?p=134018 Il Fisco potrebbe presto far ricorso ai social network per andare a caccia di evasori fiscali. Smascherandoli anche sulla base di foto e video diffusi nell’etere, tra cene di lusso e vacanze in location esotiche. Questo lo scenario che potrebbe presto verificarsi, visto che sono in corso i test sul “data scraping”, già avviati in accordo con… Leggi tutto »“Il Fisco potrà controllare i nostri social”: la proposta anti-evasione fa discutere, ecco come funzionerà

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fisco social proposta

Il Fisco potrebbe presto far ricorso ai social network per andare a caccia di evasori fiscali. Smascherandoli anche sulla base di foto e video diffusi nell’etere, tra cene di lusso e vacanze in location esotiche. Questo lo scenario che potrebbe presto verificarsi, visto che sono in corso i test sul “data scraping”, già avviati in accordo con il Garante della Privacy. Ad annunciarlo è stato il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che punta a raggiungere un “accordo” e nel frattempo lancia un appello: “L’evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo», dice, e serve la collaborazione di tutti”.
Leggi anche: Stangata spesa per gli italiani: l’amarissima sorpresa per tante famiglie


Si preannuncia una vita dura, dunque, per chi dichiara poche migliaia di euro e poi si concede stili di vita particolarmente lussuosi. Una proposta che, però, sta già creando fratture nella maggioranza. Il senatore leghista Armando Siri ha detto no a “un’indiscriminata caccia alle streghe. La lotta all’evasione si fa con la semplificazione”. L’ipotesi di dare all’amministrazione finanziaria anche l’arma delle informazioni sui social, il cosiddetto ‘data scraping’, è allo studio nell’ambito del concordato preventivo biennale, il nuovo regime per le partite Iva.

Al lavoro, in merito, ci sono l’Agenzia delle Entrate e Sogei e si è iniziato a ragionare col Garante della Privacy – da parte loro c’è assoluta disponibilità, fermo restando la tutela dei dati personali. L’idea è permettere all’amministrazione finanziaria di non fermarsi a ragionare solo sui dati dell’attività professionale ed economica dei contribuenti, ma di poter andare a vedere anche «gli elementi significativi del suo tenore di vita”.

Un punto delicato, visto che tocca il tema sensibile della riservatezza dei dati personali. Ma un dialogo è stato avviato e ora si punta a “trovare un accordo con l’Autorità della privacy: Dobbiamo ragionare col Garante, la cui collaborazione è assolutamente fondamentale. Bisogna mettere l’amministrazione finanziaria nelle condizioni di poter lavorare sul versante del data scraping”.

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Digitale terrestre, scatta la rivoluzione per i canali Rai: cosa cambia e come adeguare la tv https://www.business.it/digitale-terrestre-scatta-la-rivoluzione-per-i-canali-rai-cosa-cambia-e-come-adeguare-la-tv/ Wed, 31 Jan 2024 11:04:22 +0000 https://www.business.it/?p=133988 La Rai ha annunciato un nuovo passaggio tecnico. A partire dal 1 settembre, infatti, i programmi della tv pubblica saranno trasmessi con lo standard Dvb-T2, completando così la transizione verso la tv digitale terrestre. A confermarlo è stato Stefano Ciccotti, direttore tecnologico di viale Mazzini: “Confermo il passaggio di un multiplex Rai al Dvb-T2 a settembre – ha detto –… Leggi tutto »Digitale terrestre, scatta la rivoluzione per i canali Rai: cosa cambia e come adeguare la tv

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La Rai ha annunciato un nuovo passaggio tecnico. A partire dal 1 settembre, infatti, i programmi della tv pubblica saranno trasmessi con lo standard Dvb-T2, completando così la transizione verso la tv digitale terrestre. A confermarlo è stato Stefano Ciccotti, direttore tecnologico di viale Mazzini: “Confermo il passaggio di un multiplex Rai al Dvb-T2 a settembre – ha detto – È stato firmato il nuovo contratto di servizio”. Attenzione, però: il passaggio potrebbe non essere indolore e alcune famiglie potrebbero trovarsi in difficoltà. Ecco cosa fare per evitare di trovarsi nei guai a partire da settembre, con il rischio di non poter più vedere i principali canali della tv pubblica.


Stando ai dati di Auditel e Censis diffusi a giugno, emerge infatti come il 64,8% delle famiglie sia adeguato alla nuova tecnologia con almeno una tv ma il 56,9% non lo sia ancora. Come sapere se il proprio apparecchio tv è compatibile? Per controllare, è sufficiente fare una ricerca nel menu principale alla voce “Sintonizzatore digitale”: se è presente la dicitura DVB-T2 HEVC/H265, allora il televisore è compatibile. Se non lo è, sarà necessario collegarlo a un decoder per il digitale terrestre DVB T2. I

Niente paura, però. Almeno in una prima fase, i canali saranno mantenuti in “simulcast”, quindi visibili anche sul vecchio digitale terrestre, quello attuale. L’azienda vuole infatti dare il tempo a tutti di adeguarsi, senza forzare i tempi. Meglio, in ogni caso, iniziare a muoversi per tempo. Rientano nel novero dei canali Rai che rientreranno nello switch off quelli trasmessi nel MUX B. Ovvero 15 canali. Ecco quali:

RAI 1 HD
RAI 2 HD
RAI 3 HD
RAI 4
RAI 5
RAI Premium Hd
RAI Scuola
RAI Play
RAI Radio 2 Visual
RAI Play Sound
RAI Gulp HD
RAI Yoyo HD
RAI Storia HD
RAI Sport HD Test HEVC
RTV San Marino

Soprattutto i primi tre canali saranno centrali nella fase sperimentale, visto che sono trasmessi in simulcast e quindi fungeranno da base per comprendere quali variazioni tecniche si prospettano dal punto di vista dell’efficienza e della qualità della trasmissione.

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