Criptomonete Valore Bitcoin euro https://www.business.it/tag/valore-bitcoin/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 17 Jan 2023 12:25:04 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Criptomonete Valore Bitcoin euro https://www.business.it/tag/valore-bitcoin/ 32 32 Tecnologia: l’innovazione della blockchain nell’agroalimentare https://www.business.it/tecnologia-innovazion-blockchain-groalimentare/ Wed, 12 Sep 2018 09:56:59 +0000 https://www.business.it/?p=30992 Negli ultimi anni abbiamo visto mutare radicalmente l’approccio del consumatore verso gli acquisti, specie per ciò che concerne il settore agroalimentare.

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Negli ultimi anni abbiamo visto mutare radicalmente l’approccio del consumatore verso gli acquisti, specie per ciò che concerne il settore agroalimentare. La consapevolezza che la nostra salute e più in generale il nostro benessere, olisticamente inteso, dipendano in gran parte dalla qualità e salubrità di ciò di cui ci cibiamo hanno costituito fattori chiave di una trasformazione a tutt’oggi in atto che determina profonde rivoluzioni del comparto agroalimentare, sia a livello di filiera produttiva, sia a livello di supply chain. Le aziende dell’industria alimentare stanno sviluppando progetti collegati alla tecnologia alla base del bitcoin per raccogliere informazioni sul cibo e garantire la qualità.

La blockchain, permette di tracciare l’origine, la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione di un determinato prodotto. Potrebbe servire a rafforzare la fiducia tra produttori e consumatori, evitare frodi e contraffazioni e valorizzare la biodiversità culinaria.

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Blockchain per l’industria del cibo

La popolarità della blockchain è principalmente legata al successo del bitcoin nel settore finanziario. Ma le potenzialità della sua tecnologia di base si stanno facendo strada in tutti gli aspetti dell’industria e del commercio, compresa l’industria del ciboGrazie a Foodchain, una Spa, nel registro delle imprese innovative, fondata nel 2016 tra Block, società di ingegneria, e Kaboom, software house. L’idea nasce nel 2012 da due ingegneri, Marco Vitale e Davide Costa e Fabio Fiori, informatico. Raccontano: «La tecnologia blockchain può essere utilizzata per tracciare materie prime e prodotti alimentari per garantirne origine e qualità, ottimizzando l’interscambio di informazioni tra le aziende nella stessa filiera. A beneficio delle aziende e dei consumatori. A loro, basta inquadrare con lo smartphone un QRcode o tag Nfc o Rfid sull’etichetta di un prodotto per accedere a video, immagini, certificazioni che l’azienda divulga. Questi dati sono fruibili in maniera trasparente e inalterabile per sempre».

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Qual è l’obiettivo?

L’obiettivo è quello di lanciare una nuova infrastruttura blockchain (Quadrans) che superi le problematiche delle blockchain attuali (privacy, scalabilità e fluttuazione del costo delle transazioni). Conterrà tutti gli standard mondiali del food (Fda, Kosher, Halal…) e garantirà trasparenza e qualità del cibo che mangiamo. Uno “smart contract” di tracciabilità basato su un modello innovativo di economia circolare.

Le potenzialità della sua tecnologia di base si stanno facendo strada in tutti gli aspetti dell’industria e del commercio, compresa l’industria del cibo. La rivoluzione blockchain potrebbe trasformare radicalmente l’industria alimentare globale. La possibilità di documentare tutte le relazioni commerciali che portano alla transazione finale con il consumatore inaugurerà un’epoca in cui ogni prodotto potrà essere monitorato in tempo reale dalla fattoria alla tavola, con in più sostanziali vantaggi economici per le società coinvolte.

Ad oggi la tracciabilità dell’intera catena di approvvigionamento avviene solo in modo lineare, un sistema basato su sistemi inefficienti e imprecisi che non soddisfano adeguatamente le esigenze dei consumatori. Implementare la blockchain nell’ecosistema aziendale alimentare significa maggiore protezione contro frodi e prodotti contraffatti, migliore gestione degli asset e drastica riduzione dei costi amministrativi e infrastrutturali.

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Google: vieta le app di criptovalute da Play Store come Apple https://www.business.it/google-vieta-app-criptovalute-play-store-apple/ Mon, 30 Jul 2018 09:06:22 +0000 https://www.business.it/?p=29962 Bitcoin e criptovalute nel mirino dei big della web economy. Dopo Apple, anche Google mette al bando le applicazioni che fanno mining, cioè che producono (minano) le criptovalute. 

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Bitcoin e criptovalute nel mirino dei big della web economy. Dopo Apple, anche Google mette al bando le applicazioni che fanno mining, cioè che producono (minano) le criptovalute. Google vieta le app di mining, ovvero che producono criptovalute, su Play Store, il suo negozio virtuale. Una decisione che va a rafforzare il fronte della Silicon Valley contro le valute digitali: Apple nei mesi scorsi ha annunciato un’iniziativa simile a quella di Mountain View, Facebook e Twitter hanno invece vietato le pubblicità cripto sulle loro piattaforme. È quanto previsto nell’ultimo aggiornamento delle linee guida per gli sviluppatori, in modo da non consentire più la presenza di queste app sul Play Store. ”Non consentiamo app per il mining sui dispositivi’‘ annuncia Google, precisando che comunque restano ”permesse” le app che gestiscono da remoto la produzione, quali le piattaforme cloud.

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Perché Google vieta le app di mining

La mossa di Google, così come quella di Apple, è legata – secondo gli esperti – ai rischi che le app di mining sollevano per i sistemi che le usano: smartphone e computer possono infatti incorrere in danni interni se il mining non è gestito propriamente, con un rallentamento evidente del sistema e possibili problemi seri alle batterie. A questo si aggiungono i rischi di malware a cui il mining espone i dispositivi, senza contare come attraverso le app aumenta la possibilità di cripto-sequestro di un dispositivo da parte di hacker. Il mining di criptovaluta ha un impatto negativo sulle prestazioni del sistema perché richiede una notevole potenza della CPU per eseguire i calcoli necessari per estrarre i token digitali. E’ risaputo poi che aziende e hacker installano script di coin-mining backdoor in siti Web pubblici per appropriarsi della potenza di calcolo da browser, ignari.

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Non è la prima volta che Google avvia una stretta sul mondo delle valute digitali. Già a maggio l’azienda aveva bandito dalla sua piattaforma pubblicitaria le inserzioni ingannevoli sulle Ico (initial coing offering), le offerte iniziali di monete digitali che ricalcano il processo delle quotazioni di Borsa (Ipo). Il blocco di Google rappresenta l’ultimo colpo in ordine temporale al Bitcoin. Negli ultimi giorni un nuovo schiaffo alle criptovalute è arrivato dalla Sec. L’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori ha respinto, per la seconda volta in 18 mesi, la richiesta dei gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, i rivali di Mark Zuckerberg, per un exchange-traded fund sul Bitcoin.

Anche Twitter il mese scorso ha annunciato l’intenzione di proibire gli annunci relativi a i bitcoin, vendite di token e portafogli di valute alternativi e criptovalute sulla sua piattaforma. Sulla stessa linea anche Facebook e la stessa Google. Una decisione dettata dai dubbi sulla ”resistenza alla manipolazione” ma anche per problemi di frodi e di tutela degli investitori. Il mining illecito di criptovalute è ormai divenuto più popolare del “ransomware”, ovvero dei software maligni che limitano l’accesso al dispositivo a meno che non si paghi un riscatto. Il blocco di Google rappresenta l’ultimo colpo in ordine temporale al Bitcoin. 

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Startup: Malta vuole diventare blockchain island https://www.business.it/startup-malta-vuole-diventare-blockchain-island/ Fri, 20 Jul 2018 07:00:27 +0000 https://www.business.it/?p=29709 Le cose si muovono velocemente nel mondo delle blockchain, delle criptovalute e delle tecnologie di contabilità generalizzata. La piccola isola europea di Malta vuole diventare un paradiso per criptovalute come Bitcoin, l’applicazione più nota delle tecnologie di contabilità generale. Come tale, il paese sta aprendo le sue porte alla blockchain e alle altre cosiddette tecnologie di ledger… Leggi tutto »Startup: Malta vuole diventare blockchain island

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Le cose si muovono velocemente nel mondo delle blockchain, delle criptovalute e delle tecnologie di contabilità generalizzata. La piccola isola europea di Malta vuole diventare un paradiso per criptovalute come Bitcoin, l’applicazione più nota delle tecnologie di contabilità generale. Come tale, il paese sta aprendo le sue porte alla blockchain e alle altre cosiddette tecnologie di ledger distribuiti. Secondo la CNN, queste tecnologie consentono di eseguire rapidamente transazioni tra persone senza interferenze o controllo da parte di terzi. Blockchain promette di migliorare la sicurezza e ridurre i costi di transazione.

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La prima isola blockchain del mondo

Il piccolo arcipelago di Malta sta per diventare la “prima isola blockchain del mondo” dopo che il governo ha approvato la prima legge completa DLT (Distributed Ledger Technology) all’inizio di questo mese e ora ha approvato la terza e ultima lettura delle fatture che regolerà l’attività relativa a blockchain, criptovaluta e DLT. La vittoria legislativa ha reso Malta “la prima giurisdizione mondiale a fornire certezza giuridica a questo spazio”, ha detto in un tweet il ministro maltese per i servizi finanziari, l’economia digitale e l’innovazione, Silvio Schrembi. Finora, Malta è riuscita ad avere i più grandi scambi di crittografia e sta per diventare il più grande hub per queste tecnologie. Mentre altri paesi stanno ancora aspettando altri per un quadro legale collaudato e stanno approvando solo leggi sulla blockchain e sulla criotropia, Malta viene con regolamenti più dettagliati e completi. Il parlamento maltese ha approvato tre progetti di legge, denominati “Malta Digital Innovation Authority Act”, “Innovative Technology Arrangements and Services Act” e la Virtual Finances Assets Act “.

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Ma ancor prima che queste leggi fossero in vigore, l’isola era conosciuta come una nazione criptica. Riuscirà ad attirare il più grande scambio criptico del mondo, Binance, che ha aperto un ufficio nel paese quest’anno, ed è stato seguito dal quarto più grande scambio, OKEx. Gli analisti dicono che la mossa mostra l’approccio pionieristico di Malta alla blockchain. Si prevede che Malta diventi la prima giurisdizione al mondo ad avere leggi che coprano in modo completo il trattamento delle criptovalute, il lancio delle prime offerte di monete e il successivo trattamento di beni offerti agli investitori così come i servizi di blockchain / DLT, compresa la creazione di uno scambio di criptovaluta.

“Malta ha accettato il fatto che la tecnologia blockchain e le criptovalute diventeranno inevitabilmente più popolari”, ha detto Joseph Borg, capo del consiglio di blockchain presso lo studio legale di WH Partners. “Prendendo questo passo, Malta è destinata a diventare un hub per le startup tecnologiche innovative e le aziende basate su blockchain per prosperare, creando allo stesso tempo una crescita economica sull’isola”. La spinta innovativa ha reso l’isola interessante anche per le aziende fintech. Binance, la più grande borsa al mondo di criptovalute, ha recentemente spostato la sua sede da Hong Kong a Malta, seguendo gli ostacoli normativi in Estremo Oriente.

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Ethereum, progetti futuri e segreti del successo dal palco della TC Sessions https://www.business.it/ethereum-progetti-futuri-e-segreti-del-successo-dal-palco-della-tc-sessions/ Tue, 10 Jul 2018 12:25:30 +0000 https://www.business.it/?p=29421 La TC Sessions 2018 ha regalato importanti momenti di condivisione, tra cui la conversazione sul palco dei fondatori della moneta digitale Ethereum Vitalik Buterin, Justin Drake e Karl Floersch. Tutti e tre hanno parlato apertamente di un brillante futuro per la nota criptovaluta e, cosa più interessante, come hanno fatto a costruire squadre di lavoro… Leggi tutto »Ethereum, progetti futuri e segreti del successo dal palco della TC Sessions

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La TC Sessions 2018 ha regalato importanti momenti di condivisione, tra cui la conversazione sul palco dei fondatori della moneta digitale Ethereum Vitalik Buterin, Justin Drake e Karl Floersch. Tutti e tre hanno parlato apertamente di un brillante futuro per la nota criptovaluta e, cosa più interessante, come hanno fatto a costruire squadre di lavoro che funzionano alla perfezione. 

Ci sono sicuramente cambiamenti che avremmo potuto introdurre nel protocollo“, ha detto Buterin alla domanda se avrebbe cambiato o meno qualcosa se potesse avviare da capo Ethereum. Ma, ha risposto che “ci sono dei modi in cui il problema è fondamentalmente troppo difficile”. In altre parole, la crescita era l’unica opzione.

Ha inoltre affermato che: “La richiesta di utilizzare blockchain pubblici è alta e abbiamo bisogno di aumentare la stabilità per soddisfare la domanda”.

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Una moneta digitale tracciabile e affidabile

Perché? Secondo i padri di Ethereum, la rete dovrebbe penalizzare le persone che non forniscono garanzie,  e ritengono che gli strumenti disponibili per simulare gli attori economici – compresi i cattivi attori – siano ancora troppo deboli.

Inventiamo idee, proviamo a formalizzarle e implementarle”, ha affermato in coro. Ma putrido molte delle simulazioni progettate non sono ancora disponibili.

Il team si aspetta che Ethereum 2.0 (compreso l’aggiornamento di Casper e l’aggiunta di sharding) inizino a essere lanciati già nel 2019. Dopodiché l’arrivo di Ethereum 3.0 consentirebbe sistemi di sicurezza quantici, ovvero sistemi in grado di resistere alla potenza dei computer quantistici.

Spingeremo gli aggiornamenti sicuri quantici prima che ci siano dei computer quantici commerciali“, hanno affermato con entusiasmo e orgoglio.

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Una roadmap definita

Infine Butteri ha affermato che Ethereum corre e ottiene successi perché la squadra è molto unita grazie a una chiara tabella di marcia, al contrario del Bitcoin che ha molte teste di direzione per cui l’ingorgo creato è molto pericoloso.

Il successo di Ethereum continua a promuovere l’idea della roadmap di Ethereum, che è anche parte del contratto sociale. Le persone che acquistano in ethereum comprano sapendo che queste sono alternative innovative. É la roadmap che mantiene tutti sulla stessa strada”.

Data l’ampia popolarità e la portata della tecnologia, si tratta di un affascinante pezzo di team building che dovrebbe innescare altri progetti open source e blockchain nel tempo, insegnando una strategia di successo anche agli altri team leader delle criptovalute in voga al momento.

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Criptovalute news, rialzo dopo periodo nero https://www.business.it/criptovalute-news-rialzo-dopo-periodo-nero/ Thu, 05 Jul 2018 07:20:31 +0000 https://www.business.it/?p=29209 I mercati delle criptovalute non hanno un periodo che possa definirsi tranquillo. Le azioni salgono e scendono continuamente, talvolta facendo temere il peggio. La volatilità che le contraddistingue, caratteristica criticata dagli esperti di settori, è ciò che preoccupa di più. Mai così basso, la scorsa settimana il valore dei Bitcoin è sceso fino a toccare… Leggi tutto »Criptovalute news, rialzo dopo periodo nero

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I mercati delle criptovalute non hanno un periodo che possa definirsi tranquillo. Le azioni salgono e scendono continuamente, talvolta facendo temere il peggio.

La volatilità che le contraddistingue, caratteristica criticata dagli esperti di settori, è ciò che preoccupa di più.

Mai così basso, la scorsa settimana il valore dei Bitcoin è sceso fino a toccare quota 6mila ad azione. E pensare che appena un anno fa i sostenitori e gli investitori della moneta digitale più famosa del mondo gridavano al successo, poichè era stato raggiunta la quota di 11mila dollari! Praticamente superato di 50 volte il suo valore iniziale. 

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I cambiamenti del mercato azionario e la volatilità delle criptovalute

Cosa è successo?

I ribassi sono durati l’arco di una settimana, interessando non solo i Bitcoin ma trascinando con sé i valori delle altre monete digitali.

Dopo un periodo nero, ecco quindi che i prezzi sono tornati a salire, facendo registrare un grafico come fosse una montagna russa. I Bitcoin, e con essi le dieci monete virtuali più importanti di nuovo in salita, hanno sfiorato quota 6400 dollari ad azione, ancora ben lontani dai fasti dello scorso anno, ma almeno provano a recuperare terreno.

Anche Cardano ha ottenuto ottime prestazioni, registrando un aumento del 18,5%, più alto del Bitcoin, interessato invece solo da un più 8%.

Ethereum si ferma sui 475 dollari, registrando un aumento del + 12%

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Cosa dicono gli esperti

Indicativamente, a livello generale, la capitalizzazione sta aumentando, facendo di conseguenza tirare un sospiro di sollievo agli investitori.

I ribassi che hanno fatto tremare il pubblico sono avvenuti in particolare nei giorni 24 e 29 giugno.

Il supporto critico si trova a 5.800-6.000$, mentre la resistenza a 6.300-6.400$. Se riuscirà a superare tale livello, ci sono buone possibilità che il Bitcoin inizierà un’inversione del trend”. Queste le parole positive di Robert Sluymer, di Fundstrat Global Advisors. Cosa ci riserverà il futuro delle criptovalute?

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Bitcoin energia solare: all’insegna della sostenibilità ambientale https://www.business.it/bitcoin-energia-solare-allinsegna-sostenibilita-ambientale/ Wed, 06 Jun 2018 07:00:44 +0000 https://www.business.it/?p=27947 Bitcoin green che si nutrono di energia solare. L’innovativa idea parte dalla Moldavia, paese tra i più all’avanguardia in Europa in cui l’Ict – Information and Communications Technology – è un campo all’avanguardia e dove le energie rinnovabili stanno sempre più prendendo piede. Protagonista della svolta green delle valute digitali è la Consulcesi Tech che ha realizzato infatti il più grande impianto… Leggi tutto »Bitcoin energia solare: all’insegna della sostenibilità ambientale

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Bitcoin green che si nutrono di energia solare. L’innovativa idea parte dalla Moldavia, paese tra i più all’avanguardia in Europa in cui l’Ict – Information and Communications Technology – è un campo all’avanguardia e dove le energie rinnovabili stanno sempre più prendendo piede. Protagonista della svolta green delle valute digitali è lConsulcesi Tech che ha realizzato infatti il più grande impianto fotovoltaico del Paese, dando quindi vita ad un edificio 100% sostenibile. La capitale Chisinau e più precisamente l’Accademia delle Scienze, ospita la struttura che ingloba oltre 3mila pannelli fotovoltaici. La sostenibilità e la tecnologia qui vanno a braccetto: l’impianto destinato al mining farm, ovvero il processo di creazione della valuta virtuale, sarà infatti capace di risparmiare ogni anno 550 tonnellate di CO2 e 240 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio). Una bella trovata considerando che tra i dubbi sollevati riguardo il bitcoin c’è proprio l’eccessivo consumo di elettricità che coinvolge i processi di produzione della moneta virtuale.  In questo caso quindi si può parlare di eco-mining perché il processo informatico su cui si basa la creazione di nuove criptovalute, i bitcoin green appunto, è energeticamente sostenibile. 

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Arriva una nuova frontiera: eco-mining

 

Eco-mining, ossia produzione di Bitcoin sfruttando l’energia solare. Un metodo innovativo che abbatte gli elevati consumi di elettricità ad oggi necessari per la creazione di criptovalute, sfatando al contempo il tabù che finora aveva sempre bollato come “energivora” la coniazione di monete digitali. I 3mila pannelli fotovoltaici installati a Chisinau permetteranno infatti di risparmiare ogni anno 550 tonnellate di CO2 e 240 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio).

Soddisfatto della realizzazione di questo impianto Andrea Tortorella, CEO di Consulcesi Tech: “L’alto consumo energetico alla base del funzionamento delle criptovalute può essere ovviato attraverso l’utilizzo di fonti alternative supportate da infrastrutture all’avanguardia. Valute digitali e blockchain rappresentano il futuro, e come tutte le rivoluzioni tecnologiche, vanno gestite affinché il loro impatto comporti un sensibile miglioramento nella qualità della vita di tutti noi, senza ripercussioni sulla sostenibilità ambientale”.

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Bitcoin a energia solare, la sfida green italiana

 

L’azienda hi-tech specializzata in soluzioni all’avanguardia legate alla blockchain ha avuto diretto mandato del Governo moldavo e ha realizzato l’impianto insieme con Fly Ren Energy Company, azienda specializzata nella produzione di elettricità da fonte solare.

Fly Ren Energy company è una società italiana che opera nel campo della produzione di elettricità da fonte solare. Consulcesi Tech è invece una hi-tech company che ha il suo quartier generale a Balerna in Svizzera: lavora a soluzioni di avanguardia che utilizzano blockchain, nata nel 2017.

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L’impatto ambientale dei bitcoin

 

Questo progetto è una risposta alla crescente preoccupazione sull’impatto ambientale delle criptovaute. Per produrre bitcoin bisogna infatti usare una notevole quantità di energia elettrica. Per farlo non basta avere un normale computer, dato che nemmeno i migliori e i più potenti hanno la potenza di calcolo necessaria per creare le criptomonete. Gli strumenti tecnologici che vengono usati per i bitcoin sono quindi dei macchinari speciali e potentissimi, con una capacità di calcolo elevata, ma che proprio per le loro caratteristiche comportano un pesante dispendio energetico.

Un analista finanziario, Alex de Vries, ha condotto uno studio sul tema, mettendo in evidenza come la produzione di bitcoin arriverà a rappresentare il 5% della domanda mondiale di elettricità. Più il valore della criptomoneta aumenterà, più verrà prodotta, più inquinamento ambientale ci sarà. Secondo Alex de Vries, se per ipotesi, il bitcoin in futuro dovesse diventare la valuta usata a livello globale, si verificherebbe una vera e propria catastrofe ambientale.

E in un futuro in cui la moneta virtuale dominerà, la scelta dell’azienda moldava potrà illuminare tante altre realtà. Se infatti il bitcoin ha fatto timidamente capolino nel 2009, adesso è diffuso in tutto il mondo e continua a sfidare le diffidenze in merito alle criptovalute. Il futuro delle energie rinnovabili e delle criptovalute è già presente in Moldavia. Per una volta tanto sarà il resto d’Europa a dover inseguire.

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Bitcoin al cinema, arriva il film sulla criptovaluta più famosa del mondo https://www.business.it/bitcoin-al-cinema-arriva-il-film-sulla-criptovaluta-piu-famosa-del-mondo/ Tue, 05 Jun 2018 08:19:02 +0000 https://www.business.it/?p=27884 Quanto ne sapete di criptovalute, più in particolare dei famosissimi Bitcoin? Su internet fioccano articoli e approfondimenti che cercano di spigare come sono nati, quali sono i vantaggi ma soprattutto perché investire nelle monete digitali. Molti hanno già deciso di puntare sulle valute digitali, sperando che il mondo finanziario vada in quella direzione. I più timorosi… Leggi tutto »Bitcoin al cinema, arriva il film sulla criptovaluta più famosa del mondo

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Quanto ne sapete di criptovalute, più in particolare dei famosissimi Bitcoin? Su internet fioccano articoli e approfondimenti che cercano di spigare come sono nati, quali sono i vantaggi ma soprattutto perché investire nelle monete digitali.

Molti hanno già deciso di puntare sulle valute digitali, sperando che il mondo finanziario vada in quella direzione. I più timorosi stanno da una parte, leggendo e informandosi il più possibile, scoraggiare dalle banche e dalle dichiarazioni ufficiali di personalità rilevanti come Draghi e i numerosi guru della finanza. Il debutto nei futures ha poi sollevato maggiori perplessità, nonostante alcuni abbiamo invece letto la cosa come una legittimazione del valore delle critpovalute.

Sono nati addirittura siti specializzati, che registrano i numeri delle azioni, aggiornano sulle novità del mercato e registrano tutte le osservazioni fatte dagli organi istituzionali.

Ebbene, se ciò non vi basta in arrivo un contenuto che sarà a dir poco illuminante: The Digital Rush è il film tutto italiano sui Bitcoin, in uscita questa estate.

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Il documentario

In realtà si tratta di un documentario realizzato dal giovane filmakker Paolo Aralla. Costruito e diretto in collaborazione con Ferdinando Ametrano, docente universitario di economia, il film è stato prodotto in inglese ma corredato con sottotitoli in italiano.

Ne esiste già un trailer ufficiale ed è stato trattato come una materia scientifica. Si tratta infatti di una specie di documentario divulgativo prodotto dalla Bapufilm, casa di produzione cinematografica che ha sede in Lombardia.

Intende raccontare in termini semplici, ma rigorosamente scientifici la rivoluzione del Bitcoin, in modo che tutti, anche i neofiti della materia, possano comprenderne la nascita, la modalità e i possibili sviluppi futuri. “L’obiettivo principale è quello di spiegare con estrema semplicità e chiarezza il perchè considerare il Bitcoin come l’oro digitale”, spiega Aralla, che ha già al suo attivo numerosi documentari scientifici.

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Cinema come strumento divulgativo

 

Internet è un mezzo divulgativo straordinario, ci sono moltissime informazioni sui Bitcoin, ma è difficile capire quali sono quelle importanti da quelle irrilevanti.

Il film di Aralla prova a riassumere tutte le domande verso la criptovaluta più famose del globo tramite un film che racchiude in sé verità fornite da fonti valide e grazie alla presenza di un luminare come Ammettano. Il Docente tiene corsi sulle criptovalute sia a Milano Bicocca, sia alla Facoltà di Economia dell’Università di Firenze: le sue lezioni, messe anche su YouTube, hanno registrato 35mila visualizzazioni, un segno che il tema è degno di attenzione.

Vorremmo dare una spiegazione chiara e semplice di cosa è il bitcoin e del perché rappresenti l’equivalente digitale dell’oro dal momento che è trasferibile in ambito digitale ma non duplicatile, ed è anche scarso (ce ne sono circa 21 milioni). Si tratta di una condizione sostanzialmente immodificabile, perché è vero che il protocollo del bitcoin in teoria potrebbe essere cambiato da chiunque, ma si tratterebbe di qualcosa di alternativo, che il resto del sistema non riconoscerebbe come Bitcoin”.

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Criptovalute, curiosità e informazioni sull’universo delle monete digitali https://www.business.it/criptovalute-curiosita-e-informazioni-sulluniverso-delle-monete-digitali/ Mon, 04 Jun 2018 07:15:34 +0000 https://www.business.it/?p=27849 Quanto ne sappiamo di criptovalute? L’intero mondo delle monete digitali è in continua evoluzione. I Bitcoin sono stati i primi, dando il via ad un vero e proprio fenomeno mondiale. Causando allo stesso tempo scetticismo ed entusiasmo, le monete virtuali sostenute grazie alla tecnologia blockchain, si sono fatte largo nell’universo delle transazioni digitali, imponendosi anche… Leggi tutto »Criptovalute, curiosità e informazioni sull’universo delle monete digitali

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Quanto ne sappiamo di criptovalute? L’intero mondo delle monete digitali è in continua evoluzione. I Bitcoin sono stati i primi, dando il via ad un vero e proprio fenomeno mondiale. Causando allo stesso tempo scetticismo ed entusiasmo, le monete virtuali sostenute grazie alla tecnologia blockchain, si sono fatte largo nell’universo delle transazioni digitali, imponendosi anche sul mercato finanziario.

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Ma per chi si dichiara neofita del settore, al primo impatto le monete digitali possono portare un casi di dati e mandare anche l’utente più curioso in gran confusione: ce ne sono numerosissime! I Bitcoin sono stati primi, ma il seguito è ampio e frazionato: ethereum, ripple, stratis, litecoin, factom, golem,lisk, vertcoin, monero, dash, bitshares, vechain, gram… la lista è infinita.

Ma per capirle al meglio, ci sono curiosità ed informazioni che non tutti conoscono.

Dati e curiosità

Partiamo proprio dal numero dei soldi investiti nelle criptivalute. Il trend che spacca in due il mondo riporta però un successo notevole, segno che le criptovalute godono di un seguito costante.

Secondo i dati ufficiali registrati da coinmarketcap, i siti di Trading e le informazioni selezionate dalle più importanti università economiche del mondo gli investimenti sono pari a più di 500 miliardi di dollari e, ovviamente, la cifra è in aumento.

Un’altra curiosità è quella di conoscere il numero dei mercati e delle piattaforme di exchange coinvolte: sono esattamente più di 9000 mercati attivi, che svolgono transazioni economiche con le monete digitali. Alcuni sono nati successivamente e risultano indipendenti a qualsiasi monete, mentre altri sono legati alla moneta stessa di riferimento.

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Informazioni utili

Una informazione che potrebbe sorprenderei è quella secondo la quale esistono monete digitali emesse per circa un miliardo di unità e altre che superano i 550 miliardi di unità (tra cui dentacoin, trono e ripple)! Il numero è in costante aumento e cresce in base alle quotazioni e al successo della singola criptovaluta.

Le monete più quotate per prezzo sono anche le più rinomate: bitcoin, ethereum, monero, litecoin e veritaseum sono le valute digitali che guidano la classifica.

Una delle informazioni più importanti che caratterizzano la moneta digitale sono anche quelle che hanno a che fare con l’altissima volatilità, quindi con il costante sbalzo del valore di mercato che può salire o scendere in maniera repentina.

Infine, sapete quante sono le criptovalute in tutto il mondo?

Un numero che varia dalle 1400 alle 1500 monete digitali attive e dichiarate, in quanto alcune aprono e chiudono con rapidità.

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Protesta contro i Bitcoin a Manhattan, ma si tratta di una bufala https://www.business.it/protesta-bitcoin-manhattan-bufala/ Fri, 25 May 2018 11:45:20 +0000 https://www.business.it/?p=25838 Il mondo è spaccato in due: da una parte ci sono i sostenitori dei bitcoin, quelli che si dichiarano entusiasti dell’innovazione tecnologica e fremono all’idea che una moneta digitale possa soppiantare quelle tradizionali, portando l’intera economia a gestire transazioni esclusivamente virtuali. Dall’altra ci sono invece coloro che temono i bitcoin e l’intero mondo delle monete… Leggi tutto »Protesta contro i Bitcoin a Manhattan, ma si tratta di una bufala

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Il mondo è spaccato in due: da una parte ci sono i sostenitori dei bitcoin, quelli che si dichiarano entusiasti dell’innovazione tecnologica e fremono all’idea che una moneta digitale possa soppiantare quelle tradizionali, portando l’intera economia a gestire transazioni esclusivamente virtuali. Dall’altra ci sono invece coloro che temono i bitcoin e l’intero mondo delle monete virtuali, che ne attaccano la deregolamentazione, le enormi oscillazioni di valore e la mancanza di diffusione a livello globale. Tra questi ultimi ci sono i banchieri, che pochi giorni fa hanno tenuto una manifestazione al centro esatto della vita finanziaria, in quella Manhattan che rappresenta il cuore del mondo economico e dove si è svolta la Consensus Blockchain Conference 2018, la conferenza mondiale sulle criptovalute.

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La falsa protesta

La protesta ha coinvolto più 8.500 persone provenienti da numerosi paesi, e come nelle previsioni ha ricevuto moltissima attenzione mediatica. Non per il tema in sé! Il fatto è che si tratta di una bufala. Proprio così, perché per quanto il mondo sia pieno di scettici sulle criptovalute, l’intera manifestazione è in realtà stata organizzata dalla società di mining Bitcoin – Genesis Mining.

Gli striscioni erano esilaranti e a dir poco convincenti: molti recitavano “Il Bitcoin se ne deve andare!”, altri prendevano di mira le azioni altalenanti giocate in borsa dalla nota moneta digitale.

Tutto è stato orchestrato perfettamente, tant’è che all’inizio la stampa ci era quasi cascata. D’altronde per un evento così, la notizia c’era eccome, e la manifestazione d’intenti si è potuta leggere nero su bianco sui siti web BankerAgainstBitcoin.com e BankersAgainstBitcoin.org: Questo scherzo sarà la realtà in un futuro molto prossimo. La finta protesta è rappresentativa di ciò che accadrà a quelle industrie e aziende che non riescono a capire i tempi sono cambiati”.

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bitcoin-oro-islamCommenti alla protesta

Jamie Dimon, il CEO di JP Morgan Chase, ha dichiarato la propria opinione spassionata in merito al manifesto pubblicato “La Silicon Valley sta per mangiare il nostro pranzo“ affermando che: “I Bitcoin arriveranno molto più in là del tuo pranzo se non riuscirai adattarti al nuovo mondo in cui viviamo”.

La parola d’ordine è quella di aggiornarsi. Si guarda alle monete digitali come ad un futuro oramai imminente, e non ad un’alternativa al denaro tradizionale. E chi non vorrà adeguarsi pagherà cara la sua reticenza.

Mark Streng, CEO di Genesis-Mining, la stessa organizzazione che ha indetto la “falsa protesta” ha dichiarato che l’epoca del monopolio è finita, e che la mancanza di concorrenza termina proprio grazie all’entrata in scena dei Bitcoin nel mondo finanziario. Dunque la falsa protesta era solo l’ennesimo escamotage per convertire fino all’ultimo diffidente più reticente. 

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Bitcoin pizza day: qualcuno ha comprato due pizze a 80milioni $ https://www.business.it/bitcoin-pizza-day-qualcuno-comprato-pizze-80milioni/ Thu, 24 May 2018 10:45:18 +0000 https://www.business.it/?p=25767 Il 22 maggio 2018 segna l’ottavo anniversario della prima transazione Bitcoin, in cui un uomo della Florida pagava due pizze con la criptovaluta. La giornata è diventata parte del folklore, non a causa della transazione, ma più del prezzo: l’uomo in questione ha pagato 10.000 Bitcoin, che oggi vale più di $ 80 milioni, per le due… Leggi tutto »Bitcoin pizza day: qualcuno ha comprato due pizze a 80milioni $

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Il 22 maggio 2018 segna l’ottavo anniversario della prima transazione Bitcoin, in cui un uomo della Florida pagava due pizze con la criptovaluta. La giornata è diventata parte del folklore, non a causa della transazione, ma più del prezzo: l’uomo in questione ha pagato 10.000 Bitcoin, che oggi vale più di $ 80 milioni, per le due pizze. Il 22 maggio 2010, ora noto come Bitcoin Pizza Day, Laszlo Hanyecz ha accettato di pagare 10.000 Bitcoin per due pizze consegnate da Papa John. Per capire, è necessario riavvolgere l’orologio fino al 2010.

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Il Bitcoin Pizza Day, segna un’importante pietra miliare per la moneta virtuale.

A metà maggio dello stesso anno, un programmatore di nome Laszlo Hanyecz ha cercato di scambiare alcuni dei suoi bitcoin sudati, per la pizza – alcuni giorni dopo, fu in grado di farlo con l’aiuto di un utente collega del forum online Bitcoin Talk, quindi un hub centrale per la discussione sulla criptovaluta. Il prezzo di una delle pizze leggendarie acquistate il 22 maggio 2010 vale ora 41, 4 mln $. Bitcoin Pizza Day ricorda il 22 maggio 2010 – la prima volta che un utente di Bitcoin ha acquistato la pizza con la criptovaluta. Un accordo è stato raggiunto: 10.000 BTC per due pizze di Papa John. Quell’ammirazione per gli occhi valeva solo $ 25 al momento o una frazione di un penny a testa.

Eppure, al momento, non era tanto il numero di bitcoin spesi o il prodotto coinvolto – l’evento era una pietra miliare semplicemente perché la transazione aveva avuto luogo. Anche se limitato a 16 fette di pizza, era iniziata l’era del commercio bitcoin – per non parlare del sussulto silenzioso per aver speso milioni di dollari per due pizze. “Non era come se i bitcoin avessero un valore, quindi l’idea di scambiarli per una pizza era incredibilmente interessante”, ha detto Hanyecz in un’intervista del 2013 con il New York Times aggiungendo: “Nessuno sapeva che sarebbe diventato così grande. Pagherò 10.000 bitcoin per un paio di pizze … come forse 2 grandi, quindi ne ho lasciato un po’ per il giorno successivo. Mi piace avere lasciato la pizza per rosicchiare più tardi “, ha scritto Hanyecz su bitcointalk nel 2010, tentando di trovare il supporto per la transazione.

Un evento cerimoniale nella storia di Bitcoin, la fatale transazione di Hanyecz ha raccolto più ammirazione che ridicolo. I commentatori in seguito hanno notato che senza tale uso pioneristico, bitcoin non sarebbe stato adattato al fenomeno nel 2018.

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Posso comprare la pizza con Bitcoin oggi?

Servizi come PizzaForCoins che è stata fondata nel 2013, accettano varie criptovalute come pagamento e quindi effettuano ordini per conto dei clienti online. Egifter offre anche ai clienti una carta regalo che può essere acquistata con Bitcoin – permettendo agli utenti di ordinare la pizza online attraverso Domino’s Pizza e Ppa John’s. Chiaramente, l’eredità lasciata dall’acquisto originale di Hanyecz ha avuto un effetto duraturo. I ristoranti in tutta l’America accettano anche Bitcoin come metodo di pagamento. Un sito web chiamato Bitcoinrestaurant ha un database di 83 località in cui è possibile saldare il conto utilizzando Bitcoin.

Bitcoin Pizza Day sembra un giorno divertente e stravagante per la comunità cripto da celebrare. Tuttavia, l’impatto di quella fatale transazione ha plasmato per sempre il mondo della criptovaluta. Ancora una volta, l’acquisto di pizza di Hanyecz è salutato come la prima transazione Bitcoin per beni reali, aprendo la strada all’uso della criptovaluta da parte degli utenti di tutto il mondo. Quella curiosità originale ha aperto la strada a Bitcoin diventando un modo rivoluzionario per le persone di effettuare transazioni in modo fidato e decentralizzato. Solo il tempo dirà se la transazione 2018 Lightning Pizza diventerà un momento di svolta per il protocollo di pagamento di secondo livello.

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Bitcoin: l’effetto della criptovaluta produce inquinamento https://www.business.it/bitcoin-effetto-criptovaluta-produce-inquinamento/ Thu, 24 May 2018 07:00:52 +0000 https://www.business.it/?p=25703 Negli ultimi mesi il continuo rimbalzo dei prezzi di bitcoin ha innescato dubbi non solo sulla sostenibilità finanziaria della criptovaluta, ma anche sull’impatto ambientale della blockchain. Il bitcoin, consuma più elettricità della maggior parte delle nazioni mondiali. Il “mining“, cioè il sistema utilizzato per emettere bitcoin attraverso la potenza di calcolo di moltissimi computer sparsi per il… Leggi tutto »Bitcoin: l’effetto della criptovaluta produce inquinamento

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Negli ultimi mesi il continuo rimbalzo dei prezzi di bitcoin ha innescato dubbi non solo sulla sostenibilità finanziaria della criptovaluta, ma anche sull’impatto ambientale della blockchain. Il bitcoin, consuma più elettricità della maggior parte delle nazioni mondiali. Il “mining“, cioè il sistema utilizzato per emettere bitcoin attraverso la potenza di calcolo di moltissimi computer sparsi per il globo, richiede infatti 30 terawattora all’anno, più dell’Irlanda.

In tanti si chiedono se i Bitcoin, a lungo andare, si riveleranno una bolla o no. Nessuno si chiede quale impatto abbia, sull’ambiente, produrli. È un punto importante ma sempre dimenticato: i bitcoin, come se fossero un minerale, vanno “estratti” dalla rete. Questo significa che, per sbloccarli, va individuato un codice specifico attraverso una serie di operazioni informatiche molto complessa. Per eseguirle, ormai, un computer da solo non basta: ne servono tantissimi, coordinati tra loro che lavorino giorno e notte. Come è ovvio, per funzionare hanno bisogno di tanta elettricità.

Secondo gli esperti dell’università di Cambridge il consumo energetico della rete continuerà a salire nei prossimi mesi destando preoccupazioni sul fronte della sostenibilità ambientale. La cifra, calcolata dal Bitcoin Energy Consumption Index di Digiconomist, fa sì che l’ecosistema bitcoin, se fosse uno Stato, sarebbe sessantunesimo al mondo per consumo elettrico. Una gestione digitalizzata della moneta su scala globale quanto costa in termini di energia? 

bitcoin-rischi-ambientaliQuanto inquina tutto questo?

Una delle conseguenze più interessanti e non intenzionali dell’aumento di prezzo è stata l’impennata del consumo globale di energia. Migliaia di nuovi bitcoin vengono creati ogni giorno attraverso un processo noto come mining. Ciascun token (l’unità di una criptovaluta) richiede la risoluzione di un complesso puzzle matematico attraverso processi crittografici eseguiti da potenti computer. Più bitcoin si creano, più aumenta il tasso di difficoltà dei calcoli, più cresce il fabbisogno di elettricità.

Nonostante sia una moneta virtuale, la sua produzione è molto costosa: estrarre bitcoin richiede sempre più energia elettrica con un conseguente impatto sull’ambiente. Emettere criptovaluta richiede un’energia superiore a quella consumata in un anno da Paesi europei come Austria, Croazia e Ungheria, ma anche a quella usata da ogni Stato dell’Africa a eccezione di Algeria, Egitto e Sudafrica.

Secondo un rapporto pubblicato qualche settimana fa da Morgan Stanley la potenza computazionale necessaria per creare ciascun token digitale consumerebbe almeno la stessa quantità di elettricità che la famiglia media americana consuma in due anni. Quest’anno la domanda di energia legata al mining sarebbe destinata a triplicare. Gli analisti prevedono che l’estrazione di bitcoin arriverà a consumare più di 125 terawattora di elettricità entro i prossimi dodici mesi, pari allo 0,6% del consumo mondiale, un livello che i veicoli elettrici non raggiungeranno fino al 2025. Lo scorso anno la blockchain di bitcoin ha consumato 36 terawatt di energia, tanto quanto uno stato come il Qatar.

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Dove si trovano i grandi centri di minig

I sei più grandi centri aggregati di mining (mining pool) al mondo, da Antpool a Btcc, sono tutti in Cina dove i costi energetici sono più economici rispetto a nazioni come il Regno Unito o gli Stati Uniti. L’entroterra del paese si è rivelato un luogo ideale per i mega data center a causa dei prezzi a buon mercato di elettricità e terreni. Gran parte dell’energia nella provincia cinese proviene però da centrali elettriche inefficienti a carbone, costruite in previsione di grandi progetti edilizi mai realizzati. Secondo il sito Bitcoinmagazin.com circa il 70% dei principali pool minerari bitcoin si trovano in Cina o sono di proprietà di società cinesi con un impatto colossale in termini di emissioni nocive dovuto alla bassa qualità degli impianti di fornitura elettrica. Uno studio del settore pubblicato pochi mesi fa da Garrick Hileman e Michel Rauchs dell’università di Cambridge ha stimato che la Cina produrrebbe circa un quarto di tutta la potenza computazionale necessaria per generare criptovalute con conseguenze disastrose sull’ecosistema.

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Cosa succederà entro i prossimi anni

Secondo le stime, entro i prossimi diciotto mesi, il processo informatico che genera ogni moneta richiederà più elettricità di quella che gli Stati Uniti consumano in un anno. La moneta virtuale è decentralizzata e non esiste un elenco di computer che compongono la rete o una stima scientifica di quanta energia venga utilizzata. Il dato tangibile è che le operazioni di data mining stanno assorbendo quantità esorbitanti di elettricità. Il fatto che la maggior parte dei bitcoin sia estratto in Cina sta alimentando accese discussioni sull’impatto ambientale del mining.

Il crescente interesse da parte dell’alta finanza intorno alle criptovalute, porterebbe a una maggiore domanda di moneta digitale spingendo l’uso di energia ancora più in alto, a livelli insostenibili entro i prossimi anni. I ricercatori dell’università del Queensland hanno lanciato l’allarme affermando che i governi stanno concentrando i loro sforzi su come regolamentare le criptovalute sottovalutando il consumo di energia richiesto dalla tecnologia e l’impatto che l’utilizzo di elettricità della rete potrebbe avere sul riscaldamento globale.

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Ethereum, potrebbe essere la prossima mela secondo Steve Wozniak https://www.business.it/ethereum-potrebbe-essere-prossima-mela-secondo-steve-wozniak/ Wed, 23 May 2018 08:28:39 +0000 https://www.business.it/?p=25662 Steve Wozniak fa un confronto tra Ethereum e Apple alla conferenza “WeAredevelopers” di Vienna del 18 maggio 2018, riconoscendo Ethereum come piattaforma interessante. Mentre il co-fondatore della Apple sembra ottimista sulla tecnologia blockchain, Wozniak ha anche espresso il suo interesse per bitcoin e criptovalute. Ha alluso all’idea che Bitcoin potrebbe essere migliore dell’oro o del dollaro USA,… Leggi tutto »Ethereum, potrebbe essere la prossima mela secondo Steve Wozniak

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Steve Wozniak fa un confronto tra Ethereum e Apple alla conferenza “WeAredevelopers” di Vienna del 18 maggio 2018, riconoscendo Ethereum come piattaforma interessante. Mentre il co-fondatore della Apple sembra ottimista sulla tecnologia blockchain, Wozniak ha anche espresso il suo interesse per bitcoin e criptovalute. Ha alluso all’idea che Bitcoin potrebbe essere migliore dell’oro o del dollaro USA, dichiarato alla conferenza Money 20/20 di Las Vegas l’anno scorso: “L’oro viene estratto e estratto e estratto. Forse c’è una quantità limitata di oro nel mondo, ma il Bitcoin è ancora più matematico e regolato, e nessuno può cambiare la matematica.” Ha detto che nel lungo periodo Ethereum può diventare altrettanto influente di Apple. 

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 Perché Steve Wozniak confronta Ethereum con Apple

Il co-fondatore di Apple Steve Wozniak è ottimista sulla piattaforma Blockchain Ethereum, dicendo che la tecnologia potrebbe essere la prossima Apple. Ethereum ha ricevuto il sostegno di uno dei volti chiave del mondo della tecnologia. Evidenziando le funzionalità offerte dal modello di piattaforma Ethereum, Steve Wozniak, uno dei seguaci della tecnologia ampiamente seguiti, ha dichiarato: “Ethereum mi interessa perché può fare molte  cose e perché è una piattaforma”. Ethereum è una piattaforma di calcolo distribuita open-source, basata su Blockchain e un sistema operativo con funzionalità di contratto intelligenti. È una piattaforma decentralizzata per applicazioni che funzionano esattamente come programmato senza alcuna possibilità di frode, censura o interferenza da parte di terzi. 

Il guru della tecnologia ha inoltre aggiunto che la piattaforma Ethereum era proprio come la sua ex azienda Apple e nel lungo periodo ha il potenziale di “diventare influente come la sua compagnia è diventata”Durante il discorso di apertura di giovedì, ha descritto la   rivoluzionaria tecnologia blockchain come “la prossima importante rivoluzione IT che sta per accadere” e ha previsto che sia blockchain che cripto valute raggiungeranno il loro pieno potenziale nell’arco di un decennio. Wozniak ha detto di credere nel Bitcoin perché non è legato a un’autorità centrale – i governi – e perché è basato sulla matematica, quindi non può essere modificato, “è puro”. 

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Il co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, paragona Ethereum ai primi anni della Apple negli anni ’70. Apple potrebbe essere in testa alla corsa del gigante tecnologico verso una valutazione da un trilione di dollari con una capitalizzazione di mercato di oltre $ 917 miliardi, ma i primi giorni della società, secondo Wozniak, sono simili allo status di Ethereum. Wozniak ha paragonato il fondamento tecnologico di Ethereum alla creazione del computer Apple 2: Quando abbiamo avviato Apple, il nostro computer Apple 2 era una piattaforma. Ecco tutta la documentazione, l’open source, puoi vedere come sviluppi parti, guarda gli esempi che abbiamo fatto. Come sviluppare software, come modificare i software qui. Era una piattaforma per gli altri, quindi migliaia di aziende hanno iniziato. A volte i bambini delle superiori cominciavano la loro compagnia, e poi pubblicavano piccoli annunci su piccole riviste elettroniche, annunci per il mio prodotto, per la Apple 2. “ Ethereum può essere considerato un’evoluzione del concetto di base che guida Bitcoin che ha rivoluzionato l’industria della blockchain, mentre Apple ha catalizzato una rivoluzione nell’home computing.

steve-wozniak-ethereumWozniak un ammiratore di bitcoin

Steve è stato un ammiratore di bitcoin , la criptovaluta più famosa al mondo. “I bitcoin per me erano una moneta che non era manipolata dai governi”, ha menzionato in una delle sue precedenti dichiarazioni: “È matematico, è puro, non può essere alterato”.

Al momento Wozniak possiede un Bitcoin e due Ether, che non usa come fondi speculativi ma solamente per testare le potenzialità di questa nuova tecnologia. L’ex fondatore di Apple, tuttavia, ha menzionato le innumerevoli opportunità della tecnologia blockchain per governi, imprese e consumatori. Ha notato che ci sono applicazioni nuove ed emergenti che le persone non avevano inizialmente immaginato. “C’è molto di più in questa criptovaluta oltre al Bitcoin”, ha detto Wozniak. 

Wozniak si è dichiarato molto interessato alle capacità della piattaforma, e secondo la sua opinione in futuro potrebbe diventare tanto influente quanto Apple.

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Criptovalute: TrueUSD aiuterà gli investitori cripto a sopravvivere alla volatilità https://www.business.it/criptovalute-trueusd-aiutera-investitori-cripto-sopravvivere-volatilita/ Thu, 17 May 2018 09:44:55 +0000 https://www.business.it/?p=25306 Il mondo delle monete crittografiche ha avuto il suo tentativo di creare varie forme di token con un prezzo fisso. Finora, il progetto più diffuso rimane quello di Tether, che ha mantenuto il suo livello di $ 1 con lievi fluttuazioni attraverso tutti gli attacchi. Un altro vantaggio, Steem Dollars (SBD) era più volatile, ma ancora più… Leggi tutto »Criptovalute: TrueUSD aiuterà gli investitori cripto a sopravvivere alla volatilità

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Il mondo delle monete crittografiche ha avuto il suo tentativo di creare varie forme di token con un prezzo fisso. Finora, il progetto più diffuso rimane quello di Tether, che ha mantenuto il suo livello di $ 1 con lievi fluttuazioni attraverso tutti gli attacchi. Un altro vantaggio, Steem Dollars (SBD) era più volatile, ma ancora più vicino a $ 1, prima che la piattaforma abbandonasse i tentativi di fissare il prezzo e SBD apprezzasse e fluttuasse di più. DigixDAO è stato uno dei più recenti progetti di offrire un token gold-backed. Ma la risorsa TrueUSD, sviluppata per mesi dallo scorso autunno dal progetto Token di fiducia, è un nuovo tentativo di risolvere il problema di un token a bassa volatilità, il cui valore è ancorato a quello del dollaro, ha firmato un accordo con Binance, uno degli scambi di criptovaluta più grandi al mondo in termini di volume. A partire dal 18 maggio, TrueUSD (ticker: TUSD) sarà quotato su Binance, consentendo ai trader di scambiarlo con moneta Ethereum, Bitcoin o Binance

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Cos’è TrueUSD

Con sede a San Francisco, TrueUSD è un cosiddetto stablecoin, una criptovaluta il cui valore è ancorato al valore di un asset tradizionale, in questo caso il dollaro USA. TrustToken , fondato nel 2017 da un team delle università di Stanford e UC Berkeley, Palantir e Google, ha sviluppato un quadro legale per le criptovalute collateralizzate e una piattaforma tecnica per la monetizzazione delle valute e delle risorse del mondo reale. TrueUSD è uno stablecoin ERC20 che si dice sia “pienamente garantito, protetto legalmente e controllato in modo trasparente”. Viene emesso solo su riserve fiat esistenti detenute da un emittente centrale, utilizzando più conti di deposito a garanzia per ridurre il rischio di controparte e fornire ai titolari di token diritti sui fondi.

TrustToken afferma che TrueUSD è completamente garantito con denaro legale, detenuto in conti di deposito a garanzia accessibili da fidati partner fiduciari di terze parti. La società afferma di pubblicare rapporti mensili sullo stato delle partecipazioni in conto corrente e li sottopone a audit in corso. “Avere dollari USA come garanzia collaterale in deposito di garanzia in aggiunta ai nostri resoconti contabili regolari fornisce ai commercianti rassicurazione sul fatto che possono fidarsi di TrueUSD”, ha dichiarato in una nota Rafael Cosman, co-fondatore e CTO di TrustToken. In altre parole, ogni singolo TUSD dovrebbe sempre essere riscattabile in dollari USA, con un rapporto di 1: 1, con un buon grado di certezza che l’emittente ha effettivamente i dollari per sostenerli. TrueUSD è già disponibile sullo scambio di criptovaluta Bittrex, dove è stato lanciato a marzo. Ma Binance è circa sette volte più grande di Bittrex in termini di volume degli scambi, ed è il secondo più grande mercato di Tether, rendendo questa nuova partnership molto più importante. 

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Quali sono gli usi di TrueUSD

Oltre a servire inizialmente come token di liquidità sulle borse, TUSD può essere utilizzato anche per l’e-commerce, essendo disponibile per i trasferimenti internazionali senza rischio di cambio. Mentre l’idea di una criptovaluta basata su una valuta reale suona ironica – il punto cruciale della cripto era sviluppare un’alternativa ai sistemi finanziari centralizzati del mondo reale – lo sviluppo è importante per lo spazio. 

Gli Stablecoins forniscono a trader e investitori un certo grado di stabilità nel mondo instabile delle criptovalute, senza la necessità di vendere criptovalute per contanti diretti, un’azione che ha spesso conseguenze fiscali. TrueUSD e Tether non sono gli unici stablecoin in circolazione, ma sono i più grandi che hanno preso la strada semplice ma intensiva di capitale per supportare l’intera fornitura di token con riserve di fiat effettive. Alternative come la nomination di Dai o Havven di MakerDAO si basano su riserve in criptovalute come l’etere e algoritmi complessi che mantengono il prezzo in vigore. Queste alternative sono molto più decentralizzate di una soluzione come TrueUSD, ma non sono ancora disponibili sulle borse più grandi.

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Facebook studia la blockchain per creare la propria criptovaluta https://www.business.it/facebook-blockchain-criptovaluta/ Mon, 14 May 2018 12:40:59 +0000 https://www.business.it/?p=25091 Da qualche mese si parla del più famoso social network e della possibilità che possa creare una blockchain indipendente, arrivando addirittura a coniare una propria criptovaluta. Facebook starebbe infatti cercando di sviluppare una personalissima moneta virtuale, simile ai più noti Bitcoin. Questo è quanto riporta il nuovo rapporto di Cheddar.com. Il team blockchain della compagnia,… Leggi tutto »Facebook studia la blockchain per creare la propria criptovaluta

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Da qualche mese si parla del più famoso social network e della possibilità che possa creare una blockchain indipendente, arrivando addirittura a coniare una propria criptovaluta.

Facebook starebbe infatti cercando di sviluppare una personalissima moneta virtuale, simile ai più noti Bitcoin. Questo è quanto riporta il nuovo rapporto di Cheddar.com. Il team blockchain della compagnia, guidato dall’ex dirigente di Paypal David Marcus, avrebbe avuto l’idea di utilizzare una nuovissima valuta per il pagamento dei 2 milioni di membri di Facebook.

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Criptovalute: Facebook apre una divisione blockchainLe dichiarazioni

La notizia sembra confermata da fonti dirette interne all’aziende di Zuckerberg, le quali hanno dichiarato che Facebook aveva in effetti un piccolo team dedicato a sfruttare la potenza della tecnologia blockchain, esplorando molte applicazioni diverse. “Non abbiamo altro da condividere“, hanno detto rilasciando la frase all’ufficialità di un portavoce.

Marcus e Weil

Il lavoro che in effetti Facebook sta effettuando sulla blockchain è diventato ufficialmente pubblico all’inizio di questa settimana, come la massiccia riorganizzazione interna. Marcus aveva precedentemente guidato il prodotto Messenger della società con discreto successo, e successivamente si è poi trasferito alla guida del suo nuovo team sulla blockchain. É stato raggiunto anche dal vicepresidente del prodotto Instagram Kevin Weil, che è arrivato da Twitter a Facebook poco più di due anni fa. Weil è stato determinante per lo sviluppo di Instagram Stories, e il team di Zuckerberg si aspetta la stessa genialità.

Anche David Marcus detiene al suo attivo discreti successi: prima di entrare a far parte di Facebook nel 2014, aveva lavorato per sei anni nell’ambito dei pagamenti digitali, inclusi quattro anni nella nota società di Paypal. Durante quel periodo, si interessò anche alle criptovalute, più in particolare ai Bitcoin. Poi pensò addirittura di lasciare il suo lavoro come presidente di Paypal per fondare la propria startup di Bitcoin tanto ne era diventato appassionato.

facebook-privacyIl rapporto pubblicato su Cheddar.com fa sapere che potrebbero volerci anni perché Facebook possa effettivamente lanciare una propria moneta digitale. La società, almeno per il momento, non è interessata a fare un’offerta iniziale di monete (ICO). Le ICO sono oramai diventate un modo molto popolare, per le startup di blockchain, di raccogliere fondi direttamente dai singoli investitori, ma anche queste vendite sono state sottoposte all’esame delle autorità di regolamentazione.

Facebook però potrebbe anche usare la tecnologia blockchain per una serie di altre applicazioni che non includono i pagamenti digitali. Molte Startup e alcune grandi società di media hanno esplorato modi di utilizzare la tecnologia per un’ampia varietà di casi d’uso, dallo scambio sicuro di dati pubblicitari al rendering video VR distribuito, quindi almeno per adesso, l’avvento della  “Facebook moneta” è ancora lontana.

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App di trading: Robinhood ha raddoppiato i suoi conti totali a 4 milioni https://www.business.it/app-trading-robinhood-ha-raddoppiato-conti-totali-4-milioni/ Sat, 12 May 2018 07:00:11 +0000 https://www.business.it/?p=24938 App di trading azionario Robinhood ha battuto il suo E-Trade rivale quando si tratta di utenti, raddoppiando il numero di account nell’ultimo anno. La start-up ha ora 4 milioni di account di brokeraggio sulla sua piattaforma. Giovedì ha annunciato un round di finanziamento da $ 363 milioni, valutando l’azienda a $ 5,6 miliardi – quadruplicando rispetto a circa un… Leggi tutto »App di trading: Robinhood ha raddoppiato i suoi conti totali a 4 milioni

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App di trading azionario Robinhood ha battuto il suo E-Trade rivale quando si tratta di utenti, raddoppiando il numero di account nell’ultimo anno. La start-up ha ora 4 milioni di account di brokeraggio sulla sua piattaforma. Giovedì ha annunciato un round di finanziamento da $ 363 milioni, valutando l’azienda a $ 5,6 miliardi – quadruplicando rispetto a circa un anno fa.

I nuovi investitori hanno incluso Sequoia, il fondo di venture capital di Google, Capital G e Iconiq. DST Global ha guidato questo round di Serie D e ha agevolato il round da $ 110 milioni lo scorso anno, quando Robinhood aveva 2 milioni di utenti. Uno dei principali concorrenti di Robinhood, E-Trade Financial, che ha anche un’app mobile, ha avuto 3,7 milioni di conti di intermediazione alla fine di marzo, con un tasso di crescita del nuovo account del 6,6%, secondo l’ultimo deposito 10-Q della società .

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La crescita di Robinhood

Funzionari di Robinhood dicono che si aspettano che la crescita continui mentre implementano funzionalità aggiuntive nei mesi e negli anni a venire. Robinhood, al di là del suo focus su mobile-first, lascia che i trader speculino in azioni e criptovalute senza commissioni. Ciò ha notevolmente aumentato la sua popolarità con i commercianti, in particolare i millennial.

Robinhood offre trading azionario senza commissioni tramite un’app avviata circa tre anni fa. Ad aprile, ha lanciato il trading di criptovaluta per bitcoin ed ethereum che è ora disponibile in 10 stati tramite “Robinhood Crypto”. “Crypto ha certamente aggiunto alla nostra crescita”, ha detto BaiBC Bhatt, co-fondatore di Robinhood. “Nei prossimi due anni, penso che vedrai Robinhood come una società di servizi finanziari a servizio completo”.

La società genera entrate prendendo una piccola frazione di un centesimo per dollaro da ogni ordine commerciale e raccogliendo interessi sui depositi dei clienti. A settembre 2016, la start-up ha lanciato un servizio di abbonamento a pagamento denominato Robinhood Gold. “Penso che la velocità con cui più aziende tecnologiche tradizionali stanno interrompendo la finanza è interessante da vedere”, ha detto Bhatt. “Nel momento in cui stiamo guidando il gruppo, siamo entusiasti di accelerarlo.” Per il trading di criptovaluta, Robinhood non ha minimi di investimento o massimi e nessun limite di prelievo. The Menlo Park, azienda con sede in California, detiene la maggior parte delle monete digitali offline, in quella che viene chiamata “cold storage”, per impedire agli hacker di rubare le monete.

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robinhood-appE-Trade e altri broker sono stati più cauti nel trading di criptovalute, offrendo accesso ai bitcoin futures ma non alla stessa valuta digitale. Tuttavia, mentre cerca di espandersi ulteriormente, specialmente in prodotti come cripto e nuove regioni, si troverà sempre più a cercare di superare gli ostacoli che le società di servizi finanziari trovano quando si recano all’estero. E c’è sempre la possibilità che le piattaforme di trading cercheranno di diventare un po’ più competitive (e aziende come Square stanno entrando nel trading di Bitcoin). Ciò richiederà una notevole quantità di fondi per cercare di superare le società ben capitalizzate che potrebbero già avere queste relazioni in atto per espandersi più facilmente.

“Il clima politico è incerto, colpisce un po’ tutti, non ha effetti su di noi in modo univoco”, ha detto il CEO Vlad Tenev“Siamo un business cripto ora. Non molte persone hanno un sacco di chiarezza su come sarà il futuro, è un nuovo spazio che si sta evolvendo molto rapidamente. Penso che siamo fiduciosi di poter adattarci ed evolvere, e stiamo operando in modo responsabile. C’è solo così tanto che puoi fare, ma mi sento come se avessimo fatto molto per risolvere qualsiasi problema. “

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Criptovalute: Bill Gates contro bitcoin, veleno per topi https://www.business.it/criptovalute-bill-gates-contro-bitcoin-veleno-per-topi/ Tue, 08 May 2018 08:14:26 +0000 https://www.business.it/?p=24715 Microsoft Corp, il co-fondatore e filantropo Bill Gates si è unito ai suoi colleghi miliardari nella “Squawk Box” della CNBC lunedì, indicando che se ci fosse un modo semplice per scommettere contro bitcoin, la più grande criptovaluta del mondo per capitalizzazione di mercato, lo farebbe.  Il socio d’affari di lunga data di Warren Buffett, Charlie Munger, ha… Leggi tutto »Criptovalute: Bill Gates contro bitcoin, veleno per topi

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Microsoft Corp, il co-fondatore e filantropo Bill Gates si è unito ai suoi colleghi miliardari nella “Squawk Box” della CNBC lunedì, indicando che se ci fosse un modo semplice per scommettere contro bitcoin, la più grande criptovaluta del mondo per capitalizzazione di mercato, lo farebbe. 

Il socio d’affari di lunga data di Warren Buffett, Charlie Munger, ha definito il bitcoin “oro artificiale senza valore” nel segmento CNBC, seguendo le sue osservazioni a Berckshire Hathaway inc, riunione annuale degli azionisti questo fine settimana, in cui ha soprannominato bitcoin “veleno per topi” in un discorso a decine di migliaia di partecipanti. “Io credo che Bitcoin e ICO siano tra le cose più folli e speculative che abbia mai visto”, ha spiegato Gates, il quale ha poi anche aggiunto che qualcuno gli ha regalato alcuni Bitcoin per il suo compleanno, ma li ha venduti pochi anni dopo.

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La scommessa contro i bitcoin

Bill Gates ha detto che scommetterebbe contro il bitcoin se potesse. Il bitcoin non produce nulla secondo l’ad di Microsoft, e non bisognerebbe aspettarsi che salga: “è una specie di investimento del tipo teoria degli sciocchi. Io andrei short (sul bitcoin ndr) se ci fosse un modo semplice per farlo”.

Nonostante i problemi con bitcoin, Gates ritiene che la tecnologia di base delle criptovalute, la blockchain, abbia i suoi meriti. Blockchain elimina la necessità di un intermediario che rappresenti una terza parte, come una banca, creando rapidamente la registrazione di un dato, sicuro e permanente, della transazione tra due parti. Il Bitcoin è la prima applicazione della tecnologia blockchain, e le società stanno esplorando i modi per applicare la blockchain a moltissime altre aree, dalla gestione della catena di approvvigionamento fino al trading.

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billgates-bitcoinIl CEO di Berkshire Warren Buffett ha offerto il suo contributo, suggerendo che se le persone reagiscono o si arrabbiano quando criticano il loro investimento, significa che stanno giocando d’azzardo. Ha detto che se qualcuno in cui criticare Berkshire, o Apple Inc. in cui il conglomerato di Omaha detiene una quota del 5%, lui e Munger non si preoccuperebbero, perché non vedrebbero i commenti come dannosi per il valore dei loro investimenti. D’altra parte, se criticano il bitcoin, le loro osservazioni hanno un impatto negativo sul valore della valuta digitale, dal momento che i suoi investitori vogliono solo che il prezzo salga il giorno successivo, ha spiegato Buffett. 

I commenti fatti su bitcoin da una manciata di investitori di più alto profilo al mondo arrivano come il prezzo di un BTC che si scambia intorno ai $ 9,300 il lunedì mattina. La valuta digitale altamente volatile è passata oltre i $ 2000 nel 2017, raggiungendo i massimi intorno ai $ 20.000 a metà dicembre e di nuovo sotto i $ 6.000, a fronte di una maggiore vendita del mercato all’inizio di quest’anno.

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Comprare con i Bitcoin, la nuova tecnologia per acquistare senza costi di commissione https://www.business.it/comprare-bitcoin-tecnologia-senza-costi-commissione/ Thu, 26 Apr 2018 12:39:31 +0000 https://www.business.it/?p=23827 Le monete digitali come i rinomati Bitcoin rappresentano, per molti sostenitori, il futuro. Non avremo più bisogno di banconote o monetine per acquisire beni materiali, ma le criptovalute saranno in grado di soppiantare quel gesto consueto di aprire il portafoglio e tirar fuori la cifra di cui abbiamo bisogno. Molti scettici, supportati dalle banche centrali… Leggi tutto »Comprare con i Bitcoin, la nuova tecnologia per acquistare senza costi di commissione

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Le monete digitali come i rinomati Bitcoin rappresentano, per molti sostenitori, il futuro. Non avremo più bisogno di banconote o monetine per acquisire beni materiali, ma le criptovalute saranno in grado di soppiantare quel gesto consueto di aprire il portafoglio e tirar fuori la cifra di cui abbiamo bisogno.

Molti scettici, supportati dalle banche centrali che non vedono di buon occhio il successo crescente delle valute digitali, studiano soluzioni per cercare almeno una strada verso la regolamentazione e l’accessibilità. 

Ma c’è chi ci crede così tanto da aver fatto un gesto, anzi due, che vuole dimostrare come le monete digitale servano per acquistare beni nella vita di tutti i giorni.

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criptomining-bitcoin-startupIl primo ad aver acquistato due pizze con i Bitcoin

Finora è stato il primo: Laszlo Hanyecz, nel 2010, ha acquistato due pizze con 10mila Bitcoin. Le pizze avevano un valore reale di 30 dollari e i Bitcoin, all’epoca, non avevano ancora raggiunto i valori incredibili dell’ultimo anno. Ebbene lo scopo della sviluppatore della Florida era proprio quello di dimostrare a tutti che le monete digitali servivano per acquistare beni come il contante “fisico”.

Dopo quel primo acquisto, ne sono seguiti altri in tutto il mondo: abbigliamento, profumeria, acquisto buoni, pernottamenti…. infinite possibilità di utilizzarli nei gestori convenzionati senza alcun problema.

Ma se Laszlo Hanyecz è stato il primo a farne uso nel mondo reale, per comprare due pizze vere e non virtuali, è stato anche il primo ad inventare un nuovo progetto, volto a sperimentare una tecnologia parallela alla blockchain.

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Lightning Network è la nuova blockchain

Il progetto in questione è stato denominato Lightning Network, e avrebbe lo scopo di accelerare le transazioni, abbattendo i costi di commissione. Già perché questi ultimi sono quelli che frenano realmente la crescita esponenziale dei pagamenti in criptovalute. Non si possono acquistare beni in moneta digitali se i costi di transazione superano di gran lunga quello del prodotto da acquistare. Le commissioni sono arrivate fino a quota 55 dollari nel dicembre 2017, troppo anche per i più audaci sostenitori della criptovaluta. Per questo, in modo giusto e ovvio, non solo non ne vale la pena, ma l’acquisto rappresenta anche un deterrente per le successive transazioni.

Ridurre i costi di commissione, velocizzando il processo

Laszlo Hanyecz ha pensato proprio a questo: vuole superare il livello di compravendita virtuale per arrivare a quello in cui conviene acquistare con le criptovalute. Così, a distanza di otto anni, ha ripetuto l’esperimento, pagando di nuovo due pizze. Stavolta però gli sono costate solo 0,00649 Bitcoin, ovvero circa 60 dollari, con una esigua commissione di 10 centesimi invece dei 10 che gli sarebbero serviti alle allora tariffe di commissione.

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Volevo dimostrare che si possono ancora comprare pizze con Bitcoin”, ha detto Laszlo Hanyecz e così ha fatto, di nuovo. “L’idea è che su Lightning Network possiamo ottenere la sicurezza di Bitcoin, ma anche trasferimenti istantanei. Non devi aspettare la conferma della blockchain”, ha spiegato lo sviluppatore.

Il meccanismo risulta complesso e molto difficile, ancora da perfezionare. Ma la strada all’acquisto di beni materiali tramite monete virtuale è, ad oggi, un po’ più corta.

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Futuro criptovalute, il mondo senza denaro contante tra rischi e vantaggi https://www.business.it/futuro-criptovalute-il-mondo-senza-denaro-contante-tra-rischi-e-vantaggi/ Tue, 24 Apr 2018 08:57:15 +0000 https://www.business.it/?p=23780 Le valute digitali consentono di trasferire del denaro senza intermediari come le banche. Utilizzando la tecnologia blockchain, che ha lo scopo di costituire un vero e proprio database condiviso, si viene a costruire quella fiducia tra venditori e acquirenti che mira alla trasparenza, senza che ci sia bisogno di una verifica del processo avvenuto. Il… Leggi tutto »Futuro criptovalute, il mondo senza denaro contante tra rischi e vantaggi

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Le valute digitali consentono di trasferire del denaro senza intermediari come le banche. Utilizzando la tecnologia blockchain, che ha lo scopo di costituire un vero e proprio database condiviso, si viene a costruire quella fiducia tra venditori e acquirenti che mira alla trasparenza, senza che ci sia bisogno di una verifica del processo avvenuto.

Il denaro digitale porta con sé sia vantaggi che rischi. Sicuramente è uno strumento per aiutarci a risparmiare di più, imparando a gestire in modo diretto i nostri soldi e forse anche influenzando situazioni gravi come la povertà del mondo. Sfruttando l’ecosistema delle criptovalute, il ciclo di povertà potrebbe spezzarsi, anche se ciò non vuol dire essere totalmente lontani da rischi.

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Il futuro del denaro contante

Cosa succederà alla liquidità adesso che le monete virtuali sono sempre più diffuse? Non morirà, questo è certo: le transazioni che avvengono tramite denaro “fisico” rappresentano ancora l’85% dei pagamenti al dettaglio in tutto il mondo. 

criptovalute-newsQuali sono i vantaggi

I vantaggi sono numerosi e consistono proprio nell’eliminazione di un potere centrale come la banca, che gestisce, approva, trattiene e limita ogni transazione. Oggi la tecnologia è in grado di collegarci al mondo delle valute digitali semplicemente utilizzando un’app ed è indubbio che il denaro virtuale sarà capace di cambiare completamente il modo in cui ci approcciamo all’acquisto e alla vendita di beni.

Quali sono i rischi

Ma non dimentichiamo i rischi. Il consumatore non è altamente tutelato e rischi come la volatilità del prezzo, minacce come il furto e l’hacking sono ancora plausibili. Infatti, essendo le operazioni effettuate in forma anonima, le monete digitali possono rappresentare la via preferenziale per attività clandestine e illegali come il riciclaggio di denaro sporco o il traffico di merci illegali, senza che gli sfruttatori possano essere individuati.

L’opinione di  Sean Ennis, economista all’OCSE, è questa: ”L’origine della moneta virtuale è pubblica e permette una enorme quantità di analisi delle operazioni”, mentre Jeremy Millar, rappresentante di Magister Advisors, afferma che “è più facile individuare i reati che hanno utilizzato i bitcoin rispetto ai contanti. La valute digitali come i bitcoin non sono gestiti da una comunità hacker, ma da grandi aziende che cercano di rispettare la normativa esistente“.

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nuove-criptovalute-2018Cosa ci aspetta: le criptovalute del futuro

Ve la immaginate una vita senza contanti? Eppure il futuro sembra andare proprio verso quella direzione: servizi e nuovi dispositivi che offriranno anche a quelle persone che non dispongono di conti bancari dei nuovi modi per spostare i loro soldi in modo più sicuro.

Ulteriori rischi sono in agguato, ad esempio l’idea di utilizzare criptovalute volatili per offrire maggiore inclusione finanziaria. Ma la possibilità di vivere una vita senza contanti è un realtà sempre più vicina, dove le app rappresenteranno lo strumento per utilizzare e per tracciare le spese, ridurre inutili incombenze e, si spera, risparmiare su ciò di cui avremo veramente bisogno.

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Mass Coin, cos'è e come funziona la Mass Economy https://www.business.it/mass-coin-cose-come-funziona-mass-economy/ Wed, 11 Apr 2018 10:37:52 +0000 https://www.business.it/?p=22704 Ai nostri giorni, utilizzare internet per numerosi scopi è diventato ormai una routine quotidiana. La maggior parte degli utenti che naviga in Rete pensa però che il comportamento online abbia poco o nessun valore. Questo atteggiamento disinteressato crea fatturato ad un’industria il cui reddito annuo è di centinaia di miliardi di dollari. Il fatto è… Leggi tutto »Mass Coin, cos'è e come funziona la Mass Economy

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Ai nostri giorni, utilizzare internet per numerosi scopi è diventato ormai una routine quotidiana. La maggior parte degli utenti che naviga in Rete pensa però che il comportamento online abbia poco o nessun valore. Questo atteggiamento disinteressato crea fatturato ad un’industria il cui reddito annuo è di centinaia di miliardi di dollari. Il fatto è che i dati degli utenti sono estremamente preziosi, e spesso sono stati acquistati o venduti con l’inconsapevolezza dell’utente stesso.

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I dati della massa

In base alle condizioni attuali, anche se un individuo potesse vendere volentieri i propri dati, non produrrebbe alcun profitto significativo. L’enorme profitto dell’industria pubblicitaria si basa sull’aggregazione di milioni di dati di persone. Vince la forza di massa, la forza dei numeri, ma dobbiamo prima cambiare il gioco. La massa crea una nuova rete e un nuovo mercato che consente ad un gruppo critico e unificato di utenti di emergere. Questo, a sua volta, richiede di conseguenza un cambio di paradigma nell’acquisizione dei dati dell’utente.

Mass-economyCos’è la Mass Economy

Per prendere posizione e riprendere il controllo in rete bisogna avere una solida base su cui sfruttare una posizione. La Mass Economy si presenta come la soluzione. Che cos’è? E perché è tanto importante? Ma soprattutto: cosa centra con le criptovalute?

Il progetto della Mass Economy sarà costruito da coloro che sono stanchi di essere sfruttati, imbrogliati e allevati solo perché costituiscono preziosi dati utente. Ovviamente, le agenzie pubblicitarie vedranno questo settore emergente degli utenti di Internet e vorranno indirizzarli con annunci pubblicitari.

Mass Coin, una nuova valuta digitale

Per fare questo dovranno però partecipare alla rete pagando Mass Coin in cambio dei dati. Lo faranno perché sarà un costo degno di fare affari, come abbiamo già sottolineato i dati sono preziosi! La pubblicità non è di fatto solo negativa, ma lo sfruttamento dei dati lo è eccome. La massa consente quindi la possibilità di una relazione reciprocamente vantaggiosa tra l’industria pubblicitaria e l’individuo.

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mass-coinAl servizio di tutti

L’economia di massa, che si propone come autonoma, propone dunque le Mass Coin che rappresentano il sistema circolatorio di questa nuova economia e sono l’unica valuta accettabile.

Le Mass coin sono anch’esse basate su tecnologia blockchain, i portafogli si presentano facili da usare sono integrati con le migliori piattaforme come Bitcoin e Altcoin.

La Mass Coin rappresenta una valuta stabile al 100% una volta che si verifica l’unico evento di emissione. É in grado di fornire una risorsa scarsissima e altamente richiesta con un potenziale di crescita eccellente, per cui le parti interessate più grandi sono incentivate a promuovere l’uso del sistema.

Non sappiamo se si tratti dell’ennesima valuta destinata ad occupare un piccolo settore, ma la Mass Economy potrebbe di fatto cambiare le carte in tavola se gli utenti iniziassero a comprendere il valore e la potenzialità dei Dati nella Rete globale.

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Valore Bitcoin: come gestire la sua volatilità https://www.business.it/valore-bitcoin-come-gestire-sua-volatilita/ Tue, 10 Apr 2018 10:32:56 +0000 https://www.business.it/?p=22569 Addio al sogno di diventare miliardari in un giorno con la valuta elettronica. Continua infatti il declino del valore del Bitcoin e di altre monete nate sui circuiti web usando la tecnica del blockchain. Il conio elettronico è scambiata ai minimi degli ultimi cinque mesi.  Molte persone sono stanche della crescente volatilità di Bitcoin e… Leggi tutto »Valore Bitcoin: come gestire la sua volatilità

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Addio al sogno di diventare miliardari in un giorno con la valuta elettronica. Continua infatti il declino del valore del Bitcoin e di altre monete nate sui circuiti web usando la tecnica del blockchain. Il conio elettronico è scambiata ai minimi degli ultimi cinque mesi. 

Molte persone sono stanche della crescente volatilità di Bitcoin e di altre criptovalute. Alcune persone pensano che questo sia solo temporaneo mentre i volumi crescono, la volatilità diminuirebbe, ma alcuni hanno una visione diversa. Secondo alcuni investitori, la volatilità del Bitcoin è in realtà una caratteristica della criptovaluta, piuttosto che un problema a breve termine. Inoltre, secondo loro, è questa volatilità che lo fa aumentare molte volte in un solo arco di un anno. Pertanto, se la volatilità riduce i rendimenti sarebbe anche ridotto.

Se gli investitori privati ​​vogliono investire nella criptovaluta Bitcoin, vengono spesso avvertiti dell’elevata volatilità dei Bitcoin. Chiunque non provenga dal settore finanziario e non conosca il termine in un contesto finanziario può essere confuso su cosa significhi esattamente. I media parlano anche di volatilità in relazione a Bitcoin e lo presentano come un fattore di rischio nel trading.

Inoltre, molti dei media stanno in realtà aumentando questa volatilità per presentare il lato negativo di Bitcoin. La verità è che, se una classe di attività aumenta di oltre 20 volte in un solo anno, può facilmente dimezzare. Questo è esattamente ciò che sta accadendo con la criptovaluta di Bitcoin. Inoltre, molte delle aziende, così come gli investitori, affermano che Bitcoin non è altro che una truffa. Questo non è ancora vero affatto.

Bitcoin determina il suo valore per offerta e domanda che è uguale alla classe azionaria. Inoltre, è interamente decentralizzato e quindi non sarebbe possibile per nessuno controllare l’intera fornitura. Per molti economisti, la volatilità estrema è la ragione principale per opporsi a un investimento in Bitcoin. Il corso è imprevedibile e così volatile che non è per i deboli di cuore.

Perché il Bitcoin è una criptovaluta, ma non una valuta?

Questa nuova criptovaluta, che ha scompaginato il mondo della tecnologia e della finanza degli ultimi anni, ha ancora diversi elementi da chiarire. Per capire, partiamo dal valore di una moneta classica: fino ad alcuni secoli fa, questo derivava dalla quantità di metallo prezioso contenuto all’interno della moneta stessa. Mentre invece oggi non è più così. Cosa dà valore ha una moneta?

Il valore è semplicemente il potere d’acquisto, cioè la quantità o qualità di cosa posso comprare con quella moneta. E il potere d’acquisto a sua volta deriva dalla fiducia che i cittadini hanno in uno Stato che dà corso legale e stampa quella moneta.In altre parole, la fiducia di poter utilizzare la moneta per degli scambi e dei pagamenti fa in modo che questa sia accettata da chiunque.

Tanto più è forte quella fiducia, tanto più la moneta ha valore. La variazione del valore dipende sicuramente dal rapporto che uno Stato ha con gli altri Stati. E ovviamente dalla politica monetaria che decide di attuare: generalmente più soldi vengono stampati e meno la moneta è potente, perché ce n’è una quantità maggiore. I bitcoin attualmente non sono considerabili una moneta vera e propria. Sono una criptovaluta, ma non una valuta. Perché non hanno ancora le caratteristiche tecniche per rientrare all’interno della definizione di moneta.

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Perché il bitcoin è una risorsa volatile?

Il problema principale è la volatilità: i Bitcoin sono estremamente volatili, cioè il loro valore subisce cambiamenti frequenti anche di grande entità; e senza un valore abbastanza stabile non si può parlare di moneta. Ci sono molte storie in cui le persone hanno effettivamente preso un secondo mutuo sulla loro casa al fine di investire Bitcoin al culmine. In realtà soffrono di depressione e altri problemi simili a causa delle enormi perdite nella criptovaluta. I paesi in cui il numero di investitori è alto come la Corea del Sud hanno diverse storie simili nei loro media.

D’altra parte, ci sono anche storie di investitori che avevano investito in Bitcoin qualche anno fa e ora hanno realizzato rendimenti superiori al 1000% in un breve periodo di tempo. Quindi, le storie sono su entrambi i lati della medaglia. Questo è il motivo per cui Bitcoin è in realtà una risorsa volatile che non può solo ridurre la volatilità.

Quindi, per chi sta pensando di investire in criptovalute, è importante comprendere che la volatilità è qui per rimanere. Bisogna capire che, chi sta investendo su valutazioni gonfiate, corre il rischio di subire perdite a breve termine. Tuttavia, se si sta pensando di tenere Bitcoin per un periodo di tempo più lungo, non subiranno alcun problema.

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Quali sono le cause della volatilità?

Poiché il valore di Bitcoin è determinato esclusivamente dalla domanda e dall’offerta, il prezzo è sempre soggetto a fluttuazioni. Questi sono particolarmente forti quando le notizie negative raggiungono il pubblico. Ad esempio, le notizie di un possibile divieto di scambio di Bitcoin in Cina hanno causato un calo significativo del prezzo.

Non solo gli eventi drastici, ma anche i normali corsi giornalieri di eventi possono provocare fluttuazioni. Questi possono valere tra diverse migliaia di euro al giorno e sono legati alle attività del giorno e del mercato azionario. In un normale giorno di negoziazione, i livelli di volatilità fino al 30 percento non sono nulla di straordinario: un incubo per ogni investitore!

Molti vedono anche un’estrema volatilità come argomento che parla di Bitcoin come possibile valuta chiave o nuova valuta mondiale. La volatilità di Bitcoin, tuttavia, include anche i trend rialzisti, e ce ne sono stati abbastanza in passato per renderlo un investimento utile per molti. Se il prezzo aumenta continuamente per un periodo di tempo più lungo, molti investitori privati sono tentati di saltare sul carro dei vincitori. Ci sono nuovi investimenti che faranno salire ulteriormente il prezzo se realizzati su larga scala. Ad esempio, le grandi aziende hanno il potere di influenzare la volatilità di Bitcoin. Presumibilmente, gran parte della capitalizzazione di mercato di Bitcoin è nelle mani di giganti finanziari, che possiedono il 90% di tutti i Bitcoin.

Qual è il modo migliore per gestire la volatilità dei Bitcoin?

Il fatto è che Bitcoin ha una volatilità estrema e imprevedibile. Chiunque teme questo aspetto dovrebbe stare lontano dal mercato Bitcoin e dalle criptovalute nel suo complesso. Se hai già investito, devi solo occupartene. Se si tratta di un investimento a lungo termine, è importante tenere semplicemente i Bitcoin senza controllare il prezzo ogni giorno. Un atteggiamento rilassato e una prospettiva di aiuto per la longevità: non ha senso impazzire quando il corso cade di nuovo.

Il più grande errore che si può fare in presenza della volatilità del Bitcoin è di farsi prendere dal panico e vendere azioni. La presunta limitazione del danno fa sì che gli investitori scambino i Bitcoin con un tasso euro estremamente negativo e, quindi, perdano l’intero stock Bitcoin.

Anche se il corso consigliato è lungo, è importante essere pazienti – ogni correzione del percorso è solitamente seguita da un nuovo massimo. Naturalmente, l’osservazione del mercato non può far male, ma dovrebbe essere mantenuta una sana distanza dall’analisi giornaliera dei valori. La volatilità non è male di per sé e fa parte della natura delle cose. Pazienza o destrezza è il modo migliore per gestirlo. Non c’è motivo di dissuadere da un acquisto Bitcoin.

Pronostici sui prezzi del Bitcoin 2018

I prezzi dei bitcoin nel 2018 sono stati contrassegnati da una volatilità che ha reso la previsione dei prezzi del bitcoin a breve termine un po’ una sfida, anche per gli analisti esperti. Al momento della stesura di questo articolo, il prezzo di Bitcoin è passato da 10k a meno di 8k in seguito alla notizia che i giganti dei motori di ricerca, Google bandirà  gli annunci relativi alla crittografia. Finora, il 2018 ha presentato le sue sorprese anche se non drammatiche come le montagne russe.

La storia in genere ha un modo di ripetersi, ma il bitcoin ha un sacco di storia che lo rende una sfida uguale a predire quale storia verrà ripetuta. Ci vuole molto più di uno studio delle tendenze passate per ottenere previsioni puntuali in questo momento. Gli analisti, gli appassionati e le figure del settore hanno opinioni molto divergenti e previsioni sui prezzi bitcoin sia a lungo che a breve termine. L’ottimismo è ancora alto in molti trimestri, i rapporti di un nuovo sondaggio tra i finanziari britannici suggeriscono che un’ampia maggioranza acquisterà più monete nella speranza di una ripresa dei prezzi entro la fine dell’anno.

Un recente studio svizzero sottolinea come il bitcoin resti sopravvalutato e destinato a crollare entro la fine dell’anno. Accusati di essere una meteora dalla maggioranza degli analisti, le criptovalute con la loro ascesa hanno caratterizzato la fine del 2017, quando il bitcoin ha raggiunto i 20mila dollari innescando i timori di un’imminente bolla speculativa.

Per Mario Draghi, governatore della Bce “una moneta dovrebbe anche essere una riserva di valore in modo tale che possiate essere sicuri di poter acquistare più o meno lo stesso quantitativo di cose oggi, domani o il prossimo anno”. L’alta volatilità sul Bitcoin dimostra quindi che non può essere considerata una moneta. Il gioco non è ancora finito per Bitcoin. E nemmeno la sua volatilità dei prezzi, che divide gli esperti di criptovaluta su dove si dirigerà il prezzo del Bitcoin.

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Bitcoin: la valuta digitale vietata dall’islam https://www.business.it/bitcoin-la-valuta-digitale-vietata-dallislam/ Mon, 09 Apr 2018 12:43:28 +0000 https://www.business.it/?p=22499 Ai fedeli musulmani turchi è vietato acquistare, fare affari e investire i propri risparmi in Bitcoin: a stabilirlo è il Dyianet, l’istituzione statale turca che si occupa degli affari religiosi. La sentenza è arrivata a fine novembre dopo che alcuni cittadini turchi hanno posto al Dyianet un quesito sulla legittimità e sulla moralità di questo nuovo strumento del… Leggi tutto »Bitcoin: la valuta digitale vietata dall’islam

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Ai fedeli musulmani turchi è vietato acquistare, fare affari e investire i propri risparmi in Bitcoin: a stabilirlo è il Dyianet, l’istituzione statale turca che si occupa degli affari religiosi.

La sentenza è arrivata a fine novembre dopo che alcuni cittadini turchi hanno posto al Dyianet un quesito sulla legittimità e sulla moralità di questo nuovo strumento del web. La risposta non lascia spazio a dubbi: secondo le autorità religiose turche, infatti, i Bitcoin si prestano facilmente a speculazione sul loro valore, nonché a molte altre pratiche illecite quali evasione fiscale e riciclaggio. Tutte queste attività, fortemente incompatibili con la fede islamica sono dunque la ragione principale della sentenza.

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Perché gli imam sono contro il Bitcoin?

Anche i religiosi islamici entrano nel dibattito sul Bitcoin. Il Bitcoin “non è appropriato” all’Islam. A bocciare la criptovaluta secondo i principi musulmani è la Direzione per gli affari religiosi della Turchia (Diyanet), massima autorità islamica del Paese.

“Giunti a questo punto, l’acquisto e la vendita di valute digitali non sono appropriati secondo la religione per il fatto che sono aperte a speculazioni rispetto al loro valore e possono facilmente essere impiegate in attività illegali come il riciclaggio di denaro. Sono inoltre prive di controllo e supervisione statale”, è stata la risposta della Diyanet.

I profitti realizzati così, sono però considerati illegittimi dalle autorità religiose musulmane. L’ultima presa di posizione è quella del muftì egiziano Magdy Ashour, che ha addirittura emesso una fatwa per proibire l’utilizzo di uno strumento “utilizzato direttamente per finanziare terroristi”.  

L’autorità religiosa, citato dal giornale Egypt Today, ha sottolineato che non esiste nessuna garanzia sulla tracciabilità dei bitcoin, che non sono sottoposti ad alcun tipo di controllo da parte della Banca Centrale del Cairo. Il muftì sottolinea poi che la stessa concezione della criptomoneta contraddice i precetti dell’Islam, perché transazioni che coinvolgono i bitcoin non hanno regole prestabilite da un contratto e possono venire assimilati ai “profitti eccessivi” tipici dell’usura, proibita dal diritto civile islamico. Pertanto, molte persone negli stati del Golfo e oltre non considerano bitcoin, ethereum e altri criptos conformi alla legge della Sharia.

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Bitcoin quasi un tabù

La questione è l’ultima una discussione più ampia riguardante Bitcoin: Finora nessun paese ha adottato una legge precisa nei confronti della valuta informatica, il che la rende una miniera d’oro per i criminali. Il sistema, infatti, è basato sul concetto “peer-2-peer”, che consente transazione istantanee, non rintracciabili e perfettamente anonime. Per intenderci è lo stesso meccanismo con cui si scaricano i film pirata da internet.

In questo caso però, il danno non si limita al mancato guadagno degli editori cinematografici, ma assume proporzioni molto maggiori: il rischio è che la criminalità organizzata possa acquistare ingenti somme di Bitcoin, per poi utilizzarli per affari illeciti, creando una rete di riciclaggio di denaro, completamente incontrollata e difficilmente rintracciabile dalle autorità.

Tuttavia in questo caso il verdetto assume un’importanza più profonda, in quanto Bitcoin è contrario non solo alle leggi dello stato, ma anche alle leggi del Corano, che in molti paesi di tradizione musulmana coincidono. Ma criptomoneta è invisa anche a Paesi dalla cultura completamente diversa rispetto a quella delle monarchie islamica. La Cina ha messo limiti precisi perché teme che il Bitcoin possa scardinare il controllo statale sull’economia. 

Come in tutte le novità tecnologiche, il problema non sussiste nello strumento in sé, ma nelle vere intenzioni di chi lo maneggia. Bitcoin è stata creata nel 2008 da un anonimo inventore, con tutte le buone intenzioni del caso: praticità, velocità, riduzione dei costi di gestione dei propri risparmi e abbandono delle tradizionali forme contrattuali bancarie. Non è stato però pensato come mantenere gli iniziali buoni propositi di questi progetti come bitcoin revolution, senza una legislazione da parte di un’autorità statale, senza cioè che la politica e la finanza tradizionali invadano il mondo libero, incontrollato e apparentemente sicuro di internet.

L’oro come criptovaluta

Per servire queste ricche popolazioni islamiche, si conforma un nuovo tipo di cripta approvata dalla sharia. A Dubai, una startup ha creato una criptovaluta che è supportata da uno dei beni più stabili al mondo: l’oro. L’intonazione di OneGram è che ogni unità di valore è supportata da un grammo di oro fisico che viene tenuto in una cassaforte. Ciò limita pertanto la volatilità e la speculazione ed è stato ritenuto accettabile ai sensi dei principi islamici da parte di al-Maali Consulting di Dubai.

“Stiamo cercando di dimostrare che le regole e i regolamenti della sharia sono pienamente compatibili con la tecnologia digitale blockchain“, ha detto il cofondatore Ibrahim Mohammed, secondo la ReutersDopo aver raggiunto il massimo storico di quasi $ 20.000 nel 2017, il prezzo è sceso quest’anno, attestandosi a $ 7.000 al momento della scrittura.

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Pubblicità criptovalute, anche la piattaforma MailChimp ufficializza il blocco https://www.business.it/pubblicita-criptovalute-mailchimp/ Fri, 06 Apr 2018 06:30:55 +0000 https://www.business.it/?p=22229 Anche MailChimp, piattaforma dedicata all’email marketing, ha deciso di vietare le pubblicità di criptovalute e di attività connesse, proprio come hanno già fatto colossi del digitale come Facebook, Twitter e Google Curbs. Attraverso un comunicato stampa ufficiale l’azienda ha dichiarato: “Non possiamo permettere alle imprese coinvolte in alcun aspetto la vendita, la transazione, lo scambio,… Leggi tutto »Pubblicità criptovalute, anche la piattaforma MailChimp ufficializza il blocco

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Anche MailChimp, piattaforma dedicata all’email marketing, ha deciso di vietare le pubblicità di criptovalute e di attività connesse, proprio come hanno già fatto colossi del digitale come Facebook, Twitter e Google Curbs.

Attraverso un comunicato stampa ufficiale l’azienda ha dichiarato: “Non possiamo permettere alle imprese coinvolte in alcun aspetto la vendita, la transazione, lo scambio, lo stoccaggio, il marketing o la produzione di criptovalute, valute virtuali e qualsiasi risorsa digitale correlata a un’offerta di moneta iniziale, per utilizzare MailChimp per facilitare o supportare qualsiasi di queste attività”.

Da qualche tempo l’universo delle criptovalute crea caos e timori, esplicitati soprattutto da divieti che ne impediscono una promozione allargata e la pubblicità tramite media e piattaforme digitali. Il fine è quello di garantire una migliore esperienza pubblicitaria sul web, per questo motivo gli annunci di investimento nelle monete digitali rappresentano una opzione negativa ai danni dei potenziali consumatori.

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tutte-le-criptovaluteCos’è Mailchimp e come funziona

Mailchimp è una piattaforma online che opera nel settore della creazione e della gestione di campagne di email marketing. Attraverso liste di distribuzione organizza gli iscritti alle mailing-list, garantendo sicurezza e privacy secondo quanto previsto dalle leggi internazionali antispam.

Il divieto di pubblicizzare attività di mining e promozione delle criptovalute sta però causando notevoli problemi collaterali. Se la promessa delle criptovalute e più in generale della tecnologia blockchain, è la decentralizzazione, nella pratica le società di monete virtuali si affidano a numerosi strumenti centralizzati come le discussioni all’interno delle community di Twitter o del più popolare americano Reddit. Perché le società si affidano a piattaforme social? In primo luogo per rendere più facile l’accessibilità.

Reclami da parte della community di criptovalute

Puntuali sono arrivati anche reclami e proteste da parte della comunità di chi al contrario promuove e sostiene le criptovalute. Mailchimp ha dunque corretto il tiro, dichiarando che: “Le informazioni relative alla criptovaluta non sono necessariamente proibite e possono essere inviate finché il mittente non è coinvolto nella produzione, vendita, scambio, archiviazione o commercializzazione di criptovalute. La promozione e lo scambio di criptovalute è troppo spesso associato a truffe, frodi, phishing e pratiche commerciali potenzialmente fuorvianti in questo momento. Abbiamo preso questa decisione per aggiornare la nostra politica di utilizzo accettabile al fine di proteggere i milioni di aziende che utilizzano MailChimp per il loro marketing”.

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bitcoinMailchimp e il suo successo derivano dal fatto che le e-mail non vengano tenute fuori dalle caselle di posta in arrivo dai filtri antispam. Per questo fa parte della sua politica il divieto anche con altri tipi di aziende considerate a rischio di spam, come prodotti farmaceutici, gioco d’azzardo e al marketing di affiliazione.

Purtroppo in questo campo esistono lacune non solo a livello politico, ma anche a livello social.

E un piccolo calo della consegna globale delle email potrebbe essere devastante per gli altri clienti di MailChimp, perchè dipendono dal canale di marketing per le proprie entrate.

D’altra parte, la decisione di MailChimp convalida l’intera proposta di valore di decentralizzazione che guida le criptovalute. Certo, ci sono altre piattaforme di newsletter via email, ma il principio rimane che qualsiasi cosa si costruisca su una piattaforma centralizzata, come quella di un modello di email personalizzate o attraverso flussi di automazione, può essere completamente cambiata. 

Il danno collaterale? Molte persone hanno espresso rabbia nei confronti di Bitcoin & co., in quanto il valore sta scendendo rapidamente proprio a causa di questi divieti di pubblicità.

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Blockchain Phone: Finney, il primo smartphone blockchain al mondo https://www.business.it/blockchain-phone-finney-primo-smartphone-blockchain-mondo/ Thu, 05 Apr 2018 08:55:15 +0000 https://www.business.it/?p=22170 Foxconn Technology Group è cresciuto fino a diventare il più grande produttore di elettronica al mondo a noleggio sfornando prodotti best-seller come iPhone, Kindle e PlayStation. Ora, sta implementando quel potere per portare criptovalute alle masse. Una filiale di Foxconn ha accettato di aiutare a sviluppare e produrre un telefono blockchain da Sirin Labs. Il nuovo dispositivo,… Leggi tutto »Blockchain Phone: Finney, il primo smartphone blockchain al mondo

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Foxconn Technology Group è cresciuto fino a diventare il più grande produttore di elettronica al mondo a noleggio sfornando prodotti best-seller come iPhone, Kindle e PlayStation. Ora, sta implementando quel potere per portare criptovalute alle masse.

Una filiale di Foxconn ha accettato di aiutare a sviluppare e produrre un telefono blockchain da Sirin Labs. Il nuovo dispositivo, chiamato Finney, è progettato per aiutare i proprietari a conservare e utilizzare in modo sicuro monete digitali come Bitcoin e servizi correlati senza costi. Ciò significa che non è necessario portare con sé le chiavette USB con il  portafoglio digitale, ma saranno tutte memorizzate sul telefono.

La gamma di dispositivi Sirin’s Finney include uno smartphone e un personal computer con tecnologia blockchain integrata per fornire ciò che la società promette è una maggiore sicurezza e protezione contro i crimini informatici e gli hack. Infatti, lo smartphone di Sirin sarà il primo telefono abbastanza sicuro da contenere monete crittografiche.

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Qual è il motivo della creazione di questi prodotti?

Mentre milioni di persone hanno acquistato Bitcoin, relativamente pochi si preoccupano di usarli per le transazioni quotidiane. Per prevenire il furto, i proprietari devono tenere le monete su apposite memory stick fino a quando non sono necessarie, quindi ricordare nomi utente e password che possono contenere decine di caratteri.

Sarà l’unico smartphone al mondo ad essere completamente sicuro da contenere monete crittografiche. O così dice l’azienda. Sirin Labs, con sede in Svizzera, ha raccolto $ 158 milioni a dicembre per il progetto in una prima offerta di monete, oltre a $ 70 milioni raccolti in precedenza. Il telefono sarà pronto per la spedizione a ottobre. Sirin prevede di vendere il dispositivo attraverso otto nuovi negozi, situati in luoghi con le comunità cripto più attive, come il Vietnam e la Turchia. Hogeg ha detto che spera che alla fine verrà venduto anche attraverso i gestori di telefonia mobile. Finora sono state preordinate più di 25.000 unità, ha detto la società. Sirin punta a spedire da 100.000 a pochi milioni di unità quest’anno.

Secondo Sirin, tutti i dispositivi di Finney formeranno una rete di blockchain indipendente alimentata dalla tecnologia Tangle di IOTA. La rete opererà senza dorsali centralizzati o centri minerari che ingombrano il processo di transazione, utilizzando il token SRN come valuta predefinita (solo i possessori di token SRN saranno in grado di acquistare il dispositivo). E funzionerà tutto su un sistema operativo Sirin appositamente progettato per supportare applicazioni blockchain come portafogli crittografici e accesso sicuro agli scambi.

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Quanto costa?

Lo smartphone ha un prezzo stimato di $ 999, che è leggermente superiore al costo medio degli smartphone oggi, ma è importante conoscere le funzionalità offerte sul telefono.

Tra cui una memoria interna da 256 GB e una fotocamera da 16 MP, oltre a una serie pesante di misure di sicurezza. Un sistema di prevenzione delle intrusioni basato sul comportamento, un interruttore di sicurezza fisica e una funzione di prova di manomissione basata su blockchain significano che, in teoria, ci vorrà uno sforzo considerevole per hackerare. 

È sicuro dire che lo smartphone FINNEY pone una grande attenzione su un design elegante e, soprattutto, sulla sicurezza dell’utente al 100%. Per raggiungere questo obiettivo, lo smartphone utilizzerà algoritmi di blockchain e criptovaluta per verificare l’integrità delle transazioni sul telefono.

Ma la domanda è se qualcuno lo vorrebbe.

“La comunità cripto” è ancora un mercato di nicchia, certamente più di nicchia rispetto al ricco mercato aziendale per il quale $ 14.000 Solarin era destinato, e che non ha funzionato così bene – solo 10 mesi dopo il suo lancio la società ha licenziato un terzo del suo personale, sostenendo che starebbe “perseguendo nuove direzioni per una nuova linea di prodotti”. Alcuni hanno suggerito che il Solarin fosse un prodotto in anticipo sui tempi e anche il Finney potrebbe esserlo.

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Criptovalute, Porto Rico è il nuovo paradiso fiscale per i miliardari di monete digitali https://www.business.it/criptovalute-porto-rico-paradiso-fiscale-miliardari-monete-digitali/ Tue, 03 Apr 2018 10:16:52 +0000 https://www.business.it/?p=21990 Puerto Rico è il nuovo paradiso delle criptovalute l’avreste mai detto? É stato ribattezzato come il luogo della nascita di una “crypto-utopia” che ha attirato numerosi magnati delle monete digitali, desiderosi di creare l’habitat ideale della cripto-comunità del futuro. Avevano addirittura pensato ad un nome: Puertotopia, mancava solo l’approvazione dei cittadini. Leggi anche: Criptovalute: il fenomeno… Leggi tutto »Criptovalute, Porto Rico è il nuovo paradiso fiscale per i miliardari di monete digitali

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Puerto Rico è il nuovo paradiso delle criptovalute l’avreste mai detto? É stato ribattezzato come il luogo della nascita di una “crypto-utopia” che ha attirato numerosi magnati delle monete digitali, desiderosi di creare l’habitat ideale della cripto-comunità del futuro. Avevano addirittura pensato ad un nome: Puertotopia, mancava solo l’approvazione dei cittadini.

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Perchè Porto Rico

Il criptosogno ha iniziato ad intravedere la possibilità di realizzarsi quando questi milionari hanno dato un taglio netto al loro passato, con la ferma volontà di scappare da uno stato che imponeva cospicue tasse sul patrimonio. Venduti i beni mobiliari e immobiliari, la maggior parte di questi imprenditori dalle lunghe vedute ha preso residenza ai Caraibi, proprio quando il valore delle criptovalute iniziava a salire. Le isole caraibiche hanno rappresentato un’opportunità convincente soprattutto dopo la devastazione dell’uragano Maria, che ha completamente distrutto la maggior parte della città di Porto Rico: c’era la voglia di ricominciare da qualcosa di diverso e l’idea era quella di buttarsi sulla costruzione di una nuova città del futuro.

Così milionari, imprenditori e visionari hanno intravisto qualcosa di più di una via d’uscita dalle tasse federali, ma una vera e propria occasione di vivere in luogo dove il denaro tradizionale, così come lo abbiamo sempre conosciuto, non esiste più, mentre tutto si scambia tramite criptovaluta.

Ricominciare da capo, insieme alle istituzioni del luogo impegnate recuperare i danni subiti, ha fatto sì che fosse creata la prima banca criptocurrency, completamente efficiente e ufficializzata.

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criptovalute-investire-2018Senza tasse, criptomonete

Porto Rico è di fatto la prima città al mondo ad offrire un sistema fiscale dove non sono previste imposte federali sul reddito, imposte sugli utili da alienazione e tasse d’impresa favorevoli, il tutto con un vantaggio enorme: non dover rinunciare alla cittadinanza americana.

La nascita di una moneta digitale locale, denominata Puerto Crypto e l’esplosione della prima generazione ufficiale di espatriati fiscali ha fatto il resto. Perfino l’uragano Maria e la sua devastazione sono stati visti in maniera diversa. Si è espresso a riguardo Halsey Minor, il fondatore del sito di tecnologia e digitale cnet.com: “Quello che è successo qui è una tempesta perfetta, anche se è stato davvero drammatico per la gente di Puerto Rico, nel lungo termine è una manna dal cielo se la gente riuscirà a guardare oltre. Gli Stati Uniti non ci vogliono. Stanno cercando di soffocare questa economia. Ci deve essere un luogo dove le persone siano libere di inventare”. Minor sta trasferendo la sua società di blockchain proprio dalle Cayman a Porto Rico, diventato ormai il paradiso del futuro, terra di opportunità per la moneta del prossimo millennio.

Certo, ricominciare da zero è senza dubbio faticoso e problematico, vista la trascuratezza che ha interessato l’intero arcipelago negli ultimi decenni.

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robinhood-criptovaluteI miliardari pronti a investire

Ma i visionari di Puertopia sono convinti delle loro intenzioni, e vogliono investire nel sogno di una nuova economia vantaggiosa e responsabile. Tra questi c’è anche Brock Pierce, ex attore di blockbuster negli anni ’80, oggi imprenditore tra i più convinti del movimento Puertopia. Founder della Bitcoin Foundation, è lui il leader indiscusso del nuovo movimento, di cui rivendica fortemente valori come: “Compassione, rispetto e trasparenza finanziaria”. Lo scopo di questo grande sogno va oltre un semplice escamotage per evitare le tasse. Si tratta di creare da zero una nuova comunità, senza vincoli e con una moneta nuova, diversa dal nostro comune modo di intendere il denaro.

Si tratta di una nuova forma di colonialismo? Staremo a vedere, nel frattempo speriamo in un investimento d’innovazione e idee.

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Criptovalute: il fenomeno del bitcoin spiegato da Raffaele Mauro https://www.business.it/criptovalute-fenomeno-bitcoin-spiegato-raffaele-mauro/ Tue, 03 Apr 2018 07:40:15 +0000 https://www.business.it/?p=21842 Alzi la mano chi un anno fa sapeva cosa fosse il Bitcoin. Fino all’inizio del 2017 anche chi ne aveva sentito parlare difficilmente avrebbe saputo raccontare con esattezza quello che di lì a poco si sarebbe rivelato il fenomeno finanziario dell’anno: il mondo delle criptovalute era allora riservato a una schiera non molto numerosa di… Leggi tutto »Criptovalute: il fenomeno del bitcoin spiegato da Raffaele Mauro

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Alzi la mano chi un anno fa sapeva cosa fosse il Bitcoin. Fino all’inizio del 2017 anche chi ne aveva sentito parlare difficilmente avrebbe saputo raccontare con esattezza quello che di lì a poco si sarebbe rivelato il fenomeno finanziario dell’anno: il mondo delle criptovalute era allora riservato a una schiera non molto numerosa di esperti e fanatici in tutto il mondo. Negli ultimi mesi, invece, il bitcoin è diventato un argomento da bar o da corridoi di uffici, non solo in Italia. Le domande sono sempre le stesse, ormai standardizzate: continuerà a salire a questi ritmi? Vale ancora la pena di comprare? La bolla sta per scoppiare?

Raffaele Mauro, che ha alle spalle una lunga esperienza nel mondo della consulenza e del venture capital e nel settore bancario è il Managing Director di Endeavor Italia, organizzazione internazionale che ha come obiettivo la crescita economica di lungo periodo attraverso la selezione, il mentoring e l’accelerazione degli imprenditori e delle imprese ad alto potenziale. E tra queste ce ne sono anche alcune che si occupano di criptovalute.

Abbiamo intervistato il dott. Mauro, che è anche autore con Francesco De Collibus del libro Hacking Finance sulla storia dei Bitcoin. In una lunga intervista Mauro ci spiega il funzionamento delle criptovalute, i pro e i contro dei governi, insomma, tutte quelle domande che molti si fanno su questo incredibile fenomeno finanziario.

raffaele-mauro-intervistaIntervista al Managing Director Raffaele Mauro

 

Lei è il Managing Director di Endeavor Italia, ma che cos’è Endeavor e cosa fa?

Endeavor è un’organizzazione internazionale che ha come obiettivo la promozione della crescita economica, cioè la creazione di posti di lavoro di qualità, di innovazione e di ricchezza sui territori. Realizza questo obbiettivo con uno strumento molto particolare che è il supporto a quella nicchia di imprese che in modo più che proporzionale possono realizzare questo tipo di impatto. Il nostro interesse va piuttosto a imprese  che hanno già un’attività consolidata, ma presentano ancora un notevole potenziale di crescita per il carattere innovativo del loro modello di business. 

Cioè sono imprese che o sono appena uscite dalla fase di startup, oppure sono quelle PMI che hanno una possibilità di crescita e generare impatto, posti di lavoro e ricchezza. Funziona come una rete d’imprese, una specie di associazione, ma sopratutto c’è una selezione estremamente rigorosa di chi può entrare, quelle con dato migliore e col maggiore potenziale. Una volta che le imprese sono state selezionate per l’ingresso, aiutiamo questi imprenditori ad accedere ai mercati, capitali e talento che sono le tre sfide tipiche delle imprese in crescita.

Endeavor esiste da 20 anni nel mondo e da due anni in Italia, presente in 30 paesi del mondo, sta crescendo molto rapidamente, tre nazioni all’anno. Ha circa nel mondo 1000 imprese, che aggregato fanno 11 miliardi $ di fatturato e hanno creato nel tempo 700 mila posti di lavoro. In Italia invece abbiamo 11 imprese con 550 posti di lavoro raddoppiando in media il fatturato ogni anno.  Gli imprenditori di grande impatto nella rete di Endeavor, hanno scalato con successo le loro attività e creato significative opportunità di lavoro e di ricchezza in quasi tutti i settori e le regioni del mondo.

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Perché come Endeavor siete vicini al mondo dell’innovazione finanziaria e del fintech, nello specifico delle criptovalute?

Endeavor come organizzazione guarda tutti i settori, anche non tecnologici, supportiamo imprese in ogni settore: dall’aerospaziale, all’agricoltura alle catene di ristoranti fino alla fashion e cosi via. Una sottoinsieme del portafoglio Endeavor include anche imprese del cosiddetto mondo fintech, che è la rivoluzione che in questo momento sta cambiando il mondo della finanza in modo radicale. E in questo mondo delle criptovalute ci sono un paio di aziende di Endeavor che operano in questo settore.

Lei ha scritto un testo su questo argomento insieme a Francesco De Collibus che si chiama Hacking Finance sulla storia dei bitcoin, ora, qual’è la sua opinione sul fatto che ancora le criptovalute sono temute dai governi e dalle autorità di vigilanza e non viste come una risorsa, cioè perché alcuni governi sono favorevoli alla moneta virtuale come moneta di scambio e altri governi invece no?

Il motivo per cui c’è una certa ostilità è duplice. Da un lato tutte le innovazioni creano timore, possiamo ricordare il fatto che internet agli inizi creava grande timore, nel ’94/95 si associava internet alla criminalità alla pedofilia, e questo accade a rotazione per tutte le innovazioni importanti. Quindi c’è un tema legato proprio alla difficoltà di capire questo tipo di fenomeno. Dall’altro lato la tecnologia, le criptovalute, il bitcoin in particolare si basa sui concetti e sui principi della decentralizzazione, quindi è molto difficile da controllare. É  naturale quindi che ad alcuni governi, dà molto fastidio il fatto che ci siano delle entità o delle tecnologie non controllabili e non censurabili.

Secondo lei le criptovalute devono essere equiparate come monete di scambio o come investimenti in commodities?

Nessuna delle due cose. Esistono diverse metafore per spiegare che cos’è il bitcoin e cosa sono le criptovalute. Tra le metafore migliori c’è la metafora Tecnologica, cioè i bitcoin e altri criptoasset, sono il protocollo per fare pagamenti su internet in modo decentralizzato, cioè sono un nuovo strato di internet. Poi c’è un’altra metafora altrettanto valida, c’è chi sostiene che il bitcoin sia il nuovo oro digitale, il bene artificialmente sparso in rete. C’è ancora molta confusione sul settore anche da un punto di vista legislativo. Secondo me questa confusione continuerà ancora nel tempo. Ci vorranno anni per trovare una convergenza, perché ad oggi la finanza decentralizzata è molto diversa da quella a cui siamo abituati noi tradizionalmente.

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Alla fine del 2017 il bitcoin ha raggiunto i 20.000 $, mentre negli ultimi mesi ha registrato un calo netto fino a sfiorare i 6.000 $. Come vede questa volatilità elevata?

La volatilità elevata del bitcoin è una sua proprietà intrinseca, che deriva dal fatto che esiste una politica monetaria rigida. Nel senso che per altre tipologie di valute o strutture simili, esiste un Mario Draghi, o altre banche centrali che usando i tradizionali strumenti della politica monetaria. Per il bitcoin questa cosa non è possibile, la politica monetaria è rigida, non può essere alterata da nessuno e questa cosa crea una forte volatilità di comparazione delle monete.

Inoltre ci sono dei fattori esogeni di breve termine, per cui le criptovalute sono fortemente sensibili a quello che si dice su di esse nel mondo. Ovviamente non faccio previsioni su quello che accadrà al bitcoin fra qualche anno o fra qualche mese sul prezzo, nel senso che potrà accadere di tutto: potrà crescere ancora molto come potrà diminuire. Secondo me possono accadere ancora cose molto interessanti. Quello che posso dire però è che il prezzo, probabilmente è la cosa meno interessante. Quello che è interessante è l’evoluzione della tecnologia e il tipo di innovazioni che si stanno generando in questa fase storica.

Come spiegherebbe lei la blockchain ad un neo investitore?

Bitcoin è un insieme di tecnologie di cui una è la blockchain. Ma c’è ne sono tante altre, almeno tre o quattro tecnologie differenti. É una somma di reti peer to peer. C’è un elemento di crittografia robusta. Le tecnologie si basano su algoritmi crittografici perché sono più sicuri. Ci sono algoritmi che servono a mantenere la stabilità della rete e infine c’è la blockchain, che serve ad effettuare in modo sicuro transazioni in modalità decentralizzata. L’innovazione di tutto ciò è che dal 2009 è stato possibile fare cose che prima non era possibile fare. Nel senso che prima non si potevano fare transazioni sicure. Oggi è possibile. C’è stata quindi un’azione tecnologica molto profonda che sta dimostrando forte rilievo. Bitcoin è vero che sta scendendo di prezzo, ma resiste a più scossoni in modo solido in quel sistema, grazie ad una profonda innovazione tecnologica.

Perché i bitcoin sono i più costosi tra le centinaia di criptovalute?

Il prezzo del bitcoin secondo me non è così importante. Ovviamente bitcoin è l’oggetto che ha avuto più storia, ed è quello che ha maggiore stabilità. La rete bitcoin è quella più sicura e più grande rispetto alle altre. É stata testata ormai in quasi dieci anni di storia. Quindi il livello di fiducia che noi possiamo dare a questa rete è molto grande.

Come vede il futuro delle criptovalute, stanno cambiando le cose oppure sono solo una bolla?

Si, stanno cambiando le cose e cambieranno ancora di più probabilmente con modalità che oggi non possiamo neanche immaginare. Allo stesso modo in cui nel ’94/95 non si poteva immaginare l’esistenza magari di qualche anno dopo di Facebook o di Instagram. Ovviamente come è accaduto a tutte le innovazioni profonde queste generano delle onde d’entusiasmo a volte eccessive, come accade oggi sulla blockchain e su alcune criptovalute. E’ un fenomeno che accade molto frequentemente nella storia economica. 

La bolla legata alle criptovalute pur avendo alcuni elementi patologici, non è  qualcosa di puramente distruttivo. Questo perché dal volume di investimenti di questo settore usciranno delle cose interessanti, anche se ribadisco che le bolle sono fenomeni patologici che vanno monitorati e controllati. Bisogna educare le persone a non farsi del male.

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Ripple criptovaluta, le previsioni del 2018 https://www.business.it/ripple-criptovaluta-previsioni-2018/ Mon, 26 Mar 2018 08:35:14 +0000 https://www.business.it/?p=21414 Solo per qualche ora, ma è successo: durante lo scorso mese di gennaio il Presidente della criptovaluta Ripple, Chris Larsen, è stato più ricco del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Leggi anche: Investire in criptovalute, quali sono i vantaggi Ripple, valida alternativa al Bitcoin Nell’universo delle monete digitali, Ripple rappresenta la vera alternativa al più noto… Leggi tutto »Ripple criptovaluta, le previsioni del 2018

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Solo per qualche ora, ma è successo: durante lo scorso mese di gennaio il Presidente della criptovaluta Ripple, Chris Larsen, è stato più ricco del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg.

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Ripple, valida alternativa al Bitcoin

Nell’universo delle monete digitali, Ripple rappresenta la vera alternativa al più noto Bitcoin. Possibile? Sì! Gli ultimi mesi ne hanno determinato un crescente successo, anche se ciò è avvenuto all’ombra del Bitcoin, eppure Ripple si è conquistata il plauso di istituzioni finanziarie, banche e piattaforme per trasferire denaro.

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Ripple-moneta-virtuale-quotazioneBitcoin e Ripple: differenze

Ai Bitcoin viene infatti costantemente denunciata la deregolamentazione, la mancanza di una banca centrale, la volatilità e un valore quasi interamente speculativo.

Invece Ripple ha saputo scavalcare la barriera tra l’utilizzo della criptovaluta e le istituzioni grazie ad un approccio diverso, più funzionale e basato interamente sul rapporto di fiducia tra le parti in causa.

Ripple si presenta come l’alternativa più efficiente e diretta al Bitcoin, non a caso è stata inserire nella lista delle monete digitali più promettenti del 2018.

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BitcoinSicurezza, velocità, affidabilità

Il fatto che sia meno famosa al grande pubblico rispetto al Bitcoin non deve trarre in inganno. Nata nel 2013 ha gradualmente conquistato un’ottima reputazione, tanto che oltre 100 banche la hanno adottata ufficialmente come protocollo sicuro e veloce per trasferire somme di denaro.

Il progetto Ripple è stato lanciato e sviluppato da un team capitanato da Larsen e da Jed McCaled, entrambi determinati a dare creare una criptovaluta che fosse migliore del Bitcoin in quanto ne superava difetti ed errori già conclamati. Ebbene, con la nascita di OpenCoin, che successivamente ha spianato la strada a Ripple, il successo è arrivato in modo graduale ma crescente. Una moneta sicura, affidabile, che garantisce un trasferimento più veloce del Bitcoin.

Per questo numerose istituzioni bancarie le hanno dato credito: tra i nomi scelti spiccano partner autorevoli come Santander, Credit Agricole, Axix Bank, Unicredit e American Express.

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borsaLa scommessa del 2018

Il magazine cryptodaily.co.uk mostra come, anche questa criptovaluta, non sia esente da squilibri e andamenti altalenanti: nel 2017 Ripple ha registrato un aumento di prezzi che ha superato ben oltre il 7000 %, per poi scendere in picchiata come sì come era salito.

A parte questo scivolone, Ripple si presenta come una delle criptovalute più promettenti del 2018 e tra le più solide e proficue sulle quali investire. Nel mondo così vasto e spesso caotico delle monete digitali, Ripple si presenta come uno tra i sistema di pagamento globale più efficienti, offrendo rapidità e sicurezza nel trasferimento di fondi ovunque nel mondo.

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Cryptojacking: cos’è e come evitarlo https://www.business.it/cryptojacking-cose-e-come-evitarlo/ Fri, 23 Mar 2018 13:01:18 +0000 https://www.business.it/?p=21304 L’ultima minaccia alla sicurezza informatica è stata messa sotto i riflettori questo mese. Crypto-jacking, anche noto come mining drive-by, sta diventando più diffuso. È il processo tramite il quale hacker e siti web ospitano sezioni di codice che hanno la capacità di dirottare il potere del computer verso la criptovaluta di mining per i perpetratori. Mentre la maggior parte dei… Leggi tutto »Cryptojacking: cos’è e come evitarlo

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L’ultima minaccia alla sicurezza informatica è stata messa sotto i riflettori questo mese. Crypto-jacking, anche noto come mining drive-by, sta diventando più diffuso. È il processo tramite il quale hacker e siti web ospitano sezioni di codice che hanno la capacità di dirottare il potere del computer verso la criptovaluta di mining per i perpetratori.

Mentre la maggior parte dei negozi non accetta pagamenti in Bitcoin, le criptovalute hanno avuto una presenza costante nel mondo dei computer. Le criptovalute appaiono anche nelle notizie ogni tanto, di solito quando qualcuno fa grandi affari con la valuta o una banca chiude le sue porte ad essa. Uno sviluppo recente in criptovalute, tuttavia, ha sollevato una preoccupazione per tutti coloro che navigano su Internet – la crittografia.

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Che cos’è Cryptojacking?

Per chi ha sbirciato nel mondo delle criptovalute, saprà che le monete possono essere guadagnate attraverso la potenza di elaborazione. Ciò coinvolge persone di tutto il mondo che utilizzano i loro computer per elaborare automaticamente le transazioni presentate in modo computazionale e complesse. La prima persona a “risolvere” una transazione riceve monete come ricompensa. Questo è noto come “mining”. 

Poiché risolvere i rompicapi computazionali è la chiave per il mining, i minatori vorranno la massima potenza di elaborazione a loro disposizione possibile. In genere, questo comporta aggiornamenti hardware e l’acquisto di computer dedicati al mining (chiamati “impianti di perforazione mineraria”). C’è un modo più nefando di ottenere più potenza di calcolo, tuttavia: prendere in prestito i processori di altre persone a loro insaputa.

Cryptojacking è l’uso non autorizzato del computer di qualcun altro per estrarre la criptovaluta. Gli hacker fanno questo facendo sì che la vittima faccia clic su un link malevolo in una e-mail che carica un codice di crittografia sul computer o infettando un sito Web o un annuncio online con codice JavaScript che viene eseguito automaticamente una volta caricato nel browser della vittima. In entrambi i casi, il codice di cripto mining funziona in background poiché le vittime ignare usano normalmente i loro computer. L’unico segno che potrebbero notare è un rallentamento delle prestazioni o ritardi nell’esecuzione.

Come funziona?

Gli hacker hanno due modi principali per ottenere il computer di una vittima per estrarre segretamente le criptovalute. Uno è ingannare le vittime nel caricare il codice di crittografia sui loro computer. Questo avviene attraverso tattiche di phishing: le vittime ricevono un’e-mail dall’aspetto legittimo che li incoraggia a fare clic su un link. Il collegamento esegue il codice che posiziona lo script di crittografia sul computer. Lo script viene quindi eseguito in background mentre la vittima lavora.

L’altro metodo consiste nell’iniettare uno script su un sito Web o un annuncio consegnato a più siti Web. Una volta che le vittime visitano il sito Web o l’annuncio infetto si apre nei loro browser, lo script viene eseguito automaticamente. Nessun codice è memorizzato sui computer delle vittime. Indipendentemente dal metodo utilizzato, il codice esegue complessi problemi matematici sui computer delle vittime e invia i risultati a un server controllato dall’hacker.

I criminali informatici usano i gettonieri per rubare la potenza di elaborazione dei computer delle vittime e l’utilizzo della CPU nel cloud per estrarre le criptovalute. Ad esempio, i sistemi possono bloccarsi, i dati personali e il lavoro possono essere persi, è possibile creare lacune che altri hacker possono sfruttare, il che può avere un impatto negativo sulla sicurezza e sulla produttività individuali.

Le criptovalute vengono estratte applicando il potere del computer alla risoluzione di complessi enigmi matematici. Crypto-jacking cerca di trarre profitto sfruttando la potenza del computer dei PC di tutti i giorni collegati a Internet per il proprio guadagno. Maggiore è la potenza del computer e più alta è la possibilità per il cripto-jacker di raccogliere più criptovalute attraverso il mining.

Perché il cryptojacking è in aumento

Nessuno sa con certezza quanta criptovaluta viene estratta tramite il cryptojacking, ma non c’è dubbio che la pratica sia dilagante. Cryptojacking basato su browser è in rapida crescita. “L’estrazione criptata è agli inizi. C’è molto spazio per la crescita e l’evoluzione”, afferma Marc Laliberte, analista di minacce presso il fornitore di soluzioni di sicurezza di rete WatchGuard Technologies. Rileva che Coinhive è facile da implementare e ha generato 300 mila dollari nel suo primo mese. “Da allora è cresciuto un bel po’. È davvero denaro facile.”

La semplice ragione per cui il cryptojacking sta diventando più popolare con gli hacker è più denaro per meno rischi“Gli hacker vedono la crittografia come un’alternativa più economica e redditizia al ransomware”, afferma Alex Vaystikh, CTO e cofondatore di SecBI.

Il rischio di essere scoperti e identificati è anche molto meno che con il ransomware. Il codice di cripto mining viene eseguito in modo surrettizio e può passare inosservato per un lungo periodo di tempo. Una volta scoperto, è molto difficile risalire alla fonte, e le vittime hanno poco incentivo a farlo poiché nulla è stato rubato o criptato. Gli hacker tendono a preferire le criptovalute anonime come Monero e Zcash rispetto al Bitcoin più popolare perché è più difficile rintracciare l’attività illegale.

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Come evitarlo

Se il proprietario del sito utilizza questo metodo per generare entrate legittime, è necessario essere preavvisato dello script di data mining e autorizzato a disattivarlo, se lo si desidera. Per coloro che desiderano utilizzare il processore senza la propria autorizzazione, tuttavia, esistono alcuni modi per evitare un attacco di crittografia senza il proprio consenso, infatti, ci sono alcuni modi per evitare un attacco di crittografia.

Quando il PC è sotto assedio da un attacco di crittografia, inizierà a utilizzare le sue risorse per eseguire un’operazione di mining. In quanto tale, metterà a dura prova il proprio hardware. Questo segno rivela che è attualmente in corso un cryptojack. Per fortuna, dato che tutto sta avvenendo sul sito, è possibile semplicemente allontanarti per fermare l’attacco di cryptojacking.

Se notiamo che la CPU va in overdrive quando si visita un sito specifico, potrebbe essere dovuto a un attacco di crittografia. Sarà quindi possibile controllare l’utilizzo della CPU tramite il sistema operativo. Tuttavia, l’elevato utilizzo della CPU non significa sempre criptojacking. Se si sta usando un vecchio PC e si visita un sito con molti miglioramenti moderni, questo potrebbe causare un uso elevato da solo. Tuttavia, se si nota un’utilizzo massimo della CPU su un semplice articolo di testo, potrebbe essere un segnale di problemi.

Dato il modo in cui il cryptojacking funziona tramite uno script del sito Web, è possibile interrompere il problema non consentendo il caricamento. Un buon blogger o script blocker sarà in grado di captare lo script e impedirne il caricamento nel browser. Esistono anche plugin dedicati costruiti per fermare il mining del browser, come AntiMiner. Gli utenti non Chrome possono anche verificare Anti-WebMiner che bloccherà l’esecuzione del file javascript.

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Uber, la criptovaluta Eco ideata dal co-founder Garret Camp https://www.business.it/uber-criptovaluta-eco-camp/ Wed, 21 Mar 2018 11:15:03 +0000 https://www.business.it/?p=21126 Nel momento in cui scoppia lo scandalo della tragedia avvenuta a Tempe (Arizona), dove una donna è stata investita e uccisa da un veicolo a guida autonoma di Uber, la compagnia fa notizia anche in altri ambiti. Il co-fondatore Garrett Camp ha deciso di realizzare un sogno, tenuto nel cassetto per troppo tempo: creare un… Leggi tutto »Uber, la criptovaluta Eco ideata dal co-founder Garret Camp

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Nel momento in cui scoppia lo scandalo della tragedia avvenuta a Tempe (Arizona), dove una donna è stata investita e uccisa da un veicolo a guida autonoma di Uber, la compagnia fa notizia anche in altri ambiti.

Il co-fondatore Garrett Camp ha deciso di realizzare un sogno, tenuto nel cassetto per troppo tempo: creare un nuova criptovaluta, aperta a tutti e semplice da utilizzare.

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Eco, la nuova criptovaluta

Sulla rivista Fortune Camp ha raccontato che l’idea è arrivata dopo un viaggio nel continente africano. Rendendosi conto della povertà nella quale sono immerse numerose comunità autoctone, Camp ha deciso di donare parte del suo patrimonio per aiutare i più bisognosi. Come? Creando una moneta tutta nuova, Eco.

“Un anno fa circa ho comprato il mio primo Bitcoin e 10 Ethereum su Coinbase, la più importante piattaforma di exchange, ma resto deluso. Più ricerche facevo, più capivo che non c’era nessuna delle criptomonete in circolazione che rispondesse alle mie esigenze. Ho capito che c’era bisogno di un progetto nuovo che partisse da una prospettiva diversa, con la collaborazione cioè delle università, degli scienziati e centri di ricerca, un po’ come è successo con Internet nei suoi stadi iniziali di sviluppo.  Lo scopo di Eco è stato quello di risuscitare la promessa originale della cripotomoneta, quella di creare un mezzo di pagamento sicuro, senza limiti, veloce, e accessibile a tutti”.

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La Eco Foundation

Per realizzare il suo sogno, Camp ha fondato la Eco Foundation. La fondazione lavora fianco a fianco con Expa, l’acceleratore che Camp stesso gestisce e che metterà a disposizione 10 milioni di dollari. Il cofondatore di Uber ha inoltre detto che rilascerà 1 trilione di tokens in modo diverso: mentre il processo di mining conosciuto finora premia coloro che spendono di più a livello energetico, quello di Camp vuole invece predisporre i token ad una uguale distribuzione su tutta la Rete, iniziando a premiare gli utenti del network, le università, i tecnici, i partner strategici e la stessa Eco Foundation.
Ha infatti lanciato una call al fine di coinvolgere gli utenti interessati a partecipare:

“Se sei un esperto di tecnologia, sicurezza, economia, politica o design, e sei interessato ad aiutare Eco a diventare una moneta globale, scrivi una email a [email protected]”.

Lo scopo è quello di mettere in  piedi un vero e proprio ecosistema, capace di far utilizzare la nuova criptomoneta sugli e-commerce di tutto il mondo.

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Investire in criptovalute, quali sono i vantaggi https://www.business.it/investire-criptovalute-quali-vantaggi/ Mon, 19 Mar 2018 13:19:41 +0000 https://www.business.it/?p=21011 Investire in criptovalute è la moda del momento, ma quanto è davvero proficuo e sicuro il settore? Puntare sui Bitcoin per ottenere un guadagno sicuro rappresenta, come tutti gli investimenti, qualcosa di rischioso più che mai oggi, dove manca quella conoscenza più approfondita del mercato finanziario.  In primo luogo, chiunque decida di essere coinvolto nel mondo… Leggi tutto »Investire in criptovalute, quali sono i vantaggi

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Investire in criptovalute è la moda del momento, ma quanto è davvero proficuo e sicuro il settore?

Puntare sui Bitcoin per ottenere un guadagno sicuro rappresenta, come tutti gli investimenti, qualcosa di rischioso più che mai oggi, dove manca quella conoscenza più approfondita del mercato finanziario. 

In primo luogo, chiunque decida di essere coinvolto nel mondo delle criptovalute, deve tenere presente che può agire in tutta tranquillità, in quanto l’uso dei Bitcoin è legale in tutto il mondo.

I Bitcoin non sono l’unica moneta digitale di successo, ma è indubbiamente la più famosa.

Esistono però diverse criptovalute come Ethereum, Litecoin, Vechain e altre che rappresentano una degna alternative, tali da essere finalmente prese in degna considerazione.

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bitcoin-oro-digitaleDecentrate e sicure

Il mondo delle monete digitali è comunque giovane, quindi può attirare l’attenzione dei curiosi così come quella degli scettici.

Investire è giusto se si ha un adeguato profilo di rischio, ricordandosi numerosi vantaggi. Il primo tra questi è quello per cui una volta acquistati, nessuno può “prendere” i Bitcoin. Le banche centrali si riservano, in momenti di crisi, la capacità di riprendersi i depositi dei cittadini privati. Con le criptovalute questo non può succedere. In questo caso i Bitcoin sono una valuta decentrata, quindi del cliente al 100%, senza la possibilità di essere rubata, presa o trasferita. Le criptovalute sono come i contanti, ovvero funziona come una banconota data in mano ad altra persona: non esiste possibilità di richiedere resi oppure rimborsi, perché la proprietà cambia a seconda di chi la detiene.

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bitcoin-visa-mastercard-commissioniNon servono competenze informatiche

Un altro enorme vantaggio, che differenzia le criptovalute come i Bitcoin dalla moneta contante è il fatto che le prime non possono generare inflazione.

Le valute correnti, al contrario, sono spesso soggette a questo problema perché i governi possono decidere di stamparne quanta ne vogliono. Qui invece non ci sono problemi.

Inoltre le transazioni sono economiche, veloci e sicure in quanto, grazie alla tecnologia blockchain, nessuno può rubare la moneta digitale, che possono risultare anonime a seconda del bisogno, personali ed esclusive.

Infine molti credono, erroneamente, che per investire in Bitcoin o in qualsiasi altra criptovaluta, bisogna essere competenti in materia informatica: niente di più falso. I passaggi da effettuare sono semplici e intuitivi, basta possedere un portafoglio digitale.

Tutte le banche mondiali stanno rivedendo la propria opinione per includere le criptovalute nei loro movimenti economici e nonostante i rischi, le valute digitali si stanno affermando come l’affare del secolo.

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Bitminer Factory: l'intervista al co-founder Gabriele Stampa https://www.business.it/bitminer-factory-lintervista-gabriele-stampa/ Mon, 19 Mar 2018 09:30:19 +0000 https://www.business.it/?p=20930 La mining farm, le criptovalute, l’internet of things, le ICO e l’intelligenza artificiale: la nostra intervista a Gabriele Stampa, Cofounder di Bitminer Factory, prima mining farm industriale d’Italia, è tutta incentrata sul ruolo che l’innovazione tecnologica avrà nelle nostre vite nel prossimo futuro. Insieme al socio ed amico Gabriele Angeli, Stampa ha realizzato la prima… Leggi tutto »Bitminer Factory: l'intervista al co-founder Gabriele Stampa

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La mining farm, le criptovalute, l’internet of things, le ICO e l’intelligenza artificiale: la nostra intervista a Gabriele Stampa, Cofounder di Bitminer Factory, prima mining farm industriale d’Italia, è tutta incentrata sul ruolo che l’innovazione tecnologica avrà nelle nostre vite nel prossimo futuro.

Insieme al socio ed amico Gabriele Angeli, Stampa ha realizzato la prima fabbrica di Bitcoin nel nostro paese, precisamente a Calenzano (Firenze). Nata nel maggio 2017, con meno di un anno di attività alle spalle, la Bitminer Factory vanta un processo produttivo rivoluzionario. Il prossimo passo? L’espansione in Europa.

Com’è nata la Bitminer Factory?

Provengo dal mondo digitale e sono sempre stato appassionato di e-business. Gabriele Angeli ha invece un percorso più tradizionale, maturato attraverso una lunga esperienza nell’industria delle imprese Angeli.

Il web e le attività ad esso connesse si trasformano ogni giorno attraverso processi d’innovazione sempre più veloci. Per questo mi sono avvicinato ai Bitcoin e alla tecnologia Blockchain leggendo un paio di libri sull’argomento, curioso e desideroso di capire di più. Ho deciso quindi di salire sul treno che mi ha portato verso l’opportunità di fare mining, dapprima in modo molto sperimentale, poi in maniera sempre più professionale, fino a realizzare la fabbrica che ha preso il nome di Bitminer Factory. Le sfide sono state moltissime: dal trovare il posto adatto, a far funzionare la parte energetica occorrente alla nostra produzione, fino alla creazione di una vera e propria struttura contenente macchine che rappresentano la nostra miniera. Inizialmente era stata assemblata per uso privato, grazie ad un investimento contenuto. Poi abbiamo capito che potevamo muoverci su più larga scala e creare valore implementando il sistema a livello industriale. Il nostro progetto aveva dunque preso una piega innovativa e unendo la competenza industriale da cui proveniva Angeli con il mio approccio digitale abbiamo saputo creare un modello di business vincente, che ci ha permesso di proporre la condivisione della nostra struttura.

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Cosa proponete ai clienti?

Abbiamo la possibilità di assemblare e gestire le macchine, “supercomputer” insomma, per poter effettuare fin da subito il mining in modo ottimizzato. Le macchine restano qui da noi, così da fornire ai minatori energia, assistenza e manutenzione. Grazie a questo sistema siamo stati capaci di creare una community legata al mining industriale, alla quale oggi partecipano imprenditori, manager, industriali, staccandoci da un ambito che fino a poco tempo fa era esclusivo appannaggio di “nerd” ed appassionati di tecnologia, ma chiuso perloppiù in contesti domestici. La comunità industriale che si è formata è rivolta all’esterno, la sinergia che si è creata ha offerto condivisione e un valore aziendale enorme in termini di ricerca, know how e modello di business. C’era il rischio di dividerlo, invece lo abbiamo moltiplicato. La tecnologia blockchain a mio parere offre numerose opportunità e per coloro che desiderano entrare in un circuito necessitando di infrastrutture adeguate, saremo noi a fornirle garantendo una partecipazione azionaria a tutti i minatori.

Qual è il vostro obiettivo?

Creare valore, per espanderci anche in Europa. Vogliamo generare una partecipazione attiva visto che siamo gli unici non solo a livello italiano ma anche europeo. La fiducia dei nostri affiliati deriva tutta dal fatto che siamo supportati da grossi gruppi industriali. Sappiamo che in Italia il costo dell’energia è più alto rispetto ad altri paesi d’Europa, eppure la nostra fabbrica è in grado di creare valore, non solo criptovalute! La ricchezza del mining e delle nuove tecnologie sta nel fatto che queste ultime sono in continua evoluzione ed entro pochi anni verranno integrate in tutti in settori industriali rendendo l’infrastruttura che abbiamo imparato a gestire una componente necessaria di un paese leader nell’economia globale. La finanza è sempre più fintech, ne sono spia l’ingresso dei Futures su btc alla Borsa di Chicago. Ripeto quindi che il valore non sta nei Bitcoin, caratterizzati da grande volatilità attualmente, o nelle criptovalute in generale, ma nella professionalità maturata e condivisa con una comunità attiva e produttiva grazie alle iniziative industriali e all’impatto che la tecnologia avrà nella nostra vota quotidiana.

La mining company che ci apprestiamo a sviluppare è il progetto che sta trasformando un gruppo di utenti legati da piattaforme digitali in una vera e propria industria.

Henry Ford diceva che: “Un affare in cui si guadagna soltanto del denaro non è un affare”. É la contaminazione di ambiti che crea la vera ricchezza.

La nostra è un’industria 4.0 nella parte collaborativa e sperimentale, nel tipo di modello che si sta raggiungendo. E siamo riusciti a farlo proprio in Italia, che di solito pecca per investimenti in innovazione.

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Come vede il futuro di coabitazione con l’Intelligenza Artificiale?

Le persone hanno forse timore perché non la conoscono. A mio parere è la strada da percorrere in quanto la rivoluzione è già in atto. Ma il ruolo umano non sparirà mai bensì si adeguerà, nasceranno nuove figure professionali che prima non esistevano e occorrerà molta più assistenza alle macchine. Nella nostra factory avvengono circa 7-8 controlli di manutenzione, per ogni macchina, al giorno. L’Intelligenza Artificiale può cambiare le nostre vite e i nostri lavori migliorandoli, offrendo grande qualità e funzionalità.

Certo, servirà sicuramente un quadro normativo adatto, manca perfino nel nostro ambito! Infatti facciamo richiesta perché non sappiamo come muoverci. Abbiamo avuto un incontro pochi giorni fa a Montecitorio con l’onorevole Baldassarre, che si è dimostrato aperto al tema e propositivo in materia legislativa. É pur vero che il legislatore si trova a dover regolamentare qualcosa che cambia continuamente; servono dunque parametri adeguati e norme che ci diano longevità senza complicazioni.

Quale consiglio daresti ai giovani che desiderano trovare occupazione nel settore?

Consiglio loro di formarsi un curriculum il più adeguato possibile all’ambito dell’internet of things e della blockchain. Nella nostra farm, una formazione di questo tipo costa dai 35 ai 40mila euro. Il valore aggiunto sta nell’avere competenze e conoscenze, ma soprattutto nella voglia di acquisire sempre nuove informazioni. Costruirsi dunque un percorso di esperienza concreta oltre agli studi di settore può determinare l’ingresso assicurato in azienda proprio come la nostra Bitminer Factory.

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Fintech in Italia: Satispay, il successo degli startupper dei pagamenti da smartphone https://www.business.it/fintech-italia-satispay-pagamenti-smartphone/ Fri, 16 Mar 2018 18:30:40 +0000 https://www.business.it/?p=20917 Abbiamo già parlato di fintech, il mondo della tecnofinanza che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale, sia in quanto a valore sia a investimenti a startup del settore. Lo sanno bene gli startupper di Satispay, giovane realtà italiana di successo che offre un servizio di pagamento tramite smartphone, gratuito per gli utilizzatori finali… Leggi tutto »Fintech in Italia: Satispay, il successo degli startupper dei pagamenti da smartphone

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Abbiamo già parlato di fintech, il mondo della tecnofinanza che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale, sia in quanto a valore sia a investimenti a startup del settore. Lo sanno bene gli startupper di Satispay, giovane realtà italiana di successo che offre un servizio di pagamento tramite smartphone, gratuito per gli utilizzatori finali e molto competitivo per i negozi che lo accettano. Ma come funziona l’app Satispay e cosa c’è dietro un business model di grande successo?

Satispay: un’app per smartphone rivoluziona il modo di pagare degli italiani

La startup italiana Satispay nasce nel 2013 dall’idea di un team di giovanissimi. Dietro al successo dell’applicazione per pagamenti da smartphone ci sono infatti Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta: classe 1984 il primo e 1982 gli altri, tutti i membri del founder-team hanno già esperienza nel campo dell’informatica quando danno vita a Satispay.
Questo ambizioso progetto del mondo fintech altro non è che un nuovo network di pagamento indipendente, semplice e sicuro, utilizzabile attraverso un’applicazione mobile. Grazie alla propria autonomia da banche e circuiti di carte, Satispay abbatte le commissioni tipiche di questo mondo per diventare il primo strumento utilizzabile per i pagamenti di tutti i giorni. Dall’app è infatti possibile effettuare ricariche telefoniche, pagare presso i negozi convenzionati (fisici e online) e scambiare denaro con i propri amici.
fintech-italia-satispayPer gli utenti il servizio è completamente gratuito, non ci sono infatti costi di iscrizione, di invio o ricezione pagamenti. Per gli esercenti fisici e online aderenti al servizio non sono previsti costi di attivazione o canoni mensili ma soltanto una commissione fissa di 0,20 € per i pagamenti superiori a 10 €: tutti gli incassi inferiori a questa soglia non hanno alcuna commissione. Oltre a questi servizi, utili e altamente innovativi, Satispay – agganciandosi all’IBAN e non alla carta di credito – permette il riconoscimento dei clienti ma anche una personalizzazione dei servizi, come è stato per il cashback e come potrebbe essere, in futuro, per i prestiti.
In un Paese così affezionato al contante, insomma, Satispay sembra essere la carta vincente per rivoluzionare il metodo di pagamento degli italiani. Ad oggi, infatti, l’app conta ben 260mila utenti attivi, anche se l’obiettivo è raggiungere presto il milione.

Fintech: il business model di Satispay per gli esercenti

Come abbiamo visto, gli startupper di Satispay hanno reso semplicissimo per gli utenti finali l’utilizzo dell’app. Ma come funziona per gli esercenti? In realtà, l’utilizzo da parte del mondo “business” è analogo. Agli esercenti basta infatti solamente uno smartphone/tablet o computer su cui installare l’app Satispay Business per iniziare ad accettare i pagamenti.
fintech-italia-satispayOltre a questa possibilità, Satispay ha confermato il proprio ruolo di first mover integrandosi anche con i POS (Ingenico, Pax e Verifone) e i software di cassa (TCPos, NCR, Diebold – Nixdors, Olivetti), avviando così l’attivazione su decine di migliaia di esercizi, e offrendo tutte le soluzioni più adatte anche per grandi catene retail. Queste scelte rispondono perfettamente alla chiara strategia dell’azienda di sostenere la crescita del servizio trasformando qualsiasi strumento già presente nei negozi in un terminale per ricevere i pagamenti con Satispay. L’idea dei fondatori di Satispay – che hanno ottenuto oltre 26 milioni di euro di finanziamenti complessivi – è infatti raggiungere presto i 100mila esercenti convenzionati, per espandersi poi nel resto d’Europa.
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Google blocca le pubblicità sulle criptovalute https://www.business.it/google-blocca-pubblicita-criptovalute/ Fri, 16 Mar 2018 14:55:51 +0000 https://www.business.it/?p=20886 Guerra dichiarata alle criptovalute, non solo dai social network come Facebook. Adesso anche Google dice basta alle pubblicità inerenti al mondo delle monete digitali. La notizia è di pochi giorni fa e arriva tramite un annuncio ufficiale dell’azienda di Mountain View. Lo stop entrerà in vigore dal prossimo giugno. Non a caso Bitcoin & Co.… Leggi tutto »Google blocca le pubblicità sulle criptovalute

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Guerra dichiarata alle criptovalute, non solo dai social network come Facebook. Adesso anche Google dice basta alle pubblicità inerenti al mondo delle monete digitali. La notizia è di pochi giorni fa e arriva tramite un annuncio ufficiale dell’azienda di Mountain View. Lo stop entrerà in vigore dal prossimo giugno.

Non a caso Bitcoin & Co. hanno reagito negativamente alla notizia, registrando un crollo di valore sulle quotazioni in borsa. La decisione è stata presa con cognizione e fermezza, soprattutto dopo l’ultimo report sulla sicurezza delle inserzioni, le definite “bad ads”, che presentano annunci pericolosi o truffaldini. Già prima dei dati, gli inserzionisti lamentavano un numero spropositato di pubblicità sulle criptovalute, inoltre il report ha esplicitato che Google ha eliminato definitivamente oltre 3,2 miliardi di pubblicità lo scorso anno perché violava le sue regole.
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criptovalute-investire-2018Dalla nota ufficiale si legge che Google tiene a: “Migliorare l’esperienza pubblicitaria sul web rimuovendo annunci pericolosi e intrusivi continuerà a essere una nostra priorità”. Infatti per fare pubblicità è necessario “possedere una licenza rilasciata dalle autorità finanziarie dei Paesi cui la campagna si rivolge.

Anche Scott Spencer, direttore per le divisioni Product Management e Sustainable Ads di Google ci ha tenuto a precisare che. “Non abbiamo la sfera di cristallo nel sapere dove il futuro sta andando con le criptovalute, ma abbiamo visto danni a sufficienza per i consumatori o danni potenziali per i consumatori”.

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Le criptovalute saranno un affare per molti, ma il mondo sociale e il web continuano a guardarle con sospetto. Non sono pochi coloro che al contrario si aspettano lo scoppio di una bolla imminente, additando le monete digitali come estremamente volatili e vulnerabili.

Dopo Facebook, che aveva già applicato le restrizioni sulla pubblicità di criptovalute lo scorso gennaio, è adesso il turno di Google sul quale saranno vietati tutti gli annunci inerenti ad ICO, le piattaforme exchange e quelle che si occupano di consulenza per vendere e comprare monete digitali. Il rischio si trovava infatti in moltissime offerte considerate ingannevoli, che promettevano guadagni stellari grazie ad investimenti in criptovalute.

Ma le monete digitali non sono le sole ad essere state prese di mira dal divieto: tutti i prodotti ad alto rischio pubblicità come le opzioni binarie.

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App Mac, l'errore di Calendar 2 su mining di criptovaluta https://www.business.it/app-mac-lerrore-calendar-2-mining-criptovaluta/ Thu, 15 Mar 2018 08:00:24 +0000 https://www.business.it/?p=20716 E’ stato rivelato che un programma disponibile nel Mac App Store stava estraendo criptovalute sui computer degli utenti. Un’app macOS denominata Calendar 2  apparentemente aggiungeva mining di criptovaluta come alternativa al pagamento di funzionalità premium. Al momento, gli sviluppatori dell’app, Qbix, avevano deciso di ritirarlo – dal suo sviluppatore Qbix o dalla gente di Cupertino – il… Leggi tutto »App Mac, l'errore di Calendar 2 su mining di criptovaluta

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E’ stato rivelato che un programma disponibile nel Mac App Store stava estraendo criptovalute sui computer degli utenti. Un’app macOS denominata Calendar 2  apparentemente aggiungeva mining di criptovaluta come alternativa al pagamento di funzionalità premium. Al momento, gli sviluppatori dell’app, Qbix, avevano deciso di ritirarlo – dal suo sviluppatore Qbix o dalla gente di Cupertino – il 12 marzo.

Calendar 2, una sostituzione di terze parti per il calendario dell’applicazione gratuita di Apple, è scomparso da App Store dopo l’aggiunta di un’opzione che consente agli utenti di estrarre la criptovaluta per sbloccare funzionalità avanzate. Seguendo i reclami degli utenti, lo sviluppatore Obix ha dichiarato che rimuoverà l’opzione di data mining dalle “future versioni dell’app”, mantenendo inizialmente Calendar 2 nello Store. Tuttavia, l’app è scomparsa da allora, lasciando non chiaro se la funzione di data mining abbia violato i termini dell’App Store.

Il sito di sicurezza Mac Objective-See ha approfondito la questione dopo essere stato derubato da Dan Goodin di Ars Technica, sottolineando che l’app stava scavando Monero – una criptovaluta amata dal lato più sdegnoso di internet per il suo relativo anonimato. Calendar 2 è commercializzato come un’alternativa più ricca di funzionalità al software di calendario integrato di Apple. La scorsa settimana l’app è stata aggiornata per includere il codice che generava monete per la criptovaluta Monero.

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Estrazione senza autorizzazione

Greg Magarshak, CEO di Qbix, ha spiegato in una dichiarazione a 9to5Mac che poco dopo la rottura della storia di ieri, Apple ha rimosso Calendar 2 dall’App Store per aver violato la linea guida 2.4.2, che afferma che le app dovrebbero essere progettate per essere efficienti dal punto di vista energetico.

In seguito alla rimozione dell’app da App Store, Magarshak afferma che Apple ha lavorato con lui per rimettere l’ app sul negozio con tutte le funzionalità di mining rimosse. Inoltre, Qbix offre a tutti gli utenti dell’app, nuovi e vecchi, un anno gratis di funzionalità premium.

Inoltre, Magarshak afferma che Qbix è stata in grado di guadagnare circa $ 2.000 del valore della criptovaluta Monero durante i tre giorni in cui l’attività mineraria era attiva nell’applicazione. Per fare un paragone, Qbix ha guadagnato circa 700.000 $ dalle sue app negli ultimi 7 anni: “Tuttavia abbiamo generato circa $ 2K (prezzi correnti) dall’attività mineraria avvenuta nel periodo di 3 giorni in cui è stato pubblicato e intendiamo utilizzare tali proventi per migliorare le funzionalità per i nostri utenti che andranno avanti”, ha detto Magarshak a 9to5Mac.

Per quanto riguarda il futuro, Magarshak dice di essere preoccupato per il “crescente utilizzo di energia globale della crittografia basata su Proof of Work”. Così, lui e molti altri hanno fondato una società spin-off, Intercoin Inc, che sperano risolverà alcuni dei problemi con criptovaluta.

La versione aggiornata di Calendar 2

Le cripto-valute funzionano sfruttando molti computer per verificare le transazioni e produrre o “estrarre” nuove monete. La versione aggiornata di Calendar 2 ha iniziato a generare reclami da parte di persone che hanno dichiarato che l’opzione di disattivazione non ha funzionato e che il codice di estrazione ha assorbito così tanta potenza di elaborazione del computer che altre applicazioni hanno rallentato. Magarshak ha deciso che la prossima versione rimuoverà l’opzione per ottenere funzionalità gratuite tramite mining. Questo è per tre motivi:

1) “La società che ci ha fornito la libreria minatore non ha rivelato il suo codice sorgente, e ci sarebbe voluto troppo tempo per loro per risolvere la causa principale del problema della CPU”.

2) “Il rollout ha avuto una tempesta di bug che ha fatto sembrare che la nostra compagnia volesse estrarre la cripto-valuta senza il permesso delle persone, e questo va contro la nostra intera filosofia e visione di Qbix”.

3) “La mia personale sensazione che la Prova di Lavoro abbia una serie pericolosa di incentivi che possono portare a sprechi di elettricità su scala globale che non abbiamo mai visto prima. Non vogliamo essere risucchiati da questa serie di incentivi e, auspicabilmente, la nostra decisione di rimuovere definitivamente il minatore costituirà una sorta di precedente anche per altre app”.

“In definitiva, anche se tecnicamente avremmo potuto rimediare alla situazione e continuare a beneficiare del reddito piuttosto ampio che un tale minatore genera, abbiamo preso tutto questo come un segnale che dovremmo uscire dal “business minerario” prima di essere risucchiati nella Prova di lavoro morass di incentivi”.

È importante sottolineare che l’estrazione di criptovalute non è limitata all’ecosistema Apple. Dal 2014 nel Google Play Store sono state aggiunte estensione di Chrome e varie app . Poiché la criptovaluta continua a prendere il sopravvento sullo zeitgeist internazionale, ha senso che anche i modi illeciti di generarlo siano diffusi. I dispositivi di Apple e persino le app nel suo App Store, sembrerebbe, non sono un’eccezione speciale.
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apple-mining-criptovalutaCampo minato minerario

Certamente questo episodio evidenzia i potenziali pericoli insiti nella gestione di un tale schema di mining di criptovaluta per sbloccare le funzionalità avanzate di un’applicazione, in particolare la possibilità che l’estrazione avvenga senza il consenso o la conoscenza dell’utente.
L’altro potenziale insetto qui è il fatto che il minatore stava afferrando più dell’uso previsto del processore e la sorveglianza potrebbe essere una questione delicata. Detto questo, se vengono caricate erroneamente molte risorse della CPU, l’impatto sulle prestazioni del Mac diventerà evidentemente evidente. Infatti, sicuramente Apple sarà preoccupata se questo tipo di metodo di pagamento delle attività minerarie rischia di apparire come se i computer sembrassero funzionare in modo lento.
Ciononostante, ci saranno senza dubbio delle attrazioni per alcuni in quello che è certamente un modo innovativo per ottenere funzionalità premium per quello che sembra un esborso molto piccolo, ma dobbiamo tenere presente che si tratta di un esborso continuo (e il maggiore livello di utilizzo della CPU sarà attingere più energia che si rifletterà sulla bolletta della luce). Dovremo solo vedere cosa accadrà in futuro con Calendar 2, e più in generale, se Apple prenderà una posizione contro questo tipo di schema nei suoi termini per gli sviluppatori che sperano di ottenere i loro prodotti su App Store.
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Binance: taglia sugli hacker da 250k dollari https://www.business.it/binance-taglia-sugli-hacker-250k-dollari/ Tue, 13 Mar 2018 10:47:53 +0000 https://www.business.it/?p=20581 Il 7 marzo, il secondo più grande crypto exchange al mondo, Binance, ha affrontato un tentativo di hacking su larga scala. L’attacco in questione alla fine, per fortuna, si è rivelato fallimentare. Certo, soluzioni come exchange decentralizzati sono in arrivo, ma questo non significa che non è giusto né possibile prendere provvedimenti già adesso. Non… Leggi tutto »Binance: taglia sugli hacker da 250k dollari

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Il 7 marzo, il secondo più grande crypto exchange al mondo, Binance, ha affrontato un tentativo di hacking su larga scala. L’attacco in questione alla fine, per fortuna, si è rivelato fallimentare.

Certo, soluzioni come exchange decentralizzati sono in arrivo, ma questo non significa che non è giusto né possibile prendere provvedimenti già adesso. Non è giusto non reagire nemmeno nei casi in cui i blackhat hacker si mostrano stranamente gentili in un modo che decisamente confonde.  Lo scorso 7 Marzo Binance ha subito un tentativo di hack e ha offerto una taglia di 250.000$ a chiunque fornisca informazioni in grado di portare all’arresto degli hacker responsabili.

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La battaglia di Binance

Binance ha dimostrato ancora una volta il suo voler cambiare le regole del gioco in questo mondo delle criptovalute. Infatti oltre alla taglia di 250.000 dollari (in realtà pagheranno l’equivalente in Binance Coin) ha deciso di stanziare ben 10 milioni di $ per taglie future contro i vari tentativi di hack. Ha inoltre contattato altre aziende che gravitano intorno a questo mondo per far sì che si uniscano alla loro battaglia e per rendere più sicuro il mondo degli exchanges ed in generale delle criptovalute.

Pertanto offrono una ricompensa di 250mila dollari a chiunque fornisca informazioni che possano portare all’arresto degli hacker coinvolti in quel tentativo. Con le seguenti modalità: 

  1. La prima persona che fornirà informazioni sostanziali o prove che portino all’arresto degli hacker, in qualsiasi giurisdizione, riceverà l’equivalente 250mila dollari in Binance Coin (la valuta interna di Binance). Il tasso di cambio sarà calcolato al momento del trasferimento.
  2. Si prega di fornire informazioni dettagliate a [email protected] e alle proprie forze dell’ordine locali.
  3. Se le leggi locali lo consentono, è possibile rimanere anonimi.
  4. Se verranno utilizzate più fonti per arrivare agli arresti la taglia sarà divisa tra di esse. Binance si riserva tutti i diritti per suddividere l’importo della taglia, esclusivamente a propria discrezione.

I conti, account cliente, erano stati compromessi in un dato momento tra gennaio e la data dell’attacco. Gli hacker hanno raccolto le informazioni in silenzio e hanno atteso il momento ideale prima di fare la loro mossa. Questo suggerisce un’operazione organizzata e professionale. I ladri potrebbero non essere stati in grado di farla franca, ma l’effetto dell’evento sul mercato è stato drastico. Binance gestisce oltre 2 trilioni di dollari in criptovaluta trading su base giornaliera.

Binance precisa inoltre che se verranno utilizzate più fonti per l’arresto la taglia sarà distribuita. Il problema è stato risolto, ma chissà quanti altri strumenti di terze parti che usano le API di Binance potrebbero essere compromessi in futuro. Per questo il celebre exchange ha deciso di mettere una “taglia” sugli hacker!

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hacker-binanceIl premio verrà pagato in Binance Coin, il token nativo dello scambio.

È interessante notare che Binance aggiunge che ha messo da parte $ 10 milioni come ricompensa in caso di futuri hack. Questo può essere visto come un atteggiamento pessimistico o pragmatico, a seconda del punto di vista, ma ciò che è chiaro è che è un tentativo da parte dello scambio di dare un avvertimento agli hacker, e qualche rassicurazione ai suoi scossi clienti .

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Coinbase e l'Index Fund che comprenderà quattro criptovalute sul Gdax https://www.business.it/coinbase-lindex-fund-comprendera-quattro-criptovalute-sul-gdax/ Mon, 12 Mar 2018 07:30:55 +0000 https://www.business.it/?p=20265 Investire sulle criptovalute non è mai stato tanto facile grazie alla piattaforma Coinbase. Sta riscontrando sempre più successo nel mondo e, recentemente, ha ufficializzato il lancio di un fondo, l’Index Fund, che comprenderà le quattro criptovalute trattate sul Gdax, la piattaforma di trading di Coinbase. Il fondo sarà così composto: 62% di Bitcoin, 27% di… Leggi tutto »Coinbase e l'Index Fund che comprenderà quattro criptovalute sul Gdax

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Investire sulle criptovalute non è mai stato tanto facile grazie alla piattaforma Coinbase.

Sta riscontrando sempre più successo nel mondo e, recentemente, ha ufficializzato il lancio di un fondo, l’Index Fund, che comprenderà le quattro criptovalute trattate sul Gdax, la piattaforma di trading di Coinbase.

Il fondo sarà così composto: 62% di Bitcoin, 27% di Ethereum, il 7% di Bitcoin Cash e 4% di Litecoin. La quota minima? 10mila dollari ( e prevede una una commissione di gestione, all’anno, che si aggira intorno del 2%). La novità dell’Index Fund Coinbase ripsetto ai fondi tradizionali è l’eliminazione di commissioni di performance. 

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Bitcoin-Mining-bitmainCome si accede a Coinbase

Ma cos’è Coinbase e come funziona?

Oggi le monete digitali vengono considerate un investimento importante, ecco perché alcune banche di investimento le hanno inserite nei loro asset.

Accumulare criptovalute oppure fare trading, ad esempio con i Bitcoin equivale ad un importante modalità di fare affari attraverso l’e-business. Certo, a volte può essere rischioso, perché la volatilità è molto più alta di numerose forme di investimento. Come essere sicuri? Acquistando criptovalute tramite l’acquisto per ricevere denaro e convertirlo in moneta virtuale.

Per effettuare l’accesso a Coinbase basta registrarsi in maniera semplice, ovvero dopo aver cliccato sul sito ufficiale è necessario inserire l’indirizzo email e successivamente tutte le informazioni di base (Nome e Cognome, password, numero di cellulare per verificare il conto reale). Una volta terminata la registrazione si passa all’invio di un documento di identità per una verifica, oppure il passaporto. 

Completati i passaggi su Coinbase, potremmo finalmente effettuare tutte le operazioni che desideriamo: comprare e vendere BitCoin tramite il nostro conto COINBASE, Ricevere Bitcoin direttamente sul nostro Wallet Coinbase, Convertire BitCoin in euro o dollari e Fare trading.
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bitcoin-blockchain-criptovaluteIl successo di Index Fund Coinbase

Il fondo index di Coinbase ha avuto un ritorno del 4900 per centro dal 2015. L’investimento delle quattro criptovalute trattate sul Gdax è per ora riservato solo agli Stati Uniti, ma Coinbase ha già espresso la volontà di allargare questa opportunità in altri paesi. La piattaforma ha infatti lo scopo di diversificare la propria offerta per ampliare le possibilità di investimento sulle criptovalute. A questo proposito ha già ufficializzato il fatto che non si fermerà alle valute quotate su Gdax.

L’Index Fund Coinbase non è certo il primo fondo passivo sulle criptovalute. Ce ne saranno altri, ma intanto resta quella con una resa più elevata.

miliardari coi bitcoin 2

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Criptovalute 2018: Mark Carney prevede il fallimento https://www.business.it/criptovalute-2018-mark-carney-fallimento-moneta-digitale/ Fri, 09 Mar 2018 09:00:44 +0000 https://www.business.it/?p=20052 L’aveva dichiarato il presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi, sottolineando il proprio scetticismo verso le criptovalute: “Si tratta di un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione. Le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza, e anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso… Leggi tutto »Criptovalute 2018: Mark Carney prevede il fallimento

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L’aveva dichiarato il presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi, sottolineando il proprio scetticismo verso le criptovalute:

“Si tratta di un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione. Le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza, e anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo del 2%, non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte”, per poi aprire uno spiraglio affermando che: “I recenti sviluppi, come ad esempio i futures americani su Bitcoin, potrebbero portare le banche europee anche a detenere posizioni in Bitcoin, e quindi certamente osserveremo cosa accadrà”.

Il pensiero di Draghi sulle monete digitali e sui Bitcoin è ormai noto. Dello stesso avviso è  Mark Carney, Governatore della Bank of England che sull’ambito del senato virtuale ha voluto dire la sua e non si è certo risparmiato:

“Un cammino più adeguato dovrebbe prevedere la regolamentazione degli elementi di quell’ecosistema digitale che combattono le attività illegali, promuovono l’integrità del mercato e proteggono la sicurezza e la solidità del sistema finanziario”.

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nuove-criptovalute-2018Anarchia delle critpovalute

Ha inoltre definito “anarchico” il settore delle criptovalute, puntando il dito sulla deregolamentazione che le caratterizza e per la quale occorrerebbe invece far qualcosa di concreto. Infatti Carney evidenzia un netto sfavoritismo nei confronti del sistema tradizionale, soggetti a maggiori standard, controlli e restrizioni rispetto a quello delle criptovalute.

Il direttore della Bank of England tiene poi a sottolineare la volatilità delle monete digitali, come i Bitcoin specchio di una una mancanza di appoggio reale, oltre al valore intrinseco degli asset.

Infatti secondo Carney la volatilità media che è stata stimata prendono in considerazione le 10 criptovalute più diffuse è sbalorditiva: il risultato la ha data 25 più di quella del mercato azionario degli Stati Uniti nel 2017.

Far parte del sistema finanziario non comporta solo grandi vantaggi: Carney ha sottolineato che si tratta soprattutto di adempiere a doveri e assumersi molte responsabilità. Per questo una regolamentazione sarebbe non solo opportuna ed efficace, ma più che doverosa.

Carney non è però solo negativo sulla questione. Come Draghi ha aperto uno spiraglio verso la possibilità concreta di inserire le monete digitali purché l’intero sistema venga regolamentarizzato, anche Carney commenta:

“Per molte ragioni i cripto-asset nei vostri portafogli difficilmente saranno il denaro del futuro ma ciò non vorrà dire respingerli. La loro tecnologia sta già avendo un impatto. La regolamentazione potrebbe potenzialmente catalizzare innovazioni che serviranno più efficacemente il pubblico”. Queste parole supportano le potenzialità della tecnologia blockchain e i numerosi benefici che può portare nel settore della new technology. Ma questo è quanto è basta, non c’è altro in quanto il fallimento delle monete digitali sta tutto nell’aver fallito la configurazione in denaro reale. É un dato di fatto secondo Carney, per questo la Bank of England, così come altre nazioni, hanno messo da parte (almeno per il momento) l’emissione concreta di una criptovaluta.

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Mining di criptovalute: Gondo, la miniera delle criptomonete https://www.business.it/miningi-criptovalute-gondo-miniera-criptomonete/ Tue, 06 Mar 2018 07:30:19 +0000 https://www.business.it/?p=19940 La società Alpine Mining ha scelto Gondo, un piccolo paesino che si trova sul confine tra Svizzera e Italia, per aprire una “miniera” di criptovalute. È stata la straordinaria crescita delle valute digitali a convincere un team di giovani ricercatori elvetici, appassionati della tecnologia resa famosa dalla criptovaluta Bitcoin, ad aprire in questo anonimo villaggio la… Leggi tutto »Mining di criptovalute: Gondo, la miniera delle criptomonete

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La società Alpine Mining ha scelto Gondo, un piccolo paesino che si trova sul confine tra Svizzera e Italia, per aprire una “miniera” di criptovalute. È stata la straordinaria crescita delle valute digitali a convincere un team di giovani ricercatori elvetici, appassionati della tecnologia resa famosa dalla criptovaluta Bitcoin, ad aprire in questo anonimo villaggio la propria sede di sviluppo di una tecnologia così all’avanguardia necessaria per produrre le nuove monete virtuali.

Oggi possiamo contare più di 1000 criptomonete differenti in circolazione e il loro numero tende al rialzo. Anche se molte di esse hanno probabilmente vita breve, questi appassionati sono convinti che alcune potranno vincere questa nuova battaglia finanziaria e rivoluzionare il mondo dell’economia mondiale.

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Non più oro scavato nella roccia, ma elaborando algoritmi

Oggi Gondo sembra aver ritrovato un nuovo filone d’oro, che non si trova scavando nella roccia, bensì in uno spazio virtuale, quello della Rete, attraverso il calcolo di sofisticati algoritmi elettronici elaborati da potenti computer. Da qualche mese, nel paesino svizzero si è stabilita la società Alpine Mining, fondata circa tre anni fa da Ludovic Thomas e Christophe Lillo, due svizzeri 26enni del comune di Saxon, nel Cantone Vallese, il cui business si basa sulle operazioni di “mining” di criptovalute come Bitcoin ed Ethereum. Il denaro virtuale viene “estratto” nei locali dell’azienda, dove schede grafiche di ultima generazione in batteria compiono i calcoli necessari a creare i “blocchi” di dati che sono alla base delle monete elettroniche. 

Inizialmente, la sede della società era in un garage di biciclette della cittadina d’origine dei due giovani, ma il rumore dei loro macchinari disturbava il vicinato, con alcune persone che addirittura arrivarono a lanciare pomodori contro la porta della “miniera”. Di qui la decisione di trasferirsi nella ben più isolata e tranquilla Gondo, fondando con un capitale sociale di 100mila franchi (circa 90mila euro) la Alpine Mining: “Abbiamo iniziato con 20mila franchi – hanno spiegato i due ragazzi al quotidiano “Il Sole 24 Ore” – e abbiamo reinvestito i guadagni, pari a circa un milione di franchi, nella società. Quest’anno ci aspettiamo di rientrare dell’investimento con il fatturato”.

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gondo-mining-bitcoinGondo, piccola frazione svizzera

Gondo, piccola frazione svizzera di meno di cento abitanti, si trova nel distretto di Briga, incuneata nella valle di Zwischbergen, lungo la strada del Sempione al confine con l’Italia. Alcuni cunicoli scoperti nelle montagne circostanti, testimoniano che già in epoca romana in quell’area si scavava alla ricerca di metalli preziosi. Gondo sarebbe diventato il luogo adatto a sviluppare una tecnologia all’avanguardia, come quella necessaria per produrre valute digitali. La società Alpine Mining ha deciso di scegliere proprio questa località isolata per istallarvi una miniera di criptovalute.  Negli ultimi tempi, lo spettacolare aumento del valore dei Bitcoin ha spinto molte persone in tutto il mondo a lanciarsi nella corsa all’apparente ricchezza delle criptovalute

Un tempo a Gondo si cercava l’oro. Oggi nel villaggio di montagna isolato, che conta una quarantina di abitanti, vi è chi cerca di estrarre una nuova ricchezza, le criptovalute. Lo scrive il sito svizzero “Swissinfo.ch” che titola “Criptovalute, la nuova febbre dell’oro nel villaggio vallesano’’. Gondo si ricorda bene quando molti anni fa era la febbre dell’oro a spingere uomini e ragazzi a tentare la fortuna sperando in un futuro più prospero. Oggi la storia si ripete ma al posto delle concrete pepite sono gli algoritmi e la tecnologia a dare speranza per il futuro fra le montagne.

Occhi puntati dunque sul piccolo paese al confine con l’Italia, dove molti ossolani si recano regolarmente a far benzina o a fare la spesa. La cosiddetta “miniera” si colloca in un locale pieno di luci ad intermittenza, server rumorosi e cavi sparsi ovunque. Il team di ricercatori è composto da 9 specialisti con background diversi la cui esperienza e conoscenza combinata includono aree quali la sicurezza informatica e l’amministrazione IT, oltre a gestione, logistica e comunicazione. Beneficiano di accordi per un prezzo favorevole dell’elettricità da fornitori di energia locali. Questo vantaggio competitivo gli consente di garantire la longevità dell’attività.

A Gondo l’energia elettrica ha il prezzo più basso di tutta la Svizzera

La scelta dei due imprenditori di trasferirsi a Gondo non è stata, però, legata unicamente al fatto che il paesino sia tranquillo, ma anche da ragioni economiche. Il costo principale delle miniere di criptovalute, infatti, è dato dall’impiego di energia elettrica: “Gondo è il luogo dove l’energia elettrica ha il prezzo più basso di tutta la Svizzera – hanno rivelato i due giovani imprenditori – circa otto centesimi di franco al chilowattora”.

Sull’onda dell’iniziativa dei due giovani, altre società del settore delle criptovalute hanno fatto richiesta di potersi insediare a Gondo, come ha dichiarato il sindaco del paese: “Abbiamo cercato di portare qui delle imprese per anni, senza successo, e adesso abbiamo la fila”.

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Blockchain: diventare esperto della tecnologia https://www.business.it/blockchain-diventare-esperto-tecnologia/ Sun, 04 Mar 2018 08:00:19 +0000 https://www.business.it/?p=19829 Blockchain è diventata l’ultima tecnologia interessante, praticamente tutti ne parlano. Blockchain viene propagandato come l’invenzione più dirompente del momento. Tecnologia che fin da subito ha colpito gli esperti per la semplicità di design, ma soprattutto per come ridefinisce la sicurezza dei dati immessi in rete. Si è parlato a lungo dei suoi usi potenziali, ma solo ultimamente… Leggi tutto »Blockchain: diventare esperto della tecnologia

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Blockchain è diventata l’ultima tecnologia interessante, praticamente tutti ne parlano. Blockchain viene propagandato come l’invenzione più dirompente del momento. Tecnologia che fin da subito ha colpito gli esperti per la semplicità di design, ma soprattutto per come ridefinisce la sicurezza dei dati immessi in rete. Si è parlato a lungo dei suoi usi potenziali, ma solo ultimamente si stanno compiendo veri sforzi per integrarla con la vita reale – e online – delle persone. La Blockchain è ormai considerata una tecnologia versatile. Il potenziale sembra infatti essere simile e sta attirando progetti innovativi da ogni parte del mondo. 

Secondo molti esperti, Blockchain potrebbe portare a nuovi livelli di affidabilità per quanto riguarda le identità in rete, non solo le semplici transazioni finanziarie. L’idea che possa diventare una vera e propria piattaforma transazionale fra persone non è nuova, ma solo di recente si sta estendendo oltre la dimensione delle criptovalute. Già due anni fa, la spesa per ricerca e innovazione sulla tecnologia aveva superato il miliardo di dollari.

Vale la pena imparare le basi su ciò che è e come funziona? RMIT è la prima università australiana ad offrire un corso blockchain dedicato online, Developing Blockchain Strategy, ed è un ottimo punto di partenza per espandere il proprio set di conoscenze. Il corso di otto settimane offre agli studenti le competenze necessarie per applicare blockchain a una forza lavoro del 21° secolo, indipendentemente dalla loro esperienza o settore. 

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esperto-blokchain-tecnologiaNozioni base sulla blockchain

Uno dei più grandi malintesi su blockchain è che è sinonimo di criptovaluta. La verità è che blockchain è più una base per la crittografia – è la tecnologia che sostiene Bitcoin e altre transazioni di criptovaluta, un po’ come un libro mastro digitale – e ha implicazioni ad ampio raggio per una varietà di pratiche commerciali moderne. “Blockchain tende a essere considerato un termine generico, riferendosi a tutto, da Bitcoin a Dogecoin”, spiega Alan Tsen, direttore generale di Stone & Chalk , un centro indipendente di fintech e una delle organizzazioni che affiancano Accenture e il Blockchain Innovation Hub, hanno collaborato con RMIT al corso. Forse il modo migliore di pensare alla blockchain è come una tecnologia “general purpose” – un po ‘come un database di back-end. 

È utile anche per più di semplici transazioni monetarie: può essere utilizzato per tracciare e supportare una varietà di flussi di dati sensibili, come record di identità o accordi contrattuali. Inevitabilmente pervade industrie come il governo, la legge, l’energia e l’assistenza sanitaria, oltre all’ovvio (finanziario e bancario). In un futuro non troppo lontano, la blockchain sarà probabilmente un elemento comune dei contratti intelligenti, delle transazioni quotidiane al dettaglio, persino del modo in cui votiamo. 

Il principale vantaggio della tecnologia è che è altamente trasparente (ogni transazione condotta tramite blockchain è aperta al pubblico), praticamente incorruttibile (a causa della sua natura distribuita) ed estremamente versatile. Detto questo, forse il secondo più grande mito sulla blockchain è che distruggerà irreversibilmente ogni settore. “La maggior parte (delle persone) parla di blockchain come se fosse una tecnologia magica in grado di trasformare qualsiasi modello di business che tocca”, afferma Tsen. “Sebbene sia una tecnologia estremamente stimolante, deve essere capita per quello che è: una struttura di database che ha alcune caratteristiche davvero utili che ben si adattano a una serie di problemi del settore.”

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esperto-blokchain-tecnologiaPerché diventare un’autorità blockchain

Uno sviluppatore blockchain sa come sviluppare contratti intelligenti integrati e distribuirli sui server. È inoltre in grado di creare applicazioni basate sulle numerose tecnologie blockchain per tutti i tipi di aziende. La tecnologia blockchain – originariamente concepita come tecnologia per sviluppare il Bitcoin – ha creato un nuovo tipo di Internet, consentendo alle informazioni digitali di essere distribuite ma non copiate.

Quest’anno, è probabile che blockchain si evolverà rapidamente. In quanto lo sviluppo blockchain è già la seconda più alta abilità nel mercato del lavoro. Blockchain diventerà presto parte integrante di molti – e forse alcuni sorprendenti – modelli di business. C’è forse la possibilità che blockchain un giorno possa far parte dell’organizzazione dei processi quotidiani.

Quindi, essere una delle prime persone nella propria azienda a cogliere veramente la tecnologia può fornire un vantaggio alla scala aziendale oltre che personale. Più in generale, l’abilità di brainstorming su come una tecnologia emergente di questa scala avrà un impatto sull’ azienda è estremamente vantaggiosa per il proprio set di capacità di pensiero critico e può essere applicata ad altri concetti dirompenti come l’intelligenza artificiale / apprendimento automatico, l’internet of things , e realtà virtuale / realtà aumentata.

Oltre a tenersi aggiornati sugli ultimi sviluppi della blockchain tramite blog, newsletter, podcast, investire il proprio tempo in un corso completo aiuterà veramente a padroneggiare questa entusiasmante nuova piattaforma ed essere sempre aggiornato sull’argomento all’interno della propria organizzazione.

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Bitcoin nuovo oro digitale, una lunga strada davanti https://www.business.it/bitcoin-nuovo-oro-digitale-lunga-strada-davanti/ Fri, 02 Mar 2018 08:30:14 +0000 https://www.business.it/?p=19737 Il Bitcoin potrebbe essere l’erede dell’oro: un erede scalpitante, al punto che avrebbe già cominciato a fare concorrenza al lingotto, come bene rifugio e come riserva di valore. Infatti in molti considerano il Bitcoin come un’alternativa seria al trading con l’oro. Il ruolo di Bitcoin come nuovo oro un rifugio sicuro per gli investitori, continua a valere il merito.… Leggi tutto »Bitcoin nuovo oro digitale, una lunga strada davanti

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Il Bitcoin potrebbe essere l’erede dell’oro:un erede scalpitante, al punto che avrebbe già cominciato a fare concorrenza al lingotto, come bene rifugio e come riserva di valore. Infatti in molti considerano il Bitcoin come un’alternativa seria al trading con l’oro. Il ruolo di Bitcoin come nuovo oro un rifugio sicuro per gli investitori, continua a valere il merito. Una correlazione è emersa tra i prezzi dell’oro e della criptovaluta alla fine dello scorso anno, quando gli investitori hanno iniziato a scambiare oro per bitcoin. Gli analisti si aspettano che la tendenza continui, nonostante il recente calo del prezzo del bitcoin. 

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Il capitale del metallo prezioso si dirige verso il bitcoin

Gli analisti di Thomson Reuters, nella loro Gold Survey del 2017 rilasciata a gennaio, hanno notato che i crescenti prezzi di criptovaluta a dicembre hanno deviato notevoli quantità di capitale dai metalli preziosi. Secondo il rapporto, al giorno d’oggi gli investitori al dettaglio hanno un orizzonte di investimento più breve e molti non sono stati in grado di resistere alla tentazione di entrare in contatto con la criptovaluta.

Christopher Louney, stratega di RBC Capital Markets, ha detto di aver notato una potenziale correlazione tra il valore dell’oro e i prezzi della criptovaluta. Mentre non vi era alcuna relazione in precedenza, Louney ha detto che la tendenza è emersa alla fine del 2017 e ha proseguito fino agli inizi del 2018, indicando che il prezzo del bitcoin è salito a quattro cifre, gli investitori avrebbero potuto scaricare oro per comprare criptovalute.

Louney ha sottolineato che la correlazione è minore, non abbastanza da spostare i prezzi dell’oro, e non abbastanza da dire che gli investitori stanno attualmente considerando il bitcoin come sostituto dell’oro. I fattori macroeconomici che hanno tradizionalmente influenzato i prezzi dell’oro continuano a dominare il campo di gioco, come l’andamento del mercato azionario.

Una lunga strada davanti

Bitcoin, oltre ad essere volatile, è ancora una risorsa relativamente sconosciuta rispetto ad altre attività di investimento. L’oro, al confronto, è ben consolidato con gli investitori istituzionali e ha un sacco di liquidità. Mentre i volumi di trading di bitcoin hanno totalizzato recentemente poco più di $ 3 miliardi nel trading giornaliero, i volumi di trading dell’oro hanno raggiunto $ 250 miliardi al giorno, secondo il World Gold Council.

La correlazione bitcoin-oro potrebbe aumentare nel tempo, ha detto Looney. La relazione in evoluzione significa anche che potrebbe verificarsi l’inverso, in cui gli investitori di bitcoin incassano la loro criptovaluta in momenti difficili per l’oro come attività meno volatile. A lungo termine, mentre le criptovalute maturano e si evolvono in una delle principali asset class, Pandl ha detto che le valute digitali come il bitcoin porteranno a rendimenti inferiori ma dimostreranno un alto livello di stabilità, come l’oro e altri beni rifugio.

Il nuovo “oro digitale”

Il bitcoin è una moneta virtuale, scambiata attraverso internet e non soggetta ad alcun controllo: negli ultimi 6 anni, dalla sua creazione, il suo valore è aumentato di 10mila volte. Gli esperti spiegano che ogni utente può crearsi un account e costruirsi il suo portafoglio (chiamato non a caso Wallet), coperto da codici di sicurezza segreti e lunghissimi. In Italia sono nate aziende specializzate nella conversione di Bitcoin.

Ma i bitcoin sono davvero così sicuri? Stando a quanto è avvenuto negli ultimi sei anni, ciò che è certo è che sono stati un formidabile metodo di guadagno. Basti pensare che un bitcoin, nell’aprile 2012, aveva un valore di 5 dollari, mentre il suo valore alla giornata di ieri era di $ 10.802. In altre parole: comprare 100 bitcoin, cinque anni fa ci sarebbe costato 500 dollari, mentre a rivenderli oggi incasseremmo circa 930mila dollari.

Quello che però è insidioso, è la volatilità proprio del valore di questa moneta, che può variare di svariate centinaia, se non migliaia di dollari in pochi mesi o addirittura in pochi giorni. L’assenza di regolamentazione in merito mette inoltre a rischio il risparmiatore per quanto riguarda la perdita o il furto della moneta, il fallimento delle piattaforme di scambio o altre potenziali attività criminali.

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Minatori di criptovalute: oltre tre milioni di schede video vendute ai Miners https://www.business.it/minatori-criptovalute-oltre-tre-milioni-schede-video-vendute-miners/ Thu, 01 Mar 2018 09:14:19 +0000 https://www.business.it/?p=19670 Ultimamente abbiamo scoperto che il regno delle schede grafiche sta vivendo abbastanza l’enigma. I minatori di criptovaluta continuano a cambiare il panorama del mercato delle GPU, e sembra che abbiano persino spinto le vendite della GPU di AMD a raggiungere livelli record,  il che significa che le schede grafiche sono molto richieste. Il mining sta crescendo… Leggi tutto »Minatori di criptovalute: oltre tre milioni di schede video vendute ai Miners

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Ultimamente abbiamo scoperto che il regno delle schede grafiche sta vivendo abbastanza l’enigma. I minatori di criptovaluta continuano a cambiare il panorama del mercato delle GPU, e sembra che abbiano persino spinto le vendite della GPU di AMD a raggiungere livelli record,  il che significa che le schede grafiche sono molto richieste.

Il mining sta crescendo in popolarità ed è una parte importante del perchè le schede grafiche (GPU) sono così costose in questo momento. Costruire un impianto di perforazione mineraria è diverso rispetto alla costruzione di un PC da gioco, perché è necessario bilanciare le prestazioni del settore minerario con quanto costa impostare e gestire. Secondo Tech Radar , la quota di mercato di GPU di AMD è salita dal 27% al 33% nella coda del 2017 e la quota di mercato di Nvidia è scesa dal 72% al 66%. Questo è un grande cambiamento e uno che influenza direttamente le linee di fondo di AMD e Nvidia.

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Il rialzo di AMD “principale benefattore”

Stando a un report di Jon Peddie Research, sono più di tre milioni di schede grafiche che solo nel  2017 sono finite tra le mani dei minatori di crittomonete, dal valore complessivo di circa $776 milioni, e la maggior parte di esse erano di AMD. Ciononostante, la maggior parte delle vendite è stata fatta dall’utenza per i PC da gaming. Sono quasi un miliardo di dollari immessi nel mercato della GPU da soli minatori di criptovaluta. Per entrare nello specifico, AMD ha avuto un rialzo dell’8.08% da trimestre a trimestre, mentre sia intel che Nvidia hanno avuto un ribasso, rispettivamente del -1.98% e del -6%.

Tech Radar ipotizza che l’aumento delle vendite di AMD avrebbe potuto essere il risultato del supporto aperto di Nvidia ai giocatori di PC che hanno criticato i minatori di criptovaluta per aver causato una carenza di GPU e spingendo i prezzi a livelli inaccettabili. Sentirsi più supportati da AMD avrebbe potuto significare che più minatori hanno acquistato prodotti AMD, ma è più probabile che gli outfit criptati guardassero solo ai prezzi e sceglievano quale avrebbe massimizzato i loro guadagni.

Nel mercato della GPU, AMD ha realizzato buone schede grafiche di vendita a discapito di Nvidia, apparentemente facendo grandi guadagni dai minatori di criptovaluta. Ancora più importante, Jon Peddie osserva che AMD era il “principale benefattore” di quelle vendite basate sulla criptovaluta.

Qual’è il vantaggio di AMD

Rispetto a Nvidia, le schede grafiche AMD sono sempre state le preferite dai giocatori PC attenti al budget, offrendo quasi la stessa quantità di potenza grafica rispetto a schede grafiche Nvidia comparabili a prezzi leggermente inferiori. Quei prezzi naturalmente più bassi significavano che le schede grafiche AMD potevano sostenere un aumento di prezzo più elevato pur rimanendo valide per i minatori di criptovaluta che cercavano di acquistare le schede grafiche alla rinfusa.

Scavando un po’ più a fondo, poi, sembra che l’enorme boom di criptovalute che ha preso il via alla fine dello scorso anno abbia fatto AMD più di un favore rispetto a Nvidia. Il problema più grande con AMD non è il prezzo o il consumo di energia, ma se si è in grado di trovarne uno. Le schede AMD sono eccellenti per il settore minerario e poiché sono (normalmente) più economiche rispetto alle GPU NVIDIA, la loro popolarità è rapida e feroce. E’ una delle migliori GPU per l’estrazione mineraria, e in effetti è un po’ vittima del proprio successo, a volte può essere difficile da trovare. Tuttavia, la sua popolarità è garantita, in quanto offre un’eccellente frequenza di hash di 29 mh / s, pur mantenendo basso anche il consumo di elettricità.

NVIDIA

La NVIDIA è probabilmente la migliore GPU definitiva per il cripto mining se si è in grado di trovarne una e si è disposti a pagare il prezzo ormai gonfiato, in quanto ha un estrazione a bassa potenza, alto tasso di hash. E’ un’ottima GPU di data mining. Questo perché gestisce un elevato tasso di hash di circa 30 mh / s senza bisogno di troppa energia. E’ da ricordare che, più potenza richiede una GPU, più costosa sarà la sua esecuzione, che andrà a finire nei profitti della propria criptovaluta.

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mining-criptovalute-gpuCosa significa “GPU”?

GPU è l’abbreviazione di Graphics Processing Unit. Costituisce un elemento importante della criptovaluta, specialmente quando si tratta di come vengono creati nuovi blocchi all’interno della blockchainAlcune criptovalute possono essere estratte in modo particolarmente efficiente con i processori delle schede grafiche.

Per generare nuove unità di criptovaluta, la maggior parte di queste valute utilizza diversi tipi di algoritmi. Questi algoritmi stanno diventando sempre più complicati. Nella rete crittografica, le singole macchine di calcolo stanno ora gareggiando per vedere chi può risolvere prima il compito. Di solito, l’utente di questo dispositivo ottiene i profitti dal blocco appena estratto.

In alternativa, nuove monete vengono distribuite a vari utenti. Certamente, all’inizio delle principali criptovalute come Bitcoin, i processori commerciali sono stati in grado di gestire questo lavoro. Tuttavia, queste attività sono diventate rapidamente più complesse e il processo di mining è praticamente impossibile con una CPU normale. È qui che entrano le GPU.

Non ci è voluto molto tempo prima che le persone si rendessero conto che determinati algoritmi possono essere risolti con l’aiuto delle GPU. Di conseguenza, alcune persone hanno installato interi banchi di computer nella loro casa, costituiti esclusivamente da schede grafiche. Il vantaggio di questo è che le attività possono essere risolte più velocemente, aumentando le possibilità di successo del mining. Lo svantaggio è che le GPU devono essere adeguatamente raffreddate per evitare il surriscaldamento e danni.

Inoltre, le GPU sono più rumorose e consumano molta più energia rispetto ai normali processori. Nel frattempo, sarà sicuramente interessante vedere se AMD può continuare a farsi strada nel territorio della GPU di Nvidia – le vendite di criptovalute o meno. In altre parole, i giocatori sono di fronte a un dilemma. Possiamo aspettare fino alla prossima generazione di schede grafiche per colpire come un fulmine o possiamo acquistare la migliore scheda grafica per i giochi in questo momento ad un prezzo premium? Chissà!

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Criptovalute news: Dombrovskis fa chiarezza sulla regolamentazione Bitcoin https://www.business.it/criptovalute-news-dombrovskis-regolamentazione-bitcoin/ Thu, 01 Mar 2018 08:00:08 +0000 https://www.business.it/?p=19623 La Commissione europea ha deciso che i Bitcoin non avranno alcuna regolamentazione prima del 2019. Si aspettano infatti le considerazioni del G20 del prossimo luglio per programmare un piano efficace, inserendo le criptovalute in un quadro normativo più preciso. É stato Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione Europea, ad affermare quale sarà il nuovo futuro… Leggi tutto »Criptovalute news: Dombrovskis fa chiarezza sulla regolamentazione Bitcoin

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La Commissione europea ha deciso che i Bitcoin non avranno alcuna regolamentazione prima del 2019. Si aspettano infatti le considerazioni del G20 del prossimo luglio per programmare un piano efficace, inserendo le criptovalute in un quadro normativo più preciso. É stato Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione Europea, ad affermare quale sarà il nuovo futuro delle monete digitali: “l’unione europea continuerà a monitorare questi mercati con gli altri ‘stakeholder’ sia a livello europeo che a livello internazionale. Siamo pronti ad agire sulla base della valutazione dei rischi e delle opportunità”.

Il settore delle criptovalute costituisce oggi il 5% del totale negli scambi in euro. E visto che la percentuale continua a crescere, la commissione europea deve verificare l’attuazione di norme e regolamentazioni a livello europeo da un lato, mentre dall’altro dove tener conto dei mercati finanziari internazionali, come quelli asiatici, che hanno mostrato l’intenzione di dare una regolamentazione ufficiale alle monete digitati.

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Rischio d’investimento

L’Europa ha dovuto riconoscere le potenzialità della tecnologia blockchain, quindi: “Per restare competitiva l’Europa deve incorporare questa innovazione”, ha dichiarato con fermezza Dombrovskis, in quanto le criptovalute sono diventate oggetto di una “speculazione considerevole e ciò espone consumatori e investitori a rischi sostanziali incluso il rischio di perdita dell’investimento”.  Inoltre esistono rischi importanti, che l’Europa deve tenere ben presente, mentre  è giusto finanziare le Initial Coin Offerings (ICO), che rappresentano “una opportunità” da valutare con attenzione. Infine la commissione europea è giunta alla conclusione che le criptovalute e i servizi ad essa connessi devono essere regolamentati sia a livello di ogni singola nazione, sia a livello globale incluso nella comunità europea. Di conseguenza gli asset delle monete digitali, visto che presentano rischi di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, potrebbe gravare non poco sulla normativa finale che si deciderà dopo il G20.

Eppure la corsa sfrenata del Bitcoin non accenna a rallentare, rappresentando per molti il business del futuro. Il valore delle azioni sale costantemente, nonostante abbia registrato alcuni picchi in ribasso.

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bitcoin-criptovaluta-euroOsservatorio e Forum

Questo mese è stato oltremodo importante perché ha inaugurato l’Osservatorio e Forum su blockchain e bitcoin, grazie al sostegno del parlamento europeo.

“L’Osservatorio metterà l’Europa in condizione di utilizzare al meglio opportunità, competenze e leadership così da avere tecnologie d’eccellenza”. Queste le parole di commento del Director General DG Connect Roberto Viola, segno che l’Europa sia avvia verso un nuovo percorso improntato sull’attenzione e lo sviluppo delle nuove tecnologie, compreso l’ambito finanziario.

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Criptovalute quotazioni: ripresa top per OmiseGO https://www.business.it/criptovalute-quotazioni-ripresa-top-omisego/ Thu, 01 Mar 2018 06:30:21 +0000 https://www.business.it/?p=19622 Al momento stanno accadendo molte cose nei mercati della criptovaluta. Anche se la maggior parte delle criptovalute più importanti hanno sofferto di piccole perdite nelle ultime ore, altre stanno contrastando con successo la tendenza. Una delle valute a cui molte persone sono interessate è OmiseGO. Più specificamente, il prezzo di OmiseGO sta aumentando sin da ora, poiché il… Leggi tutto »Criptovalute quotazioni: ripresa top per OmiseGO

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Al momento stanno accadendo molte cose nei mercati della criptovaluta. Anche se la maggior parte delle criptovalute più importanti hanno sofferto di piccole perdite nelle ultime ore, altre stanno contrastando con successo la tendenza. Una delle valute a cui molte persone sono interessate è OmiseGO. Più specificamente, il prezzo di OmiseGO sta aumentando sin da ora, poiché il suo prezzo equivale a $19,80 ( al momento in cui scriviamo).

Simile alla maggior parte delle altre criptovalute e risorse digitali, l’anno 2018 è stato finora un miscuglio per OmiseGO. Dopo i folle guadagni dello scorso anno – che hanno spinto il prezzo di OmiseGO fino a quasi $ 27, le cose sono andate in pezzi nelle prime settimane del 2018. Più nello specifico, abbiamo visto il prezzo di OmiseGO scendere fino a $ 8,12 in rapida successione, che non è mai un buon segno. Nel caso del prezzo OmiseGO, le persone che sono riuscite ad acquistare in questo recente tuffo hanno fatto dei buoni guadagni nelle ultime tre settimane. A partire da ora, stiamo guardando ad un prezzo di OmiseGO di $ 19,80, che non è molto lontano dal massimo storico della valuta, tutto sommato.

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Andamento OmiseGO

Grazie ad un solido guadagno del 2,29 % in USD, il prezzo di OmiseGO sta lentamente risalendo ai livelli precedenti. Questo aumento è reso possibile anche grazie a un guadagno del 4,28 % nel valore BTC e un aumento del 3,80 % nel valore ETH. Con OmiseGO in aumento su tutta la linea, sarà interessante vedere quanto può essere alto il prezzo prima che il momento cambierà. Dopotutto, la volatilità è ancora una grande minaccia nel mondo della criptovaluta in questo momento, e anche in questo caso la situazione non cambierà.

Ha guadagnato solidi negli ultimi sette giorni del 18% ed è ancora in trend verso l’alto. OmiseGO è stata una delle criptovalute più performanti durante il mese di febbraio, quando la maggior parte delle altre ha perso valore. Durante il grande picco di inizio gennaio ha raggiunto un picco di $ 27 e sceso a $ 7,6 un mese dopo nella grande caduta del 6 febbraio.

(OMG) in prima linea nelle criptovalute

Omise è una società di pagamenti con garanzia di venture capital in Asia Pacifico, fondata nel 2013, che ha forti legami con Singapore, Giappone e Tailandia, dove sono state stipulate numerose partnership strategiche. Un numero di prodotti come i portafogli digitali e l’SDK sono mappati su strada per il lancio di quest’anno e il fondatore di Ethereum Vitalik Buterin ha elogiato il progetto. A parte alcuni avvertimenti sui falsi account, nient’altro è stato pubblicato sul loro feed Twitter e non sono stati fatti annunci.

Il sogno di OmiseGo (OMG) di essere il gateway di pagamento numero uno ha ricevuto un notevole impulso dopo che la piattaforma ha firmato un accordo con il governo thailandese. Secondo l’accordo, OMG svilupperà un sistema di pagamento, oltre a un sistema di identificazione per il governo thailandese. Questo accordo mette OmiseGO in prima linea nelle criptovalute che hanno un uso pratico su larga scala. L’accordo vedrà la piattaforma OMG rendere più semplice la vita al popolo thailandese offrendo loro un modo più efficiente di pagare i servizi.

OmiseGO è quotata in gran parte nel Sudest asiatico su Binance, Upbit, il sito gemello di Bitfinex Ethfinex. La capitalizzazione di mercato totale al momento della scrittura è di poco superiore ai $ 2 miliardi con 138 milioni di dollari scambiati nelle ultime 24 ore. Solo 140 milioni di token OMG sono disponibili con poco più di 100 milioni in circolazione. Con un valore di $ 19,80, il prezzo di OmiseGO è in una buona posizione in questo momento, ma mantenere questa tendenza positiva non sarà facile.

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Cos’è OmiseGO

OmiseGO è la risposta a un problema di coordinamento fondamentale tra processori di pagamento, gateway e istituzioni finanziarie. Abilitando lo scambio decentralizzato su una blockchain pubblica ad alto volume e basso costo, OmiseGO offre un servizio di trasferimento di valore di nuova generazione che opera su valute e tipi di risorse. Tramite la rete OmiseGO collegata alla rete Ethereum, chiunque sarà in grado di condurre transazioni finanziarie quali pagamenti, rimesse, deposito salari, commercio B2B, finanza della supply chain, programmi di fidelizzazione, gestione patrimoniale e trading e altri servizi su richiesta, in un modo completamente decentralizzato e poco costoso. Inoltre, milioni di utenti tradizionali nelle maggiori economie in crescita del mondo saranno in grado di effettuare la transizione dall’uso del denaro legale all’utilizzo di valute decentralizzate come ETH, BTC e altri. Il sistema si basa su due elementi essenziali:

  • una blockchain ad hoc, ma collegabile con quella di ethereum e di bitcoin;
  • un wallet speciale per lo scambio internazionale delle ciptovalute-

Il wallet è di tipo SDK ed è “Bianco”, cioè può essere facilmente brandizzato dalle aziende che utilizzano il sistema. La Blockchain è di tipo “PoS” , scalabile senza permessi, e dotata di una clearing house interna. Il wallet da accesso ad una carta di debito e di credito, oltre che alla piattaforma di pagamento personale. Se tutto è così perfetto, a che serve il token OmiseGo (OMG)? Il Token OMG è necessario per “Minare” le transazioni , cioè per guadagnare le piccole percentuali di intermediazione che il sistema comunque prevede.

La Blockchain OmiseGO

La Blockchain OmiseGO comprende uno scambio decentralizzato, un meccanismo di liquidità, una rete di messaggistica di clearinghouse e un gateway blockchain asset-backed. È una blockchain scalabile e totalmente pubblica (senza autorizzazione) il cui consenso alla Proof of Stake è legato dalle attività della catena stessa. La rete è progettata come un sistema altamente performante che sfrutta la costruzione di blockchain interconnesse: mentre la compensazione e il regolamento avvengono sulla blockchain di OmiseGO, i costi di protezione del valore della transazione vengono esternalizzati ad altre catene in modi che promuovono direttamente il valore di tali catene.

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Bitcoin: Rakuten lancia la sua criptovaluta Rakuten Coin https://www.business.it/bitcoin-rakuten-lancia-criptovaluta-rakuten-coin/ Wed, 28 Feb 2018 12:38:44 +0000 https://www.business.it/?p=19604 Il gigante dell’e-commerce giapponese Rakuten sta lanciando una criptovaluta. Il CEO di Rakuten, Hiroshi Mikitani, ha svelato l’iniziativa “Rakuten Coin”, che verrà utilizzata come parte del sistema di fedeltà dei punti basato sulla società, durante l’evento Mobile World Congress di Barcellona di questa settimana. Parlando martedì, Mikitani ha lanciato il progetto come un modo per aiutare l’azienda… Leggi tutto »Bitcoin: Rakuten lancia la sua criptovaluta Rakuten Coin

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Il gigante dell’e-commerce giapponese Rakuten sta lanciando una criptovaluta. Il CEO di Rakuten, Hiroshi Mikitani, ha svelato l’iniziativa “Rakuten Coin”, che verrà utilizzata come parte del sistema di fedeltà dei punti basato sulla società, durante l’evento Mobile World Congress di Barcellona di questa settimana. Parlando martedì, Mikitani ha lanciato il progetto come un modo per aiutare l’azienda ad espandere la propria base di clienti internazionali.

Nel 2016, la rivale giapponese di Amazon, Rakuten ha acquisiti Bitnet, una startup di bitcoin wallet su cui aveva precedentemente investito, per aiutarla a lavorare sulla tecnologia e le applicazioni blockchain. Oggi, uno dei primi frutti di questo accordo è venuto alla luce. La società sta pianificando una nuova criptovaluta chiamata Rakuten Coin, basata sulla tecnologia blockchain e il programma fedeltà della compagnia, Rakuten Super Points, che intende utilizzare per incoraggiare i servizi di fidelizzazione a livello globale e per aiutare i clienti ad acquistare beni attraverso diversi servizi e mercati Rakuten.

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Rakuten coin “senza confini”

Spera anche di utilizzare la criptovaluta per attirare più clienti internazionali posizionandolo come un metodo di pagamento  “senza confini”, che potrebbe mitigare il costo del cambio, sottolineando la visione di Rakuten di differenziarsi dai suoi rivali online al dettaglio, come Amazon, Alibaba o Ebay e “ricreare” il rapporto tra rivenditori e commercianti. Con la criptovaluta a marchio Rakuten, la società di e-commerce sta prendendo parte di questo lavoro e lo sta portando avanti alla sua base di clienti globale.

Il sistema di fidelizzazione Rakuten Super Points è stato lanciato 15 anni fa e ha registrato un successo significativo da allora, con un’emissione totale di oltre 1 trilione di Super Points per i clienti di Rakuten, pari a circa 9,1 miliardi di dollari. I punti vengono ottenuti ogni volta che un cliente effettua un acquisto sul mercato e possono essere utilizzati per scontare futuri acquisti o acquistare determinati prodotti o servizi sulla piattaforma di shopping.

Un programma basato su Blockchain

La società intende implementare il programma di fidelizzazione basato su Blockchain per attrarre e coinvolgere i clienti e utilizzare il crescente interesse per le criptovalute per reclutare nuovi membri di fidelizzazione su scala globale. Rakuten, tuttavia, non ha rilasciato alcun dettaglio sulla data di lancio del servizio.

E’ notevole e interessante vedere una grande azienda di e-commerce – che ha miliardi di utenti a livello globale e ha registrato un fatturato di $ 8,8 miliardi nel 2017 – con l’intenzione di utilizzare la criptovaluta sulla sua piattaforma .

È interessante notare che, mentre Amazon non ha ancora compiuto alcun movimento significativo nell’area della criptovaluta, alcuni ipotizzano che la società potrebbe essere maggiormente coinvolta, in base ad alcuni recenti acquisti di dominio e a tendenze più importanti.

Mickitani ha sottolineato: “Fondamentalmente, il nostro concetto è quello di ricreare la rete di rivenditori e commercianti”, ha detto. “Non vogliamo disconnetterli (dai loro clienti) ma funzionare da catalizzatore. Questa è la nostra filosofia, come potenziare la società e non solo fornire più convenienza”.

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Trading Bitcoin: tecnologia SegWit cos'è e a cosa serve https://www.business.it/trading-bitcoin-tecnologia-segwit-cose-cosa-serve/ Wed, 28 Feb 2018 09:52:50 +0000 https://www.business.it/?p=19505 Due degli exchange criptovalute più grandi al mondo, Coinbase e Bitfinex, hanno annunciato che stanno aggiungendo i protocolli Segregated Witness (SegWit) alle loro piattaforme per il trading Bitcoin (BTC). Le due borse dicono che il protocollo SegWit potrebbe abbassare le commissioni di transazione e potrebbe accellerare il processo di negoziazione nelle loro reti Bitcoin.  I cambiamenti più… Leggi tutto »Trading Bitcoin: tecnologia SegWit cos'è e a cosa serve

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Due degli exchange criptovalute più grandi al mondo, Coinbase e Bitfinex, hanno annunciato che stanno aggiungendo i protocolli Segregated Witness (SegWit) alle loro piattaforme per il trading Bitcoin (BTC). Le due borse dicono che il protocollo SegWit potrebbe abbassare le commissioni di transazione e potrebbe accellerare il processo di negoziazione nelle loro reti Bitcoin. 

I cambiamenti più evidenti possono essere visti a breve termine poiché SegWit aumenterà l’efficienza durante la transazione. In che modo le più grandi borse ed exchange criptovalute al mondo trarranno vantaggio dal nuovo protocollo SegWit e  come influenzerà il trading di Bitcoin da parte degli investitori?

Coinbase exchange criptovalute basata a Hong Kong è la piattaforma di trading più popolare al mondo per comprare e vendere Bitcoin, Ethereum e Litecoin. Custodisce la maggior parte delle criptovalute nello storage offline sicuro, mentre le valute digitali memorizzate nei suoi server sono coperte da una polizza assicurativa.

Bitfinex, con sede a San Francisco, è la piattaforma di trading di criptovalute più grande e avanzata al mondo. Presenta una serie di criptovalute come Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Ripple, Ethereum Classic, Bitcoin Cash, IOTA, OmiseGO e altro ancora. Bitfinex offre una suite di tipi di ordini per dare ai trader gli strumenti di cui hanno bisogno per ogni scenario come Limite, Mercato, Stop, Solo Post, Ordine Nascosto, One Cancels Other, Trailing Stop e altro.

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Ma cos’è Segregated Witness (SegWit)

SegWit è il processo attraverso il quale gli exchange criptovalute Bitcoin possono aumentare il limite di dimensioni dei blocchi. È fatto rimuovendo i dati delle firme dalle transazioni Bitcoin. Quando alcune parti di una transazione vengono rimosse, si libera la capacità della blockchain di aggiungere più transazioni. 

Generalmente, i blocchi vengono generati ogni 10 minuti e ogni blocco occupa 1 megabyte (MB) di spazio. A causa di ciò, solo poche transazioni possono essere aggiunte a un blocco. La blockchain Bitcoin può elaborare solo tra 5 e 7 transazioni al secondo. Il processo di generazione di un nuovo blocco richiede tempo e aumenta i tempi di transazione e rallenta la velocità della transazione. 

In che modo SegWit può aiutare a ridurre le spese di transazione e aumentare la velocità? Rimuove la firma digitale dai dati della transazione. La firma digitale occupa il 65% dello spazio in una determinata transazione. Rimuove la firma dai dati di input e la posiziona verso la fine di una transazione. Ciò consente di aumentare le dimensioni del blocco da 1 MB a poco meno di 4 MB. Così Coinbase e Bitfinex hanno deciso di implementare SegWit nella loro piattaforma di trading Bitcoin. Ciò li aiuterebbe a ridurre le spese di prelievo di BTC di circa il 15-20% e a migliorare i tempi di elaborazione sulle transazioni attraverso la rete Bitcoin. 

Coinbase e Bitfinex hanno ricevuto reclami dai propri utenti della piattaforma per quanto riguarda l’inefficienza e gli alti costi di transazione. Con l’implementazione SegWit, possono rendere le transazioni più rapide eliminando parte del lavoro dalla rete principale. Questi exchange criptovaluta immagazzinano miliardi di dollari dei suoi utenti sotto forma di Bitcoin, quindi la sicurezza e la stabilità delle piattaforme sono di grande preoccupazione. 

Con l’ultimo aggiornamento, possono ridurre le dimensioni delle transazioni e migliorare la capacità complessiva delle transazioni delle loro reti Bitcoin. Bitfinex facilita il 38% di tutto il volume degli scambi di dollari-bitcoin negli Stati Uniti. Bitfinex ha annunciato di aver già implementato SegWit nella sua rete di trading Bitcoin. Coinbase permette il 17% di tutto il volume di scambi di bitcoin in dollari USA. Coinbase sta lavorando al processo di implementazione SegWit. La prima fase è già stata avviata il 20 febbraio 2018 e dovrebbe essere completamente disponibile in questa settimana (ossia il 28 febbraio o il 1 ° marzo 2018). 

L’adozione di Segwit è attualmente solo dell’11% circa, quindi sembra che ci sia ancora molta strada da fare prima che questa tecnologia si avvicini all’adozione universale. Dopo una rapida crescita a fine 2017, il prezzo del Bitcoin ha iniziato a calare nel gennaio 2018. A causa del calo dei prezzi, le commissioni sui Bitcoin rimarranno probabilmente un argomento molto chiacchierato per tutto il 2018. L’elevato costo di transazione di Bitcoin ha costretto gli investitori e gli operatori a guardare a Bitcoin Cash o altri altcoin. 

Una nota a margine: Segwit non ha niente a che vedere con Segwit2x (tentativo di raddoppiare la dimensione dei blocchi , praticamente mai nato in quanto bocciato dalla Comunità lo scorso Novembre 2017).

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Commissioni più basse per le transazioni di Bitcoin?

le commissioni Bitcoin e i tempi di transazione sono ancora più alti rispetto ad altre criptovalute. La commissione di transazione media per Bitcoin il 30 dicembre 2017 era di $ 16,04. C’è stato un tempo in cui c’erano più di $ 30 al giorno. Con un interesse senza precedenti in Bitcoin, la sua rete si è congestionata e ciò ha comportato una minore velocità e tariffe più elevate. La più lenta velocità e costi più elevati della blockchain di Bitcoin possono essere un problema ora, ma ha una soluzione. 

Oltre a SegWit e al duro biforcarsi, c’è una nuova tecnologia in grado di risolvere questo problema. La rete Lightning aiuterà gli scambi di criptovaluta a inviare transazioni multiple da e verso la blockchainQuesta rete funzionerà come un secondo livello in cima alla rete di contabilità generale esistente. Consentirà pagamenti istantanei, aumenterà la scalabilità, ridurrà i costi e renderà possibili scambi atomici cross-blockchain.

SegWit sarà una nuova frontiera del trading?

 I punti chiave contro SegWit possono essere divisi approssimativamente in tre gruppi: tecnico, politico e ideologico. Alcuni hanno sostenuto che SegWit, nel suo stato attuale, non sarà in grado di risolvere i problemi che promette di risolvere. Uno degli argomenti principali qui è che l’aumento delle dimensioni del blocco proposto dall’aggiornamento non è sufficiente per soddisfare le crescenti esigenze della base utenti di Bitcoin. La maggior parte degli esperti sembra concordare sull’elevata competenza tecnica degli autori di SegWit, nonché sulla solidità della tecnologia stessa. Tuttavia, è quasi impossibile per una persona che non è un programmatore valutare l’autenticità degli argomenti proposti da entrambe le parti.

Anche un aspetto politico complica le cose. che ciò crea un conflitto di interessi , poiché gli sviluppatori sono incentivati a ostacolare i tentativi di aumentare le dimensioni dei blocchi, al fine di aumentare artificialmente la domanda di soluzioni di sidechain, come la rete Lightning. Non esiste una prova definitiva per questa affermazione, ma gran parte della comunità ha ancora scelto di crederci e si oppone a SegWit come risultato.

L’argomento ideologico principale, messo a confronto con l’aggiornamento, è che non fornisce scalabilità pur mantenendo un grado sufficiente di decentralizzazione della rete Bitcoin. Come è stato detto in precedenza, SegWit risolve i problemi a lungo termine con la capacità di transazione insufficiente di Bitcoin solo nella misura in cui consente l’implementazione di soluzioni sidechain di secondo livello, come la rete Lightning.

Chi supporta SegWit allora? Una vasta gamma di individui e aziende ha approvato SegWit. Oltre 100 delle aziende più importanti del settore sono note per aver pianificato, lavorato o implementato il supporto per SegWit nelle loro attività. 

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Smartphone bitcoin: SikurPhone per milionari di criptovalute https://www.business.it/smartphone-bitcoin-sikurphone-milionari-criptovalute/ Wed, 28 Feb 2018 09:51:33 +0000 https://www.business.it/?p=19562 Per chi ha accumulato una fortuna in criptovalute, probabilmente non tiene tutto (o nulla) sul telefono cellulare. Ecco perché una compagnia chiamata Sikur ha pensato proprio a questo, ha lanciato uno smartphone orientato alla sicurezza chiamato SikurPhone, caratteristica principale è mantenere la crittografia sul telefono, senza doversi preoccupare di perdere nessun dato criptovaluta. È risaputo… Leggi tutto »Smartphone bitcoin: SikurPhone per milionari di criptovalute

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Per chi ha accumulato una fortuna in criptovalute, probabilmente non tiene tutto (o nulla) sul telefono cellulare. Ecco perché una compagnia chiamata Sikur ha pensato proprio a questo, ha lanciato uno smartphone orientato alla sicurezza chiamato SikurPhone, caratteristica principale è mantenere la crittografia sul telefono, senza doversi preoccupare di perdere nessun dato criptovaluta.

È risaputo che nella comunità di criptovaluta l’archiviazione di Bitcoin su un dispositivo mobile è una cattiva idea. Sofisticati hacker hanno escogitato metodi sempre più elaborati per compromettere la sicurezza dei telefoni cellulari e, una volta all’interno, non è una sfida per loro esportare chiavi private e svuotare i portafogli. I cervelli dietro SikurPhone credono di aver creato un dispositivo abbastanza sicuro da rendere queste preoccupazioni una cosa del passato, comunque.

La società brasiliana Sikur ha svelato un telefono con un portafoglio integrato di criptovalute al Mobile World Congress di Barcellona. Il SikurPhone è il successore del GranitePhone di Sikur, lanciato due anni fa in fiera. Offre la stessa presunta “sicurezza impenetrabile”, ma con un’interfaccia aggiornata e la possibilità di archiviare in modo continuo i cryptos sul cloud sicuro di Sikur.

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Caratteristiche del dispositivo

Il dispositivo è stato progettato pensando alla sicurezza. Conosciuto come SikurPhone, è dotato di un portafoglio di valuta digitale incorporato e di varie funzioni per aumentare la sua sicurezza in un’epoca di crescente sofisticazione degli hacker.

“La memorizzazione sicura delle informazioni sui nostri dispositivi è uno dei nostri punti di forza”, ha dichiarato Sikur SEO Cristiano Iop in una nota. “Siamo riusciti con la sicurezza del browser e della messaggistica, quindi abbiamo chiesto, perché non farlo con criptovaluta?”

Sikur afferma che il suo telefono completamente crittografato è a “prova di hacking”, il che sembra che stia solo chiedendo a tutti gli hacker di dimostrare che è sbagliato. Sikur ha sfidato la società di taglie HackerOne per testare l’impenetrabilità del telefono per un periodo di due mesi. Dopo aver sottoposto il SikurPhone a test rigorosi, HackerOne ha dichiarato a Sikur che non era riuscito a infrangere la sicurezza del dispositivo.

Il telefono stesso è basato su una versione personalizzata di Android versione 7.0, una versione altamente modificata basata su una semplice dashboard che offre, chiamate, messaggi, archiviazione di documenti e alcune altre utili funzionalità. Tuttavia, SikurPhone non è progettato per l’utente medio. Nonostante sia un dispositivo Android, non ha accesso al Play Store e non esegue applicazioni che non sono state pre-approvate da Sikur. Oppure si può sempre accedere a servizi come Facebook, Twitter e Instagram attraverso il browser web sicuro.

SikurPhone sicurezza contro il crimine

Certo un telefono come questo non è adatto a tutti. Ha un aspetto essenziale e professionale che dovrebbe interessare il mercato di riferimento degli utenti aziendali e governativi. La maggior parte dei telefoni Sikur viene venduta ad aziende e governi, sebbene la società ritenga che la criptovaluta potrebbe avere più appeal per il consumatore e che ci sia un sacco di potenziale per i singoli utenti. 

Un telefono sicuro come questo potrebbe anche attrarre un pubblico più nefando di acquirenti di telefoni che vogliono utilizzare il fatto che nel software non c’è “nessuna backdoor”. Il direttore esecutivo di Sikur, Alexandre Vasconcelos, ha detto a CNET in un briefing che la compagnia ha fatto uno sforzo concertato per non vendere i suoi telefoni ai criminali. Egli taglierà i clienti dall’utilizzare i suoi servizi se riceve indizi di comportamento criminale e collabora con le autorità per quanto riguarda le indagini penali, ha affermato. “Vogliamo proteggere i beni delle persone, ma non siamo disposti a proteggere i criminali”.

Caratteristiche tecniche

Come ci si potrebbe aspettare da un telefono orientato alla sicurezza, il design del dispositivo da 5,5 pollici è del tutto generico e discreto. Quando si tratta delle specifiche tecniche del telefono, non c’è niente di particolarmente impressionante in mostra. In termini di specifiche del dispositivo, è improbabile che colpisca coloro che sono abituati ai telefoni cellulari di fascia più alta.

All’interno c’è un processore MediaTek, una batteria da 2.800 mAh, 4GB di RAM e 64GB di spazio di archiviazione. C’è una fotocamera da 13 megapixel sul retro e una fotocamera da 5 megapixel sul davanti, ma c’è da dire che: nessuno compra un telefono criptovaluta a causa della qualità della fotocamera. Il telefono è disponibile per il preordine ora, sul sito Web di Sikur per $ 799. Ma la consegna delle prime unità non è prevista fino ad agosto. La società accetta pagamenti tramite BitPay e PayPal.

Certamente la maggior parte degli utenti non lo userà nemmeno come dispositivo principale. Ma piuttosto come portafoglio hardware per la memorizzazione sicura della criptovaluta. Il Chief Operating Officer di Sikur, Alexandre Vascncelos, ha parlato con un giornalista di Mashable al Mobile World Congress di Barcellona sulle caratteristiche di sicurezza avanzate del dispositivo: “Se perdi il telefono, possiamo cancellarlo da remoto per te. Puoi averne uno nuovo, accedere e i tuoi fondi saranno al sicuro, poiché le tue chiavi private sono archiviate nel nostro cloud”.

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Mining Bitcoin: l'azienda cinese Bitmain guadagna 4 miliardi di dollari https://www.business.it/mining-bitcoin-bitmain-4-miliardi/ Tue, 27 Feb 2018 12:46:09 +0000 https://www.business.it/?p=19504 Si parla spesso di mining, soprattutto in relazione ai Bitcoin. Il mining è la maniera utilizzata dai Bitcoin, ma in generale da tutte le criptovalute, per emettere moneta. Le critptovalute però sono scarse e difficili da trovare, per questo bisogna scovarle attraverso il mining, che significa appunto “estrarre”, proprio come l’attività che si svolge in… Leggi tutto »Mining Bitcoin: l'azienda cinese Bitmain guadagna 4 miliardi di dollari

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Si parla spesso di mining, soprattutto in relazione ai Bitcoin. Il mining è la maniera utilizzata dai Bitcoin, ma in generale da tutte le criptovalute, per emettere moneta. Le critptovalute però sono scarse e difficili da trovare, per questo bisogna scovarle attraverso il mining, che significa appunto “estrarre”, proprio come l’attività che si svolge in miniera. Se quest’ultima è molto concreta, il mining digitale rappresenta l’estrazione stessa della criptovaluta in termini informatici. Per farlo c’è bisogno di un particolare programma che effettua calcoli crittografici, come le schede video che servono per trovare critpomonete.

Una volta compreso cos’è il mining, voliamo a Pechino dall’azienda Bitmain, che proprio col mining sui Bitcoin sta ottenendo notevoli profitti.

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bitmain-mining-bitcoinFare business sul mining

Negli ultimi tempi l’azienda è arrivata a guadagnare più di Nvidia, il colosso elettronico. Mentre quest’ultima si è fermata a 3 miliardi, la Bitmain ne ha ottenuto ben 4 miliardi secondo le stime dell’anno 2017. L’attività di mining è senza dubbio remunerativa, ma quanto potrà durare? Bitmain è stata a dir poco lungimirante, infatti ha concentrato la sua intera attività per fare business sul mining, oltre alla produzione di application specific integrated circuit (asic) da vendere.

Come ha fatto Bitmain a guadagnare così tanto e in così breve tempo?

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Bitcoin-Mining-bitmainI Mining Pool: cosa sono

In primo luogo la lungimiranza: come abbiamo già sottolineato, l’azienda di Pechino ha saputo comprendere e sfruttare il mining talmente bene da riuscire a vendere ai consumatori veri e propri servizi di mining, i cosiddetti “mining pool”, macchine per produrre Bitcoin. Le “mining pool” hanno inoltre la caratteristica di ricevere denaro nel momento in cui vendono l’energia. Bitmain è stata anche furba, riuscendo costantemente ad modulare i propri prezzi sull’andamento dei Bitcoin e soddisfacendo al tempo stesso anche la clientela azionaria. 

Fin dalla loro nascita i Bitcoin e le criptovalute hanno offerto la possibilità di guadagni facili. Ciò che è successo alla Bitmain in termini di introito non è però detto che succeda costantemente, soprattutto senza un’adeguata preparazione alle spalle. Se il 2017 è stato l’anno del successo dei Bitcoin, la metà delle criptovalute lanciate nello stesso periodo è già fallita, come la perdita del capitale di chi ci aveva puntato una somma.

La forza di Bitmain è stata al contrario quella di aggiornarsi e fare mining  attraverso un buon risparmio energetico. Non è un caso infatti che ci sia fermento sulla questione criptovalute e stando agli ultimi dati del sito Bitcoin.com, sono già chiuse il 46% delle monete digitali partite l’anno scorso: la bolla sembra già scoppiata.

E Bitmain rappresenta il successo e l’intraprendenza che si afferma e si espande nonostante una situazione economica e digitale non certo favorevole.

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Mining bitcoin: l’Islanda usa più elettricità per estrarre bitcoin https://www.business.it/mining-bitcoin-lislanda-usa-piu-elettricita-estrarre-bitcoin/ Tue, 27 Feb 2018 09:43:20 +0000 https://www.business.it/?p=19461 L’Islanda, secondo un esperto di energia islandese, potrebbe presto usare più elettricità per estrarre bitcoin di quanta non ne usi per alimentare ogni casa. I bitcoin sono la più grande, nota e diffusa criptovaluta al mondo. Il sistema bitcoin esiste dal 2009 e funziona come quello di molte altre criptovalute: un protocollo peer-to-peer, simile ai sistemi usati per… Leggi tutto »Mining bitcoin: l’Islanda usa più elettricità per estrarre bitcoin

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L’Islanda, secondo un esperto di energia islandese, potrebbe presto usare più elettricità per estrarre bitcoin di quanta non ne usi per alimentare ogni casa. I bitcoin sono la più grande, nota e diffusa criptovaluta al mondo. Il sistema bitcoin esiste dal 2009 e funziona come quello di molte altre criptovalute: un protocollo peer-to-peer, simile ai sistemi usati per scaricare e condividere i file online, garantisce la sicurezza delle transazioni e, allo stesso tempo, premia alcuni computer che contribuiscono al sistema creando i bitcoin. Al momento esistono un po’ meno di 17 milioni di bitcoin e ne vengono creati circa 100 ogni quaranta minuti.

I bitcoin non sono infiniti: ne verranno creati 21 milioni e poi basta. Quel momento è molto lontano (tra più di cento anni) perché più si va avanti e meno bitcoin vengono creati, ma più che essere creati i bitcoin vengono estratti: questa operazione, che può portare grandi guadagni, comporta grandi costi e consumi energetici.

Cresce il mercato di estrazione di bitcoin islandese

L’energia utilizzata dal mercato di estrazione di bitcoin islandese sta vivendo una “crescita esponenziale” e i data center, nel 2018, potrebbero utilizzare più energia di tutte le case del paese, ha detto alla BBC Johann Snorri Sigurbergsson della compagnia energetica islandese HS Orka.

Sigurbergsson ha anche aggiunto che HS Orka “non avrà abbastanza energia” per alimentare i numerosi nuovi data center che sono stati previsti. Il mining di bitcoin avviene quando i computer verificano le transazioni in bitcoin esistenti risolvendo problemi matematici complessi e poi ricevono bitcoin come ricompensa.

Sigurbergsson ha detto alla BBC che stima che gli strumenti di mining di bitcoin islandesi attualmente consumano circa 840 gigawattora di elettricità per alimentare computer e sistemi di raffreddamento ogni anno, mentre la maggior parte delle case del paese consuma circa 700 gigawattora.

Cosa vuol dire estrarre bitcoin

Estrarre bitcoin vuol dire risolvere un complicato problema crittografico il cui premio è un bitcoin. Tutti i computer che fanno parte del sistema possono provare a risolvere il problema e estrarre quindi bitcoin, ma ormai possono riuscirci solo computer con grandi capacità di calcolo. Molti di questi computer si trovano in grandi stabilimenti – in Cina, o in paesi in cui l’energia costa poco – in cui ci sono stanze piene di server che hanno come unico scopo l’estrazione di bitcoin. Per avere ragionevoli possibilità di estrarre bitcoin servono quindi: tanti computer, impianti di ventilazione per evitare che i computer si surriscaldino e, soprattutto, tanta elettricità per far funzionare il tutto.

È difficile dire quanta energia serva per estrarre un singolo bitcoin, ma nelle ultime settimane vari enti ed esperti hanno proposto alcune stime e qualche esempio. Il New York Times ha scritto, citando l’economista Alex de Vries e la società Morgan Stanley, che “l’energia consumata per ottenere ogni bitcoin è pari a quella usata in due anni da una famiglia americana media”. O, per vederla più in grande, “il totale dei computer che fanno parte del sistema Bitcoin (molti dei quali ci sono collegati con lo scopo primario di estrarre bitcoin) consuma in un giorno la stessa energia di una nazione di media grandezza». Nel dicembre 2017 Nicole Kobie ha scritto su Wired: È praticamente impossibile sapere quanta energia venga consumata per i bitcoin, ma le stime migliori arrivano dal sito Diciconomist. Secondo il suo Bitcoin Energy Consumption Index la rete di computer del sistema Bitcoin usa 3.4 gigawatt: un watt è un joule al secondo e il tuo computer usa circa 60 watt (e un gigawatt sono 109 watt)”.

L’Islanda è una destinazione popolare per le criptovalute

L’estrazione di Bitcoin prospera in Islanda, dove l’energia è economica e le connessioni Internet utilizzano reti in fibra ottica super veloci. Inoltre, il clima freddo dell’Islanda gioca un ruolo importante nel garantire che gli strumenti usati dalle criptovalute non si surriscaldino. L’hardware “minerario” genera grandi quantità di calore e il clima freddo per tutto l’anno dell’Islanda fa risparmiare alle aziende ulteriori costi di controllo della temperatura.

L’ascesa dell’estrazione di criptovalute nel paese ha spinto i membri del governo a prendere in considerazione misure per tassare il settore. In circostanze normali, le aziende che creano ricchezza in Islanda pagano una certa quantità di tasse al governo”, ha detto Smari McCarthy, membro del Pirate Party islandese, all’Associated Press. “Queste aziende non pagano tasse e dovremmo chiederci se dovrebbero farlo”.

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Cosa succede se si consuma così tanta energia

Tra i tanti argomenti di conversazione – e preoccupazione – sulle criptovalute, quello del consumo energetico è tra i più pressanti e rilevanti. È giusto consumare così tanto? Finiremo a spendere per l’estrazione più soldi del valore stesso della valuta? È un bene o un male che le “fabbriche di Bitcoin” siano in paesi poveri e non sempre democratici? E se invece l’estrazione di criptovalute promuovesse energie pulite e innovative, e aiutasse quei paesi? Non tutte queste domande hanno risposte chiare, e quelle che ci sono dipendono dalle persone a cui si fa la domanda.

La posizione di chi dice che non sia un problema usare tanta energia per le criptovalute è piuttosto semplice: il mondo è pieno di cose che consumano energia, almeno in questo caso si usa per un progetto che potrebbe cambiare le cose sia dal punto di vista tecnologico, che da quello finanziario ed economico. Già nel 2016 Marc Bevand – esperto di criptovalute – scrisse che «considerare uno spreco energetico quello per le criptovalute vuol dire non riuscire a guardare il quadro complessivo delle cose». Tra le tante cose dette da chi difende i costi energetici legati ai bitcoin c’è il fatto che altre valute non cripto – euro, dollari, yen – vanno stampate, spostate, conservate in luoghi che vanno costruiti, illuminati, sorvegliati, eccetera. Anche le valute tradizionali consumano energia, insomma.

È più facile però trovare persone critiche, o almeno preoccupate, nei confronti dell’impatto sull’ambiente delle criptovalute. De Vries, l’economista citato dal New York Times, ha scritto che il problema non sta solo nell’estrazione ma anche nelle operazioni che si fanno con i bitcoin: e ha stimato, sul sito Digiconomist, che ogni transazione di bitcoin – quella che chiede a tutti i computer del sistema di controllare, registrare e approvare l’operazione – consuma l’elettricità necessaria per fare 80mila transazioni con carte Visa. Le stime sono state criticate ma è certo che, se non 80mila, si parla di almeno 10mila transazioni. Ci sono persone preoccupate anche dentro il mondo delle criptovalute

E’ possibile aver aumentato il surriscaldamento mondiale con una cosa che consuma tanta elettricità per estrarre un singolo bitcoin? Bisognerebbe provare a capire se esistano modi migliore e più puliti per distribuire bitcoin, per garantire la sicurezza di sistema. Intanto esistono già tante criptovalute che funzionano in modo diverso. Le più importanti sono Ripple e Stellar, terza e nona per volume d’affari. Sono nate dopo Bitcoin, quando già ci si poneva il problema del consumo energetico legato alle criptovalute.

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Criptovalute news: Vechain sigla una accordo con Yida Future https://www.business.it/criptovalute-news-vechain-sigla-una-accordo-con-yida-future/ Tue, 27 Feb 2018 08:00:45 +0000 https://www.business.it/?p=19432 Nel mondo delle criptomonete, Vechain rappresenta sicuramente la novità. Da due anni a questa parte è la moneta digitale che sta aumentando costantemente il valore delle sue azioni, complice una crescita lenta ma importante. L’ultima notizia è un aumento del 18% grazie ad un accordo siglato con Yida Future. É arrivata quindi a quota 6,81… Leggi tutto »Criptovalute news: Vechain sigla una accordo con Yida Future

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Nel mondo delle criptomonete, Vechain rappresenta sicuramente la novità. Da due anni a questa parte è la moneta digitale che sta aumentando costantemente il valore delle sue azioni, complice una crescita lenta ma importante.

L’ultima notizia è un aumento del 18% grazie ad un accordo siglato con Yida Future. É arrivata quindi a quota 6,81 dollari ad azione ed è in lista alla 16esima posizione tra i più importanti termini di capitalizzazione del mercato. Vechain infatti viene subito dopo le più famose Tron, Ethereum Classic e Nem.

La criptovaluta Vechain si impegna nel creare un sistema, all’interno di imprese e aziende, che sia più trasparente possibile. Come i più famosi Bitcoin, anche la questa moneta digitale riesce nell’obiettivo di implementare le informazioni e il trasferimento di valori ad alta velocità.

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VeChain-logo-moneta-digitaleLa piattaforma blockchain ha continuato a migliorarsi in questi due anni di vita, fornendo un vero e proprio riadattamento strategico.

Il team di Vechain collabora con numerosi partner commerciali, tra cui l’ennesima partnership con Yida Future.

Quale collaborazione è avvenuta dunque con Yida Group? Si tratta di un accordo per costruire soluzioni VeChain Thor esclusivamente per Yida. Yida Group è un’impresa che si occupa di sviluppare aree immobiliari pianificate. Un esempio? Città intelligenti come BEST City, oppure parchi industriali intelligenti come Dalian Software Park. Sono in programma oltre 20 aree intelligenti. 

Lo scopo di Vechain è appunto questo: visto che sta cercando di costruire una piattaforma basata sulla blockchain, che non sia solo dedicata al digitale, ma soprattutto verso sistemi aziendali. Così le imprese potranno effettuare numerose operazioni e funzioni, tutto grazie alla blockchain. Ciò comporterà la creazione di un ponte diretto tra gli affari economici e monetari e il contesto digitale corrispondente.
Leggi anche: Criptovaluta Ducatus Coin: caratteristiche, quotazione e valore
cripto-venezuela-petroIl potenziale di Vechain aumenterà in modo esponenziale, proprio grazie alle specificità della piattaforma, che rende i dati archiviati sicuri e affidabili.

La prima fase della partnership tra Vechain e Yida Future ha in programma l’integrazione di tutte le soluzioni amministrative di Gui’an smart city, nei progetti già in fase di sviluppo.

Lo scopo principale dell’intera operazione è quello di combinare Vechain Thor con lo sviluppo di soluzioni blockchain perfettamente personalizzabili per ogni tipo di cliente e asset di Yida Group già formati.
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Criptovaluta Ducatus Coin: caratteristiche, quotazione e valore https://www.business.it/criptovaluta-ducatus-coin-caratteristiche-quotazione-valore/ Thu, 22 Feb 2018 14:00:28 +0000 https://www.business.it/?p=19127 Recita così il sito ufficiale della criptovaluta Ducatus: “Fondato e guidato da un gruppo esperto di imprenditori e professionisti del marketing, DUCATUS invita i suoi membri ad acquistare crediti di mining e diventare parte integrante nella creazione di una nuova valuta. Unendo il “denaro”, disponibile solo per “pochi” privilegiati, con i progressi di oggi verso… Leggi tutto »Criptovaluta Ducatus Coin: caratteristiche, quotazione e valore

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Recita così il sito ufficiale della criptovaluta Ducatus: “Fondato e guidato da un gruppo esperto di imprenditori e professionisti del marketing, DUCATUS invita i suoi membri ad acquistare crediti di mining e diventare parte integrante nella creazione di una nuova valuta. Unendo il “denaro”, disponibile solo per “pochi” privilegiati, con i progressi di oggi verso una completa digitalizzazione della vita, questo nuovo mezzo di pagamento offrirà una moderna soluzione di “denaro” accessibile a tutti”.

L’ennesima opportunità di guadagnare soldi facili, oppure l’ennesima truffa? La Ducatus Coin, detta anche Swissmine, sta registrando l’esatto successo delle monete digitali, e rappresenta una valida alternativa per chi vuole investire in Bitcoin. Chi ha investito in questi ultimi all’inizio è diventato milionario, cosa che potrebbe succedere anche alla nuova Ducatus.

Secondo i termini ufficiali in cui è presentata la nuova moneta digitale, la Ducatus sarebbe effettivamente in grado di fornire la più vasta combinazione di infrastrutture per critpovalute. La distribuzione è fondamentale: ne esiste infatti una gran potenza e un network marketing decisamente accurato e strutturato.

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Funzioni e dubbi

Chi può comprare Ducatus?

Tutti i membri, andando sul sito ufficiale. Le monete saranno tutte accumulate, dopo gli acquisti in un portafoglio digitale. Il trasferimento del portafoglio permetterà di effettuare acquisti sempre nuovi ogni qual volta si desidera ampliarlo con ulteriori criptovalute. Le operazioni possono essere monitorate tramite i wallet, così tutto avviene in modo trasparente e ordinato.

Esistono però molti dubbi sulla nuova criptovaluta. Ducatus non è una moneta come il Bitcoin e vi spieghiamo perché.

In primo luogo è molto difficile utilizzarla e procedere all’avvio delle operazioni. Mentre uno degli aspetti che ha decretato il successo dei Bitcoin è stato proprio quello di una semplicità estrema nelle operazioni di acquisto, al contrario le procedure che riguardano il Ducatus risultano estremamente difficili. 

Poi, il Ducatus viene rappresentato da una struttura societaria poco ben definita e il suo business model non funziona così correttamente. Perché? In quanto i pacchetti per effettuare il mining sono cari e poco abbordabile. Questo succede perché i Ducatus Coin non si possono vendere sugli exchange come tutte le altre monete digitali, ma solo ed esclusivamente sul sito ufficiale Ducatus. Questo limita non poco le procedure.

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nem-moneta-virtuale-nel-futuro-vsloreChe sia una truffa?

Inoltre, niente può essere acquistato tramite Ducatus. Praticamente si tratta solo di un azzardo sperando che il suo valore cresca, quindi si stratta di un vero e proprio investimento ad occhi chiusi. Infine Ducatus non è presente su CoinmarketCup.

I dati di fatto fanno quindi pensare più ad un sistema ben congegnato per sottrarre soldi agli investitori in attesa di una promessa di guadagno, che non di una criptovaluta seria ed efficiente.

Anzi: Ducatus non è una criptovaluta. Più che altro si tratta di un token, creato appositamente da Ducatus Swiss Coin, azienda di riferimento. Ducatus Swiss Coin rappresenta infatti l’unico ente in grado di fare mining sul Ducatus. Per questo i pacchetti di mining vengono venduti a prezzi altissimi.

Le opinioni sono quindi contrastanti e più che un affare sembra l’ennesimo schema Ponzi, ovvero un sistema di investiment, che promette forti guadagni, basato su una truffa.

L’unico modo per tenersi alla larga da investimenti sbagliati è il fatto che questi ultimi promettano fin da subito guadagni stellari. La trappola è dietro l’angolo!

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Bitcoin news: una Tesla usata come supercomputer https://www.business.it/bitcoin-news-tesla-usata-supercomputer/ Thu, 22 Feb 2018 10:22:44 +0000 https://www.business.it/?p=19102 I Bitcoin hanno ottenuto un discreto successo soprattutto grazie alle impennate di prezzi che hanno aumentato il portafogli dei giocatori d’azzardo. Nonostante i numerosi moniti della Banca Centrale Europea, i Bitcoin procedono con la loro corsa, continuando a ricevere consensi e decretandone l’ascesa. Ma a quanto pare non basta comprarli e restare a guardare quanto frutteranno.… Leggi tutto »Bitcoin news: una Tesla usata come supercomputer

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I Bitcoin hanno ottenuto un discreto successo soprattutto grazie alle impennate di prezzi che hanno aumentato il portafogli dei giocatori d’azzardo. Nonostante i numerosi moniti della Banca Centrale Europea, i Bitcoin procedono con la loro corsa, continuando a ricevere consensi e decretandone l’ascesa.

Ma a quanto pare non basta comprarli e restare a guardare quanto frutteranno.

C’è chi ha avuto l’idea di trasformare la Tesla, la berlina a motore elettrico in un supercomputer. Per fare cosa? Semplice: guadagnare Bitcoin! Effettuare il cosiddetto mining, ovvero scavare nelle miniere un po’ come cercare l’oro. In questo caso l’oro sono i bitcoin, e più persone cercano, meno oro Bitcoin si trova. Occorre quindi aumentare la potenza di calcolo dei computer che fanno calcoli crittografici. Ebbene, questo signore americano ha preso tutta l’energia elettrica che gli serviva per far funzionare il mining, sfruttando le ricariche gratuite offerte appunto da Tesla. Siccome il costo dell’energia è nettamente capace di superare quello dei Bitcoin guadagnati in questo modo, molte persone si ingegnano affinché si possono fare “mining”, e di conseguenza con grandissimo dispendio di energia elettrica, senza però pagare un dollaro.

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Via le bollette usando qualsiasi mezzo a disposizione per non farsi arrivare a casa bollette salate: pannelli fotovoltaici, pali eolici… e chi può ne ha, più ne metta.

Utilizzare però la batteria di una Tesla Model S, sembra impossibile, eppure è successo anche questo. Come è stato possibile? Grazie ai processori presenti nella rete di bordo. E ovviamente grazie ai Supercharger, le colonnine che offrono la ricarica gratis della batteria a clienti di prim’ordine.

Insomma la febbre dei Bitcoin, e più in generale, delle criprtovalute ha fatto ingegnare le menti di molti appassionati sul modo di fare soldi spendendo poco.

Tutto questo è avvenuto da quando il valore del Bitcoin ha raggiunto cifre altissime, arrivando a toccare i 19mila dollari e attestandosi a quota 15mila grazie al debutto nei future.

Non servono server, ma solo computer connessi con tecnologia blockchain, e l’estrazione è decentralizzata. Per questo basta un computer, l’hardware adatto e il gioco è fatto. Guadagnare Bitcoin è estremamente facile.

Tesla-superchargerLeggi anche: Bitcoin news: quota 50mila entro fine anno. Le parole di Draghi

E anche se viene richiesta una carica di energia non indifferenti, molti pensano che il gioco vale la candela.

Eppure non è nuovo il commento ufficiale della BCE e del presidente Draghi. Solo poche settimane fa, a Strasburgo, ha presentato una relazione sull’andamento dell’eurozona. Il successo dei Bitcoin non ha evitato che mettesse in guardia sostenitori, appassionati e fanatici sul rischio di investire nelle criptovalute.

I Bitcoin hanno attirato l’interesse tutti, ottenendo un successo tale da scavalcare tutte le altre criptomonete. É indubbio infatti che la loro diffusione abbia portato linfa nuova ai portafogli delle banche europee. Questo dato di fatto va comunque valutato ed esaminato con accortezza e molta lungimiranza. Per ora, sia Mario Draghi che numerosi dirigenti di banche europee continuano ad esclamare  perplessità a riguardo, ribadendo che la decentralizzazione, ma in particolare la deregolamentazione delle criptovalute è un loro punto a sfavore, proprio perché “le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza”.

Staremo a vedere come si evolverà il caso Bitcoin e quanto, nel futuro, le criptovalute avranno la meglio sulle monete correnti.

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Minare criptovalute: ecco cos'è il mining https://www.business.it/minare-criptovalute-mining/ Wed, 21 Feb 2018 14:51:28 +0000 https://www.business.it/?p=19045 Come si crea un bitcoin? Con il denaro cartaceo, un governo decide quando stampare e come distribuire il denaro. Bitcoin non ha un governo centrale. Con Bitcoin, i minatori utilizzano un software speciale per risolvere problemi di matematica e vengono emessi un certo numero di bitcoin in cambio. Questo fornisce un modo intelligente per emettere la moneta… Leggi tutto »Minare criptovalute: ecco cos'è il mining

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Come si crea un bitcoin? Con il denaro cartaceo, un governo decide quando stampare e come distribuire il denaro. Bitcoin non ha un governo centrale. Con Bitcoin, i minatori utilizzano un software speciale per risolvere problemi di matematica e vengono emessi un certo numero di bitcoin in cambio.

Questo fornisce un modo intelligente per emettere la moneta e crea anche un incentivo per più persone. La rete bitcoin e delle altre criptovalute, memorizza le transazioni all’interno della blockchain. Affinchè un nuovo blocco possa essere aggiunto all’enorme database pubblico contenente tutte le transazioni in bitcoin, è necessario che un elaboratore che prende il nome di “minatore” lo “chiuda” elaborando un particolare codice. Al minatore vengono regalati 50 BTC (bitcoin) per ogni blocco di dati elaborato.

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Cos’è il mining

Il mining (o creazione) è il modo utilizzato dal sistema bitcoin e dalle criptovalute in generale per emettere moneta. Per chi non ne sa nulla: i bitcoin sono delle monete virtuali, sono in quantità limitata e bisogna trovarle. Bitcoin mining” o “bitcoin miner” tradotto in italiano significa “minare i bitcoin”. Il termine “minare” deriva dal verbo inglese “to mine” che significa “estrarre”; possiamo paragonare (metaforicamente) questa professione al classico minatore che lavora in miniera.

Il paradigma che descrive questo sistema è proprio quello dell’oro e dei cercatori d’oro. Come per l’oro, i bitcoin sono presenti in natura (cioè nella rete) in quantità limitata. Per trovarli invece di scavare col piccone o filtrare la sabbia dei fiumi, bisogna utilizzare i computer e dei software che fanno calcoli crittografici (per questo si parla di cryptovalute). Più oro viene trovato in natura, più l’oro restante diventa raro. Lo stesso avviene per i bitcoin. Più bitcoin vengono trovati e immessi nel mercato dei bitcoin, meno ne restano da trovare e il mining diventa più difficile (occorre più tempo e più potenza di calcolo).

Inoltre, come per l’oro, anche per i bitcoin, più gente cerca l’oro, meno probabilità si ha di trovarlo e ciò fa riunire i minatori di bitcoin in pool, cioè in consorzi di minatori. Proprio come i consorzi di cercatori d’oro quando uno dei computer del consorzio trova un bitcoin, questo viene suddiviso tra tutti i minatori associati in base alla potenza di calcolo del proprio computer e al tempo dedicato alla ricerca dei bitcoin. A “bitcoin”, in questo discorso potete sostituire una qualsiasi delle criptovalute in circolazione e ce ne sono ormai più di 900 che funzionano tutte allo stesso modo.

Come minare Criptovalute

Per fare il mining bisogna installare un programma che effettua particolari calcoli crittografici (per questo si chiamano cryptovalute). Nel mining il piccone da cercatore è la scheda video. Si è infatti notato che le schede video costruite e vendute per i videogiochi sono in realtà perfette per i calcoli della blockchain. Quindi bisogna fare un computer con tante schede video e il programma di mining le userà per trovare i bitcoin.

Per iniziare a minare criptomonete abbiamo bisogno di sapere quale di queste monete vogliamo estrarre, alcune monete per esempio il bitcoin usa lo SHA-256 mentre il litecoin usa lo scrypt e di conseguenza ci sono hardware differenti per ognuno di loro. Agli inizi per minare veniva usata la CPU del pc poi è stato scoperto che le GPU ovvero le schede video questi calcoli li eseguivano 10 volte più velocemente.

Per l’algoritmo SHA-256 quindi per i bitcoin e altre criptovalute la nuova generazione di processori è ancora più avanzata, con il boom che ha generato il bitcoin ha fatto si che molti la producessero rallentando i calcoli in rete. Ora sono stati realizzati gli FPGA e ASIC con velocità molto più elevate delle GPU capici di raggiungere 5 Bitcoin al giorno.

Online ci sono molti siti di trading con criptovalute e consentono di scambiarle con monete normali come euro e dollaro. Il sistema è come in borsa, si può acquistare la criptomoneta ad un prezzo basso e rivenderla quando il valore sarà aumentato. Ovviamente si può anche andare sotto il valore e si possono avere grandi perdite. Quando si raccoglie un po’ di moneta la si può convertire nella criptovaluta che si preferisce e inviarla al proprio wallet (il portafoglio digitale).

E da tenere presente che ogni moneta ha il suo wallet (un normale file) e non va assolutamente perso, lì ci sono le chiavi che sono collegate alle proprie transazioni nella blockchain di quella moneta e sono necessarie per usare i cripto soldi. I wallet devono essere conservati al sicuro e non sulla macchina che fa mining che è connessa ad Internet e quindi insicura.

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Sicurezza della rete Bitcoin

L’estrazione del bitcoin è decentralizzata. Chiunque abbia una connessione a internet e l’hardware appropriato può partecipare. La sicurezza della rete Bitcoin dipende da questo decentramento poiché la rete Bitcoin decide sulle basi del consenso. Se esiste un disaccordo circa se un blocco dovrebbe essere incluso nella catena di blocchi, la decisione viene effettivamente effettuata con un semplice consenso di maggioranza, cioè se più di metà della potenza mineraria è d’accordo.

Altro fattore è la potenza con cui si minano le monete, questa potenza è misura in Hash. Piu GigaHash si hanno e più monete si ottengono in meno tempo. Il Mining è un processo che richiede molta potenza di calcolo. Le più grandi aziende di mining si stanno spostando nell’Europa dell’est , dove la corrente costa molto meno dal resto dell’Europa. Un’altro mezzo per fare mining è registrarsi a siti che consentono di minare grazie al noleggio dei loro hardware.

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Telegram criptovalute: Gram record storico https://www.business.it/telegram-criptovalute-gram-record-storico/ Wed, 21 Feb 2018 09:22:16 +0000 https://www.business.it/?p=19018 Anche Telegram entra nel mondo delle monete virtuali e lo fa in grande stile, organizzando la più grande ICO della storia, pari a 1,2 miliardi di dollari. Potrebbe essere la più grande Initial coin offering di sempre. E a lanciarla non sarebbe una giovanissima startup ma un’app di messaggistica da 180 milioni di utenti. E, a giudicare… Leggi tutto »Telegram criptovalute: Gram record storico

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Anche Telegram entra nel mondo delle monete virtuali e lo fa in grande stile, organizzando la più grande ICO della storia, pari a 1,2 miliardi di dollari. Potrebbe essere la più grande Initial coin offering di sempre. E a lanciarla non sarebbe una giovanissima startup ma un’app di messaggistica da 180 milioni di utenti. E, a giudicare da quanto emerso da fonti autorevoli come Bloomberg, l’ICO di Telegram potrebbe aver già infranto ogni record, ancor prima di essere ufficializzata.

L’idea dei creatori di Telegram sarebbe quella di creare una propria blockchain di terza generazione, come riportato dalle fonti di TechCrunch. Ciò garantirebbe performance migliori in quanto ad infrastruttura e quindi maggiore velocità nelle transazioni

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Il successo di Telegram

Sembra che l’ICO da un miliardo di dollari di Telegram abbia raggiunto il suo primo traguardo dopo che la società di app di messaggistica, rivale di WhatsApp, ha raccolto 850 milioni di dollari da 81 investitori per sviluppare la tecnologia alla base dello scambio di criptovalute, dando prova dell’enorme interesse suscitato dal progetto negli investitori. Il successo potrebbe spingere l’ICO fino a 2 miliardi di dollari, secondo le previsioni di Bloomberg.

Indiscrezioni circa la possibilità che l’app di messaggistica stia cercando di sviluppare una propria criptomoneta circolano sulla stampa già da settimane. “Gli emittenti intendono utilizzare i soldi per realizzare la Ton Blockchain, per sviluppare e mantenere la messaggistica di Telegram e per altri scopi descritti nei documenti di questa offerta”, si legge nel documento della Securities and Exchange Commission (Sec),  l’ente di vigilanza federale degli Stati Uniti.

Secondo gli esperti questa sarebbe la prima fase di una raccolta fondi in criptovalute (Ico), che potrebbe raggiungere 3,8 miliardi di dollari, costituendo un record nel settore. La cifra raccolta, infatti, è già superiore a quella normalmente raggiunta tramite Ico, che non supera i 300 milioni di dollari. Telegram, app nota soprattutto per la sua capacità di rendere anonimi gli scambi di informazioni, non ha ancora confermato ufficialmente le sue intenzioni.

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Quando si realizzerà il progetto

Il progetto potrebbe realizzarsi a marzo ed è stata recepita con interesse dal pubblico che non fa parte degli investitori istituzionali. L’offerta è infatti suddivisa in due parti: una da 600 milioni di dollari destinata agli investitori di professione che si concluderà a fine febbraio e l’altra, di pari importo, aperta però al grande pubblico.

Le nuove risorse dovrebbero servire per creare nuovi servizi, che potrebbero trasformare in modo radicale l’app. O, meglio, creerebbero un ecosistema su blockchain. Il fondatore, Pavel Durov, non vuole solo una propria moneta ma anche una rete decentralizzata (denominata Telegram Open Network, Ton), su cui far viaggiare messaggi, file ma anche monete e “contratti intelligenti”.

Telegram si trasformerebbe così in una piattaforma multi servizi, sul modello di WeChat, ma che utilizza la blockchain per trasferire denaro (soprattutto in piccole somme) in modo istantaneo e con costi di transazione ridotti al minimo. Ton potrebbe essere utilizzato anche da terze parti (cioè da altri siti e piattaforme).

Quanto vale un token

Un token, ossia una singola moneta dell’Ico che in questo caso si chiama Gram, vale 30 centesimi di dollaro. Prezzo da prendere con le pinze perché destinato a oscillare a seconda delle richieste di acquisto. Il giornale Quartz è riuscito a ricostruire che l’Ico di Telegram sta facendo gola ad AID Partners, società di equity con quartier generale a Hong Kong, un venture capitalist di Singapore e, inoltre, i broker americani si stanno dando da fare per trovare investitori istituzionali nei patri confini.

Ad ogni modo, la vendita promette di essere il più grande ICO visto fino ad oggi. La cifra di prevendita supera solo tutte le altre ICO detenute da un certo margine. Si tratterebbe dunque dell’ICO più alta nella storia del settore finanziario, polverizzando il precedente record stabilito da Fileicon, con 257 milioni di dollari. Dal canto suo, il fondatore Pavel Durov sta continuando ad eludere qualsiasi commento sulla svolta epocale che attende Telegram, ma non potrà nascondersi ancora a lungo.

La criptovaluta targata Telegram comporterà molti vantaggi per la piattaforma, che potrebbe arricchirsi di tanti nuovi servizi, come VPN decentralizzati, per un’esperienza web ultra sicura in stile TOR, pagamenti online e vendita di bene o servizi senza la necessità dell’intermediazione di banche o istituti centralizzati, e molto altro ancora.

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Criptovalute valore: Ark e tecnologia blockchain https://www.business.it/criptovalute-valore-ark-tecnologia-blockchain/ Wed, 21 Feb 2018 07:48:07 +0000 https://www.business.it/?p=19004 Dalla seconda metà del 2017 in poi abbiamo assistito ad un’impennata d’interesse per Bitcoin e criptovalute alternative, e al momento non vi sono ragioni per ritenere che la rivoluzione dei pagamenti digitali non continui durante tutto il 2018 e oltre. C’è dunque ancora ampio spazio di crescita, e chi decidesse di scommettere oggi qualche euro sulle… Leggi tutto »Criptovalute valore: Ark e tecnologia blockchain

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Dalla seconda metà del 2017 in poi abbiamo assistito ad un’impennata d’interesse per Bitcoin e criptovalute alternative, e al momento non vi sono ragioni per ritenere che la rivoluzione dei pagamenti digitali non continui durante tutto il 2018 e oltre. C’è dunque ancora ampio spazio di crescita, e chi decidesse di scommettere oggi qualche euro sulle valute digitali giuste, potrebbe ottenere un eccezionale ritorno in futuro. Ma quali criptovalute bisognerebbe acquistare oggi per guadagnare nel 2018/2019?

E’ difficile prevedere quale criptovluta abbia ottime possibilità di crescita e sopratutto la possibilità di perdere tutto è molto concreta. Chi decide di investire lo fa dunque a proprio rischio e pericolo.

Ark è un progetto estremamente promettente che si appoggia ad una propria blockchain per validare le transazioni, un progetto articolato e diverso dalle altre “semplici” criptovalute. Ma le similitudini con il più noto Bitcoin si fermano qui e, proprio per questo, potrebbe essere interessante scegliere Ark come forma d’investimento a medio-lungo termine: se, come si spera, il framework che offre agli sviluppatori inizierà ad essere adottato, il ritorno per chi ci ha scommesso ora sarà indubbiamente elevato.

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Che cos’è Ark

Ark è un progetto articolato e diverso dalle altre “semplici” criptovalute. Lanciato sul mercato a marzo 2017 dopo una raccolta di fondi (ICO) non molto soddisfacente, è una piattaforma rivolta agli sviluppatori (sia grandi aziende, sia startup), che consente di realizzare blockchain personalizzate in modo relativamente semplice. In definitiva: Ark funziona un po’ come un framework per la blockchain.

L’ecosistema di Ark nasce dalla collaborazione e dallo sforzo di ben 17 team di sviluppo provenienti da 11 diversi paesi del mondo. Ark utilizza la tecnologia “Smartbridge” ovvero un ponte di connessione tra diverse blockchain che rende i coin più forti e permette alle app di raggiungere un audience più ampia.

Gli Smart Bridge sono sostanzialmente “adattatori” che mettono in comunicazione le varie blockchain consentendo, ad esempio, di scambiare pagamenti fra criptovalute differenti oppure dati fra app di prossima generazione. Ogni applicazioni basata sul “framework” Ark è automaticamente in grado di funzionare da Smart Bridge e dialogare con tutte le altre che impiegano Ark.

Qual’è il suo obiettivo

L’obiettivo di Ark è fornire i servizi blockchain che vogliono gli utenti e che servono agli sviluppatori. È un progetto “consumer oriented” (a favore degli utenti), che garantisce transazioni anonime e ultra-veloci. La velocità delle transazioni è molto buona: si parla infatti di soli 8 secondi per ottenere la conferma. Il costo di rete viene pagato tramite la “moneta” (token) del progetto: ARK (tutto maiuscolo). Ogni transazione costa 0.1 ARK, ma il costo verrà abbattuto ad appena 0.01 ARK già dal prossimo aggiornamento al “core” dell’architettura.

Il sistema prevede un tetto massimo al numero di ARK generabili: pocomeno di 130 milioni, ovvero un numero decisamente ridotto e che argina la svalutazione entro valori-limite già prestabiliti.

Ark: come funziona e quali sono le caratteristiche principali

Ark non è solo una criptovaluta, ma un ecosistema user-friendly che promuove la tecnologia blockchain per consumatori e sviluppatori. Queste sono le caratteristiche principali di Ark network che si basa su una rete peer-to-peer:

  • la community degli utilizzatori e del team di sviluppo che conta oltre 30 persone
  • un token basato su linguaggio open source, algoritmo di consenso DPoS sviluppato da Bitshares e blockchain derivata da Lisk
  • più blockchain unite tra loro dalla tecnologia SmartBridge
  • sicurezza e privacy garantita dalla totale anonimità delle transazioni
  • obiettivo principale: mettere la tecnologia blockchain a disposizione di tutti

Ark è stato emesso in circa 125 milioni di unità, distribuite secondo il seguente prospetto:

  • 75% dei token per utenti che lo hanno scambiato sugli exchange
  • 15% dei token al team di sviluppo
  • 7% dei token all’Ark Shield Program
  • 2% dei token in beneficienza
  • 1% dei token per l’escrow 

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criptovaluta-ark-valoreCome generare nuovi mining

Ark non prevede il mining come metodo per generare nuove monete. Al contrario dei sistemi Proof of Work (PoW) come Bitcoin o Litecoin, non è dunque necessario dotarsi di hardware costoso e consumare gigawatt di corrente per creare nuovi token. Ark adotta infatti un’architettura Delegated Proof of Stake (DPoS) che funziona un po’ come una sorta di democrazia rappresentativa:

1. ogni utente che detenga ARK nel proprio wallet può votare un altro utente, chiamato “delegato”

2. i 51 delegati con più voti in assoluto sono autorizzati a generare nuovi blocchi di ARk

3. i 51 delegati possono decidere di condividere i profitti con chi li ha votati

(In vero, è una forma di democrazia alquanto distopica: ogni voto ha un prezzo e i delegati eletti pagano direttamente i propri votanti: quelli che riescano a generare un numero più elevato di ARK possono pagare di più per rimanere in carica, farsi più “pubblicità” e raccogliere un maggior numero di voti. Inoltre, più ARK ogni utente ha nel borsellino e più viene pagato, “i ricchi diventano ancora più ricchi”, mentre ai “poveri” vanno le briciole).

Politica a parte, il sistema offre a noi utenti l’indubbio vantaggio pratico di generare un’interesse in ARK senza lasciare il PC acceso e/o il programma in esecuzione: basta votare un delegato che farà il lavoro al posto nostro e raccogliere i frutti. Il delegato ha tutto l’interesse a pagare i propri votanti secondo le promesse fatte in “campagna elettorale”: in qualsiasi momento, infatti, gli utenti possono cambiare il proprio voto e “sfiduciarlo”.

Quanto si può guadagnare investendo in Ark?

Come tutte le operazioni con una marcata tendenza speculativa, non è possibile sapere a priori quale sarà il ritorno del nostro investimento. Se le aziende inizieranno ad adottare concretamente la piattaforma Ark per realizzare i propri progetti, il prezzo schizzerà alle stelle molto rapidamente (in particolar modo se sarà un grande marchio tecnologico, come Microsoft, Google, Amazon ecc. a scommetterci). In caso contrario, il valore resterà più o meno stabile se il mercato identificherà Ark come “deposito di valore”, oppure scenderà progressivamente fino allo zero nel caso peggiore.

La decisione di investire o meno dipende dunque dal grado di fiducia che riponiamo nella tecnologia e, ancor più, nella capacità che avrà il team di farla adottare dagli sviluppatori. ARK nasce il 22 marzo 2017 con un valore di 0,032$, in soli 3 mesi, l’8 giugno 2017 supera il dollaro arrivando a 1,11$. All’inizio la crescita è sempre costante, il 15 settembre tocca i 4,05$, mentre nei mesi successivi scende di qualche punto.

Il 30 novembre 2017 parte da un prezzo di 2,93$ e arriva al (21 dicembre 2017) con un record di 8,57$, generando un ROI del 192% che si piazzava al 38° posto nella classifica delle criptovalute per capitalizzazione di mercato con un cap di oltre 800 milioni di dollari. Ad oggi , il prezzo di Ark è pari a 4,50$ (fonte: coinmarketcap).

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Criptovalute news: cos'è Golem e come funziona https://www.business.it/criptovalute-news-cose-golem-e-come-funziona/ Tue, 20 Feb 2018 12:55:45 +0000 https://www.business.it/?p=18987 Nel mondo delle criptovalute, Golem rappresenta la vera novità. Più che una moneta digitale vera e propria, Golem è il primo supercomputer decentralizzato che funziona anche come un marketplace. La piattaforma offre infatti la possibilità di connettere tutti i computer collegati ad un network peer-to-peer. Così, si può anche affittare la propria potenza di calcolo… Leggi tutto »Criptovalute news: cos'è Golem e come funziona

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Nel mondo delle criptovalute, Golem rappresenta la vera novità.

Più che una moneta digitale vera e propria, Golem è il primo supercomputer decentralizzato che funziona anche come un marketplace. La piattaforma offre infatti la possibilità di connettere tutti i computer collegati ad un network peer-to-peer. Così, si può anche affittare la propria potenza di calcolo hardware, così come esiste la possibilità di vendere i software.

La decentralizzazione è la vera chiave di tutte le criptovalute e del loro successo. Golem vanta infatti una distribuzione capillare e una co-presenza all’interno della piattaforma Etheureum, permettendo a tutti gli utenti di effettuare pagamenti diretti.

Cosa significa in termini di denaro virtuale? La fornitura di gettoni Golem equivale ad un miliardo di gettoni, mentre la sua offerta circolante gira intorno agli 834.262.000.

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Il Golem Network

Ha avuto ottime recensioni fin da quando è stata creata, nel novembre 2016. Da allora ha trovato un posto nell’universo delle monete digitali con lo scopo di creare un ecosistema globale per la potenza di calcolo.

“The Golem Network è una rete di calcolo decentralizzata. Usando gli utenti di Golem puoi acquistare o vendere energia di calcolo da altri utenti in un ambiente peer to peer. Golem è costruito usando i contratti intelligenti di Ethereum come sistema di transazioni per nano-pagamenti all’interno della rete. Golem Network Tokens (GNT) fungerà da supporto sicuro per tutte le transazioni all’interno della rete Golem”. Così l’ha annunciata il sito inglese CryptoCompare, inserendola di diritto nell’universo ufficiale del mondo delle criptovalute.

Golem-criptoGolem.network è il sito ufficiale. Da lì si possono controllare tutte le operazioni effettuate in tempo reale nella open source dove chiunque può accedere.

C’è infatti scritto, nero su bianco, che il network è costituito dalla potenza combinata delle macchine degli utenti, dai PC a interi data center. Golem è quindi capace di calcolare un’ampia varietà di compiti, dal rendering CGI, passando per l’apprendimento automatico fino ad arrivare all’elaborazione scientifica. Non ci sono limiti apparenti, in quanto è in grado di creare un’economia di condivisione decentralizzata di potenza di calcolo. Golem è infine adatto nel fornire agli sviluppatori di software una fonte di potenza di calcolo più che flessibile, affidabile ed economica.

Per questo può essere considerato sia un Infrastructure-as-a-service (Iaas), sia un Platform-as-a-Service (Paas).

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L’ecosistema Golem e le sue proprietà

Dal sito ufficiale si spiega infatti che l’ecosistema di Golem: “consente agli utenti e alle applicazioni (richiedenti) di noleggiare cicli di macchine di altri utenti (fornitori). Qualsiasi utente che vada da un singolo proprietario di PC a un grande data center può condividere le risorse attraverso Golem e ottenere il pagamento in GNT (Golem Network Tokens) dai richiedenti.Golem utilizza un sistema di transazioni basato su Ethereum per regolare i pagamenti tra fornitori, richiedenti e sviluppatori di software. Tutti i calcoli avvengono in ambienti sandbox e sono completamente isolati dal sistema dell’host. Gli sviluppatori di software sono al centro dell’ecosistema di Golem: il nostro registro applicazioni e il nostro Transaction Framework consentono a chiunque di distribuire, distribuire e monetizzare le applicazioni nella rete Golem”.

Ecco sottolineata come la struttura decentralizzata fa sì che esista una maggiore efficienza. Molti esperti del settore lo hanno già definito come il nuovo “future internet service providers” e che, grazie alla condivisone all’interno del network, il costo sarà imbattibile perché minore della potenza di calcolo rispetto a tutti gli altri cloud presenti sul mercato finora.

Golem non si ferma qui: ha già in programma di sviluppare quattro aree ben definite, in collaborazione con partner commerciali e tecnologici: Apprendimento Automatico, Calcolo scientifico, Analisi Aziendale e Microservizi e Dapps.

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Criptovalute rischi: ICO nuove linee guida https://www.business.it/criptovalute-rischi-ico-nuove-linee-guida/ Tue, 20 Feb 2018 12:46:01 +0000 https://www.business.it/?p=18984 Braccia aperte alle ICO. A stabilirlo è la Finma (l’Autorità federale elvetica di vigilanza sui mercati finanziari) in Svizzera, uno dei Paesi diventati leader – in questi mesi – nella raccolta di capitali tramite Initial Coin Offering. L’obiettivo della nazione, in controtendenza rispetto a buona parte del globo, è quello di sostenere le criptomonete, annunciando… Leggi tutto »Criptovalute rischi: ICO nuove linee guida

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Braccia aperte alle ICO. A stabilirlo è la Finma (l’Autorità federale elvetica di vigilanza sui mercati finanziari) in Svizzera, uno dei Paesi diventati leader – in questi mesi – nella raccolta di capitali tramite Initial Coin Offering. L’obiettivo della nazione, in controtendenza rispetto a buona parte del globo, è quello di sostenere le criptomonete, annunciando linee guida che dovrebbero aiutare le offerte iniziali di moneta a livello locale, favorendo – soprattutto – lo sviluppo della Blockchain. Come? Chiarendo quando gli imprenditori dovranno applicare le leggi antiriciclaggio e in materia di valori mobiliari.

Del resto, la Svizzera è stato un Paese pioniere in questo settore. Quattro delle 10 principali offerte iniziali di monete proposte hanno utilizzato come base la Svizzera: e la Finma ha ricevuto oltre 100 richieste di orientamento.

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Un vademecum per capire cos’è ICO

Initial Coin Offering (ICO) è un mezzo per raccogliere fondi per investire in una nuova impresa che offre criptovalute. L’ICO è un meccanismo di finanziamento in cui un nuovo progetto collegato al mercato delle criptomonete, vende i propri token iniziali agli investitori in cambio di Bitcoin ed EthereumNuovi ICO sono annunciati ogni giorno. L’anno 2017 è stato un anno record per le ICO e quasi 4 miliardi di USD sono stati raccolti grazie a questo meccanismo. 
Più di 180 nuove ICO saranno lanciate nel 2018. Alcuni dei recenti ICO lanciati a gennaio 2018 includono Mobius Network, Bitcomo, Parkgene, SureRemit, DataTrading, Hoqu, Bankera, Cointed e altri. La maggior parte degli ICO accetta Bitcoin o Ether. È possibile acquistare queste criptovalute da una delle affidabili piattaforme di criptovaluta e quindi inviare le criptovalute in cambio dei nuovi token ICO. 

La definizione del fenomeno 

Secondo la Finma, «nel quadro di un’Ico gli investitori versano mezzi finanziari (generalmente sotto forma di criptovalute) all’organizzatore Ico. In cambio, ottengono “coin” e/o “token” basati sulla tecnologia blockchain, creati e salvati a livello decentralizzato su una nuova blockchain sviluppata in questo contesto oppure, mediante un cosiddetto smart contract, su una blockchain esistente». 

Secondo l’Authority, la valutazione di Ico già effettuate avviene esclusivamente nel quadro di eventuali accertamenti su attività illecite; lo stesso dicasi delle istanze inoltrate alla Finma a mero titolo conoscitivo. La valutazione e il rispetto delle norme, in particolare per quanto riguarda il diritto civile e fiscale (elvetici, ndr), rimangono di responsabilità dei partecipanti al mercato stesso.

Il diritto dei mercati finanziari non è applicabile a tutte le ICO 

E vi è un obbligo di controllo, perché le ICO hanno strutture molto diverse. Le circostanze devono essere prese in considerazione in ogni singolo caso.  Finora, tuttavia, non esistono disposizioni normative specifiche per le OCI. Non vi è stata inoltre alcuna giurisprudenza pertinente né una dottrina giuridica coerente. I principi della Finma si concentrano sulla funzionalità e la trasferibilità dei token. Nella sua valutazione regolamentare delle ICO, la Finma segue un approccio incentrato sulla funzione e sullo scopo economico dei token. Attualmente non esiste una classificazione dei gettoni generalmente accettata né in Svizzera né a livello internazionale.

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Le linee guida della Finma

Le linee guida della Finma individuano tre categorie di ICO. Le prime sono ICO di pagamento, sono trasferibili e possono fungere da mezzo di pagamento. L’autorità di regolamentazione ha affermato che tali misure avrebbero dovuto essere conformi alle norme antiriciclaggio, ma non sarebbero state trattate come titoli finanziari. Le seconde sono ICO di «utilità», non possono essere considerate titoli se il loro unico scopo è conferire diritti di accesso digitale a un’applicazione o servizio. Le terze sono ICO attive, sono trattate come azioni o obbligazioni se, ad esempio, pagano dividendi o interessi o danno diritto a flussi di utili. Queste saranno soggette a severi requisiti di legge in materia di valori mobiliari.

Mark Branson, amministratore delegato di Finma, ha detto venerdì che “l’approccio equilibrato dell’autorità di regolamentazione ai progetti ICO permetterebbe agli innovatori legittimi di navigare nel panorama normativo e quindi di lanciare i loro progetti in modo coerente con le nostre leggi a tutela degli investitori e dell’ integrità del sistema finanziario”. E’ chiaro che il fine ultimo è quello di aiutare il settore, in rapida crescita: “se si rimuove l’incertezza, si attira più business”.

A livello mondiale le autorità di regolamentazione sono preoccupate

le autorità di regolamentazione sono preoccupate per l’uso di criptomonete da parte di criminali e per il riciclaggio di denaro, oltre ai rischi per gli investitori. E le banche tradizionali stanno cercando di impedire alle criptomonte di infiltrarsi all’interno del sistema finanziario convenzionale. La People’s Bank of China (Pboc) ha fatto sapere che metterà al bando tutte le piattaforme domestiche e straniere per lo scambio di criptovalute e i siti per le ICO, stando a quanto riportato dal South China Morning Post. Benchè la Cina, infatti, avesse già messo al bando gli exchange locali di criptomonete e ICO, l’attività dei cinesi non si era mai veramente placata, anche grazie alle piattaforme estere. L’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha spiegato che la Banca centrale stringerà i controlli sugli investitori domestici che si imbarchino in transazioni estere di valute virtuali e di ICO.

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Criptovalute news: Petro coin Venezuela https://www.business.it/criptovalute-news-petro-coin-venezuela/ Mon, 19 Feb 2018 09:57:39 +0000 https://www.business.it/?p=18865 Non solo Bitcoin, Ethereum e Litecoin: il vocabolario delle criptovalute si arricchisce con “Petro“, la nuova moneta virtuale legata al petrolio, lanciata dal Venezuela in 100 milioni di pezzi, di cripto-attivo che sono la soglia massima che sarà da qui in avanti possibile estrarre. L’annuncio è stato fatto dal presidente Nicolas Maduro, che ha così… Leggi tutto »Criptovalute news: Petro coin Venezuela

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Non solo Bitcoin, Ethereum e Litecoin: il vocabolario delle criptovalute si arricchisce con “Petro“, la nuova moneta virtuale legata al petrolio, lanciata dal Venezuela in 100 milioni di pezzi, di cripto-attivo che sono la soglia massima che sarà da qui in avanti possibile estrarre. L’annuncio è stato fatto dal presidente Nicolas Maduro, che ha così realizzato quello che aveva promesso ai primi di dicembre.

cripto-venezuela-petroCome funziona la nuova criptovaluta

La nuova criptovaluta, ha detto Maduro nel corso di un meeting con i suoi ministri sulla tv di Stato, secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, sarà garantita dai 5 miliardi di barili del blocco Ayacucho nel giacimento dell’Orinoco e avrà circa il valore di un barile di petrolio venezuelano sul mercato internazionale e saranno uno strumento per “progredire nella sovranità monetaria, realizzare transazioni finanziarie e sconfiggere il blocco finanziario imposto dall’impero americano”, per un totale di circa 5,9 miliardi di dollari.

La vendita vera e propria si avrà dopo un mese. I token infatti sono fiche che si emettono attraverso un “contratto intelligente” della piattaforma. E non faranno parte della rete petro fino a quando non siano scambiati al momento dell’offerta vera e propria. Alla fine del processo, saranno 82,4 i petro disponibili, il cui prezzo è definito in base a quello del petrolio e per questo è fissato un valore di 60 dollari

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A cosa servirà il Petro

Il petro vuole essere un mezzo per acquistare beni e servizi, piattaforma di e-commerce e alternativa per il risparmio e gli investimenti. E soprattutto l’arma fatale contro “la guerra economica non-convenzionale” come la chiama il governo. L’obiettivo di Maduro è di servirsi del ‘Petro’ per sfidare la “tirannia del dollaro” per far uscire il paese dalla crisi che attanaglia il Venezuela dal 2013 e che rischia di portare alla guerra civile un paese dove l’inflazione è a livelli stellari: +2.616%, secondo i dati dell’Assemblea Nazionale, unico potere non controllato, alle prese con una drammatica crisi economica.

Il giorno del debutto 

Domani è il giorno del debutto del tanto annunciato petro, la prima criptomoneta emessa per iniziativa di uno Stato. Alle 8.30, se tutto procederà come previsto, “verranno collocati 38,4 milioni di tokens – l’unità di valuta – e durante il processo di vendita si applicheranno sconti decrescenti per stimolare subito l’investimento”, si legge nel Libro Bianco pubblicato i giorni scorsi dall’Osservatorio della Superintendencia de la Criptomoneda, una delle istituzioni create appositamente per la gestione e il monitoraggio della nuova valuta venezuelana.

Maduro ha lanciato un piano di sostegno ai giovani perché possano sminare in tutto il Paese il petro e ha chiesto alla compagnia petrolifera di Stato e alle istituzioni pubbliche di utilizzare la nuova valuta. “Ha il potenziale per essere adottato massivamente, con più di 20 milioni di fruitori solo in Venezuela dicono alla Sovrintendenza “vale a dire che ha un equivalente 5 volte più grande del mercato globale delle criptovalute”.

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cripto-venezuela-petroLa storia di Petro

Il 3 novembre 2017, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato il petro in un discorso televisivo, affermando che sarebbe stato sostenuto dalle riserve venezuelane di petrolio, benzina oro e diamanti.

Maduro ha dichiarato che il petro permetterebbe al Venezuela di “avanzare nelle questioni di sovranità monetaria” e che renderebbe disponibili “nuove forme di finanziamento internazionale” per il paese. Leader dell’opposizione,  tuttavia, espressero dubbi a causa delle turbolenze economiche del Venezuela che indicavano la caduta del valore del venezuelano bolivar, la sua moneta legale e $ 140 miliardi di debito estero.

Il 5 gennaio 2018, Maduro annunciò che il Venezuela avrebbe emesso 100 milioni di token del petro, che avrebbero messo il valore dell’intera emissione a poco più di $ 6 miliardi. Istituì anche un gruppo consultivo del governo di criptovaluta chiamato VIBE per agire come “una base istituzionale, politica e legale” da cui avviare il petro. Carlos Vargas è il “Sovrintendente delle Criptovalute”.

In un documento trapelato e rivisto da Reuters, VIBE ha raccomandato al governo di vendere un valore di $ 2,3 miliardi di petroli in un’offerta privata con uno sconto fino al 60%, indicando che “la valutazione di Maduro del nascente Petro affronta un significativo scetticismo di mercato”, seguita di $ 2,7 miliardi di petros offerti al pubblico un mese dopo, con il resto “condiviso tra governo e VIBE”. Suggerì inoltre che il governo accettasse i pagamenti delle tasse in petroli e consentisse a PDVSA, la compagnia petrolifera statale del paese, di incorporare criptovalute nei suoi rapporti con compagnie straniere. La pre-vendita del petro si svolgerà dal 20 febbraio alle 04: 00 UTC fino al 19 marzo alle ore 04: 00 UTC e ci saranno 38,4 mln di gettoni disponibili.

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L’opposizione non ci crede e c’è chi la pensa diversamente

Il parlamento venezuelano, dove l’Opposizione ha la maggioranza, che ha condannato le azioni della presidenza chavista dal 2016, ha definito la moneta una “frode” all’inizio di gennaio.

In risposta, l’ Assemblea Nazionale venezuelana , guidata dall’opposizione Democratic Unity Rountable, ha dichiarato che il petro è un’emissione di debito illegale da parte di un governo alla disperata ricerca di denaro, e ha detto che non lo riconoscerà.

Negli Stati Uniti, il Dipartimento del Tesoro ha avvertito che la partecipazione alla proposta di offerta iniziale di moneta venezuelana per la criptovaluta di Venezuela potrebbe violare le sanzioni statunitensi contro il Venezuela, perché “sembrerebbe essere un’estensione del credito al governo venezuelano”.

La risposta della comunità di criptovaluta è stata mista, ma generalmente negativa. Esperto criptovalute Max Keiser ha espresso il suo sostegno alla luce del paese iperinflazione, mentre l’economista Jean Paul Leidenz ha espresso il timore che la creazione del petro incoraggerebbe ulteriormente iperinflazione. Steve Hanke ha dichiarato che il petro rischiava di finire ‘nel cimitero’. 

Se sarà un successo clamoroso o un altro fallimento, lo diranno le prossime settimane. Nel frattempo hanno tenuto banco solo i dubbi.

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Valore Bitcoin: quante volte ha registrato il crollo https://www.business.it/valore-bitcoin-tutte-volte-registrato-crollo/ Sun, 18 Feb 2018 08:00:31 +0000 https://www.business.it/?p=18806 Nell’ultimo anno il valore del Bitcoin si è moltiplicato di oltre venti volte, da poco più di 700 dollari a circa 16000. Una crescita spettacolare superiore al 2000 per cento: ogni 100 dollari di Bitcoin sono diventati 2000. Ma il valore della valuta elettronica più famosa oscilla, ha oscillato in passato, e almeno in un… Leggi tutto »Valore Bitcoin: quante volte ha registrato il crollo

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Nell’ultimo anno il valore del Bitcoin si è moltiplicato di oltre venti volte, da poco più di 700 dollari a circa 16000. Una crescita spettacolare superiore al 2000 per cento: ogni 100 dollari di Bitcoin sono diventati 2000. Ma il valore della valuta elettronica più famosa oscilla, ha oscillato in passato, e almeno in un periodo è diminuito in modo così forte e così a lungo da far pensare che potesse anche crollare e segnare la fine della sua esistenza. Sta di fatto che dal 2010 ad oggi la criptovaluta più scambiata al mondo è stata data per morta ben 253 volte.

Le reazioni a questo fenomeno sono le più sfaccettate. Alcuni ritengono che il bitcoin registrerà una crescita senza precedenti. Altri osservatori invece sono sicuri di essere in presenza di una bolla in procinto di scoppiare. La prima volta che il bitcoin è stato dichiarato morto era il 15 dicembre 2010, quando valeva solo 23 centesimi di dollaro.

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Come si definisce il valore del Bitcoin

I Bitcoin sono nati all’inizio del 2009. Attraverso i dati disponibili su internet sui siti che si occupano della sua commercializzazione (praticamente gli unici disponibili) e in particolare su quello ufficiale di blockchain, ovvero il sistema che registra tutte le transazioni della moneta, si può leggere che per lungo tempo il suo valore è stato pari a zero. Solo dopo oltre un anno è passato a 6 centesimi di dollaro, in coincidenza con le prime transazioni. Il valore dei Bitcoin è definito solo attraverso un meccanismo di domanda e offerta: più cresce la domanda, più il prezzo sale. 

Nessuno però sa come sia stato determinato il prezzo di queste prime transazioni, che hanno spostato il valore da zero a un numero positivo. Alla fine del 2010 il Bitcoin era già salito a circa 29 centesimi, con un aumento del 450 per cento in pochi mesi: una persona che in quel momento avesse posseduto 1000 euro di Bitcoin si sarebbe ritrovata con 4500 euro. 

Il valore della moneta oscilla

Alla fine del 2013 il valore della moneta è oltre i 100 dollari, appare stabile o in leggera crescita fino a quando all’improvviso si impenna e arriva a toccare 1151 dollari il 4 dicembre di quattro anni fa. L’aumento è di oltre il 1000 per cento: 1000 euro sono diventati in pochi mesi più di 10000. Da quel momento il prezzo crolla e tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 il Bitcoin scende sotto i 300 dollari per arrivare poi anche a meno di 250, cioè neppure un quarto del valore massimo toccato. Una crisi grave che coincide con alcuni eventi.

A gennaio del 2014 viene arrestato l’amministratore di una delle “banche” virtuali che cambiano e raccolgono Bitcoin, la Bitinstant, con l’accusa di riciclaggio di denaro a favore del mercato nero Silkroad. Lo stesso sito Silkroad, dove si possono comprare e vendere anche armi e droga, finisce nel mirino degli investigatori statunitensi e prima della fine del 2014 viene chiuso mentre la FBI sequestra milioni di dollari in Bitcoin usati per le transazioni illegali. Un’altra banca, la Mt. Gox giapponese, chiude a causa di una vicenda poco chiara che avrebbe visto un furto di Bitcoin da parte di hacker. 

Nessuno sa se l’impennata del valore della fine del 2013 fosse dipesa dall’uso per acquisti illegali della moneta, che avrebbe provocato un forte aumento della domanda, o da altre vicende. Dopo il brusco ridimensionamento, però, il valore dei Bitcoin da allora ha ripreso a crescere in maniera abbastanza regolare, anche se con qualche momento di brusca impennata, per esempio a giugno del 2016 e a gennaio del 2017. Anche nella corsa iniziata la scorsa primavera ha avuto improvvisi cali, fino ad ora ogni volta recuperati nelle settimane successive. 

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 Il presunto anno della morte del Bitcoin

Annus horribilis avrebbe dovuto essere il 2017 quando il Bitcoin è stato dato per spacciato ben 110 volte. Ma i fatti hanno smentito le Cassandre dato che nello stesso anno la criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto si è rivalutata del 1.400% sfiorando i 20mila dollari.

Anche nelle ultime settimane – quando la quotazione del Bitcoin è scesa fino a 6mila dollari confermando una volatilità per cuori forti, quindi il 65% in meno rispetto ai massimi – in molti hanno inciso la lapide sul Bitcoin. Tuttavia, anche in quest’ultima occasione è arrivata la smentita finanziaria. Il Bitcoin si è riportato a ridosso dei 10mila dollari, quasi la metà rispetto al massimo storico ma in ogni caso sempre il +900% rispetto alla valutazione esibita esattamente 12 mesi fa e quasi il 45% in più rispetto ai minimi toccati a inizio mese.

Il futuro del Bitcoin

Il Bitcoin morirà? Oppure continuerà a crescere portandosi, come nelle previsioni più coraggiose, in area 50mila dollari o chissà dove? Oppure stazionerà per lungo tempo intorno agli attuali valori oppure si ridimensionerà senza chiudere i battenti?

La realtà è che al momento ci sono proiezioni di tutti i tipi, in tutte le direzioni possibili. La sfera di cristallo viaggia alla velocità della luce e accoglie i pareri più variegati. Non resta quindi che affidarsi al tempo. L’unico in grado di raccontarci, chissà quando, la vera storia del Bitcoin.

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Bitcoin news: quota 50mila entro fine anno. Le parole di Draghi https://www.business.it/bitcoin-news-quota-50mila-entro-fine-anno-parole-draghi/ Fri, 16 Feb 2018 11:47:12 +0000 https://www.business.it/?p=18814 Anche per il momento le previsioni sul valore delle azioni dei bitcoin sono più che promettenti. Gli scettici e coloro che ipotizzando lo scoppio imminente della bolla sembrano avere torto. Le voci più insistenti sono infatti quelle che vedono il Bitcoin raggiungere i 50mila euro entro la fine del 2018. Quanto sono attendibili queste previsioni? Quota 50mila… Leggi tutto »Bitcoin news: quota 50mila entro fine anno. Le parole di Draghi

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Anche per il momento le previsioni sul valore delle azioni dei bitcoin sono più che promettenti. Gli scettici e coloro che ipotizzando lo scoppio imminente della bolla sembrano avere torto. Le voci più insistenti sono infatti quelle che vedono il Bitcoin raggiungere i 50mila euro entro la fine del 2018.

Quanto sono attendibili queste previsioni?

Quota 50mila entro fine anno

Intanto ne hanno parlato noti esperti finanziari della CNBC. La dichiarazione ufficiale secondo cui il valore delle criptovalute potrebbe raggiungere i mille miliardi di dollari, è presumibile che i Bitcoin raggiungeranno quota 50mila, forse entro il prossimo anno.

Intanto ne hanno parlato anche personalità in vista tra cui il CEO di Outlier Ventures Jamie Burke e il capo settore di APAC in Gatecoin Thomas Glucksmann. Mentre il primo ha dichiarato che il mese prossimo il mercato finanziario entrerà in una nuova fase cosiddetta bullish,di valore maggiore rispetto a quella dell’ultimo anno, ragion per cui le criptovalute possono potenzialmente raggiungere il trilione di dollari entro il prossimo inverno, il secondo ha affermato che non ci sono ragioni per cui non potremmo vedere il valore dei bitcoin schizzare alle stelle (50mila dollari di previsione) entro dicembre 2018.

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Mario Draghi cambia opinione

Tutto ciò potrà avvenire solo se tutte le piattaforme già esistenti e quelle che verranno garantiranno  un adeguato EFT sulle monete digitali.

Intanto c’è chi cambia idea e si apre a nuovi orizzonti sulle criptovalute e sulla loro circolazione. Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che si è sempre detto scettico facendo affermazioni del tipo che si tratta “ di un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione” oppure “le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza” sembra aver mutato opinione.

Ha infatti dichiarato che le banche europee potranno detenere posizioni in Bitcoin.  “I recenti sviluppi, come ad esempio i futures americani su Bitcoin, potrebbero portare le banche europee anche a detenere posizioni in Bitcoin, e quindi certamente osserveremo cosa accadrà”.

bitcoin-mario-draghi-bce Leggi anche: Bitcoin: i commenti di Mario Draghi e l’andamento nel 2018

Detto da lui, la frase non è certo scontata e, infatti non è passata inosservata. Ciò garantirà l’entrata ufficiale delle criptovalute all’interno del sistema bancario europeo, dove finora non aveva avuto libero accesso.

Cosa vuole dire ciò? Si tratta di un enorme vantaggio finanziario. Se dunque, come già sottolineato, il valore dei Bitcoin non accennerà a diminuire, ma anzi aumentare esponenzialmente arrivando a raggiungere i 50mila dollari ad azione, è chiaro che si tratta di un interesse concreto da parte delle Banche, come ad esempio iniziare a detenere i futures.

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Tecnologia blockchain: Western Union usa Ripple https://www.business.it/tecnologia-blockchain-western-union-usa-ripple/ Fri, 16 Feb 2018 09:34:13 +0000 https://www.business.it/?p=18789 Western Union, il più grande servizio di trasferimento di denaro del mondo, ha rivelato che sta conducendo una prova di pagamento basata su blockchain con Ripple. Il CFO di Western Union, Raj Agrawal, ha confermato la lunga convivenza durante un’intervista con Blomberg, affermando che la società stava testando l’efficienza delle transazioni blockchain. Una notizia che ha… Leggi tutto »Tecnologia blockchain: Western Union usa Ripple

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Western Union, il più grande servizio di trasferimento di denaro del mondo, ha rivelato che sta conducendo una prova di pagamento basata su blockchain con Ripple. Il CFO di Western Union, Raj Agrawal, ha confermato la lunga convivenza durante un’intervista con Blomberg, affermando che la società stava testando l’efficienza delle transazioni blockchain. Una notizia che ha contribuito a smuovere, in positivo, l’asset digitale della criptovaluta, cresciuta del 6 per cento rispetto alle ultime 24 ore, confermandosi costantemente sopra la quotazione di 1 dollaro.

Una notizia positiva, dunque, per tutti coloro che hanno investito in Ripple nei giorni scorsi, quando il valore della criprovaluta era crollato sotto i 70 centesimi di dollaro. 

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Western Union Ripple come funziona

Agrawal ha dichiarato alla pubblicazione che i suoi sforzi di blockchain sono ancora in una “fase di test” e non sono una parte fondamentale dell’attività dell’azienda di 167 anni. Ha aggiunto che, nonostante l’ottimismo del settore che circonda la promessa della tecnologia blockchain, il processo deve ancora dare frutti che sarebbero un “grande sblocco” per Western Union.

Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha dichiarato a Bloomberg, WU ha deciso di esaminare la loro piattaforma al fine di facilitare i trasferimenti di denaro, in particolare quelli transfrontalieri. Garlinghouse ha spiegato la loro scelta sostenendo che Ripple consente transazioni “mille volte più veloci e mille volte più economiche di quelle di Bitcoin “.

Le voci sul processo si erano rotte dall’inizio dell’anno, quando una piccola pubblicazione chiamata Ripple News ha affermato che la Western Union stava lavorando con Ripple. Questa voce è stata sostenuta da un tweet di Michael Arrington, che ha recentemente lanciato il primo hedge fund di crittografia a tag XRP.

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western-union-rippleIn particolare, questo processo segue uno condotto dale due aziende nel 2015, anche se questo precedente esperimento non sembrava produrre alcun cambiamento significativo nelle operazioni di Western Union. I dettagli sulla sperimentazione attuale sono scarsi, ma sembra probabile che Western Union si colleghi a Ripplenet , la blockchain aziendale della startup, accessibile attraverso il prodotto xCurrent dell’azienda.

Tuttavia, Ripple ha dichiarato a gennaio che “3 delle 5 principali società di trasferimento di denaro globali pianificano di utilizzare XRP nei flussi di pagamento nel 2018”, sollevando la speculazione secondo cui Western Union sta già testando l’integrazione XRP o amplierà la portata del proprio trial includendo XRP ad una data futura.

Come riportato da CCN , MoneyGram, il secondo più grande servizio di trasferimento di denaro al mondo, ha iniziato a provare il prodotto xRapid basato su XRP di Ripple per i suoi processi interni a gennaio, rendendolo la più grande azienda a sperimentare pubblicamente con XRP.

All’inizio di questa settimana, Ripple ha presentato una partnership con UAE Exchange, uno dei maggiori servizi di trasferimento di denaro in Medio Oriente. Tuttavia, come con la maggior parte degli altri partner di Ripple, è entrato a far parte di RippleNet anziché di Ripple Consensus Ledger, che è la blockchain pubblica della società.

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Nuove criptovalute 2018, Eos: valore e come funziona https://www.business.it/nuove-criptovalute-2018-eos-valore-come-funziona/ Thu, 15 Feb 2018 09:17:44 +0000 https://www.business.it/?p=18676 Il mondo delle criptovalute è in continua evoluzione, spinto dal successo del Bitcoin che nel 2017 ha macinato record su record. Spingendo al rialzo anche le altre criptovalute. Ma portando anche all’implementazione delle loro blockchain o alla nascita di nuove criptovalute più evolute. Ormai queste monete digitali, nate con l’intento di creare un sistema monetario… Leggi tutto »Nuove criptovalute 2018, Eos: valore e come funziona

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Il mondo delle criptovalute è in continua evoluzione, spinto dal successo del Bitcoin che nel 2017 ha macinato record su record. Spingendo al rialzo anche le altre criptovalute. Ma portando anche all’implementazione delle loro blockchain o alla nascita di nuove criptovalute più evolute. Ormai queste monete digitali, nate con l’intento di creare un sistema monetario che sia decentralizzato e anonimo rispetto a quello tradizionale(e dunque per questo anche avverso da molti paesi, in primis Cina e Russia), sono diventate anche un importante asset su cui investire.

Tra le nuove criptovalute molto interessante è la criptovaluta EOS, della quale ci occupiamo in questo articolo.

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EOS: cos’è

EOS è una criptovaluta nata a metà 2017 basata su un nuovo tipo di blockchain che supporta grandi volumi di transazioni al secondo e non prevede commissioni. La piattaforma EOS fornirà agli sviluppatori servizi già pronti come database, autenticazione, comunicazione per semplificare lo sviluppo di nuove App.

Quindi non è solo una semplice moneta digitale, ma va ben oltre. Un po’ come Ethereum, che offre anche la possibilità di produrre smart contracts (contratti digitali che sfuggono alle legislazioni in materia) o Ripple, che consente le transazioni tra valute diverse senza passare per il dollaro.

Quanto vale EOS? 

Rispondere a questa domanda potrebbe essere fuorviante, in quanto, come detto, le criptovalute sono molto volatili. Al momento in cui scriviamo (14/02/2018), EOS (simbolo: EOS) occupa il nono posto nel ranking mondiale delle criptovalalute per capitalizzazione di mercato, con un valore che arriva a $ 6.360.678.908 miliardi di dollari. Riguardo al suo prezzo, in data odierna vale $ 9,52 (con un + 5,56%). Pertanto, è una criptovaluta dalle alte potenzialità, se consideriamo che fino a poco tempo fa non arrivava neanche a 2 dollari (fonte coinmarketcap).

EOS come funziona

Come funziona EOS? Questa criptovaluta si basa su una nuova blockchain capace di garantire alle applicazioni decentralizzate scaling verticale e orizzontale con una latenza minima. Tra le caratteristiche principali di questa innovativa criptovaluta, troviamo una funzione di sicurezza in grado di bloccare le transazioni in caso di furto, capace di evitare il furto di token dal wallet.

Alla base di EOS c’è un solido team guidato dal CEO Daniel Larimer, già rinomato per aver ideato il concetto di DAO e dell’algoritmo di consenso Delegated Proof of Stake (DPoS) utilizzato proprio da EOS. Cos’è DAO? Acronimo di Data Access Object, è un pattern architetturale per la gestione della persistenza: in sostanza, trattasi di una classe con relativi metodi che rappresenta un’entità tabellare di un RDBMS, usata principalmente in applicazioni web sia di tipo Java EE sia di tipo EJB, per stratificare e isolare l’accesso ad una tabella tramite query (poste all’interno dei metodi della classe); vale a dire al data layer da parte della business logic. Creando così un maggiore livello di astrazione ed una più facile manutenibilità. Il vantaggio relativo all’uso del DAO è quello che preserva una rigida separazione tra le componenti di un’applicazione, le quali potrebbero essere il “Modello” e il “Controllo” in un’applicazione basata sul paradigma MVC.

Riguardo invece all’algoritmo di consenso “Delegated Proof of Stake” (noto anche con l’acronimo DPoS) funziona come un qualsiasi altro algoritmo (proof of stake ad esempio), ma risulta essere più robusto e sicuro. Per consenso, si intende l’approvazione di una transazione della blockchain, bloccando di contro quelle non valide. L’algoritmo DPoS è diviso in 2 parti:

  • il processo di elezione, che assicura il controllo ai possessori della criptovaluta
  • la programmazione della produzione

EOS, come succede con Ripple o Stellar Lumens, non può essere minato. Ma verrà distribuito nell’arco di 341 giorni nella quantità massima di 1 miliardo di token. Così suddivisi:

  • 200.000.000 EOS, cioè il 20% sul totale, sono stati distribuiti tra il 26 giugno e il primo luglio 2017
  • 700.000.000 EOS, cioè il 70% del totale, sono in distribuzione in 350 blocchi consecutivi di 23 ore, a 2.000.000 di pezzi alla volta
  • 100.000.000 EOS, cioè il 10% del totale, saranno conservati da block.one, l’azienda che ha sviluppato la piattaforma

I fondi incassati dalla vendita di EOS sono gestiti dalla piattaforma tramite uno smart contract elaborato sulla piattaforma di Ethereum.

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EOS andamento prezzo

In data 10 gennaio 2018, EOS ha segnato un +10% in un giorno, dato che a mezzogiorno preciso di ieri segnava 8,71$ mentre il giorno seguente, alla stessa ora, è giunta a 10,32$ (quotazioni Bitfinex). Una prestazione in controtendenza dunque rispetto alle altre criptovalute, che nello stesso periodo hanno quasi tutte perso forza, sia nella quotazione che nella capitalizzazione.

L’ascesa è proseguita il giorno seguente, l’11 gennaio, dove alle ore 12:30 il Bitcoin ha perso il 4,42% in un giorno, Ripple il 12,91%, Ethereum il 10,19%. Mentre a salire erano il Bitcoin Cash (+0,98%), IOTA (+0,27%) e per l’appunto EOS. Ma in modo straordinario, con un +13,49%. In questi stessi giorni, EOS ha superato quota 6 miliardi di dollari per volume di capitalizzazioni, superando Monero (5,6 miliardi) e incalzando Tron (7,1 miliardi).

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Criptovalute 2018 investire su DeepBrain Chain https://www.business.it/criptovalute-2018-investire-deepbrain-chain/ Thu, 15 Feb 2018 07:00:25 +0000 https://www.business.it/?p=18665 DeepBrain Chain è una piattaforma informatica artificiale basata sulla tecnologia blockchain. In futuro, ogni azienda avrà un caso d’uso per l’intelligenza artificiale. DeepBrain Chain (DBC) è uno dei progetti più unici che escono dal mondo cripto. Costruito sulla rete Neo, questo progetto cerca di consentire alle aziende che desiderano lavorare con l’intelligenza artificiale di accedere alle enormi… Leggi tutto »Criptovalute 2018 investire su DeepBrain Chain

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DeepBrain Chain è una piattaforma informatica artificiale basata sulla tecnologia blockchain. In futuro, ogni azienda avrà un caso d’uso per l’intelligenza artificiale. DeepBrain Chain (DBC) è uno dei progetti più unici che escono dal mondo cripto. Costruito sulla rete Neo, questo progetto cerca di consentire alle aziende che desiderano lavorare con l’intelligenza artificiale di accedere alle enormi quantità di potenza di calcolo necessarie per eseguire i calcoli e i processi necessari per il suo sviluppo. La visione di DeepBrain Chain è di fornire una piattaforma di calcolo di intelligenza artificiale a basso costo, privata, flessibile, sicura e decentralizzata per i prodotti di intelligenza artificiale.

criptovaluta-deepbrainchainCome funziona

Il token Chain DeepBrain, il DeepBrain Coin (DBC), viene scambiato tramite smart contract basato su NEO. Il nodo di data mining è incentivato attraverso un sistema progettato tramite contratti intelligenti.

E una rete neurale decentralizzata. Innumerevoli nodi di estrazione mineraria in tutto il mondo forniranno il potere di calcolo per l’utilizzo dell’IA per soddisfare la domanda aziendale mondiale. I nodi di estrazione ricevono DBC come compensazione. La commissione GAS che ogni impresa deve pagare è molto inferiore alla commissione intrinseca.

La catena DeepBrain è anche una piattaforma sicura per il trading dei dati che consente a entrambe le parti di non preoccuparsi della perdita di dati o della rivendita. La tecnologia blockchain viene utilizzata per realizzare la separazione esplicita della proprietà dei dati e dei diritti di utilizzo dei dati. Pertanto, il valore dei dati sarà notevolmente promosso.

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A basso costo

Le entrate principali dei minatori provengono dalla fornitura di risorse informatiche alla rete di catene DeepBrain. Riceveranno il DBC come compensazione quando la potenza di calcolo dei nodi viene utilizzata dalla rete. Questo sistema fornisce alle imprese una potenza computazionale a basso costo.

criptovaluta-deepbrainchainProtezione della privacy

L’utilizzo di contratti intelligenti ci consente di separare i diritti di proprietà e utilizzo dei dati garantendo la sicurezza del trasferimento dei dati tramite algoritmi crittografici e la separazione dei meccanismi.

Calcolo flessibile

Quando picchi della domanda computazionale, la catena DeepBrain può adattarsi automaticamente utilizzando i nodi inutilizzati.

Sicurezza

Persino alcuni nodi di DeepBrain Chain vengono attaccati dall’hacker, i nodi rimanenti funzionano come al solito e la perdita di dati è vietata. La catena DeepBrain assicura che l’operazione delle fabbriche AI non venga mai interrotta. DeepBrain Chain è la prima piattaforma informatica al mondo costruita utilizzando la tecnologia blockchain. Questa è una nuova innovazione nell’intersezione di intelligenza artificiale e criptovalute.

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Request Network: cos'è e come si utilizza https://www.business.it/request-network-cose-si-utilizza/ Wed, 14 Feb 2018 16:00:52 +0000 https://www.business.it/?p=18648 Non si tratta esattamente di una criptomoneta. La Request Network è una rete decentralizzata, di base su Ethereum, che consente di richiedere un pagamento. La rete è aperta a tutti e ovunque si voglia utilizzare. Infatti, l’alternativa “Pagare con richiesta” sulla piattaforma costituisce un’alternativa nuova e allettante. Di base siamo abituati a pagare con il sistema… Leggi tutto »Request Network: cos'è e come si utilizza

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Non si tratta esattamente di una criptomoneta. La Request Network è una rete decentralizzata, di base su Ethereum, che consente di richiedere un pagamento.
La rete è aperta a tutti e ovunque si voglia utilizzare. Infatti, l’alternativa “Pagare con richiesta” sulla piattaforma costituisce un’alternativa nuova e allettante.

Di base siamo abituati a pagare con il sistema Paypal o tramite la carta di credito. Pagare attraverso REQ costituisce una maniera nuova e performante.

Sicuramente Request Network offre garanzie importanti nel settore. Oggi il mondo delle criptovalute è più che mai innovativo e veloce, e punta tutto sulla trasparenza e la sicurezza delle transazioni.

Per questo anche Request network si propone come una rete sicura, con un’esperienza di pagamento rapida ed efficace, grazie ad un semplice click.

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REQ-criptovaluta-networkI vantaggi di usare REQ

REQ offre sicuramente un bonus ulteriore rispetto ai pagamenti tradizionali perché non occorre fornire i dati della carta di credito. Infatti, durante la transazione è impossibile addebitare un costo se prima non è stata accettata dal sistema. La sicurezza infine sta alla base di REQ in quanto non è necessario condividere le informazioni bancarie.

La richiesta di transazione è dunque sicura e non implica il coinvolgimento di altri attori durante la transazione.

Secondo le informazioni della piattaforma la richiesta di pagamento viene inviata e salvata su una sorta di registro, che sfruttando la blockchain, risulta fermo e autentico. Infatti si struttura come unica fonte, trasparente e imprenscindibile, di auditing e contabilità.

REQ è una rete perfettamente funzionante in tutte le legislazioni e può funzionare tramite l’utilizzo di ogni criptovaluta esistente.

Le richieste di transazione attraverso REQ possono rivelarsi estremamente flessibili e funzionare anche tramite l’Internet of Things. Inoltre la REQ è stata progettata e programmata per durare anni e farla essere compatibile con ogni sistema futuro che verrà creato.

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bitcoin-valore-2018L’obiettivo è semplificare

La contabilità è fortemente competitiva: avviene in tempo reale, riesce a cambiare fornitore di contabilità senza perder dati e si basa sull’algoritmo Smart Audit, che va a sostituire i più noti Deloitte e PWC.

Per quanto riguarda l’internet delle cose, il settore è vasto e pieno di opportunità per REQ e per interagire in ambito finanziario. Infatti si possono gestire tasse e acconti tramite condizioni di pagamento avanzate e agevolate.

Il formato è universale e, come già sottolineato, i dati sono subito disponibili, e non è necessaria l’intermediazione di ulteriori attori. 

La trasparenza è un altro fattore fondamentale per la Request Network: si rivolge in particolare al budget di tutte le istituzioni che non faranno parte come municipi, governi e Organizzazioni non governative. REQ garantirà una fonte unica di afflusso e totalmente non modificabile.

Tra tutte le criptovalute in circolazione, REQ possiede moltissimi requisiti che la rendono affidabile e più semplice rispetto all’utilizzo di altre piattaforme.

L’obiettivo dichiarato di REQ è proprio quello di semplificare e proteggere i flussi finanziari sulla blockchain. Per questo è facile usarla e essendo adattabile ad ogni tipo di pagamenti come pagamenti, fatturazione, persino gli stipendi potranno essere pagati ai dipendenti in criptovalute.

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Nuove criptovalute 2018: OriginTrail (TRAC) https://www.business.it/nuove-criptovalute-2018-origintrail-trac/ Wed, 14 Feb 2018 14:52:13 +0000 https://www.business.it/?p=18649 Per “criptovaluta” si intende una valuta digitale, “virtuale”, la cui esistenza e comportamento sono definiti da un algoritmo matematico. Uno dei vantaggi delle criptovalute è la loro difficile contraffazione, grazie all’utilizzo di tecniche criptografiche nell’algoritmo che le genera; inoltre le criptovalute non sono emesse da una banca centrale, il che le rende teoricamente immuni all’eventuale influenza… Leggi tutto »Nuove criptovalute 2018: OriginTrail (TRAC)

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Per “criptovaluta” si intende una valuta digitale, “virtuale”, la cui esistenza e comportamento sono definiti da un algoritmo matematico. Uno dei vantaggi delle criptovalute è la loro difficile contraffazione, grazie all’utilizzo di tecniche criptografiche nell’algoritmo che le genera; inoltre le criptovalute non sono emesse da una banca centrale, il che le rende teoricamente immuni all’eventuale influenza dei governi e delle autorità monetarie anche per quanto riguarda una eventuale “manipolazione” dei cambi.

Sappiamo già che la prima e ancor oggi più famosa criptovaluta è stata il Bitcoin, lanciata fin dal 2009. Da allora è cresciuto sia il volume mondiale delle transazioni in Bitcoin, sia il numero di criptovalute alternative, come Ripple, Litecoin, Stellar Lumens, Iota, Ethereum o OriginTrail (TRAC).

Prendiamo ad esempio quest’ultima e vediamo nel dettaglio cos’è e come funziona OriginTrail (TRAC).

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Cos’è OriginTrail?

OriginTrail è il primo protocollo costruito appositamente o catene di approvvigionamento basate sulla blockchain. È l’unica soluzione scalabile per la gestione dei dati attraverso catene di approvvigionamento complesse tramite database grafico decentralizzato appositamente costruito.

Quale blockchain usa OriginTrail?

OriginTrail Decentralized Network (ODN) consentirà di condividere i dati lungo qualsiasi catena di approvvigionamento come una semplice soluzione plug-and-play. Può essere utilizzato con qualsiasi blockchain. Progetti pilota e casi d’uso esistenti sono implementati sulla blockchain pubblica di Ethereum.

Detto questo, Trac è, ovviamente, anche un bene trasferibile e come tale può essere elencato negli scambi. I token TRAC sono stati trasferiti e sbloccati il 24 gennaio, 1 settimana dopo la fine della vendita di token.

criptovaluta-trac-origintrailOrigin Trail come funziona

La tecnologia blockchain ha un enorme potenziale per decentralizzare la fiducia nelle catene di approvvigionamento e portare benefici misurabili e valore per il settore pubblico e privato. Per sbloccare questo potenziale, il protocollo OriginTrail è stato progettato appositamente per affrontare le principali sfide che limitano lo scambio fluente e integrità dei dati nelle catene di approvvigionamento del prodotto.

OriginTrail è una soluzione unica che consente ai fornitori IT nelle catene di approvvigionamento di creare blockchain condivisione dei dati supportata in ambiente multi-organizzativo. Li aiuta a costruire trasparenza oltre il principio di tracciabilità. Inoltre, migliora l’integrità dei dati dei prodotti e unità di efficienza per le parti interessate.

La soluzione OriginTrail è comprovata e attualmente utilizzata nell’industria alimentare. L’imminente versione open source sarà adatta a qualsiasi catena di approvvigionamento di prodotti come automotive, beni di consumo, farmaceutici ecc.

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Criptomonete 2018: Vechain, cos'è e dove viene applicata https://www.business.it/criptomonete-2018-vechain-valore-dove-viene-applicata/ Wed, 14 Feb 2018 11:34:37 +0000 https://www.business.it/?p=18628 Le criptovalute sono l’affare del secolo. Dopo il successo ottenuto dal Bitcoin, le monete digitali hanno avuto campo libero e il loro valore cresce costantemente. Quale scegliere? Quali sono i margini di guadagno e dove è più proficuo investire? Le monete virtuali vanno studiate e comparate tra loro. Per sapere di cosa stiamo parlando bisogna… Leggi tutto »Criptomonete 2018: Vechain, cos'è e dove viene applicata

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Le criptovalute sono l’affare del secolo. Dopo il successo ottenuto dal Bitcoin, le monete digitali hanno avuto campo libero e il loro valore cresce costantemente.

Quale scegliere? Quali sono i margini di guadagno e dove è più proficuo investire? Le monete virtuali vanno studiate e comparate tra loro.

Per sapere di cosa stiamo parlando bisogna conoscerle tutte, motivo più per introdurre una delle meno conosciute: la criptovaluta Vechain.

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Vechain: cos’è

Vechain è una criptovaluta che, nata da circa due anni, si impegna nel creare un sistema, all’interno di imprese, più trasparente possibile. Punta quindi alla implementazione di informazioni e trasferimento di valori ad alta velocità.

Col tempo la piattaforma blockchain attiva si è aggiornata e migliorata, creando al suo interno un nuovo e più funzionale riadattamento strategico.

Il team di Vechain collabora con numerosi partner commerciali ed esperti appassionati al settore. Il gruppo ha dichiarato che: “abbiamo accumulato molta esperienza in casi di utilizzo aziendale per diversi settori e continuiamo ad adattare e apportare correzioni durante il processo in modo da poter continuare a cercare la maniera giusta per utilizzare questa “tecnologia segreta” che potrebbe cambiare il mondo. La visione originale non è mai stata cambiata. Il sogno è sempre lo stesso di prima”.

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Vechain: piattaforme ed utenti

Coloro che concorrono alla creazione del sistema creato da Vechain sono molteplici e numerosi, tutti per fornire la miglior assistenza ai clienti investitori. Le monete digitali si danno battaglia, per questo la concorrenza è spietata. Dopo i Bitcoin l’atteggiamento di emulazione si è propagata in maniera esponenziale. Sono poche le criptovalute di successo, rimaste a galla. Tra queste Vechain rappresenta una vittoria, data la capacità gestionale e il proficuo lavoro del team che sta dietro la sua creazione.

In primo luogo si parla di un’ottima organizzazione aziendale, strutturata per fornire un accurato servizio ai clienti.

L’ecosistema Vechain si basa anche su un ottimo Application Service Provider: si tratta di un programma specifico che offre servizi e soluzioni basati appunto sulla blockchain della moneta Vechain.

Esiste infatti anche un Provider di nodi, che garantisce un blocco per la protezione e la sicurezza globale di tutta la rete che utilizza transazioni tramite Vechain.

Esiste anche uno Smart Contract Service Provider, che sviluppa i cosiddetti contratti intelligenti su tecnologia Vechain. Questi contratti servono per personalizzare le prestazioni verso l’utente finale e incoraggiare l’utilizzo di Vechain su maggiori applicazioni.

Infine si guarda alla Fondazione Vechain, che permette le responsabilità per la Blockchain, favorendone lo sviluppo necessario ad aggiornarsi castamente e aumentare, di conseguenza, efficenza ed efficacia.

Tutti i punti suddescritti concorrono alla soddisfazione dell’utente finale. Quest’ultimo infatti è colui che può decidere se investire o meno in Vechain. La sua scelta si baserà soprattutto sulla condivisione dei profitti dell’intero sistema imprenditoriale.

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I settori di applicazione

I settori in cui può essere applicata la Vechain sono molti, e diversificati. Si passa dalla mobilità con il progetto di collaborazione Visco e Microsoft, che insieme Renault, hanno ideato un piano per la guida ecologica a 360 gradi. All’agricoltura, per sviluppare una nuova e performanti Blockchain per verificare prodotti biologici insieme a PwC, China Unicom e Liaoning Academy of Agricultural Sciences. Infine la moda e il luxury: Vechain è una delle critpovalute che offre servizi sull’autenticità dei prodotti di alta gamma in modo tale da garantire ai clienti originalità e manifattura di altissima qualità.

Insomma un mondo al di fuori del Bitcoin esiste. Basta conoscerlo.

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Moneta virtuale italiana: furto da 200 milioni di dollari https://www.business.it/moneta-virtuale-italiana-furto-200-milioni-dollari/ Tue, 13 Feb 2018 10:34:09 +0000 https://www.business.it/?p=18561 BitGrail, piattaforma di scambio italiana di criptovalute, è stata colpita da un attacco hacker. Lo rende noto la stessa azienda che tratta la moneta Nano, una delle tante criptovalute in circolazione. E’ stata vittima di un furto, società con sede a Firenze dietro cui c’è l’italiano Francesco Firano, conosciuto anche con lo pseudonimo di TheBomber. In un… Leggi tutto »Moneta virtuale italiana: furto da 200 milioni di dollari

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BitGrail, piattaforma di scambio italiana di criptovalute, è stata colpita da un attacco hacker. Lo rende noto la stessa azienda che tratta la moneta Nano, una delle tante criptovalute in circolazione. E’ stata vittima di un furto, società con sede a Firenze dietro cui c’è l’italiano Francesco Firano, conosciuto anche con lo pseudonimo di TheBomber. In un messaggio comparso sul proprio sito, la società riporta “un ammanco di 17 milioni di Nano”.

Alla quotazione attuale, il bottino equivale a oltre 159 milioni di dollari. Ma, secondo la valutazione al momento del furto, ammontava a a 195 milioni. BitGrail afferma di aver presentata “regolare denuncia querela presso le autorità di polizia competente” e riferisce di “indagini in corso”.

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Quanto valeva la criptovaluta Nano al momento del furto

Al momento del furto, la criptovaluta Nano valeva circa 11,5 dollari. Ma dopo la notizia dell’operazione fraudolenta, il valore è sceso fino a toccare 8,25 dollari. Nano è una criptovaluta che allo stato attuale ha un marketcap da un miliardo e 89 milioni di euro e si colloca al 23esimo posto per capitalizzazione di mercato nella classifica di Coinmarketcap. La notizia del furto ha messo in allerta i mercati con il Bitcoin e tutte le principali altcoin che sono passate in negativo. Stessa cosa dicasi per il prezzo di Ripple, reduce dal 50% delle scorse sedute, arrivato a perdere circa il 12% annullando i rialzi. Lo stesso dicasi per la quotazione BTC che invece aveva registrato un calo a 8000 dollari arrivando a perdere circa il 10%.

Quali provvedimenti sono stati presi

La piattaforma sostiene che “le altre valute depositate non sono state interessate dai prelievi non autorizzati”. Per “tutelare gli utenti” ed “effettuare ulteriori accertamenti su quanto avvenuto” sono state “temporaneamente sospese tutte le funzionalità del sito”. Quindi scambi, prelievi e depositi non solo di Nano ma di qualsiasi altra criptovaluta disponibile su BitGrail.

La compagnia conclude il suo comunicato scusandosi con i clienti e promettendo ulteriori comunicazioni “a breve”. Francesco Firano, 31enne fondatore di BitGrail,  ha fatto sapere che è impossibile rimborsare totalmente i clienti interessati dal furto.

Che cosa ha fatto scatenare questo problema

Il team dietro la criptovaluta Nano afferma che il furto non è legato a un problema con il protocollo della criptavaluta e incolpa BitGrail per quanto accaduto. In apparenza, questo sembra essere solo un altro furto di criptovaluta, un evento del genere che abbiamo visto in abbondanza negli ultimi anni. 

Proprio il mese scorso, lo scambio di criptovalute giapponesi, Coincheck, ha detto che gli hacker hanno rubato 424 milioni di dollari di monete NEM dalle sue riserve. Diverse discussioni stanno emergendo riguardo alle operazioni di BitGrail e all’atteggiamento che Firano avrebbe tenuto nelle ultime settimane relativamente ad alcune decisioni, fra cui impedire il prelievo agli utenti non verificati (decisione poi rimossa) e le segnalazioni di diverse persone, a gennaio, di mancanza di fondi.

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Le dichiarazioni di Francesco Firano

Il team di Nano ha pubblicato su Medium una nota dove spiega la propria versione dei fatti. “L’8 febbraio 2018 – si legge – il team di Nano Core è stato informato da Francesco ‘The Bomber’ Firano – proprietario e gestore della borsa BitGrail – di un ammanco dal portafogli BitGrail. Il nostro team ha prontamente contattato le forze dell’ordine e stiamo cooperando con loro pienamente per risolvere la questione.

Dalla nostra investigazione preliminare – prosegue il comunicato – non è stata rilevata nessuna doppia spesa nel libro mastro e non abbiamo ragione di credere che l’ammanco sia dovuto a un problema nel protocollo di Nano. Il problema sembra legato al software di BitGrail. Non eravamo a conoscenza dell’insolvenza di BitGrail prima dell’8 febbraio.”

“Inoltre, il team Nano ha affermato che “c’è motivo di credere che Firano abbia ingannato il Nano Core Team e la comunità per quanto riguarda la solvibilità dello scambio BitGrail per un periodo di tempo significativo”.

“Ci siamo resi conto dell’ammanco”, racconta l’amministratore di BitGrail “durante uno degli spostamenti di coin che facciamo periodicamente. E subito dopo abbiamo contattato lo sviluppatore di Nano, facendo presente il problema e sottolineando – al tempo stesso – alcune incongruenze nel loro software che non ci aiutano a capire neanche quando è avvenuto il furto”.

Firano ha risposto su Twitter, chiamando queste accuse “infondate” e ha detto che il team di BitGrail farà pressioni contro il team Nano a causa di “comportamenti irresponsabili”.

Firano spiega di aver chiesto personalmente “un’operazione di fork, con l’intento di risanare le perdite degli utenti, non per insabbiare l’accaduto come hanno scritto gli sviluppatori della moneta nel loro comunicato. “Le loro accuse nei miei confronti sono pesanti. E devo dire che mi hanno messo in serio pericolo. In questa storia, del resto, ci sono persone che hanno perso molti soldi”.

Con pericolo Firano intende le minacce di morte, ricevute sul proprio account Twitter. “È pieno di minacce di morte nei miei confronti, qualcuno ha pubblicato anche l’indirizzo di casa mia. È una situazione abbastanza paradossale creata dal comunicato ufficiale diramato dagli sviluppatori di Nano”.

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Ripple moneta virtuale: quotazione con crescita lampo https://www.business.it/ripple-moneta-virtuale-quotazione/ Mon, 12 Feb 2018 08:30:19 +0000 https://www.business.it/?p=18475 Ripple si propone come una versione più funzionale del Bitcoin e ha saputo capitalizzare nel corso del 2017 l'appoggio evidente del settore bancario e del mondo della finanza tradizionale, dando vita ad una crescita sempre più sostenuta

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Se i fari continuano ad essere puntati sul Bitcoin, la moneta digitale ideata da Satoshi Nakamoto, va però rilevato come il 2017 si sia rivelato un anno d’oro per un’altra criptovaluta, ovvero il Ripple, che è riuscito a dare vita ad una crescita addirittura più sostenuta nei confronti della consorella più famosa, ponendosi quindi alla testa del sempre più folto drappello delle Altcoin.
La crescita di Ripple è considerata dagli analisti il logico risultato dell’intenso lavoro portato avanti in questi anni dal team di sviluppo, che ha deciso di mettere sempre più in risalto la sua funzione di strumento al servizio del sistema bancario, in particolare quello orientale. Un lavoro culminato in una lunga serie di accordi che ha permesso a Ripple di stringere rapporti sempre più proficui con oltre 100 banche asiatiche.
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 Una storia di successo

La nascita di Ripple risale al 2013, quando Jed McCaled e Chris Larsen decisero di varare un nuovo protocollo, OpenCoin, con il preciso obiettivo di eliminare i difetti che sin dall’inizio sono stati palesati dal Bitcoin, in particolare quelli relativi alla scalabilità e agli elevati costi che gravano sotto forma di commissione su ogni transazione.
Una missione che può dirsi ad oggi felicemente riuscita, se si pensa che per concludere una transazione online con Ripple bastano appena quattro secondi, un arco temporale molto più breve di quello comportato dal Bitcoin, senza peraltro che il sistema ne vada a risentire in termini di sicurezza e affidabilità.

I motivi del successo di Ripple

Oltre alla validità del progetto dal punto di vista puramente tecnico, va sottolineato come a sospingere Ripple sui mercati siano altri fattori. A partire dagli ottimi rapporti che il team di sviluppo può vantare nei confronti della Federal Reserve, dovuta in particolare alla presenza al suo interno di Ryan Zagone, che aveva operato in precedenza nell’autorità che sovrintende al funzionamento dei mercati monetari statunitensi.
Va poi ricordato come la cryptocurrency goda dell’appoggio non solo del mondo bancario, ma anche di una lunga lista di exchange, un dato quest’ultimo che può segnare la vita o la morte di un progetto nel settore delle criptovalute o comunque frenarne le possibilità, come sta accadendo ad alcune consorelle.
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Perché le banche appoggiano Ripple?

Ad un primo esame, il forte appoggio da parte delle banche nei confronti di Ripple può apparire abbastanza strano, considerato il rapporto estremamente teso tra il sistema creditizio e finanziario tradizionale e il Bitcoin, che ha spinto banchieri di fama come Jamie Dimon a denunciare il valore puramente speculativo della moneta digitale più famosa.
Nel caso di Ripple, però, lo stesso comparto bancario ha saputo cogliere gli elementi di vera novità rappresentati dal progetto, che si propone praticamente alla stregua di versione più funzionale degli istituti bancari attualmente operanti. A caratterizzare in tal senso Ripple e a farne un progetto altamente innovativo è in particolare il suo funzionamento, basato integralmente sulla fiducia tra le parti in causa.
In pratica, ogni operazione che avviene all’interno del sistema deve avvenire tra soggetti che si sono accreditati a vicenda, ovvero che hanno concesso la loro fiducia alla controparte. Un meccanismo che consente a Ripple di garantire il massimo di sicurezza ad ognuno degli utenti che decidano di appoggiarsi alla piattaforma per dare vita a transazioni online e il quale ha convinto anche il sistema bancario ad accordare a sua volta il massimo di fiducia alla criptomoneta.

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Stellar Lumens valore in controtendenza: caratteristiche della criptovaluta https://www.business.it/stellar-lumens-valore-caratteristiche/ Mon, 12 Feb 2018 08:00:45 +0000 https://www.business.it/?p=18469 Stellar Lumens continua a crescere anche in un momento negativo per il comparto delle monete digitali, confermando la bontà del progetto, la stessa che ha spinto un'azienda come IBM a varare una collaborazione

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Non è un momento particolarmente felice per le criptovalute, che sembrano scontare anche i rumors sempre più forti che vorrebbero il governo cinese pronto a intervenire per chiudere una serie di exchange e limitare attività e servizi legati alle monete digitali. Segnali che sono stati interpretati molto negativamente dai mercati portando ad un deprezzamento generale del comparto.
In un panorama così negativo, brilla però Stellar Lumens, l’unica divisa virtuale che è riuscita ad andare in controtendenza, mettendo a segno una crescita pur contenuta. Un segnale di fiducia da parte degli investitori che conferma ancora una volta la bontà del progetto e pone le basi per un futuro che si prospetta sempre più luminoso.
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Cos’è Stellar Lumens e com’è nata

Quando si parla di Stellar Lumens, si dovrebbe però puntualizzare che in realtà con il primo nome si indica la piattaforma basata su tecnologia blockchain nata nel 2014 con il preciso fine di dare vita ad un sistema adatto alle transazioni, rapido e a basso costo, mentre il secondo caratterizza la vera e propria criptovaluta che è stata lanciata tramite un’ICO (Initial Coin Offer) nello stesso anno, con la quale verrebbero ad essere eseguite le operazioni in questione.
Da quanto detto sinora, si può facilmente comprendere come la visione che ha distinto il progetto sia radicalmente diversa da quella tipica del Bitcoin e si proponga di diventare uno strumento in grado di servire al meglio le transazioni online tra svariati soggetti che chiedono allo stesso tempo velocità, sicurezza e costi limitati.
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Stellar Lumens, i motivi della sua crescita

Quali sono i motivi che spingono i mercati a dare fiducia a Stellar Lumens? Il primo è la grande velocità che caratterizza le transazioni condotte con questa criptovaluta, che vengono compiute in un arco temporale tra i due e i cinque secondi, quindi con una rapidità sconosciuta ad esempio al Bitcoin.
Il secondo è la grande fiducia che Stellar Lumens riesce a calamitare da parte di grandi aziende, a partire da IBM, che si è tradotta in un accordo mondiale il quale costituisce il vero e proprio biglietto da visita di un progetto che, con tutta evidenza, risponde ad una serie di esigenze dell’economia reale, non limitandosi dunque ad essere una mera speculazione come avviene nel caso di altre monete digitali.
Anche altre imprese di grandi dimensioni, a partire da Deloitte, Tempo Money Transfer e Parkway hanno deciso a loro volta di ricorrere alla tecnologia Stellar, tanto da spingere molti analisti a preconizzare la possibilità per essa di andare ben presto ad insidiare le posizioni oggi detenute da Ripple.

Le differenze tra Stellar Lumens e Ripple

Va però sottolineato che se Stellar Lumens nasce con il preciso intento di fare concorrenza a Ripple, proprio fondandosi su caratteristiche analoghe, a partire dalla estrema rapidità e sicurezza delle transazioni, il progetto di avvio presenta alcune differenze decisive che potrebbero infine portare le due divise a coesistere.
Se infatti Ripple si rivolge in maniera specifica al sistema bancario e intende affermarsi alla stregua di una piattaforma di scambio tra gli istituti, anche a livello transnazionale, Stellar Lumens guarda invece al mondo delle piccola impresa e all’economia familiare. Una differenza di impostazione effettivamente molto marcata, che potrebbe infine permettere ad entrambe di affermarsi senza pestarsi i piedi a vicenda.

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Ecco chi sono gli uomini più ricchi del mondo in monete virtuali https://www.business.it/uomini-piu-ricchi-del-mondo-monete-virtuali/ Thu, 08 Feb 2018 11:30:05 +0000 https://www.business.it/?p=18311 Non se la passano bene i ricconi delle criptovalute, sebbene non vi sia dubbio che siano sempre stati ben coscienti dei rischi che un investimento in moneta virtuale comporta. La celebre rivista Forbes ha cercato di stilare una classifica degli uomini più facoltosi dell’industria della criptovaluta. Sono già un po’ meno ricchi dato che la… Leggi tutto »Ecco chi sono gli uomini più ricchi del mondo in monete virtuali

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Non se la passano bene i ricconi delle criptovalute, sebbene non vi sia dubbio che siano sempre stati ben coscienti dei rischi che un investimento in moneta virtuale comporta.

La celebre rivista Forbes ha cercato di stilare una classifica degli uomini più facoltosi dell’industria della criptovaluta. Sono già un po’ meno ricchi dato che la ricerca è stata pubblicata proprio mercoledi scorso, dopo il sonoro tonfo delle monete virtuali.

Tanto è vero che dei 10 personaggi identificati da Forbes nelle settimane precedenti al crollo, pochi sono rimasti “milionari” fino al giorno in cui è avvenuta la pubblicazione, dopo che solo Lunedi le criptovalute sono crollate di un buon 20%, prima di stabilizzarsi martedi.

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Il numero uno è Chris Larsen, fondatore della moneta virtuale Ripple, il quale aveva un patrimonio stimato di circa 60 miliardi di dollari, quindi superiore persino a quello di Mark Zuckerberg.

Tuttavia, dopo che il prezzo del Ripple, XRP, è crollato dell’80%, Forbes ha aggiustato la stima a 8 miliardi, ma già mercoledi erano diventati 6.

Chris-Larsen-ricchi-criptovalute-miliardariSegue Joseph Lubin, uno dei pioneri degli investimenti in Ethereum, poi Changpeng Zhao, fondatore dell’exchange Binance, poi i fratelli Tyler e Cameron Winklevoss, tra i primi a credere nel Bitcoin, noti per le loro battaglie legali contro Zuckerberg riguardanti Facebook ed infine Matthew Mellon, che è uno dei principali possessori di XRP.

Un dato che risulta evidente è che i maggiori benefici di questi investimenti sono andati a uno sparuto numero di persone che hanno iniziato molto presto, malgrado le promesse riguardanti il fatto che le criptovalute avrebbero generato un sistema finanziario democratico ed in grado di distribuire ricchezza in modo più omogeneo.

Quasi tutte le persone che figurano nella lista hanno in qualche modo supportato attivamente la crescita delle monete virtuali. Inoltre, pare che molte ineguaglianze tra i detentori di Bitcoin sono particolarmente elevate anche nei paesi più stratificati, cosa che probabilmente ha causato danni a coloro i quali si sono avvicinati alle criptovalute di recente e che ora si stanno leccando le ferite.

I pioneri delle criptovalute come coloro i quali hanno l’onore di essere nella lista di Forbes non hanno risentito più di tanto gli effetti della recente catastrofe. Il prezzo del Bitcoin è infatti più alto di un anno fa di un buon 600%, e quasi del 70.000% rispetto al tempo in cui i gemelli Winklevoss (di cui abbiamo parlato qui) hanno iniziato ad investire.

Identificare gli uomini più ricchi del mondo nel paranoico mondo delle criptivalute non è per niente facile. Lubin, che Forbes classifica come il numero due, è un esempio lampante della difficoltà della ricerca. Lubin ha infatti dichiarato di aver iniziato a vendere i suoi averi in Ethereum, noti come Ether, lo scorso anno, con l’intenzione di finanziarci il suo business, ConsenSys. Forbes era impossibilitata a verificare i suoi averi ed ha quindi deciso di stimare la sua ricchezza tra 1 miliardo e 5 miliardi, prima del recente crollo.

Lubin-miliardari-ethereum-ricchiI milionari normali possono essere meglio classificati in quanto le persone più ricche del mondo solitamente hanno patrimoni legati alla borsa, e quindi trasparenti per le aziende quotate. Al contrario, il settore finanziario delle criptovalute, non ti obbliga a svelare la tua identità perché il sistema è stato creato da gente che era specificatamente interessata a proteggere la privacy finanziaria.

Molti veri detentori di monete virtuali preferiscono mantenere il riserbo sui loro asset per ragioni di sicurezza e di privacy, mentre molte persone che sono ritenute avere enormi quantità di Bitcoin a livello di gossip, non sono presenti nella lista stilata da Forbes.

Forse il grande assente è proprio il leggendario Satoshi Nakamoto, il misterioso creatore del Bitcoin, la cui identità non è mai stata confermata. I ricercatori ipotizzano che Satoshi abbia accumulato una fortuna nel primo anno del Bitcoin, quando le persone iniziavano a fare “mining” di nuova moneta. Oggi quei Bitcoin varrebbero circa 7 miliardi.

Un presunto millantatore è quel Brock Pierce, ex baby attore e creatore della community di criptovalute in Porto Rico, che ha affermato di voler donare 1 miliardo della sua fortuna in progetti di beneficienza. Tuttavia Forbes ha omesso di menzionarlo in quanto Pierce non ha mai accettato di fornire prove sulla sua ricchezza. La rivista ha quindi stimato il suo patrimonio tra 700 milioni e 1 miliardo di dollari.

brock-pierce-miliardari-criptovalute-miliardarioLa vera lezione che traiamo da questa lista è il fatto che inventare nuove monete virtuali potrebbe risultare essere meno lucrativo che investire nelle stesse. Ad esempio, Forbes ha rilevato che Vitalik Buterin, inventore dell’Ethereum, è meno ricco di due dei primi investitori, il già citato Joseph Lubin e Anthony Di Iorio.

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Bitcoin: Visa e Mastercard aumentano le commissioni sull'acquisto di criptovalute https://www.business.it/bitcoin-visa-mastercard-commissioni-acquisto-criptovalute/ Tue, 06 Feb 2018 15:00:48 +0000 https://www.business.it/?p=18186 Non è sempre entusiasmante avere a che fare con i Bitcoin. Le azioni collegate alle criptovalute volano alle stelle, per poi calare e risalire di nuovo. Il rischio di una bolla è dietro l’angolo, ma i più esperti, che lamentano deregolamentazione e instabilità, fanno un passo indietro rispetto all’entusiasmo che mostrano i sostenitori. Talvolta però… Leggi tutto »Bitcoin: Visa e Mastercard aumentano le commissioni sull'acquisto di criptovalute

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Non è sempre entusiasmante avere a che fare con i Bitcoin. Le azioni collegate alle criptovalute volano alle stelle, per poi calare e risalire di nuovo.
Il rischio di una bolla è dietro l’angolo, ma i più esperti, che lamentano deregolamentazione e instabilità, fanno un passo indietro rispetto all’entusiasmo che mostrano i sostenitori. Talvolta però capita che si vada incontro a brutte sorprese come quella di vedersi accreditare commissioni aggiuntive non previste sugli estratti conto. Perchè?

Visa e Mastercard hanno deciso di modificare il modo in cui vengono acquistati Bitcoin e altre criptovalute sulle loro piattaforme.

Gli operatori iniziano a storcere il naso. In effetti per acquistare bitcoin, ethereum o qualsiasi altra moneta digitale in maniera veloce e sicura, l’unica opzione è usare la carta di credito (o prepagate).  Il trasferimento di fondi dalla banca ha commissioni più basse, ma richiede diversi giorni. Coinbase, la piattaforma attraverso la quale si possono acquistare criptovalute, ha da tempo accettato carte di credito per effettuare acquisti istantanei, ma ha deciso di addebitare all’acquirente la commissione di transazione con carta di credito standard o una prepagata del 4%. 

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Aumento delle commissioni

Adesso, ad esempio, un acquisto di bitcoin istantaneo da 5.000 dollari, effettuato su Coinbase utilizzando una carta di credito VISA o Mastercard, genererà circa 500 dollari di commissioni, più dobbiamo aggiungere gli interessi. Per la maggior parte delle persone, perdere il 10% del proprio investimento in commissioni rappresenta la definitiva chiusura dell’acquisto di bitcoin.

Le condizioni estreme che quindi adesso hanno dettato Visa e Mastercard vanno a sicuro svantaggio della criptovaluta. Per non parlare del trasferimento dei fondi tramite ACH, che richiede da 3 a 5 giorni lavorativi, lasso di tempo durante il quale i prezzi delle criptovalute possono aumentare o diminuire in maniera esagerata.

Ora che VISA e Mastercard hanno cambiato il modo in cui gli acquisti della carta di credito Coinbase vengono elaborati sulle loro reti, significa che le transazioni Coinbase (e presumibilmente tutte le altre borse) vengono etichettate come “anticipo in contanti” piuttosto che come “acquisto”. Un po’ come accade alla carta di credito quanto si effettua un acconto o si versa una caparra.

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criptovalute-bitocoin-commissioniLe modifiche di Mastercard

Le tariffe variano a seconda dell’istituzione che ha emesso la carta, ma ciò significa che l’utilizzo di una carta di credito comporterà un’ulteriore commissione del 5% (oltre alla commissione di transazione con carta di credito del 4% già trasferita da Coinbase).

C’è da sapere poi che esiste un’ulteriore informazione a discredito dei consumatori che utilizzano carte di credito e prepagate per effettuare operazioni di acquisto con le critpovalute: questi acquisti specifici non saranno più idonei per guadagnare punti di carte di credito.

Coinbase, inviando una email a tutti i clienti, ha confermato la modifica, sostenendo che “il  codice MCC  per gli acquisti in valuta digitale è stato modificato da alcune delle principali reti di carte di credito” e che adesso consentirà alle banche e agli emittenti di addebitare ulteriori commissioni di anticipo.

“Nelle ultime settimane abbiamo chiarito agli acquirenti quale fosse il codice della transazione e il codice della categoria commerciale da utilizzare per questo tipo di transazioni (acquisti di criptovaluta). Ciò fornisce una visione coerente di tali acquisti sia per i commercianti che per gli emittenti “. Queste le parole di commento di un portavoce di Mastercard, senza specificare altro.

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Le monete digitali: sono da considerarsi “valute”?

Questo cambiamento di rotta e le nuove regole applicate dalle carte credito hanno aperto un dibattuto su come devono essere effettivamente trattate le criptovalute: si tratta di valute a tutti gli effetti oppure no? Acquistare bitcoin è la stessa cosa che estrarre denaro da un bancomat? Forse sì, visto che è nato anche DragonCard, il bancomat dei bitcoin.
Staremo a veder se l’ascesa di bitcoin e criptovalute future è legata all’eventuale caduta di intermediari finanziari come VISA e Mastercard.

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Valore del bitcoin attuale: quotazione e previsioni https://www.business.it/valore-bitcoin-attuale-quotazione-previsioni/ Tue, 06 Feb 2018 11:00:38 +0000 https://www.business.it/?p=18140 La moneta virtuale di Satoshi Nakamoto ha perso dai massimi di metà dicembre circa il 60%. Nella storia del Bitcoin per ben cinque volte il bitcoin ha sofferto crolli superiori al 70% dai massimi. Per esempio “nel 2010 in meno di un mese è precipitato addirittura del 94%, ma questa è la preistoria. In tempi più… Leggi tutto »Valore del bitcoin attuale: quotazione e previsioni

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La moneta virtuale di Satoshi Nakamoto ha perso dai massimi di metà dicembre circa il 60%. Nella storia del Bitcoin per ben cinque volte il bitcoin ha sofferto crolli superiori al 70% dai massimi. Per esempio “nel 2010 in meno di un mese è precipitato addirittura del 94%, ma questa è la preistoria. In tempi più recenti da segnalare l’interminabile orso con una caduta dell’85% dal record del novembre 2013 al gennaio 2015. Ma, come ben si sa, a tutti questi tracolli sono seguiti nuovi record”.

La moneta virtuale manda in archivio la peggiore settimana dal 2013, con l’ennesimo crollo delle quotazioni, che arrivano a scendere sotto 8mila dollari per poi recuperare. Uno scivolone che ha contagiato tutte le monte virtuali che si possono acquistare, dall’Ethereum al Litecoin.

Bitcoin ha perso oltre la metà del proprio valore di capitalizzazione di mercato dall’inizio del 2018 e ha portato con se anche tutte le altre valute elettroniche. Ancora non così forti da poter sostenere da sole il “peso” di essere quello che sono. Sul crollo generalizzato delle cripto monete ecco spuntare i soliti colpevoli. Le voci di una bolla, le restrizioni da parte dei Governi (Giappone, Corea del Sud, Cina India..), lo scetticismo da parte della finanza, lo sbarco a Chicago che ha consentito l’apertura delle scommesse “al ribasso” senza dimenticare gli attacchi continui da più parti che hanno cominciato a scalfire la corazza di BTC, quell’armatura che fino ad oggi sembrava inattaccabile.

A gennaio si era anche detto che il primo mese di ogni anno rappresentava una caduta fisiologica per tutte le valute elettroniche, quasi una costante. Ma adesso siamo a febbraio e il crollo continua, non solo per Bitcoin peraltro, ma anche e sopratutto per tutte le altre Coin.

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Quotazione e valore di Bitcoin e le altre Criptovalute.

BTC si è vista protagonista di un crollo vertiginoso che ha causato perdite di valore non indifferente. Nel corso di un giorno sono stati bruciati 100 miliardi di dollari di valore fra tutte le monete virtuali presenti sulle varie piattaforme. Stando ai grafici di CoinMarketCap in tempo reale, l’analisi attuale sulle valute digitali è impietosa. BTC sta perdendo oltre l’11% ed è quotata 6.678 dollari.  Un tonfo spaventoso: in un solo mese la regina delle criptomonete ha chiuso con il peggiore risultato. Non che le altre criptovalute siano rimaste immuni alla bolla: sempre a gennaio, Ripple e Litecoin hanno perso rispettivamente il 45% e il 29%. 

Ad alimentare l’ultima ondata di vendite sono stati i continui annunci da parte dei governi e delle autorità riguardo a maggiori regole e restrizioni sul trading delle criptovalute. A onor di cronaca va ricordato che i Bitcoin e altre criptovalute hanno riempito i giornali di questi giorni con furti cibernetici per importi pari a centinaia di milioni di dollari: a Tokyo una truffa digitale di $430 milioni con la piattaforma online di criptovalute Coincheck e in Corea del Sud svariate transazioni illegali del valore di quasi $600 milioni i casi più eclatanti. Un problema che pare piuttosto difficile da arginare, data l’enorme appetibilità della moneta virtuale per coloro che vogliono mantenere l’anonimato sulle loro transazioni. Già, perché il diritto di proprietà di una criptovaluta non viene verificato rilevando un’identità, bensì attraverso il possesso di una password segreta che, mediante le tecniche della crittografia, consente di accedere alla moneta stessa, senza rilevare alcuna informazione riservata.

Ethereum giù in picchiata, calato di oltre il 12% in 24 ore, a 647 dollari circa. Ripple fa addirittura peggio, calano di 15 punti percentuali e venendo scambiata a 0,75314 dollari. Nella top 20 delle criptovalute per valore di capitalizzazione di mercato, si segnalano generalmente perdite che vanno dal 10 al 20%. Solo Stellar riesce a tenersi a singola cifra ( ma di poco, 9,40%), mentre Tether tiene il colpo segnando un sorprendente punto positivo (+0,26%). Se poi scendiamo a guardare l’andamento delle altre valute elettroniche, ritroviamo perdite ancora maggiori, alcune delle quali superano perfino i 20 punti percentuali.

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Cosa può aver scatenato la bolla “Bitcoin” e il crollo delle quotazioni?

C’è chi ha fatto notare come la retromarcia sia iniziata da quando è stato possibile “scommettere” sul valore del bitcoin attraverso prodotti derivati, quotati alla borsa delle commodities di Chicago. In pratica, da quando è stato possibile puntare anche al ribasso, utilizzando la leva finanziaria. Una ulteriore speculazione che ha inevitabilmente colpito la moneta virtuale che aveva guadagnato più del 900 per cento dall’inizio del 2016.

In realtà, quello che ha scatenato l’ondata di vendite degli ultimi giorni è anche altro. Non passa giorno senza che si inaspriscano i controlli delle autorità, siano governi siano banche centrali, nei confronti del bitocin e della sua “governance”: sia per il moltiplicarsi di casi di truffe, sia per i timori che venga utilizzato per attività di riciclaggio, sia per fissare regole che diano stabilità agli scambi ed evitare che si trasformi in un pericolo per gli investitori. E’ il caso dell’India, che ha dato via a una serie di stretta sulla regolamentazione.

Oppure della Cina, che ha imposte regole severe fin dal settembre scorso e ora ha vietato gli scambi. Ma anche del Giappone, dove sono in corso gli interventi ordinati in Giappone dall’autorità di controllo sui servizi finanziari agli uffici della piattaforma di scambio Coincheck: la piattaforma online di cripto valute vittima lo scorso fine settimana di un attacco informatico che ha causato una perdita di 58 miliardi di yen, oltre 430 milioni di euro. “Abbiamo deciso di condurre l’accertamento per tutelare gli utenti e valutare l’attuale livello di protezione presente”, ha spiegato il ministro delle Finanze Taro Aso dopo un incontro del Gabinetto di governo.

Del tema bitcoin si parlerà anche alla prossima riunione del G20: i governanti delle grandi economie del globo hanno raccolto gli inviti arrivati sia dalla Bce che dalle Fed (la banca centrale statunitense) per dotarsi di regole comuni. Quando di ritroveranno a fine marzo, cercheranno di trovare una intesa. “Bisogna garantire la sicurezza dei risparmiatori da un rischio speculativo”, ha detto di recente il presidente francese Emanuel Macron. “Vedremo assieme agli altri membri del G20 come regolamentarlo”.

Quanto durerà ancora questo crollo?

Siamo arrivati alla tanto attesa e preannunciata esplosione della bolla? O tutto rientra alla normalità nel giro di pochi giorni? La volatilità, così come l’incertezza, regnano sovrane nel panorama delle valute digitali. L’impressione è che l’andamento adesso, a differenza di prima, lo decida davvero il mercato. Se solo qualche settimana fa la febbre del Bitcoin era alle stelle e si esaltavano profitti straordinari un po’ ovunque, anche dal barbiere, adesso i quotidiani parlano di una “festa finita”, alludono alle limitazioni normative e alle continue frodi, e Facebook mette al bando tutte le campagne pubblicitarie che promuovono le criptovalute e le Ico pubblicità discutibili, spesso associate a pratiche promozionali false e ingannevoli. 

Non solo, dopo Cina e Corea del Sud, anche gli Stati Uniti stanno accendendo i fari sul settore. Secondo Bloomberg le autorità di controllo americane hanno inviato mandati di comparizione per i rappresentanti di Bitfinex e Tether, due delle realtà più importanti per lo scambio di criptovalute al mondo. Insomma un 2018 fin qui da dimenticare per gli speculatori di Bitcoin (e sorelle), tra i quali, se non altro, non troviamo il profilo del classico risparmiatore italiano o della madre di famiglia che a stento arriva a fine mese. Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, afferma che “la bolla potrebbe andare avanti per anni, ma finirà in tragedia e prima succederà e meglio sarà”. 

Senza essere catastrofici, finchè il Bitcoin e le altre criptovalute saranno impiegate da pochi per fini largamente speculativi, non soddisferanno nessun vero bisogno, e saranno destinati a rappresentare una scommessa già persa. Sarà per questi motivi che Facebook ha deciso di vietare ogni campagna pubblicitaria legata a prodotti e servizi finanziari “che di frequente vengono associati a pratiche promozionali false e ingannevoli”? Zuckerberg certamente non punta il dito su tutto il mercato Bitcoin, ma qualcuno sta tentando di approfittare del momento.

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Come la psicologia può influenzare la stabilità finanziaria.

Hyman Minsky nel suo celebre modello di instabilità finanziaria, successivamente elaborato da Charles Kindleberger, sosteneva che le bolle avessero cinque fasi: il trasferimento o migrazione, il boom, l’euforia, l’angoscia finanziaria e la repulsione. Il trasferimento è azionato da un’innovazione tecnologica che ci catapulta in una nuova era, come internet o la blockchain in questo caso. Succede quindi un boom che trascina sempre più investitori, finché si raggiunge la fase euforica, dove si viene bombardati di pubblicità e se ne discute anche sulle radio (succedeva circa intorno a novembre 2017).

La gente compra per ottenere rapidi guadagni e in parte per imitare gli altri. Questa tendenza si autoalimenta per un po’. Ad un certo punto, tuttavia, iniziano a insinuarsi i primi dubbi e la gente inizia a vendere per monetizzare i propri profitti. A ciò si aggiungono spesso cattive notizie (Corea del Sud, normative stringenti, etc.) e il prezzo inverte la tendenza. Una volta che il prezzo comincia a scendere la psicologia cambia: le persone che avevano comprato inizialmente si vedono erosa la loro potenziale rendita, e le persone entrate da poco potrebbero addirittura aver comprato la criptovaluta al di sopra del prezzo corrente, con conseguenti pentimenti. Investitori occasionali possono aumentare temporaneamente il prezzo, ma non durano.

Non siamo ancora arrivati alla fase di angoscia, ma potremmo esserne vicini se ci fosse l’innesco di un’ulteriore svendita massiva. Ci potrà essere un momento in cui gli investitori potrebbero smettere di pensare al Bitcoin come mezzo di scambio per le transazioni quotidiane, o come deposito affidabile di valore, e, a causa della proliferazione delle altre criptomonete, non sfrutterebbe il jolly dell’offerta limitata. Un bene digitale che non ha un flusso di reddito è complicato da valutare: diventa arduo definire un prezzo target in salita e un prezzo floor in discesa. Quando la gente lo capirà, saremo nella fase di repulsione.

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Bitcoin: i commenti di Mario Draghi e l'andamento nel 2018 https://www.business.it/bitcoin-mario-draghi-andamento-2018/ Tue, 06 Feb 2018 10:28:24 +0000 https://www.business.it/?p=18142 I Bitcoin continuano la loro corsa altalenante sulle montagne russe. Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio hanno registrato un calo del 15% delle azioni. Il valore si abbassa quindi sotto i 7mila dollari, per poi recuperare leggermente, fermandosi sugli 8mila. E pensare che solo qualche mese fa aveva toccato il record di… Leggi tutto »Bitcoin: i commenti di Mario Draghi e l'andamento nel 2018

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I Bitcoin continuano la loro corsa altalenante sulle montagne russe. Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio hanno registrato un calo del 15% delle azioni. Il valore si abbassa quindi sotto i 7mila dollari, per poi recuperare leggermente, fermandosi sugli 8mila. E pensare che solo qualche mese fa aveva toccato il record di 15mila dollari ad azione!

Molti esperti di finanza tendono a non fidarsi delle critpovalute. Poco affidabili, non regolamentate da un ente centrale, possono tramutarsi in una bolla pronta ad esplodere da un momento all’altro.

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bitcoin-bceIl monito di Draghi

Che si tratti di “un asset molto rischioso, soggetto ad alta volatilità e speculazione” è il Presiedente della Bce Mario Draghi a dichiararlo. Il numero 1 della Banca Centrale Europea ammonisce da tempo sui pericoli dei Bitcoin e delle monete digitali, puntando il dito sulla loro inattendibilità.

Pochi giorni fa, Draghi ha tenuto un discorso a Strasburgo, inaugurando così le audizioni al Parlamento europeo. Lì ha presentato una relazione sull’andamento dell’eurozona e ha messo in guardia sui rischi delle criptovalute.
É un fatto concreto che i Bitcoin abbiano attirato l’interesse delle masse, scavalcando qualsiasi dubbio in proposito. Eppure, la loro diffusione ha portato linfa nuova ai portafogli delle banche europee, una cosa che andrà in ogni caso valutata ed esaminata.  Per adesso, il numero 1 della Bce continua ad esternare la sua perplessità a riguardo e ribadisce che la deregolamentazione delle criptovalute è un loro punto a sfavore, complice anche il fatto che “le valute digitali non sono soggette a uno specifico approccio di vigilanza”.

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Occorre un costante monitoraggio sulle criptovalute

Draghi fa sapere che la vigilanza europea sta valutando quali potrebbero essere i rischi prudenziali ed effettivamente possibili della loro detenzione nei portafogli delle banche europee, e quali conseguenze potrebbe portare tutto ciò in termini di afflusso e speculazione. Occorre un assiduo e preciso monitoraggio.

Infine Draghi commenta i numeri dell’inflazione e dalla sfiducia verso le valute digitali, passa alla fiducia verso la crescita economica registrata nell’eurozona. Prudenza quindi e molta costanza: “anche se si è rafforzata la nostra fiducia che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo del 2%, non possiamo ancora dichiarare vittoria su questo fronte”.

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Nem moneta virtuale: caratteristiche, valore e sviluppi futuri https://www.business.it/nem-moneta-virtuale-valore-caratteristiche-quotazione/ Mon, 05 Feb 2018 07:56:04 +0000 https://www.business.it/?p=18056 Nem, la moneta virtuale nata nel 2015 e capace di un entusiasmante rally sui mercati nel corso degli ultimi mesi, si propone di crescere ancora molto durante l'anno appena iniziato

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Il settore delle criptovalute, pur sottoposto ai duri attacchi di una parte del mondo finanziario tradizionale, continua a mostrare grande vitalità. In particolare continua a crescere il numero delle monete virtuali che si propongono di ripercorrere il cammino che ha portato il Bitcoin ad essere un vero e proprio caso.
Tra le centinaia di Altcoin in circolazione, un posto di assoluto riguardo spetta a Nem, la divisa digitale nata nel 2015 e capace di dare vita ad una crescita esponenziale nel corso dell’anno appena terminato. Un rally che potrebbe peraltro ripetersi nel 2018, considerate le caratteristiche che può vantare.
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Nem coin

Nem è una moneta digitale peer-to-peer, ovvero caratterizzata dal fatto che ogni nodo riveste la stessa importanza e può non solo erogare servizi, ma anche fruirne. Proprio la mancanza di un criterio gerarchico ha radunato intorno alla criptovaluta una folta community, che le ha permesso una entusiasmante performance nel corso del 2017.
Partita all’inizio dell’anno con una quotazione che si posizionava a quota 0,003 dollari, in pochi mesi ha infatti dato vita ad un entusiasmante rally che l’ha portata ad un passo dai due dollari per poi assestarsi a quota 1,30 nei confronti della moneta statunitense, con una capitalizzazione superiore ai dodici miliardi.

Nem: valore in crescita rapida

Naturalmente di fronte alla crescita impetuosa di Nem, molti addetti ai lavori si sono interrogati sui motivi di una crescita tale da farne un possibile concorrente per lo stesso Bitcoin, anche in considerazione degli attacchi che ormai da tempo si appuntano sulla criptovaluta più nota.
In particolare, Nem è in grado di assicurare una straordinaria sicurezza che peraltro non va a scapito della velocità delle transazioni, quello che è considerato il vero punto debole della moneta virtuale creata da Satoshi Nakamoto nel 2009. Inoltre va sottolineato come la scelta di programmare in Java fornisca un ulteriore contributo in termini di popolarità, considerato come questo linguaggio sia diffuso in ogni parte del mondo. Infine va considerato il fatto che tutte le monete previste, nove miliardi, siano già in circolazione, eliminando in tal modo il rischio inflattivo.
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Nem nel 2018

Dopo le straordinarie prestazioni del 2017, Nem è ora atteso alla conferma in un anno che si preannuncia molto intenso per l’intero comparto delle divise digitali, messe sotto pressione anche dai tentativi di alcuni governi, in particolare quello francese e quello cinese, di sottoporlo ad una regolamentazione in grado di dissipare i forti timori relativi ad una bolla simile a quella dei mutui Subprime.
L’ulteriore crescita di Nem, peraltro, potrebbe essere sensibilmente agevolata dal fatto che la sua blockchain sia ormai da tempo sotto osservazione da parte di spezzoni del mondo finanziario e produttivo, interessati con tutta evidenza ad una entrata nel settore.
Proprio quanto ricordato sinora ha spinto gli stessi analisti a preconizzare un consolidamento delle basi della criptovaluta, anche in un anno che potrebbe rivelarsi complicato per il mercato delle monete virtuali, proprio a causa dei sospetti che continuano a sussistere sulla loro vera natura.
Un attacco che riguarda in particolare il Bitcoin, che dopo essere stato additato da Davide Serra, il finanziere noto anche per la sua partecipazione alla Leopolda di Matteo Renzi, è stato addirittura accusato da Natalia Kaspersky, cofondatrice della famosa azienda di cybersecurity russa di essere stato creato dalla CIA per foraggiare le sue attività all’estero in maniera più rapida.
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Bitcoin: continua l’avventura Didi Tahiuttu che attende il cryptoboom https://www.business.it/bitcoin-trentanovenne-olandese-vende-tutti-i-suoi-averi-per-investire-nella-moneta-virtuale-e-aspetta-il-cryptoboom-1/ Mon, 05 Feb 2018 06:30:19 +0000 http://www.business.it/?p=13828 Bitcoin in cambio di tutti i beni posseduti, la condotta particolare di Didi Taihuttu che, spogliatosi dei propri averi, vive in un campeggio aspettando che il valore dei bitcoin salga alle stelle

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Didi Tahiuttu sta vivendo un’avventura incredibile, è uno dei personaggi più famosi nell’universo di chi ha rischiato tutto investendo in criptovalute. Scopriamo la sua storia, che sicuramente, avrà, in ogni caso, un esito migliore di quella dell’uomo a cui la moglie, durante un litigio, ha completamente distrutto il pc, facendogli perdere tutti i dati, quindi centinaia di migliaia di euro di investimenti in monete virtuali.
La storia di Didi Taihuttu
Uno dei personaggi più discussi in questi giorni è Didi Taihuttu, un trentanovenne olandese che ha preso la decisione drastica di vendere tutti i propri beni per acquistare bitcoin, immaginando che a breve il valore della moneta virtuale salirà esponenzialmente e gli consentirà di diventare ricchissimo. Attualmente l’uomo vive a Venlo, in un campeggio, con la propria famiglia.
In una recente intervista per Business Insider Didi ha raccontato la propria storia. Alla morte del padre ha deciso di vendere l’azienda ricevuta in eredità e ha cominciato a girare il mondo con la moglie e le tre figlie. Durante il viaggio ha incontrato tante persone che lo hanno convinto ad investire tutti i propri beni in bitcoin, aspettando il cryptoboom per poter triplicare o quadruplicare la propria ricchezza.
Tornato dal proprio viaggio l’uomo ha venduto la casa, la macchina, la motocicletta, i vestiti e persino la bici elettrica e i giochi delle figlie, per convertire in bitcoin e criptovalute tutti i fondi ricavati. La tecnologia blockchain sta rivoluzionando il ruolo del denaro e delle banche nella società e Didi ha intenzione di continuare a vivere in un campeggio fino al 2020, per poi vendere quanto accumulato e diventare davvero ricco.
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Didi Taihuttu molla tutto e investe in bitcoinIl viaggio di Taihuttu

Alla morte del padre a causa di un cancro Didi ha deciso, insieme alla moglie, di vendere l’azienda ereditata, di cui era ormai stanco, e iniziare un viaggio di nove mesi alla scoperta di Asia e Australia insieme alla propria famiglia. Nel corso del proprio viaggio l’uomo ha incontrato tantissimi sostenitori della moneta digitale, tra cui un operatore di borsa sudafricano esperto di crypto trading e un commerciante di bitcoin proveniente da Dubai.
Per imparare di più sul mondo della moneta virtuale Didi ha creato un vero gruppo di crypto believer, con cui rimane in contatto e analizza ogni giorno il mercato della criptovaluta via Skype. Grazie ai propri collaboratori l’imprenditore olandese è sempre aggiornato sulle ultime novità della borsa e sta rapidamente imparando come fare trading in modo efficace. Taihuttu aveva aperto un conto già nel 2010 ma, non avendo le competenze necessarie, l’investimento era stato fallimentare. Oggi le cose sono certamente cambiate.
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Il passato e il futuro di Taihuttu

Quando Didi aveva investito nei bitcoin, creando un’impresa fisica per minare moneta virtuale con computer, la valuta non arrivava nemmeno all’euro di valore. Nel 2013 ci fu il primo picco importante e un bitcoin poteva essere convertito in centinaia di euro. L’olandese decise di vendere tutta la propria moneta virtuale, non immaginando che nell’arco di pochi anni un bitcoin sarebbe arrivato a valere addirittura migliaia di euro.
Nel corso del proprio viaggio per il mondo Didi ha incontrato tante persone che l’hanno convinto a riconsiderare la possibilità di investire nella moneta virtuale e, quando nell’estate del 2017 il valore dei bitcoin è salito a 3000 dollari, l’imprenditore ha deciso di puntare tutto sulla criptovaluta.
Cambiare stile di vita non è stato affatto semplice, visto che la famiglia dell’imprenditore è passata da una vita nel lusso al pernottamento in uno chalet da campeggio. Oggi tutte le proprietà di Taihuttu sono in vendita e fino al 2020 marito, moglie e figlie continueranno a spogliarsi di ogni cosa per accumulare bitcoin, sperando che nel frattempo la criptovaluta diventi insostituibile.
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Didi Taihuttu investe tutto sui bitcoin aspetta il cryptoboom

Il futuro delle criptovalute

Come sta procedendo il lungo viaggio di Didi Tahiuttu verso la ricchezza? Dopo gli ultimi aggiornamenti sul valore dei Bitcoin, il personaggio olandese è stato intercettato nel suo girovagare ma non si è detto affatto preoccupato. È ancora convinto e fiducioso, fermo sulla sua scelta, sta vivendo un’esperienza straordinaria con la sua famiglia ed è felice così.
Credo che anche se il valore del Bitcoin crollerà ancora, resterà sempre un vantaggio per chi vi ha investito, e se invece dovrebbe scoppiare una vera e propria bolla, beh, avremmo vissuto un’esperienza straordinaria. Stiamo bene, siamo in salute e siamo felici, ed anche se dovessimo diventare ricchi non faremmo altro che continuare questo grande viaggio aiutando la popolazione che incontriamo.
Dichiara Tahiuttu col sorriso.
Se tutto crolla potremmo ricominciare a lavorare e pubblicare il libro che stiamo scrivendo durante questa incredibile esperienza. Io resto convinto che le monete virtuale saranno l’oro del futuro, nonostante dei periodi di difficoltà, alla fine, le criptovalute saranno fonte di ricchezza. Saranno un vero e proprio asset, già adesso le aziende che accettano i pagamenti in denaro virtuale sono in grande crescita.

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Litecoin: la moneta del futuro che attira gli investitori https://www.business.it/litecoin-moneta-del-futuro-attira-investitori/ Sat, 03 Feb 2018 14:00:23 +0000 https://www.business.it/?p=18048 Litecoin ha dato vita ad una crescita esponenziale nel corso degli ultimi mesi, basata su una serie di caratteristiche di rilievo come la grande velocità delle transazioni e i costi ridotti delle commissioni

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Nel variegato universo delle criptovalute, che sono ormai arrivate a poco meno di 400, un posto di assoluto rilievo spetta al Litecoin, moneta virtuale nata nel 2011 e capace di dare vita ad una crescita esponenziale nel corso degli ultimi mesi, sull’onda del consenso riscosso da parte di un gran numero di investitori.
Per capire il gradimento dei mercati, basterà ricordare che mentre il Bitcoin è cresciuto nell’ordine del 2900% nel corso di un anno, la criptovaluta creata da Charlie Lee, un laureato del Massachusetts Institute of Technology e già impiegato presso Google, ha dato vita ad un rally prolungato ancora più proficuo, con un ROI (Return of Investment) del 3400%.

Le differenze tra Litecoin e Bitcoin

Come abbiamo già ricordato, Litecoin è una creatura nata dalla fervida mente di Charlie Lee, il quale ha naturalmente preso come modello il Bitcoin nella fase progettuale. Il fondatore, pur essendo un vero e proprio fan della prima moneta digitale creata da Satoshi Nakamoto, ha però deciso di andare oltre alcuni limiti messi in evidenza dalla stessa.
La nascita di questa nuova divisa virtuale risale al 2011 e, naturalmente, anch’essa è nata alla stregua di un sistema del tutto decentralizzato, ovvero in grado di sfuggire ad ogni tipo di controllo da parte di enti governativi o autorità centrali. La sua produzione deriva dal mining, ovvero dall’attività di estrazione dei miners, seguendo in questo il Bitcoin.
Ciò che però segna un importante punto di diversità rispetto alla più famosa consorella, è proprio la velocità del mining, tale da riflettersi in maniera benefica sulla scalabilità del sistema, ovvero sulla rapidità delle transazioni che vedono protagoniste le due divise: se nel caso del Bitcoin occorrono oltre due minuti, al Litecoin bastano una decina di secondi per concludere l’iter procedurale.
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Litecoin: le polemiche

Recentemente, ha destato una certa sensazione la notizia secondo la quale Charlie Lee avrebbe venduto tutti i Litecoin di cui era in possesso. Una mossa estremamente sorprendente, considerata alla stregua di una dichiarazione di sfiducia verso il suo stesso progetto da parte di analisti e addetti ai lavori.
E’ stato lo stesso Lee a spiegare il motivo della sua mossa, ovvero il conflitto di interessi creato dal fatto che ogni sua dichiarazione comparsa sulla pagina di Twitter da lui gestita era in grado di provocare una forte fluttuazione della sua creatura, spingendo alcuni ad accusarlo di dosare ogni tweet con l’evidente scopo di trarne un vantaggio personale.

Il problema delle criptovalute 

Il tema posto dalla vendite dei Litecoin da parte del suo fondatore è di non poco conto. In effetti proprio la volatilità eccessiva delle criptovalute sta provocando non pochi fastidi ad alcuni governi, in particolare quello cinese, preoccupati che alla fine possa venirsi a formare una bolla speculativa simile a quella che caratterizzò i mutui Subprime negli Stati Uniti.
Proprio per cercare di prevenire un eventuale crollo del mercato, che potrebbe avere conseguenze analoghe a quelle del 2008, facendo ripiombare le economie più evolute in piena recessione, Pechino ha deciso di dare una forte stretta, colpendo alcuni exchange e limitando servizi legati alle divise digitali.
Il tutto mentre anche il governo francese ha deciso a sua volta di mettersi alla testa di un movimento teso a regolamentare in maniera più stringente il comparto. Resta da vedere se sarà possibile farlo considerato il fatto che le criptovalute non sono poste sotto l’autorità di un ente centrale.
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Ethereum smart contracts: il legame tra la moneta e il mondo green https://www.business.it/ethereum-smart-contracts-legame-moneta-mondo-green/ Sat, 03 Feb 2018 12:00:23 +0000 https://www.business.it/?p=18040 Ethereum e We Power sono impegnate in un progetto dal chiaro sapore ecologista, grazie al quale tante piccole realtà operanti nel settore delle energie rinnovabili sono in grado di finanziare la loro attività

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Ethereum è una delle Altcoin più famose, tanto da essere indicata come un potenziale avversario per il Bitcoin nel corso dei prossimi anni. In effetti le sue peculiarità hanno spinto un grande numero di utenti e investitori a puntare in maniera risoluta sulla moneta digitale nata da una ICO risalente al 2014, consolidando le basi del progetto.
Il motivo principale che ha radunato intorno alla criptovaluta una community così larga, è la possibilità di dare vita a smart contracts, contratti intelligenti dei più svariati tipi, come ad esempio possono essere le operazioni varate in settori come quello della finanza, elettorale o in tema di proprietà intellettuale. Ma non solo.
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Ethereum moneta virtuale

La nuova divisa digitale è in grado di garantire una serie di caratteristiche che ne fanno lo strumento ideale per le transazioni che avvengono online. In particolare, quello che spicca nel sistema proposto è la possibilità di garantire totale privacy agli utenti, senza che ciò vada a discapito della necessaria sicurezza di ogni operazione.
Altra peculiarità di Ethereum è poi la scalabilità, ovvero la capacità di dare vita ad operazioni veloci, il vero punto debole di Bitcoin, le quali vanno ad unirsi all’impiego della crittografia, in modo da garantire sicurezza e anonimato a chi decida di utilizzare la piattaforma per le proprie contrattazioni sul web o per operazioni di altro genere come ad esempio le procedure sanitarie, i certificati o comunque qualsiasi cosa che possa essere trasformata in istruzioni di programma.

Ethereum green

Proprio le caratteristiche ricordate, hanno spinto ad una inusitata alleanza tra Ethereum e mondo green, in particolare quello delle imprese impegnate nel varo di prodotti dal chiaro sapore ecologista. Come è accaduto nel caso di We Power, una piattaforma impegnata nel settore delle fonti energetiche rinnovabili.
L’alleanza in questione è stata resa possibile dal fatto che i progetti sponsorizzati da We Power sono molto spesso troppo limitati per poter trovare finanziamenti in grado di alimentarli. Gli smart contracts, sono quindi stati individuati come il mezzo ideale per permettere alle aziende che li propongono di trovare finanziatori.
In pratica, ogni token di We Power è l’equivalente di una determinata quantità di energia. I produttori vendono il token prima che essa sia stata prodotta, utilizzando proprio le risorse ottenute tramite tale via per farlo. Il vantaggio è per entrambi i contraenti: da una parte il finanziatore compra energia ad un prezzo inferiore a quello di mercato, mentre il produttore non ha bisogno di anticipare fondi per la sua attività.

Il potenziale di Ethereum 

Proprio il caso di We Power e l’uso accorto di uno strumento come i contratti intelligenti, serve a dare un’idea delle grandi potenzialità di questa criptovaluta, le quali potrebbero sospingerla sempre più in alto sino a minacciare il Bitcoin, visto da più parti come un semplice mezzo per fare speculazione e sempre più sotto attacco, in particolare dopo le accuse di essere in pratica un’invenzione della CIA tesa a finanziarne le attività di spionaggio su territorio estero.
Ethereum, dal canto suo, rappresenta invece quella parte delle divise digitali che traggono il loro motivo di essere dal collegamento con specifiche necessità del sistema produttivo. Proprio per questo molti analisti si spingono a vaticinare un successo crescente per questo tipo di criptovalute, ai danni di quelle che invece fondano le loro fortune sull’appoggio dei mercati.
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Le migliori criptovalute 2018 su cui investire https://www.business.it/migliori-criptovalute-2018-investire/ Fri, 02 Feb 2018 09:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=17920 Esistono diverse tipologie d’investimento, ma tra i migliori per il 2018 c’è quello delle criptovalute. Chi ha investito saggiamente nelle criptovalute è riuscito a creare un guadagno importante, ma questo mercato come altri, non prevede delle regole fisse. Per il 2018, quindi ci saranno alcuni cambiamenti che permettono di prevedere quali saranno le migliori criptovalute sulle quali investire.  L’argomento Bitcoin,… Leggi tutto »Le migliori criptovalute 2018 su cui investire

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Esistono diverse tipologie d’investimento, ma tra i migliori per il 2018 c’è quello delle criptovalute. Chi ha investito saggiamente nelle criptovalute è riuscito a creare un guadagno importante, ma questo mercato come altri, non prevede delle regole fisse. Per il 2018, quindi ci saranno alcuni cambiamenti che permettono di prevedere quali saranno le migliori criptovalute sulle quali investire. 

L’argomento Bitcoin, soprattutto negli ultimi mesi, ha acquistato molta rilevanza, soprattutto per l’enorme valore maturato in nel giro di poco tempo, salendo da 1000 a oltre 19000 dollari e continuando a salire senza arrestarsi. Andremo a vedere ora in modo approfondito tutto ciò che riguarda le Criptovalute, di cui il Bitcoin e tante altre monete elettroniche  e su quale tra queste conviene investire.

Leggi anche: Non solo bitcoin, ecco l’ascesa delle nuove criptovalute.

Cos’è il Bitcoin e Cosa sono le Criptovalute

Il Bitcoin è una criptovaluta anche detta crittovaluta o criptomoneta nata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, nome fittizio di uno sviluppatore di cui ancora non si sa’ la vera identità.

La criptovaluta è in parole povere un moneta digitale, utilizzata per effettuare pagamenti così come una qualsiasi valuta tradizionale, come ad esempio l’EURO, ma per poter essere sicura, vista la sua natura digitale, è crittografata. Per crittografia si intendono tutte quelle tecniche che permettono di “cifrare/camuffare” un messaggio o in questo caso dati digitali, rendendoli incomprensibili a tutti fuorché a chi l’ha crittografata e a chi viene indicata la chiave per decodificarli.

La crittografia viene utilizzata per 2 motivi:

  • Per dare garanzia e convalidare le transazioni (ovvero effettuare pagamenti online in modo sicuro)
  • Per creare/generare nuova moneta, in questo caso nuovi bitcoin, questa operazione si chiama Mining e viene effettuata dai Miner (Minatori).

Il Bitcoion non è solo la più celebre e preziosa Criptovaluta, ma anche la prima a nascere e quindi a farsi apprezzare in questi anni per i suoi innumerevoli vantaggi rispetto alle classiche valute governative come l’Euro. In seguito al Bitcoin sono nate centinaia di nuove criptovalute alternative (altcoins – Monete Alternative) in virtù del fatto che alcuni aspetti del Bitcoin potevano essere migliorati.

I Bitcoin sono monete non ancora regolamentate, dove non è presente un’autorità intermediaria come banche o istituti finanziari e vengono considerate il futuro dell’economia. Essendo totalmente decentralizzati e non controllati da parte di nessun governo, sono molto temuti e si sta cercando in qualche modo di ostacolarli nonostante il grande successo e l’approvazione di molti analisti finanziari. La capitalizzazione attuale è di circa 70 miliardi di dollari, una cifra enorme con la quale capire la sua entità.

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criptovalute-investire-2018Le migliori criptovalute 2018 su cui investire

In questo articolo, fra le centinaia di criptovalute esistenti, sicuramente la migliore moneta su cui investire adesso è il Litecoin, seguito dal Bitcoin e poi Ethereum.

Bitcoin

Bitcoin ha ancora la più grande capitalizzazione di mercato di qualsiasi criptovaluta,  l’intero settore criptografico vale circa 500 miliardi di sterline e si sta espandendo solo con il passare dei mesi. Attualmente è la criptomoneta con il maggior valore e sembra non volersi fermare nella sua crescita, quindi è sicuramente consigliata come investimento, con una crescita che non sembra arrestarsi, soprattutto con i dati di fiducia che riceve.

Litecoin (LTC)

Attualmente il Litecoin detiene la seconda maggiore capitalizzazione di mercato dietro Bitcoin. Il suo valore è ancora relativamente basso confrontato al Bitcoin, ma in poco tempo sta sorpassando varie Criptomonete ed è sicuramente una tra le migliori criptomonete su cui investire.  L’aumento di valore è abbastanza costante, con frequenti picchi e un discreto margine di crescita. Recentemente il Litecoin è stato inserito anche nella piattaforma più importante di acquisto e vendita di criptovalute, ovvero Coinbase.

Ethereum (ETH)

Anche questa moneta è un’ottima alternativa a Litecoin e Bitcoin, anche se ormai si sta avvicinando sempre più alla soglia dei 1000 euro e i suoi margini di crescita in percentuale sono più ridotti. La sua crescita è meno rapida rispetto al Litecoin ma è comunque notevole. Anche questa moneta è acquistabile su Coinbase.

Ripple (XRP)

Ripple è progettato per essere un sistema di pagamento globale che offre un trasferimento rapido di fondi ovunque nel mondo, su un sistema di manutenzione a bassa affidabilità.

(Tutte le monete da qui a seguire, si distinguono tra le centinaia di criptomonete presenti e stanno suscitando un modesto interesse. Sono relativamente nuove e hanno ancora un valore non eccessivamente elevato che oscilla tra 0,20 euro a oltre 600 euro, ma per importanza la migliore criptovaluta su cui investire rimane il Litecoin, seguito da Ethereum)

  • Monero (XMR)
  • Dash (DASH) 
  • Ethereum Classic (ETC) 
  • Zcash (ZEC) 
  • Zcoin (Xzc)      

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Cardano criptovaluta, valore e quotazione: tutto quello che c'è da sapere https://www.business.it/cardano-criptovaluta-valore-quotazione/ Fri, 02 Feb 2018 08:00:45 +0000 https://www.business.it/?p=17911 Cardano, la cryptocurrency che porta il nome del famoso matematico italiano, si sta dimostrando uno dei progetti più interessanti in assoluto come dimostra il consenso acquisito da parte di un numero sempre più rilevante di investitori

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Nel complesso panorama delle criptovalute, Cardano è riuscito a ritagliarsi un posto di assoluta preminenza. La moneta digitale di terza generazione, ovvero derivante da una riscrittura integrale del codice, ha saputo affermarsi grazie ad una serie di prerogative che hanno convinto molti investitori sulla bontà del progetto iniziale.
La forte avanzata di cui si è resa protagonista la cryptocurrency dedicata al celebre matematico noto per l’invenzione del giunto e del calcolo delle probabilità, è dovuta anche al fatto che si tratta di una creazione del mondo accademico, rispondendo quindi non a semplici obiettivi speculativi, ma ad esigenze vere e proprie dell’economia.

Cardano nella blockchain

Nata nel 2017, nonostante la giovinezza Cardano è riuscito immediatamente a radunare intorno a sè una folta community, formata da investitori e utenti evidentemente convinti dalle caratteristiche innovative che lo distinguono. La prima delle quali è proprio la scrittura ex novo del codice, portata avanti basandosi su rilievi e suggerimenti della comunità accademica.
Va poi rilevata la presenza di Ouroboros, il meccanismo di sicurezza Proof-of-Stake che è stato congegnato proprio al fine di conferire la massima sicurezza al sistema, evitando che gli hacker possano andare a sfruttare per i propri fini gli eventuali bugs. Una peculiarità di Cardano che ha in pratica reso inattaccabile il sistema, con ampie ricadute sul tema fondamentale della security.
Anche il ricorso ad Haskell, il linguaggio di programmazione considerato il più sicuro in assoluto, si rivela un valore aggiunto per Cardano, che unendo sicurezza e velocità si propone come moneta digitale adatta in particolare per il commercio elettronico, assicurando appunto due caratteristiche considerate fondamentali in ottica di contrattazione.

Cardano vs Ethereum

Molti addetti ai lavori, nel corso degli ultimi tempi, hanno messo in contrapposizione Cardano ed Ethereum, proprio considerando il fatto che entrambe le criptovalute si propongano alla stregua di sistemi di pagamento per le transazioni che avvengono sulla rete. Un settore che peraltro vede un certo affollamento, considerata anche la presenza di NEO e Lisk.
Proprio per questo la nuova moneta digitale ha dovuto inizialmente pagare dazio ai mercati, anche se dopo un primo periodo altalenante ha iniziato una crescita che ne ha reso sempre più solide le basi e che potrebbe preludere ad un vero e proprio boom nel corso del 2018, del resto vaticinato da molti analisti.
 
Cardano-contro-etherea

Cardano exchange

A rallentare la crescita di Cardano, è però il fatto che attualmente esso sia presente nei listini di pochi exchange. Un difetto di non poco conto che è però stato mitigato nel corso delle ultime settimane dall’accordo stilato con Bitmex. Va anche ricordato come ormai da tempo si stiano intensificando le voci di un possibile accordo con Coinbase, che potrebbe in effetti sospingere in alto le fortune di Cardano.
Se il problema degli exchange si risolvesse in tempi brevi, il 2018 di Cardano potrebbe rivelarsi estremamente fruttuoso, proprio per la bontà del progetto iniziale, il quale potrebbe consentire alla criptovaluta di crescere in controtendenza, in un periodo in cui il comparto è messo in seria difficoltà dagli attacchi della finanza tradizionale e di alcuni governi.
Attacchi che però potrebbero andare addirittura a favore di Cardano, considerato che essi potrebbero sospingere fuori dal mercato le divise virtuali ideate a scopo puramente speculativo e premiare al contempo quelle che rispondono ad esigenze reali dell’apparato produttivo, come avviene con tutta evidenza in questo caso.
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Valute virtuali, ecco come cambia il mercato: la sfida al Bitcoin è aperta https://www.business.it/valute-virtuali-ecco-come-cambia-il-mercato-la-sfida-al-bitcoin-e-aperta/ Thu, 01 Feb 2018 07:00:52 +0000 https://www.business.it/?p=17839 Valute virtuali, parte la sfida al Bitocin. Le nuove monete sono pronte per entrare in commercio e sfidare la criptovaluta più famosa. Ecco tutte le novità dal mondo degli investimenti

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Valute virtuali, la nuova frontiera dell’investimento

Le nuove valute virtuali stanno prendendo piede. La bolla economica creata dal Bitcoin ha fatto discutere tutti gli esperti del settore, ma in campo sono scese anche nuove monete. Infatti la corsa si è infiammata anche a causa del crollo vertiginoso della valutazione del Bitcoin.
Da mille dollari fino ad un massimo di ventimila, una valutazione che ha spinto gli investitori a trovare fondi necessari all’investimento. Ma la quotazione è scesa di circa il 36%, un crollo vertiginoso rispetto alle ultime settimane. Un minimo storico che spinge tutti a trovare soluzioni alternative di investimento.
Ovviamente il mondo delle criptomonete non si ferma soltanto al Bitcoin, ma il fenomeno degli investimenti è molto più esteso di quanto si possa pensare. Molte valute virtuali hanno iniziato a guadagnare posizione nelle priorità degli investitori: tra tutti Ethereum, che nel giro di pochissime settimane ha raggiunto il suo massimo storico. Ma anche Ripple, Cardano e Stellar, tutte alternative al famoso Bitcoin.
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Qual è il valore attuale delle criptomonete?

Attualmente il Bitcoin ha avuto un calo vertiginoso rispetto alle valutazioni delle scorse settimane e quantificare il valore diventa pressoché impossibile. Intanto il peso delle sfidanti aumenta pian piano, come il caso di Litecoin. Le transazioni sono molto simili al Bitcoin, ma con una velocità maggiore. Anche il Bitcoin cash, quarta moneta attualmente sul mercato, sta avendo più successo rispetto alla valuta virtuale principale.
Un’altra moneta che sta sicuramente prendendo piede nel settore è Ethereum, che permette di creare contratti intelligenti. Così facendo si arriva ad avere un giro di monete diverso che permette una differente capitalizzazione.
Ripple, seconda criptovaluta del mercato, ha un funzionamento completamente diverso. Con questa moneta si ha la possibilità di avere uno scambio di informazioni che generano poi la valuta e di conseguenza il guadagno. Un modo per poter dare una alternativa a chi vuole avere un guadagno maggiore rispetto al Bitcoin e arrivare ad una valutazione maggiore.
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Valute virtuali, è la fine del Bitcoin?

Questa corsa al ribasso è la fine del Bitcoin? Sicuramente ci sono state moltissime novità dopo l’esplosione e il dominio incontrastato da parte del Bitcoin. Una delle questioni che ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale è stato il flusso costante di investimenti, che negli ultimi anni è aumentato in maniera esponenziale. La richiesta costante ha ovviamente portato ad un crollo della valutazione improvvisa, un problema che molti esperti del settore avevano ipotizzato.
Un altro motivo che ha portato al crollo è stato sicuramente la nascita di nuove valute virtuali, che hanno portato di conseguenza ad una corsa al ribasso. Così facendo c’è stato un livellamento del potere dei Bitcoin, che di conseguenza ha spinto gli investitori verso altri lidi.
L’aumento di nuove valute virtuali è dovuto anche ai dubbi mossi da molti analisti, che prevedevano un crollo del valore. Le troppe richieste e il boom economico che ha portato ad una valutazione maggiore del Bitcoin ha sempre creato malumori e diffidenza da parte degli esperti. Tutti i fattori portano a pensare ad una fine del Bitcoin? Attualmente la fine è lontana, ma sicuramente ci sono state delle valutazioni maggiori in passato, che hanno portato a degli investimenti davvero convenienti. Al momento il mercato delle valute virtuali rischia di subire un’altra rivoluzione.
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Arriva Robinhood la app per comprare Bitcoin senza commissioni https://www.business.it/arriva-robinhood-la-app-per-comprare-bitcoin-senza-commissioni/ Wed, 31 Jan 2018 09:00:21 +0000 https://www.business.it/?p=17783 Tutti conosciamo la storia di Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri! Ma cosa c’entra con il mondo del Bitcoin e delle Criptomonete? Lo ha ribadito Vlad Tenev, cofondatore ad un intervista alla CNBC americana. Robin Hood rappresenta una app, sia per android che dispositivi ios ed anche Apple Watch, che permette di… Leggi tutto »Arriva Robinhood la app per comprare Bitcoin senza commissioni

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Tutti conosciamo la storia di Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri! Ma cosa c’entra con il mondo del Bitcoin e delle Criptomonete? Lo ha ribadito Vlad Tenev, cofondatore ad un intervista alla CNBC americana. Robin Hood rappresenta una app, sia per android che dispositivi ios ed anche Apple Watch, che permette di fare trading in maniera molto smart.

Come funziona la app per fare trading senza commissioni! Nata nel 2014 dopo 3 anni ora si aprirà logicamente al mercato delle Criptomonete rendendone possibile il trading in 5 Stati americani escluso lo stato di New York. Per il momento questa App disponibile solo negli Stati Uniti, verrà presto presentata anche in Australia e poi si espanderà nel resto del mondo. 

Il motivo di interesse e di successo risiede nel fatto che rispetto alle piattaforme Exchange come Coinbase o Bitstamp, Robin Hood non prevede commissioni! Infatti ha una struttura molto semplice con solo 40 dipendenti che permettono di mantenere i costi di gestioni molto bassi. Ma dove guadagna allora vi chiederete questa app innovativa? Semplice dagli interessi dei capitali in giacenza sui loro conti. Infatti non tutti fanno trading e ritirano tutti i soldi nello stesso momento. 

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Quindi sui conti dei traders restano sempre fermi capitali tra una transazione e l’atra prima di effettuare il cosidetto cash-out cioè la monetizzazione. Non pensiamo che questo possa certo incidere il grande mercato delle grandi piattaforme exchange, ma è un inizio in questo mondo delle criptomonete che sorprende sempre per le sue innovazioni giornaliere.

Quindi la App di trading azionario Robinhood sta diventando un broker di criptovaluta. I clienti di California, Massachusetts, Missouri, Montana e New Hampshire potranno scambiare Bitcoin ed Ethereum con l’app a partire da febbraio, lo ha annunciato Robinhood.

Nel frattempo, tutti i clienti possono ora seguire prezzi e ricevere avvisi per 16 criptovalute nell’app. I prezzi del bitcoin e di altre valute digitali sono aumentati incredibilmente lo scorso anno, in quanto gli investitori, compresi alcuni a Wall Street, hanno puntato sulle criptovalute e la tecnologia blockchain. Il Bitcoin è stato sviluppato come un modo per inviare denaro in tutto il mondo in modo rapido ed economico. 

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“Le criptovalute sono diventate la prima incursione in investimenti e servizi finanziari per un gran numero di persone”, ha detto il Cofondatore di Robinhood Vlad Tenev alla CNBC in un’intervista telefonica. “Ora è diventato sempre più chiaro che sia il bitcoin è un investimento”. 

L’azienda ha ora più di 3 milioni di utenti, con il 78% che rientra nella cosiddetta categoria di età millenaria tra i 18 ei 35 anni. Per il trading di criptovaluta, Robinhood non avrà minimi o massimi di investimento e nessun limite di prelievo. La start-up terrà la maggior parte delle monete digitali offline in quella che viene chiamata cold storage. La pratica impedisce agli hacker di rubare le monete. “Ci collegheremo a molte piattaforme exchange, fino a una dozzina o più, nei prossimi mesi”, ha detto Tenev. ” Consideriamo questa come un’opportunità per espandere la nostra base di clienti e offrire ai nostri clienti un maggiore accesso alla funzionalità.”

Quindi aspettiamo ora il lancio a febbraio delle prime contrattazioni delle criptomonete su Robinhood e speriamo che presto arrivi anche in Italia in modo da permettere anche qui di comprare Bitcoin o altre monete come Ethereum o Litecoin senza pagare quindi nessuna commissione!

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Come la tecnologia blockchain può cambiare il mondo della finanza https://www.business.it/come-la-tecnologia-blockchain-puo-cambiare-il-mondo-della-finanza/ Tue, 30 Jan 2018 07:00:27 +0000 https://www.business.it/?p=17698 La tecnologia blockchain è una delle innovazioni digitali più rivoluzionarie. E’ una tecnologia informatica per la gestione di tutte le transazioni relative a un determinato tipo di bene (che può essere anche il denaro) basata su un registro decentrato in cui è contenuta tutta la cronologia degli scambi avvenuti all’interno della rete. Una sorta di libro mastro condiviso da tutti. Ogni volta che avviene una nuova… Leggi tutto »Come la tecnologia blockchain può cambiare il mondo della finanza

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La tecnologia blockchain è una delle innovazioni digitali più rivoluzionarie. E’ una tecnologia informatica per la gestione di tutte le transazioni relative a un determinato tipo di bene (che può essere anche il denaro) basata su un registro decentrato in cui è contenuta tutta la cronologia degli scambi avvenuti all’interno della rete. Una sorta di libro mastro condiviso da tutti.

Ogni volta che avviene una nuova transazione, tutti i membri della comunità ne vengono informati e devono validare lo scambio stesso aggiornando il proprio registro, e allo stesso tempo controllando che il tutto sia coerente con la storia delle transazioni precedenti e con le regole del mercato. Ad esempio, posso completare un pagamento solo se dal registro risulta che posseggo denaro a sufficienza.

In effetti, con la crescita della popolarità delle criptovalute, anche l’interesse del settore bancario per la blockchain per fintech è cresciuto, con una maggiore e mirata spinta sui progetti blockchain sostenuti dalle banche. 

Alcuni dei più grandi progetti in corso includono il  progetto Hyperledger Fabric di IBM, l’utility Settlement Coin e  il consorzio blockchain di R3 , a significare una crescente accettazione nella politica istituzionale a sostegno della crescita blockchain.

Come funziona? Attualmente, le banche trattano l’una con l’altra creando accordi, come si farebbe acquistando un articolo da un negozio. Un esempio comune potrebbe essere una banca che accetti di acquistare una quantità specifica di azioni per un determinato prezzo in contanti da un’altra. Questo processo, spesso macchinoso e lento, richiede diversi giorni e incorre nel rischio che una parte possa inadempiere o rinunziare all’accordo. Questo periodo di tempo, noto come accordo è un problema che un rapporto di Oliver Wyman ha identificato come un costo per il settore finanziario ovunque da $65- $80 miliardi l’ anno.

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I progetti blockchain hanno il potenziale per ridurre, ed eventualmente eliminare, i tempi di regolamento dovuti alla loro natura digitale, garantendo l’elaborazione tempestiva e sicura di queste operazioni. Altri usi per i progetti blockchain sostenuti dalla banca includevano velocità di cambio valutarie globali garantite e una maggiore sicurezza delle transazioni, tra gli altri vantaggi, alla fine consentendo una revisione del settore bancario, sostituendo le tradizionali stanze di compensazione back office e altri mezzi obsoleti esistenti tra i venditori di asset e compratori.

Il  progetto Hyperledger Fabric di IBM, -backed   è una piattaforma di finanza commerciale finalizzata ai pagamenti internazionali che utilizzano blockchain, con sette dei suoi maggiori sostenitori, tra cui Deutsche Bank, HSBC, KBC, Natixis, Rabobank, Société Générale e Unicredit. La piattaforma blockchain di IBM verrà eseguita attraverso IBM Cloud , consentendo l’interconnessione tra tutte le parti in una particolare transazione sicura.

L’UTC affronta in modo specifico l’uso delle tecnologie blockchain da parte delle banche tradizionali, utilizzandolo come strumento per transazioni più efficienti. Inoltre, l’UTC affronta la questione del supporto valutario, con l’UTC sostenuto da contanti presso una banca centrale, prevenendo il rischio di default e di credito.

Per fare alcuni esempi, la blockchain consentirà di rendere più rapidi e semplici i pagamenti transnazionali, da sempre più lenti e dispendiosi rispetto a quelli portati a termine all’interno dei confini di un unico Stato. Dalla stessa tecnologia avranno un beneficio anche i contratti, che potranno diventare smart poiché elimineranno la necessità (e il costo) di un mediatore e potranno avere applicazione immediata e automatica in termini di transazioni economiche.

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banche-tecnologia-blockchainDel tutto analoghe anche le conseguenze riguardo alla trasparenza e alla tracciabilità delle transazioni, a beneficio non solo delle banche ma anche delle compagnie assicurative, con servizi disponibili in qualsiasi giorno e in qualsiasi ora attraverso la blockchain sicura. 

Si stima che, globalmente, tra ogni anno si potrà avere un risparmio tra i 5 e i 20 miliardi di dollari, grazie al miglioramento dei sistemi di liquidazione dei sinistri, dei controlli di conformità e delle ipoteche. E inoltre è stimato in 30 miliardi il costo totale annuo per le operazioni di trasferimento di denaro: una cifra oggi dovuta principalmente all’obsolescenza dei sistemi utilizzati, e dunque ben ridimensionabile.

In Italia, all’inizio di ottobre, Banca Mediolanum ha annunciato la propria adesione al consorzio internazionale R3, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo della tecnologia blockchain nei servizi finanziari. Oltre un centinaio tra banche, istituzioni finanziarie e regolatore, associazioni di categoria, società di servizi e aziende tecnologiche di tutto il globo sono al lavoro per implementare la Distributed Ledger Technology tramite lo sviluppo di una piattaforma open source per la registrazione, la gestione e la sincronizzazione di transazioni finanziarie nota con il nome di Corda. Si tratta di una piattaforma fortemente ispirata ai sistemi blockchain della prima ora, che sfrutta architetture con le medesime caratteristiche ma con un design creato per soddisfare anche le esigenze delle istituzioni finanziarie regolamentate, così come per rispettare le richieste dei clienti.

Banca Mediolanum è la terza banca italiana a scommettere sulla blockchain e a essere entrata a far parte del consorzio, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit. La cooperazione con gli enti regolatori, d’altra parte, sembra oggi essere una delle chiavi di volta che possono permette alle banche di affrontare con lungimiranza la rivoluzione blockchain. Sviluppare soluzioni innovative dal punto di vista tecnologico e informatico, ma simili a quelle attuali in materia di conformità legislativa, pare la via migliore per affrontare l’ormai imminente e imprescindibile evoluzione. Alle organizzazioni finanziarie spetta anche il compito di assicurarsi che i legislatori comprendano il funzionamento di questi nuovi strumenti, per ottenere le necessarie approvazioni normative.

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Monete digitali: dopo il Bitcoin arriva il criptoeuro https://www.business.it/monete-digitali-dopo-il-bitcoin-arriva-il-criptoeuro/ Sun, 28 Jan 2018 06:30:12 +0000 https://www.business.it/?p=17550 Le monete digitali hanno sconvolto i mercati finanziari entrando prepotentemente dalla porta principale e ribaltando le regole finora seguite. Nessuna banca centrale, nessuna regolamentazione. L’entusiasmo e il successo attribuito in particolare ai bitcoin e alla loro ascesa repentina sono stati paragonati alle febbre dei tulipani del 1600. I bitcoin hanno inoltre dato il via ad… Leggi tutto »Monete digitali: dopo il Bitcoin arriva il criptoeuro

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Le monete digitali hanno sconvolto i mercati finanziari entrando prepotentemente dalla porta principale e ribaltando le regole finora seguite. Nessuna banca centrale, nessuna regolamentazione. L’entusiasmo e il successo attribuito in particolare ai bitcoin e alla loro ascesa repentina sono stati paragonati alle febbre dei tulipani del 1600. I bitcoin hanno inoltre dato il via ad una serie di criptovalute o moneta digitali, pronte a sperare di poter raggiungere il successo delle originali.

Tra queste, l’ultima novità proviene direttamente da casa nostra, più precisamente dall’Europa: il criptoeuro.

Più volte il presidente della Bce Mario Draghi ha dichiarato la propria perplessità riguardo le monete digitali, affermando che “non è possibile proibire o regolamentare la proliferazione delle criptocurrency”.

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criptoeuro-bitcoinDa qui è partita la corsa alle armi di molti paesi che, pur di non farsi sovrastare dalle monete digitali, stanno passando a crearne di proprie: criptomonete nazionali.

La volontà è quella di prenderne gli aspetti positivi (ad esempio pragrammabilità e tracciabilità), lasciando indietro le problematiche sulla deregolamentazione.

Prima del criptoeuro sono già 16 gli esperimenti di criptomonete nel mondo come il criptoyen del Giappone, la criptocorona della Svezia e il recentissimo criptorublo russo, annunciato in piena campagna elettorale da Putin.

Perché quindi non puntare anche noi su una moneta digitale che possa controllare l’economia emersa?

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Il criptoeuro è in “lavorazione” al Politecnico di Milano. “Stiamo studiando un sistema in cui, sfruttando la possibilità di effettuare trasferimenti multipli di moneta con una singola transazione (split transaction), i consumatori pagherebbero la componente Iva direttamente all’Agenzia delle Entrate nello stesso momento in cui pagano un bene all’esercente. Sarebbe una prima risposta concreta e sistemica all’impatto dell’economia sommersa, che secondo i dati Istat in Italia vale 208 miliardi di euro, il 12,6% del Pil”, afferma Valeria Portale, responsabile del progetto Criptoeuro e direttrice dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce.

Molti paesi, tra cui il nostro, hanno in effetti deciso di creare una criptocurrency ufficiale, che a differenza delle altre criptovalute, è regolata dalla banche centrali.

Il criptoeuro in progetto al Politecnico vanta la collaborazione di Enel, Ania e Mediolanum, e si prefigge l’obiettivo di comprendere le potenzialità d’efficienza di alcune filiere di industria nei settori di energy, insurance e banking.

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Il rapper 50 Cent guadagna miliardi grazie ai Bitcoin https://www.business.it/il-rapper-50-cent-guadagna-miliardi-grazie-ai-bitcoin/ Fri, 26 Jan 2018 12:30:15 +0000 https://www.business.it/?p=17501 Non ne aveva certo bisogno, eppure il rapper 50Cent ha guadagnato milioni di dollari per puro caso. Con i bitcoin. Nel 2014 il rapper newyorkese aveva investito nella criptovaluta una somma di circa 46mila dollari. I bitcoin, quattro anni fa valevano circa 650 dollari, mentre oggi hanno raggiunto quota 11mila. 50 Cent si era addirittura… Leggi tutto »Il rapper 50 Cent guadagna miliardi grazie ai Bitcoin

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Non ne aveva certo bisogno, eppure il rapper 50Cent ha guadagnato milioni di dollari per puro caso. Con i bitcoin. Nel 2014 il rapper newyorkese aveva investito nella criptovaluta una somma di circa 46mila dollari. I bitcoin, quattro anni fa valevano circa 650 dollari, mentre oggi hanno raggiunto quota 11mila. 50 Cent si era addirittura dimenticato di questo investimento, ai tempi esiguo per i suoi cospicui guadagni, che nel 2008 gli sono valsi la posizione numero 1 secondo Forbes come rapper più ricco del mondo.

A quanto pare 50 Cent è destinato a fare fortuna, anche senza musica. 50 Cent aveva infatti accettato di farsi pagare i ricavi della vendita dell’album “Animal Ambition” in bitcoin. Risultato?

La cifra guadagnata, appunto di 46mila dollari in bitcoin è arrivata oggi, tramite la crescita del valore dei titoli, a circa 7 milioni di dollari. Questi i conti secondo la rivista TMZ.

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Come ha reagito il rapper americano? Confermando la notizia tramite una didascalia su Instagram: “Non male per un ragazzo del South Side. Sono molto orgoglioso di me”. E postando successivamente un’immagine di Bitcoin, il suo commento è stato: “Tutti i soldi sono buoni soldi qui”.

Ma nonostante il suo successo in campo musicale, gli ultimi tempi sono stati a dir poco burrascosi per questioni prettamente finanziarie.

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50-Cent-bitcoinNel 2015 Fifty Cent è stato costretto a dichiarare bancarotta per fallimento, appellandosi al Chapter 11, che prevede una ristrutturazione in seguito ad un grave dissesto finanziario. Così ha accettato di pagare 23 milioni di dollari per sanare il debito in 5 anni. É riuscito a sanare la somma anticipatamente l’anno scorso, ovvero subito dopo aver ricevuto dei soldi grazie ad un accordo.

La cifra guadagnata grazie ai bitcoin potrà riportarlo dritto nella classifica dei rapper più ricchi, decretandone anche se casualmente, una fortuna da nerd digitale.

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Bitcoin: Stripe blocca tutti i pagamenti dal 23 aprile https://www.business.it/bitcoin-stripe-blocca-tutti-i-pagamenti-dal-23-aprile/ Thu, 25 Jan 2018 08:30:29 +0000 https://www.business.it/?p=17403 La piattaforma di pagamenti online Stripe ha deciso che le transazioni con Bitcoin saranno bloccate dalla data del 23 aprile 2018. Le cause sono da attribuire all’instabilità della criptovaluta e ai lunghi tempi necessari alle operazioni di cambio. Sono diventate sempre di più e in poco tempo le società che hanno interrotto i pagamenti con… Leggi tutto »Bitcoin: Stripe blocca tutti i pagamenti dal 23 aprile

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La piattaforma di pagamenti online Stripe ha deciso che le transazioni con Bitcoin saranno bloccate dalla data del 23 aprile 2018.

Le cause sono da attribuire all’instabilità della criptovaluta e ai lunghi tempi necessari alle operazioni di cambio.

Sono diventate sempre di più e in poco tempo le società che hanno interrotto i pagamenti con i bitcoin per via delle commissioni elevate, che rendono i micropagamenti più difficili e meno efficaci.

Eppure per Stripe si tratta di un’eccezione alla regola in quanto finora ha sempre supportato i pagamenti attraverso critptovalute.

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I due fratelli Collison, imprenditori alla guida dell’azienda, erano forti sostenitori dei bitcoin.
Adesso però la situazione è notevolmente cambiata e il responsabile del progetto, Tom Karlo, ha spiegato il perché in un comunicato ufficiale: “La nostra speranza era che i Bitcoin potessero diventare un substrato universale e decentralizzato per le transazioni online e aiutare i nostri clienti ad acquistare nei luoghi dove c’è una minore penetrazione della carta di credito o nei casi in cui le commissioni sulle carte di credito erano proibitive. Nel corso degli ultimi due anni si è evoluto per diventare più adatto ad essere un bene piuttosto che essere un mezzo di scambio”.

Inoltre sottolinea che “per una normale transazione, c’è una tassa di decine di dollari americani, rendendo le transazioni costose quanto i bonifici”.

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bitcoin-no-stripeUn no secco alla moneta digitale, dopo che nel 2014 Stripe aveva accolto i Bitcoin con grande entusiasmo.

La piattaforma ha però registrato un forte calo di transazioni in criptovalutra negli ultimi tempi sta guardando ad alunni progetti differenti che sembrano più interessanti come Lightning, OmiseGO, Ethereum, Bitcoin Cash, Litecoin e Stellar.

Stripe è diventata realista, abbracciando gli ideali della valuta decentrata che il bitcoin ha saputo diffondere, anche se non è riuscita a raggiungerlo. Si lascia comunque una possibilità, condividendo il suo pensiero in merito per il futuro: “Continueremo a prestare molta attenzione all’ecosistema e a cercare nuove opportunità per aiutare i nostri clienti a raggiungere il supporto per le criptovalute e i nuovi protocolli distribuiti in futuro”.

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Il successo dei Bitcoin? Ostacolato dalle misure restrittive di Cina e Corea del Sud https://www.business.it/il-successo-dei-bitcoin-ostacolato-dalle-misure-restrittive-di-cina-e-corea-del-sud/ Sat, 20 Jan 2018 06:30:38 +0000 http://www.business.it/?p=16943 I bitcoin sono interessati da quella che molti hanno già ribattezzato la “parabola discendente”. Martedì 16 gennaio, la criptovaluta più famosa del mondo è scesa ai livelli minimi dall’ultimo mese, fermandosi sui 12mila dollari ad azione. I mercati finanziari del mondo cominciano ad innervosirsi di questi alti e bassi. In particolare Cina e Corea del Sud… Leggi tutto »Il successo dei Bitcoin? Ostacolato dalle misure restrittive di Cina e Corea del Sud

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I bitcoin sono interessati da quella che molti hanno già ribattezzato la “parabola discendente”. Martedì 16 gennaio, la criptovaluta più famosa del mondo è scesa ai livelli minimi dall’ultimo mese, fermandosi sui 12mila dollari ad azione.

I mercati finanziari del mondo cominciano ad innervosirsi di questi alti e bassi. In particolare Cina e Corea del Sud hanno applicato misure drastiche per fermare la corsa alla moneta digitale. Dopo la chiusura delle piattaforme di exchange, adesso è il momento di chiudere tutte le altre piattaforme che offrono servizi di trading sulle criptovalute.

Pan Gongsheng, vice governatore della People’s Bank of China, ha affermato ufficialmente che verranno banditi tutti i siti, le app e le piattaforme che forniscono servizi di pagamento attraverso criptovalute. Il bando è rivolto soprattutto ai movimenti di spostamento di fondi monetari dalla Cina verso paesi stranieri.

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Visto il successo delle transazioni e la totale assenza di regole che hanno caratterizzato i mercati finanziari cinesi lo scorso anno, il governo del paese asiatico corre ai ripari, prendendo la ferma decisione di adottare misure estreme e più restrittive. Lo scopo è infatti quello di bloccare lo scambio di criptovalute, rendendo impossibile la conversione nella moneta corrente cinese (yuan).

La tendenza di esportare valuta, oramai diventata accessibile a tutti, è stata bloccata tempestivamente prima del Congresso del Partito Comunista. Gli equilibri politici del governo sono direttamente connessi agli andamenti finanziari, ragion per cui c’è stato il preciso obiettivo di ostacolare le autorità alla vigilia di un evento così importante e altrettanto temuto.

Se la Cina ha quindi giocato le sue carte, la Corea del Sud non è da meno. Anche qui l’ascesa dei bitcoin è stata esponenziale, tanto da arrivare a valere circa un quinto degli scambi globali sul bitcoin. Un successo che ha messo spalle al muro il governo coreano, deciso a vietare il trading in criptovalute. Cosa si teme in concreto? L’eccesso di acquisti, che in questo caso influirà non poco sul cambio della valuta coreana (won). Ciò accade perché si necessita di controllare il cambio, visti gli scambi effettuati durante i mesi scorsi e attestati sui 30 miliardi di dollari di controvalore.

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Se le misure adottate sono estremamente restrittive anche in Corea del Sud, c’è però una differenza sostanziale che la distanzia dalla Cina: i coreani possono ancora accedere a piattaforme straniere, mentre in Cina gli anche gli exchange esteri sono bloccati.

Resta da capire cosa ci riserveranno in futuro i bitcoin e se le misure prese dai due paesi asiatici sortiranno gli effetti sperati.

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