Salute e benessere Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/salute/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Fri, 15 Sep 2023 11:53:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Salute e benessere Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/salute/ 32 32 Contenitori di plastica, a rischio la salute dei consumatori: allarme sulla sostanza chimica https://www.business.it/contenitori-di-plastica-allarme-salute-quale-sostanza-a-cosa-fare-attenzione/ Fri, 15 Sep 2023 11:52:13 +0000 https://www.business.it/?p=127857 Un nome che abbiamo conosciuto negli ultimi mesi, bisfenolo A (Bpa), anche se non tutti sanno di preciso cosa sia. Bene precisare, allora, che questa sostanza chimica viene utilizzata in contenitori alimentari in plastica e metallo, bottiglie riutilizzabili e anche nei tubi dell’acqua potabile: è, dunque, una sostanza molto diffusa, per quanto pericolosa per la… Leggi tutto »Contenitori di plastica, a rischio la salute dei consumatori: allarme sulla sostanza chimica

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Un nome che abbiamo conosciuto negli ultimi mesi, bisfenolo A (Bpa), anche se non tutti sanno di preciso cosa sia. Bene precisare, allora, che questa sostanza chimica viene utilizzata in contenitori alimentari in plastica e metallo, bottiglie riutilizzabili e anche nei tubi dell’acqua potabile: è, dunque, una sostanza molto diffusa, per quanto pericolosa per la salute se vi è una sovraesposizione. Ed è esattamente quel che rileva l’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea). Come spiegato da Il Paragone, l’esposizione della popolazione europea alla sostanza chimica “è ben al di sopra dei livelli accettabili di sicurezza sanitaria”, e ancora: “Rappresenta un potenziale rischio per la salute di milioni di persone”. E non è tutto, giacché un’altra agenzia dell’Unione europea, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), la qualifica addirittura come tossica per la fertilità, o anche per il feto, nonché per il sistema immunitario e per lo sviluppo. La Commissione europea sta quindi preparando un regolamento per vietare l’uso del bisfenolo A nei materiali a contatto con gli alimenti, compresi la plastica e gli imballaggi rivestiti, come le lattine di conserve, e presumibilmente le nuove regole saranno presentate nei primi mesi del 2024, almeno così si evince dal sito della Commissione, nella sezione dedicata alle prossime iniziative legislative. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’Ue ha deciso di preparare il regolamento in seguito al parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che lo scorso aprile aveva già ridotto di ben 20mila volte la dose tollerabile della sostanza chimica: la dose giornaliera tollerabile di bisfenolo A è scesa dai 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno del 2015 a soli 0,2 nanogrammi. Sicché, secondo lo studio effettuato da Aea, basandosi precisamente sul limite imposto dalla Efsa, negli undici Paesi europei presi in considerazione il cento per cento del campione risultava esposto al bisfenolo al di sopra delle soglie di sicurezza per la salute. Lo studio rientra nella cornice del progetto europeo di biomonitoraggio umano “HBM4EU”. Dal 2018 il bisfenolo A è vietato nei biberon e nei contenitori per il cibo dei bimbi sotto i 3 anni di età, ma tutti noi, come detto e come emerge dallo studio dell’Aea, siamo esposti a questa sostanza, che troviamo, va ribadito, persino nelle tubature che portano l’acqua potabile nelle nostre case. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’allarme è comunque assai tardivo: “Dal 2006 ad oggi sono stati pubblicati circa 300 studi sugli effetti del bisfenolo A ed i suoi meccanismi d’interferenza con il sistema metabolico dell’uomo e della donna – afferma l’epidemiologo Prisco Piscitelli, vicepresidente SIMA – Le evidenze scientifiche indicano che il bisfenolo A sia presente come contaminante anche nei feti in epoca prenatale”. Il presidente della Società italiana di medicina ambientale, interpellato da Il Sole 24 Ore, ha altresì chiarito che trattasi di una molecola simile agli estrogeni sintetizzata artificialmente e “all’inizio progettata per usi medici.” Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’Aea, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Grazie all’innovativo progetto di ricerca dell’Ue sul biomonitoraggio umano siamo in grado di vedere che il bisfenolo A rappresenta un rischio per la nostra salute molto più diffuso di quanto si pensasse in precedenza. Dobbiamo prendere sul serio i risultati di questa ricerca e intraprendere maggiori azioni a livello europeo per limitare l’esposizione alle sostanze chimiche che rappresentano un rischio per la salute degli europei”. Il problema è che i sostituti del bisfenolo A in alcuni prodotti si sono rivelati anch’essi nocivi e Aea raccomanda di esaminare la sicurezza delle diverse sostanze per gruppi, si legge sull’Huffington Post. (Continua a leggere dopo la foto)

Tale composto chimico, praticamente onnipresente, tecnicamente viene definito interferente endocrino, cioè in grado di alterare la normale funzionalità dei meccanismi ormonali. A causa di ciò il bisfenolo A è stato associato soprattutto a disturbi dello sviluppo e all’infertilità, come già anticipato, ma non solo: anche al cancro, al diabete, a malattie cardiovascolari, a disturbi del neurosviluppo, a disfunzioni immunitarie, all’obesità e a patologie metaboliche di vario genere.

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Attenzione a questo dolcificante è molto pericoloso, lo studio che fa paura: “Distrugge intestino e DNA” https://www.business.it/dolcificante-sucralosio-distrugge-intestino-dna-studio/ Wed, 07 Jun 2023 12:37:27 +0000 https://www.business.it/?p=119828 Un recente studio ha dimostrato la pericolosità di un dolcificante per la salute umana. Un team di ricerca degli Stati Uniti ha infatti dimostrato che un metabolita del sucralosio possiede proprietà genotossiche. È in grado cioè di danneggiare il DNA. Inoltre può innescare l’intestino permeabile. Per questi due motivi l’autrice principale dello studio sconsiglia di… Leggi tutto »Attenzione a questo dolcificante è molto pericoloso, lo studio che fa paura: “Distrugge intestino e DNA”

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Un recente studio ha dimostrato la pericolosità di un dolcificante per la salute umana. Un team di ricerca degli Stati Uniti ha infatti dimostrato che un metabolita del sucralosio possiede proprietà genotossiche. È in grado cioè di danneggiare il DNA. Inoltre può innescare l’intestino permeabile. Per questi due motivi l’autrice principale dello studio sconsiglia di utilizzare tutti i prodotti che lo contengono e raccomanda alle autorità competenti una revisione sulla sicurezza e sullo stato normativo della sostanza.
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dolcificante sucralosio intestino DNA

Il dolcificante sucralosio pericoloso per intestino e DNA

Ma che cos’è il sucralosio? Si tratta di un dolcificante molto comune presente nei cibi e nelle bevande cosiddette “light”. Secondo lo studio coordinato da scienziati dei Dipartimenti Congiunti di Ingegneria Biomedica dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill e dell’Università Statale della Carolina del Nord, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Genetica e Biologia e della società Sciome LLC di Durham, questo prodotto è in grado di danneggiare il DNA e provocare l’intestino permeabile.

Dunque, secondo la professoressa Susan S. Schiffmann e i suoi collaboratori non si dovrebbero più consumare prodotti contenenti il sucralosio. Questo nonostante si tratti di un dolcificante già approvato dalle principali agenzie di regolamentazione, come la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (ESFA).

Bisogna tenere presente che il sucralosio è privo di calorie, ma ha un potere dolcificante oltre 600 volte quello dello zucchero. Per questo motivo spesso viene utilizzato in combinazione con altri composti per diminuirne gli effetti. Ma, nonostante questo, secondo lo studio appena citato potrebbe comunque provocare danni gravi al DNA e all’intestino. Gli autori dello studio specificano anche che la sostanza sotto la loro lente di ingrandimento è il sucralosio-6-acetato, un composto liposolubile che si forma nell’intestino quando ingeriamo i prodotti che contengono il sucralosio. Si tratta di un metabolita che ha un effetto genotossico e che dunque può danneggiare anche il DNA. “In breve, abbiamo scoperto che il sucralosio-6-acetato è genotossico e che ha effettivamente rotto il DNA nelle cellule che sono state esposte alla sostanza chimica”, dichiara in un comunicato stampa la dottoressa Schiffmann.
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Maria Giovanna Maglie ancora in ospedale: le sue condizioni https://www.business.it/maria-giovanna-maglie-ancora-in-ospedale-le-sue-condizioni/ Wed, 07 Dec 2022 14:37:45 +0000 https://www.business.it/?p=102620 Quali sono le condizioni di salute di Maria Giovanna Maglie? Una domanda che tanti utenti si chiedono da giorni, dopo l’annuncio della scrittrice del ricovero in ospedale a inizio ottobre a seguito di un malore accusato durante la puntata del 25 settembre della trasmissione Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro. La giornalista era riuscita a… Leggi tutto »Maria Giovanna Maglie ancora in ospedale: le sue condizioni

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Quali sono le condizioni di salute di Maria Giovanna Maglie? Una domanda che tanti utenti si chiedono da giorni, dopo l’annuncio della scrittrice del ricovero in ospedale a inizio ottobre a seguito di un malore accusato durante la puntata del 25 settembre della trasmissione Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro. La giornalista era riuscita a termine l’intervento, nonostante le difficoltà, ma si era subito accorta che qualcosa non andava. A fare chiarezza è stata la testata Fanpage, che ha raggiunto telefonicamente la diretta interessata per capire meglio cosa le stesse accadendo. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Ho avuto un intervento al cuore abbastanza importante che purtroppo, nel postoperatorio, ha avuto delle complicanze inaspettate – ha spiegato Maglie – Questo ha allungato sia la malattia che la degenza. Sono stata male, con un’anemia violentissima. Ho pubblicato quel tweet perché volevo rassicurare quelli che mi chiedevano il motivo della mia scomparsa”. (Continua a leggere dopo la foto)

Maglie ha confermato di aver avuto “un malore in diretta che ho cercato di mascherare”. Spiegando poi di aver accusato “quello che chiamano scompenso: vedevo tutto nero, non riuscivo a parlare in maniera normale, le parole mi uscivano al rallenty quindi ho chiesto all’operatore che era con me di staccare. Il giorno dopo ho chiamato il cardiochirurgo che mi seguiva. Non è stato il malore a rivelare l’aneurisma di cui soffrivo. Quello mi ha fatto solo capire che le cose stavano peggiorando. (Continua a leggere dopo la foto)

Maglie è stata operata per la rimozione di un aneurisma all’aorta “che grazie a Dio non è scoppiato. Dopo l’intervento, ho avuto per due volte la rottura dello sterno, che è un osso molto fragile, cui si è aggiunta una terribile anemia dovuta a una gastrite erosiva, poi un broncospasmo”. Poi una battuta: “Qualcuno me l’ha tirata ma ha vinto la forza di quelli che mi vogliono bene che è infinitamente superiore”. La giornalista ha concluso spiegando di poter essere a casa per Natale.

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“Governo no vax”, interrogazione parlamentare sulle gravi affermazioni di Marcello Gemmato https://www.business.it/governo-no-vax-interrogazione-parlamentare-sulle-gravi-affermazioni-di-marcello-gemmato/ Thu, 17 Nov 2022 18:15:22 +0000 https://www.business.it/?p=101178 “La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, chiariscano con urgenza la linea del governo in materia di vaccinazioni e campagne vaccinali, dopo le reiterate dichiarazioni del sottosegretario Marcello Gemmato”. Questo il testo dell’interrogazione presentata dalla senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e… Leggi tutto »“Governo no vax”, interrogazione parlamentare sulle gravi affermazioni di Marcello Gemmato

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“La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, chiariscano con urgenza la linea del governo in materia di vaccinazioni e campagne vaccinali, dopo le reiterate dichiarazioni del sottosegretario Marcello Gemmato”.

La campagna vaccinale

Questo il testo dell’interrogazione presentata dalla senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella Commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato e previdenza sociale, sottoscritta anche dai colleghi del Pd, Camusso, Furlan, Zambito, Lorenzin, Rossomando, D’Elia, Cottarelli, Parrini, Rojc e Verini.

La senatrice Zampa ricostruisce quanto accaduto dopo la trasmissione “Restart” su Rai2, in cui il sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato, aveva affermato che “Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti” dalle campagne vaccinali.

Marcello Gemmato

“Cercando di porre rimedio alla gravità delle sue affermazioni Gemmato ha poi dichiarato al quotidiano ‘La Stampa’ che il suo intento era quello di voler ‘derubricare il tema dei vaccini che non è più attuale’. Nel Report dell’Iss del 19 ottobre 2022 sul Covid si sottolinea come ‘L’efficacia del vaccino nel periodo di prevalenza Omicron nel prevenire l’infezione è pari al 30% già entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, mentre l’efficacia del vaccino nel prevenire casi di malattia severa è pari al 62 per cento nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 64 per cento nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 69 per cento nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni”.

Giorgia Meloni

Prosegue Zampa: “Uno studio dell’Imperial College di Londra ha stimato che le vaccinazioni durante il 2021, primo anno della campagna vaccinale, hanno contribuito a evitare 19,8 milioni di decessi in tutto il mondo. Francesco Cognetti, coordinatore del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani (FoSSC) e Presidente Federazione degli Oncologi, Cardiologi ed Ematologi (FOCE) ha sottolineato come ‘anche nella nostra esperienza nazionale i vaccini sono valsi praticamente ad azzerare la mortalità da Covid-19 rispetto ai valori del 15-30 per cento registrati nei nostri pazienti fragili contagiati durante le prime ondate'”.

Orazio Schillaci

“Considerato che è inferiore al 7% la percentuale di italiani che hanno ricevuto la ‘quarta dose’, fondamentale per la protezione dei soggetti con più di 60 anni e dei soggetti più fragili e che secondo la Simg e la Siti la minore circolazione del virus dell’influenza ha ridotto l’immunità naturale. Per questo chiediamo al ministro e alla Premier di fare immediata chiarezza sulla linea del Governo in materia di vaccinazioni e di campagne vaccinali, anche in relazione al vaccino antinfluenzale e alle vaccinazioni obbligatorie. Chiediamo inoltre di sapere se non ritengano che chi riveste un ruolo istituzionale in un ambito fondamentale come quello della salute pubblica debba comunicare, in modo responsabile, nel rispetto dei cittadini, informazioni basate esclusivamente ed inequivocabilmente sulle evidenze scientifiche”.

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Problemi di salute, Berlusconi dà forfait: “Non incontrerà Draghi” https://www.business.it/problemi-di-salute-berlusconi-da-forfait-non-incontrera-draghi/ Fri, 05 Feb 2021 13:23:04 +0000 https://www.business.it/?p=74097 Silvio Berlusconi non sarà a Roma per guidare la delegazione di Forza Italia all’incontro con il premier incaricato Mario Draghi, alla ricerca di consenso tra i partiti per dar vita a un nuovo esecutivo dopo la fine del Conte bis. Diversamente da quanto annunciato in precedenza, è stato lo stesso leader azzurro ad annunciare il… Leggi tutto »Problemi di salute, Berlusconi dà forfait: “Non incontrerà Draghi”

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Silvio Berlusconi non sarà a Roma per guidare la delegazione di Forza Italia all’incontro con il premier incaricato Mario Draghi, alla ricerca di consenso tra i partiti per dar vita a un nuovo esecutivo dopo la fine del Conte bis. Diversamente da quanto annunciato in precedenza, è stato lo stesso leader azzurro ad annunciare il suo forfait con un comunicato nel quale esprime “rammarico” per l’impossibilità di recarsi nella capitale. Secondo fonti vicine all’ex presidente del Consiglio, la scelta sarebbe dettata da motivi di salute.“Il presidente Silvio Berlusconi – si legge nella nota diffusa da Forza Italia – non potrà partecipare oggi, suo malgrado, alle consultazioni del Presidente incaricato. Lo ha comunicato lui stesso al professor Mario Draghi, in un lungo e cordiale colloquio telefonico, nel quale gli ha espresso il suo rammarico, e gli ha anticipato la posizione di Forza Italia che gli sarà illustrata nel pomeriggio dalla delegazione composta dal vicepresidente Tajani e dalle capigruppo Bernini e Gelmini”.Nelle ultime ore, Berlusconi aveva però lanciato segnali di forte apertura verso Mario Draghi, definendolo “una personalità di alto profilo istituzionale”. Attorno a lui, secondo il Cavaliere, sarebbe possibile “tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese”. Parole che hanno posto Forza Italia in constrasto rispetto al resto della coalizione di centrodestra.Matteo Salvini ha infatti espresso molto più dubbi in merito all’opportunità di appoggiare Draghi, ponendo inoltre subito un aut aut: “O la Lega o i Cinque Stelle, insieme non possiamo governare”. Ancora più netta Giorgia Meloni, che ha continuato a ripetere: “Per noi l’unica strada possibile sono le urne”.

“Ecco perché i patrioti della destra non possono tirarsi indietro di fronte a Draghi”

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L’annuncio di Speranza: “Tamponi rapidi direttamente in farmacia” https://www.business.it/lannuncio-di-speranza-tamponi-rapidi-direttamente-in-farmacia/ Thu, 22 Oct 2020 14:55:36 +0000 https://www.business.it/?p=70821 Si potranno effettuare tampoini rapidi all’interno delle farmacie: l’annuncio arriva direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto sul punto nel corso della riunione con le Regioni per annunciare l’inizio di una fase di sperimentazione: “In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per… Leggi tutto »L’annuncio di Speranza: “Tamponi rapidi direttamente in farmacia”

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Si potranno effettuare tampoini rapidi all’interno delle farmacie: l’annuncio arriva direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto sul punto nel corso della riunione con le Regioni per annunciare l’inizio di una fase di sperimentazione: “In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia”. Speranza si è detto poi d’accordo con le Regioni che hanno chiesto di semplificare le procedure di tracciamento.Non si esclude, però, che possano presto arrivare anche ulteriore chiusure per contenere la diffusione del virus. Walter Ricciardi, professore di igiene all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute, ha infatti spiegato: “Ci troviamo di fronte a un andamento esponenziale perché non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare 2 settimane fa, nelle aree metropolitane c’è un indice di trasmissione del 2.3, significa che il raddoppio dei casi può avvenire di giorno in giorno, come già iniziamo a vedere in Lombardia. Due settimane fa ho detto che viaggiavamo sulla lama del rasoio e avevo previsto i 16.000 casi prima di Natale. Ma li abbiamo avuti in queste ore”.Lazio, Campania e Lombardia hanno già adottato autonomamente il coprifuoco dalle 00 alle 05, ma norme analoghe sono in discussione dappertutto in queste ore. Il tutto mentre si susseguono vertici e mediazioni: i rappresentanti del Governo Boccia e Speranza, il capo della Protezione civile Borrelli e presidenti delle Regioni si sono riuniti per valutare, tra l’altro, se arruolare operatori sanitari e socio sanitari che aiutino le asl nel tracciare i contagi.Al vaglio del governo anche la possibilità di impedire gli spostamenti tra regioni e a questo proposito il presidente del Veneto, Zaia, ha dichiarato: “Pensare di fermare i passaggi tra regioni vuol dire fare il lockdown. Meglio la mascherina per i cittadini, anzichè pensare ai confini delle regioni o ai mini-lockdown per mettersi il cuore in pace”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha chiesto che non sia la scuola a pagare per prima e ha scritto al governatore della Lombardia, Fontana, perché trovi “soluzioni differenti a quella adottata”.

Salvini prende in giro Fedez e Conte, ma il cantante gli risponde per le rime

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Gravissimo Camilleri, gli insulti dei fan di Salvini che cantano “Bello Ciao” https://www.business.it/gravissimo-camilleri-gli-insulti-dei-fan-di-salvini-che-cantano-bello-ciao/ Mon, 17 Jun 2019 12:37:54 +0000 https://www.business.it/?p=48142 Andre Camilleri è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santo Spirito di Roma, con gli italiani a seguire col fiato sospeso le notizie che lo riguardano. Intorno a lui, però, ecco di nuovo che il Bel Paese è riuscito a mostrare il suo volto peggiore, quello di un odio inumano che non risparmia nemmeno uno scrittore,… Leggi tutto »Gravissimo Camilleri, gli insulti dei fan di Salvini che cantano “Bello Ciao”

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Andre Camilleri è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santo Spirito di Roma, con gli italiani a seguire col fiato sospeso le notizie che lo riguardano. Intorno a lui, però, ecco di nuovo che il Bel Paese è riuscito a mostrare il suo volto peggiore, quello di un odio inumano che non risparmia nemmeno uno scrittore, 93 anni, autore di best seller famosi in tutto il mondo e inventore del personaggio del Commissario Montalbano, al centro di fortunate serie televisive.L’autore, che si stava preparando per essere per la prima volta alle antiche Terme di Caracalla il 15 luglio con lo spettacolo che racconta la sua Autodifesa di Caino, è stato colpito da arresto cardiaco. Nei commenti alla notizia del suo urgente ricovero, sono però arrivati tanti orribili insulti. Nella maggior parte dei casi, a scrivere sono sostenitori di Matteo Salvini, che con Camilleri aveva avuto recentemente dei battibecchi a distanza in particolar modo sulla questione migranti. 
“Camilleri ha vissuto anche troppo, vuole ancora vomitare su tutti quelli che non lo gratificano e lo osannano” scrive allora Giovanni. Anche per Ercole, Camilleri “sentiva l’approssimarsi della sua ora ed era diventato più velenoso che mai”. Un altro utente, Lilli, attacca Camilleri e lo paragona a Napolitano (chissà perché, poi) sostenendo che come l’ex presidente della Repubblica deve “morire pieno d’odio nei loro cuori”.Joel non ci gira intorno: “E ora chi insulta Salvini? Speriamo che si calmi…”. Anche sulla pagina di Fb della testata Libero c’è chi ricorda a Camilleri che il suo odio per il vicepremier “gli è tornato indietro”. Isa, sulla stessa falsariga, pontifica: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”. Agghiacciante il modo in cui Egidio ha addirittura intonato: “O bello ciao, bello ciao, bello ciao ciao ciao”.

Sea Watch, parla un sopravvissuto: “Tornare in Libia? Piuttosto tra i pesci”

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Berlusconi, fine di un’era? I figli lo vogliono in pensione https://www.business.it/i-figli-vogliono-berlusconi-lontano-dalla-politica-preoccupati-dalla-sua-salute/ Fri, 03 May 2019 07:37:27 +0000 https://www.business.it/?p=45649 Berlusconi è già pronto per tornare a casa. O almeno, lui vorrebbe farlo subito ma per i medici dovrà restare in ospedale ancora 3 o 4 giorni. Lo spavento è ormai alle spalle e ai famigliari del Cav è tornato il sorriso. Le preoccupazioni, però, non sono svanite e anzi tanto in Marina quanto in… Leggi tutto »Berlusconi, fine di un’era? I figli lo vogliono in pensione

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Berlusconi è già pronto per tornare a casa. O almeno, lui vorrebbe farlo subito ma per i medici dovrà restare in ospedale ancora 3 o 4 giorni. Lo spavento è ormai alle spalle e ai famigliari del Cav è tornato il sorriso. Le preoccupazioni, però, non sono svanite e anzi tanto in Marina quanto in Piersilvio, due dei figli dell’ex presidente del Consiglio, è evidente la speranza che il padre inizi a rivedere sul serio il proprio stile di vita, quello che ormai ne sta seriamente minando la salute.Silvio si trincera dietro il suo solito sorriso e la voglia di scherzare, quella che l’ha spinto a commentare “l’abbiamo scampata bella anche stavolta” di fronte all’ennesimo ricovero al San Raffaele di Milano. Un’operazione d’urgenza per un’occlusione intestinale, con Berlusconi che ha trascorso qualche giorno in terapia intensiva prima di lasciare il reparto. La voglia di tornare subito in pista deve, però, fare i conti con brutto colpo inaspettato che ancora una volta lo mette alla prova.“Mi auguro che per una volta metta se stesso e la sua salute davanti a tutto e a tutti” ha ammesso Marina di fronte ai cronisti, subito fuori dall’ospedale. A farle eco, Piersilvio: “La ripresa della campagna elettorale? Starà a lui decidere, mi auguro che la faccia con un po’ di riguardo”. Difficile immaginare che Berlusconi si faccia da parte. Ma è chiaro che qualcosa dovrà cambiare.Silvio non vuole nemmeno sentir parlare di una sua uscita di scena. Non si rassegna all’età che avanza e insiste con uno stile di vita pericoloso. Il medico di fiducia Zangrillo gli chiede da 3 anni di fermarsi, soprattutto dopo lo scompenso cardiaco del giugno 2016 e l’operazione a cuore aperto per la sostituzione della valvola cardiaca. Si arriverà a una mediazione: la campagna per le europee riprenderà, ma con degli accorgimenti per preservare la salute di Berlusconi.

La sensazione, però, è che il momento di dire ‘basta’ sia sempre più vicino. Amici, parenti e fedelissimi continuano a martellare il leader di Forza Italia, anche per iniziare a ragionare sulla sua successione senza più rimandare. Una scelta dolorosa ma ormai sempre più necessaria.

Ancora paura per Berlusconi: altro ricovero al San Raffaele

 

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Berlusconi ancora in ospedale: la corsa per le europee ora è a rischio https://www.business.it/berlusconi-ancora-in-ospedale-le-condizioni-dellex-premier-spaventano-fi/ Wed, 17 Apr 2019 09:40:28 +0000 https://www.business.it/?p=44829 Ancora problemi di salute per Silvio Berlusconi, le cui condizioni negli ultimi mesi avevano destato già molta preoccupazione nei suoi fedelissimi. L’ex premier proprio nelle scorse ore si è infatti trovato costretto a tornare al San Raffele di Milano dopo aver accusato un malore, sottoponendosi a dei controlli medici. Secondo quanto riportato dal Messaggero, sarebbe già tornato… Leggi tutto »Berlusconi ancora in ospedale: la corsa per le europee ora è a rischio

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Ancora problemi di salute per Silvio Berlusconi, le cui condizioni negli ultimi mesi avevano destato già molta preoccupazione nei suoi fedelissimi. L’ex premier proprio nelle scorse ore si è infatti trovato costretto a tornare al San Raffele di Milano dopo aver accusato un malore, sottoponendosi a dei controlli medici. Secondo quanto riportato dal Messaggero, sarebbe già tornato a casa insieme alla compagna Francesca Pascale. Ma i timori restano.La famiglia invita infatti da tempo il Cav a riguardarsi, sostenendo che continuando con la sua vita, non certo in linea quella dei coetanei, potrebbe andare incontro a problemi ben più gravi. Lui non desiste ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Con un ulteriore problema, di natura prettamente politica: il 26 maggio si avvicina, e con esso il ritorno degli italiani alle urne in occasione delle elezioni europee, un appuntamento al quale lo stesso Berlusconi tiene molto.La voglia di rivincita sull’accoppiata Lega-Cinque Stelle è forte, e Silvio vorrebbe fare il possibile per dare il suo contributo attivo alla corsa verso Bruxelles. Lo stress, però, continua a giocargli brutti scherzi. E così il rischio è quello di non riuscire a portare avanti una vera e propria campagna elettorale in un momento molto delicato per la sopravvivenza stessa di Forza Italia.Il traguardo è stato fissato al 10%, sogli al di sotto della quale potrebbe arrivare la resa definitiva di fronte allo strapotere della Lega, ormai vero faro della coalizione di centrodestra. Per riuscire a raggiungere l’agognata percentuale, servirebbe il miglior Berlusconi. Quello istrionico, determinato, sempre in prima linea. Un ruolo che forse, anche per una questione prettamente anagrafica, il Cav non può più ricoprire. E così dentro Forza Italia c’è chi si chiede se non sia stato un errore puntare ancora su di lui.

Il golpe della Carfagna: “Vuole spodestare Berlusconi e prendersi Forza Italia”

 

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Il ritorno del medico scolastico: l’idea del ministro Grillo che divide i genitori https://www.business.it/il-ritorno-del-medico-scolastico-lidea-del-ministro-della-salute-grillo/ Wed, 03 Apr 2019 08:20:56 +0000 https://www.business.it/?p=43950 Il ritorno del medico scolastico: questa l’idea del ministro della Salute Giulia Grillo, che parla di una “figura utile” in occasione del convegno dell’Inps sulla tutela e l’assistenza dei minori. Si tratta di una figura che è stata da tempo eliminata e che secondo la ministra potrebbe essere utile per affrontare temi come “i disturbi della… Leggi tutto »Il ritorno del medico scolastico: l’idea del ministro Grillo che divide i genitori

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Il ritorno del medico scolastico: questa l’idea del ministro della Salute Giulia Grillo, che parla di una “figura utile” in occasione del convegno dell’Inps sulla tutela e l’assistenza dei minori. Si tratta di una figura che è stata da tempo eliminata e che secondo la ministra potrebbe essere utile per affrontare temi come “i disturbi della sfera psichica, della sessualità, il bullismo, le dipendenze da sostanze ma anche da telefonini”. Per la Grillo, un ruolo che potrebbe anche essere reintrodotto con la legge quadro sull’infanzia.L’idea sarebbe quella di avere un medico in ogni scuola, a partire da quelle dell’infanzia. Per il ministro questa figura potrebbe “essere un punto di riferimento nell’approccio all’infanzia e all’adolescenza”. La figura del medico scolastico servirebbe anche ad aiutare i giovani e a dar loro consigli, secondo la ministra: “Non può essere il genitore da solo sempre a scoprire se il bambino ha qualche problema”. “Sto cominciando a studiare l’ipotesi: in base ai periodi della vita del bambino sarebbe bene avere anche la figura del pediatra mentre nel periodo successivo una con competenze psicologiche o altre figure che si alternano – afferma – È un tema delicato perché devono essere persone qualificate. Ho cominciato da poco a lavorare a questa proposta, ma è tra le varie idee innovative”.Il medico scolastico serviva per aiutare i ragazzi e le ragazze ad affrontare alcune patologie molto diffuse tra i più piccoli, come l’influenza, il morbillo o i pidocchi. Confrontandosi con i docenti, poteva anche dare consigli ai genitori dei ragazzi per mandarli da specialisti come psichiatri o logopedisti. L’idea della reintroduzione del medico scolastico era stata già lanciata in Regione Lombardia nel 2016, quando il consiglio regionale aveva approvato un ordine del giorno in tal senso.

“Cerco bambino per esperimento”. Appello choc del medico No-Vax sui social

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Beneficenza: l’Italia è tra i paesi più generosi d’Europa, ma c’è ancora molto da fare https://www.business.it/beneficienza-italia-paese-piu-generoso-europa/ Mon, 18 Mar 2019 09:44:01 +0000 https://www.business.it/?p=42758 La solidarietà, soprattutto nei confronti di chi ha bisogno, è fondamentale in qualsiasi società civile, e sotto questo aspetto l’Italia si è sempre distinta, dimostrando di essere un paese dal cuore grande. La beneficenza è sempre molto importante per le persone meno fortunate, e da questo punto di vista gli italiani non si sono mai… Leggi tutto »Beneficenza: l’Italia è tra i paesi più generosi d’Europa, ma c’è ancora molto da fare

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La solidarietà, soprattutto nei confronti di chi ha bisogno, è fondamentale in qualsiasi società civile, e sotto questo aspetto l’Italia si è sempre distinta, dimostrando di essere un paese dal cuore grande. La beneficenza è sempre molto importante per le persone meno fortunate, e da questo punto di vista gli italiani non si sono mai tirato indietro, come confermato anche dai numeri.

La beneficenza in Italia

Secondo uno studio, l’Italia si classifica al terzo posto per quantità di donazioni benefiche, con una cifra che supera i 9 miliardi di euro, immediatamente dietro all’Inghilterra e alla Germania. I dati sono quelli della ricerca effettuata dalla Fondazione Lang Italia, che rivela oltretutto come la gran parte delle risorse provenga da donazioni individuali, più cospicue di quelle messe a disposizioni dalle Fondazioni. Un bell’aiuto per le casse dello Stato, che dovrebbe occuparsi in prima persona del sostegno a chi si trova in difficoltà, ma che non possiede le risorse sufficienti per far fronte a tutte le emergenze. Un altro settore che ultimamente sta intervenendo con le donazioni benefiche è quello delle industrie, e anche il mondo della finanza si sta attivando parecchio per coprire le richieste di soccorso. I fondi, infatti, non sono solo destinati ai meno abbienti, ma servono anche a soccorrere tutti quelli che vengono colpiti da malattie rare e spesso incurabili. Una serie di patologie che, ultimamente, sono solo andate ad aumentare, facendo crescere di conseguenza la necessità di reperire risorse da destinare alle Associazioni più impegnate sul fronte delle malattie rare. 

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Malattie rare in aumento, scatta la campagna della Lega del Filo d’Oro

La denuncia è arrivata dalla Lega del Filo d’Oro: l’aumento delle malattie rare negli ultimi dieci anni ha creato una situazione ai limiti dell’ingestibilità, e molte di queste patologie costringono le strutture di sostegno a trattare singolarmente i casi, non esistendo, per ciascuno di loro, né una diagnosi precisa né una terapia consolidata. Di fatto la Lega del Filo d’Oro è la struttura più importante, riconosciuta in Europa: sul sito ufficiale è possibile fare donazioni per bambini disabili, e negli anni l’associazione si è concentrata sulla cura di patologie come la sindrome di Charge e di Usher, che causa la sordo-cecità a chi ne viene colpito.  Ed è proprio contro di essa che è stata lanciata una raccolta fondi chiamata #EroiOgniGiorno, una campagna che, come dichiara il Presidente dell’associazione Rossano Bartoli, mette al centro quei bambini che ogni giorno lottano per conquistare la propria autonomia, superando con grande coraggio e spirito eroico la difficoltà a comunicare e a muoversi senza dover ricorrere ad un aiuto esterno.  L’Italia, in definitiva, ha già dimostrato di essere un paese generoso, ma a quanto pare gli sforzi fatti fino a questo momento non bastano. L’importante, adesso, è cercare di fare ancora di più sostenendo associazioni coma la Lega del Filo d’Oro e le relative iniziative, per continuare a tenere accesa la luce, per far sì che i riflettori puntati su queste situazioni delicate non si spengano mai.

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La Silicon Valley in mezzo ad una mania per la salute. Ma tutto parte dalla Cina https://www.business.it/silicon-valley-mania-per-la-salute-dalla-cin/ Mon, 22 Oct 2018 12:30:46 +0000 https://www.business.it/?p=33825 Questo è stato l’anno record degli investimenti medici negli Stati Uniti. Ora gli investitori che si trovano a Pechino e a Shanghai, stanno conducendo sempre maggiori offerte per le scienze biologiche degli Stati Uniti e le società di biotecnologia.

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Questo è stato l’anno record degli investimenti medici negli Stati Uniti. Ora gli investitori che si trovano a Pechino e a Shanghai, stanno conducendo sempre maggiori offerte per le scienze biologiche degli Stati Uniti e le società di biotecnologia.
Di fatto, le imprese di venture capital cinesi hanno investito di più quest’anno in scienze della vita e biotecnologie proprio negli Stati Uniti, più di quanto non abbiano fatto a casa loro, fornendo finanziamenti per oltre 300 società basate negli Stati Uniti.
Un esempio è rappresentato dalla storia di Viela Bio, un’azienda con sede nel Maryland che ricerca trattamenti per l’infiammazione e le malattie autoimmuni, che ha raccolto una serie A da 250 milioni di dollari, guidata da tre ditte cinesi.

Il nuovo appetito della capitale cinese si conferma sempre di più. Gli affari vanno a gonfie vele per le start-up mediche cinesi, che vedono anche il 2018 come l’anno di investimento di venture capital più forte di sempre, con oltre un centinaio di aziende che ricevono 4 miliardi di dollari di investimenti.

Mentre gli investitori cinesi continuano così a spostare le loro strategie verso le scienze della vita e della biotecnologia, la Cina si posiziona per diventare un leader negli investimenti medici, con una crescente influenza sulle  principali istituzioni sanitarie del mondo.

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I VC cinesi cercano rendimenti sani

Se prestiamo attenzione ai controlli a nove cifre che entrano ed escono dalla Cina con straordinaria regolarità, fissando i giganti di internet, i leader dei giochi o l’ultima piattaforma multimediale supportata da Tencent o Alibaba, appare chiaro che le principali imprese di venture capital in Cina hanno effettivamente rivolto la loro attenzione al sistema sanitario nazionale deficitario.

Un chiaro leader nel cambiamento di strategia della Cina è stata la Sequoia Capital Cina, una delle società di venture annunciate del paese e legate ai molteplici miliardi di dollari IPO proprio quest’anno.

Dal punto di vista della sua storia, Sequoia non ha mai avuto molto interesse nel settore medico.  La salute rappresentava una delle categorie di investimento più piccole dell’azienda e ha partecipato solo a tre offerte relative alla salute dal 2015-2016, ovvero il 4% della sua attività di investimento totale.

Di recente, invece, le scienze sanitarie e la biologia hanno stuzzicato Sequoia. L’azienda si è così immersa in sei offerte relative alla salute nel 2017, e ha già partecipato a 14 ICO nel 2018.  L’azienda si trova tra gli investitori per la salute più attivi in ​​Cina e il settore medicale è diventato la sua seconda area di investimento più grande, con le società di scienze biologiche e biotecnologiche che rappresentano quasi il 30% della sua attività di investimento negli ultimi anni.

Non c’è carenza di aree che necessitano di trasformazione all’interno delle cure mediche cinesi e una vasta gamma di strategie viene impiegata dai VC cinesi. Mentre alcuni investitori sperano di affrontare l’influenza stagionale, altri si concentrano sui trattamenti innovativi per l’ipertensione , il diabete e altre malattie croniche.

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Il caso JW Therapeutics

Un altro investimento importante della Serie A da $ 90 milioni della società è rappresentato da quello fatto in JW Therapeutics, con sede a Shanghai, una società che sviluppa innovativi trattamenti antitumorali per il cancro. L’azienda è un esempio di eccellenza di come i VC cinesi stiano costruendo la nuova serie di startup per la salute del paese, utilizzando le loro impronte internazionali e gli insegnamenti provenienti da tutto il mondo.

Fondata come joint-venture tra Juno Therapeutics negli Stati Uniti e WuXi AppTec in Cina, JW beneficia dell’esperienza maturata da Juno come sviluppatore principale di farmaci per immunoterapia contro il cancro, nonché dell’esperienza di WuXi come una delle organizzazioni di ricerca a contratto leader nel mondo, concentrandosi su tutti aspetti della R & S dei farmaci e del ciclo di sviluppo.

Le ondate passate di investimenti in startup biotecnologiche si sono spesso concentrate su altri trattamenti immunologici che utilizzavano anticorpi geneticamente modificati creati negli animali.  Gli anticorpi agiscono come una specie di “polizia” per i cattivi, ​​identificando e attaccando i bersagli  nocivi per spegnere o calmare le cellule maligne.

Il pedigree internazionale e interdisciplinare dei nuovi leader della medicina in Cina non si applica solo alle organizzazioni stesse ma anche a coloro che gestiscono  questo settore.

Al timone di JW siede James Li.  In una vita passata, il co-fondatore e CEO ha lavorato dirigendo le operazioni in Cina per le più grandi aziende biofarmaceutiche del mondo, tra cui Amgen e Merck.  Li è stato anche socio dell’investitore della Silicon Valley, Kleiner Perkins.

JW incarna i benefici che possono derivare dall’importare conoscenze e competenze, una pratica che verrà a definire le società che guidano il futuro della medicina, poiché il capitale più intelligente del paese si fa strada sempre più oltreoceano.

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Rallentare l’invecchiamento e aumentare la creatività: ecco come si fa https://www.business.it/rallentare-linvecchiamento-e-aumentare-la-creativita-ecco-come-si-fa/ Tue, 28 Aug 2018 12:28:12 +0000 https://www.business.it/?p=30781 É stato provato che coloro che mantengono uno stato d'animo giovanile hanno più probabilità di conservare un corpo forte e una mente acuta più a lungo di coloro che, al contrario, sentono con un peso i propri anni.

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Invecchiare è una fase della vita ineluttabile, e la scienza continua a sostenere che i nostri atteggiamenti e le nostre aspettative sull’invecchiamento giocano un ruolo importante nella rapidità con cui i nostri corpi raggiungono la fase del tramonto. É stato provato che coloro che mantengono uno stato d’animo giovanile hanno più probabilità di conservare un corpo forte e una mente acuta più a lungo di coloro che, al contrario, sentono con un peso i propri anni.

Ciò significa che pensare come un giovane può far realmente invecchiare più lentamente della media. Quindi, come fare?

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Essere più intelligenti allunga la vita

Alcuni ricercatori francesi hanno recentemente trovato una risposta sorprendente a questa domanda: essere più intelligenti. Infatti, Più intelligente si è stati da adolescenti e da giovani, più lo studio ha trovato che è l “età soggettiva” che conta davvero e che permette di porre un freno alla vecchiaia incombente.

Quindi i giovani hanno sempre speranza, facendo leva sulle proprie doti e stimolando i loro pensieri attraverso attività, test, studio e logica. E per quelli che giovani più non sono e magari possiedono un QI non esattamente sopra la media?

Come spiega un interessante articolo pubblicato di recente sul British Psychological Post dallo scrittore David Robinson, questi risultati suggeriscono in realtà modi in cui tutti noi possiamo provare a trattenere un po ‘più a lungo la giovinezza.

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I segreti da applicare

Le persone più intelligenti potrebbero semplicemente prendere decisioni sanitarie migliori, ad esempio, quindi è necessario più studio per districare la causalità. I ricercatori hanno anche “scoperto che una maggiore ‘apertura all’esperienza’ ci aiuta ad elaborare più facilmente le informazioni complesse, può aumentare la nostra curiosità per il mondo ed è quel senso di meraviglia ed eccitazione che può farci sentire più giovani “, scrive Robinson.

Quindi, le persone più intelligenti tendono, in media, ad essere più aperte a nuove esperienze. E non è un caso che avere nuove esperienze e sentirsi meravigliati al mondo siano associati a una visione giovanile. Quella della curiosità e giocosità, a loro volta, sono atteggiamenti che possono effettivamente rallentare l’invecchiamento fisico. O per dirla senza mezzi termini: pensare come un bambino aiuta davvero a sentirsi un bambino!

L’apertura a nuove esperienze è uno dei tratti fondamentali per invecchiare più lentamente. Coloro che bramano la stabilità e la routine probabilmente non diventeranno mai avventurieri o selvaggi, ma è molto probabile che se tentano di provare nuove cose, possono mantenere la mente aperta a nuove idee, indipendentemente dal punteggio del QI o dal tipo di personalità. Lo scopo? Raggiungere un benessere psicofisico ideale.

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Smartphone: ecco come riduce la capacità cognitiva anche se è spento https://www.business.it/smartphone-come-riduce-capacita-cognitiva-anche-spento/ Tue, 21 Aug 2018 07:00:31 +0000 https://www.business.it/?p=30610 Uno studio dell’università di Austin, in Texas, ha rivelato che la semplice presenza dello smartphone vicino a noi riduce la nostra capacità cognitiva anche del 20%

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Uno studio dell’università di Austin, in Texas, ha rivelato che la semplice presenza dello smartphone vicino a noi riduce la nostra capacità cognitiva anche del 20%. Persino se è spento, o rivolto con lo schermo verso il basso, oppure in tasca o in borsa. In pratica, si tratta di un altro studio che conferma l’influenza tangibile di questi dispositivi sulla nostra vita, sempre connessa e disponibile. La dipendenza da smartphone può avere serie conseguenze sui soggetti più sensibili, dalla bassa autostima all’isolamento sociale, passando persino per la depressione. L’avvento della telefonia mobile è stato senz’altro fonte di nuove risorse comunicative, di connessioni più facili da realizzare, di un più rapido flusso di informazioni e di una maggiore produttività lavorativa ed economica, ma allo stesso tempo può essere in grado di causare conseguenze negative sulle principali abilità cognitive

La sola presenza del cellulare, spento o acceso che sia, è sufficiente a ridurre le nostre abilità e performance cognitive. Il team di ricerca dell’Università del Texas di Austin (USA), guidato da Adrian Ward, ha indagato sui possibili effetti deleteri, sulle funzioni cognitive, derivanti non solo dall’uso eccessivo dei cellulari ma anche dalla loro mera presenza nelle vicinanze dei soggetti esaminati. I ricercatori parlano di “fuga del cervello” facendo riferimento alla netta riduzione della performance cognitiva e della capacità di concentrazione associata alla sola presenza del cellulare.

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Lo smartphone è una presenza costante

Qualcuno mette il silenzioso. Qualcun altro lo spegne Molti altri lo nascondono nella borsa o nello zaino. Oppure lo mettono a faccia in giù, in modo da non poter visualizzare le notifiche in arrivo pur tenendolo, a seconda delle proprie fissazioni e del contesto in cui ci si trova, squillante o meno. Lo smartphone è una presenza costante, anche in ufficio, mentre studiamo, in riunione, sulla scrivania dello studio, mentre lavoriamo tenendolo in tasca. Altrettanto costante è la distrazione che ci procura.

Nel nuovo studio, coordinato dal professor Adrian F. Ward, i ricercatori hanno condotto due distinti esperimenti, coinvolgendo in tutto circa 800 partecipanti. Nel primo sono stati sottoposti questionari con test cognitivi a 520 volontari, ma prima della compilazione è stato chiesto loro di lasciare lo smartphone in un’altra stanza, tenerlo in tasca, in borsa o con lo schermo capovolto sulla scrivania. Dai risultati dei test, che richiedevano intensa concentrazione, è emerso che chi aveva lasciato lo smartphone in un’altra stanza ha ottenuto risultati nettamente superiori rispetto a chi lo aveva sulla scrivania, e superiori rispetto a chi lo aveva tenuto in borsa o in tasca. Curiosamente, nessuno dei partecipanti dopo il test ha detto di essersi sentito influenzato dalla presenza o meno dello smartphone.

Nel secondo esperimento i ricercatori hanno coinvolto altri 275 volontari, ma in questo caso, prima di eseguire il test con le stesse modalità, è stato chiesto il loro quale fosse “livello di dipendenza” rispetto al dispositivo. Chi si è dichiarato dipendente e ha tenuto il cellulare (spento) sulla scrivania, in tasca o i borsa, dunque nelle immediate vicinanze, ha ottenuto i risultati peggiori in assoluto, mentre i ‘dipendenti’ che lo hanno lasciato in un’altra stanza non hanno accusato lo stesso effetto negativo. “I partecipanti non erano distratti dal telefono perché ossessionati dalle notifiche, ma la sua sola presenza è stata sufficiente a ridurre le capacità cognitive”, ha sottolineato il professor Ward. Per quanto questi dispositivi possano migliorare il benessere sotto molteplici punti di vista, è indubbio che avere “il mondo a portata di mano” abbia un costo sensibile dal punto di vista cognitivo. 

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Implicazioni e prospettive future

Il dato in base al quale i punteggi restano uguali a prescindere che il cellulare sia acceso o spento, con il display rivolto verso l’alto o verso il basso, suggerisce che la capacità di concentrazione non dipende dall’arrivo di notifiche, messaggi o chiamateLa presenza del dispositivo nel proprio campo visivo va ad inficiare le performance cognitive in quanto fornisce al soggetto una distrazione: i partecipanti allo studio, anche se consapevolmente impegnati nell’esecuzione dei compiti assegnati, hanno dimostrato, in base ai punteggi ottenuti, di essere inconsciamente “attratti” dalla vicinanza del cellulare e dalle ampie possibilità di connessione che esso fornisce. “La mente cosciente non sta pensando allo smartphone, ma il processo che richiede a se stessi di non pensare a qualcosa utilizza alcune delle proprie limitate risorse cognitive” – Adrian Ward, leader del team di ricerca.

Si stima che ogni individuo utilizzi il proprio cellulare in media 85 volte al giorno, anche nei momenti più impensabili: al risveglio, prima di andare a dormire e persino durante la notte. L’ampia disponibilità dei cellulari ha introdotto la nostra esistenza in un vortice di connessioni virtuali attraverso le quali ci si ritrova magicamente, e con disarmante facilità,  catapultati da un angolo all’altro del mondo. Si tratta di un livello di connettività inconcepibile fino ad un decennio fa, ma ormai considerato da tutti indispensabile. Tant’è che il 91% della popolazione riferisce di non uscire di casa senza il proprio cellulare. Non solo. Ben il 46% afferma di non poter vivere senza questo inseparabile mezzo di comunicazione. Ricerche future potrebbero focalizzarsi su come bambini, adolescenti e giovani adulti possano essere inficiati dalla presenza di strumenti tecnologici nell’ambiente scolastico o lavorativo.

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Come comportarsi al lavoro: perchè essere buoni è sbagliato https://www.business.it/come-comportarsi-sul-lavoro-essere-buoni/ Thu, 02 Aug 2018 11:23:54 +0000 https://www.business.it/?p=30296 Sarà capitato, almeno una volta nella vita, di chiedersi quale sia l’atteggiamento migliore da tenere sul lavoro: essere buoni o essere cattivi? Cosa rende migliori le performance, ma soprattutto come viene recepito l’atteggiamento da capi e colleghi?

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Sarà capitato, almeno una volta nella vita, di chiedersi quale sia l’atteggiamento migliore da tenere sul lavoro: essere buoni o essere cattivi? Cosa rende migliori le performance, ma soprattutto come viene recepito l’atteggiamento da capi e colleghi?

Il sentire comune delle persone che lavorano in azienda è univoco: alla domanda con chi preferiscono lavorare, è  scontata perchè tutti scelgono le persone buone a quelle cattive, le persone di buonumore a quelle nervose ed agitate. Ma questo è ciò che la gente dice di preferire, a parole. Nei fatti? É esattamente il contrario.

Perché?

Spesso, negli ambienti lavorativi, chi è troppo buono e si comporta con gentilezza ed altruismo, può  incontrare atteggiamenti ostili: di cattiveria, invidia, gelosia, che molto spesso si traducono in pugnalate alle spalle.

Ma secondo un recente studio canadese, di analisi psicologica, ci sono specifiche ragioni per cui i nostri ideali dichiarati non riescono a combaciare con le azioni nella vita quotidiana, in quanto la bontà può effettivamente apparire minacciosa sul lavoro.

Eppure, fin da piccoli, siamo abituati a guardare film e leggere libri dove i supereroi vincono sui cattivi e dove i cattivi comprendono bene quale sarà la loro fine. Ma cosa ci si aspetta invece dai comuni mortali? Perché un conto è essere un supereroe, un altro è essere privi di poteri, se non la buona volontà di andare d’accordo gli uni con gli altri. 

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Perchè il nostro ruolo professionale è diverso dalla vita reale

La vita professionale risulta però un po’ differente da quella reale: ognuno cerca di impersonare un ruolo diverso, tra cui anche quello del “supereroe”. Il professore di psicologia Pat Barclay e i suoi collaboratori hanno scoperto una serie di reazioni conducendo un esperimento sociologico: portare i soggetti di studio in un laboratorio a svolgere una serie di giochi economici. Il professore ha potuto vedere che i colleghi eccezionalmente generosi e laboriosi hanno fatto in modo che coloro che li circondano abbiano un aspetto negativo. La loro superdipendenza dal lavoro e la produttività ha sfidato infatti gli altri dipendenti ad esibirsi allo stesso livello, con la conseguenza di aver suscitato solo brutte reazioni. 

La maggior parte delle volte ci piacciono e scegliamo i collaboratori, i bravi ragazzi”, ha commentato Barclay, ma quando le persone si trovano in ambienti competitivi come molti uffici di diversi settori, il comportamento si inverte. “Le persone odieranno i veri bravi ragazzi: questo schema è stato trovato in ogni cultura in cui è stato applicato“. In ambienti particolarmente difficili, poi la situazione si aggrava e le persone non si rendeno più conto che così facendo danneggiano il gruppo nel suo insieme.

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Come combattere contro l’effetto anti-bene

La ricerca di Barclay non è stata progettata per suggerire strategie verso coloro che sono stati colpiti da questa “cattiva” tendenza umana a punire il buono e il bello nel settore professionale.

Potrebbe essere d’aiuto ribaltare la posizione di coloro che criticano: stanno solo attaccando gli altri per evitare di sembrare cattivi”, questa almeno è considerato il primo risultato. Ma la soluzione migliore potrebbe essere anche più semplice: non mettersi mai in situazioni in cui è obbligatorio lavorare con persone terribili. 

Ovvero: Forse la soluzione migliore è trovare solo i collaboratori migliori: se sei criticato per essere troppo gentile o per lavorare troppo duramente, allora trova altri che sono altrettanto gentili e duri come te. Quando le persone cooperative lavorano insieme, finiscono molto meglio delle persone che le criticano“, sostiene Barclay, sempre a fronte dei risultati della sua ricerca.

Lo studio condotto dal professor Barclay conferma almeno che non siamo tutti pazzi a pensare che comportarsi bene si ritorce quasi sempre contro di noi.

Esiste una vera ragione scientificamente convalidata che l’essere troppo buoni a volte può far emergere il peggio nelle persone. Ciò non vuol quindi rinunciare ad essere buoni o sensibili, ma semplicemente fare attenzione a chi si rivolge la nostra gentilezza.

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Tecnologia: un anello come fitness tracker funziona su iPhon e Android https://www.business.it/tecnologia-anello-fitness-tracker-funziona-iphon-android/ Fri, 27 Jul 2018 07:00:29 +0000 https://www.business.it/?p=29891 Sembra che potremmo avere sempre più dispositivi connessi ma sopratutto più semplici piccoli e smart. I moderni tracker del fitness hanno costantemente bisogno di essere caricati, e sembrano ovvi e brutti al polso. Ma c’è un dispositivo lanciato l’estate scorsa che risolve questo problema. L’anello Motiv è un fitness tracker sorprendentemente capace. In un comunicato stampa… Leggi tutto »Tecnologia: un anello come fitness tracker funziona su iPhon e Android

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Sembra che potremmo avere sempre più dispositivi connessi ma sopratutto più semplici piccoli e smart. I moderni tracker del fitness hanno costantemente bisogno di essere caricati, e sembrano ovvi e brutti al polso. Ma c’è un dispositivo lanciato l’estate scorsa che risolve questo problema. L’anello Motiv è un fitness tracker sorprendentemente capace. In un comunicato stampa legato al telegiornale, il CEO della società Tejash Unadkat ha definito la “richiesta più richiesta” di Android Compatibilità Motiv. Oltre al completo supporto Android, Motiv ha anche aggiunto l’integrazione con l’app di monitoraggio della salute di Google, Fit.

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Motiv fitness tracker

Il Motivo è un fitness tracker che è anche un anello. A causa delle dimensioni ridotte e della mancanza di uno schermo, tuttavia, è fortemente dipendente dalla sua app per essere utile. L’anello Motiv misura passi, sonno, riposo e battito cardiaco attivo. Si sincronizza con il telefono tramite Bluetooth. Motiv mirava a rendere l’anello il più piccolo e magro possibile. Ma c’è sempre stato un problema clamoroso con l’anello Motiv: ha funzionato solo con gli iPhone. Per fortuna, Motiv ha finalmente risolto il problema. A partire da martedì, l’anello è compatibile con i telefoni Android.

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L’anello Motiv è pensato per essere indossato tutto il giorno, tutti i giorni. Ha una memoria integrata per un massimo di cinque giorni. È disponibile in due colori: grigio ardesia e oro rosa. L’anello tiene traccia della tua attività e la memorizza in un’app, dove devi impostare sia gli obiettivi di fitness che quelli di sonno. L’app è disponibile sia su App Store che su Google Play Store. Motiv è in grado di tenere traccia dei minuti attivi, della frequenza cardiaca attiva, delle calorie bruciate, della distanza, del tipo di attività, della durata del sonno, della frequenza cardiaca a riposo e dei passaggi. L’anello risulta essere impermeabile e può essere addirittura indossato sotto la doccia o persino andare a nuotare.

La batteria del Motiv dura dai tre ai cinque giorni e viene fornita da die caricatori che si agganciano magneticamente all’anello, caricandosi in circa 90 minuti. L’anello Motiv è compatibile con iPhone 5s o successivo, ma funziona solo con determinati dispositivi Android: Samsung Galaxy S7, Samsung Galaxy S7 Edge, Samsung Galaxy S8 e S8 +, Samsung Galaxy S9 e S9 + , Samsung Galaxy Note 5, Samsung Galaxy Note 8, Google Pixel e Pixel XL, Google Pixel 2 e Pixel 2 XL. L’anello Motiv costa $ 200 ed è disponibile per l’acquisto ora.

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Tecnologia: Alphabet, Amazon, Apple e Microsoft stanno scuotendo l’assistenza sanitaria https://www.business.it/tecnologia-alphabet-amazon-apple-microsoft-scuotendo-assistenza-sanitaria/ Thu, 26 Jul 2018 09:12:05 +0000 https://www.business.it/?p=29883 La popolazione mondiale è sempre più anziana e, di conseguenza, ha bisogno di maggiori cure. Non c’è da stupirsi quindi che colossi mondiali come Alphabet, Apple, Amazon e Microsoft abbiano fiutato l’affare e deciso d’investire sul settore dell’assistenza sanitaria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 2050 ci saranno due miliardi di anziani su una popolazione mondiale di quasi 10… Leggi tutto »Tecnologia: Alphabet, Amazon, Apple e Microsoft stanno scuotendo l’assistenza sanitaria

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La popolazione mondiale è sempre più anziana e, di conseguenza, ha bisogno di maggiori cure. Non c’è da stupirsi quindi che colossi mondiali come Alphabet, Apple, Amazon e Microsoft abbiano fiutato l’affare e deciso d’investire sul settore dell’assistenza sanitaria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 2050 ci saranno due miliardi di anziani su una popolazione mondiale di quasi 10 miliardi di persone. In Europa la percentuale è destinata a salire fino al 34%, con il conseguente aumento delle malattie croniche dovute alla vecchiaia e l’implosione dei sistemi sanitari nazionali, già oggi incapaci di curare tutti. Gli Stati Uniti spendono oltre 3 trilioni di dollari l’anno in costi sanitari, ma i fornitori non possono tenere il passo con la crescente domanda.

Ecco perché molti big della tecnologia come Apple, Amazon Alphabet e Microsoft si sono gettati a capofitto nell’industria della salute, dai farmaci alle cliniche. Le organizzazioni sanitarie si rivolgono sempre più alle società tecnologiche per trasformare la consegna delle cure e ridurre le spese sanitarie. Vedendo l’opportunità di attingere al redditizio mercato sanitario.

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Perché i big della tecnologia stanno investendo sull’assistenza sanitaria? 

L’assistenza sanitaria è notoriamente complicata ma è anche un mega-mercato pieno di sprechi e inefficienze. Ciò rende difficile ignorare le grandi aziende tecnologiche. Alcuni dei marchi più grandi e famosi in America infatti, stanno facendo grandi scommesse sull’assistenza sanitaria. Colossi come Amazon, Apple, Microsoft e Alphabet hanno annunciato il loro impegno per risanare un settore da tempo in grande difficoltà, caratterizzato da ataviche inefficienze e costi in costante aumento.

Guarda Alphabet. Invece di farlo da solo, Verily, il suo gruppo di scienze della vita, sta collaborando con aziende sanitarie per una vasta gamma di progetti di ricerca e sviluppo. Trae vantaggio dall’esperienza di aziende come Johnson & Johnson e Sanofi in settori come la regolamentazione, mentre rimane focalizzata sull’ingegneria, sulla progettazione e sullo sviluppo del prodotto.

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Il gruppo di salute di Apple sta riuscendo ad addentrarsi nella sua esperienza nel design e nella fiducia dei consumatori. Apple Watch aiuta i consumatori a rimanere in buona salute, impostandoli e rispettando gli obiettivi di allenamento regolari. Si tratta di un modo in cui le persone possono utilizzare l’iPhone per compilare e archiviare le loro cartelle cliniche, il tipo di informazioni che si adatta perfettamente all’enfasi posta da Apple sulla privacy dei consumatori e il suo disinteresse per la pubblicità mirata. Sta anche lavorando per fornire cure primarie migliori ai propri dipendenti, attraverso un gruppo indipendente chiamato AC Wellness.

Anche Amazon investe nel settore. Le sue prime mosse in ambito sanitario nell’ultimo anno hanno riguardato la vendita di forniture mediche e attrezzature  attraverso Amazon Business e servizi cloud ai clienti della salute tramite AWS. A giugno, ha acquistato PillPack, che gli fornisce una scorciatoia nella vendita di prodotti farmaceutici ai membri di Amazon Prime. Microsoft come Alphabet, Microsoft sta sfruttando le sue solide capacità di analisi e dati per la visibilità sulla salute della popolazione. L’azienda sta sfruttando Azure, il suo servizio cloud intelligente, per consentire a fornitori e pagatori di colpire specifiche tasche di popolazioni con medicine di precisione per ottenere migliori risultati di salute

L’interesse dei colossi dell’informatica a entrare nel settore sanitario è sempre più forte. Le nuove tecnologie, tra cui la telemedicina, i wearable, le app mobili e l’intelligenza artificiale, facilitano lo spostamento verso la medicina preventiva e l’assistenza basata sul valore, riducendo a loro volta le richieste, migliorando i piani di benefici, abbassando i premi dei pazienti e aumentando il loro valore di vita. È molto presto comunque vedremo un mondo in cui l’assistenza sanitaria, i farmaci e le cliniche siano totalmente di proprietà dei big tech. Insomma, i colossi dell’hi-tech hanno deciso che l’assistenza sanitaria sarà il loro prossimo grande business.

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Benessere digitale: chi curerà la dipendenza dal telefono https://www.business.it/benessere-digitale-chi-curera-dipendenza-telefono/ Wed, 18 Jul 2018 09:52:47 +0000 https://www.business.it/?p=29651 Quello del malessere digitale o della dipendenza da Internet sta diventando un fenomeno sempre più allarmante sopratutto dai giovani. Tante ricerche dimostrano che questa dipendenza ha effetti disastrosi con conseguenze sui rapporti interpersonali, perdita di sonno e concezioni distorta del tempo e dello spazio. Di contro c’è il “Benessere Digitale”, un modo sano ed equilibrato… Leggi tutto »Benessere digitale: chi curerà la dipendenza dal telefono

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Quello del malessere digitale o della dipendenza da Internet sta diventando un fenomeno sempre più allarmante sopratutto dai giovani. Tante ricerche dimostrano che questa dipendenza ha effetti disastrosi con conseguenze sui rapporti interpersonali, perdita di sonno e concezioni distorta del tempo e dello spazio. Di contro c’è il “Benessere Digitale”, un modo sano ed equilibrato di porsi nei confronti di Internet, anche come mezzo di espressione. E, naturalmente, ci sono “antidoti” all’iperconnessione, come ad esempio lo sport, momento fondamentale di crescita e di formazione. I telefonini di nuova generazione possono essere strumenti di produttività straordinari, ma, se utilizzati in modo sbagliato, possono condurre addirittura a dipendenze patologiche. Dici che cellulare e caffè non hanno nulla in comune? Bè tutti, ormai, o quasi, posseggono un telefono cellulare o smartphone. Siamo continuamente distratti e non riusciamo a focalizzarci per più di pochi secondi. Non riuscire a concentrarci quando dobbiamo seguire una lezione universitaria o realizzare un lavoro creativo è molto grave, ma è ancor peggio quando ci troviamo a parlare con qualcuno.

L’uso dello smarthphone è divenuto costante nella nostra vita, quasi una dipendenza considerando anche il fatto che con il cellulare, oggi, si può fare qualunque cosa: controllare la posta elettronica, prenotare un tavolo al ristorante, controllare whatsapp o altre app di messaggistica veloce, pubblicare sui social le foto della tua ultima vacanza e, naturalmente, chiamare parenti ed amici. La dipendenza da cellulare è considerata una vera e propria patologia conosciuta come telefonino dipendenza, cellularomania o cellulare-addiction. Perché l’uso smodato del proprio telefono può condizionare la nostra vita? Ti sarà capitato di provare una sensazione di panico quando, per sbaglio, lasci il telefono a casa o lo perdi. Probabilmente soffri di questa patologia da cellulare dipendente. A questo punto deve subentrare il benessere digitale, il termine generale per descrivere i nostri tentativi di vincere la dipendenza dalla tecnologia – e i suoi terribili effetti sulla nostra salute, produttività e politica – per mezzo della tecnologia stessa.

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Smetti di usare tanto il telefono se non sopporti l’uso eccessivo che ne fai

Si può usare il fuoco per spegnere il fuoco ossia esiste un applicazione molto popolare chiamata Forest, quando posate lo smartphone fa apparire sullo schermo un albero che gradualmente comincia a crescere per poi morire appena lo riprendete in mano. I telefoni che usano il sistema Android hanno Wind Down un’app che quando si avvicina l’ora di andare a letto fa lentamente sbiadire i colori dello schermo fino a farlo diventare in bianco e nero. E il mese scorso Apple ha annunciato l’introduzione di nuove funzioni per aiutarci a controllare, e limitare, il tempo che passiamo a guardare a bocca aperta lo schermo. Questo può sembrare una buona idea. E, considerata l’innumerevole quantità di dati che raccolgono queste aziende su come usiamo i loro prodotti, nessuno meglio di loro potrebbe aiutarci a utilizzarli in modo meno malsano, se volessero farlo.

L’unico modo è smettere semplicemente di usarlo. Chiedere ai colossi della tecnologia di aiutarvi non ha senso, se non altro per via del palese conflitto di interessi (per quanto possano sembrare preoccupati per il nostro benessere, Apple e Google hanno bisogno che abbiate bisogno dei loro prodotti). Ma è anche infantile, come spiega sul suo blog lo scrittore Cal Newport. “Sono un uomo adulto”, scrive. “Se guardo il telefono ogni cinque minuti, o gioco con i videogame invece che con i miei figli, non ho bisogno dell’animazione di un albero che muore per cambiare abitudini. Ho bisogno di qualcuno che rispetto che mi strappi quello stupido aggeggio di mano e mi dica: ‘Adesso piantala!’”.

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In altre parole

La politica del benessere digitale mira a ridurre la nostra dipendenza dai congegni elettronici, ma al prezzo di una ancora maggiore dipendenza dalle aziende che li producono. Esclude la possibilità di un rifiuto più radicale della tecnologia di consumo, che per alcune persone potrebbe essere l’unica soluzione. E, più in generale, indebolisce la nostra capacità di autodisciplina, affidando a qualcun altro il compito di gestire il nostro tempo e la nostra attenzione. È un po’ come contare sul progresso tecnologico per risolvere il problema del cambiamento climatico, che almeno in parte è dovuto proprio al progresso tecnologico. Forse la vera soluzione non consiste nel rendere meno attraenti i nostri telefoni ma, se è possibile, scegliere di vivere una vita così interessante che i nostri telefoni non possono competere con tutto quello che abbiamo da fare. La prossima volta che ti ritrovi a giocarellare con il tuo smartphone, prova a ricordarti di essere “presente”, osserva ciò che ti circonda e le persone con cui sei assieme, insomma, ricordati di essere presente e vivo. La tua mente lo apprezzerà, ma anche chi ti sta attorno.

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Startup: Casper apre un negozio per i sonnellini newyorkesi https://www.business.it/startup-casper-apre-negozio-sonnellini-newyorkesi/ Sun, 15 Jul 2018 07:00:16 +0000 https://www.business.it/?p=29537 È stato a lungo ritenuto che gli americani abbiano una certa avversione per il sonnellino. A differenza degli spagnoli che sono stati pionieri delle sieste, i cinesi che hanno messo la testa bassa dopo il pranzo, o gli italiani che chiudono il negozio a metà giornata, la maggior parte degli americani ha appena superato la giornata… Leggi tutto »Startup: Casper apre un negozio per i sonnellini newyorkesi

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È stato a lungo ritenuto che gli americani abbiano una certa avversione per il sonnellino. A differenza degli spagnoli che sono stati pionieri delle sieste, i cinesi che hanno messo la testa bassa dopo il pranzo, o gli italiani che chiudono il negozio a metà giornata, la maggior parte degli americani ha appena superato la giornata lavorativa. New York City è spesso chiamata la città che non dorme mai. Ma Casper rende molto più facile agli abitanti della città (e ai visitatori) avere un po’ di lucidità in movimento.

Sin dal suo inizio nel 2013, Casper ha parlato di aiutare le persone a “dormire meglio”. Il marchio è più noto per aver dato il via alla mania del materasso in scatola e alla sua espansione in lenzuola, cuscini e coperte ha raggiunto $ 600 milioni di entrate.  Ora, Casper ha trovato un altro aspetto del sonno da vendere: dormire da solo. Proprio accanto al suo negozio di New York City, Casper ha lanciato una destinazione per i senzatetto di marca chiamata Dreamery. Per $ 25, i clienti possono prendere un pisolino di 45 minuti all’interno di piccole cuccette, arredate con materassi Casper (ovviamente) così come lenzuola Casper, cuscini, coperte, calze e una maschera per gli occhi. Il personale fornirà la biancheria fresca per ogni sonnellino, e in prestito anche pigiami di Sleepy Jones , un set di spazzolini da denti di Hello Casper ha sconvolto la tradizionale attività di vendita al dettaglio di materassi. Questa volta, sta portando l’esperienza di dormire a un livello completamente nuovo.

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Cosa fa Casper

Casper ha aperto il suo primo show-room per i pisolini, a differenza di un negozio da letto, a New York City chiamato The Dreamery. È un posto dove le persone possono effettivamente dormire, piuttosto che comprare un nuovo materasso. Il concetto è semplice e brillante. Le persone possono programmare una pausa per riposarsi al The Dreamery per godersi 45 minuti di riposo in uno dei suoi nove contenitori per dormire dotati di Casper completamente rivestiti in letti Casper, lenzuola e cuscini con una maschera per dormire inclusa. Dopo il pisolino, gli ospiti possono gustare una tazza di caffè nel salone. Sono inoltre disponibili accappatoi, tappi per le orecchie e salviette per il trucco per far sentire gli ospiti a proprio agio.

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Il blocco temporale di 45 minuti di Dreamery si basa sulla scienza che ritiene che sia il momento ottimale in cui la gente ha bisogno di rinfrescarsi e ricaricarsi durante il giorno, senza sentirsi poi intontito. Al di fuori dei pisolini, il design e l’arredamento di The Dreamery è millenario come ci si aspetterebbe: un ingresso buio è costellato di minuscole luci, pensate per sembrare stelle. Il pigiama coperto da costellazioni è appeso dietro il banco bianco monocromatico per il check-in. Un “menu” elenca una sessione di pisolino a $ 25, mentre caffè, testata letto e “pura gioia” sono gratuiti. Jeff Brooks, CMO di  Casper, ha dichiarato che il loro obiettivo era quello di creare un luogo che fosse rilassante e riposante, ma anche “invocato lo spirito del marchio”.

“Abbiamo visto questa come un’opportunità per difendere il sonno o più in generale, riposare, fuori dalla camera da letto, nel mondo reale, quando sei in movimento”, ha detto Brooks ad Adweek. “Volevamo estendere in qualcosa in cui potessimo concentrarci sui sonnellini come un’esperienza. Un’oasi magica nel mezzo di New York dove puoi colpire una pausa e ricaricarti quando vuoi”. Ed è un concetto che Brooks spera decollare, non solo con il proprio spazio, ma come una tendenza globale.“La cosa più importante che speriamo di vedere con The Dreamery è che sempre più persone in tutto il mondo iniziano ad abbracciare l’idea che sia sano quando sei stanco, a mettere la testa bassa. Se possiamo essere una di quelle destinazioni, è una grande cosa. “

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Salute e benessere: scoperte della medicina che stanno cambiando le vite https://www.business.it/salute-benessere-scoperte-medicina-stanno-cambiando-vite/ Wed, 11 Jul 2018 07:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=29401 I primi quindici anni del terzo millennio sono carichi di innovazioni e scoperte scientifiche, tecnologiche e mediche che hanno migliorato il progresso scientifico e anche la vita quotidiana di miliardi di persone nel mondo. La ricerca medica ormai si muove a passo di corsa, e non a caso anche il 2017 è stato un anno di grandi scoperte… Leggi tutto »Salute e benessere: scoperte della medicina che stanno cambiando le vite

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I primi quindici anni del terzo millennio sono carichi di innovazioni e scoperte scientifiche, tecnologiche e mediche che hanno migliorato il progresso scientifico e anche la vita quotidiana di miliardi di persone nel mondo. La ricerca medica ormai si muove a passo di corsa, e non a caso anche il 2017 è stato un anno di grandi scoperte nel campo della salute. Con tanti nuovi farmaci, terapie, intuizioni e sperimentazioni che arrivano da tutto il mondo. Il mondo in rapida trasformazione in cui viviamo ci presenta ogni giorno nuove strade da percorrere verso un futuro sempre più tecnologico. Orientarsi nella foresta delle innovazioni e delle scoperte scientifiche, per cercare di scoprire quale sarà la direzione che prenderemo, è cosa ardua: si può però cercare di comprendere, sulla base delle ricerche degli ultimi anni, cosa influirà maggiormente sulle nostre vite in futuro.

Cellule staminali pluripotenti indotte per creare organi in laboratorio, terapia genica, protesi high-tech, organi artificiali in nuovi materiali, occhio bionico, diagnostica più precisa, terapie personalizzate: sono soltanto alcuni suggerimenti per immaginare come sarà il mondo della medicina tra qualche anno (e come sta già diventando). Ma la società occidentale in cui viviamo, che ha visto un vertiginoso allungamento della vita media nel giro di pochi anni, pone la medicina anche dinanzi a nuove sfide che riguardano, ad esempio, il Parkinson o l’Alzheimer. Al tempo stesso, nei Paesi in via di sviluppo si continua a lottare contro mali che, altrove, non costituiscono più una minaccia.

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Le scoperte delle medicina oggi

Se non abbiamo sofferto di una malattia, allora quasi sicuramente un amico o un parente ce l’ha. Le malattie purtroppo continuano ad esserci, non vanno in pausa,  ma per fortuna nemmeno la Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche, (EFPIA) che dimostra un impegno incessante nel fornire ai pazienti l’accesso a farmaci sicuri ed efficaci, con la sua campagna WeWontRest che modifica le percezioni del settore e aiuta a garantire a tutti coloro che sono affetti da malattie un domani più luminoso.

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La campagna WeWontRest, lanciata a giugno 2017, ha rivoluzionato il dibattito pubblico sull’impatto del lavoro che individui, team e aziende si impegnano ogni giorno a scoprire e sviluppare farmaci che cambiano la vita, promuovendo al contempo le migliori condizioni affinché le aziende li portino sul mercato. Con l’obiettivo principale di creare un domani più luminoso per tutti coloro che sono affetti da una malattia. Ecco perché l’ EFPIA si impegna con WeWontRest fino a quando le famiglie non saranno più distrutte dalla malattia, finché malattie come il diabete non controlleranno più la vita delle persone, e fino a quando il cancro non sarà più una parola che colpisce la paura nel cuore dei pazienti e delle loro famiglie. È una massima che i professionisti del settore lavorano ogni giorno, giorno dopo giorno.

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Ci sono oltre 7000 medicinali attualmente in fase di sviluppo in tutta Europa, con l’EFPIA che ha messo sotto i riflettori nove terapie di pipeline per il 2018. Alcuni di questi includono: oltre 1.000 farmaci in via di sviluppo per combattere le infezioni batteriche, che potrebbero prevenire la morte di fino a 25.000 pazienti in Europa ogni anno; Terapia cellulare CAR-T che potrebbe fornire una soluzione per il cancro del sangue incurabile; nuovi trattamenti per mediare gli attacchi di emicrania e fornire ai pazienti una migliore qualità della vita; e lo sviluppo di oltre 100 nuovi farmaci per aiutare i malati di Alzheimer a condurre una vita più indipendente. La malattia non dorme mai, quindi l’innovazione medica deve essere un passo avanti per garantire che possano essere fatti progressi.

La campagna WeWontResr si concentra sui cambiamenti positivi che lo sviluppo di nuovi farmaci ha fatto e migliorerà la salute e la qualità della vita. Attraverso questa campagna l’EFPIA mira a spianare la strada a collaborazioni sempre più positive – come quelle tra l’industria farmaceutica e i governi, i fornitori di servizi sanitari e gli esperti ambientali – oltre a discussioni politiche più incisive. Tutto ciò gioca un ruolo fondamentale nel viaggio verso un domani più luminoso per i pazienti e le loro famiglie.

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Smart drug: per essere più produttivi a lavoro https://www.business.it/smart-drug-essere-produttivi-lavoro/ Tue, 10 Jul 2018 09:30:52 +0000 https://www.business.it/?p=29393 L’uso di droghe da parte di persone che sperano di migliorare le prestazioni mentali è in aumento in tutto il mondo. Il loro nome ufficiale è nootropi – da nous, cioè intelletto, e tropein, cambiare. Ma sono più conosciuti come smart drug, ovvero farmaci intelligenti. “Biopirateria”, “droghe intelligenti”, e nootropi, sono tutti correlati con il potenziamento delle prestazioni umane. Il loro scopo dovrebbe essere quello… Leggi tutto »Smart drug: per essere più produttivi a lavoro

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L’uso di droghe da parte di persone che sperano di migliorare le prestazioni mentali è in aumento in tutto il mondo. Il loro nome ufficiale è nootropi – da nous, cioè intelletto, e tropeincambiare. Ma sono più conosciuti come smart drug, ovvero farmaci intelligenti. “Biopirateria”, “droghe intelligenti”, e nootropi, sono tutti correlati con il potenziamento delle prestazioni umane. Il loro scopo dovrebbe essere quello di aumentare (o, più genericamente, alterare) le capacità cognitive di chi li assume, potenziando il rilascio di agenti neurochimici, migliorando l’apporto di ossigeno al cervello e stimolando la crescita nervosa. Come avviene per le sostanze dopanti in ambito sportivo naturalmente, le smart drug fanno gola a moltissimi.

L’uso non medico di sostanze, spesso denominate droghe intelligenti, per aumentare la memoria o la concentrazione è noto come potenziamento cognitivo farmacologico. Le “smart drugs”, o droghe intelligenti, di origine vegetale, sono generalmente non soggette a restrizioni. Quelle sintetiche vengono di solito prescritte da un medico, o consumate al di fuori della sfera della medicina e della legalità. Dopo il boom negli Usa, anche nel Vecchio continente cresce l’uso non medico di farmaci per essere più smart, una sorta di “doping mentale”In Europa il trend appare in netto aumento.

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Un trend che preoccupa gli specialisti

In un’epoca di reale competizione globale, conquistare un margine di vantaggio, a scuola, sul lavoro, o nel gioco, può fare una grossa differenza. Le droghe intelligenti vengono consumate per numerose ragioni: incrementare l’attenzione e un acume speciale, migliorare la memoria a corto e a lungo termine, stimolare la creatività, e potenziare la concentrazione. Quello delle smart drugs è uno dei settori in più rapida crescita in tutto il mondo, ed il consumo negli ultimi anni è aumentato con un ritmo elevato.

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Cresce quindi l’uso di farmaci usati in modo improprio per potenziare l’attenzione, studiare o migliorare le prestazioni sul lavoro.  Secondo uno studio, condotto in 15 Paesi del mondo su decine di migliaia di persone, il 14% ha riferito di aver preso degli stimolanti almeno una volta nei 12 mesi precedenti nel 2017, un +5% rispetto al 2015. E il ricorso alle smart drug è cresciuto in tutti i 15 Paesi esaminati nella ricerca. Lo studio, pubblicato su ‘International Journal of Drug Policy’, ha preso in esame farmaci come Adderall* e Ritalin* – prescriti per trattare il disordine da iperattività e deficit di attenzione (Adhd) – ma anche il modafinil per i disturbi del sonno e stimolanti illegali come la cocaina. Tali farmaci non sono approvati nell’Unione europea, dove il metilfenidato, venduto con vari nomi commerciali, incluso il Ritalin, è più comunemente usato.

La ricerca, ripresa online su Nature, si basa sulla Global Drug Survey, con dati su oltre 79 mila persone nel 2015 e circa 30 mila nel 2017. Ebbene, se l’uso di sostanze stimolanti appare molto elevato negli Usa (il 30% le aveva prese almeno una volta nel 2017, contro il 20% del 2015), il più grande aumento negli ultimi anni si è registrato in Europa. L’impiego di queste sostanze in Francia è passato dal 3% del 2015 al 16% del 2017, mentre in Gb nello stesso lasso di tempo si è impennato: dal 5% al 23%.

Un risultato impressionante, secondo Barbara Sahakian, neuroscienziata dell’Università di Cambridge (Gb), non coinvolta nell’indagine. Secondo l’esperta il lavoro mostra un aumento dell’uso di queste sostanze come potenziamento cognitivo, da parte di persone sane. A cambiare sembra essere lo stile di vita delle persone. Un trend che preoccupa gli specialisti, dal momento che le conseguenze (per la salute) sono tutte da scoprire.

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Nessun effetto benefico

Gli studi che indagano sull’efficacia delle droghe intelligenti sono pochi. I resoconti aneddotici sulle loro capacità di migliorare le prestazioni sono tuttavia largamente diffusi. La prova migliore è data dalla loro ascesa in popolarità attraverso referenze trasmesse tramite passaparola. Avere una conoscenza delle vostre smart drugs è il miglior punto di partenza. Un desiderio difficilmente biasimabile: l’idea che ingerendo una pillolina si possa superare più facilmente un esame, o diventare imbattibili a scacchi, o mandare a memoria in quattro e quattr’otto l’intero elenco telefonico è molto più attraente rispetto a quella di sgobbare per ore su libri e manuali.

Ma se per alcune di queste sostanze la scienza ha effettivamente certificato una certa efficacia – almeno limitatamente a particolari aspetti, come memoria e attenzione, e per periodi limitati di tempo –, per altre, invece, le evidenze finora raccolte dicono ben altro: nessun effetto benefico, o addirittura effetti collaterali gravi. E purtroppo la maggior parte di queste sostanze non è sottoposta allo stringente iter regolatorio che devono seguire i farmaci (proprio perché la maggior parte, tecnicamente, non sono farmaci): è sufficiente che i produttori dimostrino che questi non causano direttamente malattie o altri problemi, senza dover specificare alcunché sulla loro efficacia.

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Salute e benessere: le alghe sono il cibo del futuro ecco perché https://www.business.it/salute-benessere-alghe-sono-cibo-futuro-ecco-perche/ Mon, 02 Jul 2018 09:52:11 +0000 https://www.business.it/?p=29118 Si stanno diffondendo anche nelle nostre tavole. Sono ricche di vitamine e minerali, molto più di altri alimenti più comuni. Ma quelle d’acqua dolce stanno rivelando sorprendenti e sconosciute proprietà. Con una buona notizia per i vegani.  In molti pensano che le alghe siano estranee alla nostra tradizione alimentare e medica. In realtà già nel primo… Leggi tutto »Salute e benessere: le alghe sono il cibo del futuro ecco perché

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Si stanno diffondendo anche nelle nostre tavole. Sono ricche di vitamine e minerali, molto più di altri alimenti più comuni. Ma quelle d’acqua dolce stanno rivelando sorprendenti e sconosciute proprietà. Con una buona notizia per i vegani.  In molti pensano che le alghe siano estranee alla nostra tradizione alimentare e medica. In realtà già nel primo secolo dopo Cristo, si usavano le alghe marine nella cura della gotta, malattia molto diffusa tra la nobiltà romana, oppure si consigliava l’impiego contro le eruzioni cutanee, la gastrite e i disturbi dell’intestino e del fegato.

Per quanto riguarda le alghe di acqua dolce invece basti ricordare che le civiltà precolombiane ne avevano già scoperto le proprietà ricostituenti (tra gli aztechi erano utilizzate dai guerrieri). Le alghe marine inoltre fanno parte della tradizione alimentare degli abitanti delle coste atlantiche d’Europa, mentre nel nostro paese se ne è riscoperto l’utilizzo grazie alla diffusione della cultura macrobiotica proveniente dal Giappone che ne è il maggior produttore e consumatore al mondo. Inoltre già durante la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull’alimentazione svoltasi nel 1974 un’alga, la Spirulina fu definita «il miglior cibo del futuro»  per le sue ottime proprietà nutritive, la cui coltura si sta estendendo dai paesi tropicali e subtropicali verso luoghi come Francia, Spagna e recentemente anche nel nostro Paese. Le alghe forniscono numerosi vantaggi, in particolare le microalghe, perché non devono essere coltivate su terreni arabili, ma nell’acqua di mare, e hanno un elevato rendimento e possono contribuire efficacemente alla produzione di alimenti perché sono ricche di grassi, proteine e carboidrati. 

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Come sarà l’alimentazione del futuro?

Pillole, insetti, alimenti nati in laboratorio, come sarà l’alimentazione del futuro? Sarà più nutriente, più salutistica, ci sarà tanta tecnologia, avrà rispetto dell’ambiente, costerà poco e sarà accessibile a un grande numero di persone. Non sarà comunque molto lontana da quella attuale. Continueremo a mangiare i piatti della nostra tradizione, ma riusciremo a capire meglio quale alimento consumare più o meno frequentemente in base alle nostre caratteristiche genetiche e agli effetti sulla nostra salute. Ma gli scienziati, gli agricoltori, gli imprenditori e i sognatori stanno lavorando per un obiettivo comune: un futuro sostenibile con cibi sani e gustosi per tutti. 

Se pensiamo che un maschio americano medio consuma 100 grammi di proteine al giorno – quasi il doppio della quantità necessaria. Questo consumo eccessivo non è sostenibile. Le Nazioni Unite prevedono che la produzione alimentare dovrà aumentare fino al 70% entro il 2050 per sfamare altri 2,5 miliardi di persone. Per sopravvivere, dobbiamo reinventare il modo in cui coltiviamo e mangiamo. Gli esperti dicono che le alghe potrebbero essere una possibile soluzione. A differenza della maggior parte delle colture, non richiede acqua fresca per prosperare. Questo è un grosso problema. Circa il 70% dell’acqua disponibile del pianeta è destinata alle colture e all’allevamento di bestiame.

 

Esiste una piantagione di alghe

Esiste una piantagione di alghe Green Stream Farms nella sonnolenta città di Columbus, nel New Mexico, a due passi dal confine messicano. E’ qui che l’azienda di benessere iWi sta crescendo un ceppo di alghe su vasta scala. La fattoria ha mari verdi a perdita d’occhio. L’intera fattoria è di 900 acri – 98 dei quali sono attualmente coltivati – e opera tutto l’anno. “Ci sono centinaia di migliaia di ceppi di alghe nel mondo e c’è un sottogruppo di quelli che sono puzzolenti e viscidi e grossolani, ma ce ne sono molti che non lo sono”, ha detto Rebecca White, VP of Operations di iWi . IWi sta scommettendo che il loro ceppo, la nannochloropsis, sarà la prossima grande tendenza del cibo. La società vende già alghe come integratori di omega-3 ed EPA al The Vitamin Shoppe e su Amazon. Ora sta sviluppando snack a base di alghe e polveri proteiche.

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“La proteina che stiamo producendo non sarà verde”, ha detto il CEO Miguel Calatayud, aggiungendo che le sue proteine in polvere saranno praticamente impercettibili se aggiunte ad altri alimenti. Non “cambierà il sapore”.

“[Sarà] in ogni singolo cibo che prendi ogni giorno”, ha aggiunto. “Le alghe faranno parte di una normale catena alimentare per noi, sarà una grande cosa per tutti noi e per il nostro pianeta”. Calatayud ha detto che se la popolazione mondiale crescerà da 7,5 a 10 miliardi come previsto, dovremo pensare più seriamente alle alternative proteiche come le alghe.“Non ci saranno abbastanza proteine animali o altre proteine vegetali”, ha detto. “Non ci sarà abbastanza terra arabile, e ciò che è ancora più importante, non ci sarà abbastanza acqua fresca”.

Il ceppo di alghe di IWi prende ciò che altrimenti sarebbe sprecato: acqua salata, terra deserta e CO2, e lo trasforma in qualcosa di speciale. Costituito da 40% di proteine, può produrre circa sette volte la quantità di proteine come semi di soia sulla stessa quantità di terra. La pianta rilascia anche ossigeno nell’aria. IWi sfrutta la potenza del sole per nutrire le sue alghe. I nuovi prodotti alimentari devono essere pensati per crescere in luoghi, in terreni fino a oggi giudicati difficili o impossibili da coltivare. Si deve poter disporre di nuovi prodotti alimentari nutrienti e di idee brillanti: nei laboratori di tutto il mondo si lavora a ogni genere di intuizione: dalle polveri a base di proteine vegetali, alla ricerca sugli insetti o sulle alghe, fino alle carni prodotte in laboratorio. Insomma in futuro saremo obbligati a considerare: le alghe e gli insetti come cibo alternativo. 

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Mangiare insetti invece?

Gli insetti sono ricchi di proteine di ottima qualità, con un alto contenuto di vitamine del gruppo B e minerali fondamentali come zinco e ferro, apportano pochi grassi e quei pochi sono per lo più i preziosi omega-3. Ma c’è di più: hanno un costo molto ridotto e la loro produzione rispetta l’ambiente. La Commissione europea ha investito 3 milioni di euro per cercare di inserirli nell’alimentazione occidentale e la Fao ha istituito una commissione di 75 esperti per studiare le potenzialità dell’introduzione nella dieta di molte specie di insetti. Sì, perché in altri paesi del mondo gli insetti si mangiano già. Si stima che facciano parte della dieta tradizionale di almeno 2 miliardi di persone e siano utilizzate come alimento più di 1900 specie. I più consumati sono i coleotteri, seguono i bruchi, le api, le vespe e le formiche, e poi cavallette, locuste e grilli.

Chi li ha provati assicura che il loro sapore ricorda la nocciola. Perché sarebbe tanto importante includerli nella dieta? Oltre all’aspetto nutrizionale, che li vede simili al pesce per contenuto in omega-3 e qualità delle proteine, mangiare insetti potrebbe portare a grandi benefici anche per l’ambiente, grazie alla loro alta efficienza di conversione alimentare. Per 1 kg di grilli infatti si utilizza solo 1,7 kg di mangime e c’è solo il 20% di scarti. Ciò significa che i grilli sono 2 volte più efficienti dei polli a convertire il mangime in carne, almeno 4 più efficienti dei maiali e 12 dei bovini. Rimane il problema della sicurezza microbiologica e dei rischi di trasmissione di infezioni per l’uomo, per il bestiame e la fauna selvatica. Insomma, in un futuro non troppo lontano potremo mangiare, oltre ai piatti tipici della tradizione gastronomica italiana, anche pietanze a base di meduse, alghe e insetti.

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Millennials: rinunciano allo shampoo una settimana, piuttosto che smettere di usare il telefono https://www.business.it/millennials-rinunciano-shampoo-settimana-piuttosto-smettere-usare-telefono/ Thu, 28 Jun 2018 09:39:40 +0000 https://www.business.it/?p=29010 Qualcuno ti ha fatto notare che passi la maggior parte del tuo tempo a chattare, navigare in internet, inviare e-mail, usare le applicazioni e giocare con il tuo smartphone? Sei un “maniaco del cellulare” che vive sempre abbracciato al telefono, spesso ti addormenti con lui e appena apri gli occhi la prima cosa che fai… Leggi tutto »Millennials: rinunciano allo shampoo una settimana, piuttosto che smettere di usare il telefono

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Qualcuno ti ha fatto notare che passi la maggior parte del tuo tempo a chattare, navigare in internet, inviare e-mail, usare le applicazioni e giocare con il tuo smartphone? Sei un “maniaco del cellulare” che vive sempre abbracciato al telefono, spesso ti addormenti con lui e appena apri gli occhi la prima cosa che fai è controllare eventuali messaggi o mail? Internet può diventare una malattia. La dipendenza dal cellulare è ormai conclamata. Con la diffusione degli smartphone si è anche diffusa una nuova dipendenza: la dipendenza da telefonino. In base alla quantità di tempo e fervore che dedichi a questi passatempi è possibile determinare se queste tue abitudini si stanno trasformando in un problema.

Un abuso del telefono cellulare può mettere a rischio la qualità delle tue relazioni personali e indurre una scarsa produttività nella tua vita di tutti i giorni. Eppure c’è chi adora il proprio smartphone tanto da essere disposti a rinunciare allo shampoo per una settimana, piuttosto che smettere di usare il proprio telefono. Un sondaggio condotto da un servizio telefonico basato su app Visible ha chiesto a 1.180 millennial una serie di “Preferiresti?” domande, per scoprire cosa sarebbero disposti a rinunciare per i loro smartphone. Lo ha rilevato uno studio, secondo cui i giovani non possono fare a meno delle app di messaggistica e trattano i dispositivi come estensioni del proprio corpo.

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Cosa saresti disposto a rinunciare per mantenere i privilegi dello smartphone per una settimana?

La maggior parte dei Millennials (i nati tra il 1981 e il 1995) e della Generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010) comunica più spesso digitalmente che di persona. I dati raccolti mostrano che il cellulare sta diventando una vostra e propria estensione delle persone, e che le piattaforme e le app che offre, la vita digitale, occupano più spazio nella vita dei giovani rispetto alle interazioni offline. I ragazzi amano il proprio smartphone. Tra gli intervistati, il 41% ha affermato che preferirebbe rinunciare allo shampoo per una settimana piuttosto che rinunciare al telefono per una settimana, in modo efficace il loro bisogno di rimanere in contatto con l’igiene personale. Allo stesso modo, altri risultati hanno mostrato che alcuni consumatori sono disposti a dare la priorità ai loro smartphone rispetto all’intrattenimento, agli oggetti personali e alla caffeina. I telefonini di nuova generazione possono essere strumenti di produttività straordinari, ma, se utilizzati in modo sbagliato, possono condurre addirittura a dipendenze patologiche.

Siete tra quelli che non si separano mai (ma proprio mai) dal cellulare? Di notte lo tenete sul comodino e appena aprite gli occhietti lo controllate in maniera ossessiva? Il telefonino è ormai una propaggine della vostra mano? Controllate di continuo mail, whatsapp, chiamate, etc? Bene se avete risposto sì a tutte le domande è molto probabile che anche voi siate affetti da nomofobia. È la paura incontrollata di rimanere sconnessi. Uno dei problemi da non sottovalutare è quello della dipendenza da internet o del timore di rimanere senza connessione meglio conosciuto come nomofobia.  La fobia di non avere accesso alle rete di telefonia mobile è una patologia recente dovuta all’utilizzo improprio del web e dei telefonini, soprattutto da parte delle giovani generazioni. Ad essa si affiancano altre due problematiche recenti come il cyberbullismo e la web addiction.

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E la generazione Z?

Intorno al 2010, i ragazzini hanno iniziato a passare il loro tempo in modo molto diverso dalle generazioni precedenti. Dopodiché, dal 2012 sono improvvisamente comparsi dei cambiamenti nel loro benessere mentale. Tutti questi ragazzini o giovani adulti hanno una cosa in comune: la loro infanzia e adolescenza sono state corrispondenti alla comparsa dello smartphone. Qualcuno li chiama Generazione Z quelli nati tra il 1995 e il 2010. Questa è la prima generazione a passare la propria adolescenza su uno smartphone. Ogni aspetto della loro vita è stato influenzato dall’essere cresciuti con uno smartphone, su internet, messaggiando con gli amici o sui social, per una media di sei ore al giorno, così da avere poco tempo libero per qualsiasi altra cosa.

Come, ad esempio, andare in giro con gli amici, un tempo attività tra le preferite dai ragazzi. Che si tratti di andare a una festa, o in un centro commerciale, guardare un film, o girare senza meta. La maggior parte dei ragazzi partecipano alle attività sociali in misura molto minore dei loro predecessori Millennial. Dal 2012, la depressione, l’ansia e la solitudine sono schizzate verso l’alto, mentre la felicità diminuiva. Il tasso di suicidi è aumentato di oltre il 50%, così come il numero di adolescenti con depressione a livelli patologici. Risulta che i giovani che passano più tempo sugli schermi sono meno felici e più depressi, e quelli che passano il loro tempo con gli amici sono più felici e meno depressi.

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Il telefono come una necessità

Viste le capacità degli smartphone di oggi, non sorprende enormemente il fatto che i consumatori siano disposti a dare loro la priorità rispetto a dieci anni fa. Ma questi risultati, in particolare quelli sulle abitudini che ci vengono insegnate sono fondamentali sin dalla tenera età , sono uno sguardo interessante su come una generazione che ha vissuto con gli smartphone per tutti o la maggior parte della loro vita adulta vede i propri dispositivi mobili come necessità nel lusso .

Per essere chiari, un uso moderato dello smartphone e dei social media, fino a un’ora al giorno, non causa problemi di salute mentale. Tuttavia molti ragazzi (e adulti) passano molto più tempo sul loro telefono di quanto dovrebbero. La prossima volta che ti ritrovi a giocarellare con il tuo smartphone, prova a ricordarti di essere “presente”, osserva ciò che ti circonda e le persone con cui sei assieme, insomma, ricordati di essere qui ed ora. La tua mente lo apprezzerà, ma anche chi ti sta attorno. Va bene che stare al telefono ci piace, ci diverte, ci rilassa. Però ogni tanto mettiamolo un po’ giù il cellulare e proviamo a vivere. Da quel che si dice non è poi tanto male…

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Lavorare da casa: perché è importante vestirsi bene https://www.business.it/lavorare-casa-perche-importante-vestirsi-bene/ Thu, 28 Jun 2018 08:18:42 +0000 https://www.business.it/?p=29002 In questo periodo e con questo caldo, per chi lavora da casa, la sfida del look è davvero alta. I bambini sono a casa, la voglia di vacanza è tanta, la necessità di scoprirsi fisiologica. E’ così, ammettiamolo, la tentazione di stare al computer in mutande o di trascinarsi al parchetto con i bimbi in ciabatte è… Leggi tutto »Lavorare da casa: perché è importante vestirsi bene

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In questo periodo e con questo caldo, per chi lavora da casa, la sfida del look è davvero alta. I bambini sono a casa, la voglia di vacanza è tanta, la necessità di scoprirsi fisiologica. E’ così, ammettiamolo, la tentazione di stare al computer in mutande o di trascinarsi al parchetto con i bimbi in ciabatte è tantissima. Così capita che, quando arriva quella skype call imprevista, ci si affanni a indossare la prima maglia che abbiamo sotto tiro, che tanto si vede solo quella, nel monitor. Dimenticando che, durante la chiamata, noi sapremo di essere in mutande o con i pantaloncini corti slabbrati, magari mentre parliamo di conti e pagamenti: lo sapremo e ci sentiremo inconsciamente meno credibili e le nostre parole saranno gioco forza meno efficaci.

La coerenza della propria immagine con il messaggio che si intende proporre al mondo e il racconto che si vuole fare di noi (sul lavoro e fuori) è fondamentale da mantenere sempre, anche quando è più sfidante. Ricordiamo: non si sa mai chi si potrebbe incontrare al parchetto o mentre ti trascini fuori di casa per andare a fare la spesa. Comoda nei movimenti non significa sciatta. Accurata non significa impettita e poco adatta alla vita quotidiana. Lavorare da casa ha senza dubbio tanti aspetti positivi, dalla flessibilità alla libertà di gestire ed organizzare il proprio tempo all’opportunità di conciliare il lavoro con la famiglia ed i propri impegni ed esigenze personali. Quando si dice che si lavora da casa però la prima cosa che viene in mente alla maggior parte delle persone non sono tutti i vantaggi e le opportunità che questo comporta.

Anzi Le persone tendono a immaginare che chi svolge la propria attività da casa, invece di recarsi ogni mattina in ufficio, viene considerato come un individuo che se ne sta tutto il giorno davanti al computer in pigiama e ciabatte, tutto spettinato e sempre con la faccia di chi si è appena svegliato, anche se sono le otto di sera. Ma è davvero così? Anche se il proprio ufficio è in casa non significa che l’abbigliamento ed il resto del proprio aspetto non vadano curati. In ogni caso, lavorare da casa è sempre un’esperienza incredibile. Ciò non significa che sia facile e divertente come tutti pensano. Richiede molta disciplina.

Costanti distrazioni, faccende domestiche ed il semplice coinvolgimento nelle necessità quotidiane, possono costituire un ostacolo a concentrazione e produttività. Ognuno vive a modo proprio l’esperienza di lavorare da casa. Per questo, ciò che funziona per voi potrebbe non funzionare per altri. Ma avere un rituale mattutino può aiutare ad aumentare la propria produttività quotidiana. Si può essere tentati di trascorrere la giornata ciondolando in pigiama, bevendo caffè, mangiando snacks e merendine che ci fanno male… Ma tutto questo non è salutare, né per il corpo, né per la mente. Scopriamo perché.

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Perché vestirsi “bene” anche se si lavora o si studia a casa. 

Anzitutto per se stessi. Per valorizzarsi. Per avere una maggiore percezione di sé. Il modo in cui ci vestiamo è influenzato dalla nostra psiche e dal nostro stato d’animo ed allo stesso tempo influisce su di esso. Insomma, siamo quelli fortunati, no? Noi che non dobbiamo stare in ufficio a una determinata ora. Che non abbiamo a che fare con il pubblico e che quindi non dobbiamo essere presentabili per nessuno. Viviamo una vita in pigiama e possiamo lavorare e studiare in qualunque stato di devastazione estetica.

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E invece no! La cura e l’amore per se stesse sono anche questo: no alla sciatteria, si allo chic anche in casa. Anche se si vive da soli! Lo stare in casa è il nuovo uscire! Eppure, per chi si organizza, il lavoro da casa risulta perfino più produttivo rispetto all’ufficio. Meno disturbi, meno problemi, più silenzio. Ma la cosa fondamentale è prendetevi del tempo per voi, svegliandovi presto e vestendovi come si deve. Vestitevi come se doveste andare ad una riunione, o in ufficio.

È un modo per affrontare la giornata con uno spirito davvero diverso. I vestiti sono simbolici e hanno grande effetto sul modo in cui ci sentiamo. Le persone hanno la tendenza a circondarsi di oggetti che rinforzano la loro percezione di sé. I vestiti sicuramente non fanno eccezione a questa regola. Più tempo dedichiamo all’apparenza, più siamo motivati a interagire con gli altri.

Ciò è particolarmente utile quando l’interagire con più persone ci rende più produttivi. Pensiamo a quando ci si trova ad un evento di networking, o ad una festa. Cambiarsi i vestiti al termine della giornata di lavoro aiuta a staccare quando si è a casa. Contribuisce a separare i due ambiti, tanto più che un crescente numero di aziende adotta un dress code. Naturalmente, se vi sentite più efficienti a lavorare in pigiama, fatelo pure.

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Perché rimanere in pigiama non è la scelta migliore

Lavorare da casa è una realtà sempre più consolidata e comune non solo per l’aumento di chi decide di essere un free lance. Sono sempre di più le aziende che optano per lo smartworking concedendo ai dipendenti di portare a termine i loro compiti dall’abitazione. Avere la possibilità di gestire il proprio tempo è sicuramente un vantaggio che consente di bilanciare vita professionale e privata, ma non è così semplice per tutti. Molti, infatti, fanno fatica ad autogestirsi senza il rigore e gli orari di un ufficio. Ecco perché è necessario vestirsi e truccarsi come se dovessimo andare in ufficio.

Lavorare da casa non significa potersi lasciare andare al degrado più totale solo perché non avrete i colleghi attorno. In questa situazione è la mente la vostra più grande alleata e al tempo stesso nemica. Rimanere in pigiama trascinandovi dal letto al divano per iniziare subito a lavorare non è la scelta migliore. Al contrario, il modo migliore per iniziare una giornata è partire con il giusto mood e questo significa vestirsi, fare colazione e magari una passeggiata (per portare a passeggio il cane, comprare il giornale, o bere un caffè al bar sotto casa). Poi sarete pronti e più carichi per affrontare la giornata con la giusta motivazione.

Se è vero che al mattino ci vestiamo in base al nostro umore e quando non siamo troppo in forma tendiamo a scegliere abiti un po’ dimessi e di colori spenti è altrettanto vero che se facciamo una piccola forzatura e decidiamo di vestirci in modo più elegante e colorato l’atteggiamento con cui affrontiamo la giornata è diverso. Il fatto di alzarsi ogni mattina e prepararsi come se si dovesse uscire per andare in ufficio ci aiuta anche a dare un ritmo alla nostra giornata. Rappresenta una sorta di rituale, è un modo per scandire le azioni che compiamo quotidianamente e ci aiuta a predisporci ad affrontare la nostra attività lavorativa.

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Lavorare da casa è bello proprio perché non dobbiamo metterci in tiro?

Verrà da obiettare che tanto se stiamo a casa non ci vede nessuno, che tanto siamo sempre noi, che l’abito non fa il monaco… Non è necessariamente così. Anzitutto perché comunque il fatto di prenderci cura di noi stessi è qualcosa che dobbiamo fare per noi e non per gli altri. Avere un’immagine di sé stessi ordinati, ben vestiti e pettinati è sicuramente più piacevole che vedersi sciatti e dimessi ogni volta che si passa davanti ad uno specchio. E poi perché comunque la nostra psiche ne è influenzata.

La prima idea che ognuno di noi si fa delle persone che incontra è influenzata da come queste sono vestite dal momento che è la prima cosa che notiamo. Allora che opinione ci facciamo di noi se ci vediamo lì a lavorare da casa dietro la nostra scrivania disordinata, in pigiama, con i capelli spettinati e la schiena ricurva? Un simile atteggiamento si riflette anche sul nostro modo di lavorare, sui risultati che otteniamo e sulla qualità del nostro lavoro. Anche il tempo che impieghiamo a svolgerlo ne risente.

In generale un atteggiamento dimesso comporta una scarsa vitalità ed un basso rendimento qualsiasi cosa si faccia mentre una bella carica di vitalità rende ogni cosa più piacevole. Il modo in cui ci vestiamo influisce almeno in parte su questo. Meglio adottare tutti i piccoli accorgimenti che ci consentono di massimizzare efficacia ed efficienza e dunque la soddisfazione dei nostri clienti o del nostro datore di lavoro. Insomma vestirsi bene aiuta ad aumentare l’autostima e ci fa sentire bene con noi stessi.

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Imparare ad amare il proprio lavoro, strategie e consigli da seguire https://www.business.it/imparare-amare-lavoro-consigli/ Wed, 27 Jun 2018 06:45:22 +0000 https://www.business.it/?p=28940 Quante volte, quando la sveglia suona, il pensiero di alzarci dal letto per recarsi al lavoro diventa detestabile? Magari è un lavoro che facciamo volentieri, ma l’obbligo e la monotonia giornaliera, rapporti negativi con i colleghi e le pressioni del capo ci fanno desiderare di essere altrove, producendo meno e aspettando in gloria il weekend.… Leggi tutto »Imparare ad amare il proprio lavoro, strategie e consigli da seguire

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Quante volte, quando la sveglia suona, il pensiero di alzarci dal letto per recarsi al lavoro diventa detestabile?

Magari è un lavoro che facciamo volentieri, ma l’obbligo e la monotonia giornaliera, rapporti negativi con i colleghi e le pressioni del capo ci fanno desiderare di essere altrove, producendo meno e aspettando in gloria il weekend.

In realtà, andare a lavoro in maniera positiva garantisce molti più risultati a livello professionale, oltre a migliorare lo spirito, la mente e la visione della vita.

Esistono dei veri e propri atteggiamenti da adottare per cambiare completamente opinione in merito, basta seguire gli esercizi collaudati di una vera esperta del settore Leah Weiss.

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Al lavoro con il cuore

Nel suo ultimi libro, Al lavoro con il cuore, La Weiss affronta tutti gli aspetti problematici di una vera e propria negazione verso la professione, e consiglia quali sono le tecniche che possono farci riappropriare della gioia di lavorare.

L’autrice è considerata una Guru in materia, tant’è che i suoi corsi sulla leadership sono tra i più seguiti e apprezzati della Stanford Graduate School of Business.

Weiss punta molto sugli insegnamenti del Buddha, ma anche chi non sposa in pieno la filosofia buddista può trarre vantaggio dalle tecniche illustrate.

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Atteggiamenti da tenere, consigli da seguire

In primo luogo, è l’atteggiamento mattutino che fa la differenza: non bisogna guardare al giorno che viene come l’ennesimo di una lunga serie, piuttosto come un enorme tempo a disposizione per cogliere le opportunità che si presentano davanti a noi.

Le parola fondamentali, ripetute come un mantra, che la Weiss propone sono 3: compassione, accettazione, resilienza.

Insomma, cercare di capire gli altri e affrontare le questioni senza rabbia né rancore, impostare i rapporti sulla tranquillità e l’armonia: queste sono le chiavi affinché tutto ciò che si presenta può essere interpretato e affrontato nella giusta prospettiva.

Diventa poi essenziale nel percorso di cambiamento porsi obiettivi e cercare di raggiungerli, così da aumentare impegno e soddisfazione.

La capacità di assumere una prospettiva diversa dalla nostra è fondamentale per il problem solving (relativo a questioni tattiche ed etiche), le abilità sociali e l’empatia, e per superare preconcetti (consapevoli e non) verso chi non appartiene al nostro gruppo. Consiste nell’abilità di mettere in pausa la propria visione per (cercare di) vedere una situazione dal punto di vista altrui. Ciò può significare prendere in considerazione ciò che un’altra persona pensa e prova e, a un livello più profondo, perché pensa e prova determinate cose”.

La Weiss punta quindi sulle nuove skills, chiamate “soft”, e partendo da un atteggiamento  meditativo e responsabile nei confronti di noi stessi prima, e poi del nostro lavoro e di chi ci circonda.

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Intelligenza Artificiale: tutto pronto per invadere il settore della sanità https://www.business.it/intelligenza-artificale-settore-sanitario/ Sat, 23 Jun 2018 08:00:10 +0000 http://www.business.it/?p=14261 L’intelligenza artificiale non sarà solo in grado di far parte delle nostre vite quotidiane nell’intimo della vita familiare, bensì investirà nei settori pubblici come quello della sanità. Entro pochi anni sarà infatti in grado di sviluppare algoritmi con la cosiddetta chirurgia assistita. Da dove partire? In primo luogo da servizi centrali come quelli verso l’assistenza al… Leggi tutto »Intelligenza Artificiale: tutto pronto per invadere il settore della sanità

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L’intelligenza artificiale non sarà solo in grado di far parte delle nostre vite quotidiane nell’intimo della vita familiare, bensì investirà nei settori pubblici come quello della sanità. Entro pochi anni sarà infatti in grado di sviluppare algoritmi con la cosiddetta chirurgia assistita.

Da dove partire? In primo luogo da servizi centrali come quelli verso l’assistenza al paziente, dal miglioramento delle cure grazie ad un monitoraggio ininterrotto, passando per la riduzione dei dosaggi e delle diagnosi, che diventeranno sempre più precoci e a basso costo, scongiurando sprechi, arrivando fino al monitoraggio dei flussi di lavoro.

Le cifre dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità girano intorno ai 40 miliardi di dollari solo per la robotica che assiste la chirurgia, con un valore stimato da qui ai prossimi 10 anni.

Le sperimentazioni nel mondo

Il mondo della sanità continua a sperimentare ed investire nell’intelligenza artificiale: costi minori ed efficienza garantita sono in grado di sbaragliare tutto ciò che è tradizionale.

Perfino il rapporto tra medico e paziente cambia con l’arrivo delle infermiere virtuali. L’azienda americana Sensely ha sperimentato Molly, un’assistente personale specializzata nella terapia di pazienti che soffrono di malattie croniche.

L’azienda americana non è l’unica che investe nel settore delle A.I.: la startup Butterly Network ha creato un sistema di ultrasuoni capace di connettersi con lo smartphone e mostrare l’imaging di numerosi esami medici.

La Winterlight Labs canadese sta invece investendo nella ricerca di un sistema che sia in grado di diagnosticare preventivamente malattie come l’alzheimer, dando quindi la possibilità di intervenire anni prima della manifestazione dei sintomi. In Israele, la Mazor Robotics utilizza immagini 3D nella chirurgia spinale, mostrando al medico chirurgo la situazione del paziente nei minimi dettagli anche prima dell’incontro di persona. Ha già sperimentato con successo il Robot Renaissance, presente anche in Italia, al Cto di Torino.

Tutte queste sperimentazioni non sono solo importanti perché aiutano la scienza, i pazienti e l’intera comunità, portando il genere umano verso un progresso tecnologico all’avanguardia. L’A.I. è fondamentale anche perché abbatte drasticamente i costi di assistenza e migliora il completamento delle terapie.

Le sperimentazione made in Italy

L’Italia non resta certo a guardare. La ricerca e la sperimentazione fanno parte anche delle nostre università, come quella di Bari, che grazie al progetto di Marianna La Rocca, cerca di anticipare di 10 anni la diagnosi di alzheimer per intervenire precocemente e migliorare la qualità di vita del paziente affetto dalla malattia neurodegenerativa. Anche a Siena, nel cuore della Toscana, la Life Sciences di Pharma Integration sperimenta l’applicazione di robot industriali nella produzione dei farmaci. Risultato? Abbassamento dei costi  e maggiore flessibilità. Un trionfo anche per il Made in Italy.

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McDonalds bandisce le cannucce di plastica, al via la sfida ecosostenibile https://www.business.it/mcdonalds-bandisce-le-cannucce-di-plastica-al-via-la-sfida-ecosostenibile/ Tue, 19 Jun 2018 09:37:10 +0000 https://www.business.it/?p=28750 Il mondo di McDonald’s continua a sorprendere. Le novità che riguardano il colosso di fast food americano sono a dir poco spiazzanti e riguardano l’ultima dichiarazione ufficiale sulla plastica utilizzata per le cannucce. McDonald’s non è certo considerato un franchising virtuoso: i clienti più affezionati sono famiglie a basso reddito, che dispongono di budget limitati,… Leggi tutto »McDonalds bandisce le cannucce di plastica, al via la sfida ecosostenibile

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Il mondo di McDonald’s continua a sorprendere. Le novità che riguardano il colosso di fast food americano sono a dir poco spiazzanti e riguardano l’ultima dichiarazione ufficiale sulla plastica utilizzata per le cannucce.

McDonald’s non è certo considerato un franchising virtuoso: i clienti più affezionati sono famiglie a basso reddito, che dispongono di budget limitati, oppure persone che viaggiano molto e per i quali la catena di fast food rappresenta una pausa veloce e conveniente.

Sicuramente tra in consumatori non ci sono i vegani, né gli attivisti amanti degli animali, per i quali il McDonalds è il simbolo di tutto ciò che dovrebbe essere eliminato.

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Il primo esperimento nel Regno Unito

La catena di ristoranti ha fatto una dichiarazione per ingraziarsi anche coloro che non sono suoi sostenitori: ha infatti annunciato che avrebbe sostituito la plastica nel Regno Unito con la carta e che avrebbe iniziato a testare anche alternative di cannuccia di plastica negli Stati Uniti.

Una notizia sconcertante per molti, ma sicuramente a favore dell’ambiente e del benessere dell’umanità.

Purtroppo i dati e le statistiche che monitorano la situazione del nostro ecosistema riportano un quadro a dir poco agghiacciante. Gli oceani coprono più del 70% della Terra, eppure gli umani vi hanno scaricato così tanta plastica che animali come, ad esempio i globicefali, stanno morendo poiché la ingeriscono insieme al plancton. Entro il 2050, secondo una previsione della MacArthur Foundation, nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesce, a meno che qualcosa nel frattempo non cambi drasticamente e si riesca a trovare una soluzione adeguata.

Ma non si tratta solo degli oceani. Un altro studio recente ha mostrato che l’83 percento dell’acqua del rubinetto del mondo contiene microfibre di plastica, mentre l’acqua venduta in bottiglie ne conterebbe ancora di più.

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mcdonald's rivoluziona il menù pronti gli hamburger freschi

Le dichiarazioni ufficiali

Le cannucce di plastica possono sembrare una piccola parte del problema, ma il fatto che ce ne siano così tante, pensiamo al solo McDonald che ne distribuisce milioni e milioni ogni giorno, crea un danno ambientale di dimensioni enormi.

“McDonald’s si impegna a utilizzare i nostri bilanci per il bene  comune, ed a lavorare per trovare soluzioni sostenibili riguardo le cannucce di plastica a livello globale”. Questa è la dichiarazione ufficiale che Francesca DeBiase, vicepresidente esecutivo dell’azienda per la catena di approvvigionamento globale e sostenibilità, ha detto una settimana fa. “Speriamo che questo lavoro possa supportare i cambiamenti nel settore“.

Che sia o no a causa di McDonald’s, l’industria alimentare e il contesto che gira intorno ad essa sta decisamente cambiando. SeaWorld, ad esempio, dice che ha già eliminato cannucce di plastica e sacchetti di plastica in tutti i 12 parchi a suo nome. A & W ha invece affermato che offrirà solo pagliette di carta in tutto il Canada, e lo farà entro la fine dell’anno.

Ciò che sta guidando la rivoluzione del settore è l’opinione pubblica, sostenuta da una regolamentazione legislativa, come la proposta di legge in California che renderebbe illegali le cannucce di plastica. Il sentimento anti-plastica (a favore invece dell’uso della paglia) è particolarmente forte nel Regno Unito, dove anche la BBC ha mandato in onda il documentario Blue Planet II, che mostrava uccelli che viaggiavano per migliaia di chilometri in cerca di cibo per i loro piccoli, finendo a dar loro da mangiare la plastica, vista la vasta quantità e la scarsità div ero nutrimento.

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Un primo passo nella giusta direzione

McDonald’s, forse a causa delle migliaia di catene distribuite nel mondo, sta impiegando il suo tempo per implementare questi cambiamenti nella maniera più opportuna.
Le cannucce di plastica saranno completamente eliminate da McDonald’s nel Regno Unito entro il 2020. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il marchio non ha dichiarato che tipo di alternative di sta testando e quando inizieranno i primi test. Ma, presumibilmente, a meno che le cannucce di plastica non vengano messe al bando, la maggior parte delle persone sopratutto negli Stati Uniti continueranno a bere i loro shaker senza un’alternativa ecosistema.

Eppure, diamo merito al merito: per McDonald’s, rimuovere tutte le cannucce di plastica dai suoi 1361 ristoranti in Gran Bretagna rappresenta un grande passo nella giusta direzione. Magari anche altre catene seguiranno l’esempio e il nostro mondo sarà finalmente una posto migliore per crescere le future generazioni.

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Garden sharing, cos’è e come funziona https://www.business.it/garden-sharing-cose-e-come-funziona/ Tue, 12 Jun 2018 13:00:02 +0000 https://www.business.it/?p=28386 Avete mai sentito parlare di Garden sharing? Si tratta di modo semplice ed innovativo per campeggiare su spazi privati. Esistono i cosiddetti Gardensharer che mettono a disposizione i loro luoghi privati per chiunque desideri campeggiare. Basta scegliere una qualsiasi località, sia in città che in montagna o al mare, prenotare e selezionare se si desidera… Leggi tutto »Garden sharing, cos’è e come funziona

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Avete mai sentito parlare di Garden sharing? Si tratta di modo semplice ed innovativo per campeggiare su spazi privati. Esistono i cosiddetti Gardensharer che mettono a disposizione i loro luoghi privati per chiunque desideri campeggiare. Basta scegliere una qualsiasi località, sia in città che in montagna o al mare, prenotare e selezionare se si desidera campeggiare con una tenda, con un camper o una roulotte.

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Un portale innovativo

Grazie al portale è possibile così effettuare una prenotazione su una sistemazione già pronta, come ad esempio una casa in legno, una tenda già montata, una roulotte parcheggiata in giardino o una casa sull’albero. Inoltre c’è la possibilità di incontrare la gente del posto, infatti il Gardensharer che mette a disposizione lo spazio potrà dare il benvenuto ai nuovi arrivati e saprà dare informazioni, idee e consigli utili per il soggiorno da effettuare.

Prenotare uno spazio in luoghi non serviti da attività ricettive turistiche o dove hotel e campeggi scarseggiano, e dove non c’è campeggio, non sarà più un problema: Garden Sharing ha pensato proprio a questo!

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Un servizio semplice

I luoghi che tutti desideriamo visitare vanno a seconda dei gusti e del tipo di vacanza: mare, montagna, centro città. È possibile utilizzate dei filtri per vedere dove montare la tenda, oppure campeggiare in luoghi suggestivi come ad esempio soggiornare a due passi dal Colosseo!

Ovviamente il servizio è meno dispendioso di un albergo o di una classica permanenza in appartamento: si paga infatti di meno rispetto ad un hotel, poiché le tariffe dei Gardensharer registrati ufficialmente sulla piattaforma sono molto convenienti e fanno risparmiare in modo tale da poter sostenere ulteriori viaggi in futuro!

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La garanzia di pagamento e rimborso

C’è poi una doppia sicurezza, che si traduce in un doppio vantaggio: si può pagare attraverso il sistema, in maniera facile e veloce, e il pagamento è garantito con una adeguata policy di rimborso, sia in campeggi sia in piazzole sicure.

É arrivato quindi il momenti di appagare lo spirito di intraprendenza e la curiosità per nuovi luoghi conoscendo nuove persone, campeggiando in modo semplice e sicuro e condividendo con i Gardensharer costumi e tradizioni locali.

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Da appassionata di campeggio e viaggi non potevo chiedere di meglio. Risparmio e conosco gente del posto! Bravi ragazzi, facciamo scoprire a più persone che c’è altro oltre a casa e hotel”, afferma sulla piattaforma chi ha provato il servizio. Non resta che prenotare!

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Tecnologia digitale: come l’intelligenza artificiale si stia infiltrando nel settore sanitario https://www.business.it/tecnologia-digitale-lintelligenza-artificiale-infiltrando-settore-sanitario/ Tue, 12 Jun 2018 10:42:19 +0000 https://www.business.it/?p=28381 L’AI sarà cruciale per lo sviluppo della medicina di precisione ma anche nella diagnostica per immagini. Nel settore finanziario le tecnologie 4.0 aiutano a ridurre i costi, aumentare le entrate, e migliorare l’offerta di prodotti e le esperienze dei clienti. Il futuro dell’intelligenza artificiale – numeri alla mano – sembra essere davvero promettente. Il giro d’affari mondiale… Leggi tutto »Tecnologia digitale: come l’intelligenza artificiale si stia infiltrando nel settore sanitario

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L’AI sarà cruciale per lo sviluppo della medicina di precisione ma anche nella diagnostica per immagini. Nel settore finanziario le tecnologie 4.0 aiutano a ridurre i costi, aumentare le entrate, e migliorare l’offerta di prodotti e le esperienze dei clienti. Il futuro dell’intelligenza artificiale – numeri alla mano – sembra essere davvero promettente. Il giro d’affari mondiale per i sistemi di AI e cognitive computer dovrebbe, infatti, raggiungere – secondo le stime della società di ricerca IDC – 19,1 miliardi di dollari nel 2018, con un aumento del 54,2% rispetto a quanto speso nel 2017. Entro il 2021, invece, dovrebbe arrivare alla cifra record di 52,2 miliardi di dollari con un tasso di crescita annuale composto.

La sanità sarà sempre più permeata da assistenti e medici-robotl’intelligenza artificiale applicata all’healthcare è infatti un mercato in pieno sviluppo che produrrà un giro d’affari di 6,6 miliardi di dollari nel 2021. I consumatori, si aspettano di usare le tecnologie digitali nella sanità perché lo fanno già in altri settori e sanno che l’AI nell’healthcare aiuta a controllare in prima persona tempi e modi dell’erogazione dell’assistenza rendendo il paziente protagonista della propria cura.

Si parla tanto di Intelligenza artificiale applicata all’ambito medico, ma di iniziative concrete della sua applicazione in contesti preventivi, diagnostici e curativi ce ne sono poche. In questo contesto, chi sembra avere le idee chiare sulle sue potenzialità sono i big dell’informatica. L’intelligenza artificiale sta dando un prezioso contributo alla medicina e ha il potenziale per aiutare i medici a migliorare le diagnosi, a prevedere la diffusione delle malattie e a personalizzare le terapie. 

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L’intelligenza artificiale nella sanità

Chiariamo quindi sin da subito che con intelligenza artificiale si intendono quei sistemi informatici in grado di eseguire compiti senza ricevere istruzioni direttamente dagli esseri umani. Questi sistemi elaborano una grande quantità di dati sulla base di precisi algoritmi e capacità decisionali, per fornire una soluzione o una risposta a una richiesta. Sempre più di frequente tali sistemi sono anche in grado di apprendere determinate capacità o affinare le risposte in funzione dell’esito delle risposte stesse: questa tecnica è chiamata machine learning. Data la sua natura, l’intelligenza artificiale bene si presta a risolvere molte problematiche nei settori più disparati. Questo vale anche per l’ambito sanitario. Quelle che seguono sono alcune delle aree della sanità in cui l’IA potrebbe dare (o sta già dando) un importante aiuto.

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Sebbene l’IA stia generando un brusio significativo nel settore sanitario, deve ancora infiltrarsi nel setting clinico in modo adeguato. Nel 2017, la stragrande maggioranza delle cure sanitarie erogate negli Stati Uniti ha avuto poco o nessun coinvolgimento dell’IA. Tuttavia, l’85% dei dirigenti sanitari statunitensi ritiene che l’IA avrà un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria entro i prossimi tre anni, secondo un rapporto. E come Google intenda utilizzare l’intelligenza artificiale per reinventare il settore sanitario che solamente negli Stati Uniti vale 3mila miliardi di dollari è oggetto di analisi quotidiana. Google sta scommettendo sul fatto che il futuro della sanità sarà fatto di dati strutturati e da intelligenza artificiale. L’azienda applica l’intelligenza artificiale al rilevamento di malattie, a una nuova infrastruttura di dati e anche alle assicurazioni.

Ora si sta concentrando sulla salute, puntando sul fatto che con l’intelligenza artificiale è in grado di creare un nuovo paradigma per la rilevazione, la diagnosi e il trattamento delle malattie. Ad esempio, Google, Stanford, l’Università di Chicago e l’Università della California hanno condotto uno studio che ha valutato i modi in cui l’AI potrebbe essere utilizzato per prevedere i tassi di mortalità. L’intelligenza artificiale può potenziare quindi le offerte dei sistemi sanitari.

Costruire la fiducia dei consumatori e dei medici nell’IA sarà di primaria importanza in quanto i sistemi sanitari e gli assicuratori implementano la tecnologia. I medici quindi, vogliono dimostrare che la tecnologia è affidabile per quanto riguarda la responsabilità e che garantisce risultati positivi per il paziente. Man mano che vengono alla luce più studi pilota sull’IA in contesti clinici e mostrano come la tecnologia può aiutare i medici e gli ospedali, ad esempio attraverso il supporto decisionale clinico, i clinici diventeranno più a loro agio affidandosi alla tecnologia in ambito clinico.

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Philips partner con Dana-Farber, Medicina Personalizzata al trattamento del cancro

Il gigante tecnologico Salute Philips sta  usando l’istituto di ricerca sul cancro Dana-Farber percorsi clinici per lo sviluppo di una piattaforma cloud-based medicine precisione che aiuta gli oncologi ad identificare più rapidamente i trattamenti del cancro appropriate, secondo a Healthcare It News. La piattaforma di medicina di precisione basata su cloud di Philips, “IntelliSpace Oncology”, aiuterà gli oncologi a mappare i pazienti oncologici alle opzioni di trattamento appropriate sulla base dei dati relativi a radiologia, patologia, genomica e cartelle cliniche elettroniche (EHR). 

La medicina di precisione – che utilizza le variazioni dei geni, dell’ambiente e dello stile di vita dei consumatori per guidare il trattamento delle malattie – consente ai sistemi sanitari di elaborare grandi quantità di dati per personalizzare trattamenti personalizzati che offrono esperienze migliori e risultati migliori. Ciò aiuta a ridurre al minimo il numero di riammissioni ospedaliere e test non necessari, riducendo così il costo complessivo dell’assistenza sanitaria.

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I forti sviluppi dell’intelligenza artificiale

In tal senso l’intelligenza artificiale gioca un ruolo prezioso nel compiere grandi passi in avanti verso la medicina di precisione. Inoltre, i sistemi IA combinati con la digitalizzazione sanitaria stanno anche aiutando ad accelerare la telemedicina e a trasformare il modo in cui vengono trattate le malattie croniche, che rappresentano una larga fetta dei budget sanitari. Infine, la robotica apre a nuove opportunità per la chirurgia e migliora le performance ospedaliere.

Dunque, le potenzialità dell’intelligenza artificiale in campo sanitario sono numerosissime e vanno dalla consulenza medica a distanza alla genetica e alla genomica, dall’uso di tecnologie in grado di supportare sia i medici, sia i pazienti alla chirurgia robotica. E fanno ben sperare in grandi cambiamenti nella gestione del sistema sanitario e nel miglioramento dei principali assi relazionali: medico-paziente, paziente-sistema sanitario, e medico-sistema sanitario.

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Lifestyle: il posto migliore per andare in pensione https://www.business.it/lifestyle-posto-migliore-andare-pensione/ Mon, 28 May 2018 11:37:59 +0000 https://www.business.it/?p=25890 Un fenomeno in costante crescita è quello che vede molti pensionati “migrare” all’estero, armati di coraggio ma anche spesso consapevoli di trovare situazioni di vita nettamente migliori rispetto a quelle dei loro paesi di origine, sia dal punto di vista economico e fiscale che dal punto di vista del benessere e delle opportunità. Ma cosa può spingere un pensionato che ha vissuto… Leggi tutto »Lifestyle: il posto migliore per andare in pensione

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Un fenomeno in costante crescita è quello che vede molti pensionati “migrare” all’estero, armati di coraggio ma anche spesso consapevoli di trovare situazioni di vita nettamente migliori rispetto a quelle dei loro paesi di origine, sia dal punto di vista economico e fiscale che dal punto di vista del benessere e delle opportunità.

Ma cosa può spingere un pensionato che ha vissuto per oltre 60 anni in Italia a lasciare tutto per andare a vivere all’estero, spesso con la consapevolezza di dover lasciare i propri affetti e con l’onere di dover imparare una nuova lingua? Sono molte le cose da valutare, ad iniziare dal fatto che non è la meta di una vacanza che dura pochi giorni, ma una destinazione che deve garantirci una qualità della vita migliore di quella che lasciamo, o almeno deve regalarci opportunità nuove e positive. Una regola su tutte: deve piacerci!

Perché fare questa scelta

Dove trasferirsi per vivere meglio da pensionati? Quali sono i luoghi più adatti per trascorrere in serenità e benessere la vita una volta finito il lavoro? Molti pensionati italiani hanno seri problemi ad arrivare a fine mese, ma molti altri riescono a tenere un tenore di vita più che decoroso. In entrambi i casi sono tantissimi coloro che vorrebbero abbandonare l’Italia  e trasferirsi all’estero, magari in un Paese dal clima temperato tutto l’anno, oppure in uno Stato in cui con la propria pensione si possa fare una vita molto più agiata che in Italia.

Trasferirsi all’estero dopo essersi ritirati dal lavoro, trasferendosi in quei paesi dove si può vivere meglio con la propria pensione. In alcuni stati infatti i pensionati italiani possono beneficiare di un regime fiscale agevolato sulle pensioni, percependo un assegno più alto rispetto a quello che avrebbero ricevuto se avessero mantenuto la residenza in Italia. Il loro obiettivo principale è quello di trovare destinazioni dove il patrimonio del pensionato fornisce il miglior ritorno in termini di immobili, costo della vita e qualità della vita stessa.

Il motivo principale di questa scelta? Il costo della vita. E poi, le agevolazioni fiscali per coloro che stabiliscono la residenza nel territorio dello Stato, il clima o l’accoglienza della gente del posto.  Ci sono un sacco di liste che proclamano “I migliori posti dove andare in pensione”. Ma trovare il posto che ti si addice in definitiva dipende da ciò che conta di più. Ti piace il caldo? Vuoi vivere tra altri pensionati? Stai cercando un buon ospedale o molte opzioni culturali?

 

I migliori posti dove andare in pensione

Se la vostra idea è quella di cambiare completamente vita tralasciando il fatto di trasferirvi in uno Stato facilmente raggiungibile dall’Italia potete a quel punto rivolgere la vostra attenzione ai tanti Paesi del mondo considerati veri e propri paradisi per pensionati. Avete ovviamente l’imbarazzo della scelta. Le mete più ambite rimangono comunque Panama, Ecuador e Thailandia.

  • Panama è un luogo molto ambito per due motivi: il clima e il costo della vita bassissimo. Il clima è tropicale, caldo tutto l’anno con un periodo in cui ci sono più piogge che va da maggio a dicembre. Il costo della vita è decisamente basso. Gli esempi sono innumerevoli. Nei centri commerciali i prezzi sono molto bassi sia per i beni di consumo sia per gli altri beni e servizi. Un set di lenzuola per esempio può arrivare a 5 euro, la frutta costa pochi centesimi, andare al cinema non più di due euro e l’iscrizione alla palestra un massimo di 10 euro al mese. Per i pensionati c’è il programma Pensionado che prevede ulteriori sconti e sgravi fiscali soprattutto in materia di sanità (che nel Paese è esclusivamente privata), sulle utenze e su moltissimi altri servizi. Per averne diritto bisogna dimostrare di avere una pensione mensile superiore ai mille dollari.

 

  • L’Ecuador è da diversi anni in cima alle classifiche dei Paesi preferiti da chi vuole ritirarsi in pensione in tutta tranquillità, in un luogo dal clima fantastico e dal costo della vita basso. Le città più gettonate tra i pensionati di tutto il mondo sono Guayaquil, Cuenca e Quito. Ottenere il visto per pensionati non è molto complicato, costa 320 dollari ed ha una validità a tempo indeterminato. Per avere un’idea del costo della vita in Ecuador tenete presente che per esempio affittare una casa di lusso non vi costerà più di 400 euro al mese mentre potrete cenare in ristoranti di alto livello pagando non più di 20 euro a testa.

 

  • Dapprima paradiso solo per turisti, la Thailandia sta diventando adesso una delle mete più ambite da chi è in pensione. Il visto da richiedere in questo caso è il “Non Immigrant O-A” che inizialmente consente di rimanere nel Paese per 12 mesi facilmente poi prolungabili a tempo indeterminato. Per ottenerlo bisogna avere almeno 50 anni e almeno 20mila euro sul conto in banca. Inoltre bisogna avere la fedina penale completamente pulita e non avere alcuna malattia infettiva. Il costo della vita è decisamente basso e consente di condurre una vita agiata anche con circa mille euro al mese. Secondo i calcoli della camera di commercio italiana a Bangkok i prezzi medi si aggirano tra il 36 e il 64% in meno rispetto all’Italia. Per le case facciamo un esempio. Un appartamento arredato a Phuket di 140 metri quadrati costa 500 euro al mese con tanto di wi-fi, piscina condominiale, servizio di vigilanza privato e aria condizionata in ogni stanza dell’appartamento.

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Dove vivere da pensionati in Europa

Se non ci si vuole allontanare troppo da figli e nipoti si può optare per rimanere in Europa, ad un paio d’ore d’aereo dall’Italia. In questo caso i Paesi in cima alla classifica dei luoghi ideali sono il Portogallo, le Canarie e Malta.

  • Il Portogallo è in cima a tutte le classifiche. il Paese ideale nel quale trasferirsi dopo essere andati in pensione. L’aspetto più interessante del Portogallo per un pensionato che voglia vivere in Europa è il basso (relativamente parlando) costo della vita rispetto ad altre destinazioni del vecchio continente. Un regime fiscale che agevola chi sceglie di prendere la residenza in questo Stato, un costo medio della vita inferiore del 30% rispetto agli altri Paesi europei. Il Portogallo offre tutto quello che tantissimi pensionati sognano: bel tempo, buon cibo spiagge e cultura. Il costo della vita si conferma inferiore rispetto alle altre nazioni europee quando si parla di bollette (circa un centinaio di euro al mese acqua e immondizie comprese), caffè (cinquanta centesimi) e pranzo al ristorante (dieci euro).

 

  • Le Canarie e in particolare Tenerife sono un altro dei luoghi ideali per i pensionati italiani. Leggermente più care del Portogallo compensano con un clima ancora migliore e una qualità della vita sempre al top. Dal punto di vista fiscale, pur facendo parte della Spagna, le Canarie godono di un regime agevolato. Ci sono una serie di bonus per chi ha figli o coniuge a carico, l’IVA è al 7% e gli affitti per chi ha più di 65 anni sono bassissimi. Inoltre chi ha la pensione minima non è tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, per gli altri la pensione è tassata soltanto al 15%. Come se tutto ciò non bastasse la benzina costa 80 centesimi al litro, e in un ristorante di medio livello si fa una cena completa con circa 15 euro.

 

  • Malta è un vero e proprio paradiso, riscoperto da qualche tempo anche dai turisti di tutto il mondo. Può essere però assolutamente una meta ideale per i pensionati italiani. Va detto che non esistono come nel caso del Portogallo agevolazioni fiscali dirette proprio a chi è in pensione. Però a bilanciare la situazione c’è un regime fiscale già di per se piuttosto agevole. Innanzitutto non esistono tasse patrimoniali e nessuna imposta sulle proprietà, la pressione fiscale progressiva sulle persone fisiche non può mai superare il 35% e l’IVA è al 18%. Il costo della vita è piuttosto basso, basti pensare che per acquistare una casa con vista mare bastano circa 70mila euro. Oltre al discorso fiscale Malta ha poi dalla sua un clima stupendo e anche nei mesi più freddi la temperatura non va mai sotto ai dieci gradi. Malta è molto vicina all’Italia e dunque in tutta l’isola si parla anche la nostra lingua, un dettaglio che rende questo luogo ancora più appetibile per i pensionati italiani che non dovranno così preoccuparsi dello scoglio di una nuova lingua straniera da imparare. Se non siete tipi da colpi di testa e volete provare prima come sia la vita a Malta sappiate che potete viverci anche per 6 mesi prima di prendere una decisione definitiva sul trasferimento.

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Sedentarietà da ufficio, consigli utili per evitarne gli effetti negativi https://www.business.it/sedentarieta-ufficio-consigli-utili/ Thu, 17 May 2018 10:08:42 +0000 https://www.business.it/?p=25308 Da tempo si conoscono gli effetti negativi della sedentarietà. Stare troppo seduti rischia di peggiorare la salute, compromettendo numerose attività del corpo: dalle articolazioni alla circolazione sanguigna, tutto il fisico rischia di essere danneggiato dal poco movimento quotidiano. Eppure le statistiche sottolineano un aumento costante delle ore passate alla scrivania e una diminuzione importante del… Leggi tutto »Sedentarietà da ufficio, consigli utili per evitarne gli effetti negativi

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Da tempo si conoscono gli effetti negativi della sedentarietà. Stare troppo seduti rischia di peggiorare la salute, compromettendo numerose attività del corpo: dalle articolazioni alla circolazione sanguigna, tutto il fisico rischia di essere danneggiato dal poco movimento quotidiano.

Eppure le statistiche sottolineano un aumento costante delle ore passate alla scrivania e una diminuzione importante del tempo speso a fare attività fisica.

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cercare-lavoro-onlineRischi per la salute

É indubbio che al giorno d’oggi molti più lavori legati al back office e all’interpretazione dei dati si svolgono dietro una scrivania. Le professioni d’ufficio sono dunque numerosissime e al tempo stesso tutte accomunate dai problemi di ortopedia e posturologia che ne derivano.

Il Rapporto Loudhouse

Secondo le interviste effettuate a persone che da anni gestiscono professioni sedentarie, secondo il rapporto Loudhouse, ben 8 persone su 10 hanno riscontrato nel tempo problemi legati a dolori di schiena, collo, articolazioni e stanchezza oculare. Spesso infatti il danno è aggravato dall’utilizzo prolungato dello schermo di un pc.

Direttive dal Ministero della Salute

In  merito allo scorso convegno del Ministero della salute, dal titolo “Salute in Ufficio”, la sedentarietà è stata discussa ampiamente, sopratutto perché additata come la nemica numero 1 del benessere generale.

Stare troppo seduti danneggia non solo il nutrimento delle articolazioni ma riduce il tono muscolare, fa male alla postura e può causare danni irreversibili come la deformazione della posizione del collo oppure della schiena.

Se il problema è stato quindi centrato e, come abbiamo visto, riguarda la stragrande maggioranza delle persone che lavorano in ufficio, quali sono le posizioni da evitare per scongiurare il peggio e quali rimedi adottare per non gravare troppo sulla salute?

Consigli utili

In primo luogo il rimedio da attuare in modo efficace è quello di stare seduti correttamente. Sembrerà una banalità, ma in realtà è una cosa che quasi tutti sbagliano. Occorre infatti stare con la schiena attaccata allo schienale, mentre viso e mento devono esser in posizione perpendicolare alle gambe, senza abbassare troppo lo sguardo né alzarlo, ma giusto diritto davanti a noi.

Spesso infatti una delle posture più sbagliate è quella di mettersi proprio sulla punta della sedia. Così facendo le spalle tendono ad incurvarsi, i muscoli si tirano ed è facile accusare malessere e dolori anche perché le articolazioni si sovraccaricano.

Come sedersi correttamente

Un trucco per sedersi correttamente e non affaticare il corpo è quello di mettere un cuscino o un asciugamani nella zona lombare. In questo modo la schiena sarà appoggiata e favorita a stare in posizione ottimale. Anche le braccia devono potersi appoggiare sui braccioli della sedia, in modo tale da non affaticarsi troppo, lo stesso vale per le mani, dove l’utilizzo prolungato del mouse e della tastiera può causare tendiniti e infiammazione. Occorre quindi dotarsi di supporti specifici che garantiscano una corretta funzionalità dei movimenti.

Il Ministero della salute, grazie al supporto dei medici del lavoro, ha stilato durante il convengo a tema, una serie di regole che dovrebbero entrare a far parte dello stile di vita di chi lavora in ufficio.

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Regole da seguire

Regola numero 1: alzarsi dalla sedia della scrivania almeno una volta ogni ora. Bisognerebbe infatti camminare, sgranchirsi un po’, fare qualche esercizio con le braccia e con il collo. Non a tutti sembrerà una cosa normale da fare, ma gli esperti assicurano che è un atteggiamento importante, che dovrebbe entrare di diritto nello stile di vita dell’ufficio. Infatti non importa se non ci sono strumenti e attrezzi, non occorre certo una palestra al lavoro. L’importante è fare delle pause che possono garantire movimenti e uno stacco dalla routine della posizione seduta.

Allungare le braccia e le gambe serve poi per far circolare meglio il sangue e fare muovere così le articolazioni e i muscoli in tensione.

Da seduti possiamo ruotare il collo e piegarlo da una parte e dall’altra per migliorare la posizione della testa e dello sguardo.

Sempre da seduti si possono far ruotare le caviglie e allungare il più possibile i muscoli delle gambe.

L’ultima regola riguarda la vita fuori dall’ufficio: i medici raccomandano movimento, quindi passeggiate, palestra e sport il più possibile, in modo da compensare la sedentarietà delle ore trascorse al lavoro.

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Tecnologia: Bill Gates vieta il telefono alla figlia quattordicenne https://www.business.it/tecnologia-bill-gates-vieta-telefono-figlia-quattordicenne/ Tue, 15 May 2018 10:01:57 +0000 https://www.business.it/?p=25153 Nonostante sia il fondatore di Microsoft e il suo impero multimiliardario si regga proprio sulla tecnologia, Bill Gates è molto rigido con i propri figli per quanto riguarda l’uso di computer, tablet e smartphone. Secondo un intervista rilasciata al Mirror, ha ammesso di aver imposto una serie di regole ferree per la sua prole. Jennifer,… Leggi tutto »Tecnologia: Bill Gates vieta il telefono alla figlia quattordicenne

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Nonostante sia il fondatore di Microsoft e il suo impero multimiliardario si regga proprio sulla tecnologia, Bill Gates è molto rigido con i propri figli per quanto riguarda l’uso di computer, tablet e smartphone. Secondo un intervista rilasciata al Mirror, ha ammesso di aver imposto una serie di regole ferree per la sua prole. Jennifer, di 20 anni, Rory, 17, e Phoebe, 14: schermi spenti prima di andare a letto, ad esempio, è vietato utilizzarli a tavola. Inoltre papà Gates è convinto che si possa iniziare ad utilizzare un proprio cellulare a partire dai 14 anni e mai prima di quell’età.

bill-gates-figliLeggi anche: Bill Gates: un patrimonio da record (anche) grazie all’abbandono di una pessima abitudine

La lezione di Bill Gates

Bill Gates è uno degli uomini più ricchi del mondo, eppure si comporta come se non lo fosse (d’altronde anche il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg indossa sempre delle magliette che sembrano quelle della salute). Ha detto di non aver comprato loro il cellulare fino a quando non hanno compiuto 14 anni: “Non abbiamo i telefoni cellulari a tavola quando stiamo mangiando, non abbiamo dato alle nostre figlie i cellulari fino ai 14 anni, anche se si sono lamentate che gli altri ragazzi li hanno avuti prima”. Senza dimenticare che ai figli, Gates ha concesso un tempo limitato nell’uso anche prima di andare a letto, in modo che possano prendere sonno senza problemi.

Solo 45 minuti al giorno davanti allo schermo, a parte il tempo necessario per svolgere i compiti. Un’aggiunta di solo un quarto d’ora sarà concessa nel fine settimana, quando la giovane quattordicenne potrà trascorrere fino a un’ora giocando on-line, o comunque davanti allo schermo. Tra l’altro Vista, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, consente ai genitori di controllare i siti visitabili dai ragazzi e registra portali e chat usate. Il dirigente Micriosoft ha detto che fino a questo momento sua figlia non era un’appassionata di internet e giochi al computer, fino a quando non ha sviluppato una vera passione a scuola, dove “ha scoperto una gran quantità di giochi, tra i quali Viva Pinata. Un gioco nel quale si devono curare piante e giardini”. La limitazione è arrivata infatti quando la piccola ha cominciato a passare due o tre ore di fila incollata al gioco. 

E’ evidente quindi che l’inventore del personal computer e fondatore di Microsoft, non subisca passivamente la tecnologia, ma che la reputi uno strumento da utilizzare con cognizione di causa. Nonostante abbia un patrimonio di 78,5 miliardi di dollari, probabilmente insegna ai suoi figli che cosa sia occuparsi del prossimo: nel 2000 assieme alla moglie Melinda dà origine alla Fondazione Gates, che aiuta i più poveri del mondo. Questo ha ispirato altri multi milionari come Zuckerberg a fare la propria parte. E la sua più grande passione è la tutela dei bambini: “Se potessi scegliere un solo numero che mette in evidenza l’efficacia degli aiuti allo sviluppo, sarebbe 122 milioni. Questo è il numero di vite dei bambini salvati dal 1990″ ha detto al Mirror. Ammette di porre la sua famiglia al primo posto, anche se spesso sa di non trascorrere del tempo di qualità con loro. Dice che i figli e sua moglie sono la chiave delle sua felicità: I soldi non danno tutte le risposte”.

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L’infanzia di Bill Gates

Bill William Gates nasce a Seattle (Washington) il 28 ottobre 1955. Cresce in una famiglia agiata e senza problemi economici, nonostante questo, i genitori di Bill hanno sempre incoraggiato i figli a lavorare sodo e a non dare nulla per scontato. Bill Gates è un bambino molto curioso, attento, profondo e desideroso di imparare difatti a scuola totalizza i migliori punteggi nei test di intelligenza di matematica,  ma i genitori si aspettano che segua i passi del papà diventando un avvocato di successo.

A 13 anni frequenta la scuola privata Lakeside e si orienta subito verso materie scientifiche senza però denigrare la letteratura. Si appassiona in particolare alla letteratura inglese e diventa anche un bravo attore di teatro. In anni in cui era quasi un’utopia poter possedere un computer, la Lakeside ne ottenne uno grazie ad un accordo fatto con la città di Seattle e Bill ha così la possibilità di entrare in contatto con un computer per la prima volta nella sua vita. È qui che incontra Paul Allen ragazzo con le stesse passioni di Bill per computer, codici e programmazione. Lui, Paul e alcuni compagni passano ore e ore nella sala computer della scuola: sperimentano, studiano la complessità della macchina, trovano i suoi punti deboli, iniziano a causarle guasti cambiando codici e file di programmazione.

I ragazzi vengono inizialmente allontanati dall’aula computer a causa dei danni causati, e successivamente contattati dalla CCC ( Computer Center Corporation) a conoscenza delle loro capacità. Grazie alla presenza come programmatore del papà di un loro compagno, che vuole dare loro la possibilità di rifarsi provando a risolvere alcuni punti deboli delle loro macchine, identificare i difetti e i buchi nella sicurezza, i ragazzi avrebbero potuto utilizzare nuovamente i computer. Un’occasione d’oro per loro che iniziano così a passare molte ore nei laboratori a studiare i loro piccoli programmi fino a quando nel ’69 la CCC dichiara il fallimento e i giovani hacker si ritrovano senza un computer su cui sfogare la loro passione.

I genitori di Bill, spaventati da questa passione smisurata del figlio verso i computer, gli vietano di avvicinarsi a progetti informatici e ai computer stessi. Trascorre un anno, Bill ha 17 anni e riceve la proposta dalla Bonneville Dam per scrivere il progetto di un nuovo software pagato circa 30.000 dollari. I genitori cedono e gli danno il permesso di procedere. Nel 1975 Bill crea la sua società per lo sviluppo di software e la chiama Micro-Soft, lui e Allen capiscono che stava iniziando una nuova importante era: quella dei personal computer e iniziano a collaborare con Ed Roberts come programmatori.

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Generazione Z, la solitudine cronica non è colpa dei social media https://www.business.it/generazione-z-solitudine-social-media/ Thu, 10 May 2018 12:39:46 +0000 https://www.business.it/?p=24903 Ogni generazione ha la sua lettera di riferimento e l’ultima in ordine viene chiamata “Z”. I Millennials, ovvero coloro che sono nati a cavallo tra gli anni ’80 l’inizio degli anni 2000, sono stati finora i più interessanti dal punto di vista antropologico e da quello commerciale: rappresentano la prima generazione digitale, sono coloro che creano… Leggi tutto »Generazione Z, la solitudine cronica non è colpa dei social media

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Ogni generazione ha la sua lettera di riferimento e l’ultima in ordine viene chiamata “Z”.

I Millennials, ovvero coloro che sono nati a cavallo tra gli anni ’80 l’inizio degli anni 2000, sono stati finora i più interessanti dal punto di vista antropologico e da quello commerciale: rappresentano la prima generazione digitale, sono coloro che creano tendenze, sperimentano prodotti e comprano online, sono attenti al futuro, all’innovazione, alla cura di loro stessi. Chi c’è  dopo di loro, ovvero dopo quella che sembrava l’unica generazione riferimento per il marketing digitale? Ecco arrivare la generazione Z, o quelli che molti hanno definito i Centennials, ma che sono anche conosciuti come iGen, Post-Millennials, o Plurals.

facebookLa generazione Z: chi sono i nuovi Millenials

Questa generazione comprende i nati dalla fine degli anni ’90 al 2010. Teenager e bambini, vissuti in piena rivoluzione digitale, con internet e i social media a disposizione praticamente fin dalla nascita.

Spesso paragonati alla generazione del baby boom degli anni ’50, che si è tirata su le maniche per far rifiorire il paese dopo la seconda guerra mondiale, anche la generazione Z mostra lo stesso entusiasmo, visto il periodo di crisi economica in cui è nata e ha mosso i primi passi. Sono anche chiamati i “nativi digitali”, in quanto pienamente immersi nel mondo della tecnologia e dei social media, che hanno imparato ad utilizzare fin dalla primissima infanzia. Hanno profili aperti su varie piattaforme, guardano film in streaming su vari dispositivi e interagiscono con molte più persone di quante non abbiano fatto le generazioni precedenti. Per questo la Generazione Z è stata spesso accusata di essere affetta da solitudine cronica, poiché la iperconnessione sul web si tramuta in una povertà di relazioni dal vivo che crea sofferenza e stati d’animo in profonda depressione.

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Lo studio

Una ricerca americana, pubblicata dalla società di servizi sanitari globale Cigna, si è basata su interviste a 20mila persone di età superiore ai 18 anni a proposito di ansia, depressione e solitudine. Le risposte sono state a dir poco illuminanti. In primo luogo è stata riscontrata una separazione sociale evidente dalla società stessa.

Qual è la vera scoperta?

Quella secondo cui non ci sarebbe nessuna connessione tra l’uso dei social media e i sentimenti di isolamento e solitudine tanto conclamati. Non è colpa di Facebook dunque se la solitudine avvertita sta raggiungendo livelli quasi epidemici, interessa infatti quasi la metà degli intervistati.

La colpa sarebbe quindi della mancata relazione quotidiana con gli altri. I giovani lamentano interazioni significative di uso quotidiano, non è colpa del tempo passato sui social, seppur questo atteggiamento causa altri problemi come la dipendenza. 

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vecchi e giovaniSocial media come effetto, non causa

Il punteggio più alto di solitudine è stato rilevato dai ragazzi tra i 18 e i 22 anni di età. Lo studio ha rivelato che la percentuale è la stessa se paragonata a persone che utilizzano i social media rispetto a chi non ne fa uso. Ciò è importante perché va contro l’opinione popolare che navigare su Facebook & Co abbia effetti solo negativi sulla comunità.

Coloro che postano castamente in realtà ci tengono più che altro a condividere i momenti belli, infatti la ricerca tende a sottolineare un dato: i social in realtà non nutrono né distruggono le nostre relazioni, ma ciò che manca è instaurare delle vere e proprie relazioni significative con gli altri oppure dipendere da altri fattori come lavorare troppo, non dormire a sufficienza, non fare attività fisica né trascorrere abbastanza tempio con la famiglia.

Secondo lo studio i social media sarebbero più che altro un sintomo dei problemi che la generazione Z deve affrontare, non la causa.

Sembriamo zombie sui social media perché siamo zombie. E dovremmo correre ai ripari cambiando completamente stile di vita, magari documentando via social le nostre nuove prospettive. 

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Perdere la motivazione sul posto di lavoro, cause e consigli per ritrovarla https://www.business.it/perdere-motivazione-lavoro-cause-consigli/ Wed, 02 May 2018 11:04:48 +0000 https://www.business.it/?p=24261 Non tutti si sentono fortunati ad avere il lavoro che svolgono. In tempi di crisi economica come quello che stiamo attraversando, spesso e volentieri ci sentiamo ripetere che siamo già fortunati ad averlo, un lavoro. Ma se d’un tratto la motivazione scompare? Non riusciamo ad essere produttivi, ci annoiano le mansioni quotidiane, così come le… Leggi tutto »Perdere la motivazione sul posto di lavoro, cause e consigli per ritrovarla

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Non tutti si sentono fortunati ad avere il lavoro che svolgono. In tempi di crisi economica come quello che stiamo attraversando, spesso e volentieri ci sentiamo ripetere che siamo già fortunati ad averlo, un lavoro. Ma se d’un tratto la motivazione scompare? Non riusciamo ad essere produttivi, ci annoiano le mansioni quotidiane, così come le nuove sfide e ci ritroviamo ad accantonare sogni e progetti perché non riusciamo più a trovare uno stimolo in quello che facciamo.

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La passione è determinante

La passione e la motivazione sono di base i principi fondanti per ogni tipo di professione che si rispetti. Alzarsi la mattina con entusiasmo e positività, sapendo che faremo del nostro meglio al lavoro, è la caratteristica essenziale del successo e del pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati, qualsiasi mansione occupiamo.

Brian de Haaf, Ceo di Aha!, società che studia e realizza strategie di lavoro per aziende e professionisti, afferma che: “La scienza sostiene che il bisogno di credere in quello che si fa è fondamentale per la realizzazione personale. Abbiamo maggiori possibilità di crescere e dare significato alla vita, se abbiamo una forte motivazione sul lavoro”.

Se manca tutto questo, il problema c’è ed è necessario risolverlo prima che sia troppo tardi. Per affrontare la cosiddetta mancanza di motivazione è doveroso concentrarsi prima su se stessi, ponendoci questioni su come siamo arrivati alla perdita dello scopo finale e, poi quali sono le cause che ci hanno portato all’apatia e alla frustrazione.

lavoro-fortunaLe cause

Le motivazioni dello scarso entusiasmo che proviamo sul lavoro possono essere molteplici, e la maggior parte delle volte riguardano screzi e gelosie con i colleghi. Se non si arriva a veri e propri atti di mobbing, si tratta magari di pressioni psicologiche da parte dei superiori che recano danno all’ambiente lavorativo, facendolo diventare ostico e poco felice. Inoltre ci sono questioni che riguardano la meritocrazia in particolari ambiti, persone premiate o non premiate in maniera arbitraria. Infine il problema dello stipendio, per il quale ci si può sentire sfruttati e non adeguatamente ricompensati.

La cosa importante, se ci troviamo in un momento in cui abbiamo perso completamente la passione per il nostro lavoro, è quella di iniziarsi a fare una serie di domande che sicuramente, tempo fa, avevano ricevuto risposte affermative, impararando a capire quali sono gli errori da non ripetere e superare.

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Le domande da porsi

Un esempio? Eccolo: cosa può insegnarci questo lavoro? Quali nuove competenze si possono apprendere? Con quali strumenti possiamo superare il momento negativo? Quali sfide vorremo vincere alla fine del percorso professionale? Quanto conta per noi e per la nostra vita il lavoro che svolgiamo?

lavoro-buon-dipendenteI consigli da seguire

Dopo aver risposto in tutta sincerità alle domande, esistono alcuni suggerimenti da mettere in pratica per riuscire a riprendersi la motivazione perduta. Per esempio parlare con i colleghi con i quali sono nate diatribe per cercare di distendere i rapporti e risolvere i problemi di natura relazionale. Andare al lavoro carichi d’ansia e di paura non giova né all’animo né ai compiti da svolgere. Bisogna invece rilassarsi e cercare di creare un ambiente sereno, tale da stimolare sensazioni positive e rilassanti. Inoltre è necessario mettersi costantemente  in gioco, definendo così per quali mansioni siamo particolarmente portati e quali invece non fanno proprio per noi. La spinta a migliorarsi e riuscire negli obiettivi serve tanto all’aziende quanto a noi stessi.

Insomma, cambiare atteggiamento deriva soprattutto dal modo in cui ci poniamo nei confronti del contesto lavorativo e quanto riusciamo a carpire i valori di quello che facciamo, giorno dopo giorno.

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Stampa 3d: una rivoluzione nel campo della sanità https://www.business.it/stampa-3d-rivoluzione-campo-sanita/ Fri, 06 Apr 2018 11:00:39 +0000 https://www.business.it/?p=22306 Preparatevi a vedere cose che un tempo erano impensabili, le idee che in pochi minuti prendono forma e le enormi potenzialità che la stampa 3D può sviluppare in tantissimi settori, dalla progettazione alla produzione vera e propria oggi sta cambiando l’industria sanitaria in modo drammatico. Una vera e propria rivoluzione è in atto: la stampa… Leggi tutto »Stampa 3d: una rivoluzione nel campo della sanità

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Preparatevi a vedere cose che un tempo erano impensabili, le idee che in pochi minuti prendono forma e le enormi potenzialità che la stampa 3D può sviluppare in tantissimi settori, dalla progettazione alla produzione vera e propria oggi sta cambiando l’industria sanitaria in modo drammatico.

Una vera e propria rivoluzione è in atto: la stampa 3D in medicina è ormai una realtà che permettere una migliore gestione a 360 gradi della malattia e del suo impatto sul paziente. La stampa 3D è una tecnica che rappresenta il progresso nel settore tecnologico dell’ultimo millennio.

Chuck Hull (adesso EVP e CTO di 3D Systems) ebbe per primo l’idea di sovrapporre sottilissimi strati di laminato, lavorandoli con l’aiuto dei raggi ultravioletti, per ottenere poi un oggetto finito. Questa tecnica è stata la base di partenza per quella che poi sarebbe diventata la stampa 3D. Dal 1983, quando il pioniere della stampa 3D fece le sue prime prove, questa tecnologia ha conosciuto importanti sviluppi, trovando applicazione nelle più svariate aree.

In campo biomedico l’utilizzo è già piuttosto avanzato, non solo per cre­are modelli, ma anche per realizzare parti finite da impiantare direttamente sul paziente. L’università di Nottin­gham ha creato una mano dall’aspetto robotico per di­mostrare come sia possibile stampare in 3D anche strutture complesse con giunture mobili e sensori.

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La stampa 3D in campo medico

In campo medico la stampa 3D si è rivelata una scoperta rivoluzionaria, in grado di riprodurre persino mandibole, strutture facciali e organi con materiali organici.

  • Nel 2013, alla Princeton University stamparono il primo orecchio bionico.
  • Nel 2014 arrivò la notizia dall’University Medical Center di Utrecht (Olanda) del primo trapianto di cranio stampato in 3D. La struttura fu realizzata in materiale sintetico e il trapianto effettuato su di una donna di 22 anni che soffriva di emicranie ed aveva seri disturbi alla vista. L’intervento è stato eseguito dal neurochirurgo Bon Veweij ed ha aiutato la paziente a recuperare interamente la vista.
  • Nel 2015, Eduardo D. Rodriguez, chirurgo plastico del NYU Langone Medical Center, realizzò il primo trapianto faccialeL’intervento è stato possibile con l’aiuto di 3D Systems che ha stampato delle placche di materiale biocompatibile e sterilizzabile, progettate tramite software.
  • In America è stato finanziato un progetto che potrebbe porre fine alla sperimentazione sugli animali. L’azienda Fasotec sta cercando di sviluppare un tessuto clinico per la sperimentazione dei farmaci che serve anche ad allenare i chirurghi per affrontare gli interventi più complessi.
  • Lo scorso anno, nel North Carolina è stata realizzata una macchina 3D che stampa organi, tessuti ed ossa in materiale biodegradabile.

Le stampanti 3D sono ampiamente utilizzabili nel settore medicale grazie alla loro elevata precisione.  La stampa 3D ha stravolto il business di alcune aziende, in quanto  questa nuova tecnologia sta diventando sempre più accessibile, meno costosa e permette di lavorare con tantissimi materiali. Ma soprattutto stando a diversi esperti del settore, come John Hornick, è il sistema più ecologico.

La tecnologia medica, una rivoluzione industriale

Ci sono una serie di validi motivi per credere che le stampanti 3D porteranno a una rivoluzione industriale ecologica. John Hornick ne elenca alcuni nella sua pubblicazione “3D Printing Will Rock the World”. Hornick parte considerando il risparmio di materiale. Le stampanti 3D usano solo la quantità necessaria a realizzare un pezzo finale e non hanno elementi di scarto, a differenza della maggior parte dei macchinari ora utilizzati nella grande industria. Inoltre, utilizzando un solo macchinario si risparmia tempo, denaro e soprattutto si inquina di meno.

Hornick spiega che le stampanti 3D sono progettate per risparmiare materiale da utilizzare. Questo abbassa i costi e  riduce anche gli sprechi energetici necessari nella fabbricazione dei prodotti. Inoltre, le stampanti 3D diminuiranno anche le emissioni di CO2. Non ci sarà più bisogno di trasportare il prodotto finito, si potrà produrlo in loco direttamente con la stampante. Questo diminuirà i costi per i magazzini, la manutenzione e soprattutto per il carburante del trasporto merci. La stampa 3D rappresenta una vera e propria rivoluzione industriale.

La manifattura additiva guadagna spazio nell’industria biomedicale. Protesi modellate su misura, progettazione computerizzata a distanza, stampa 3D. L’industria 4.0 cambia i connotati dei dispositivi medici che entrano in sala operatoria e nell’assistenza quotidiana dei pazienti. È una rivoluzione che scompagina le carte della produzione, dell’impianto e della gestione delle protesi. E che, studi alla mano, garantiscono un risparmio di tempo e denaro per una sanità pubblica sempre più costosa.

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Pelle stampata in 3D per le vittime di ustioni

Può sembrare qualcosa di “Frankenstein” di Mary Shelley, ma le implicazioni e il risparmio sui costi rendono questa svolta tecnologica particolarmente importante nella stampa 3D. Per secoli, le vittime di ustioni hanno avuto opzioni incredibilmente limitate per guarire la loro pelle sfigurata. Gli innesti di pelle sono dolorosi e producono un’estetica terribile; le soluzioni di idroterapia offrono risultati limitati. Ma i ricercatori spagnoli hanno ora adottato i meccanismi della stampa 3D, lo stesso attento approccio strato su strato in cui possiamo realizzare praticamente qualsiasi cosa, e hanno rivelato un  prototipo 3D bioprinter che può produrre pelle umana. 

I ricercatori, lavorando con un inchiostro biologico che contiene sia plasma umano sia estratti di materiale estratti da biopsie cutanee, sono stati in grado di stampare un quadrato di 10x10cm di pelle umana nell’arco di circa mezz’ora. Le possibilità di questa tecnologia e le implicazioni che cambiano la vita per le vittime di ustioni sono infinite.

Il mondo medico, in cui trattamenti, organi e dispositivi sono parte integrante, sta per essere rivoluzionato dalle immense promesse della stampa 3D. Con precisione, velocità e una riduzione significativa dei costi, il modo in cui trattiamo e gestiamo la salute dei nostri corpi non sarà più lo stesso.

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Consigli per avere fortuna nella vita e sul lavoro: il diktat da seguire https://www.business.it/consigli-per-avere-fortuna-vita-lavoro/ Wed, 04 Apr 2018 11:31:48 +0000 https://www.business.it/?p=22110 Avere fortuna o darsi da fare? Quando si tratta della vita di tutti in giorni, in particolare del nostro lavoro, ci sentiamo spesso inadeguati, pessimisti… e sfortunati. Il peso di credere che non riusciremo mai a raggiungere un determinato obiettivo perché la sorte ci è avversa è un atteggiamento che contraddistingue molti di noi. Al… Leggi tutto »Consigli per avere fortuna nella vita e sul lavoro: il diktat da seguire

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Avere fortuna o darsi da fare? Quando si tratta della vita di tutti in giorni, in particolare del nostro lavoro, ci sentiamo spesso inadeguati, pessimisti… e sfortunati. Il peso di credere che non riusciremo mai a raggiungere un determinato obiettivo perché la sorte ci è avversa è un atteggiamento che contraddistingue molti di noi. Al contrario, chi si sente più fortunato e consapevole ottiene il successo meritato.

É proprio così? Si tratta semplicemente di comportarsi in maniera positiva o negativa?

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Il duro lavoro

Secondo il New York Mag: Di solito le persone che hanno successo sono talentuose e lavorano duro per ottenere buoni risultati. Per questo, tendono a sottostimare la componente di fortuna, o addirittura ad offendersi se questa viene citata a proposito delle loro storie di vita. D’altra parte, non tutte le persone che hanno talento e lavorano duro ce la fanno a ottenere buoni risultati: talento e applicazione sono componenti necessarie, ma non sufficienti”.

Così sembra che la grossa componente di sfortuna siamo proprio noi stessi ad applicarcela addosso attraverso il cosiddetto Bias, un meccanismo mentale che ci porta a rafforzare le nostre convinzioni (sia esse giuste o sbagliate) cercando giustificazioni intorno a noi, a prova della nostra in-adeguatezza.

Certo la predisposizione aiuta, ma non tutte le scelte che compiamo nella vita di tutti i giorni sono frutto di talento, in quanto spesso si presentano occasioni che non riusciamo a cogliere, oppure superiamo tappe importanti delle quali non ne conoscevamo a priori l’importanza. Ecco quindi che avere fortuna oppure no rappresenta la predisposizione ad investire in atteggiamenti positivi, potenziando situazioni favorevoli e lasciando da parte quelle più compromettenti.

L’animo ottimista è senza dubbio un valido aiuto, ma non si riduce tutto ad un sorriso verso il mondo. In realtà ci vuole un occhio vigile per riconoscere le opportunità e sapersi destreggiare cogliendo al volo cosa è meglio per la nostra vita, la nostra carriera, la nostra famiglia.

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5 suggerimenti di Psychology Today

Il magazine Psychology Today riporta 5 suggerimenti a tema, capaci di cambiare radicalmente l’approccio verso situazioni e persone, al fine di sentirci fortunati e riuscire al meglio in ciò che facciamo.

Il primo consiglio è quello che riguarda l’apertura ad essere sereni, in pace con noi stessi, come ad esempio guardare ad un percorso di carriera non nella maniera tradizionale ma cogliendo le opportunità nascoste e tutto il valore aggiunto che ne può derivare a lungo termine.

Poi, è necessario praticare davvero uno sguardo d’insieme, pensare sempre avanti, al domani, senza rimanere costretti nella giungla di dettagli e cavilli che possono solo ostacolare il percorso di benessere intrapreso.

Il terzo consiglio è quello che riguarda l’atteggiamento negativo: divenire troppo rigidi e non guardare oltre può causare danni irreparabili, molto meglio lasciarsi andare ed adattarsi alle numerose sfide quotidiane.

ikigai-lavoro-filosofiaIl penultimo suggerimento ha a che fare con la diminuzione dell’ansia da prestazione. Soprattutto al lavoro, le cose vanno prese con la giusta distanza perché nella maggior parte dei casi non succede niente di irreparabile.

Infine, non bisogna dimenticare che i percorsi di vita e di carriera sono imperfetti per chiunque, non esistono strade senza buche come non esistono fallimenti piccoli o grandi. Basta trovare il coraggio di buttarsi senza troppi rimpianti e sentirsi sempre fortunati.

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Innovazione: startup LetsGetChecked raccoglie $ 12 milioni per i suoi test di salute personale https://www.business.it/innovazione-startup-letsgetchecked-raccoglie-12-milioni-test-salute-personale/ Thu, 29 Mar 2018 10:00:01 +0000 https://www.business.it/?p=21722 LetsGetChecked, una piattaforma di test di salute medica con sede a Dublino, Irlanda e New York che consente ai clienti di accedere ai test di laboratorio regolamentati e all’autodiagnosi, ha chiuso un finanziamento di $ 12 milioni di serie A. Il round è stato condotto da Optum Ventures e Qiming Venture Partners. La società intende… Leggi tutto »Innovazione: startup LetsGetChecked raccoglie $ 12 milioni per i suoi test di salute personale

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LetsGetChecked, una piattaforma di test di salute medica con sede a Dublino, Irlanda e New York che consente ai clienti di accedere ai test di laboratorio regolamentati e all’autodiagnosi, ha chiuso un finanziamento di $ 12 milioni di serie A. Il round è stato condotto da Optum Ventures e Qiming Venture Partners.

La società intende utilizzare i fondi per scalare le operazioni, accelerare lo sviluppo della piattaforma tecnologica che collega i clienti ai laboratori e far crescere il team di supporto clinico completo.

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Come funziona LetsGetChecked

Fondata nel 2014 da Peter Foley, LetsGetChecked offre una piattaforma che collega gli utenti con una vasta gamma di professionisti medici, nonché una rete globale di partner di laboratorio e supporto logistico, tutti da un account di salute personale. Un utente può ordinare un test di laboratorio approvato dal medico. Il kit di test – completamente anonimo, contenente solo un identificativo del paziente per mantenere la privacy e la riservatezza – viene inviato direttamente da una struttura accreditata ISO di LetsGetChecked e arriverà a casa del paziente in pochi giorni.

Una volta arrivato il kit, si è responsabili della raccolta del campione, che si tratti di puntura, feci (per tumore del colon-retto) o di un tampone. Quindi si invia il campione a LetsGetChecked e si può tenere traccia dell’avanzamento tramite l’app “dashboard” in qualsiasi momento durante il processo o richiedere una chiamata dal team clinico.  Tutte le richieste e i risultati dei pazienti vengono esaminati da un medico certificato dal consiglio di amministrazione. Se un paziente riceve risultati “positivi” o “fuori range”, un membro del team infermieristico contatta il paziente per fornire supporto.

Fin dalla sua istituzione, il portafoglio di opzioni di test della società si è ampliato con test sullo stile di vita e offre oltre 30 test per la salute generale, la salute sessuale, lo screening del cancro e controlli di fertilità negli Stati Uniti, in Canada e in 14 paesi europei.

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Qual’è l’obiettivo di LetsGetChecked?

“Il nostro obiettivo è quello di rendere i test di laboratorio migliori, più convenienti e guidati dai pazienti”, dice Foley. “Tradizionalmente, è necessario frequentare uno studio medico per ottenere un test di laboratorio. Il medico determinerà quale  è giusto per te, compilare un modulo di richiesta carta, raccogliere il campione e inviarlo al laboratorio per l’analisi. Aspetterai un periodo di tempo per ascoltare il tuo medico e potrebbe non vedere mai i risultati. Questo è un processo lento e tutt’altro che conveniente “.

Invece, LetsGetChecked rispecchia il processo che avviene nello studio di un dottore, ma in un modo che Foley sostiene, mette il paziente al centro e lo rende più conveniente. “Eliminiamo gli intermediari e colleghiamo i clienti direttamente ai laboratori, consentendo loro di gestire e controllare meglio la loro salute personale”, afferma Foley.

“L’obiettivo è quello di rendere l’esperienza del paziente più ricca nel tempo e attraverso le integrazioni API fornire un impegno sanitario più consolidato e coeso”, dice, suggerendo ai partner futuri come un altro modo per commercializzare. Senza dubbio l’investimento strategico di Optum Ventures sarà in grado di aiutare anche su questo fronte.
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Come essere felici a lavoro, esercizi e responsabilità del cervello https://www.business.it/felici-lavoro-esercizi-responsabilita-del-cervello/ Thu, 29 Mar 2018 09:05:51 +0000 https://www.business.it/?p=21715 Il 4 luglio del 1776 il diritto alla felicità venne sancito dalla Costituzione americana: i padri fondatori scrissero nero su bianco che «a tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà, e al perseguimento della felicità». In America il diritto ad essere felici è legge prima ancora di essere un’attitudine. Ma l’ostinazione… Leggi tutto »Come essere felici a lavoro, esercizi e responsabilità del cervello

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Il 4 luglio del 1776 il diritto alla felicità venne sancito dalla Costituzione americana: i padri fondatori scrissero nero su bianco che «a tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà, e al perseguimento della felicità».

In America il diritto ad essere felici è legge prima ancora di essere un’attitudine. Ma l’ostinazione che ci rende alla continua ricerca di quella pace interiore non è certo facile da conquistare. Ce l’abbiamo scritta nel Dna eppure fatichiamo a raggiungerla pur essendone ossessionati: perché?

A quanto pare è un problema che riguarda le neuroscienze e il loro funzionamento cerebrale.

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Come funziona il nostro cervello

Il nostro cervello non è fatto per essere proiettato verso una felicità duratura. Ma le neuroscienze possono servire a superare numerosi pregiudizi nascosti nel nostro intelletto e trovare finalmente la felicità autentica, tanto agognata.

La vita contemporanea non lascia molto spazio all’espressione: la quotidianità scivola via attraverso ansia, depressione, insoddisfazione, vuoto esistenziale. É dura da ammettere, ma siamo l’opposto che felici.

cervello-neuroscienzeSoprattutto in ambito professionale, nel quale le tecnologie emergenti e i mercati sempre più competitivi mettono a dura prova le prestazioni dei dipendenti e dell’organizzazione aziendale.

Studi recenti hanno rilevato che il 16 % degli impiegati intervistati ritengono che il lavoro sia la fonte principale di ansia, depressione e numerosi altri sintomi che interessano la salute mentale.

La propensione a cercare la felicità fa parte della nostra natura umana, per questo crediamo che  le decisioni che prendiamo quotidianamente facciano bene al nostro benessere. In realtà, miriamo all’obiettivo sbagliato.

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Le motivazioni: estrensiche o intrinseche

In aiuto arrivano psicologia e neuroscienze. Negli ultimi decenni i nostri cervelli non si sono preoccupati di raggiungere il benessere personale, ma solo una forma fisica performante per sopravvivere a malattie e inquinamento. La spinta alla sopravvivenza è però risultata antitetica alla ricerca della felicità. La risposta è nel nostro cervello, è lì che si perde la motivazione. Con una metafora possiamo capire meglio ciò che succede: se le nostre decisioni e le nostre azioni rappresentano l’automobile su cui viaggiamo, sono le motivazioni la benzina che ci fa andare avanti.

Il cervello evoluto nell’era tecnologica mette in atto il gioco della sopravvivenza usando il carburante della cosiddetta “motivazione estrinseca”. Ci induce cioè a pensare che vogliamo cose che hanno un maggiore valore estrinseco, piuttosto che intrinseco, ovvero ci fa desiderare cose sbagliate, che non contribuiscono a renderci pienamente felici, questo perché la motivazione estrinseca ci fa fare cose per ricevere un risultato che è e resta al di fuori di noi stessi. Infatti il nostro cervello funziona così: riceve un colpo di dopamina ogni volta che viene consegnato un premio estrinseco. Ma queste esperienze risultano fugaci perché l’attivazione dopaminergica si riduce molto rapidamente nel cervello. Il nostro, lo abbiamo già ribadito, è un cervello evoluto, che desidera di più perché tende a non sentirsi mai completamente felice nella situazione attuale.

La motivazione intrinseca però è una fonte di combustibile più duratura poiché riesce a guidare i nostri comportamenti con interessi interni a noi stessi, e nonostante siano immateriali e di natura più astratta, ovvero qualcosa che al cervello non piace poi così tanto, queste motivazioni sono necessarie per la felicità e il benessere sostenibili nel mondo moderno.

A quanto pare è la motivazione estrinseca che ostacola la felicità. Un altro studio ha rilevato come certi processi sul posto di lavoro sono mezzi efficaci per ottenere il meglio da una persona.

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Due esercizi utili

Esistono dunque due correzioni che possiamo fare per trovare la giusta motivazione ed essere veramente felici.

Il primo è quello di elaborare un progetto e sezionare i comportamenti quotidiani, per esempio le decisioni, i comportamenti e esplicitare accanto le motivazioni, sottolineando se sono esterne o interne. Guardando poi in quale categoria ricade la maggioranza di esse bisogna lavorare in modo da modificare i comportamenti sbagliati e alzare pian piano i livelli di felicità.

Il secondo esercizio utile è quello di osservare la motivazione del lavoro di leadership o manageriale: come assegniamo i compiti ai dipendenti? Lasciamo davvero che ognuno si esprime secondo la propria predisposizione?

Quindi fare e gestire cose attraverso una motivazione seria e tranquilla, che ci stimola verso decisioni coerenti con le nostre motivazioni sembra essere la ricetta perfetta per raggiungere una felicità duratura.
 

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Antibiotico resistenza, cause e conseguenze di un fenomeno globale https://www.business.it/antibiotico-resistenza-cause-conseguenze/ Thu, 29 Mar 2018 06:30:21 +0000 https://www.business.it/?p=21660 Se l’uso globale di antibiotici sta aumentando, l’effetto è quello di una stimolazione verso una maggiore resistenza agli stessi. Perchè? Gli antibiotici hanno fatto il loro grande debutto durante la seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti hanno tirato fuori dosi sempre più potenti di penicillina per combattere con successo le infezioni batteriche nelle truppe… Leggi tutto »Antibiotico resistenza, cause e conseguenze di un fenomeno globale

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Se l’uso globale di antibiotici sta aumentando, l’effetto è quello di una stimolazione verso una maggiore resistenza agli stessi.

Perchè?

Gli antibiotici hanno fatto il loro grande debutto durante la seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti hanno tirato fuori dosi sempre più potenti di penicillina per combattere con successo le infezioni batteriche nelle truppe di soldati.

Nel dopoguerra la penicillina ha salvato migliaia di vite, facendo quello che nella medicina moderna è accaduto con gli antibiotici. Ma oggi la situazione si è complicata e si è creata quella che viene chiamata l’antibiotico-resistenza, ovvero la capacità di sviluppata dai microrganismi cattivi di resistere nei confronti di molecole a loro nocive come gli antibiotici.

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Le cause dell’antibiotico-resistenza

Questi farmaci antibatterici sono stati estremamente efficaci negli ultimi settant’anni, ma purtroppo si sta verificando una conseguenza inopportuna: più gli antibiotici vengono consumati, più gli insetti infettivi più resistenti riescono a tramutarsi in questi farmaci, dando origine a “superbatteri” che sono resistenti ai trattamenti.

Secondo uno studio pubblicato qualche giorno fa dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, il problema dell’antibiotico-resistenza è globale, e sta aumentando.

I dati parlano chiaro: dopo aver esaminato l’uso di antibiotici in 76 paesi tra il 2000 e il 2015, i ricercatori della sanità pubblica hanno scoperto che il tasso di consumo di antibiotici era aumentato di quasi il 40%. Il numero totale di dosi stimate prese è aumentato del 65% nel 2015 rispetto a quelle del 2000.

Sebbene i paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti consumino ancora la maggior parte degli antibiotici, il più grande aumento di consumo dal 2000 è stato registrato nei paesi a reddito medio-basso come la Turchia, l’Algeria, l’Egitto e la Tunisia. Ma il problema, indipendentemente da quanto sia ricca una nazione, rimane lo stesso, cioè lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza.

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Uso improprio e considerazioni

Bisogna ricordare che spesso si fa degli antibiotici un uso improprio: possono curare solo forme batteriche e non virali, o per malattie come l’asma senza alcun effetto benefico.

Secondo le ricerche, nel 2050 l’antibiotico resistenza sarà la causa principale di morte in tutto il mondo. Carlo Calzetti, specialista del reparto di Malattie infettive ed epatologia dell’ospedale di Parma, afferma a riguardo: «A questo si aggiunge un ulteriore problema di carattere economico, perché registrare e produrre nuovi antibiotici, che prevedono tempi di somministrazione brevi e quindi volumi di vendita bassi, rende poco. L’Italia è una delle nazioni in cui il fenomeno della resistenza agli antibiotici ha la diffusione maggiore, insieme alla Grecia, a Cipro e a molti paesi dell’Europa orientale. E’ importante ricordare che nei batteri la resistenza può diffondersi sia su base clonale, cioè da una generazione all’altra come per la maggioranza dei germi, sia su base plasmidica, attraverso quindi il passaggio di plasmidi da una cellula batterica ad un’altra, anche tra specie diverse. Ad esempio la resistenza del genere Klebsiella, causa di polmoniti, o dell’Escherichia coli, responsabile di malattie intestinali e sistemiche, è molto spiccata verso gli antibiotici di sintesi recenti come le cefalosporine di terza generazione ma anche verso altri antimicrobici come i fluorochinoloni e gli aminoglicosidi. La situazione invece è un po’ più tranquilla per germi Gram positivi, meno diffusi, e per i quali ci sono più farmaci a disposizione».

Uno dei maggiori timori di resistenza agli antibiotici è appunto l’evoluzione di un superbatterio, considerando che alcuni tipi di superbatteri resistenti agli antibiotici si sono già evoluti. Possiamo solo confidare sulle soluzioni farmacologiche che riusciranno a trovare gli ingegneri innovativi per sconfiggere i batteri più resistenti.

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Futuro medicina: Il tuo futuro medico potrebbe non essere umano https://www.business.it/futuro-medicina-futuro-medico-potrebbe-non-essere-umano/ Fri, 16 Mar 2018 08:30:31 +0000 https://www.business.it/?p=20798 L’intelligenza artificiale (IA) è una classe di tecnologie informatiche la cui applicazione in medicina è al centro di un dibattito sempre più ampio, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche da parte del grande pubblico. Le sfide della medicina del XXI secolo sono impegnative: una popolazione che invecchia, e una prevalenza sempre maggiore di… Leggi tutto »Futuro medicina: Il tuo futuro medico potrebbe non essere umano

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L’intelligenza artificiale (IA) è una classe di tecnologie informatiche la cui applicazione in medicina è al centro di un dibattito sempre più ampio, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche da parte del grande pubblico. Le sfide della medicina del XXI secolo sono impegnative: una popolazione che invecchia, e una prevalenza sempre maggiore di malattie cardiovascolari, oncologiche, metaboliche, degenerative, per i quali le evidenze scientifiche, disponibili in una quantità sempre maggiore di studi scientifici spesso di difficile interpretazione, trovano limitata applicazione. E, non ultima, una crescente aspettativa da parte dei malati e dei loro cari, nell’idea che le malattie siano spiacevoli ostacoli, che si frappongono tra noi e il nostro diritto alla salute e che i medici sono tenuti a rimuovere efficientemente.

Non sorprende quindi che l’IA, con i suoi sistemi in grado di identificare un tumore piccolissimo in immagini radiologiche nove volte su dieci, o di scandagliare milioni di articoli scientifici per suggerire trattamenti oncologici personalizzati, sembri la strada giusta per potenziare le capacità dei medici nel loro compito di “risolutori di problemi” di salute.

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Diagnosi del 21° secolo

Un nuovo tipo di dottore è entrato nella sala d’esame, ma non ha un nome. In realtà, questi medici non hanno nemmeno facce. L’intelligenza artificiale si è fatta strada negli ospedali di tutto il mondo. Quelli diffidenti nei confronti di un’acquisizione di robot non hanno nulla da temere; l’introduzione dell’IA nell’assistenza sanitaria non significa necessariamente mettere in crisi le menti umane contro le macchine. L‘intelligenza artificiale è nella stanza degli esami per espandere, affinare e alleviare la mente del medico in modo che i medici siano in grado di fare lo stesso per i loro pazienti.

Bertalan Meskó, meglio noto come The Medical Futurist ha definito l’intelligenza artificiale lo “Stetoscopio del 21° secolo”. La sua valutazione potrebbe rivelarsi ancora più accurata di quanto si aspettasse. Mentre varie tecniche e test forniscono loro tutte le informazioni necessarie per diagnosticare e trattare i pazienti, i medici sono già sovraccarichi di responsabilità cliniche e amministrative, e l’ordinamento attraverso l’enorme quantità di informazioni disponibili è un compito arduo, se non impossibile.

Ecco che lo stetoscopio del 21 ° secolo potrebbe fare la differenza.

Le applicazioni per l’intelligenza artificiale in medicina vanno ben oltre il lavoro di drudge amministrativo. Da potenti algoritmi diagnostici a robot chirurgici finemente sintonizzati, la tecnologia sta rendendo nota la sua presenza in tutte le discipline mediche. Chiaramente, l’intelligenza artificiale ha un posto nella medicina; quello che non sappiamo ancora è il suo valore. 

Per immaginare un futuro in cui l’intelligenza artificiale è una parte consolidata della squadra di cura di un paziente, dovremo prima capire meglio come l’IA si adatta ai medici umani. Come si confrontano in termini di precisione? Quali contributi specifici o unici è in grado di fare l’IA? In che modo l’intelligenza artificiale sarà più utile – e potrebbe essere potenzialmente dannosa – nella pratica della medicina? Solo una volta che avremo risposto a queste domande possiamo iniziare a prevedere, quindi costruire, il futuro alimentato dall’intelligenza artificiale che vogliamo.

IA e diagnosi del paziente

Anche se siamo ancora nelle prime fasi del suo sviluppo, l’IA è già in grado (se non più capace di) medici nella diagnosi dei pazienti. I ricercatori del John Radcliffe Hospital di Oxford, in Inghilterra, hanno sviluppato un sistema diagnostico AI più accurato dei medici nella diagnosi delle malattie cardiache, almeno nell’ottanta percento delle volte.

All’università di Harvard, i ricercatori hanno creato un microscopio intelligente in grado di rilevare le infezioni del sangue potenzialmente letali: lo strumento AI-assistita è stato addestrato su una serie di 100.000 immagini raccolte da 25.000 vetrini trattati con colorante per rendere i batteri più visibili. Il sistema AI può già ordinare quei batteri con un tasso di precisione del 95%. Uno studio della Showa University a Yokohama, il Giappone ha rivelato che un nuovo sistema endoscopico computerizzato può rivelare segni di crescite potenzialmente cancerose nel colon con sensibilità del 94%, specificità del 79% e precisione 86%.

In alcuni casi, i ricercatori stanno anche scoprendo che l’intelligenza artificiale può sovraperformare i medici umani in sfide diagnostiche che richiedono un rapido giudizio, come determinare se una lesione è cancerosa. In uno studio, pubblicato a dicembre 2017 in JAMA , gli algoritmi di deep learning sono stati in grado di diagnosticare meglio il cancro al seno metastatico rispetto ai radiologi umani in un periodo di crisi. Mentre i radiologi umani possono fare bene quando hanno un tempo illimitato per rivedere i casi, nel mondo reale (specialmente in ambienti ad alto volume e rapidi come i pronto soccorso) una diagnosi rapida potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti.

Poi, naturalmente, c’è Watson di IBM: quando si sfidavano a raccogliere informazioni significative dai dati genetici delle cellule tumorali, gli esperti umani impiegavano circa 160 ore per esaminare e fornire raccomandazioni terapeutiche basate sui loro risultati. Watson ha impiegato solo dieci minuti per offrire lo stesso tipo di consiglio praticabile. Google ha recentemente annunciato una versione open source di DeepVariant, lo strumento di intelligenza artificiale dell’azienda per analizzare i dati genetici, che è stato lo strumento più accurato del suo genere nella precisione della FDA Truth Challenge dello scorso anno.

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futuro-medico-aiL’intelligenza artificiale prevede gli eventi sanitari prima che accadano

L’intelligenza artificiale è anche migliore degli umani nel prevedere gli eventi sanitari prima che accadano. Ad aprile, i ricercatori dell’Università di Nottingham hanno pubblicato uno studio che mostrava che, addestrato su dati estesi da 378.256 pazienti, un’IA autodidatta predisse il 7,6 percento di eventi cardiovascolari in più rispetto all’attuale standard di cura. Per mettere questa cifra in prospettiva, i ricercatori hanno scritto: “Nel campione di prova di circa 83.000 record, ciò equivale a 355 ulteriori pazienti le cui vite potrebbero essere state salvate”. Forse la rete neurale ha anche avuto l’1,6% in meno di “falsi allarmi”, casi in cui il rischio è stato sovrastimato, probabilmente portando a pazienti che hanno procedure o trattamenti non necessari, alcuni dei quali sono molto rischiosi.

In altre parole, se la tecnologia è ben progettata e implementata in un modo che le persone trovano utile, la gente non si rende nemmeno conto che sta usando l’intelligenza artificiale. In questo senso, quando si tratta di assistenza sanitaria, l’intelligenza artificiale non sta necessariamente sostituendo i medici, ma ottimizzando e migliorando le loro capacità.

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Apple: AC Wellness, nuove tecnologie sanitarie ai dipendenti https://www.business.it/apple-ac-wellness-nuove-tecnologie-sanitarie-dipendenti/ Wed, 28 Feb 2018 11:39:30 +0000 https://www.business.it/?p=19585 Apple lancerà un gruppo di centri sanitari interni, per migliorare la salute e il benessere dei propri dipendenti. Apple con sede a Cupertino sta entrando nel settore sanitario lanciando cliniche per i propri dipendenti. Le cliniche serviranno anche come un posto per testare nuove tecnologie sanitarie. Infatti aprirà in primavera una serie di cliniche mediche, chiamate… Leggi tutto »Apple: AC Wellness, nuove tecnologie sanitarie ai dipendenti

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Apple lancerà un gruppo di centri sanitari interni, per migliorare la salute e il benessere dei propri dipendenti. Apple con sede a Cupertino sta entrando nel settore sanitario lanciando cliniche per i propri dipendenti. Le cliniche serviranno anche come un posto per testare nuove tecnologie sanitarie. Infatti aprirà in primavera una serie di cliniche mediche, chiamate AC Wellness, per le persone che lavorano per il gruppo e le rispettive famiglie.

La principale azienda di tecnologia consumer ha pubblicato tranquillamente una pagina web per il programma, denominata AC Wellness Network, che include una descrizione degli obiettivi dell’azienda e informazioni su un numero di posizioni aperte e una pagina dei professionisti da arruolare, dai medici ai coach sportivi fino a persone specializzate per condurre test clinici sul posto.

Il movimento di Apple verso la salute dei dipendenti arriva rapidamente sulla scia di una sorprendente rivale tecnologica che Amazon ha già forgiato con JPMorgan Chase e Berkshire Hathaway per la sua società indipendente di assistenza sanitaria incentrata sul miglioramento della salute dei dipendenti a costo. 

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Il progetto di Apple

Apple inizierà a offrire questo servizio ai dipendenti in due cliniche della contea di Santa Clara (California), vicino a Apple Park e alla sede di Infinite Loop, a pochi chilometri dal suo quartier generale di Cupertino. La società sta anche cercando degli specialisti che la aiutino a mettere in atto il programma pensato per prevenire le malattie e promuovere uno stile di vita salutare.

Così facendo Apple non solo si prenderà cura dei suoi dipendenti, ma avrà anche modo di testare i suoi prodotti e servizi sanitari. La società, afferma, fornirà una “esperienza sanitaria unica come un concierge” che è “abilitata dalla tecnologia”. Infatti sta per esempio collaborando con Stanford per vedere se il suo Apple Watch possa individuare irregolarità nel ritmo cardiaco, come un dispositivo di monitoraggio della salute ben più del semplice monitoraggio della forma fisica. In passato Cook ha detto di potere dare un “contributo significativo” alla sanita’.

apple-sanita-dipendentiApple pubblicizza annunci di lavoro

La società sta pubblicizzando annunci per medici di base e di terapia intensiva, fisioterapisti, infermieri e altre posizioni. Un annuncio di lavoro per un medico di base, sottolinea la necessità di esperienza di “prevenzione delle future malattie” e “cure preventive” con un “entusiasmo per i nuovi metodi di consegna delle cure usando la tecnologia”.

La società sta attualmente assumendo fornitori di assistenza sanitaria per lavorare presso le sue cliniche, che apprezzano l’esperienza del paziente e la passione per il benessere e la salute della popolazione – integrando le migliori pratiche cliniche e la tecnologia in un modo che stimola l’impegno del paziente.

Secondo quanto riferito, Apple ha più di 120.000 dipendenti e, con l’assistenza sanitaria uno dei maggiori costi di personale, cercherà di ridurre i costi sostenendo servizi interni e facendo leva su schemi proattivi per migliorare la salute dei lavoratori. La spesa sanitaria ha totalizzato $ 3,3 t nel 2016 solo negli Stati Uniti, una quota del 18% del prodotto interno lordo del paese e del 4,3% in più rispetto all’anno precedente, secondo i Centri statunitensi per Medicare e Medicaid Services.

L’assistenza sanitaria è uno strumento di reclutamento critico per le imprese negli Stati Uniti, con aziende che ottengono agevolazioni fiscali per l’offerta di servizi, ma i costi di fornitura di tali servizi sono in aumento. Secondo quanto riferito, Apple utilizzerà le sue cliniche e il personale AC Wellness per testare le proprie tecnologie relative all’assistenza sanitaria.

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Tecnologia e salute: Skin Electronics misura il ritmo cardiaco https://www.business.it/tecnologia-salute-skin-electronics-misura-ritmo-cardiaco/ Wed, 21 Feb 2018 11:37:49 +0000 https://www.business.it/?p=19028 Indossare il tuo cuore sulla manica potrebbe assumere un significato completamente nuovo. Una pelle elettronica può mostrare il battito del cuore di una persona mentre è attaccata al dorso della mano. Ancora una volta il mondo della tecnologia si mostra almeno di un passo avanti rispetto a quella che è la nostra fantasia in campo medico e… Leggi tutto »Tecnologia e salute: Skin Electronics misura il ritmo cardiaco

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Indossare il tuo cuore sulla manica potrebbe assumere un significato completamente nuovo. Una pelle elettronica può mostrare il battito del cuore di una persona mentre è attaccata al dorso della mano. Ancora una volta il mondo della tecnologia si mostra almeno di un passo avanti rispetto a quella che è la nostra fantasia in campo medico e sanitario. 

I ricercatori di ingegneria dell’Universita di Tokyo e Dai Nippon Printing hanno sviluppato un display ultra sottile che aderisce alla pelle. È stato presentato al pubblico in occasione di una riunione dell’AAAS ad Austin, in Texas, di recente. L’e-skin mostra l’elettrocardiogramma del paziente – una forma d’onda che rappresenta l’attività elettrica del cuore – basata su dati raccolti da un sensore flessibile ultra sottile. Una seconda pelle da indossare, andiamo a scoprirne di più.

Come funziona lo Skin Electronics

Combinato con un modulo di comunicazione wireless, questo sistema integrato di sensori biomedici è chiamato “Skin electronics”: può trasmettere dati biometrici al cloud. L’e-skin mostra l’elettrocardiogramma del paziente , questo si adatta alla normale pelle umana e mostra statistiche vitali sulla salute e il benessere del paziente. Una forma d’onda che rappresenta l’attività elettrica del cuore – basata su dati raccolti da un sensore flessibile ultra sottile. 

Il display può allungarsi fino al 45 percento in più rispetto alla sua lunghezza originale e sopportare stiramenti ripetuti, consentendogli di adattarsi ai contorni e ai movimenti del corpo, senza mostrare alcuna perdita in funzione delle sue proprietà elettriche e meccaniche. Il dispositivo ha un sensore in grado di misurare il ritmo cardiaco e un modulo di comunicazione wireless che invia i dati medici al medico. Il display della pelle morbido e flessibile ha uno spessore di circa 1 millimetro. Il design unisce un elettrodo in nanomesh traspirante costituito da un array di 16 LED di micro LED e un cablaggio estensibile montato su un foglio di gomma. 

Ai giorni nostri esistono numerose tecnologie di rilevamento flessibili e portatili che possono eseguire una miriade di misure fisiche e fisiologiche. I rapidi progressi nello sviluppo e nell’implementazione di tali sensori negli ultimi anni hanno dimostrato il crescente significato e la potenziale utilità di questa classe unica di piattaforme di rilevamento. Le applicazioni includono elettronica di consumo indossabili, robotica morbida, protesi mediche, pelle elettronica e monitoraggio della salute.

Le pelli elettroniche potrebbero non solo rilevare problemi di salute nel prossimo futuro, ma mostrarle al mondo per poterle anche vedere. I ricercatori dell’Università di Tokyo hanno sviluppato una e-skin in grado di misurare i segni vitali come il battito cardiaco e visualizzarli in tempo reale su un display della pelle. Un nuovo display elastico ultra sottile che si adatta perfettamente alla pelle può mostrare la forma d’onda in movimento di un elettrocardiogramma registrato da un sensore per elettrodi traspirante a pelle. 

In questo modo è possibile sapere subito se c’è bisogno di aiuto – bisogna solo guardare la mano (o in qualsiasi altro modo il sensore funzioni) per avere un’idea di cosa c’è che non va. Le informazioni complete sullo stato di salute del paziente vengono trasmesse a uno smartphone. Questo è l’ultimo di una serie di passaggi che avvengono senza soluzione di continuità.

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Quali sono i vantaggi e i benefici

Questa è l’ultima ricerca di una collaborazione accademico-industriale giapponese, guidata dal professor Per Takao Someya, presso la Graduate School of Engineering dell’Università di Tokyo,

Ci sono stati dei display estensibili in precedenza, ma in genere cadono a pezzi rapidamente dopo l’esposizione all’aria e al solito allungamento e torsione della pelle. Il sensore stesso dura per circa una settimana senza infiammazione, ed è stato costruito usando tecniche di produzione di circuiti stampati convenzionali che dovrebbero mantenere bassi i costi.

Per quanto riguarda il display, è in forma d’onda e mostra chiaramente cosa è giusto o sbagliato con il paziente. Il dispositivo è ideale per i senescenti che hanno difficoltà in termini di mobilità. Grazie ai progressi della tecnologia dei semiconduttori le letture o le forme d’onda dell’elettrocardiogramma possono essere visualizzati sullo schermo in tempo reale o inviati al cloud o a un dispositivo di memoria dove sono archiviate le informazioni.

Il nuovo sistema di elettronica per la pelle mira a fare un ulteriore passo avanti, un sistema integrato di “skin electronics” consente il monitoraggio della salute a casa e fornisce ai medici l’accesso remoto ai dati biometrici trasmessi in modalità wireless a una nuvola medica. Promette di migliorare l’auto-cura e l’accessibilità delle informazioni mediche a vari segmenti della popolazione, compresi i bambini e gli anziani.

Un’immagine del pollice in su sull’esposizione della pelle funge da indicatore di buona salute che tendono ad avere difficoltà nel gestire e ottenere dati da dispositivi e interfacce esistenti. Questa metodologia facilita anche l’onere per il sistema sanitario e consente un monitoraggio autonomo.

Nippon Printing spera di offrire la pelle entro i prossimi 3 anni rendendola più affidabile, ridimensionando la produzione e migliorando la sua copertura per ampie superfici. Se tutto andasse bene, potrebbe essere particolarmente utile per i pazienti di assistenza domiciliare. Piuttosto che dover indossare un dispositivo ingombrante che richiede un’attenta ispezione, potrebbero trasmettere il loro stato di salute ai membri della famiglia e portare avanti le loro vite relativamente senza ostacoli.

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Tecnologia e salute: Avro startup innovativa https://www.business.it/tecnologia-salute-avro-startup-innovativa/ Tue, 20 Feb 2018 09:47:24 +0000 https://www.business.it/?p=18949 Più di 25 milioni di bambini in tutto il Nord America soffrono di qualche forma di allergie stagionali. Eppure un bambino su quattro soffre di incapacità di ingoiare pillole per essere medicato. Avro Life Science ritiene che possa essere d’aiuto, offrendo adesivi medicati per somministrare farmaci antiallergici stagionali ai bambini. Avro ha ora uno show di supporto dalla… Leggi tutto »Tecnologia e salute: Avro startup innovativa

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Più di 25 milioni di bambini in tutto il Nord America soffrono di qualche forma di allergie stagionali. Eppure un bambino su quattro soffre di incapacità di ingoiare pillole per essere medicato. Avro Life Science ritiene che possa essere d’aiuto, offrendo adesivi medicati per somministrare farmaci antiallergici stagionali ai bambini. Avro ha ora uno show di supporto dalla Dyson Foundation, vincendo il National Runners Up per il James Dyson Award.

Con uno slogan senza pillole, senza dolore, solo un cerotto, Avro Life Science mira a fornire farmaci a un ritmo costante per tutto il giorno senza effetti collaterali, il tutto con adesivi che hanno disegni divertenti che attirano i bambini. Nel 2016, il team ha iniziato a lavorare fuori dal laboratorio del campus Velocity Science, una partnership con la Facoltà di Scienze dell’Università di Waterloo, prima di vincere $ 25.000 in finanziamenti alle Velocity Fund Finals in autunno, e ora lavora fuori dal Velocity Garage incubatore di startup.

Lanciato dai co-fondatori Keean Sarani, uno studente laureato in scienze e attualmente in farmacia, e Shak Lakhani, uno studente di ingegneria delle nanotecnologie, entrambi dell’Università di Waterloo, Avro, startup di scienze della vita nell’attuale gruppo di Y Combinator, sta scommettendo su un metodo per somministrare farmaci a popolazioni incapaci di deglutire o masticare – li somministrerà attraverso la pelle.

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Come funziona la startup Avro

A partire dai farmaci per l’allergia, l’azienda sta sviluppando patch per la pelle che rilasciano farmaci comunemente usati nelle allergie stagionali per i bambini. I cerotti agiscono molto come i cerotti alla nicotina, che forniscono la nicotina a coloro che cercano di smettere di fumare, ma possono fornire una varietà di farmaci, come i farmaci per l’allergia, attraverso l’organo più grande del nostro corpo.

Il co-fondatore Shakir Lakhani, che soffre di allergie stagionali e alimentari, dice a TechCrunch che voleva iniziare con un allergia non solo per motivi personali, ma perché è un’area in cui i bambini sono resistenti a prendere i farmaci già in commercio.

Inoltre, non è la prima azienda ad offrire la somministrazione transdermica di farmaci. La società farmaceutica di Miami ProSolus crea cerotti per la consegna di vari farmaci generici e prodotti da banco, la confezione di Fremont Zosano, produce cerotti transdermici speciali per la consegna di medicinali per ridurre l’emicrania e  Viaskin produce un cerotto per bambini con allergie alle arachidi – sebbene le prove cliniche finora non sono andate bene.

Quando partirà la distribuzione di Avro

Queste aziende potrebbero facilmente iniziare a offrire gli stessi tipi di patch di Avro, qualora l’avvio dimostrasse la necessità del mercato. Un vantaggio è che i farmaci che Avro vuole utilizzare nelle sue patch sono già disponibili – non avrebbe bisogno di dimostrare che funzionano. Devono solo dimostrare che il metodo di consegna è sicuro ed efficace.

Ma l’avvio ha una lunga strada da percorrere prima di portare queste patch nelle mani dei consumatori. Innanzitutto, Avro avrà bisogno dell’approvazione della FDA per vendere negli Stati Uniti e in Canada, dove la società prevede di commercializzare le sue patch. Per arrivarci, dovrà condurre alcune prove cliniche sull’uomo, che Lakhani dice di essere in procinto di esaminare al momento, ma crede che sarà in grado di farlo funzionare nel terzo trimestre di quest’anno.

Lakhani ha anche accennato al fatto che i cerotti sulla pelle potrebbero eventualmente offrire altri tipi di medicinali. “Stiamo guardando cose come persone che soffrono di malattie neurodegenerative e malattie più intense che inibiscono la capacità di deglutire, come la sclerosi multipla”, ha detto a TechCrunch. “Penso che quelle saranno davvero delle strade interessanti per noi per andare giù nel futuro e stiamo solo iniziando ad avviare conversazioni con altre aziende che potrebbero essere dei buoni partner per noi”.

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Innovazione tecnologica nella medicina

L’innovazione tecnologica può essere definita come l’attività deliberata delle imprese e delle istituzioni tesa a introdurre nuovi prodotti e nuovi servizi, nonché nuovi metodi per produrli, distribuirli e usarli. Condizione necessaria per l’innovazione è che essa venga accettata dagli utilizzatori, siano essi i clienti che acquistano il nuovo bene o servizio sul mercato, o i fruitori di un servizio pubblico.

La fusione tra medicina e tecnologia è un processo che si è andato progressivamente strutturando in modo sistematico a partire dalla seconda metà del Novecento nel tentativo di spiegare unitariamente la complessa realtà del mondo vivente, con la finalità di manipolare e trasformare “positivamente” l’esistenza degli individui così da arrivare all’ambizioso obiettivo di curare nel modo più efficace possibile le loro condizioni patologiche.

Questa realtà è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana. Nel corso di questo processo le scienze della vita si sono trasformate in una mastodontica biotecnoscienza, in cui i confini tra scienza, tecnologia, università, imprese biotecnologiche sono sfumati. Questi rapidi cambiamenti tecnologici nel settore sanitario sono la realtà presente che qualcosa sta cambiando e cogliere le prospettive future ci aprirà la strada a nuove tecnologie per la vita e per la salute.

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Medicina del futuro: QR cod commestibile https://www.business.it/medicina-futuro-qr-cod-commestibile/ Sun, 18 Feb 2018 10:37:58 +0000 https://www.business.it/?p=18852 Negli ultimi 100 anni, i ricercatori hanno costantemente spinto i limiti delle nostre conoscenze sulla medicina e su come i diversi corpi possono rispondere in modo diverso ad esso. Tuttavia, i metodi per la produzione della medicina non si sono ancora allontanati dalla produzione di massa. Molti di coloro che hanno una determinata malattia ottengono lo stesso… Leggi tutto »Medicina del futuro: QR cod commestibile

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Negli ultimi 100 anni, i ricercatori hanno costantemente spinto i limiti delle nostre conoscenze sulla medicina e su come i diversi corpi possono rispondere in modo diverso ad esso. Tuttavia, i metodi per la produzione della medicina non si sono ancora allontanati dalla produzione di massa. Molti di coloro che hanno una determinata malattia ottengono lo stesso prodotto con la stessa quantità di un composto attivo. Questa produzione potrebbe presto essere nel passato. In un nuovo studio, il Codice QR potrebbe presto avere una seconda vita grazie all’utilizzo in campo medico.

Un team di ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università di Copenaghen, in collaborazione con l’Åbo Akademi finlandese, ha brevettato una speciale versione di QR Code “commestibile” il codice a puntini che rimanda a pagine web che contengono informazioni, in grado di sostituire qualsiasi tipo di compressa oggi in commercio.

L’intento è quello di produrre medicinali personalizzati, con una posologia diversa in base al paziente e alle personali esigenze, in modo sicuro e mantenendo dei costi relativamente bassi.

Basterà inquadrare con lo smartphone il codice per ricevere informazioni sulla medicina, sulle modalità e quantità di assunzione. “Questa tecnologia permette di dosare il farmaco nel modo più preciso, a seconda delle esigenze personali”, Natalia Genina, docente del Dipartimento di Farmacia e autore della ricerca pubblicata su International Journal of Pharmaceuticals.

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Potenziale per ridurre i farmaci sbagliati e la medicina falsa

Il QR Code stampato direttamente sulla pillola costituita da materiale commestibile, che in questo caso assume una forma quadrata e piatta, consentirà dunque di attribuire esattamente uno specifico farmaco a chi è affetto da determinate patologie grazie alle informazioni contenute nel codice stesso. Inquadrando con lo smartphone una compressa si potranno ricevere inoltre informazioni sul prodotto farmaceutico, sulle modalità e quantità di assunzione. Secondo i ricercatori ciò ridurrà in modo considerevole i casi di vendita e assunzione di medicinali sbagliati o falsi.

In questo modo in pratica si potrà essere certi di assumere il prodotto giusto evitando di cascare nella trappola delle imitazioni. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una ogni dieci medicine vendute in Paesi in via di sviluppo sono spesso dei falsi che non hanno nessun effetto, o contengono una dose minore di principio attivo. E sono presenti numerosi mercati neri che commerciano pillole sbagliate.

Già in alcuni Paesi, compresa l’Italia, il codice viene stampato sulla confezione o sul bugiardino.

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Quali sono i vantaggi

Dunque si potrà evitare di assumere il rimedio quando è già scaduto e in più verrà ritagliata in base alle proprie caratteristiche personali e non, come accade ora, in base a una media uguale per tutti. Questo potrebbe essere vantaggioso per le persone che hanno patologie croniche e devono prendere complicate combinazioni di medicamenti, perché potrebbero trovare dosi personalizzate e facilmente identificabili sulla compressa.

Per stampare le nuove compresse viene utilizzata la stampa a getto di inchiostro su un materiale poroso e flessibile, ma stabile, che ha una buona capacità di assorbimento. Questo permette una precisione nel disegno che lo rende facilmente leggibile dal telefono anche nel caso sia stato conservato a lungo in condizioni non ottimali. Ovviamente la stampa non altera le caratteristiche mediche e non ha effetti secondari: una volta assunta, viene dissolta.

L’introduzione e il successo di questa nuova tecnologia di produzione relativamente semplice, attraverso stampanti automatizzate – secondo il Dottor Jukka Rantanen del Dipartimento di Farmacia che ha guidato la ricerca – potrebbe rivoluzionare l’intero settore e modificare la catena di approvvigionamento così come appare oggi“, generando un netto miglioramento sulle condizioni di salute dei pazienti.  I ricercatori stanno ora lavorando per perfezionare i metodi per questa produzione medica.

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Tecnologia medicale: l'ultima frontiera dell'Internet of things https://www.business.it/tecnologia-medicale-internet-of-things/ Sat, 17 Feb 2018 07:30:53 +0000 https://www.business.it/?p=18768 L’Internet of Things è un campo che può sviluppare l’intelligenza artificiale in moltissimo settori. Quello della sanità è fra questi, oggi infatti esistono dispositivi robotizzati e apparecchiature sempre più all’avanguardia e capaci di assistere i professionisti: da robot per la riabilitazione, a quelli chirurgici passando per l’ambirò della digital transformation applicata alla sanità. L’innovazione ormai… Leggi tutto »Tecnologia medicale: l'ultima frontiera dell'Internet of things

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L’Internet of Things è un campo che può sviluppare l’intelligenza artificiale in moltissimo settori. Quello della sanità è fra questi, oggi infatti esistono dispositivi robotizzati e apparecchiature sempre più all’avanguardia e capaci di assistere i professionisti: da robot per la riabilitazione, a quelli chirurgici passando per l’ambirò della digital transformation applicata alla sanità.

L’innovazione ormai fa parte della medicina e di tutto il contesto medicale. Creare e provare a sviluppare l’Internet of Things crea non solo vantaggi nell’acquisizione delle informazioni che servono per fare diagnosi e visite pre-intervento, ma servono anche affinché tutti i dispositivi utilizzati possano scambiarsi dati fra loro e procedere nella maniera più efficace possibile.

Qual’è dunque l’obiettivo delle aziende sanitarie? Sfruttare il web e le risorse create grazie all’internet of things per ottimizzare i processi che vanno dallo sviluppo sanitario fino al miglioramento dello stile di vita.

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Parla Pettenella di Parametric Design

Su questo si esprime Marco Pettenella, Co-founder & Business Developer di Parametric Design. A proposito dell’innovazione nel settore medicale e dell’intermediazione tramite la Iot afferma che:

“La tendenza in atto è di creare e sviluppare sempre più apparecchiature smart e connectable: prodotti che siano semplici ed intuitivi nel loro impiego ed utilizzo ma di alto contenuto tecnologico. In Italia stiamo assistendo alla volontà di riabilitare sempre più il paziente al di fuori della clinica: il costo per la sanità risulterà essere inferiore, il paziente beneficerà di un impatto psicologico migliore dato dalla familiarità dell’ambiente di casa che si sostituirà alla clinica riabilitativa, due vantaggi di grande valore. La connessione, attraverso dispositivi portable in uso tra il paziente e il Medico con l’apparecchiatura medicale, permetterà di far conoscere in tempo reale se il programma che il paziente sta eseguendo avviene in modo corretto, mandando allo specialista riabilitativo dati precisi e puntuali che ne permettano il controllo da remoto”.

Una vera rivoluzione del settore, che porterà vantaggi enormi di tempo e di denaro, oltre a garantire performance di alto livello.

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I ruoli tecnici

Il progettista avrà poi un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa realtà, come il consulente tecnologico. Ad entrambi infatti vengono affidati progetti che devono anche verificare come si sviluppa la comunicazione tra gli apparecchi e i dispositivi della IOT.

Una delle aeree più sviluppate è quella denominata “wearable Technologies. Un esempio è quello della realizzazione di un prototipo plantare, con funzione termo-riscaldante regolabile attraverso lo smartphone connesso alla rete.

Questo è solo uno dei numerosi sviluppo che le nuove tecnologie e la Iot possono sviluppare nel settore medicale.

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Tecnologia e sanità: cellule staminali placentari, nasce la startup Celularity https://www.business.it/tecnologia-sanita-cellule-staminali-placentari-nasce-la-startup-celularity/ Fri, 16 Feb 2018 10:41:21 +0000 https://www.business.it/?p=18802 La ricerca scientifica sulle cellule staminali ha determinato risultati sorprendenti. Sebbene sia ancora in una fase iniziale, dove le sperimentazioni sono al limite dell’etica e della legge, le cellule staminali continuano ad essere studiate in quanto potenzialmente straordinarie.  Infatti la Startup Celularity mira ad utilizzare queste cellule miracolose per la rigenerazione dei tessuti e degli… Leggi tutto »Tecnologia e sanità: cellule staminali placentari, nasce la startup Celularity

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La ricerca scientifica sulle cellule staminali ha determinato risultati sorprendenti. Sebbene sia ancora in una fase iniziale, dove le sperimentazioni sono al limite dell’etica e della legge, le cellule staminali continuano ad essere studiate in quanto potenzialmente straordinarie. 

Infatti la Startup Celularity mira ad utilizzare queste cellule miracolose per la rigenerazione dei tessuti e degli organi e per curare malattie come il cancro.

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ricerca-premi-gileadCosa sono le cellule staminali placentari?

Le cellule staminali embrionali sono le cellule più importanti del nostro corpo perché sono capaci di rigenerare qualsiasi altro tipo di cellula del nostro corpo e si trovano nell’embrione umano ai primissimi stadi della vita. E poi ci sono quelle placentari, contenute appunto nella placenta, un patrimonio biologico importantissimo. 

In questi anni i ricercatori di tutto il mondo hanno studiato come generare cellule specializzate. Cercano di capire come si organizzano nel creare tessuti più complessi. Uno degli obiettivi è proprio quello di cercare di riprodurle esattamente come quelle che si trovano nel nostro corpo.

La placenta, l’organo che passa nutrimento dalla madre al feto, è oggetto di studi proprio perché costituita da cellule staminali prodigiose e punto nevralgico da cui partire per sviluppare la ricerca.

Peter Diamandis, fondatore di X-prize e Singularity University, insieme al Dr. Robert Hariri, fondatore di Cellular Therapeutics, hanno creato la startup Celularity con lo scopo di utilizzare nella ricerca proprio le cellule staminali presenti nella placenta umana.

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cellule-staminali

La longevità e la salute prima di tutto

Il progresso scientifico cerca da sempre un modo per aiutare l’umanità a vivere vite più lunghe e più sane. Questa potrebbe essere la strada giusta.

Per molti anni le cellule staminali hanno posto un dilemma etico: rappresentano il cuore della vita stessa e per essere studiate nei primi momenti l’embrione stesso deve morire. Di solito la ricerca ha utilizzato embrioni già morti, ma adesso la svolta potrebbe provenire dallo studio della placenta ancora viva appena dopo il parto.

Infatti le cellule staminali placentari sono ancora più importanti di qualsiasi altra tipologia di cellule e, secondo la ricerca, queste possono essere iniettate in qualsiasi essere umano senza il rischio che il corpo le rigetti.

Peter Diamandis non è la prima volta che finanzia uno studio sulla ricerca della longevità. Nel 2014 ha co.fon dato Human Longevity Inc., associazione nata con lo scopo di concentrarsi sull’estensione della durata della vita umana.

Le cellule staminali placentari servono dunque ad implementare lo studio. Per questo la Startup Celularity sta cercando di ottenere l’approvazione dal FDA per eseguire processi e trattamenti in molteplici settori di ricerca.

A questo proposito il Dr. Hariri ha affermato a TechCrunch.com che “la medicina cellulare è intrinsecamente sicura, e il suo potenziale potrebbe avere un “enorme impatto” sulla medicina statunitense”.

Come otterranno le placente per lo studio è presto detto: tramite donazioni di chi vorrà contribuire, visto che di norma, appena dopo il parto le placente diventano materiale di scarto, come un rifiuto. Perché dunque non sfruttare questo enorme potenziale genetico per una ricerca che potrebbe essere fondamentale per l’umanità?

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innovazione campo medicoCelularity

Celularity punterà dunque su una campagna di promozione per le donazioni. Intanto ha già ricevuto 250mila dollari di finanziamento da note personalità che supportano il progetto tra cui il life coach Tony Robbins, John Sculley di Apple e Pepsi-Cola, ex partner GV e Bill Maris, che ora gestisce una nuova joint venture biotech Sezione 32.

“La nostra missione definitiva è quella di rendere 100 anni i nuovi 60, e di fornire alle persone la massima estetica, mobilità e cognizione mentre invecchiano. I 20 anni di scienza, ricerca e proprietà intellettuale avviati dal mio socio visionario Dr. Bob Hariri, sono la pietra angolare della futura rivoluzione della longevità”, ha dichiarato entusiasta Peter Diamandis.

Per settore e intraprendenza Celularity non ha rivali e con i suoi 1800 brevetti già detenuti promette di rivoluzionare la ricerca delle staminali placentari prima della concorrenza.

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Mano bionica al Policlinico Gemelli di Roma: una donna italiana recupera il senso del tatto https://www.business.it/mano-bionica-al-policlinico-gemelli-di-roma-una-donna-italiana-recupera-il-senso-del-tatto/ Wed, 24 Jan 2018 10:38:30 +0000 https://www.business.it/?p=17390 La mano bionica impiantata ad una donna italiana al Policlinico Gemelli nel giugno del 2016 ha dato prova del fatto che le ricerche in tal senso erano corrette e che è possibile sentire anche con un arto artificiale

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L’Italia, in fatto di nuove tecnologie, sta facendo importati passi in avanti. A dimostrarlo qualche giorno fa è stata la notizia dell’impianto di una mano bionica attraverso la quale una paziente ha avuto la possibilità di recuperare il senso del tatto. Questo intervento a dir poco rivoluzionario è stato effettuato al Policlinico Gemelli di Roma ed il riscontro è stato più che positivo.
Basti pensare al fatto che per ben sei mesi la paziente ha indossato l’arto impiantato non solo in laboratorio ed è riuscita a svolgere ogni genere di attività senza alcun problema.

Mano bionica: ecco come è stata impiantata

La mano bionica è stata impiantata nell’arto della paziente nel mese di giugno dell’anno 2016 da Paolo Maria Rossini, un noto neurochirurgo che lavora presso il Policlinico Gemelli di Roma. Ad aver realizzato la mano bionica è stato un team di ricercatori con a capo Silvestro Micera, un neuro ingegnere della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa oltre che del noto Politecnico della città di Losanna.
Come è facile intuire, i risultati di questa innovazione diventeranno protagonisti di una pubblicazione destinata a passare alla storia. Per quanto riguarda la dinamica dell’intervento, il chirurgo ha reso noto che i primi esperimenti sono stati messi in atto già nel 2009 e che le paziente italiana è stata la prima ad usufruire dell’impianto per ben 6 mesi e non solo all’interno dei laboratori.
Come è stato chiaramente spiegato, infatti, la donna ha condotto una vita del tutto normale, trascorrendo le proprie giornate senza curarsi troppo dell’impianto e fornendo preziose informazioni ai ricercatori in merito, appunto, all’utilizzo della mano bionica.
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Il funzionamento della mano bionica

Il meccanismo che sta alla base del funzionamento della mano bionica è semplicissimo: l’arto artificiale, infatti, è dotato di particolari sensori che riescono a rilevare tutte le informazioni necessarie per individuare la consistenza di un particolare oggetto. Tutte le informazioni reperite vengono, poi, inviate in tempo reale ad un computer presente in uno zaino che ha il compito di convertire tali dati in una lingua comprensibile da cervello.
In buona sostanza, proprio il cervello ha la possibilità di recepire uno stimolo molto simile a quello fornito dal tatto. A trasmettere i dati al cervello ci pensano degli elettrodi che vengono impiantati nel braccio. Durante i test, ad esempio, la paziente è riuscita a distinguere un oggetto duro da uno morbido ad occhi bendati. Una vera e propria rivoluzione, dunque, che consentirà a tutti i pazienti di tornare a vivere e toccare, quasi come se avessero ancora il proprio arto.
Alla paziente l’impianto è stato tolto dopo soli 6 mesi ma, stando alle dichiarazioni dello staff, l’obiettivo da raggiungere è quello di consentire ai pazienti di usufruire in maniera perpetua di questa innovazione epocale. Addirittura, pare che all’orizzonte ci sia l’idea di miniaturizzare tale tecnologia in modo tale da renderla molto più fruibile.
Quella che poteva sembrare la trama di un film di fantascienza, dunque, si è trasformata in vita reale e, pertanto, non resta altro da fare che attendere un ulteriore impulso da parte dei ricercatori al fine di consentire ad un vasto numero di pazienti di poter beneficiare di questa tecnologia grazie alla quale riuscire a tornare a sentire attraverso tutti i sensi, tatto compreso.

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Stop allo stress a lavoro: i sistemi per migliorare la vita in ufficio https://www.business.it/stop-allo-stress-a-lavoro-i-sistemi-per-migliorare-la-vita-in-ufficio/ Sun, 21 Jan 2018 06:30:41 +0000 https://www.business.it/?p=17181 Stop allo stress della vita da ufficio è l'obbiettivo che si pongono tanti smart gadget dagli occhiali anti luce blu al braccialetto antistress

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Dire stop allo stress è possibile grazie a numerosi gadget e invenzioni che consentono di migliorare la vita lavorativa. A lavoro si passa gran parte della giornata e spesso le cose posso farsi complicate tra scadenze imminenti, clienti difficili e vacanze troppo lontane. È fondamentale quindi trovare il modo di rimanere concentrati sui propri obiettivi per lavorare in modo efficace e senza stress.

Il braccialetto “antisclero”

Un innovativo strumento per dire stop allo stress è un piccolo braccialetto venuto alla luce grazie ad una raccolta fondi su Indiegogo. L’oggetto, costruito in sughero, si chiama WallBe ed è in grado di monitorare i livelli di stress del nostro organismo e di segnalare quando questi oltrepassano il punto di non ritorno ovvero quando è imminente l’arrivo di una crisi di nervi.
Per percepire il livello di stress dell’utilizzatore WallBe si serve di alcuni sensori che ricevono informazioni come il battito cardiaco, l’ora, il luogo in cui ci si trova ed addirittura le persone con cui si è in compagnia (quest’ultimo dato ottenuto dal calendario degli appuntamenti). Quando il braccialetto smart si accorge che il suo indossatore si sta innervosendo invia un messaggio allo smartphone che contiene dei consigli per rilassarsi o suggerisce delle vere e proprie tecniche di rilassamento.
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stress-lavoro-2Occhiali contro lo stress da “luce blu”

Passare molte ore davanti ad un monitor può causare diversi problemi soprattutto per gli occhi che possono irritarsi e arrivare a fine giornata stanchi e pesantemente arrossati. La situazione non migliora quando, oltre allo schermo del computer, gli occhi oscillano tra lo smartphone, il tablet ed altri dispositivi retroilluminati.
Studi scientifici hanno dimostrato che a danneggiare l’occhio è la cosiddetta “luce blu” emessa dalla gran parte dei dispositivi tecnologici e da alcuni tipi di lampadine. Questa oltre a determinare disturbi come l’insonnia, perché inibisce la produzione di melatonina che regola i cicli del sonno, a lungo andare può provocare una precoce degenerazione della retina. Una possibile soluzione per dire stop allo stress da luce blu sono dei particolari occhiali protettivi dotati di lenti, in grado di fornire una protezione selettiva da quella specifica lunghezza d’onda in cui è percepita la luce blu.
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Ergonomia e stress posturale

Armeggiare tutta la giornata lavorativa con mouse e tastiera può essere un incubo per chi soffre del tunnel carpale, una patologia dai sintomi molto fastidiosi come il formicolio alla mano e dolori al nervo mediano. La soluzione per risparmiarsi questa ulteriore fonte di stress sul lavoro è munirsi di strumenti pensati per essere più ergonomici come il mouse verticale. Questi è sviluppato in verticale con i tasti posti lateralmente e consente un’impugnatura molto più naturale per l’anatomia della mano. Abbinato ad un tappetino anti-tunnel carpale assicura grandi benefici per l’articolazione della mano.
Altro grosso “problema ergonomico” è rappresentato dalla immobilità obbligata di coloro che per lavoro sono costretti a stare seduti per molte ore. La sedentarietà è fonte di stress per la nostra schiena e più in generale per la salute dell’intero organismo. Per migliorare la situazione ci si può servire della “sedia allenante”, in pratica una fitball da pilates che abbinata ad una struttura che la tiene ferma detta “ball chair” consente di sfruttarla come una sedia da scrivania. Su quest’ultima però la schiena e gli addominali sono costretti a “lavorare” per mantenere stabile il corpo e ciò migliora la postura.

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IBM Watson: 4 modi in cui l’intelligenza artificiale cambierà il settore della sanità https://www.business.it/ibm-watson-4-modi-in-cui-lintelligenza-artificiale-cambiera-il-settore-della-sanita/ Sun, 21 Jan 2018 06:30:33 +0000 http://www.business.it/?p=17027 Uno dei principali campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale è senza dubbio il settore medico e della sanità. Uno spunto interessante lo ha fornito la General manager di IBM Watson Health Deborah DiSanzo,  durante la recente conferenza annuale del settore organizzata da J.P. Morgan. La DiSanzo ha difatti illustrato 4 aree di studio evidenziando i progressi… Leggi tutto »IBM Watson: 4 modi in cui l’intelligenza artificiale cambierà il settore della sanità

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Uno dei principali campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale è senza dubbio il settore medico e della sanità.

Uno spunto interessante lo ha fornito la General manager di IBM Watson Health Deborah DiSanzo,  durante la recente conferenza annuale del settore organizzata da J.P. Morgan. La DiSanzo ha difatti illustrato 4 aree di studio evidenziando i progressi fatti grazie all’Artificial Intelligence.

Migliorare la gestione dell’assistenza sanitaria

In pratica vige la legge di Pareto: il 20% dei pazienti negli Stati Uniti solitamente produce l’80% dei costi totali dell’assistenza sanitaria. Si tratta di pazienti che hanno elevati fabbisogni di assistenza per i quali è necessario delineare strategie efficaci.

Il sistema di gestione IBM Watson fornisce assistenza agli addetti ai lavori elaborando grandi quantità di dati più o meno strutturati relativi alle necessità di medicinali, agli standard qualitativi e alle normative. Ci sono circa 150.000 pazienti che sono assistiti con il sistema IBM Care Manager che utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione dell’assistenza sociale e per migliorare la “behavioral health”.

IBM-Watson 2Accelerare la scoperta di nuovi farmaci

Il “time to market” di un farmaco richiede all’azienda farmaceutica circa 10 anni. Una grande percentuale di farmaci in fase sperimentale non arriva a essere lanciato sul mercato e IBM Watson ha lanciato un iniziativa insieme al colosso Pfizer per accelerare questo processo, con un progetto specificatamente condotto nell’area oncologica.

La divisione ricerca e sviluppo ha utilizzato l’AI di IBM Watson per classificare 1.500 proteine utilizzando degli algoritmi predittivi con lo scopo di valutare la loro associazione con la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), conosciuta anche con il nome di morbo di Lou Gehrig.

Delle prime 10 proteine top classificate da IBM Watson, ben 8 sono state provate avere un associazione con la malattia neuro-degenerativa, e ben 5 di queste non erano in realtà mai state correlate al terribile morbo.

Come ha raccontato la DiSanzo, questo è stato possibile grazie al fatto che IBM Watson ha reso visibili dei dati “invisibili” all’occhio umano. I ricercatori incontrano enormi difficoltà a gestire le notevoli quantità di dati generati da IBM Watson e, per tale motivo, l’intelligenza artificiale ed il “deep learning” è stato ideato per elaborare più rapidamente le crescenti informazioni provenienti dagli studi rendendoli maggiormente fruibili. Un esempio di come la tecnologia abbia il potenziale per facilitare il lancio di  nuovi preziosissimi farmaci sul mercato in modo molto più veloce che nel passato.

Identificare trattamenti per i tumori

DiSanzo ha citato uno studio degli Ospedali Manipal, in India, dove IBM Watson per l’oncologia ha raccomandato dei trattamenti per il 93% di ben 638 casi di tumore al seno. Evidentemente IBM Watson non può produrre raccomandazioni in autonomia, ma l’intelligenza artificiale è in grado di migliorare la coerenza e la qualità dell’assistenza nei casi di cancro in modo più rapido, permettendo ai medici di dedicare più tempo alla cura dei pazienti.

L’utilizzo dell’intelligenza Artificiale sta crescendo in modo esponenziale se si pensa che, nel 2015, solo un’organizzazione ospedaliera ne faceva utilizzo, nel 2016 erano 8 gli ospedali dotati di sistemi di AI mentre oggi la tecnologia è stata implementata in ben 155 ospedali e centri medici. Inoltre, la DiSanzo ha fatto notare come oggi IBM Watson ha istruito la “macchina” ad analizzare un numero maggiore di patologie tumorali.

Un altro studio menzionato dalla DiSanzo è stato condotto dall’UNC Lineberger Comprehensive Care Center.

Questo studio è stato utilizzato per analizzare i dati sequenziali relativi ai tumori. L’analisi ha provato che la tecnologia che sfrutta l’intelligenza artificiale ha avuto un grado di accuratezza pari al 99% nell’identificare trattamenti raccomandati dalla commissione per i tumori. Soprattutto ha permesso di scoprire informazioni cliniche processabili che non erano state identificate dai medici “umani”.

IBM-Watson-intelligenza-artificiale-sanitaMettere in relazione i pazienti con i test clinici

Una delle difficoltà più sottovalutate quando si parla di sviluppo di farmaci è legata all’identificazione dei pazienti che possiedono i requisiti giusti per i vari test clinici. Una cosa particolarmente impegnativa specie se relativa ai farmaci per combattere i tumori, considerando che esistono oltre 1.000 immunoterapie in fase di sviluppo, molte delle quali in fase avanzata di test pre-clinici.

Il sistema IBM Watson’s Clinical Trial Matching (CTM) serve proprio a eliminare il bisogno di incrociare manualmente i criteri di registrazione dei test clinici con i dati medici dei pazienti. Questo avviene, nuovamente, utilizzando l’intelligenza artificiale per leggere e comprendere i dati e quindi associare efficacemente pazienti e studi clinici.

DiSanzo ha evidenziato gli impressionanti risultati ottenuti dal sistema. Utilizzando la tecnologia di Intelligenza Artificiale si è ottenuta una riduzione dei tempi di attesa del pre-screening del 78% durante un periodo di testing di 16 settimane, eliminando automaticamente il 94% dei pazienti che non risultavano in linea con i requirement dei “clinical trial”.

Risultati che consentono una registrazione più rapida degli studi clinici, che di conseguenza può velocizzare anche il lancio di nuovi farmaci sul mercato.

La divisione “healthcare” di IBM rappresenta circa un quarto del fatturato totale dell’azienda e la crescita è stata consentita proprio grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Una cifra importante con un potenziale enorme che rappresenta un plus anche per chi ha intenzione di fare un investimento saggio e oculato. Il valore delle azioni di IBM è scambiato a meno di 12 volte i ricavi attesi e paga dividendi attraenti (circa il 3,7% al momento in cui scriviamo).

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Il business del miglioramento della salute globale secondo Bill Gates https://www.business.it/il-business-del-miglioramento-della-salute-globale-secondo-bill-gates/ Sat, 13 Jan 2018 06:33:38 +0000 http://www.business.it/?p=16673 Il numero uno di Microsoft Bill Gates è noto alle cronache non solo per il suo acume e i suoi miliardi, ma anche per il contributo costante verso la ricerca scientifica. Da filantropo e fondatore di numerose associazioni per combattere malattie mortali come l’Aids, Gates è un attivo sostenitore del capitalismo creativo, ovvero lo sviluppo… Leggi tutto »Il business del miglioramento della salute globale secondo Bill Gates

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Il numero uno di Microsoft Bill Gates è noto alle cronache non solo per il suo acume e i suoi miliardi, ma anche per il contributo costante verso la ricerca scientifica.
Da filantropo e fondatore di numerose associazioni per combattere malattie mortali come l’Aids, Gates è un attivo sostenitore del capitalismo creativo, ovvero lo sviluppo di un progresso tecnologico che tenga conto di portare benessere e crescita globale oltre al mero profitto.

Gates crede fermamente che ci sia bisogno di aiutare le popolazioni povere e bisognose, perché è dalle aree più difficili che bisogna partire per incentivare benefici e salute del mondo intero.

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Pochi giorni fa ha scritto sul suo blog un testo estremamente interessante sul miglioramento della salute globale. Gates parla di ciò che è stato fatto e di ciò che è ancora necessario fare per produrre risultati concreti.

Con la sua onlus Bill e Melinda Gates Foundation, creata insieme alla moglie nel 2000, l’uomo più ricco del mondo ha già aiutato centinaia di persone a combattere malattie, malnutrizione, povertà e analfabetismo.

Più profitti, più vite salvate

Cosa cerca di spiegare Gates che già non sappiamo? Semplice: la ricerca privata può trarre profitti sul mercato attivando una politica che promuova la salute globale. Ecco le sue parole tratte dal discorso tenuto all’Healthcare Conference annuale di San Francisco:

“È vero che la ricerca scientifica di base finanziata dal governo fa luce su percorsi promettenti per i progressi della salute.

La filantropia può aiutare a coltivare le migliori idee attraverso la scoperta e lo sviluppo, e bilanciare l’equazione rischio-rendimento per i partner del settore privato.

Ma l’industria ha le competenze, l’esperienza e la capacità necessarie per trasformare le scoperte in prodotti commercialmente validi.

Il fatto è che la salute globale ha bisogno del settore privato. E, francamente, il settore privato ha molto da guadagnare dal perseguire conquiste nella salute globale.

Nei prossimi decenni, le economie in via di sviluppo continueranno ad espandersi. Entro il 2050, la popolazione dell’Africa supererà il doppio di quasi 2,5 miliardi. Questo è più del doppio della popolazione prevista negli Stati Uniti e in Europa.

Ma non dobbiamo aspettare 20 o 30 anni. Anche nel breve periodo, l’impatto e i guadagni non si escludono a vicenda per il settore privato”.

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A Gates sta a cuore la salute dei pianeta così come l’economia e lo sviluppo.
Per questo difende la filantropia e giudica più che mai azzeccata la decisione di investire, oggi, nella ricerca scientifica perché questa può aprire strade commercialmente importanti e salvare milioni di vite.

Inoltre crede che il business del miglioramento della salute globale possa avvenire solo se accorciamo il disequilibrio esistente tra paesi poveri e paesi ricchi:
Non riesco a pensare a uno scopo più nobile che a cancellare il divario tra coloro che soffrono l’inesorabilità della malattia e della povertà – e quelli di noi che godono di buona salute e prosperità.

Raggiungere l’equità della salute nella nostra vita non è solo una possibilità. È un imperativo, perché tutti, indipendentemente da dove vivono, meritano la possibilità di vivere una vita sana e produttiva“. 

Se lo dice Bill Gates, possiamo crederci. Senza riserve.
Bill-Gates

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La ricerca sull’Alzheimer dice addio al finanziatore Pfizer https://www.business.it/la-ricerca-sullalzheimer-dice-addio-al-finanziatore-pfizer/ Thu, 11 Jan 2018 06:30:32 +0000 http://www.business.it/?p=16465 La notizia può aver scioccato la massa, ma non gli addetti ai lavori che già da tempo attendevano una conferma. La nota multinazionale farmaceutica Pfizer ha messo uno stop al finanziamento della ricerca sulle malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson. Perché questo taglio? La casa farmaceutica ha deciso di indirizzare la maggior parte degli investimenti… Leggi tutto »La ricerca sull’Alzheimer dice addio al finanziatore Pfizer

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La notizia può aver scioccato la massa, ma non gli addetti ai lavori che già da tempo attendevano una conferma. La nota multinazionale farmaceutica Pfizer ha messo uno stop al finanziamento della ricerca sulle malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson.

Perché questo taglio? La casa farmaceutica ha deciso di indirizzare la maggior parte degli investimenti su aree specifiche, dove già gode di una leadership importante. Le patologie neurodegenerative non hanno dato, al contrario, i frutti sperati nonostante grosse somme di sovvenzionamenti per una ricerca dedicata che dura da più di un decennio.

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Cosa succede nel concreto?

I tagli riguarderanno il personale, verranno a mancare circa 300 posti di lavoro nelle sedi dislocate di Cambridge, Groton e Andover.

La notizia, come previsto, ha gettato nello sconforto più totale le associazioni di pazienti dei malati di Alzheimer, che si sentono abbandonati e delusi dal taglio ai fondi per la ricerca.

Tutti sanno infatti che non si registrano sviluppi positivi da un po’ di tempo a questa parte, ma sarebbe forse necessario investire in nuovi approcci, vista la scarsità di risultati raggiunti finora.

Nel comunicato ufficiale rilasciato dalla Pfizer si legge la consapevolezza di un settore che necessita di continui studi e ricerche : “Riconosciamo che la neuroscienza è un’area di enorme bisogno insoddisfatto per i pazienti e intendiamo creare un fondo di venture capital dedicato per sostenere gli sforzi continui di avanzamento sul campo».

La nave non si abbandona del tutto, ma il cambiamento di rotta fa sperare in nuovi approcci e nuove strade non ancora intraprese. D’altra parte la resa della casa farmaceutica americana ha portato la consapevolezza che manca una vera e propria informazione di massa sull’argomento. Per questo l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) è corsa ai ripari adottando un Piano Globale di Azione sulla Risposta di Salute Pubblica alla Demenza 2017-2025. Perché?

Il ruolo dei governi

I nostri governi hanno bisogno di creare un settore specifico della sanità che informi chiaramente  e tempestivamente i cittadini su quali come diminuire i rischi, e come, una volta colpiti dalla patologia, sfruttare diagnosi precoci, assistenza e ricevere supporto alle famiglie dei pazienti.

Inoltre, se la Pfizer molla la presa, altre multinazionali come Roche, Eisai e Boehringer sono impegnate in sperimentazioni che promettono risultati sulle malattie neurodegenerative entro il 2023. Se infatti la Pfizer ha deciso di tagliare i fondi per pura strategia aziendale, in quanto riteneva non proficuo l’investimento iniziale, ci hanno pensato altre case farmaceutiche a puntare tutto su un approccio sicuramente più radicale, che si focalizza sulle fasi prodromiche della malattie. Purtroppo infatti, se la patologie viene scoperta a fase avanzata, si può ancora fare poco.

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Perché è così importante investire sulla ricerca delle malattie neurodegenerative?

Si tratta della piaga del millennio: nel mondo ogni 3 secondi, c’è un nuovo caso di demenza. Ciò si ripercuote sia sul sistema nazionale sanitario di ogni paese colpito, sia sull’intera società. Occorre un piano d’azione immediato ed efficace.

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Viagra farmaco da banco: GB prima al mondo, guerra alla contraffazione online https://www.business.it/viagra-farmaco-da-banco-gb-prima-al-mondo-guerra-alla-contraffazione-online/ Sat, 09 Dec 2017 06:29:42 +0000 http://www.business.it/?p=15661 Con il Viagra farmaco da banco l'UK punta a ridurre le insidie degli acquisti online. Tuttavia dimentica che il farmaco ha delle controindicazioni e che solo un medico può valutare se è adatto ad un paziente.

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Internet e ricetta addio: Gran Bretagna rivoluziona la vendita del Viagra

Il Viagra farmaco da banco è realtà. La Medicines and Healthcare products Regulatory Agency dopo molto tempo ha deciso di riclassificare il prodotto. Dalla prossima primavera, la Gran Bretagna sarà il primo Paese al mondo a metterlo in vendita nelle farmacie senza l’obbligo di presentare la ricetta medica come accade in Italia.
La misura rivoluzionaria punta soprattutto a combattere la vendita del prodotto sul web, dove le pratiche di contraffazione sono molto diffuse e mettono seriamente a rischio la salute delle persone. I cittadini britannici potranno così acquistare in tutta sicurezza la famosa pillola blu dal negozio di fiducia, senza rischiare che contenga veleno per topi come è accaduto di recente.
Tutti (o quasi) potranno averla in maniera estremamente semplice e veloce, ma con i dovuti accorgimenti. L’Agenzia ha diramato un comunicato sottolineando che il richiedente dovrà prima confrontarsi con il proprio farmacista. Questi verificherà se il trattamento è adatto a lui oppure se debba richiedere la consulenza del medico curante.

Ecco chi dovrà rinunciare al “Viagra Connect”

Il Viagra farmaco da banco conterrà 50 mg di principio attivo e si chiamerà “Viagra Connect”, un nome accattivante, ma che non riuscirà a conquistare tutti. L’Agenzia britannica ha individuato alcune categorie di persone che potranno acquistare e assumere il medicinale solo sotto la supervisione di un medico.
Il Viagra farmaco da banco sarà vietato innanzitutto a quelli che soffrono di gravi problemi cardiovascolari oppure cardiaci, di insufficienza epatica o renale, nonché a coloro che stanno assumendo farmaci con cui potrebbe interagire. Per loro non cambierà nulla e la prescrizione medica continuerà ad essere obbligatoria.
L’Agenzia ritiene inoltre che la maggiore disponibilità della pillola blu farà sì che gli uomini in futuro si affidino al sistema sanitario invece che al web. In questo modo saranno messi al riparo dai tanti venditori online che operano illegalmente, commercializzando prodotti contraffatti e pericolosi per la salute.

In Italia mercato forte ma 80% delle confezioni contraffatte

La notizia del Viagra farmaco da banco ha fatto il giro del mondo, generando entusiasmo per la misura britannica contro le insidie online. Tuttavia non mancano i critici, perplessi della nuova soluzione di vendita che potrebbe rivelarsi pericolosa quanto la contraffazione.
Tra essi figura il presidente della Società Italiana di Andrologia, Alessandro Palmieri, convinto che il metodo italiano sia il migliore perché consente l’acquisto del farmaco solo con prescrizione e sotto controllo medico. Palmieri fa riferimento alle sue controindicazioni, che vanno ben ponderate nonostante siano poche. A suo avviso un farmacista non conosce nel dettaglio la situazione di un paziente e non sa valutare se possa assumere o meno la pillola senza rischi.
Il problema del Viagra contraffatto interessa anche l’Italia, dove l’80% delle confezioni sequestrate riguarda questo farmaco e la Guardia di Finanza combatte assiduamente i siti illegali. Il mercato del prodotto è consistente, tanto che aveva un giro di affari di 73 milioni di euro prima del 2013, quando sono stati introdotti i generici. Solo qualche giorno fa è giunto alla scadenza il brevetto del Cialis, primo concorrente del Viagra. Secondo l’esperto i generici favoriscono l’acquisto da parte dei pazienti e portano all’uso incontrollato del prodotto.

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Ridurre lo smog, ecco le nuove tecnologie per ridurre l'inquinamento https://www.business.it/ridurre-lo-smog-ecco-le-nuove-tecnologie-per-ridurre-linquinamento/ Sat, 18 Nov 2017 06:30:32 +0000 http://www.business.it/?p=14567 Ridurre lo smog, le novità sorprendono tutti. Dalla pittura che assorbe lo smog fino al combustibile ricavato dall'inquinamento, ecco i modi per poter abbattere le emissioni di CO2

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4. Airlite, la nuova vernice green

Una vernice che può ridurre l’inquinamento di circa l’80%. L’invenzione è tutta italiana e permette di risolvere il problema dell’inquinamento. L’obiettivo di ridurre lo smog è uno degli obiettivi principali delle nuove start up italiane e Airlite è una tecnologia che facilita l’assorbimento dell’inquinamento in una percentuale davvero elevata. L’idea nasce dalla necessità di limitare al meglio le impurità nell’aria, ma l’intento richiama anche il basso impatto energetico. Infatti Airlite ha un alto potere riflettente, in grado di poter riflettere le radiazioni infrarosse. In questo modo si avrà una stanza meno calda durante il periodo estivo. Il progetto è stato anche utilizzato dalla ditta svedese Ikea nella progetto Ikea Loves Earth: 21 artisti hanno utilizzato la vernice per poter realizzare le proprie opere.
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3. Ridurre lo smog grazie ad una pubblicità

The Breat è una nuova tecnologia che permette di ridurre lo smog. L’Università Politecnica delle Marche ha partecipato allo sviluppo di questo tessuto in grado di poter assorbire e distruggere le molecole inquinanti. Questa tecnologia viene appunto utilizzata per poter creare delle pubblicità ecologiche. I teloni su cui viene stampato il motto pubblicitario scelto vengono apposti su cantieri, ponteggi e in luoghi in cui l’inquinamento rischia di aumentare vertiginosamente. L’assorbimento è davvero incredibile: 12.700 metri quadrati di tessuto, in una città come Milano, possono assorbire il biossido d’azoto di 1.8 milioni di vetture. The Breath, utilizzato nel modo giusto, può risolvere la questione inquinamento in maniera davvero efficace.

2. Un giardino verticale per poter ridurre lo smog

Purificare l’aria e ridurre lo smog direttamente con un bosco artificiale in città. Il verde, si sa, aiuta a ridurre notevolmente l’impatto delle emissioni di CO2. L’obiettivo è quello di installare dei pannelli verticali che permettono di avere un impatto positivo sull’aria. La tecnologia si chiama CityTree e contiene muschi e licheni in grado di assorbire al meglio le particelle inquinanti. All’interno ci sono delle bocchette d’aria che facilitano la purificazione dell’aria. L’alimentazione avviene tramite l’utilizzo di pannelli solari, i quali permettono di velocizzare il processo di filtrazione. Anche i materiali di costruzione sono stati scelti appositamente per rispettare l’ambiente: ogni elemento viene creato grazie a materiale riciclato e potrebbe davvero rivoluzionare il verde presente all’interno delle grandi metropoli.
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1. L’inquinamento in combustibile, il nuovo modo per ridurre lo smog

La tecnologia ha fatto passi da gigante, soprattutto per quanto riguarda l’obiettivo di ridurre lo smog. Una start up canadese ha deciso di sperimentare una tecnologia che trasforma la CO2: il progetto si chiama Carbon Engineering ed è attualmente in prova in una fabbrica situata a Squamish, uno Stato situato ad ovest negli Stati Uniti d’America. Tutta l’aria che viene filtrata viene confluita in una soluzione liquida che presenta un’alta percentuale di anidride carbonica. Questo processo permette di avere uan CO2 più purificata che può essere trasformata in combustibile. Un modo davvero unico per poter avere una soluzione davvero innovativa. Un progetto che anche lo stesso Bill Gates ha deciso di finanziare e portare avanti, per poter risolvere le incombenze legate all’ambiente.
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La cura per i tumori esiste ed è racchiusa in una molecola: eccezionale scoperta di un team italiano https://www.business.it/la-cura-per-i-tumori-esiste-ed-e-racchiusa-in-una-molecola-eccezionale-scoperta-di-un-team-italiano/ Thu, 09 Nov 2017 06:30:03 +0000 http://www.business.it/?p=14109 La cura per i tumori potrebbe chiamarsi IL-1R8, la molecola che sembra frenarne lo sviluppo. Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto dal gruppo di ricerca di Alberto Mantovani, dell’Istituto Humanitas di Milano

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Team italiano scopre la molecola che rallenta i tumori

La cura per i tumori è più vicina e potrebbe stare in una molecola, denominata con la sigla IL-1R8. Nell’eccezionale scoperta scorre sangue italiano, essendo stata fatta da un team di ricercatori coordinato dal prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano. Lo studio, finanziato dall’Airc – Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro, è stato di recente pubblicato su Nature, prestigiosa rivista americana a carattere scientifico.
Alla luce delle analisi effettuate, secondo i ricercatori il nostro sistema immunitario funziona come un’automobile. Sembrerebbe essere dotato sia di acceleratori che si attivano in presenza di aggressioni esterne, facendogli guadagnare velocità, sia di freni per impedirgli di perdere il controllo della strada e andare a sbattere. Tuttavia, usandoli troppo, la macchina potrebbe fermarsi. Alcune cellule immunitarie si comporterebbero in maniera simile di fronte alla presenza di un tumore: frenano e, in tal modo, fanno sì che le cellule malate abbiano la completa libertà di espandersi e dare origine alle metastasi.
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cura per i tumori

L’importanza della nuova scoperta nella cura per i tumori

Allo stato attuale, la cura per i tumori più avanzata è costituita dall’immunoterapia. Se in passato i malati di cancro morivano in genere dopo alcuni mesi, grazie ad essa, oggi possono sopravvivere anche 10 anni. Questa terapia innovativa permette infatti di tenere sotto controllo i tumori da cui è più difficile guarire, come il melanoma. Lavora affinché il sistema immunitario sblocchi i freni che lo rallentano, così da riuscire a distruggere da solo le cellule cancerose.
Per ora l’immunoterapia è in grado di neutralizzare il Pd1/Pdl1 e il Ctl4, 2 tipi di dispositivi frenanti dei linfociti T, cellule che fanno parte del sistema di difesa dell’organismo. Il team coordinato dal prof. Mantovani è riuscito a scoprire un altro “freno”, appunto la molecola IL-1R8, che si trova in altre cellule del sistema immunitario, denominate Natural Killer (nate per uccidere). Esse sono presenti in grande quantità in diversi organi, dal fegato ai polmoni, che vengono spesso intaccati dalle metastasi. La scoperta è di cruciale importanza perché riattivando le cellule killer “per mestiere” si potrebbero concepire nuove soluzioni terapeutiche per combattere le metastasi presenti in questi organi.
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Un grande team italiano che continua a studiare

Il gruppo del prof. Alberto Mantovani non ha intenzione di sospendere le ricerche per scoprire la cura per i tumori, ma continua a lavorare a tempo pieno. Attualmente sta continuando gli studi con la speranza e l’obiettivo di fornire presto ulteriori novità in merito, e questo grazie anche al prezioso contributo di donne e giovani ricercatori.
Il motore della recente scoperta è costituito dalla coppia “senior” formata dallo stesso prof. Mantovani e dalla ricercatrice Cecilia Garlanda dell’Istituto Humanitas di Milano, con la collaborazione di Angela Santoni dell’Università di Roma La Sapienza. Tuttavia, i primi autori a firmare lo studio sono 2 scienziati molto giovani, Martina Molgora e Eduardo Bonavita, entrambi dottorandi di ricerca, e da poco insigniti del prestigioso Mit Award. L’ambita onorificenza volta a premiarne i risultati, e che rende il nostro Paese orgoglioso, è stata conferita loro nientemeno che dal Massachusetts Institute of Technology di Boston, una delle università più rinomate degli Stati Uniti e di tutto il mondo.
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Come sarà l'influenza 2017/2018 e come curarla con il vaccino https://www.business.it/come-sara-linfluenza-20172018-e-come-curarla-con-il-vaccino/ Sun, 05 Nov 2017 06:29:17 +0000 http://www.business.it/?p=14025 I presidi medici sono pronti per contrastare l'influenza, il cui picco è previsto per Natale. L'OMS e il Ministesto della Salute raccomandano la somministrazione del vaccino con 3 ceppi di virus o il tetravalente

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L’influenza del prossimo inverno

L’influenza del prossimo inverno 2017/2018 è alle porte. A partire da metà ottobre è stato già messo in moto il cosiddetto sistema di sorveglianza, che fa capo sia ai medici di famiglia che ai pediatri. Sono questi che, dietro le direttive del Ministero della Salute, cominceranno a segnalare i casi simil influenzali e a inviare ai presidi ospedalieri locali alcuni campioni, perché vengano analizzati e definiti.
In attesa dell’esordio dei primi casi, si prevede che almeno 10 milioni di italiani saranno interessati dai virus simil influenzali, mentre saranno circa la metà quelli colpiti dall’influenza vera e propria. Come ogni anno il Ministero della Salute invita ad attuare tutte quelle misure di prevenzione, per evitare quanto possibile di ammalarsi con l’influenza stagionale.
Le misure d’igiene consigliate sono quelle di riguardarsi coprendosi bene per evitare di inalare aria fredda, di non frequentare luoghi troppo affollati, umidi e con poco ricambio d’aria. Il freddo insieme all’umidità crea l’ambiente ideale per la diffusione di uno o più virus dell’influenza stagionale.
Nei casi in cui il sistema immunitario sia indebolito è bene integrare vitamina C e seguire una dieta equilibrata, mangiando più porzioni al giorno di frutta e verdura di stagione.
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I sintomi dell’influenza stagionale

Non sono ancora stati registrati i primi casi di influenza stagionale, il cui picco è previsto per fine dicembre, intorno a Natale.
I sintomi per definire un caso influenzale sono quelli consueti con febbre alta, che superi i 38° e si protragga per più giorni, ma anche stanchezza, dolori muscolari e affezioni del tratto respiratorio (mal di gola, tosse con espettorato, muco e raffreddore).
In taluni casi l’influenza stagione può essere diagnosticata anche con un’analisi di campioni ematici in laboratorio.
Per quanto riguarda altre manifestazioni con virus simil influenzali, questi riguardano infezioni virali o batteriche, i cui sintomi sono più lievi.
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La vaccinazione

Anche quest’anno ci sarà una campagna di vaccinazioni per contrastare l’influenza stagionale. L’avvio è previsto dal mese di ottobre e sarà valida fino a tutto novembre e per la prima settimana di dicembre. Dovrà quindi anticipare la comparsa dei primi casi influenzali, in modo da avere una buona schermatura contro gli stessi.
Quest’anno i vaccini avranno la componente di ben 3 virus, che sono l’H1N1, l’H3N2 e il B/Brisbane/60/2008. Sono quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità anche se, per avere una copertura più che ottimale, si consiglia quello tetravalente. In particolare il virus H1N1 quest’anno avrà una nuova variante, che riporta la sigla di pdm09 del 2015 e che andrà a sostituire quello del ceppo A del 2009.
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Altre informazioni sui virus

Le raccomandazioni sulla somministrazione del vaccino tetravalente riguardano il tipo di influenza che si attende e che sarà dovuta a una serie di virus.
La previsione, infatti, parla di un’evoluzione continua e che solo in parte può essere prevista. Ecco perché lo spettro per contrastare questa nuova influenza deve essere quanto mai esteso, in previsione della presenza di altre forme influenzali non ancora riscontrate.
In linea di massima i patologi non prevedono che l’influenza stagionale di quest’anno si presenti in forma non aggressiva. Il vaccino è ovviamente raccomandato soprattutto per le fasce deboli, quali bambini, anziani, cardiopatici e coloro che sono debilitati da patologie pregresse autoimmuni o da traumi fisici, compresi gli interventi chirurgici.
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Gilead Sciences premia la ricerca medico scientifica, sociale e tecnologica https://www.business.it/gilead-sciences-premia-la-ricerca-medico-scientifica-sociale-e-tecnologica/ Thu, 19 Oct 2017 05:00:08 +0000 http://www.business.it/?p=13563 Tre bandi significativi nei settori Fellowship Program, Community Award e Digital Heralth Program hanno premiato 66 progetti che hanno dimostrato di saper conoscere, prevenire e combattere le malattie infettive. Promossi dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences, i vincitori dell’ultima edizione sono stati premiati all’istituto ciechi di Milano e hanno vinto una cifra complessiva che supera il… Leggi tutto »Gilead Sciences premia la ricerca medico scientifica, sociale e tecnologica

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Tre bandi significativi nei settori Fellowship Program, Community Award e Digital Heralth Program hanno premiato 66 progetti che hanno dimostrato di saper conoscere, prevenire e combattere le malattie infettive.
Promossi dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences, i vincitori dell’ultima edizione sono stati premiati all’istituto ciechi di Milano e hanno vinto una cifra complessiva che supera il milione e mezzo di euro.
Cosa viene premiata? La ricerca medico scientifica, sociale e tecnologica, che si pone all’avanguardia in progetti atti a migliorare la vita di pazienti affetti da malattie infettive gravi o patologie oncoematologiche.
Durante le precedenti sei edizioni sono stati vinti altri 6 milioni di euro, cifre ragguardevoli per un totale di 327 progetti premiati, presentatati da 260 ricercatori e associazioni di pazienti.

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ricerca premi gilead

Eurisko: l’indagine su cosa pensano gli italiani riguardo la ricerca scientifica

La premiazione è stata anche il contesto nel quale si è presentata un’indagine condotta da Gfk Eurisko. La ricerca riguarda la percezione degli italiani sulla ricerca medico-scientifica. Cosa ne pensano? Hanno un’opinione positiva o negativa?
Secondo i dati dello studio è emerso che 7 italiani su dieci ritengono che sia utile e 6 su dieci che migliorerà significativamente la situazione generale dei pazienti, sia per quanto riguarda la cura che la qualità di vita in generale.
Uno studio quindi che porta a credere che esista molta fiducia nella ricerca medico-scientifica, anche se i dati possono migliorare.
Numeri negativi arrivano invece dall’ambito delle donazioni: è stato infatti mostrato che i donatori sono calati sensibilmente negli ultimi 12 anni, arrivando a toccare  la cifra di 6 milioni in meno. Forse perché le stesse associazioni pazienti sono poco conosciute, ragion per cui esiste poca consapevolezza della richiesta reale di sangue.
Poco conosciuta risulta anche il settore delle malattie infettive.

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ricerca premi gilead

Il commento di Confalone, general manager di Gilead Sciences Italia, e di Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Tor Vergata

Sull’argomento malattie infettive interviene Massimo Andreoni, membro delle commissioni giudicatrici dei tre bandi e professore ordinario di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma: “In uno scenario in cui le risorse private e pubbliche sono sempre più scarse e dove permane un pregiudizio verso le patologie infettive, l’iniziativa promossa da Gilead costituisce certamente una boccata d’ossigeno per la ricerca medico-scientifica e per le comunità di pazienti del Paese”.
Infine, Valentino Confalone conclude affermando la sua soddisfazione: “Siamo orgogliosi di promuovere da 7 anni questi 3 bandi che hanno portato a risultati davvero importanti.  E’ un’iniziativa che rispecchia ciò che siamo e ciò in cui crediamo da trent’anni: la ricerca di terapie innovative per migliorare la salute e la qualità di vita di milioni di pazienti in tutto il mondo“.

Fonte: adnkronos

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Aria inquinata? È uno dei più grandi problemi dell'Italia https://www.business.it/aria-inquinata-e-uno-dei-piu-grandi-problemi-dellitalia/ Sun, 15 Oct 2017 05:30:13 +0000 https://www.business.it/?p=13384 I dati che arrivano dalle organizzazioni che si occupano di tutela della salute e di inquinamento sono allarmanti, ma soprattutto non lasciano molto spazio all’interpretazione visto che sono concordanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno a causa dell’inquinamento muoiono prematuramente, cioè in giovane età, 3 milioni di persone. Le stime dell’Agenzia Europea per l’Ambiente… Leggi tutto »Aria inquinata? È uno dei più grandi problemi dell'Italia

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I dati che arrivano dalle organizzazioni che si occupano di tutela della salute e di inquinamento sono allarmanti, ma soprattutto non lasciano molto spazio all’interpretazione visto che sono concordanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno a causa dell’inquinamento muoiono prematuramente, cioè in giovane età, 3 milioni di persone.
Le stime dell’Agenzia Europea per l’Ambiente dicono che nel solo 2014 a causa delle emissioni di ossidi di azoto, particolato fine e ozono, quindi inquinamento urbano, ci sono stati 500.000 decessi. Un numero maggiore rispetto alle morti dovute agli incidenti stradali di ben 20 volte.
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L’inquinamento in Italia

Come si pone l’Italia in questo scenario? Purtroppo non bene perché i dati sono peggiori rispetto a Paesi più industrializzati del nostro e quindi in teoria con maggiori emissioni inquinanti. Siamo, infatti, il paese europeo con il maggior numero decessi causati dall’aria inquinata e con dati molto più elevati rispetto a Regno Unito, Francia e Germania.
Se in Italia si registrano 1500 morti ogni milione di abitanti, in Germania se ne registrano 1100 , mentre nel Regno Unito e nella Francia appena 800.
A rendere le città italiane così inquinate e poco vivibili vi è il costante aumento di traffico, infatti, se anche le auto oggi adoperano elevate tecnologie, l’aumento del numero di auto va ad azzerare i benefici ottenuti da veicoli sempre meno inquinanti.
A ciò deve aggiungersi che la crisi economica ha portato l’Italia ad avere un parco auto vecchio, anche nel caso dei mezzi di trasporto pubblici che, oltre ad essere insufficienti e quindi a indurre le persone a rinunciare al trasporto pubblico, sono anche inquinanti. Non solo auto, perché anche la cattiva abitudine di riscaldare eccessivamente case ed uffici porta ad un aumento dell’aria inquinata dovute ai combustibili tra cui legna e pellet.
Non va meglio per quanto riguarda il settore industriale in cui molte imprese rinunciano ad adottare sistemi di ultima generazione per ridurre l’inquinamento.
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Ridurre l’inquinamento si può

Cosa si potrebbe fare per migliorare la qualità della vita e soprattutto per ridurre i decessi causati dall’aria inquinata? Le possibilità sono tante e da uno studio realizzato dalla “Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile“, insieme all’Enea e al gruppo “Ferrovie dello Stato” ha tracciato una linea da seguire.
Tra gli interventi che potrebbero aiutare a migliorare la qualità dell’aria vi è proprio l’obiettivo di ridurre il parco auto incentivando l’uso di mezzi pubblici, ovviamente per fare questo è necessario che il sistema di trasporto funzioni, cioè che viaggiare sui mezzi pubblici sia un piacere grazie ad un numero sufficiente di corse, un ampio raggio raggiunto dai servizi e puntualità.
Un aiuto potrebbe arrivare anche dalla scelta e dall’incentivazione dell’acquisto di auto ibride, cercando, invece, di disincentivare l’acquisto di mezzi diesel che sono altamente inquinanti ma scelti a causa del minor costo del carburante. Molto importante è anche rispettare i limiti previsti per i riscaldamenti degli ambienti, infatti impostare una temperatura eccessivamente elevata porta maggiore inquinamento oltre a uno spreco di denaro.
Essenziale è ridurre l’uso di azoto nelle coltivazioni e negli allevamenti, ciò attraverso una migliore gestione dei reflui. Infine, resta la necessità di contenere l’inquinamento prodotto da industrie. Come si vede molti comportamenti coinvolgono le scelte dei singoli individui, proprio per questo ognuno ha potere di migliorare la qualità della vita di tutti con piccoli gesti quotidiani.

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Intolleranza alimentare e nuove tecnologie : ecco come mangiare senza pensieri e combattere gli sprechi https://www.business.it/intolleranza-alimentare-e-nuove-tecnologie-ecco-come-mangiare-senza-pensieri-e-combattere-gli-sprechi/ Thu, 21 Sep 2017 05:30:30 +0000 https://www.business.it/?p=12829 L'intolleranza alimentare oggi può essere combattuta con l'aiuto delle nuove tecnologie

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La Fondazione Marchesi e l’Università Bicocca di Milano si sono dedicati allo studio di un sistema che consente di creare un diario virtuale grazie al quale stabilire un regime alimentare equilibrato e, soprattutto, anti-spreco. L’intolleranza alimentare, dunque, non diventerà che un ricordo grazie ai nuovi sistemi di monitoraggio e controllo dei cibi e dei singoli ingredienti.

Cibo e tecnologia

Che le nuove tecnologie stiano cambiando in maniera radicale le nostre abitudini è ormai cosa chiara. L’Università Bicocca di Milano in collaborazione con la Fondazione Marchesi ha fatto un ulteriore passo in avanti dimostrando che proprio attraverso l’intelligenza artificiale è finalmente possibile tenere sotto controllo anche le abitudini alimentari e combattere l’intolleranza alimentare. L’idea è quella di dare forma ad un monitoraggio oltre che a un percorso di tutoraggio grazie al quale tenere sotto controllo tutti gli ingredienti ed evitare inutili sprechi. In questo modo, si avrà la possibilità migliorare notevolmente l’esperienza alimentare e renderla molto più consapevole. Come è facile intuire, si tratta di un vero e proprio percorso educativo in cui le nuove tecnologie avranno un ruolo cruciale. Per comprendere meglio il funzionamento di tale meccanismo è necessario fare un esempio pratico: in una mensa aziendale i vari vassoi verranno inquadrati da una telecamera che riconoscerà tutti i cibi, inserirà i dati in un apposito database personale e monitorerà le abitudini in maniera quotidiana. Dopo aver fatto ciò, il sistema elaborerà i suggerimenti necessari per rendere la dieta più salutare.

Lotta agli sprechi

Compito del sistema non è solo quello di combattere l’intolleranza alimentare. Attraverso un particolare meccanismo di calcolo, infatti, riuscirà anche ad elaborare una stima degli eventuali avanzi al fine di disincentivare i singoli a riempire i propri vassoi di pietanze che non consumeranno. Abbiamo a che fare, dunque, con una soluzione capace di inviare un alert in tempo reale agli utenti “spreconi”. In merito a questo ambizioso progetto, è interessante precisare che in fatto di intelligenza artificiale è in cantiere anche un ulteriore passo in avanti. Non solo mense, infatti: l’obiettivo della ricerca è di dare forma ad un sistema capace di riconoscere ogni genere di piatto in qualunque ambiente. Nell’eventualità in cui un piatto non venisse riconosciuto dal sistema, potrà essere lo stesso utente ad aggiungerlo al database.
intolleranze alimentari e intelligenza artificiale

Intolleranza alimentare

Un aspetto molto interessante riguarda il fatto che questo sistema altamente tecnologizzato consentirà anche di gestire a meglio ogni genere di intolleranza alimentare. Spesso, quando ci si reca in un locale per mangiare ci si imbatte in piatti nuovi preparati con ingredienti difficilmente riconoscibili. Ciò vuol dire che non è da escludere la presenza di un particolare ingrediente potenzialmente pericoloso per la salute. Utilizzando il sistema di riconoscimento degli ingredienti si avrà finalmente la possibilità di mangiare ogni genere di pietanza serenamente senza dover temere una eventuale reazione allergica più o meno grave.

Obiettivi futuri

Nelle intenzioni dei ricercatori c’è la volontà di rendere il sistema equiparabile alle capacità umane. In pratica, attraverso una gestione sempre più precisa delle telecamere e dei database si riuscirà a tenere sotto controllo ogni genere di abitudine alimentare. Per il momento, il funzionamento si attesta a circa l’80%. Non resta altro da fare che attendere e capire quale sarà la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale nella lotta allo spreco alimentare e nelle politiche a favore di un’alimentazione sana ed equilibrata.
Una dieta sana può allungare la vita di 20 anni
NutriBees: la start up di food delivery che rivoluziona il modo di mangiare21
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Una dieta sana può allungare la vita di 20 anni https://www.business.it/una-dieta-sana-puo-allungare-la-vita-di-20-anni/ Fri, 15 Sep 2017 05:30:52 +0000 https://www.business.it/?p=12608 Dieta sana e stile di vita regolare sono il segreto per vivere più a lungo e in salute

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Dieta sana e vita più lunga

Una dieta sana allunga la vita, secondo una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine, di almeno 20 anni. Il segreto per vivere più a lungo è uno stile di vita regolare che si basa su un’alimentazione equilibrata associata all’attività fisica.
Non è certo la prima volta che le ricerche e i medici nutrizionisti nonché i cardiologi e gli esperti di fitness raccomandano di seguire, per esempio, la dieta mediterranea come modello alimentare ideale.
La ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine, però, va oltre.

Come vivere 20 anni in più

Uno degli autori della ricerca, il dottor Frank Hu del Dipartimento di Nutrizione dell’Harvard Chan School, ha affermato che per vivere 20 anni in più non è necessario stravolgere la propria dieta, perché basta modificarne anche solo il 20%.
Tale affermazione è stata possibile dopo che un campione significativo composto da circa 74 mila americani è stato monitorato per almeno 12 anni riguardo alle sue abitudini alimentari.
Negli anni che vanno dal 1986 al 1998 il campione analizzato ha seguito 3 diete diverse, tra cui quella mediterranea e i risultati sono stati sorprendenti. Nei 12 anni compresi tra il 1998 e il 2010 la mortalità di chi aveva seguito una dieta sana era diminuita del 17%.
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dieta sana può allungare la vita II

Cosa significa dieta sana secondo la ricerca

Come accennato “dieta sana” non significa imporsi un regime alimentare che richieda grandi sacrifici, ma anche solo eliminare quegli alimenti che sono nocivi.
Tra questi la ricerca segnala la carne rossa, il cui consumo dovrebbe essere ridotto a 2 volte al mese o comunque a non più di 300 g a settimana. Anche se la carne bianca è considerata più salutare, comunque è bene sostituirla con pesce azzurro, come alici e sgombro, di cui il Mediterraneo è ricco.
È meglio, quindi, assimilare proteine dal pesce e dai legumi piuttosto che dalla carne.
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Alimenti da preferire e da evitare

Tra gli alimenti che hanno fatto la differenza riguardo ai risultati della ricerca, è emersa l’importanza di preferire gli alimenti integrali. Questi ultimi sono ricchi di fibre, acidi grassi Omega 3 e sali minerali, di cui invece sono più poveri quelli raffinati.
Inoltre, viene ribadita l’importanza di introdurre frutta e verdura cotta o cruda evitando, nello stesso tempo, prodotti come gli insaccati e i formaggi.
Gli insaccati e tutto il cibo pronto, in particolare, sono considerati nocivi per il contenuto di conservanti e grassi aggiunti.

dieta sana può allungare la vita III

L’importanza del cibo di stagione

La ricerca ha provato non solo che si vive di più con una dieta sana, ma anche che perseverando in un regime alimentare errato si riduce l’aspettativa di vita.
Nella ricerca non è stata posta particolare importanza alle proprietà benefiche dei singoli alimenti, ma a una combinazione di nutrienti. È fondamentale preferire prodotti di stagione, che molto probabilmente non sono stati trattati con pesticidi e conservano la loro genuinità.
Lo stesso vale per il pesce, da preferire in base alle stagioni di pesca in modo che non sia importato e quindi surgelato. Tuttavia, anche il pesce confezionato conserva le sue proprietà benefiche organolettiche.
Il suo consumo dovrebbe essere di almeno 3 volte a settimana, con cottura leggera e senza l’aggiunta di grassi.
Dieta sana e stile di vita regolare
Non basta seguire una dieta equilibrata per vivere più a lungo. A questo bisogna aggiungere l’attività fisica, un riposo di qualità, una riduzione dello stress e l’eliminazione delle cattive abitudini, come il fumo e l’alcool. Si può anche inziare a mangiare sano non più giovanissimi e il risultato sarà comunque positivo per l’allungamento dell’aspettativa di vita.
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Tumore: dal respiro del paziente alla diagnosi. Nuove tecniche meno invasive attese per il 2018 https://www.business.it/tumore-dal-respiro-del-paziente-alla-diagnosi-nuove-tecniche-meno-invasive-attese-per-il-2018/ Fri, 08 Sep 2017 05:30:57 +0000 https://www.business.it/?p=12384 Tumore e diagnosi: il momento più difficile per il medico e il paziente. Inside the breath ci mostra una tecnica diagnostica innovativa e rivoluzionaria

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Diagnostica per tumori: dal Policlinico di Bari le prime notizie

La diagnosi di un tumore comporta spesso esami invasivi e psicologicamente difficili da affrontare per il paziente. Specie considerando la situazione in cui già versa. Per questo motivo riteniamo confortanti le notizie che giungono dal Policlinico di Bari circa la nuova tecnica: diagnosi immediata tramite il respiro del paziente. L’hanno definita “Inside the breath”, consiste in uno spirometro che con l’ausilio di internet riesce ad analizzare il respiro della persona affetta da specifica patologia, o sospetta, e rilevare o meno la presenza del tumore. Questo progetto, partito dall’Università di Bari, in verità è ora sostenuto da tutta la Regione Puglia. L’Associazione Salute Salento ci informa, infatti, che tale progetto prenderà piede anche presso la ASL di Lecce. Per il paziente affetto da una potenziale patologia oncologica, non doversi sottoporre a esami a dir poco invasivi e costosi è di per sé una piccola vittoria. Soprattutto perché sarà sufficiente soffiare in un palloncino per avere in tempo reale la diagnosi precoce di diverse patologie e tumori che ora andremo a vedere nel dettaglio.
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tumore la diagnosi dal respiro

Vantaggi della diagnostica del respiro

I vantaggi di questa rivoluzionaria scoperta nella diagnosi precoce del tumore sono molteplici. E si può parlare anche di benefici pubblico-sanitari. Consideriamo quanto costano gli esami strumentali, quindi TAC multistrato, radiografie, PET, prelievi del sangue, oltre a specifici test a seconda dell’organo colpito. Gastroscopie, emogasanalisi, spirometrie, endoscopie e colonscopie. Per non parlare di prelievi bioptici. Questi esami hanno un costo per la sanità pubblica non indifferente ma soprattutto mettono spesso il paziente in una condizione di attesa. Sì, perché si sa, i tempi di attesa e le liste sono lunghe in Italia per eccesso di malati ed eccesso di prestazioni. In qualche modo la domanda di esami supera la possibilità stessa di effettuarli nei tempi idonei. L’arrivo di una tecnica come Inside the breath, non solo pone fine a molti di questi problemi ma garantisce al paziente una diagnosi veloce, immediata e certa su una patologia che se trattata in ritardo non lascia scampo: il tumore.
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Quali sono i tumori diagnosticabili tramite la tecnica del respiro?

Naturalmente un tumore che parte dall’apparato respiratorio, bronchi e polmoni, è in prima linea con questa nuova scoperta. Pertanto parliamo di tutti i tumori a carico dei polmoni, mediastino e organi adiacenti. Tuttavia anche quelli relativi al tratto gastrointestinale e il sistema nervoso periferico e centrale. Soffiare in questo palloncino, in termini medici, spirometro, consente al paziente di rilasciare il giusto quantitativo di “aria” che occorre alla nuova intelligenza artificiale per porre giusta diagnosi. C’è di più, Inside the breath, tramite il respiro riesce ad individuare anche cellule cancerose relative a tumori dell’apparato genitale, del colon e del retto. Può diagnosticare un cancro al seno ai primi stadi e persino individuare asme pediatriche e sindromi da apnee notturne che provocano gravi ostruzioni respiratorie durante il sonno. La mission di questa rivoluzionaria scoperta è quindi molto chiara: arrivare ad uno screening diagnostico per la maggior parte dei carcinomi e delle patologie tumorali. Ciò che oggi richiede esami costosi e invasivi per il paziente, entro il 2018 potrebbe essere rivoluzionato dalla diagnostica immediata del respiro. Se è vero che un tumore non è sempre curabile, è altrettanto vero che prenderlo in tempo e iniziare le terapie precocemente cambia lo scenario medico-diagnostico.
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Vasi sanguigni 3D nuove frontiere mediche: la realtà che supera la finzione https://www.business.it/vasi-sanguigni-3d-nuove-frontiere-mediche-la-realta-supera-la-finzione/ Tue, 05 Sep 2017 05:30:28 +0000 https://www.business.it/?p=12366 Vasi sanguigni 3D: il primo passo per aprire le porte alla realizzazione degli organi artificiali I vasi sanguigni 3D sono la più grande conquista degli ultimi tempi che ha permesso di creare vasi sanguigni artificiali in grado di imitare alla perfezione il naturale sistema circolatorio corporeo. La stampa tridimensionale ha dato vita, per la prima… Leggi tutto »Vasi sanguigni 3D nuove frontiere mediche: la realtà che supera la finzione

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Vasi sanguigni 3D: il primo passo per aprire le porte alla realizzazione degli organi artificiali

I vasi sanguigni 3D sono la più grande conquista degli ultimi tempi che ha permesso di creare vasi sanguigni artificiali in grado di imitare alla perfezione il naturale sistema circolatorio corporeo. La stampa tridimensionale ha dato vita, per la prima volta, alla realizzazione di vasi sanguigni artificiali riuscendo a creare non solo vasi sanguigni singoli, ma intere reti che riproducono perfettamente la formazione dei vasi sanguigni umani.

Oggi le stampanti 3D in campo medico vengono già impiegate per la produzione di denti, protesi e impianti per interventi chirurgici personalizzati, ma la realizzazione di vasi sanguigni in 3D rappresenta la vera svolta, un primo importante passo che apre le porte al futuro della biomedicina per raggiungere l’obiettivo principale di riuscire a creare artificialmente veri e propri organi come cuore, polmone e fegato senza ricorrere alla donazione di organi.

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La tecnica messa a punto dai ricercatori universitari per creare vasi sanguigni 3D

La tecnica per la realizzazione dei primi vasi sanguigni 3D è stata ideata da ricercatori delle università di Harvard, Sidney e Stanford, in collaborazione con il MIT, guidati dall’esperto in biomateriali Luiz Bertazzoni dell’università di Sidney. Per realizzare i vasi sanguigni 3D il team di ricerca ha utilizzato una stampante per creare uno scheletro biomedico di supporto, che funge da base, e i vasi sanguigni artificiali. Una soluzione proteinica applicata sul supporto ha permesso la solidificazione delle parti interne. In questo modo, con la rimozione del sostegno, è rimasto ben visibile il corpo dell’opera formato da piccolissimi canali rivestiti di cellule umane endoteliali, capaci di aggregarsi tra di loro, che hanno portato alla formazione di validi vasi sanguigni dopo circa una settimana. La notizia della scoperta e la tecnica utilizzata viene data dall’esperto Luiz Bertazzoni, responsabile della ricerca, sul giornale scientifico Royal Society of Chemistry.

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Dalla realizzazione dei vasi sanguigni 3D alla creazione di strutture interne umane artificiali

Poter creare con un computer vasi sanguigni 3D adatti al corpo umano permette di realizzare vasi sanguigni perfetti per ogni singolo paziente. In questo modo sarà possibile trovare la cura adatta per patologie che provocano la distruzione delle piastrine e influiscono negativamente sulla solidità dei vasi sanguigni. Le maggiori difficoltà per produrre organi e tessuti artificiali, obiettivo principale del lavoro svolto dal team di ricerca, risiedono nel trovare la tecnica giusta per riprodurre i vasi sanguigni, dare alle cellule un’adeguata ossigenazione e permettere il trasporto degli elementi nutritivi e delle sostanze di scarto.

Con la realizzazione dei vasi sanguigni 3D il team di ricerca prospetta un futuro non molto lontano in cui strutture ospedaliere specializzate potranno ricreare organi umani artificiali completamente funzionali tramite stampanti 3D. Una notizia sorprendente per tutti i malati che sono in attesa di un trapianto di organi da anni, ma che non riescono a reperire un donatore compatibile. Inoltre questa tecnica innovativa dona la speranza soprattutto in tutti i casi di rigetto in quanto permette la realizzazione di organi personalizzati, eliminando così il problema del rigetto del trapianto. Il prossimo traguardo da raggiungere riguarderà l’inserimento dei vasi sanguigni 3D in piccoli tessuti artificiali.

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Diagnosi mediche e super-computer: ecco come Watson ha rivoluzionato il mondo della medicina https://www.business.it/diagnosi-mediche-super-computer-watson-rivoluzionato-mondo-della-medicina/ Mon, 28 Aug 2017 05:30:54 +0000 https://www.business.it/?p=12213 Fare diagnosi mediche attraverso l’intelligenza artificiale è finalmente possibile. Com’è noto, le nuove tecnologie hanno letteralmente rivoluzionato il nostro modo di vivere, diventando protagoniste in maniera importante in ogni settore. Per quanto riguarda la medicina, grazie a Watson, un super-computer creato da Ibm, i medici dell’università Humanitas della città di Milano verranno affiancati nella formulazione delle diagnosi.… Leggi tutto »Diagnosi mediche e super-computer: ecco come Watson ha rivoluzionato il mondo della medicina

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Fare diagnosi mediche attraverso l’intelligenza artificiale è finalmente possibile. Com’è noto, le nuove tecnologie hanno letteralmente rivoluzionato il nostro modo di vivere, diventando protagoniste in maniera importante in ogni settore.

Per quanto riguarda la medicina, grazie a Watson, un super-computer creato da Ibm, i medici dell’università Humanitas della città di Milano verranno affiancati nella formulazione delle diagnosi. In buona sostanza, il computer non farà altro che incrociare i dati contenuti nelle varie cartelle cliniche ai risultai degli esami in modo tale da ottenere in maniera rapida diagnosi certe.

Ma vediamo di scendere più nel dettaglio e di scoprire quali sono le nuove frontiere delle diagnosi mediche e cosa c’è da aspettarsi per i prossimi anni.

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Diagnosi mediche: ecco perché l’intelligenza artificiale è così importante

Per riuscire a comprendere il ruolo di Watson è fondamentale capire il suo funzionamento. In buona sostanza, abbiamo a che fare con un software che è in grado di rispondere a quesiti che vengono posti in maniera naturale.

Questo super-computer in origine era stato creato per misurarsi con l’essere umano in occasione di un challenge. In occasione di tale challenge, Watson è risultato essere il vincitore assoluto.

La vittoria è arrivata grazie alla possibilità da parte di Watson di gestire in maniera simultanea ben 200 milioni di pagine di contenuti, al fine di poter rispondere in maniera rapida e soprattutto corretta ai quesiti che gli venivano posti durante la fase di gioco.

Un dato molto importante di cui tenere conto riguarda il fatto che durante il gioco Watson non era collegato alla rete internet. Le performance, pertanto, si sono dimostrate all’altezza di ogni genere di circostanza e da quel momento in poi la Ibm ha iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di utilizzare questo super-computer anche in medicina per agevolare i giovani medici nell’elaborazione delle diagnosi mediche oltre che nella fase di formazione personale.

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diagnosi mediche ecco come l'intelligenza artificiale aiuterà i medici

L’utilizzo di Watson in ambito medico

Per ogni studente di medicina approcciarsi con la formulazione di una diagnosi è a dir poco cruciale. Per tale ragione, Watson gioca un ruolo fondamentale e rappresenta un valido aiuto nel percorso formativo dei giovani medici.

Ciò vale sia nei primi anni di università che durante la fase di specializzazione. Il database di Watson è stato elaborato anche con l’aiuto di medici professionisti che hanno messo a disposizione la propria esperienza e le proprie competenze.

In questo modo, i più giovani avranno la possibilità di affidarsi a Watson contando su tutta una serie di informazioni preziose e su un bagaglio di conoscenze utili per la loro carriera futura. Entrando più nello specifico, Watson fornisce risposte chiare e dettagliate sia attraverso stringhe di testo che iconografie.

Inoltre, vengono messe a disposizione dei medici anche materiali di natura diagnostica come, ad esempio, ecografie, radiografie e risonanze magnetiche.

In sintesi, grazie a Watson si ha la possibilità di elaborare in tempi decisamente molto rapidi una mole molto grande di dati e di informazioni in modo tale da poter elaborare diagnosi mediche corrette in poco tempo, dando prova del fatto che nel prossimo periodo sarà sempre più importante l’influenza che i computer avranno anche nel mondo della medicina e, più nello specifico, nella formulazione di diagnosi e nell’individuazione di percorsi di guarigione. Non resta altro da fare, quindi, che attendere i futuri sviluppi.

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Per saperne di più sull’intelligenza artificiale:

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Il neuromarketing utilizzato per combattere il fumo conduce a risultati opposti https://www.business.it/neuromarketing-utilizzato-combattere-fumo-conduce-risultati-opposti/ Wed, 23 Aug 2017 05:59:27 +0000 https://www.business.it/?p=12152 Il neuromarketing non sembra risparmiare l’Italia, come dimostra il caso abbastanza clamoroso del commercio di sigarette. Anche nel nostro Paese, in seguito all’accoglimento di una direttiva europea, vige l’obbligo per i produttori di bionde di apporre un’immagine che riesca a fornire un’idea esauriente dei danni prodotti dal fumo, tale da ricoprire almeno il 65% della… Leggi tutto »Il neuromarketing utilizzato per combattere il fumo conduce a risultati opposti

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Il neuromarketing non sembra risparmiare l’Italia, come dimostra il caso abbastanza clamoroso del commercio di sigarette.

Anche nel nostro Paese, in seguito all’accoglimento di una direttiva europea, vige l’obbligo per i produttori di bionde di apporre un’immagine che riesca a fornire un’idea esauriente dei danni prodotti dal fumo, tale da ricoprire almeno il 65% della superficie totale del pacchetto.

Una imposizione che in molti hanno bollato come rara testimonianza di ipocrisia, se solo si pensa che proprio lo Stato continua a macinare miliardi ogni anno dalla vendita del tabacco.

Qual è il reale effetto della campagna contro le sigarette?

Se lo scarto tra l’imposizione di immagini orribili e la realtà di uno Stato che continua a guadagnare da una pratica dannosa per i suoi cittadini (accollandosi peraltro i costi sanitari elevatissimi che ne sono la naturale conseguenza), balza subito all’occhio, va anche detto come in molti inizino ad interrogarsi sui reali effetti delle prime.

Se non esistono dati in grado di attestare con precisione la reazione dei consumatori, va però messo in rilievo come in base all’indagine effettuata dalla Doxa e presentata il 31 maggio, in concomitanza con la Giornata Mondiale senza tabacco, coloro che fumano sarebbero in aumento, sia pur leggero, in Italia. Nel 2017, infatti, tale numero si sarebbe attestato a 11,7 milioni, duecentomila più che nell’anno precedente e settecentomila rispetto al 2015. A provocare questo aumento sarebbe soprattutto il propagarsi del fumo tra le donne, mentre gli uomini sembrano in parziale ritirata.

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neuromarketing le immagini non aiutano gli italiani a smettere di fumare

Quali i motivi di questo parziale falimento?

Se non si può parlare di vero e proprio fallimento, sono però in molti ad affermare come un risultato simile non sia da considerarsi positivo e ad interrogarsi sui motivi che lo hanno generato.

Una delle spiegazioni potrebbe essere quella indicata da Martin Lindstrom in Neuromarketing, ove sono riportati i dati relativi ad un test di risonanza magnetica funzionale che ha visto la partecipazione di migliaia di volontari sparsi tra Cina, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Proprio questo genere di risonanza magnetica è in grado di capire come alcune aree del cervello reagiscano a stimoli visivi, olfattivi o di altro genere.

Quando i volontari erano sottoposti alla visione delle immagini choc ormai caratteristiche sui pacchetti di sigarette, ad attivarsi era una zona, il nucleus accumbens, che solitamente esprime un desiderio, in tal caso quello di fumare.

Un’altra possibile spiegazione

Se la spiegazione data da Neuromarketing è considerata estrema, molto più credito riscuote invece quella secondo la quale una campagna che cerchi di suscitare paura o comunque inquietudine verso il fumo sia destinata a fallire in quanto il fumatore già sa che le sigarette fanno male. Essendo disposto a correre il rischio, le immagini in questione suscitano in lui soltanto un senso di fastidio. Tanto da produrre una ulteriore reazione, prendere il tutto come una sfida, azzerando quindi l’effetto previsto in partenza.

Una reazione che non riguarda solo il fumo

Va peraltro sottolineato come un meccanismo di questo genere scatti non soltanto di fronte alle immagini choc dei pacchetti di sigarette, ma ogni volta che il soggetto interessato non vuole veder messe in pericolo le proprie sicurezze o vedere confermati timori già nutriti.

Proprio per questo motivo, il neuromarketing dovrebbe essere evitato, in quanto ripetere all’infinito informazioni sgradite che le persone già conoscono, non solo non porta i risultati desiderati, ma può addirittura provocare comportamenti opposti a quelli che si cerca di favorire. In questo caso, quindi, spingere i fumatori a perseverare in un vizio sempre più rischioso.

Neuromarketing immagini non spaventano i fumatori italianiLeggi anche: I big data applicati al tennis non battono ancora l’uomo

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Caffè, chi lo beve è più al sicuro dalle malattie https://www.business.it/caffe-chi-lo-beve-e-piu-al-sicuro-dalle-malattie/ Fri, 11 Aug 2017 06:00:25 +0000 https://www.business.it/?p=11984 Chi beve caffè, normale o decaffeinato, ha un rischio inferiore del 12% di morire a causa di disturbi cardiaci, di cancro, di ictus, di diabete, di problemi respiratori e di problemi renali. Ad suffragio di questa tesi due ricerche, una europea e una statunitense Caffè come elisir di lunga vita? Parrebbe di si e a sostenerlo… Leggi tutto »Caffè, chi lo beve è più al sicuro dalle malattie

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Chi beve caffè, normale o decaffeinato, ha un rischio inferiore del 12% di morire a causa di disturbi cardiaci, di cancro, di ictus, di diabete, di problemi respiratori e di problemi renali. Ad suffragio di questa tesi due ricerche, una europea e una statunitense

Caffè come elisir di lunga vita? Parrebbe di si e a sostenerlo sono due importanti studi pubblicati su Annals of Internal Medicine. Uno di questi è il primo studio europeo su larga scala sul rapporto tra assunzione di caffè e rischio di mortalità, ed è firmato da 48 ricercatori da tutto il mondo coordinati da Marc Gunter, epidemiologo dell’International Agency for Research on Cancer. Il secondo studio invece, con autrice principale Wendy Setiawan della University of Southern Califonia, ha investigato sull’associazione tra caffè e mortalità su una coorte multietnica di 185.000 afroamericani, nippoamericani, latinoamericani e caucasici.

caffè

Entrambe le ricerche hanno svelato che, rispetto a chi non beve caffè, chi consuma una tazza di caffè da 235 ml (ben più grande della nostra tazzina, che è intorno ai 40 ml) al giorno ha un rischio inferiore del 12% di morte da tutte le cause (disturbi cardiaci, cancro, ictus, diabete, problemi respiratori e renali).

Va ancora meglio a chi consuma tre o più tazze: il rischio di mortalità, rispetto ai non bevitori, è più basso del 18%. In barba al detto comune “il caffè mi rende nervoso”.

Quali sono i composti benefici del caffè?

Il caffè contiene numerosi composti, come i polifenoli (potenti antiossidanti vegetali), gli acidi clorogenici (anch’essi composti fenolici), i diterpeni (presenti in resine e balsami vegetali). Tutti con proprietà antiossidanti.

chicchi di caffè

Pare, però, che i benefici maggiori riportati dallo studio siano ad appannaggio dell’apparato digerente (rispetto ai non bevitori di caffè, chi consuma più di tre tazze di caffè, se maschio, ha una mortalità inferiore del 59% e, se donna, inferiore del 40%). Oltre un terzo delle cause di morte per malattie del tratto digestivo considerate nello studio riguarda il fegato. Ma come è possibile? Chi consuma caffè ha un migliore profilo enzimatico del fegato. Inoltre il consumo di caffè è associato anche a un migliore controllo del glucosio e un più basso tasso di infiammazione nell’organismo: infatti chi beve caffè ha valori inferiori di proteina C reattiva, che è un marcatore di infiammazione. Tutto ciò contribuisce a spiegare perché i bevitori di caffè hanno un rischio di morte inferiore.

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Il caffè decaffeinato ha le stesse proprietà?

caffè decaffeinatoPare proprio di si in quanto non è la caffeina alla radice di questo presunto “effetto panacea” del caffè: per Marc Gunter l’associazione tra caffè e ridotto rischio di morte è stata riscontrata indipendentemente dalla presenza di caffeina nel caffè consumato.

Altri studi  sul rapporto tra caffè e salute

Negli ultimi due o tre anni sono usciti su questo tema degli studi su grandi popolazioni, in particolare in Giappone e negli Stati Uniti (con 650.000 persone seguite per più di 10 anni), e anche lì è emerso che il consumo di caffè è associato a una diminuzione di mortalità in età medio/avanzata, come spiega Elio Riboli, direttore della School of Public Health all’Imperial College di Londra, coautore dello studio di Marc Gunter, nel quale è stato fatto un passo in più: si è visto che la riduzione è dovuta specificamente a un effetto protettore sulle malattie dell’apparato digerente e quelle cardiovascolari. In Italia studi fatti anni fa all’Istituto Nazionale di Nutrizione di Roma confrontarono il consumo di frutta e verdura con quello di caffè. Si vide che due o tre tazze di caffè avevano un effetto antiossidante pari se non superiore a quello ottenuto consumando frutta e verdura tre volte al giorno.

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Aim, la clinica mobile per tutte le patologie e interventi https://www.business.it/aim-la-clinica-mobile-per-tutte-le-patologie-e-interventi/ Mon, 31 Jul 2017 06:00:48 +0000 https://www.business.it/?p=11616 Per evitare code negli ospedali e assicurare un intervento efficace arriva la prima clinica mobile. Si tratta di uno spazio che funziona con sistemi robotici ed è in grado di riconoscere patologie e indicare cure. Guida autonoma, intelligenza artificiale e assistenza sanitaria. Si possono avere tutti questi servizi in una sola vettura? La risposta è… Leggi tutto »Aim, la clinica mobile per tutte le patologie e interventi

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Per evitare code negli ospedali e assicurare un intervento efficace arriva la prima clinica mobile. Si tratta di uno spazio che funziona con sistemi robotici ed è in grado di riconoscere patologie e indicare cure.

Guida autonoma, intelligenza artificiale e assistenza sanitaria. Si possono avere tutti questi servizi in una sola vettura? La risposta è “sì” e dallo studio Artefact di Seattle arriva un’auto senza pilota in grado di offrire cure e portare all’ospedale chi ha bisogno di cure.
Si chiama Aim e con i suoi impianti è in grado di riconoscere il quadro clinico di un paziente e individuare le soluzioni più adatte: dalla fornitura di un medicinale, fino alla corsa in ospedale.
medicina

Il funzionamento di Aim

La forma di Aim ricorda quella di un enorme rimorchio da camion: alta, larga e profonda. Ovviamente ci sono le ruote per muoversi e le porte per entrare. Una volta entrati il sistema di riconoscimento (sensori di intelligenza artificiale) elabora le generalità dell’utente, fino a tracciarne lo stato di salute. Un punto clinico a tutti gli effetti. Se la persona soffre di disturbi non gravi,- dopo aver raccolto tutte le informazioni- Aim può procurare medicinali come sciroppi o antidolorifici. Il richiedente potrà visualizzare tutti passaggi (entrata, diagnosi, eventuali medicine ritirate) sull’app del proprio smartphone in modo da conservare tutte le informazioni per il futuro. Se invece il problema è più complesso e, c’è il rischio anche di morire, allora si muove per raggiungere l’ospedale più vicino. Nei casi di gravità bassa per Aim c’è la possibilità di poter effettuare la chiamata a un medico.
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L’intelligenza artificiale nella medicina

La guida autonoma sta prendendo sempre più campo, ma anche l’intelligenza artificiale sta coinvolgendo tutti gli aspetti della vita personale e professionale. Aim è la prova di queste due tecniche messe insieme per salvare e migliorare la salute. Nella medicina tecnologie come l’intelligenza artificiale e la robotica potranno evitare gli sprechi di tempo e assicurare interventi efficaci.  Anche gli algoritmi potranno essere utili.

Artefact e la sensibilità sociale

Situata a Pioneer Square- quartiere noto per la sua vivacità e presenza di imprese tecnologiche e locali-, Artefact progetta e realizza soluzioni per migliorare le condizioni della collettività. Per sensibilizzare gli studenti sul valore della flora in Africa, insieme all’Università dell’Arizona ha creato Baobab, una piattaforma dove si possono trovare informazioni per le proprie esigenze. Che si voglia fare una ricerca, una tesi di laurea o approfondire un argomento poco conosciuto. Come per Aim, per le persone con difficoltà (in questo caso visive), con eSight ha progetto gli occhiali per non-vedenti. Formati da due lenti, un visore e un elastico da mettere dietro la testa, con questi occhiali molte persone hanno acquisito la vista.
 
Fonte principale originale: repubblica.it
 

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NutriBees: la start up di food delivery che rivoluziona il modo di mangiare https://www.business.it/nutribees-la-start-food-delivery-rivoluziona-modo-mangiare/ Tue, 25 Jul 2017 06:12:54 +0000 https://www.business.it/?p=11341 Il mondo sta viaggiando a velocità supersonica verso il futuro, le nostre abitudini cambiano, miriadi di invenzioni modificano il vivere quotidiano, sono in molti, però, ad affermare, che l’unica cosa che non cambierà sarà fare la spesa e cucinare. Una massima che verrà presto contraddetta. Sono già molte le compagnie di ‘food delivery’ che si… Leggi tutto »NutriBees: la start up di food delivery che rivoluziona il modo di mangiare

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Il mondo sta viaggiando a velocità supersonica verso il futuro, le nostre abitudini cambiano, miriadi di invenzioni modificano il vivere quotidiano, sono in molti, però, ad affermare, che l’unica cosa che non cambierà sarà fare la spesa e cucinare.

Una massima che verrà presto contraddetta.

Sono già molte le compagnie di ‘food delivery’ che si sostituiscono alla preparazione del cibo, stanno dilagando in ogni città, anche in Italia, dove vige la tradizione della cucina popolare.

Ma ce n’è una che si differenzia dalle altre perché può preparare piatti prelibati e sani, per migliaia di persone, con un solo laboratorio.

Com’è possibile?

Ce lo spiega Giovanni Menozzi co-founder del progetto ‘NutriBees’, una compagnia di food delivery decisamente particolare per le modalità con cui presenta i suoi speciali menù.

Intervistato ai microfoni di business.it, Giovanni ci ha spiegato tutte le peculiarità della sua sorprendente start up.

Che cos’è NutriBees?

NutriBees è una start up che fornisce un servizio di food delivery diverso dalle altre compagnie. Noi cuciniamo piatti pronti preparati in atmosfera protettiva che possono restare in frigorifero per 20 giorni senza perdere il gusto, né le proprietà nutrizionali.

Consegnamo direttamente a casa dei clienti, in 48 ore dall’ordine, in tutta Italia.

I piatti, come detto, devono essere conservati in frigorifero e, appena lo si desidera, scaldati leggermente in padella o nel microonde.

Ma la vera novità è che i nostri menù vengono proposti ad hoc per i clienti, grazie ad un preciso test alimentare di 40 domande, gestito con la collaborazione della dottoressa Villarini, biologa nutrizionista, che integra le sue conoscenze con l’algoritmo che decifra l’esito del test.

In questo modo riusciamo a proporre ed assegnare piatti secondo le esigenze alimentari del cliente, rispettando le sue eventuali intolleranze, ma anche i suoi gusti e le ipotetiche esigenze dietetiche.

Si tratta di piatti unici studiati per soddisfare il fabbisogno del consumatore, contenenti un cereale integrale, una proteina sana e verdure di stagione.

Un classico esempio potrebbe essere ‘Filetto di salmone in crosta di mandorle con riso nero integrale ed asparagi’.

Come è nata questa idea imprenditoriale?

Il mio socio Mario Villani ed io ci siamo conosciuti ai tempi dell’Università, dopo varie esperienze, anche all’estero, ci siamo ritrovati ed abbiamo deciso di dare vita a questo progetto. 

L’obiettivo è quello di permettere alle persone di mangiare esattamente tutto ciò di cui il loro corpo ha bisogno, abbiamo unito la nostra passione per l’online ad un argomento sempre più dibattuto al mondo d’oggi come quello della nutrizione.

L’inserimento della dottoressa Anna Villarini avvalora il test a cui sottoponiamo i clienti prima che si abbonino al nostro servizio e conferisce ulteriore credito ad i menù che il sistema elabora.

È un’idea, a nostro avviso, innovativa, che risponde ad esigenze reali, che in futuro saranno sempre più forti.

Inoltre si tratta di un prodotto che possiamo esportare anche all’estero, senza ingenti investimenti e che possiede una valida opportunità di scalabilità.

Detto questo, in che termini la vostra impresa può crescere? Dove si propone di arrivare NutriBees?

Esistono ampi margini di miglioramento, aumenterà la nostra precisione nell’analizzare il cliente, contiamo di dare la possibilità al cliente di caricare maggiori dati, ad esempio analisi del sangue, dandogli la possibilità di creare una sorta di “cartella clinica” online.

In questo modo i nostri menù saranno ancora più calzanti, adatti e personalizzati, con la realizzazione di nuovi piatti ed una rete sempre più numerosa di nutrizionisti affiliati che consigliano il nostro servizio.

Distribuendo cibi conservabili in frigorifero anche per 20 giorni possiamo utilizzare una sola cucina centrale, senza dover dislocare i nostri servizi, e questo sarà il nostro punto di forza anche per un nostro approdo all’estero.

In alcune parti d’Europa la consegna in 48 ore è garantita, per cui saranno quelli i punti di partenza per esportare il nostro marchio.

Altri settori su cui possiamo ampliare il nostro raggio d’azione son la possibilità di ordinare anche snack e colazioni e l’opportunità di poter scegliere il proprio menù tra più proposte.

Adesso il cliente si affida ai nostri studi e riceve il pacco a seconda delle esigenze da noi elaborate, presto sarà possibile ricevere il menù preventivamente, indicando le preferenze tra diverse alternative.

Si tratta, di fatto, di un’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla cultura del cibo. Dove arriveremo?

Credo che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale divagherà in ogni tipologia di settore, compreso quello medico.

Applicare determinati principi permette di accelerare il progresso, in ogni campo, porto sempre l’esempio delle radiografie.

Se un computer analizza milioni e milioni di dati, osserva esiti e risultati su centinaia di migliaia di campioni, sarà in grado di effettuare delle diagnosi più rapide e precise di qualsiasi dottore.

E questo vale per tutti gli ambiti del lavoro, l’essere umano dovrà sempre essere bravo a mantenere la possibilità di avere quel valore aggiunto, dettato dall’ingegno, dalla creatività, dall’emozione, che una macchina non potrà mai avere.

Che cosa significa avviare una start up in Italia?

Diciamo che la situazione italiana non è delle migliori per avviare una giovane azienda.

La presenza di mille cavilli burocratici ed una tassazione esasperata non agevolano certo il percorso.

Un giovane italiano può essere scoraggiato dal sistema, visto che, rispetto ad altri paesi, i passaggi da effettuare per avviare un’attività sono infiniti, in Germania, ad esempio, è lo stato che viene a cercarti per dare avvio ad un’impresa, nel nostro paese invece la strada è lunga e tortuosa.

Servirebbero più esempi di successo per convincere i giovani a crederci, sono necessarie tanta passione e perseveranza, ma è possibile raggiungere il successo se si ha un’idea innovativa.

Leggi anche: https://www.business.it/giancarlo-perbellini-il-business-della-cucina-essere-un-grande-chef-in-italia/

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Cervello, un sistema lo protegge dagli accidenti https://www.business.it/cervello-un-sistema-lo-protegge-dagli-accidenti/ Mon, 24 Jul 2017 06:00:41 +0000 https://www.business.it/?p=11218 Un accidente cardiaco o un ictus e la paura della disabilità post evento. Una condizione che si può evitare utilizzando un sistema, Neuron Guard, che scambia calore col corpo del paziente mediante i grandi vasi del collo. Preservare il cervello dai danni che possono scaturire da un evento traumatico quale un infarto o addirittura un ictus: questa la… Leggi tutto »Cervello, un sistema lo protegge dagli accidenti

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Un accidente cardiaco o un ictus e la paura della disabilità post evento. Una condizione che si può evitare utilizzando un sistema, Neuron Guard, che scambia calore col corpo del paziente mediante i grandi vasi del collo.

cervello, infartoPreservare il cervello dai danni che possono scaturire da un evento traumatico quale un infarto o addirittura un ictus: questa la mission del sistema Neuron Guard, una tecnologia innovativa, non invasiva che ha permesso alla cofondatrice della startup, Mary Franzese, la vincita del “Germoglio d’oro” Marisa Bellisario, riconoscimento attribuito alle eccellenze femminili che si sono distinte nel loro campo. L’altro fondatore è Enrico Giuliani, laureato in medicina e amministratore delegato dell’azienda fondata nel 2013.

Come funziona

Il sistema Neuron Guard scambia calore col corpo del paziente mediante i grandi vasi del collo. Il collo infatti è attraversato da circa il 20% del sangue che il cuore pompa ogni minuto, quindi un’azione mirata e sufficientemente intensa può significativamente incidere sul bilancio termico del cervello e più in generale dell’intero organismo. Può essere usato in situazioni di emergenza, dopo un arresto cardiaco o in sala operatoria o terapia intensiva per regolare attivamente la temperatura corporea e cerebrale del paziente.

cervello, schema funzionamento Neuron GuardIn questi contesti diventa molto importante mantenere la temperatura del paziente stabile, raffreddando o riscaldando il soggetto. Per esempio, dopo un arresto cardiaco, quando la persona non è cosciente, è indicato mantenere una temperatura lievemente inferiore alla norma (da 36 a 34 gradi) ed evitare che si sviluppi febbre per un periodo di almeno 24 ore perché tale provvedimento migliora in modo significativo l’outcome neurologico, riducendo così l’eventualità di una disabilità permanente. E i danni al cervello.

Come si compone il sistema

Il sistema si compone di tre parti: un collare attivo, un’unità di controllo e un guscio protettivo. Il collare attivo, principale interfaccia termica col paziente, è un dispositivo indossabile, dove è situato il primo stadio degli elementi termicamente attivi e una rete di sensori per monitorare e regolare il processo di gestione della temperatura. L’unità di controllo, secondo stadio di raffreddamento, è collegata mediante un connettore al collare: qui alloggia l’interfaccia utente e l’elettronica di controllo. Il guscio protettivo monouso è un involucro che viene cambiato di paziente in paziente per prevenire la contaminazione.

Novità e vantaggi rispetto ad oggi

Chiaramente ci sono delle novità rispetto ai dispositivi attualmente a disposizione: “Neuron Guard – spiega Giuliani – combina alcune caratteristiche vantaggiose: è regolabile come i sistemi che agiscono su tutto il corpo, può funzionare per lungo tempo, è mirato e portabile”.

In particolare, la sua portabilità consentirebbe un’azione tempestiva e ne permette l’uso anche fuori dagli ospedali, nell’emergenza territoriale. Un’azione precoce garantisce migliori risultati clinici. Fondamentale per poter regolare la temperatura del paziente già sul luogo dell’evento e durante il trasporto.

Leggi anche: https://www.business.it/una-giacca-di-elettrodi-per-rilevare-le-irregolarita-cardiache/

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Orio al Serio, c’è l’ospedale nel centro commerciale https://www.business.it/orio-al-serio-ce-lospedale-nel-centro-commerciale/ Thu, 20 Jul 2017 06:00:58 +0000 https://www.business.it/?p=10901 Arriva l’ospedale nel centro commerciale. Ad Oriocenter, il grande centro commerciale dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo, il gruppo ospedaliero San Donato ha aperto la Smart clinic Oriocenter, che metterà a disposizione visite mediche, esami e finanche piccoli interventi chirurgici. Via libera all’ospedale nel centro commerciale. È la proposta del gruppo ospedaliero San Donato che,… Leggi tutto »Orio al Serio, c’è l’ospedale nel centro commerciale

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Arriva l’ospedale nel centro commerciale. Ad Oriocenter, il grande centro commerciale dell’aeroporto Orio al Serio di Bergamo, il gruppo ospedaliero San Donato ha aperto la Smart clinic Oriocenter, che metterà a disposizione visite mediche, esami e finanche piccoli interventi chirurgici.

Via libera all’ospedale nel centro commerciale. È la proposta del gruppo ospedaliero San Donato che, nei giorni scorsi, ha inaugurato nel megastore bergamasco Oriocenter la smart clinic Oriocenter, quasi mille metri di superficie e 19 diversi ambulatori sanitari in cui sarà possibile accedere a servizi sanitari di base a prezzi accessibili, da centro commerciale. «Siamo stati i primi a proporre una sanità ‘smart’, nell’accesso e nel costo delle prestazioni. Questo perché – ha spiegato Paolo Rotelli, numero uno del gruppo San Donato, durante l’inaugurazione – si deve mettere il paziente al centro, anche al di fuori dell’ospedale, per venire incontro alle esigenze della vita quotidiana sempre più affannata». La prospettiva cambia anche per il modo di intendere il supermercato che, come abbiamo visto qui, è sempre più social e digital. La nuova frontiera è offrire, insieme ai prodotti di largo consumo, anche servizi altamente specializzati, come, per esempio, cliniche odontoiatriche o, come in questo caso, un vero ospedale nel centro commerciale.

Com’è l’ospedale nel centro commerciale. Ecco i servizi offerti

ospedale nel centro commercialeL’ospedale nel centro commerciale di Orio al Serio offre una serie di servizi sanitari tradizionali, con gli ambulatori di endocrinologia, dermatologia, allergologia, oculistica, ortopedia, neurologia, cardiologia, fisiatria e fisioterapia, ginecologia, pediatria, dietologia, flebologia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria e roncopatia, pneumologia e medicina, radiologia, Moc ed ecografia, senologica e ginecologica, e centro prelievi. Ci sono poi prestazioni di “medical wellness” e il “medical beauty” come
la medicina estetica, l’epilazione, rieducazione motoria, la fisioterapia, la psicologia. Un’area dell’ospedale nel centro commerciale è dedicato alla diagnostica per immagini (radiografia, ecografia, scintigrafia e altri). La vera novità per l’ospedale nel centro commerciale è però la presenza di un blocco operatorio per attività operatoria ambulatoria e il centro laser per la chirurgia refrattiva. Nel blocco operatorio potranno tenersi, in regime di day hospital, piccoli interventi dermatologici (nei e verruche), mentre il centro laser permetterà di eseguire gli interventi per la riduzione della miopia. La direzione sanitaria dell’ospedale nel centro commerciale sta già pensando anche a interventi chirurgici di ortopedia e otorinolaringoiatria.

Chi è il Gruppo San Donato che ha realizzato l’ospedale nel centro commerciale

Il Gruppo ospedaliero San Donato consta di 18 ospedali, di cui 17 in Lombardia. La punta di diamante delle strutture ospedaliere è l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Il gruppo ha già realizzato un ospedale nel centro commerciale: si tratta di Corpore Sano Smart Clinic, aperta nel centro commerciale ‘Le due torri’ di Stezzano, sempre nel bergamasco. Per la smart clinic Oriocenter sono stati spesi 3 milioni di euro circa.
Leggi anche: https://www.business.it/milano-a-citylife-il-piu-grande-centro-commerciale-ditalia/

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Mariuccia Rossini: le donne manager in Italia https://www.business.it/mariuccia-rossini-le-donne-manager-in-italia/ Tue, 18 Jul 2017 08:02:54 +0000 https://www.business.it/?p=10972 Sono stati assegnati, lo scorso 29 giugno, durante la serata di gala a Palazzo Mezzanotte, i Lefonti Awards®, uno dei principali riconoscimenti mondiali per l’innovazione e la leadership assegnato da Le Fonti®, media company e centro di ricerca leader indipendente nel business internazionale, la finanza, la tecnologia ed i mercati globali. Alla manager di origini… Leggi tutto »Mariuccia Rossini: le donne manager in Italia

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Sono stati assegnati, lo scorso 29 giugno, durante la serata di gala a Palazzo Mezzanotte, i Lefonti Awards®, uno dei principali riconoscimenti mondiali per l’innovazione e la leadership assegnato da Le Fonti®, media company e centro di ricerca leader indipendente nel business internazionale, la finanza, la tecnologia ed i mercati globali.

Alla manager di origini bresciane Mariuccia Rossini, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Korian in Italia, è stato consegnato il prestigioso tributo Eccellenze dell’Anno nelle categorie Leadership e Servizi Socio Sanitari, a titolo di riconoscimento del ruolo di primo piano dell’Azienda nell’offerta di servizi di cura e assistenza per l’invecchiamento di qualità. Fra i criteri per l’assegnazione del premio i risultati di business, la leadership di settore, lo sviluppo strategico, l’internazionalizzazione, l’alta qualità del servizio, la sostenibilità, l’innovazione di settore e la formazione.
La manager si è gentilmente prestata per una bella intervista ai microfoni di business.it, in cui affronta il delicato tema dell’imprenditoria femminile in Italia e non solo.

È veramente così difficile fare Business in Italia? E fare Business in Italia per una donna?

Essere imprenditore nel nostro Paese non è una “mission impossible”, ma bisogna essere ben consapevoli dei vincoli legislativi e tributari in essere in Italia e valutare in modo realistico se l’equilibrio dei contrappesi fra costi e benefici è davvero a nostro favore. Penso però che alzarsi al mattino guidati dalla passione per il proprio progetto imprenditoriale non abbia prezzo, non fa differenza se si tratta di imprenditoria al maschile o al femminile. Io sono partita contando solo sulle mie forze e sulle mie competenze e oggi, a distanza di diversi anni, non mi sento mai davvero “arrivata” perché penso sempre che il traguardo più importante sia ancora quello che devo raggiungere.

La vocazione che mi ha ispirato in questi anni è sempre stata prendermi cura dei senior in modo completo e personalizzato, facendo dell’ascolto di ogni singola esigenze il vero punto di partenza di ogni percorso di assistenza. Oggi la soddisfazione dei nostri ospiti e delle loro famiglie mi ripaga di tutti gli sforzi compiuti e conferma il ruolo chiave del nostro staff di oltre 6.000 professionisti presenti nelle 54 strutture del nostro Gruppo in tutt’Italia.

Ha riscontrato degli ostacoli effettivi e lampanti posti di fronte alla carriera di un’imprenditrice donna rispetto a quella di un uomo? 

Raramente mi sono imbattuta in barriere di genere durante la mia carriera. Tuttavia, per far fronte alle sfide professionali e manageriali, bisogna valorizzare la determinazione e la capacità decisionale, ma anche l’impegno nella formazione continua, con uno sguardo sempre più attento ai mercati esteri e ai trend emergenti nel nostro settore.

Come si concilia il Business con la vita che, tradizionalmente, ci prefiguriamo per quanto riguarda una donna? (tempo libero, famiglia, incombenze domestiche) 

Pianifico con attenzione il mio tempo. La mia giornata inizia molto presto ed ho un’agenda sempre fitta di impegni. Ma col passare del tempo mio marito, altrettanto impegnato, ed io abbiamo imparato a gestire questi ritmi serenamente, privilegiando la qualità del “poco” tempo trascorso insieme: probabilmente il segreto delle lunghe unioni è vedersi poco…

Secondo lei, è difficile per un uomo stare accanto ad una donna di successo?

Non ne farei una questione di genere, ma di reciproca comprensione e apprezzamento. Sia io che mio marito siamo entrambi molto impegnati e ci garantiamo reciproco supporto, condividendo i risultati di ogni giorno e le sfide che il nostro lavoro ci impone. Anche e soprattutto nella vita di coppia, vale la constatazione che ogni successo nasce dal lavoro di squadra.

Ed i giovani? Sono così chiusi ed impossibilitati ad emergere in Italia, come molti dicono, oppure ci sono dei margini di manovra?

Ho grande fiducia nei giovani perché sono la linfa viva della nostra società. Con il loro talento e la loro voglia di fare sono il vero motore del Made in Italy e sono certa che ci siano ampi margini di manovra per arginare la cosiddetta fuga dei nostri migliori cervelli all’estero. Le misure a supporto degli under 30 per la formazione e l’inserimento professionale sono quelle che fanno la differenza e oggi vanno declinate sempre più in un’ottica internazionale, a partire dalle opportunità promosse dall’Italia in collaborazione con la Comunità Europea. Anche Gruppo Korian è da sempre attento alla valorizzazione dei giovani talenti: nel 2017 abbiamo inserito in azienda oltre 30 figure in stage e più di 55 giovani sono stati riconfermati nei loro ruoli, passando ad un contratto di assunzione.

Si parla molto di intelligenza artificiale, come pensa che potrà integrarsi con il suo lavoro e quali conseguenze porterà?

Il cambiamento tecnologico sta già ridefinendo i confini del nostro settore, basti solo pensare che in Giappone per prestare assistenza agli over 65 si utilizzano già dei robot. Nel nostro caso, senza arrivare a questo, ci saranno dei modelli di assistenza completamente diversi che si serviranno dell’aiuto della tecnologia come le diagnosi che saranno sempre più confrontate in real-time con dati internazionali. Oggi, ad esempio, su territorio nazionale il nostro Gruppo offre 111 appartamenti protetti per anziani, molti dei quali cablati e tecnologicamente avanzati per fare in modo che i Senior possano essere assistiti senza dover rinunciare alla propria individualità e alla propria privacy.

In che modo l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche ha rivoluzionato la gestione delle informazioni e delle cartelle cliniche dei vostri ospiti?

Gruppo Korian si avvale di una piattaforma all’avanguardia per la gestione delle cartelle cliniche digitali degli ospiti presenti nelle sue strutture. Una piattaforma integrata, concepita per affiancare e supportare le nostre strutture nell’erogazione dei servizi al paziente con una gestione ottimizzata dei diversi processi aziendali dal punto di vista clinico, amministrativo e organizzativo.

Ma non solo: i supporti tecnologici di nuova generazione hanno migliorato anche la qualità di vita dei nostri ospiti, che ne stanno sperimentando i vantaggi nei loro momenti di quotidianità. Ad esempio, nelle nostre residenze è possibile visualizzare il menù del giorno del ristorante direttamente da tablet, ricevendo in anteprima l’immagine di ogni piatto e scegliendo in base alle proprie preferenze cosa si desidera gustare.

Quale evoluzione intravede nella formula residenziale per i senior?

La formula ideale per la longevità a prova di benessere sta nella combinazione perfetta fra assistenza medico infermieristica e tutela della privacy. Ecco perché la nostra azienda è stata la prima a inaugurare alla Residenza Vittoria di Brescia i primi appartamenti per over 65 completi di servizi esclusivi per dare vita ad una formula abitativa assolutamente unica per i senior.

Sicurezza e supporto medico infermieristico in un contesto abitativo protetto, con tutti i confort di un residence multi-servizio e la privacy di un’abitazione privata: sono questi i fattori vincenti della Residenza Vittoria, che con i suoi 33 appartamenti per anziani e la disponibilità di 116 posti letto, rappresenta una delle strutture di eccellenza del Gruppo Korian in Italia.

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Renzo Piano progetta una “casa sull’albero” da 20 milioni di euro https://www.business.it/renzo-piano-progetta-una-casa-sullalbero-da-20-milioni-di-euro/ Fri, 30 Jun 2017 06:13:21 +0000 https://www.business.it/?p=9855 “Contro la sofferenza inutile, per il rispetto della vita”. Così recita la Fondazione Hospice Seragnoli Onlus. Ed è così che il grande Renzo Piano ha accolto la sfida di realizzare un progetto meraviglioso, che coinvolge i bambini con malattie rare o inguaribili. Il progetto della casa sull’albero Già fa parlare di sé  il progetto voluto… Leggi tutto »Renzo Piano progetta una “casa sull’albero” da 20 milioni di euro

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“Contro la sofferenza inutile, per il rispetto della vita”. Così recita la Fondazione Hospice Seragnoli Onlus. Ed è così che il grande Renzo Piano ha accolto la sfida di realizzare un progetto meraviglioso, che coinvolge i bambini con malattie rare o inguaribili.

Il progetto della casa sull’albero

Già fa parlare di sé  il progetto voluto dalla Fondazione Hospice “Maria Teresa Chiantore Seragnoli” . Sarà pronto nel 2020 e costerà 20 milioni di euro. A capo dei lavori siederà l’architetto di fama mondiale Renzo Piano. Sono tante le domande in questione. Per rispondere  a tutte, partiamo dall’inizio.

Cos’è un HOSPICE?

Nel 1967 Cicely Saunders fondò, a Londra, il St. Christopher’s Hospice, prima struttura al mondo basata sul sistema delle cure palliative, che s’interessano specificamente del rispetto dell’essere umano sofferente.

La Saunders realizzò che per i malati terminali (più in generale per tutti coloro a cui era stata riscontrata una malattia rara o inguaribile), sarebbero servite cure adatte a migliorare la qualità della vita degli ultimi momenti, sia dei pazienti che delle loro famiglie. Era quindi necessario formare un’equipe completa di medici, infermieri, psicologi e figure complementari affinché l’attenzione fosse focalizzata non più, oramai, sulla malattia, ma sulla persona nella sua interezza. Da qui, terapie specifiche: controllo del dolore, degli altri sintomi fisici paralizzanti e debilitanti, della sofferenza fisica e spirituale.

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Gli Hospice italiani della Fondazione Seragnoli

In Italia esistono 3 hospice completamente gratuiti grazie all’accreditamento con il sistema Sanitario Nazionale e agli introiti che derivano dalla beneficenza dei donatori. Tutti e tre  si trovano a Bologna, nei presidi sanitari di Bentivoglio, Bellaria e Casalecchio, voluti e fondati dall’imprenditrice filantropa Isabella Seragnoli. In quasi 15 anni di attività, le strutture hanno assistito oltre 10mila pazienti ed effettuato circa 11mila ricoveri. Inoltre, dal 2006, è stata istituita un’Accademia di Scienze di Medicina Palliativa per la formazione e la ricerca.

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Il nuovo Hospice Pediatrico di Renzo Piano

Il nuovo progetto sarà completamente dedicato alle cure palliative per i bambini affetti da malattie rare o senza alcuna possibilità di guarigione. “I bambini devono sognare anche quando la dimensione della vita e della sofferenza si compenetrano”, afferma emozionato Renzo Piano al Mast di Bologna.

“In questo progetto si ritrovano due dimensioni che si alleano: quello della scienza medica, sana e importante, e tocca ripeterlo in un momento in cui la gente non si fida, e quello della scienza umana, che fa immergere i bambini nella bellezza”.

Tutti gli esseri umani hanno diritto ad una vita dignitosa, in particolare quei bambini e le loro famiglie che sanno di aspettare una fine inevitabile. Chi di noi non ha sognato di giocare almeno una volta in una casetta sull’albero? “Sarà un luogo sobrio di cemento, legno, pietre e vetrate, pieno di bellezza naturale, non cosmetica” continua l’architetto spiegando il progetto nei dettagli.

“Sarà una struttura sospesa dal punto di vista fisico perché si eleva a 6 metri di altezza dal piano terra, e psicologico, dove si incrociano la disciplina umana e la scienza medica, per alleviare il dolore e immergere i bambini in una bellezza naturale”.

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I numeri dell’hospice pediatrico

L’edificio sorgerà poco distante dall’ospedale Bellaria, e avrà una superficie di 4500 mq. La struttura conterà numerosi padiglioni, tutti collegati tra loro, 14 camere singole, 8 appartamenti (per i parenti dei bambini in degenza) e sarà interamente circondata da un bosco di 390 alberi e 5.000 piante di arbusto. Sul tetto non mancheranno cellule fotovoltaiche per produrre almeno il 20% dell’energia necessaria alla struttura.

La fine dei lavori è prevista entro il 2020. Ci aspettiamo altro successo, tutto italiano.

fonti: ilsole24ore, ansa, fondhs.org

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Coll Skin, una app per proteggersi dal troppo sole https://www.business.it/coll-skin-una-app-per-proteggersi-dal-troppo-sole/ Sat, 27 May 2017 06:00:49 +0000 https://www.business.it/?p=9063 Addormentarsi al sole non sarà più un problema. Grazie a Coll Skin le bruciature estive determinate da un’eccessiva esposizione ai raggi solari durante le giornate di mare diventano un ricordo: basterà indossare un braccialetto e la app ci avvertirà quando quando il sole inizia ad essere dannoso per la nostra pelle. L’idea è di tre… Leggi tutto »Coll Skin, una app per proteggersi dal troppo sole

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Addormentarsi al sole non sarà più un problema. Grazie a Coll Skin le bruciature estive determinate da un’eccessiva esposizione ai raggi solari durante le giornate di mare diventano un ricordo: basterà indossare un braccialetto e la app ci avvertirà quando quando il sole inizia ad essere dannoso per la nostra pelle.
L’idea è di tre giovani studenti al quinto anno della classe di informatica dell’Istituto Tecnico Cannizzaro di Catania, Maria Roggio, che ha ideato il progetto, Alessandro Fonti, responsabile della programmazione, e Vincenzo Martino, che ha curato design e progettazione, supportati dal professore Giorgio Gallo. Un’idea che ha già incassato il primo successo: la app infatti ha vinto il primo premio del concorso Impresa dei tuoi sogni 2017, promosso da Confindustria Giovani Catania.
I tre studenti, co-fondatori dell’impresa H&S (Health and Software), hanno pensato a tre versioni del braccialetto: CSYoung, privo di schermo e con design alla moda. CSSlim, per chi vuole usufruire di funzioni senza esigenze particolari e con costi ridotti e CSPro, con funzionalità aggiuntive.
cool skin braccialetto app

Come nasce Coll Skin

“Nell’idea che i ragazzi hanno elaborato – spiega il professore Giorgio Gallo che ha coordinato il progetto – la ‘loro’ azienda ha come finalità la realizzazione di beni utili al miglioramento, alla protezione della salute e del benessere delle persone”. E il primo prodotto che l’azienda spera di realizzare è proprio il braccialetto Skin Cool. “Un braccialetto in materiale impermeabile collegabile a smart device -. continua il professor Gallo – che in condizioni di alta e lunga esposizione al sole sia in grado di percepire la temperatura della pelle e dell’ambiente e avvisare l’utente in tempo al fine di evitare insolazioni per poter godere al massimo dell’esposizione al sole senza rischi”.
Gli studenti hanno seguito tutto l’iter che porta alla nascita di un’impresa, dalla mission che si prefigge, agli strumenti da utilizzare. Così Maria Roggio (Direttore impresa e fondatore, Ricerca e sviluppo), Alessandro Fonti (Cofondatore, Programmatore) e Vincenzo (Martino Cofondatore, Design, Progettazione) spiegano: “Ci siamo orientati verso questo prodotto perché, secondo le ricerche che abbiamo fatto, nessun’altra azienda sembra avere immesso sul mercato un prodotto con queste finalità. E oggi nessuna delle soluzioni disponibili dei concorrenti sul mercato offre la possibilità di controllare i parametri della pelle e dell’ambiente per monitorare l’utente ed evitare insolazioni. I dispositivi dei concorrenti consentono di verificare il battito cardiaco, temperatura dell’ambiente esterno, i passi effettuati, l’avanzamento dell’obiettivo di fitness, mentre il nostro dispositivo accerterà le informazioni provenienti dalla pelle per evitare ustioni, insolazioni. È questo che fa la differenza».
 
 

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Salute a rischio con Facebook. Lo dice la ricerca pubblicata sulla Harvard Business Review https://www.business.it/salute-a-rischio-con-facebook-lo-dice-la-ricerca-pubblicata-sulla-harvard-business-review/ Mon, 24 Apr 2017 07:02:01 +0000 https://www.business.it/?p=8343 Più si usa Facebook più la nostra salute, soprattutto mentale, ne risente. A sostenerlo sono due ricercatori americani, Holly Shakya e Nicholas Christakis, che hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Harvard Business Review. La ricerca è stata condotta su 5.208 adulti con lo scopo di analizzare e mettere [...]

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Più si usa Facebook più la nostra salute, soprattutto mentale, ne risente. A sostenerlo sono due ricercatori americani, Holly Shakya e Nicholas Christakis, che hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Harvard Business Review.
La ricerca è stata condotta su 5.208 adulti con lo scopo di analizzare e mettere a confronto il loro comportamento quando si relazionano ad altri individui nella vita reale e quando lo fanno su Facebook.
I due ricercatori hanno studiato le attività e le azioni che i soggetti hanno effettuato nell’arco di due anni sul social network, tenendo conto dei like, delle condivisioni e dei messaggi privati, e  le loro risposte al questionario che gli è stato sottoposto.
Fra le domande poste a ogni intervistato c’è stata anche la richiesta di indicare fino a quattro amici con cui ha discusso questioni importanti e fino a quattro amici con cui ha passato del tempo libero.
La ricerca ha analizzato aspetti diversi, legati alla correlazione fra mente e fisico, come il benessere fisico e mentale, la soddisfazione, il malessere e l’indice di massa corporea.
I risultati ottenuti dai due ricercatori mostrano nel complesso come a fronte di un benessere che aumenta attraverso l’instaurarsi di relazioni sociali nel mondo reale, lo stesso tende a diminuire in modo correlato al tempo trascorso su Facebook. Le relazioni sociali “reali” dunque avrebbero un effetto benefico sostanzialmente maggiore rispetto a quelle che instauriamo attraverso Facebook.
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Perché Facebook fa male

I risultati ottenuti da Holly Shakya e Nicholas Christakis valgono in modo particolare per la salute mentale. Postare link, osservare le bacheche, le foto e le condivisioni altrui, mettere like, secondo la ricerca influirebbe negativamente sulla soddisfazione della propria vita, provocando ricadute sulla salute mentale.
Sebbene i due ricercatori statunitensi affermino che è dimostrabile la relazione fra l’uso di Facebook e la diminuzione del benessere, ammettono però che non ci sono certezze su come questo si verifichi.  Anche perché non hanno registrato sostanziali differenze nelle tipologie di interazioni sui social studiate: mettere mi piace, postare, aprire un link.
L’ipotesi è che essere esposti alle immagini curate di altri, l’attenzione alla loro vita, provochi un raffronto negativo con la propria vita.  Interagire troppo attraverso i social comporterebbe il rischio di sminuire le proprie esperienze di vita reale. Questo perché la tendenza è ovviamente a condividere su Facebook, come su altri social, gli aspetti più positivi, goliardici e divertenti della propria esistenza, come feste, viaggi e momenti felici.

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Tecnologia e salute. Ecco gli Airpods con sensori biometrici https://www.business.it/tecnologia-e-salute-ecco-gli-airpods-con-sensori-biometrici/ Sun, 26 Mar 2017 08:07:41 +0000 https://www.business.it/?p=7877 Apple sta lavorando a Airpods con sensori biometrici. Nei minuscoli auricolari senza fili del colosso della mela, i progettisti vogliono installare strumenti medici per misurare battito cardiaco, temperatura e altri parametri vitali. La conferma arriva direttamente dal sito Apple Insider che annuncia tre nuovi brevetti Apple depositati per l’implementazione degli auricolari. Airpods con sensori biometrici.… Leggi tutto »Tecnologia e salute. Ecco gli Airpods con sensori biometrici

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Apple sta lavorando a Airpods con sensori biometrici. Nei minuscoli auricolari senza fili del colosso della mela, i progettisti vogliono installare strumenti medici per misurare battito cardiaco, temperatura e altri parametri vitali. La conferma arriva direttamente dal sito Apple Insider che annuncia tre nuovi brevetti Apple depositati per l’implementazione degli auricolari.

Airpods con sensori biometrici. Ecco come saranno

Airpods con sensori biometriciSecondo i rumors e le indiscrezioni che arrivano dal web, sono molte le novità contenute nell’infinitesimo spazio degli auricolari wireless della Apple. Gli Airpods con sensori biometrici saranno in grado di monitorare alcuni parametri vitali di chi li indossa. Il sistema è stato in parte già sperimentato gli Apple Watch che, attraverso il contatto con la pelle, sono in grado rilevare alcuni dati, utili in particolare per chi fa sport. Perché funzioni come “rilevatore di salute'” l’Apple Watch deve avere un buon contatto con la pelle. Gli Airpods con sensori biometrici, vista la loro conformazione e il modo in cui si usano, aggirano questo problema perché garantiscono un costante contatto con una porzione di pelle sufficiente per registrare e monitorare alcuni parametri vitali. Fra questi, il battito cardiaco, la temperatura, la quantità di ossigeno nel sangue e la risposta galvanica della pelle, cioè il modo in cui “reagisce” la pelle. Quest’ultimo paramento è di norma usato per misurare alterazioni fisiologiche legate alle emozioni intense quali le paure e l’ansia.
Fra le novità degli Airpods con sensori biometrici, anche tre microfoni per migliorare le prestazioni audio, in particolare per cancellare il rumore di fondo. Il filone di ricerca su cui batte la Apple è comunque quello della tecnologia indossabile a servizio della salute. In prospettiva, si mormora sul web, gli Airpods con sensori biometrici saranno capaci di misurare l’attività elettrica del cuore, come un elettrocardiogramma, e altri parametri legati all’attività del cuore.

Perché usare sensori biometrici negli auricolari

Ma perché Apple vuole realizzare Airpods con sensori biometrici? Perché mescolare musica, tecnologia e salute? Si tratta, in realtà, di un filone di ricerca e sviluppo in parte già battuto dalla Apple, come appunto rilevato in merito all’Apple Wacth. In secondo luogo, perché gli Airpods con sensori biometrici potrebbero fare ulteriore breccia nel cuore degli sportivi, amatoriali e non, per i quali la misurazione dei propri parametri vitali va di pari passo con le proprie prestazioni. Da ultimo, non ultimo, perché le tecnologie wearable applicate allo sport sono uno dei settori più interessanti, e redditizi delle nuove tecnologie (come confermato all’ultima Wearable Tech di Torino). L’hi-tech per il fitness ha contaminato tutti gli sport, sia a livello professionale che amatoriale, con decine di piccoli e grandi apparecchi indossabili che permettono di monitorare la propria attività fisica e, spesso, correggere gli errori di postura, di fatica, di respirazione, che si compiono. Apple, con i suoi Airpods con sensori biometrici, è della partita e, naturalmente, fa da apripista.

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Politiche di conciliazione vita-lavoro, arriva il congedo mestruale? https://www.business.it/politiche-di-conciliazione-vita-lavoro-arriva-il-congedo-mestruale/ Sun, 19 Mar 2017 09:00:14 +0000 https://www.business.it/?p=4519 Una proposta di legge per istituire il congedo mestruale per le donne che soffrono di dismenorrea. Giace in parlamento da qualche mese, ora è al vaglio della commissione lavoro da cui si attende un pronunciamento (tenuta del governo permettendo), prima di approdare in aula. Proposta da quattro deputate del Pd, tutte donne, il disegno di… Leggi tutto »Politiche di conciliazione vita-lavoro, arriva il congedo mestruale?

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Una proposta di legge per istituire il congedo mestruale per le donne che soffrono di dismenorrea. Giace in parlamento da qualche mese, ora è al vaglio della commissione lavoro da cui si attende un pronunciamento (tenuta del governo permettendo), prima di approdare in aula.
Proposta da quattro deputate del Pd, tutte donne, il disegno di legge si compone di un unico, rivoluzionario articolo, riassunto in un principio: la dismenorrea va riconosciuta come fenomeno invalidante che richiede una copertura pagata in caso di assenza dal lavoro.
congedo mestruale
Romina Mura, Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato sono partite da un dato: “In Italia i dati sulla dismenorrea sono allarmanti – si legge nell’introduzione al testo – dal 60% al 90% delle donne soffrono durante il ciclo mestruale e questo causa tassi dal 13% al 51% di assenteismo a scuola e dal 5% al 15% di assenteismo nel lavoro”.
I movimenti e le associazioni per l’allargamento dei diritti, “dopo l’apertura di un dibattito in questa direzione negli Stati Uniti d’America, stanno lavorando da tempo a una bozza di proposta di legge per istituire un ‘congedo mestruale’ che permetta alle donne di rimanere a casa nei giorni di picco del ciclo”.
Un dibattito acceso da tempo in Italia e nel mondo, insieme a molti altri aspetti che riguardano le questioni fiscali legate ai temi di genere, come la richiesta di abbassamento dell’Iva sugli assorbenti. Rivendicazioni basate su argomenti solidi: se non si può negare infatti l’indispensabilità di un presidio sanitario quale l’assorbente, per il benessere psicofisico di una donna, non si può negare nemmeno che la dismenorrea invalida un numero enorme di donne e lavoratrici, una condizione che si ripercuote sulla qualità del loro lavoro (e delle loro vite). Del resto, si stanno imponendo sempre di più nella politica delle aziende, politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita privata: dove si lavora meglio, si produce di più.
congedo mestruale
Ha fatto scuola quindi la scelta della Coexist, un’azienda di Bristol, che ha deciso di inserire nello statuto l’esenzione dal lavoro per le impiegate con il ciclo mestruale. La qualità e gli indici di produttività migliorano nettamente al termine del ciclo, un dato che la Coexist ha valutato nel dettaglio e che rafforza l’efficacia del congedo.
Nella proposta di legge le quattro deputate ricordano anche i precedenti: dal Giappone, dove già dal 1947 alcune aziende hanno adottato il «seirikyuuka», all’Indonesia, Corea del Sud e Taiwan, dove simili istituti sono stati introdotti più recentemente.

Per il congedo mestruale servirà un certificato medico

La donna che soffre di mestruazioni dolorose, che dovranno comunque essere certificate da un medico specialista, ha diritto a un congedo per un massimo di tre giorni al mese. Per tale diritto è dovuta un’indennità pari al 100% della retribuzione giornaliera e i giorni di congedo non possono essere equiparati ad altre cause di assenza dal lavoro, a partire dalla malattia.
La legge punta inoltre a un’applicazione pressoché universale per le lavoratrici: vale per chi ha contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato ovvero a progetto. Il certificato medico deve essere rinnovato ogni anno, e l’indennità che spetta alla donna lavoratrice non può essere computata economicamente, né a fini retributivi né contributivi, all’indennità per malattia. Quest’ultimo elemento infine, stabilisce un principio importante, ovvero quello della differenza fra donne. Per coloro che non vivono le mestruazioni come un problema non cambierà quindi nulla, ma per le loro amiche/sorelle/colleghe/madri/cape che invece ne soffrono, sarebbe un diritto in più, a beneficio di tutte.
 

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Una giacca di elettrodi per rilevare le irregolarità cardiache https://www.business.it/una-giacca-di-elettrodi-per-rilevare-le-irregolarita-cardiache/ Tue, 14 Feb 2017 09:55:35 +0000 https://www.business.it/?p=7270 La Medtronic, azienda che sviluppa dispositivi medici, ha commercializzato una giacca dotata di 252 elettrodi in grado di mappare la rete di segnali elettrici generati dal cuore. Lo scopo della giacca è quello di aiutare i medici nella localizzazione dei malfunzionamenti elettrici che causano irregolarità cardiache. Irregolarità cardiache: la mappa elettrica del cuore L’utilizzo di… Leggi tutto »Una giacca di elettrodi per rilevare le irregolarità cardiache

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La Medtronic, azienda che sviluppa dispositivi medici, ha commercializzato una giacca dotata di 252 elettrodi in grado di mappare la rete di segnali elettrici generati dal cuore. Lo scopo della giacca è quello di aiutare i medici nella localizzazione dei malfunzionamenti elettrici che causano irregolarità cardiache.

Irregolarità cardiache: la mappa elettrica del cuore

irregolarità cardiacheL’utilizzo di questo dispositivo da parte dei medici è possibile da circa una settimana, dopo l’approvazione da parte dell’US Food and Drug Administration (FDA) avvenuta a novembre.
Irregolarità cardiache, battiti irregolari e aritmie sono causate da malfunzionamenti elettrici del cuore. Queste inefficienze possono portare diverse tipologie di problemi: dai meno gravi, quali senso di affaticamento, fino a quelli estremi, come  infarti o arresti cardiaci.
Per curare queste irregolarità cardiache i medici devono essere in grado di trovare il punto giusto, nel cuore, in cui si verifica il malfunzionamento elettrico. Attualmente questo avviene tramite l’inserimento di una sonda con elettrodo in un vaso sanguigno fino al raggiungimento del cuore; toccando diversi punti del cuore, viene generata una mappa spaziale del sistema elettrico dello stesso.
Purtroppo questa procedura è molto invasiva e non priva di rischi per il paziente. Inoltre, non è possibile ottenere una mappa completa del cuore perché la sonda non è in grado di toccarlo in tutti i suoi punti.
Per tutti questi motivi, la MedTronic ha sviluppato e prodotto una giacca, chiamata CardioInsigntcon lo scopo di realizzare una mappa completa del sistema elettrico cardiaco riducendo al minimo l’invasività e il rischio per il paziente.
Il paziente dovrà indossare la giacca con i 252 elettrodi ed entrare in un computed tomography (CT) scanner. Il sistema, analizzando i dati provenienti dagli elettrodi mediante elettrocardiogramma (ECG) e dall’immagine anatomica proveniente dal CT, creerà una mappa tridimensionale completa della rete elettrica del cuore.

Questa tecnologia è stata sviluppata e pensata negli ultimi 25 anni ma è divenuta realizzabile solo grazie agli ultimi progressi tecnologici, in virtù dei quali si sono raggiunte capacità di calcolo enormi rispetto al passato. Il sistema prende complesse immagini 3D dallo scanner CT e 252 segnali elettrici, con rispettiva posizione, dagli elettrodi e combina tutti questi dati attraverso complicate formule matematiche, applicabili solo grazie alla grande potenza di calcolo.
La Medtronic ha acquisito questa tecnologia due anni fa, rilevando la CardioInsight Technologies di Cleveland per 93 milioni di dollari. Gran parte della giacca era stata sviluppata, la Medtronic ha migliorato la stabilità del software in maniera da renderlo commercializzabile, inviando il modello finale alla FDA per l’approvazione.
Questo tipo di tecnologia è stata sperimentata dal cardiologo P. Boon Lim, dell’Imperial College London, che l’ha trovata molto accurata.
I principali vantaggi di un dispositivo di questo tipo sono la non invasività rispetto al metodo precedente e la grande, e migliore, accuratezza che si riesce a raggiungere. Questo permette un’individuazione mirata e più sicura delle irregolarità cardiache.

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Ecco la stampante 3D per pelle umana https://www.business.it/ecco-la-stampante-3d-per-pelle-umana/ Wed, 08 Feb 2017 07:45:14 +0000 https://www.business.it/?p=7220 Sempre nuove applicazioni per le stampanti 3D in ambito medico. Uno studio pubblicato sulla rivista spagnola Biofabrication annuncia l’arrivo della prima stampante 3D per pelle umana, uno strumento del tutto simile alle stampanti 3D che già conosciamo, ma che potrà essere utilizzata per riprodurre lembi di pelle umana, da usare per i trapianti o per [...]

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Sempre nuove applicazioni per le stampanti 3D in ambito medico. Uno studio pubblicato sulla rivista spagnola Biofabrication annuncia l’arrivo della prima stampante 3D per pelle umana, uno strumento del tutto simile alle stampanti 3D che già conosciamo, ma che potrà essere utilizzata per riprodurre lembi di pelle umana, da usare per i trapianti o per le sperimentazioni etiche di farmaci, cosmetici, sostanze chimiche e altri prodotti simili.

Come funziona la stampante 3D per pelle umana

La stampante 3D per pelle umana è stata messa a punto da ricercatori dell’Università Carlo III di Madrid, dal Centro di Ricerca Energetica, Ambientale e Tecnologica e dell’Hospital General Gregorio Marañon in collaborazione con BioDan Group, impresa spagnola specializzata in bioingegneria. La stampante 3D per pelle umana usa cellule e plasma al posto del materiali plastici usati nelle tradizionali stampanti 3D e con essi realizza ‘tessuti’ del tutto simili alla pelle umana. Il prototipo realizzato permette di creare ex novo quadrati 10×10 centimetri di pelle in 35 minuti. Il plasma e le cellule vengono prelevate direttamente dall’uomo, tramite una biopsia, moltiplicate in provetta, e poi ‘immesse’ nella stampante 3D come se fosse materiali plastici.

I vantaggi della stampante 3d per pelle umana sono molteplici. Il tessuto prodotto, assicurano i realizzatori, riproduce abbastanza fedelmente la pelle umana, con uno strato esterno più residente e uno interno più sottile ma ricchissimo di collagene e perciò elastico quanto la pelle. Dunque, resa ottima. Fra i vantaggi, i ricercatori annoverano anche il tempo di riproduzione dei tessuti. Già adesso, nei laboratori di ricerca e negli ospedali si ‘fabbricano’ manualmente lembi di pelle.
La stampante 3D per pelle umana assicura di automatizzare il processo, renderlo più rapido e meno costoso. I lembi di pelle prodotti tramite la stampante 3D per pelle umana potranno essere usati nei trapianti, per chi ha subito ustioni, traumi o interventi particolarmente invasivi. Non solo. I lembi di pelle prodotti potranno essere usati per fare test in laboratorio senza usare cavie animali, sia per i farmaci, sia per i prodotti di cosmesi sia per tutti gli altri prodotti di uso comune per i quali sono di norma richiesti test dermatologici.

Non solo pelle umana. Le altri stampanti 3D per scopi medici

Le stampanti 3D sono ampiamente usate in ambito medico e la ‘riproduzione’ di organi, o parti di organi, tramite stampanti 3D è ormai una pratica particolarmente diffusa. Laringi, trachee e cartilagini sono prodotte con tecniche simili in diversi centri di ricerca nel mondo, con un abbattimento netto dei costi e dei tempi e con la possibilità di avere degli organi perfettamente ‘personalizzati’ sulle esigenze del paziente e quindi meno soggetti a rigetto a seguito di trapianto.

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Ybrain tDCS per il trattamento della depressione direttamente da casa https://www.business.it/ybrain-tdcs-per-il-trattamento-della-depressione-direttamente-da-casa/ Wed, 01 Feb 2017 07:30:13 +0000 https://www.business.it/?p=2917 Una malattia sempre più diffusa nella società odierna è la depressione. Grazie all’evoluzione tecnologica presto questa patologia potrebbe essere curata direttamente da casa sfruttando un macchinario low-cost come Ybrain. Ybrain tDCS a basso costo per l’uso da casa Una tipologia di trattamenti molto studiata è la transcranical direct current stimulation (tDCS) (stimolazione elettrica transcranica). Questa tecnica prevede la stimolazione… Leggi tutto »Ybrain tDCS per il trattamento della depressione direttamente da casa

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Una malattia sempre più diffusa nella società odierna è la depressione. Grazie all’evoluzione tecnologica presto questa patologia potrebbe essere curata direttamente da casa sfruttando un macchinario low-cost come Ybrain.

Ybrain tDCS a basso costo per l’uso da casa

Una tipologia di trattamenti molto studiata è la transcranical direct current stimulation (tDCS) (stimolazione elettrica transcranica). Questa tecnica prevede la stimolazione di determinate zone del cervello tramite bassissime correnti, inviate da appositi elettrodi posizionati sul cranio del paziente.
Questo tipo di ricerca è uno dei principali argomenti su cui i neuroscienziati stanno puntando; moltissimi articoli sono stati pubblicati cercando di evidenziare le zone del cervello da stimolare, tramite la tDCS, per la cura di diverse malattie tra cui la depressione.
Alla conferenza NYC neuromodulation, la nuova start-up coreana Ybrain ha annunciato il lancio di un nuovo device a basso costo per la tDCS mirato alla cura dei pazienti affetti da depressione. Lo scopo di questo nuovo dispositivo è la sua produzione per la grande distribuzione, visto che in futuro sarà reso disponibile all’uso direttamente in casa del paziente.
Ybrain è stato approvato in Corea e sarà presto disponibile in più di 70 ospedali coreani, in cui verrà impiegato per il trattamento di pazienti affetti da depressione. Ybrain non è la prima compagnia al mondo a produrre dispositivi per la tDCS ma a differenza di altri produttori si pone lo scopo di raggiungere una distribuzione di massa.
Oltre al basso costo, Ybrain è stato pensato per essere semplice e sicuro in modo da poter essere utilizzato da qualsiasi tipo di paziente anche a casa. Il dispositivo dovrà semplicemente essere indossato e avviato senza la necessità di interagire con particolari interfacce.
Ybrain è formato da una fascia indossabile con elettrodi per la stimolazione, a questa fascia devono essere applicati degli appositi moduli pre-programmati che contengono il trattamento che il dispositivo dovrà erogare. Questi particolari moduli possono essere programmati tramite un’apposita interfaccia dal medico.
Per questioni di sicurezza Ybrain rispetterà sempre la prescrizione salvata all’interno del dispositivo programmabile, sia in termini di erogazione elettrica sia in termini di frequenza di utilizzo; in questo modo anche se utilizzato a casa nessun paziente potrà mai superare le dosi prescritte.
Il sistema viene fornito di un’apposita applicazione che permetterà all’utente di selezionare dei valori, in maniera da valutare il proprio stato d’animo dopo ogni trattamento. Tutti i dati vengono poi inviati al medico che potrà integrarli per la valutazione del paziente e del dosaggio del trattamento.
Al momento i risultati attesi dal team di Ybrain sono soltanto teorici e più che altro una speranza per le tante persone affette da depressione. La comunità scientifica è al momento divisa tra gli scettici e gli speranzosi: in futuro sapremo se questi progressi tecnologici saranno davvero efficaci su larga scala oppure no.
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Estate 2016: i vantaggi di una vacanza al mare https://www.business.it/estate-2016-vantaggi-vacanza-al-mare/ Mon, 22 Aug 2016 13:00:02 +0000 https://www.business.it/?p=5505 Come ogni anno ci sono i ritardatari. Quelli che non sanno ancora dove andare in vacanza né cosa fare per i prossimi giorni d’estate. Poi ci sono i settembrini, che si concederanno la pausa relax in un più quieto mese di settembre. Insomma, sono migliaia gli italianai che devono ancora scegliere come trascorrere le vacanze… Leggi tutto »Estate 2016: i vantaggi di una vacanza al mare

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Come ogni anno ci sono i ritardatari. Quelli che non sanno ancora dove andare in vacanza né cosa fare per i prossimi giorni d’estate. Poi ci sono i settembrini, che si concederanno la pausa relax in un più quieto mese di settembre.

Insomma, sono migliaia gli italianai che devono ancora scegliere come trascorrere le vacanze estive. Mare o montagna? Città d’arte o aperta campagna? Il dubbio amletico è forte e on sempre di facile soluzione.

I vantaggi delle vacanze al mare:  Tra tuffi e castelli di sabbiaxA-piedi-nudi-sulla-sabbia.jpg.pagespeed.ic_.p4CrfH_b64

Ma se in molti scelgono a stragrande maggioranza il mare, una ragione dovrà pur esserci. Il mare, infatti, offre molti vantaggi per grandi e piccini, amici e famiglie. Sulla spiaggia c’è la possibilità di far divertire i bambini. Nonostrante lo spopolare degli smartphone anche tra i più piccoli, tuffi e castelli di sabbia non hanno ancora (per fortuna!) perso il loro fascino.

I vantaggi delle vacanze al mare: un tocca sana per la salute

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Inoltre, lo iodio sprigionato dal mare – soprattutto quello emanato nelle prime ore del mattino – è un toccasana per i bronchi e per il sistema immunitario stesso: lo iodio previene gli attacchi virali e rafforza l’apparato di asmatici e allergici. Da un punto di vista della salute,  il sole stimola il metabolismo, accelerando l’attività cellulare e producono vitamina D che è indispensabile per la salute ossea. Non dimentichiamoci poi l’abbronzatura, che ci fa sentire anche più belli e attraenti!

I vantaggi delle vacanze al mare: viaggiare leggeri

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Il mare permette poi di fare sport di ogni tipo, di socializzare con i bagnanti e i vicini di ombrellone, e ci consente di viaggiare leggeri, dato che una vacanza in spiaggia presuppone che per quasi tutto il giorno si indossi un costume da bagno (i cambi si riducono di conseguenza al minimo indispensabile).

Viviana Bottalico

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Fumo, proposta shock al ministero: ‹‹Portare le sigarette a 18 euro›› https://www.business.it/fumo-proposta-shock-al-ministero-portare-le-sigarette-a-18-euro/ Wed, 08 Jun 2016 10:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=3971 Alzare il prezzo dei pacchetti di sigarette fino a 18 euro. Questa la proposta con cui Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione, ha chiesto al ministero della Salute e agli oncologi dell’Aiom di intervenire con delle misure schock per sconfiggere il tabagismo. Aumentando vertiginosamente il prezzo delle sigarette, a suo dire, verrà scorraggiata… Leggi tutto »Fumo, proposta shock al ministero: ‹‹Portare le sigarette a 18 euro››

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Alzare il prezzo dei pacchetti di sigarette fino a 18 euro. Questa la proposta con cui Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione, ha chiesto al ministero della Salute e agli oncologi dell’Aiom di intervenire con delle misure schock per sconfiggere il tabagismo. Aumentando vertiginosamente il prezzo delle sigarette, a suo dire, verrà scorraggiata la vendita delle sigarette conquistando numeri ben più importanti rispetto a quelli conseguiti finora.

Si tratta di una misura neanche troppo irrealistica dato che anche la Nuova Zelanda si è già mossa in questa direzione: il governo neozelandese punta ad eliminare il fumo dal paese di qui a nove anni, introducendo prezzi proibitivi per le sigarette e tartassando con pesanti imposte i produttori di tabacco. Secondo Mangiaracina è questa la rotta che l’Italia dovrebbe seguire se vuole davvero sconfiggere la piaga del tabagismo.

Al ministro della salute Lorenzin ‹‹chiedo sono di attenersi ad una delle misure fondamentali nella strategia di controllo del tabacco, ossia quella di aumentare in maniera consistente il prezzo di sigarette e trinciati. L’incremento di pochi centesimi, varato di tanto in tanto, è soltanto stato un espediente con cui i governi miravano ad incassare 13 miliardi di euro ogni anno spendendone poi 8 per i danni causati dal consumo del tabacco››. ‹‹Qui servono misure shock come quelle che la Nuova Zelanda sta introducendo in questi giorni››, ha concluso Mangiaracina.

Alberto Mengora

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