Economia e gestione delle imprese https://www.business.it/tag/economia-e-gestione-delle-imprese/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 17 Jan 2023 12:19:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Economia e gestione delle imprese https://www.business.it/tag/economia-e-gestione-delle-imprese/ 32 32 Beneficenza: l’Italia è tra i paesi più generosi d’Europa, ma c’è ancora molto da fare https://www.business.it/beneficienza-italia-paese-piu-generoso-europa/ Mon, 18 Mar 2019 09:44:01 +0000 https://www.business.it/?p=42758 La solidarietà, soprattutto nei confronti di chi ha bisogno, è fondamentale in qualsiasi società civile, e sotto questo aspetto l’Italia si è sempre distinta, dimostrando di essere un paese dal cuore grande. La beneficenza è sempre molto importante per le persone meno fortunate, e da questo punto di vista gli italiani non si sono mai… Leggi tutto »Beneficenza: l’Italia è tra i paesi più generosi d’Europa, ma c’è ancora molto da fare

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La solidarietà, soprattutto nei confronti di chi ha bisogno, è fondamentale in qualsiasi società civile, e sotto questo aspetto l’Italia si è sempre distinta, dimostrando di essere un paese dal cuore grande. La beneficenza è sempre molto importante per le persone meno fortunate, e da questo punto di vista gli italiani non si sono mai tirato indietro, come confermato anche dai numeri.

La beneficenza in Italia

Secondo uno studio, l’Italia si classifica al terzo posto per quantità di donazioni benefiche, con una cifra che supera i 9 miliardi di euro, immediatamente dietro all’Inghilterra e alla Germania. I dati sono quelli della ricerca effettuata dalla Fondazione Lang Italia, che rivela oltretutto come la gran parte delle risorse provenga da donazioni individuali, più cospicue di quelle messe a disposizioni dalle Fondazioni. Un bell’aiuto per le casse dello Stato, che dovrebbe occuparsi in prima persona del sostegno a chi si trova in difficoltà, ma che non possiede le risorse sufficienti per far fronte a tutte le emergenze. Un altro settore che ultimamente sta intervenendo con le donazioni benefiche è quello delle industrie, e anche il mondo della finanza si sta attivando parecchio per coprire le richieste di soccorso. I fondi, infatti, non sono solo destinati ai meno abbienti, ma servono anche a soccorrere tutti quelli che vengono colpiti da malattie rare e spesso incurabili. Una serie di patologie che, ultimamente, sono solo andate ad aumentare, facendo crescere di conseguenza la necessità di reperire risorse da destinare alle Associazioni più impegnate sul fronte delle malattie rare. 

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Malattie rare in aumento, scatta la campagna della Lega del Filo d’Oro

La denuncia è arrivata dalla Lega del Filo d’Oro: l’aumento delle malattie rare negli ultimi dieci anni ha creato una situazione ai limiti dell’ingestibilità, e molte di queste patologie costringono le strutture di sostegno a trattare singolarmente i casi, non esistendo, per ciascuno di loro, né una diagnosi precisa né una terapia consolidata. Di fatto la Lega del Filo d’Oro è la struttura più importante, riconosciuta in Europa: sul sito ufficiale è possibile fare donazioni per bambini disabili, e negli anni l’associazione si è concentrata sulla cura di patologie come la sindrome di Charge e di Usher, che causa la sordo-cecità a chi ne viene colpito.  Ed è proprio contro di essa che è stata lanciata una raccolta fondi chiamata #EroiOgniGiorno, una campagna che, come dichiara il Presidente dell’associazione Rossano Bartoli, mette al centro quei bambini che ogni giorno lottano per conquistare la propria autonomia, superando con grande coraggio e spirito eroico la difficoltà a comunicare e a muoversi senza dover ricorrere ad un aiuto esterno.  L’Italia, in definitiva, ha già dimostrato di essere un paese generoso, ma a quanto pare gli sforzi fatti fino a questo momento non bastano. L’importante, adesso, è cercare di fare ancora di più sostenendo associazioni coma la Lega del Filo d’Oro e le relative iniziative, per continuare a tenere accesa la luce, per far sì che i riflettori puntati su queste situazioni delicate non si spengano mai.

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Ponics e Cast Alimenti: insieme per una cucina a zero sprechi https://www.business.it/ponics-castalimenti-insieme-per-cucina-zero-sprechi/ Tue, 11 Dec 2018 11:52:32 +0000 https://www.business.it/?p=36923 Due realtà complementari, la startup innovativa Ponics e l’Istituto di alta formazione Cast Alimenti siglano l’accordo per un progetto unico nel suo genere   Nel mondo dell’agroalimentare green e local, si uniscono due realtà, differenti ma complementari: la startup innovativa Ponics e la scuola di cucina d’eccellenza Cast Alimenti. La prima deve la sua nascita… Leggi tutto »Ponics e Cast Alimenti: insieme per una cucina a zero sprechi

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Due realtà complementari, la startup innovativa Ponics e l’Istituto di alta formazione Cast Alimenti siglano l’accordo per un progetto unico nel suo genere

 

Nel mondo dell’agroalimentare green e local, si uniscono due realtà, differenti ma complementari: la startup innovativa Ponics e la scuola di cucina d’eccellenza Cast Alimenti.

La prima deve la sua nascita all’intuizione di Simone Caporale, Founder e Ceo, che ha voluto puntare sullo sviluppo di un ecosistema pulito e virtuoso, coltivando prodotti tramite l’utilizzo di acquaponica.

La seconda, fondata da Vittorio Santoro, Presidente e tutt’oggi direttore operativo, è un Istituto di alta formazione culinaria, con sede a Brescia, che vanta oltre vent’anni di esperienza. La scuola si rivolge a professionisti, principianti ed aziende, costituendo un centro di riferimento didattico per l’intero settore. I corsi, i seminari e i laboratori che Cast Alimenti propone investono estrema importanza sui prodotti tipici del Made in Italy, sulla genuinità e sulla qualità finale del prodotto.

Per questo, la spinta che fin dalla nascita ha indirizzato Cast Alimenti verso la ricerca e l’innovazione, ha fatto sì che l’incontro con Ponics finisse siglando l’accordo per un progetto di autoproduzione del prodotto alimentare.

 

Di cosa si tratta?

Ponics 4 business

Tutto nasce da Ponics 4 Business: tra i numerosi progetti, la startup propone sistemi per la ristorazione, rivolgendosi a tutte quelle attività commerciali che utilizzano i frutti degli impianti di acquaponica, traendone profitto, sia economico che d’immagine. Gli impianti di acquaponica 4 business sono totalmente personalizzabili: ristoranti, scuola di cucina, alberghi e punti di ristorazione possono autoprodurre ortaggi, erbe officinali ed aromatiche per il consumo, sfruttando gli impianti di acquaponica sia come soluzione ornamentale, sia per il completamento di strategie di marketing e di comunicazione.

Ecco quindi che la lunga tradizione della scuola Cast Alimenti, la sua lunga competenza ed esperienza, il rigore e la passione che si uniscono ad un approccio fortemente lungimirante, ha permesso alla scuola di alta formazione di credere fortemente nel progetto Ponics 4 business e di sceglierlo come punto d’eccellenza per la qualità finale del prodotto.

Una cucina zero sprechi, all’insegna della genuinità e dell’efficienza, è la visione comune che entrambi gli attori sulla scena hanno scelto di portare avanti.

L’incontro tra le due realtà è avvenuto durante una fiera: entrambe sono rimaste affascinate e contagiate dalle idee innovative dell’altra. Infine, la volontà di unire la cucina all’economia aziendale, evitando gli sprechi, ha permesso la realizzazione del progetto dell’autoproduzione 100% ecosostenibile.

L’orto dello chef

L’orto dello chef: così si chiama l’impianto che sarà sviluppato da Ponics per Cast Alimenti e che sarà inserito sul tetto della Torre Eco Green in costruzione accanto alla scuola bresciana. Una serra acquaponica, dentro la quale verranno coltivati piante, spezie e ortaggi per uso culinario, in soluzione idroponica, coltivazione ad uso agricolo senza terra, in simbiosi con l’allevamento ittico di specie edibili.
I pesci all’interno della vasca producono deiezioni organiche che contengono ammonio. Queste deiezioni, grazie al ciclo dell’azoto, si trasformano in nitrato di ammonio. L’acqua, carica di preziosi e nutrienti elementi, concima in modo del tutto naturale le aiuole cariche di verdura e piante, e queste, a loro volta, per nutrirsi, filtrano l’acqua che ritorna nella vasca ittica depurata, carica solo di elementi necessari al mantenimento del ciclo vitale.

La scuola, inoltre, verrà fornita di due soluzioni modulari Ponics per la divulgazione della cultura acquaponica e per uso didattico. Un punto di partenza fondamentale per rendere i prodotti di Ponics e il sistema acquaponico visibili a chef provenienti da tutto il mondo.

Equity crowdfunding

Cast Alimenti, credendo nel progetto Ponics, ha finanziato lo sviluppo dei modelli 4 business aderendo alla campagna di Equity Crowdfunding su starsup.it, che sarà aperta fino al 5 febbraio 2019.
Ecco quindi la testimonianza di una bella storia di open innovation: la grande esperienza di un istituto di alta formazione come Cast Alimenti che ha scelto l’innovazione tecnologica di una giovane startup che punta sull’ecosostenibilità ed ecocompatibilità delle risorse alimentari, eliminando gli sprechi e ottimizzando le risorse.

Guarda il video: Ponics: la nuova frontiera del Green & Local

 

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Richard Ginori: annuncia il proprio ingresso in Francia con un e-commerce dedicato https://www.business.it/richard-ginori-annuncia-ingresso-francia-e-commerce-dedicato/ Thu, 25 Oct 2018 06:34:23 +0000 https://www.business.it/?p=33958 Debutta il nuovo e-shop di Richard Ginori, con il lancio del nuovo sito www.richardginori1735.com/fr, realizzato da Ogilvy. Il nuovo sito racconta in modo

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Debutta il nuovo e-shop di Richard Ginori, con il lancio del nuovo sito www.richardginori1735.com/fr, realizzato da Ogilvy. Il nuovo sito racconta in modo innovativo il mondo Richard Ginori. Il sito fornisce un’esperienza utente completamente riprogettata: nuovo look and feel, nuova piattaforma tecnologica e nuova content e Social strategy, per accompagnare l’utente lungo tutto il percorso decisionale e di acquisto online. A partire dalla home page suddivisa in tre principali macro aree – Prodotto, Brand, Contenuti Editoriali – fino alla sezione “see & buy” dedicata all’e-shop. Inoltre, sul nuovo sito, le collezioni Richard Ginori sono presentate tramite “cover” individuali studiate ad hoc, con il compito di comunicare al meglio lo spirito e lo stile delle collezioni. Il lancio del nuovo sito è parte del percorso di ulteriore sviluppo della presenza commerciale di Richard Ginori sul mercato nazionale e internazionale. Si tratta del primo passo di una nuova strategia di lungo periodo impostata con Ogilvy, che comprende il riposizionamento della marca e una nuova strategia di comunicazione.

Da ieri è online il rinnovato web site di Richard Ginori 1735, realizzato da Ogilvy. Un debutto voluto dalla maison fiorentina proprio durante uno degli appuntamenti più attesi dal pubblico internazionale, ovvero la Milano Design Week. Con un’immagine completamente ridisegnata, una veste grafica accattivante e ancora più moderna, il sito racconta un mood e uno stile che comunicano cura e raffinatezza attraverso immagini coinvolgenti ed emozionali, accompagnate da script leggeri, talvolta ironici e divertenti. Richardginori1735.com offre agli utenti un’esperienza di navigazione fruibile anche dai dispositivi mobili. Il nuovo sito presenta un’architettura innovativa e un’interfaccia user-friendly, garantendo una perfetta navigabilità al passo con l’evoluzione tecnologica e l’effervescente mondo digitale. Il lancio del nuovo sito fa parte di un percorso di ulteriore sviluppo della presenza commerciale di Richard Ginori sul mercato nazionale e internazionale, oltre che della strategia di riposizionamento del marchio verso l’alto di gamma, e ha come obiettivo quello di rispondere al meglio alle sfide di un mercato sempre più competitivo, attraverso un approccio customer-oriented che coniuga con successo una nuova creatività con un profondo rispetto della storia, tradizione e artigianalità del marchio.

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Richard-Ginori 1735 Spa è un’industria italiana di manifattura porcellane, operativa a livello mondiale nella distribuzione di porcellane per la tavola e di porcellane artistiche. L’azienda commercializza con prodotti a marchio proprio e con il brand Capodimonte, per la porcellana artistica. È rinomata in tutto il mondo per il Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, adiacente allo stabilimento di Sesto Fiorentino, in Provincia di Firenze che impiega 350 dipendenti. 

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Richard-Ginori è stata fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori e nel 1896 l’azienda si è fusa con il gruppo industriale del milanese Augusto Richard, proprietario di alcuni stabilimenti per la produzione di porcellana. Nel 1965 è avvenuta la fusione con la Società Ceramica Italiana di Laveno. Nel 1970 Richard-Ginori 1735 Spa è stata acquisita da Finanziaria Sviluppo e poi ceduta nel 1973 alla Liquigas, alla Sai nel 1977 e alla Sanitec Corporation nel 1993. Nel 2006 è entrato nella proprietà del gruppo Bormioli Rocco & Figli e l’anno successivo Richard-Ginori è stata rilevata da Starfin Spa. Nel 2013, dopo una profonda crisi, la Manifattura Ginori fallisce e viene acquisita all’asta dal gruppo francese del lusso Kering che controlla anche Gucci, per 13 milioni di euro.

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Apple: quanto guadagna al secondo, ecco l’incredibile cifra https://www.business.it/apple-quanto-guadagna-secondo-lincredibile-cifra/ Mon, 22 Oct 2018 10:33:46 +0000 https://www.business.it/?p=33802 Ecco l’azienda leader del settore technology/internet: Apple. L’azienda statunitense con sede a Cupertino, che produce sistemi operativi, computer e dispositivi

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Ecco l’azienda leader del settore technology/internet: Apple. L’azienda statunitense con sede a Cupertino, che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali, con un valore di mercato di 1 trilione di dollari si conferma una vera e propria macchina da soldi. Chi segue il mercato della tecnologia non faticherà ad immaginare che Apple sia una delle società che guadagna di più al mondo e che, più in generale, le aziende informatiche sono alcune delle compagnie che incassano di più in assoluto. Ma avete mai pensato a quanto incassano i grandi nomi della Silicon Valley ogni secondo? 

Apple in un solo anno è cresciuto di ben il 43%. Oggi Apple è leader soprattutto nel settore smartphone. Ma  quanto questa azienda monetizza al secondo? Numeri che vanno oltre l’immaginazione. Apple è ovviamente in cima alla lista. Con un reddito netto di 45,7 miliardi di dollari, Apple guadagna non meno di 1,444,76 dollari al secondo, quasi il doppio di JP Morgan Chase, la seconda società del grafico con 782,14 dollari. Walmart, il marchio numero uno nella classifica Fortune 500, è parecchio indietro con solo 431,43 dollari al secondo ma ancora davanti al gigante tecnologico Intel che guadagna 326,22 dollari al secondo.

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Una cifra niente male! Apple, come anche Google e tante altre, sono multinazionali che hanno raggiunto cifre e popolarità al di fuori dell’ordinario. Gli interessi di queste aziende colossali sono paragonabili a quelle di vere e proprie nazioni, se ci rifacciamo i numeri che generano ed al “controllo” che possiedono. Altri grandi settori con ampio margine di profitto inseriscono le loro aziende nelle venticinque. Oltre al settore tecnologico, come da attese, ai primi posti si posizionano anche aziende appartenenti al banking e finance. JP Morgan Chase si posiziona al secondo posto, raggiungendo il reddito netto di 24.7 miliardi di dollari, corrispondenti a 782 $ al secondo. La società finanziaria di New York fondata nel 1799 serve oggi più di 90 milioni di clienti al mondo. Oltre a JP Morgan Chase, anche Berkshire HathawayWells FargoBank of America sono nei primi sei posti tra le aziende con maggior reddito netto.

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Grandi aziende farmaceutiche come Johnson & Johnson e Gilead Sciences guadagnano più di 400 dollari al secondo (rispettivamente 523 e 427 dollari). Johnson & Johnson ha realizzato un utile netto di 16.54 miliardi di dollari con un fatturato di 71.89 miliardi. La società comprende circa 230 filiali che operano in 57 diversi stati. I suoi prodotti sono venduti in 175 diversi paesi. Per l’Italia, la sede principale e lo stabilimento produttivo si trovano a Pomezia (Roma). Gilead Sciences, forse meno conosciuta in Italia rispetto a J&J, è una società biofarmaceutica americana. Per molti anni da quando la società è stata fondata, Gilead Sciences si è concentrata principalmente sui farmaci antivirali usati nel trattamento dell’HIV, dell’epatite B, dell’epatite C e dell’influenza, compresi Harvoni e Sovaldi. Insomma i conti vanno bene un po’ a tutte anzi vanno a gonfie vele.

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Piano di reddito: uno stipendio mensile di $500 ai residenti di Stockton in California https://www.business.it/piano-reddito-stipendio-mensile-500-residenti-stockton-california/ Tue, 16 Oct 2018 10:17:33 +0000 https://www.business.it/?p=33384 Denaro gratis per combattere la disuguaglianza di reddito? La California City è la prima negli Stati Uniti a provare. Stockton, California, darà a 100

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Denaro gratis per combattere la disuguaglianza di reddito? La California City è la prima negli Stati Uniti a provare. Stockton, California, darà a 100 residenti $ 500 al mese per 18 mesi, senza vincoli. Stockton, spera di diventare un terreno espositivo per combattere la povertà con un esperimento semplice ma non ortodosso. Questa città nella Central Valley della California ha funzionato a lungo come vetrina per i problemi strazianti che affliggono la vita americana: il busto immobiliare che ha trasformato Stockton in un epicentro di un disastro nazionale di pignoramento e ha fatto precipitare la città in bancarotta. I senzatetto si raggruppavano in tende lungo i binari della ferrovia. Vetrine sbarrate su marciapiedi rotti. Violenza di gruppo. Ora, Stockton sta preparando piani per consegnare $ 500 al mese in denaro donato a forse 100 famiglie locali, senza vincoli. Il processo potrebbe continuare per circa due anni.

Come prima città americana a testare il cosiddetto reddito base universale, Stockton guarderà cosa succederà dopo. Così i governi e gli scienziati sociali di tutto il mondo esploreranno come condividere la generosità del capitalismo in un momento di crescente disuguaglianza economica. Così Michael Tubbs, il 27enne sindaco di Stockton, in California, ha un piano radicale per combattere la povertà nella sua città a corto di soldi. A partire dall’inizio del 2019, Tubbs prevede di fornire lo stipendio mensile a un gruppo selezionato di residenti come parte di un esperimento finanziato privatamente di 18 mesi per valutare come le persone utilizzano i soldi. “E poi, forse, in due o tre anni, possiamo avere una discussione molto più informata sulla rete di sicurezza sociale, la gente del piano di reddito merita e il modo migliore per farlo perché avremo più dati e ricerca,” Tubbs ha detto a Reuters.

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In Alaska, ogni residente ha ricevuto da tempo un assegno annuale sui dividendi dalle entrate petrolifere del Fondo permanente dell’Alaska, che Tubbs ha detto è un modello per il suo approccio. L’anno scorso, il pagamento in Alaska è stato di $ 1,100. La questione dell’empowerment economico è personale per Tubbs. Cresciuto a Stockton, dove un abitante su quattro vive in povertà, la sua famiglia fa affidamento sull’assistenza del governo per soddisfare i suoi bisogni primari. “Mia madre era in benessere per i primi cinque, sei anni della mia vita”, ha detto. “Avresti ottenuto buoni pasto, ma non è denaro contante, e forse il cibo non è il più grande bisogno … Quindi questo dà alle persone più possibilità di prendere la decisione migliore.”

I criteri per la partecipazione all’esperimento non sono ancora stati decisi, ha detto Tubbs. Ma già, ha ricevuto lettere ed e-mail da residenti che chiedevano di essere considerati. Tubbs afferma di aver “sentito quasi una responsabilità morale” di fare qualcosa “un po ‘fuori dagli schemi” per la sua città. Lo scopo del programma è infine quello di garantire che nessuno a Stockton, con una popolazione di 300.000 persone, viva in povertà. I destinatari del denaro saranno in grado di spendere i soldi per tutto ciò che vogliono senza alcun vincolo. Fortunatamente, il programma sperimentale non esaurirà le casse della città poiché beneficerà del sostegno finanziario dei ricchi magnati della Silicon Valley. Uno di questi sostenitori è il co-fondatore di Facebook Chris Hughes, il cui progetto di sicurezza economica ha contribuito con $ 1 milione al progetto.

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Negli Stati Uniti, l’idea rimane abbastanza nuova, ma sta prendendo piede nelle aree politicamente liberali della nazione come le Hawaii e l’area della Baia di San Francisco. Negli Stati Uniti, l’idea rimane abbastanza nuova, ma sta prendendo piede nelle aree politicamente liberali della nazione come le Hawaii e l’area della Baia di San Francisco. Il progetto, che dovrebbe essere lanciato nel 2019, spera di utilizzare i dati per rispondere alle domande politiche su UBI. Ad esempio, la garanzia di un reddito di base influisce sulla frequenza scolastica e sulla salute, o fa sì che le persone abbandonino il proprio lavoro o avviano nuove attività? Il progetto è anche interessato a vedere in che modo i fondi influiscono sull’emancipazione femminile e se può aiutare a liberare le persone dalla povertà. L’esperimento di Stockton non è la prima dimostrazione del reddito di base universale. Programmi simili sono già stati condotti da varie organizzazioni o governi in Finlandia, Italia, Uganda, Cambogia e India.

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Startup: torna in Italia Beesy, la piattaforma online per liberi professionisti https://www.business.it/startup-torna-italia-beesy-piattaforma-online-liberi-professionisti/ Thu, 27 Sep 2018 09:24:04 +0000 https://www.business.it/?p=32082 Si chiama Beesy la nuova startup fintech guidata da Matteo Concas che è stato general manager di N26 per l’Italia e che oggi assume la carica di Ceo di questa nuova

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Si chiama Beesy la nuova startup fintech guidata da Matteo Concas che è stato general manager di N26 per l’Italia e che oggi assume la carica di Ceo di questa nuova realtà creata da finleap, che è una sorta di fabbrica di startup fintech che ha sede a Berlino, e ora anche a Milano. Una soluzione digitale di gestione finanziaria pensata per le micro imprese e i liberi professionisti. Il nuovo ecosistema per servizi di open banking e Fintech in Italia. Sostanzialmente, dunque, Beesy sarà un portale dove imprenditori e liberi professionisti potranno accedere alle migliori soluzioni digitali per la gestione delle finanze, con servizi bancari multipli, strumenti contabili, pagamenti, analisi, ma anche consulenza fiscale grazie a una rete di consulenti che interagiscono direttamente con i clienti tramite la piattaforma.

Grazie all’integrazione con Fabrick, Beesy sarà anche in grado di collaborare con diverse banche, a partire da Banca Sella. Altri istituti bancari si uniranno nei prossimi mesi fino a quando la norma PSD2 aprirà completamente la connessione a tutte le banche italiane. La startup ha sede a Milano presso gli uffici di finleap Italia. “Finora, finleap è stata attiva all’estero solo attraverso le società in portafoglio”,afferma Ramin Niroumand, co-fondatore e CEO di finleap. “Beesy è la prima startup di finleap costruita al di fuori della Germania. Questo progetto milanese è un passo importante per fare business all’estero verso un futuro ancor più internazionale”.

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Beesy per i liberi professionisti

È quindi chiaro il posizionamento di Beesy che si rivolge ai liberi professionisti e le imprese individuali i quali possono ora contare sui servizi che la piattaforma offre per la gestione finanziaria digitale che facilita la contabilità e le operazioni bancarie e protegge i suoi utenti dalle complessità del diritto tributario. Beesy lancia ora una fase sperimentale per coinvolgere i primi clienti e fornire le prime funzionalità a liberi professionisti e imprese individuali che includono la possibilità di collegare un conto corrente bancario di Banca Sella accedendo ai movimenti, disporre bonifici direttamente da Beesy, creare fatture e seguirne lo stato del pagamento, memorizzare e classificare le spese, chattare con gli esperti Beesy di consulenza fiscale e amministrativa, consentire l’accesso a Beesy anche al proprio commercialista.

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Inoltre nei prossimi mesi, sempre secondo quanto riportato da una nota, la fase sperimentale sarà arricchita dall’apertura di partita IVA per liberi professionisti e imprese individuali, elaborazione delle dichiarazioni dei redditi, condivisione dei documenti online con i commercialisti, notifiche automatiche, per esempio, al raggiungimento dei limiti di ricavi (forfettario), riconciliazione dei dati bancari con fatture e costi.

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Alibaba: Jack Ma andrà in pensione, si ritira dalla compagnia https://www.business.it/alibaba-jack-andra-pensione-ritira-compagnia/ Mon, 10 Sep 2018 12:20:05 +0000 https://www.business.it/?p=30844 L’uomo più ricco della Cina ha deciso di fermarsi e andare in pensione. Nel giorno del suo compleanno dirà addio alla propria azienda. Il co-fondatore e presidente di Alibaba, Jack Ma, si dimetterà da capo del gigante dell’e-commerce il 10 settembre 2019, ha detto la compagnia. Ma è rimasto presidente esecutivo per 12 mesi per… Leggi tutto »Alibaba: Jack Ma andrà in pensione, si ritira dalla compagnia

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L’uomo più ricco della Cina ha deciso di fermarsi e andare in pensione. Nel giorno del suo compleanno dirà addio alla propria azienda. Il co-fondatore e presidente di Alibaba, Jack Ma, si dimetterà da capo del gigante dell’e-commerce il 10 settembre 2019, ha detto la compagnia. Ma è rimasto presidente esecutivo per 12 mesi per “assicurare una transizione senza intoppi”, prima di consegnare il suo ruolo all’amministratore delegato Daniel Zhang, ha detto Alibaba in una nota. “In seguito, resterò nel consiglio di amministrazione di Alibaba fino al nostro incontro annuale degli azionisti nel 2020”.

Il suo nome è legato a quello di Alibaba, colosso cinese dell’ e-commerce: ”Ho dedicato molto pensiero e preparazione a questo piano di successione per dieci anni”, ha scritto Ma in una lettera ai clienti e agli azionisti di Alibaba. “Questa transizione dimostra che Alibaba ha intensificato il prossimo livello di corporate governance”. A dare la notizia il New York Times, che precisa come l’imprenditore si dedicherà alla propria vita privata, alla sua famiglia e alla filantropia, seguendo in parte le orme di Bill Gates.

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Le dichiarazioni di Ma

Oggi va via senza ripensamenti, restando nel board ma godendosi la propria vita. All’occorrenza farà da mentore ai nuovi dirigenti, ma il ‘self made man’, come descritto da Forbes, ha una fortuna da circa 36.5 miliardi di dollari, più che bastevoli per potersi godere il resto della propria vita in vacanza. Il 54enne ha continuato dicendo che sarebbe fondamentale per la continua crescita del business quando alla fine si dimetterà dal consiglio di amministrazione nel 2020. “Quando Alibaba è stata fondata nel 1999, il nostro obiettivo era quello di costruire un’azienda che potesse rendere orgogliosi la Cina e il mondo e che potesse attraversare tre secoli per 102 anni”, ha scritto.

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Il signor Ma ha co-fondato Alibaba nel 1999 e l’ha visto diventare una delle più grandi compagnie di internet del mondo. Con un valore di mercato di oltre $ 400 miliardi (£ 309 miliardi), include vendite online, produzione di film e cloud computing. In un’intervista con il Times, l’ex insegnante di inglese Mr Ma ha detto che la pensione non sarebbe la fine di un’era, ma “l’inizio di un’era”. Nei cinque anni successivi, Ma ha detto di aver osservato che Zhang dimostra un impegno costante nei confronti dell’azienda e dimostra le sue capacità gestendo 13 trimestri consecutivi di “crescita coerente e sostenibile”.

La sua mente analitica è impareggiabile, ha a cuore la nostra missione e visione, abbraccia la responsabilità con passione e ha il coraggio di innovare e sperimentare modelli di business creativi”, ha scritto. “L’insegnante in me si sente estremamente orgoglioso del nostro team, della nostra leadership e della nostra cultura mission-driven, così come del fatto che continuiamo a sviluppare leader aziendali e talenti professionali come Daniel Zhang”, ha scritto Ma. Il signor Ma ha iniziato la sua vita professionale insegnando inglese in un’università nella città cinese di Hangzhou, nella provincia orientale del Zhejiang. Ha avviato Alibaba dal suo appartamento a Hangzhou con un gruppo di amici.

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Nel corso del suo mandato ad Alibaba, Ma divenne l’uomo più ricco della Cina, guadagnando un patrimonio netto di oltre 40 miliardi di dollari. “Per quanto mi riguarda, ho ancora molti sogni da perseguire, quelli che mi conoscono sanno che non mi piace stare inattivo … Voglio anche tornare all’educazione, che mi eccita con così tanta benedizione perché questo è ciò che io Amo fare. Il mondo è grande, e io sono ancora giovane, quindi voglio provare cose nuove – perché i nuovi sogni possono essere realizzati ?! “. In svariate interviste aveva precisato di non vedersi in eterno chiuso in un ufficio. Non è lì che intendeva esalare l’ultimo respiro. Decisamente meglio farlo in spiaggia, guardando il mare, in totale relax. Questo il suo pensiero, e come dargli torto. Vivere una vita infelice, pur essendo il 21esimo uomo più ricco al mondo, sarebbe uno spreco imperdonabile.

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Starbucks: arriva a Milano, sfida il caffè italiano https://www.business.it/starbucks-arriva-milano-sfida-caffe-italiano/ Fri, 07 Sep 2018 09:55:11 +0000 https://www.business.it/?p=30813 Un’inaugurazione in grande stile per il primo Starbucks italiano. La caffetteria di Piazza Cordusio (la più grande per il brand in Europa con i suoi 2.300 metri quadri)ha aperto con

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Un’inaugurazione in grande stile per il primo Starbucks italiano. La caffetteria di Piazza Cordusio (la più grande per il brand in Europa con i suoi 2.300 metri quadri)ha aperto con una grande festa per solo 1200 selezionatissimi ospiti giovedì 6 settembre; mentre il pubblico potrà accedervi da oggi venerdì 7 settembre. Non si tratterà di un comune Starbucks, ma di una Reserve Roastery (caffetteria con torrefazione). Ne esistono solo altre due al mondo, a Seattle e Shanghai.

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Starbucks sfida il caffè italiano

Se ne parlava già due anni fa, poi i tempo si sono allungati. Ora il gigante americano debutta in Italia con la caffetteria più grande d’Europa, 2.300 metri quadrati nello storico Palazzo delle Poste, vicino al Duomo. Uno dei tre soli Reserve Roastery – locali di lusso – dopo Seattle e Shanghai, uno dei 28mila negozi nel mondo. Entro fine anno, Starbucks potrebbe aprire altri 3 locali, sempre a Milano. Ma caffè, cappuccino e frappuccino (che, per ora, non è il lista nel locale di Milano) non sono certo tra i più economici: un espresso costa 1,80, un caffè americano 3.50.

Sono 300 i dipendenti che ci lavorano e tra di loro ci sono ragazzi in difficoltà, provenienti da comunità, lavoratori appartenenti alle categorie protette. Il protagonista della Roastery è il caffè, che viene lavorato in ogni sua fase nel locale al cui centro campeggia una grande macchina tostatrice. Lo store si sviluppa tutto attorno, in un bancone bakery con i prodotti del panificio Princi di Milano, nella zona dove viene preparato e servito il caffè, dall’espresso. Nella zona Reserve Roastery i clienti potranno assaggiare i migliori caffè riserva della giornata e infine, nella parte alta, campeggia un bar dove si potrà bere un aperitivo ad un bancone realizzato in marmo di Carrara.

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Cosa potrà mai insegnare Starbucks agli italiani? L’azienda sa che “è qui che il caffè è nato” (o perlomeno il culto del caffè) e che non sarà facile fare breccia in un mercato nel quale il livello medio delle caffetterie è già altissimo. La sfida, però, non si rivolge solo allo spirito di sperimentazione di nuovi caffè, ma soprattutto sull’esperienza estetica. Secondo la società, infatti, la caffetteria che aprirà oggi 7 settembre a Milano sarebbe lo Starbucks “più bello al mondo”. Basti dire che il bancone in marmo è dotato di un sistema di riscaldamento che proteggerebbe i polsi dal freddo invernale. La location della centralissima piazza Cordusio, poi, si preannuncia di assoluta eleganza, ma resta da vedere se lo store resisterà all’effetto-novità attirando una stabile base di clienti decisi a pagare un costo extra per sperimentare il caffè Starbucks.

Howard Schultz, dal 26 giugno scorso ex CEO di Starbucks è rimasto affascinato dalla cultura dell’espresso e dall’atmosfera dei bar milanesi nel suo viaggio italiano nel 1983 e nel primo store in Italia ha voluto ricreare le stesse emozioni, anche grazie al design, all’arredamento anni ’70 e alle luci. Certo, le scenografiche macchine per la torrefazione possono destare curiosità, gli interni impreziositi di marmo e bronzo, appagare lo sguardo, le preparazioni scenografiche di bevande a base di caffè, stuzzicare la fantasia. Ma non possono, da soli, costituire la premessa per il futuro sviluppo di Starbucks in Italia.  Per il momento l’azienda afferma di voler ampliare in futuro la sua presenza nello Stivale, ma senza fornire dettagli sui numeri e le tempistiche. Data la solida tradizione del caffè nel Bel Paese, Starbucks non poteva che offrire “la più bella” delle sue caffetterie per trovare il uno suo spazio anche qui.

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Amazon: potrebbe presto valere 1 trilione come Apple https://www.business.it/amazon-potrebbe-presto-valere-1-trilione-come-apple/ Wed, 22 Aug 2018 08:00:57 +0000 https://www.business.it/?p=30655 Ormai il traguardo è stato raggiunto e superato! Ora lo si può dire di certo: Apple è la prima azienda al mondo il cui valore ha superato la soglia di 1000 miliardi di dollari,

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Ormai il traguardo è stato raggiunto e superato! Ora lo si può dire di certo: Apple è la prima azienda al mondo il cui valore ha superato la soglia di 1000 miliardi di dollari, ovvero di un trilione.  Nessun’altra azienda è mai riuscita a raggiungere un simile traguardo. I suoi titoli, del resto, continuano a salire e si aspetta che presto la Apple riuscirà a raggiungere persino la soglia di 1,1 trilioni. Ma alcuni analisti prevedono che Amazon possa entrare nel club delle aziende da trilioni di dollari. Gli analisti, ora sono pronti a scommettere su un risultato storico per il colosso di Jeff Bezos. A puntare sul gruppo americano del commercio elettronico e del cloud sono in particolare gli analisti di Macquarie, che hanno pubblicato una nota entusiastica alla luce dei risultati messi a segno da Amazon nel primo trimestre del 2018. Le azioni del gigante di gadget retail / cloud / media / consumer sono aumentate di quasi il 65% nel 2018. Gli analisti prevedono che le vendite di Amazon aumenteranno del 32% rispetto a ben $ 265 miliardi quest’anno.

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I segreti del successo di Amazon

Amazon non resta fermo a guardare e, a breve, potrebbe raggiungere o superare Cupertino in questa impresa. Il divario si è rapidamente ridotto tra i valori di mercato delle due società; Apple, da sempre ritenuta la prima azienda a raggiungere 1 trilione di dollari, ha iniziato l’anno con titoli valutati del 50% in più rispetto a quelli di Amazon. Tuttavia, le azioni di Amazon sono aumentate così velocemente aggiungendo “l’equivalente della capitalizzazione totale di Walmart in soli sei mesi“ come riporta la rivista Bloomberg. Solo tre anni fa, Amazon non era nella lista delle migliori 40 aziende, ma questa situazione è cambiata con l’aumento della spesa da investire, dalla vendita online, dalla tecnologia informatica (si pensi ad Amazon Echo) e, più recentemente, dall’acquisto di Whole Foods. Questi affari hanno iniziato presto a dare i propri frutti e, di conseguenza, è aumentato l’entusiasmo degli investitori.

Apple ha occupato il podio fra le aziende di maggior valore negli ultimi sei anni. Nel 2010, in particolare, ha superato Microsoft e nel 2012 ha sottratto il titolo a ExxonMobil. All’inizio di gennaio, la capitalizzazione di Apple ha raggiunto 900 miliardi di dollari, fino ad arrivare a un incremento del valore azionario che ha portato la società a raggiungere il traguardo del trilione di dollari. Alcune proiezioni all’inizio di quest’anno hanno evidenziato la possibilità che Amazon batta Apple. Anche se la maggior parte degli analisti vede ancora Apple come la prima società in grado di mantenere questo traguardo. Tuttavia, dato che il valore delle scorte di Amazon è aumentato, non sembra più così impossibile superare la società di Cupertino.

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Amazon continua a innovare

Amazon, in particolare, continua a innovare, come dimostra anche il programma emergente di advertising che fa concorrenza a Google e Facebook. Oltre 10 mila imprese italiane vendono su Amazon e più di un terzo esportano i loro prodotti soprattutto in Europa e alcune anche in tutto il mondo: nel 2017 queste aziende hanno raggiunto la cifra record di vendite all’estero di oltre 350 milioni di euro. L’azienda di Bezos viene premiata dai suoi azionisti proprio per la strategia di espansione di lungo periodo, che punta alla conquista dei mercati internazionali, con l’Europa in pole position per fare da traino a business multiforme che include l’offerta video e musica in streaming, gli speaker Echo per la casa intelligente, l’assistente vocale Alexa e presto anche un robot domestico.

Oggi Amazon è la seconda più grande azienda americana per capitalizzazione di mercato e sebbene la Apple sia comunque la prima ad aver raggiunto il magnifico traguardo con le sue azioni che crescono di giorno in giorno, non sarà però l’ultima in quanto anche le altre aziende si stanno avvicinando a quel limite. Occorre, quindi, prestare attenzione anche agli inseguitori della Apple, che sono principalmente 4: Amazon, Google, Microsoft, Facebook. Tutte e 4 hanno i propri punti forti e quelli deboli. Anche il loro prezzo sul mercato è ampiamente diverso, ma sono tutte delle aziende ugualmente importanti.

Amazon è un’azienda self-made che si è sviluppata solo come un’attività di puro commercio. Qui è possibile acquistare gli oggetti provenienti anche dai più lontani angoli del mondo. Tutto ciò che serve è semplicemente recarti sul sito di Amazon e dinnanzi a te si aprirà un mondo. Qui puoi acquistare tutto ciò che vuoi, anche dagli articoli più semplice a quelli più complessi o difficili da trovare. Dovrai solo attendere che i funzionari della Amazon trovino l’oggetto dei tuoi desideri e te lo spediscano. Si pensa che avrà comunque una crescita lenta, ma costante, motivo per cui prima o poi comunque sfiorerà e poi supererà il traguardo da 1 trilione di dollari. Il tempo lo farà vedere, ma a noi non resta che attendere. Del resto i piani sono tanti, gli investimenti sono troppi e le idee per il futuro fanno letteralmente impazzire il mercato spingendolo verso quella soglia così tanto agognata e sognata.

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Amazon: Jeff Bezos guadagna $275 milioni al giorno ma i dipendenti sono alla fame https://www.business.it/amazon-jeff-bezos-guadagna-275-milioni-giorno-dipendenti-fame/ Tue, 21 Aug 2018 09:00:00 +0000 https://www.business.it/?p=30628 Il suo patrimonio è cresciuto di 275 milioni di dollari al giorno. Bezos sempre più ricco mentre alcuni dipendenti di Amazon in Usa stentano a vivere secondo Bernie Sanders,

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Il suo patrimonio è cresciuto di 275 milioni di dollari al giorno. Bezos sempre più ricco mentre alcuni dipendenti di Amazon in Usa stentano a vivere secondo Bernie Sanders, senatore del Vermont. A scagliarsi contro il colosso dell’e-commerce e il suo Ceo, Jeff Bezos, è Bernie Sanders, in corsa verso la Casa Bianca. Che Bezos sia l’uomo più ricco del mondo è risaputo, il patrimonio del visionario americano è aumentato di 275 milioni di dollari al giorno nei primi 4 mesi dell’anno secondo Sanders, che punta il dito contro i guadagni record del Ceo di Amazon, reo di guadagnare in soli 10 secondi più di quanto guadagnano i dipendenti in un anno.

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Il punto debole di Amazon

Con un patrimonio netto stimato di 141,9 miliardi di dollari, Jeff Bezos è stato recentemente eletto da Forbes l’uomo più ricco al mondo: un altro motivo che attira le attenzioni di Sanders, e dei Democratici. Le condizioni di lavoro e soprattutto gli stipendi dei dipendenti Amazon sono sempre stati un punto delicato. Amazon è conosciuta in tutto il mondo come una piattaforma di e-commerce inarrestabile. L’unico suo punto debole sono le condizioni di lavoro dei propri dipendenti e soprattutto gli stipendi. Lo stipendio di Jeff Bezos fa rizzare i capelli. Alcuni dipendenti che pur lavorando durante la notte, non guadagnano abbastanza soldi per mantenersi.

Il nemico giurato di Sanders è proprio Bezos, per svariati motivi. A cominciare dal fatto che Amazon “lo scorso anno non ha pagato alcuna imposta federale” per arrivare alle condizioni lavorative denunciate dai dipendenti. La strategia di Sanders funzionerà ancora una volta in vista delle elezioni di mid-term (novembre) e delle prossime presidenziali dove si rinnoverà la sfida a Donald Trump? Il senatore ha ricordato anche che in alcuni Stati i dipendenti devono richiedere i sussidi governativi per mantenere le famiglie. Una presa di posizione non solo contro Amazon, ma verso tutte quelle società che creano profitto, ma i cui lavoratori hanno comunque problemi ad arrivare a fine mese: “Se c’è un nuovo boom dell’economia, perché si lavora di più a salari più bassi che non permettono di risparmiare?”.

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Non solo bassi salari per i dipendenti

Alcuni dipendenti dell’azienda, pur lavorando otto ore durante la notte arrivano a guadagnare un massimo di 1.450 euro al mese. Cifra sicuramente non consona rispetto al lavoro eseguito. Non solo bassi salari non sufficienti a condurre una vita dignitosa, ma anche situazioni al limite della sopportazione come racconta un dipendente: “Mi sono procurato un ernia cercando di andare e tornare dal bagno in un meno di un minuto e trenta secondi, perché Amazon controlla i tempi”. Un accusa che il colosso dell’ecommerce ha respinto. Pensante invece che ai vertici dell’azienda, c’è Jeff Bezos che negli ultimi quattro mesi dell’anno ha aumentato il proprio patrimonio di 275 milioni di dollari al giorno. Significa che il boss dell’azienda, guadagna in 10 secondi più di quanto guadagni un dipendente qualsiasi in un anno intero di lavoro. Moltissimi dipendenti situati in Arizona, Pennsylvania e Ohio devono contare sui sussidi governativi per poter dare da mangiare alla propria famiglia, nonostante abbiano un lavoro. 

Nonostante il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti sia arrivato al minimo storico, gli stipendi dei lavoratori continuano a calare e oltre 140 milioni di cittadini non riescono a sostenere i propri bisogni primari. Di conseguenza, a finire nel mirino del senatore in questione sono state per prime le grandi aziende americane, che pagano stipendi a sei zeri ai propri CEO, invece che occuparsi di offrire una stabilità economica alle persone che mandano avanti le aziende, ovvero i dipendenti. Bisogna anche sottolineare che Amazonlo scorso anno non ha pagato alcuna imposta federale. Ammontano a mezzo milione i dipendenti di Amazon, Jeff Bezos in una lettera agli azionisti ha fatto notare che il colosso ha creato 130 mila posti lo scorso anno.

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Tesla: L’Arabia Saudita è interessata a finanziare Tesla come privata https://www.business.it/tesla-larabia-saudita-interessata-finanziare-tesla-come-privata/ Tue, 21 Aug 2018 08:00:17 +0000 https://www.business.it/?p=30619 La scorsa settimana, Elon Musk ha annunciato che intendeva privatizzare la società di auto elettriche Tesla. Il CEO della società ha scritto su Twitter e, più tardi in una dichiarazione

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La scorsa settimana, Elon Musk ha annunciato che intendeva privatizzare la società di auto elettriche Tesla. Il CEO della società ha scritto su Twitter e, più tardi in una dichiarazione ufficiale, di aver ottenuto finanziamenti. Naturalmente molte domande sono emerse dopo questa nota, in particolare: chi stava sostenendo la sua offerta? Oggi, forse Musk ha iniziato a rispondere ad alcune di quelle domande. Musk scrive di aver incontrato investitori sauditi dall’inizio del 2017 per discutere della privatizzazione di Tesla. L’Arabia Saudita e la Tesla Motors lavorano segretamente insieme allo sviluppo delle auto elettriche?

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La risposta di Elon Musk

Il fondatore fornisce nuovi dettagli sull’ipotesi dell’addio a Wall Street. Il piano per portare Tesla fuori dalla Borsa è reale e avrebbe il supporto del fondo sovrano saudita. Il chiarimento è arrivato con un post sul blog dell’azienda scritto dallo stesso Musk in cui ha spiegato che il soggetto principale che potrebbe sostenere l’operazione sarebbe il fondo sovrano saudita, che già nei giorni scorsi era emerso avere rilevato il 5% della società.

Cosa sta succedendo? Poco a poco sta diventando chiaro che il petrolio e altre fonti di energia fossile hanno raggiunto i loro picchi, e che le fonti di energia alternativa stanno prendendo il loro posto poco alla volta. Il forte calo dei prezzi del petrolio ha sorpreso tutti gli attori del mercato, ma un paese come l’Arabia Saudita è stato particolarmente colpito dal calo delle entrate petrolifere. Il principe Mohammed bin Salman, il nuovo uomo forte nel regno dell’Arabia Saudita, si vide costretto ad annunciare misure particolarmente drastiche per bilanciare il bilancio del suo paese.

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Musk può davvero raggiungere un accordo?

Musk ha proposto un’offerta di $ 420 per azione per Tesla (TSLA) , ovvero circa il 12% in più rispetto a dove le azioni di Tesla sono state scambiate a fine mercoledì mattina. Ciò stimerebbe la società a oltre 70 miliardi di dollari. Gli analisti hanno sollevato dubbi su dove sarebbero arrivati i finanziamenti. Non è chiaro da chi Musk ha ottenuto finanziamenti da. Il Financial Times ha riferito di aver incontrato gli investitori sauditi, ma la società non ha commentato. In genere le banche di investimento forniscono l’enorme quantità di capitale per prendere una società privata. Ma questo comporta notevoli rischi – e aggiunge un’enorme quantità di debito al bilancio di un’azienda.

Anche se Elon Musk, che ha tweettato la settimana scorsa di avere “finanziamenti garantiti” per portare Tesla in privato, afferma che si stava riferendo alle conversazioni che aveva con il fondo sovrano saudita. I fondi sovrani sono fondi di investimento controllati da un governo nazionale. I sauditi stanno cercando di diversificare il loro interesse per il petrolio. I sauditi probabilmente non sono gli unici interessati all’acquisto di una partecipazione azionaria in Tesla, ha dichiarato Adam Jonas, un analista di auto per Morgan Stanley. Potrebbero essere interessati anche i fondi tecnologici e altri investitori alla ricerca di un pezzo della prossima generazione di veicoli, tra cui auto a guida ed auto elettriche. Ma non importa chi sia l’acquirente, ci sono alcuni problemi logistici da risolvere prima che l’azienda possa privatizzare.

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Ponte Morandi: costi benefici e modalità della revoca ad Autostrade https://www.business.it/ponte-morandi-costi-benefici-modalita-revoca-autostrade/ Mon, 20 Aug 2018 07:00:38 +0000 https://www.business.it/?p=30721 Dopo il crollo del ponte Morandi, scoppia la polemica sulla decisione del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. La società annuncia zero pedaggi per le ambulanze,

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Dopo il crollo del ponte Morandi, scoppia la polemica sulla decisione del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. La società annuncia zero pedaggi per le ambulanze, mentre fa i conti con il titolo della capogruppo Atlantia che a Piazza Affari registra pesanti perdite. Reagire ad una tragedia come quella del Ponte Morandi in maniera lucida e razionale non è semplice. Troppa la rabbia, la commozione e la frustrazione per non aver impedito un evento che, forse, si sarebbe potuto evitare. Eppure, le istituzioni dovrebbero mostrare fermezza e lucidità, senza cedere alle pulsioni della piazza che – inevitabilmente – cerca vendetta per le troppe vittime innocenti. Conti alla mano, basandosi sull’articolo 9 della Convenzione siglata nel 2007, togliere la gestione alla società dei Benetton costerebbe 20 miliardi. Che verrebbero recuperati ai caselli, in caso di “nazionalizzazione”, in meno di un decennio. Il cuore delle concessioni è però negli accordi con i singoli concessionari: sono quelli che ne regolano gli aspetti economici e che in Italia sono mantenuti segreti.

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La revoca non è impossibile, ma può essere molto costosa

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i suoi vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno invocato la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Lo Stato dovrà sborsare circa 20 miliardi di euro per togliere ad Autostrade per l’Italia di Atlantia del gruppo Benetton la concessione per la gestione di metà della rete autostradale nazionale, 3mila chilometri su 6mila totali. A quel punto la stessa concessione potrà essere messa a gara e affidata a chi offrirà le condizioni migliori sia dal punto di vista economico sia gestionale. Nel caso in cui lo Stato tornasse a gestire in prima persona i 3mila chilometri ora in mano ai Benetton recupererebbe ai caselli nel giro di meno di una decina d’anni i 20 miliardi che ora deve impegnare.

 

Ma si può davvero mettere in pratica?

Gli analisti sono scettici sul fatto che il contratto di concessione possa essere revocato, sia per via dei costi a carico dello Stato che per la sussistenza dei presupposti giuridici che possano far scattare la richiesta “Una mossa di questo tipo non sarebbe finanziariamente realizzabile, in quanto l‘Anas (cioè lo Stato) dovrebbe pagare miliardi ad Atlantia, sostengono gli analisti, che ricordano come “il contratto di concessione potrebbe aiutare a proteggere Atlantia” visto che, in caso di revoca, “stabilisce il diritto al risarcimento per Autostrade per l’Italia”. Molti ricordano come si tratti di un contratto “intoccabile”.

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E allora cosa serve per attuare una revoca?

Per arrivare ad una revoca bisognerebbe ci fosse la prova di una seria violazione in corso delle condizioni del contratto, ma poi questo “dovrebbe essere seguito da un invito formale sanare la sua posizione che il titolare della concessione dovrebbe ignorare. L’articolo 9 della Convenzione Unica che disciplina la “decadenza della concessione” prevede che “la decadenza della concessione può essere dichiarata se perdura la grave inadempienza da parte del concessionario rispetto agli obblighi previsti”.

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Questo presuppone una comunicazione formale di inadempienza dal concedente al concessionario fissando “un congruo termine per fornire le proprie giustificazioni”. Ma questa comunicazione secondo Atlantia ad oggi non c’è stata. Se il concedente contesta l’inadempimento scatta la diffida, ma al contempo il concessionario può esercitare le proprie contro deduzioni. Se vengono rigettate alla concessionaria vengono concessi altri due mesi per adempiere. Se poi non si adempie e arriva il decreto di decadenza la società può fare ricorso al tar e poi al Consiglio di Stato.

Conti alla mano, basandosi su questo testo, lo Stato deve riconoscere ai Benetton 21 miliardi di incassi futuri previsti da cui deve però detrarre i debiti finanziari contratti dai Benetton con le banche e i risparmiatori che ammontano a circa 10 miliardi di euro e che lo Stato si accollerebbe. A quel punto resterebbero circa 11 miliardi di euro da consegnare ai Benetton. In base alla convenzione lo Stato potrebbe però applicare una penale a suo favore del 10 per cento sugli 11 miliardi. Il risultato finale è quindi questo: lo Stato dovrà sborsare 10 miliardi direttamente ai Benetton e altri 10 per effetto dell’accollo dei loro debiti.

I dirigenti di Autostrade per l’Italia sostengono di aver concordato con il ministero i programmi di intervento lasciando intendere che tutto ciò che è stato fatto o non fatto sia sul ponte Morandi di Genova sia altrove ha avuto il via libera ministeriale. E quindi dal loro punto di vista appare inconcepibile che lo stesso ministero e il governo ora intendano revocare la concessione. In generale, secondo quando risulta al ilfattoquotidiano.it negli uffici ministeriali della Vigilanza autostradale giacciono numerosi progetti e programmi di intervento presentati dai concessionari e mai approvati.

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Trump, legge fiscale: le piccole e medie imprese si trovano in difficoltà https://www.business.it/trump-legge-fiscale-piccole-medie-imprese/ Fri, 10 Aug 2018 12:25:09 +0000 https://www.business.it/?p=30581 Architetti e ingegneri sono ancora dentro ma ragionieri, medici e avvocati restano fuori. Stiamo parlando delle nuove regole emanate dall'amministrazione Trump, che stabiliscono quali tipi di imprese possono ottenere una detrazione del 20% rispetto alle imposte sul reddito, in base alla recente legge fiscale.

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Architetti e ingegneri sono ancora dentro ma ragionieri, medici e avvocati restano fuori. Stiamo parlando delle nuove regole emanate dall’amministrazione Trump, che stabiliscono quali tipi di imprese possono ottenere una detrazione del 20% rispetto alle imposte sul reddito, in base alla recente legge fiscale.

Le proposte, emesse mercoledì scorso dal Dipartimento del Tesoro e dall’IRS, hanno lavorato per sei mesi per rendere più chiaro il progetto del Congresso. Ma come per molti aspetti della vasta legge fiscale repubblicana lanciata lo scorso anno, i requisiti per i milioni di imprese “pass-through” per ottenere agevolazioni fiscali generose sono incredibilmente complessi e difficoltosi. Perché?

Ecco un esempio: alcuni imprenditori che guadagnano determinati livelli di reddito sono esclusi, così come le società che sono organizzate in determinati modi o che noleggiano le loro attrezzature piuttosto che possederle.

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Opinioni e Commenti

Hanno tentato di tracciare linee che sono più chiare del linguaggio” della legge fiscale, ha dichiarato Andrew Howlett, un avvocato dello studio legale Miller & Chevalier, specializzato in questioni fiscali. “Ci sono ancora domande che devono ancora essere risolte per i contribuenti“.

Steven Rosenthal, senior fellow presso il centro di politica fiscale di Urban-Brookings, ha invece affermato che i nuovi regolamenti “consentono a molte aziende di dedurre il 20% e a molte altre di reclamarlo”.

Allo stesso tempo, Rosenthal riteneva del tutto inadeguate le protezioni delle regole contro gli abusi da parte delle imprese in merito alla riduzione delle tasse speciali.

Vi è preoccupazione, ad esempio, che per qualificarsi per la detrazione, gli individui lascerebbero il loro lavoro e quindi contrarrebbero i loro servizi ai loro ex datori di lavoro come appaltatori indipendenti. Ora il governo sembra aver proibito tutto ciò nelle nuove regole, secondo quanto affermato Kyle Pomerleau, direttore del Center for Quantitative Analysis presso la Conservative Tax Foundation.

Le nuove regole confermano il requisito della legge fiscale secondo cui alcuni imprenditori come avvocati, commercialisti, dottori e consulenti non possono beneficiare della detrazione completa se il loro reddito annuale supera i 157.000 dollari (per i fileristi fiscali) e i 315.000 ( per le coppie che presentano si congiuntamente). L’ammontare della detrazione da reclamare diminuisce all’aumentare degli introiti dei contribuenti. Lo stesso vale per interior designer, gestori di investimenti, terapisti e altri professionisti di simili categorie.

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Le difficoltà delle piccole e medie imprese

Molti proprietari di piccole imprese in tutto il paese vogliono sapere se saranno vincitori o perdenti. Anche con i nuovi regolamenti, molti proprietari continueranno a rivolgersi a ragionieri fiscali e altri specialisti per ridurre la confusione.

Milioni di aziende – dal negozio di alimentari e al fioraio, fino ai grandi studi legali, agli hedge fund e alla tentacolare organizzazione di Trump, si sono organizzate come pass-through in cui i profitti delle società vengono imputati nel secchio fiscale personale dei proprietari. I proprietari pagano le tasse individuali, non aziendali, sul reddito. La stragrande maggioranza delle imprese statunitensi, grandi e piccole, sono tassate in questo modo.

Gli architetti repubblicani dedicati al piano fiscale e lo stesso presidente Donald Trump ritraevano la nuova “pass-through tax break” come un vantaggio per le imprese e per gli imprenditori di Main Street. Eppure, con lucrose partnership e società a responsabilità limitata, le tasse più basse per loro potrebbero consentire ad alcuni ricchi americani di consolidare la propria ricchezza, aumentando il divario con i meno abbienti.

Prima che la legge tributaria cambi, la maggior parte dei proprietari di pass-through erano tassati alle più alte aliquote individuali, secondo la Tax Foundation. Con il pacchetto fiscale da 1,5 trilioni di dollari, che prevede tagli drastici per le società e per gli individui facoltosi, i legislatori repubblicani hanno elaborato una legislazione nella quale hanno insistito sul fatto che i proprietari di piccole imprese dovrebbero ottenere un sistema equivalente. La legge fiscale offre quindi riduzioni più modeste per la maggior parte delle famiglie e degli individui a basso e medio reddito.

“Questa deduzione del 20 percento porterà a maggiori investimenti in società statunitensi e salari più alti per gli americani che lavorano sodo“, ha detto in una nota il segretario al Tesoro Steven Mnuchin.

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Piquadro: un piccolo impero e un fatturato di oltre 97 milioni di euro https://www.business.it/piquadro-piccolo-impero-fatturato-oltre-97-milioni-euro/ Fri, 10 Aug 2018 07:51:30 +0000 https://www.business.it/?p=30539 Piquadro, è una società attiva nell'ideazione, produzione e distribuzione di articoli di pelletteria. L’ultimo anno fiscale, terminato il 31 marzo 2018, ha fatto segnare una delle

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Piquadro, è una società attiva nell’ideazione, produzione e distribuzione di articoli di pelletteria. L’ultimo anno fiscale, terminato il 31 marzo 2018, ha fatto segnare una delle performance economiche più brillanti per il gruppo Piquadro: fresca di acquisizione della francese Lancel, strappata al colosso elvetico Richemont, la maison bolognese di pelletteria guidata da Marco Palmieri ha registrato una crescita a doppia cifra di tutti i parametri di redditività e mette nel mirino una cifra record. Il gruppo Piquadro ha chiuso l’esercizio fiscale 2017-2018 registrando un fatturato di 97,63 milioni di euro, in crescita del 28,6% sull’anno precedente. A spingere i conti del gruppo sono stati sia l’introduzione nel perimetro di consolidamento di The Bridge, che ha totalizzato nel periodo ricavi per 23,76 milioni (con un contributo alla crescita pari a circa il 24,6%), sia l’aumento, pari al 4,3%, del marchio Piquadro. Il giro d’affari generato dal marchio Piquadro è cresciuto del 4,3%, con un incremento del 3,3% a perimetro costante del canale retail e del 19,7% dell’e-commerce. Il canale wholesale, che rappresenta il 44,6% del giro d’affari totale del gruppo, ha registrato un +2,7%, grazie alle buone performance del mercato europeo (+13,3%) e domestico (+3,8%). The Bridge ha chiuso l’anno con ricavi pari a 23,76 milioni di euro, contribuendo per il 24,6% circa alla crescita totale.

Il gruppo bolognese di articoli di pelletteria fondato nel 1987 e quotato dal 2007 alla Borsa Italiana, è presente in 50 Paesi con una rete di vendita composta da 187 boutique monomarca, tra cui 100 a insegna Piquadro, 14 firmate The Bridge e 73 della nuova conquista Lancel. A trainare i ricavi è stato in particolare l’andamento di The Bridge – il marchio di pelletteria toscano la cui maggioranza era stata rilevata da Piquadro nel 2016 per 3,17 milioni. A queste ultime, in particolare, hanno contribuito sia le vendite del canale di monomarca Piquadro, sia quelle wholesale. “La crescita a doppia cifra del fatturato e di tutti gli indici di redditività del gruppo attestano la validità del lavoro fatto sul marchio The Bridge e l’efficacia delle sinergie sviluppate a vari livelli”, ha commentato Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro, che si dice “fiducioso che questa accelerazione possa continuare, alimentata dall’ottimizzazione delle risorse e dei processi in corso all’interno del gruppo”.

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Come si fa a mettere in piedi un piccolo impero degli accessori partendo da zero?

Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro, risponde ala domanda:L’Italia è il Paese delle aziende di famiglia, dove il saper fare viene custodito e tramandato con cura e orgoglio. Si tratta di un patrimonio culturale importantissimo, ma a volte può rappresentare un limite. Nel mio caso, il fatto di non dovermi confrontare con i genitori, dimostrando di essere almeno altrettanto bravo e non sentire il peso di proteggere l’impresa tramandata da generazioni, è stata la mia fortuna. Ero libero di rischiare, sviluppando la mia personale visione del progetto. Anche il non essere inserito in un distretto industriale è stato un bene. Quando sei una realtà affermata, fa gioco trovarsi all’interno di un tessuto sociale e produttivo condiviso, ma all’inizio si rischia l’omologazione. Io non ho mai voluto conformarmi a una visione predefinita del prodotto.”

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Marco Palmieri un uomo dalle mille intuizioni

Marco Palmieri un uomo dalle mille intuizioni che ha saputo trasformare un’idea seguendo solo il suo istinto lanciando un grande marchio italiano nel 1998,  con un’offerta di borse, cartelle, zaini, valigeria e piccola pelletteria, sviluppata nel tempo, ha saputo conquistare il pubblico che riconosce e apprezza la funzionalità applicata all’estetica tipica di Piquadro. Grazie alla sua vera forza, ovvero la curiosità, ha dovuto inventare una soluzione per crescere e strutturare al meglio la realizzazione pratica di uno spunto creativo. Un uomo che ha saputo creare il giusto approccio con i mercati, grazie alla sua capacità di interagire con chi gli stava intorno e sopratutto con il suo team: “Io mi fido del mio gruppo di lavoro, così come loro di me e abbiamo tutti un obiettivo comune. In più io ho un compito nei loro confronti: proporre dei percorsi sfidanti che migliorino la qualità delle loro vite”, afferma. La visione futura di Marco Palmieri è un continuo guardarsi intorno, sopratutto su nuove acquisizioni. Un uomo che non abbassa mai la guardia. Ecco perché per raggiungere traguardi importanti, Palmieri consiglia ai giovani imprenditori di essere “irragionevoli”, “perché è quella la chiave delle grandi intuizioni. E non ponetevi come obiettivo i soldi. Concentratevi sull’offrire prodotti e servizi sempre migliori: solo così arriveranno i guadagni.”

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Avviare un’impresa: i segreti delle startup di successo https://www.business.it/avviare-impresa-segreti-startup-successo/ Wed, 08 Aug 2018 10:03:33 +0000 https://www.business.it/?p=30444 “Il successo di una startup? Inizia dal business plan”. “Prima di presentarsi agli investitori è fondamentale definire con precisione piani, obiettivi e strategie della propria impresa.

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“Il successo di una startup? Inizia dal business plan”. “Prima di presentarsi agli investitori è fondamentale definire con precisione piani, obiettivi e strategie della propria impresa. Certo, avviare un’impresa non è facile, e iniziare con successo è ancora più difficile. Quindi da dove cominciare? Un buon modo è ascoltare quelli che hanno fallito. Probabilmente fallirai prima di riuscire. Perché un’idea, da sola, non basta. Bisogna dimostrare di essere in grado di realizzarla e se non sei pronto a lavorare più duramente di quanto avresti mai pensato, probabilmente sei nel business sbagliato. Quando un imprenditore apre un’attività d’impresa investe tempo, sogni e capitali. Da questo investimento ne attende un adeguato ritorno economico. Per questo adotta ogni utile strategia per fare in modo che la propria impresa raggiunga il successo. Ma quali sono i segreti dell’imprenditore di successo? 

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I principali obiettivi cui gli imprenditori dovrebbero puntare per creare un’impresa di successo

La fase di avvio di un’impresa, tecnicamente chiamata fase di start-up, è probabilmente quella più difficile poiché si assiste alla concentrazione di un insieme di azioni e scelte strategiche che potrebbero condizionare lo sviluppo e il business in quanto gli effetti che ne scaturiscono si ripercuotono in un lungo arco temporale. Per questo motivo occorre concepire idee imprenditoriali mature, studiare attentamente il processo di realizzazione dell’impresa, valutare i rischi e le opportunità di successo, verificare il progressivo raggiungimento degli obiettivi.

Quante volte dopo una giornata stressante in ufficio, abbiamo pensato di avviare un’attività senza capi? Poi però ci siamo fermati di fronte a mille interrogativiCome trovo un’idea? Dove recupero i soldi? Come mi faccio conoscere? Quando ci si imbatte in una nuova avventura di business una cosa è certa: la voglia di avere successo, di sfondare come si dice, è la spinta che muove tutto il resto. Ma avere successo in un mondo in cui tutto cambia alla velocità della luce, in un contesto economico capriccioso e spesso poco riconoscente non è facile. La tenacia, la perseveranza e anche un pizzico di follia sono le caratteristiche dell’imprenditore che dice sì al mondo del business. E poi cosa serve per avere un ritorno economico sull’investimento, per creare una impresa di successo?

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Redigere un business plan

Ormai lo sanno tutti, per creare un’azienda, sia all’estero che in Italia, è necessario partire dalla redazione di un business plan. Il business plan altro non è che un documento che sintetizza, in maniera precisa, l’idea di business che si vuole realizzare. Tale documento programma e determina gli obiettivi che si intendono raggiungere, chiarisce le peculiarità del servizio/prodotto che si intende lanciare sul mercato, riporta un’analisi completa dei costi, definisce tutte le forme di finanziamento di cui l’impresa può godere, indaga sulla concorrenza per stabilire la politica dei prezzi e le modalità comunicative e pubblicitarie. Senza un business plan non si va da nessuna parte, anche perché è utilissimo al momento della presentazione dell’idea di business a possibili investitori.

Valutare la fattibilità dell’idea di business

Il mondo è pieno di brillanti inventori, ma non tutte le idee di business sono realizzabili nella realtà. Magari non c’è domanda, o ce n’è troppa, oppure la società ancora non è pronta ad accogliere una idea che suona come una rivoluzione, o magari i costi di gestione e realizzazione sono eccessivamente elevati: qualsiasi sia il motivo, è bene prima di creare un’impresa analizzare, capire e organizzarsi sulla fattibilità concreta.

Know how, attitudine e idea di business

Se sei ingegnere forse aprire una pizzeria non è proprio nelle tue corde. Questo per dire che per creare una impresa di successo è bene che l’imprenditore attivi un processo di autoanalisi per capire quanto competenza personale, know how e idea di business viaggino sulla stessa lunghezza d’onda. Tutto si può imparare questo è vero, ma un’attitudine, un’affinità elettiva con quello che si vuole costruire è necessaria. Semplificando al massimo, un imprenditore di successo deve essere: responsabile, coraggioso, carismatico, leader, curioso, paziente, creativo, autocritico.

Acquisire un vantaggio competitivo

Purtroppo – o forse no – ci sono tantissimi imprenditori che fanno bene il loro lavoro e che hanno un business di successo. Questo non deve scoraggiare, deve anzi spronare chi vuole entrare nel mondo degli affari in proprio a fare meglio degli altri, ovvero ad aumentare il proprio vantaggio competitivo. Offrire un prodotto/servizio già esistente ma migliorato nelle prestazioni, attaccare una nicchia ancora inesplorata, concentrarsi su aspetti pre e post vendita volti a fidelizzare la clientela, sono solo alcuni dei possibili esempi di come si può diventare competitivi. In genere quando si parla di competitività ci si riferisce all’investimento in ricerca e sviluppo. Differenziarsi, è questa la parola d’ordine.

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Luxottica: come ha fatto a conquistare il mondo degli occhiali https://www.business.it/luxottica-come-fatto-conquistare-mondo-occhiali/ Wed, 08 Aug 2018 08:13:17 +0000 https://www.business.it/?p=30422 Come ha fatto un’azienda partita da Agordo (in provincia di Belluno) ad arrivare a fatturare oltre 9 miliardi di euro e conquistare il mondo degli occhiali? Eppure c’è una quantità

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Come ha fatto un’azienda partita da Agordo (in provincia di Belluno) ad arrivare a fatturare oltre 9 miliardi di euro e conquistare il mondo degli occhiali? Eppure c’è una quantità infinita di occhiali tra i quali si può scegliere oggi sul mercato. Nei paesi industrializzati il 70 per cento della popolazione indossa occhiali (da vista e da sole) nel corso della propria esistenza. Ma il potenziale di crescita è enorme: si calcola che nei paesi emergenti ci siano 2 miliardi e mezzo di persone che attualmente non hanno i mezzi per pagarsi una visita da un ottico e per comprarsi gli occhiali. Se e quando potranno farlo, il business potrebbe raddoppiare o triplicare. Anche perché l’uomo contemporaneo, forse perché passa molto tempo davanti allo schermo luminoso di un computer o di uno smartphone, ci vede meno bene di un tempo: abbiamo sempre più bisogno degli occhiali.

E l’azienda storica italiana Luxottica batte ogni record, è leader nella progettazione, nella produzione e nella distribuzione di occhiali di moda, del lusso e per lo sport. Tra i vantaggi competitivi alla base del successo passato e futuro del Gruppo, un ruolo di fondamentale rilevanza è ricoperto dal modello di business verticalmente integrato costruito nel corso dei decenni. L’attuale assetto, che copre tutte le fasi della catena del valore, è il risultato della lungimirante scelta del fondatore e Presidente del Gruppo, Leonardo Del Vecchio, che ne intuì la portata fin da quando decise di passare dalla produzione di soli componenti a quella dell’intera montatura. 

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Qual è il modello di business di Luxottica

Luxottica con quasi 9000 negozi in tutto il mondo, 90000 miliardi di fatturato nel 2017, presente in 150 paesi con oltre 85000 dipendenti, come ha fatto Luxottica a diventare un colosso così gigantesco? Visione, strategia, organizzazione, sono i punti chiave che l’azienda ha messo in pratica in questi anni.  Il business di Luxottica è impostato in un business verticale, l’azienda gestisce tutto: design, produzione, logistica, distribuzione.  Hanno quindi un controllo totale di quello che succede ai loro occhiali e sopratutto hanno il controllo  dell’esperienza finale di noi consumatori. Il controllo della produzione consente oggi al Gruppo di assicurare la massima qualità dei prodotti e dei processi, introducendo innovazioni, identificando sinergie e nuove modalità operative e allo stesso tempo ottimizzando il servizio, la qualità e i costi. La distribuzione diretta permette a Luxottica di offrire i suoi prodotti nei principali mercati e di identificare in modo univoco i gusti e le tendenze dei consumatori. Questo rappresenta un ulteriore punto di forza agli occhi delle case di moda che decidono di affidare a Luxottica la realizzazione e la distribuzione globale delle proprie collezioni di occhiali.

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All’integrazione verticale in ambito produttivo si sono progressivamente affiancate l’espansione nella distribuzione. E’ stato quindi fare accordi a partire dalla fine degli anni 80 con tutti i brand di lusso e del fashion.  I marchi propri o in licenza includono Ray-Ban, Oakley,Armani, Bulgari, Chanel, Prada, Polo Ralph Lauren, Versace, Dolce&Gabbana, Tiffany, Michael Cours, Valentino, per citarne solo alcuni. Di tutti questi brand Prada è quello che ha fatturato di più per il gruppo con il 4% del fatturato di Luxottica. Luxottica ha comprato una marea di aziende e brand famosi e catene di distribuzione e a coronare tutte queste acquisizioni negli anni è stata la maxi-fusione tra Luxottica e la francese Essilor, la fusione quindi tra i due giganti del settore: l’azienda francese che produce le lenti e quella italiana che produce il telaio. Un matrimonio approvato che crea un monopolio come non se ne sono mai visti. 

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L’abilità di Luxottica

L’abilità di Luxottica in questi anni è stata quella di cavalcare questo cambiamento e di favorire il cambiamento degli occhiali. Da oggetto semplicemente medico per curare un difetto siamo passati oggi agli occhiali come un oggetto che definisce chi siamo e la nostra identità. Luxottica ha cavalcato bene questo cambiamento insieme ai brand del fashion. Leonardo Del Vecchio, fondatore e presidente di Luxottica, ha non pochi meriti:  ha creato dal nulla un’azienda leader mondiale; ha capito quando era necessario compiere il passaggio dalla vendita all’ingrosso a quella al dettaglio; e successivamente è stato capace, attraverso accordi con grandi brand, di trasformare gli occhiali in un oggetto alla moda. L’ottica che diventa fashion. Un caso pressoché unico di marketing in cui “un difetto fisico diventa una dichiarazione di stile”. Luxottica è oggi di fatto l’azienda che fa vedere tutto il mondo. Ci voleva la vista lunga per immaginare una mossa del genere.

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Huawei: ha annunciato che sarà il più grande fornitore di smartphone al mondo https://www.business.it/huawei-annunciato-sara-piu-grande-fornitore-smartphone-mondo/ Tue, 07 Aug 2018 08:57:33 +0000 https://www.business.it/?p=30386 Huawei ha dichiarato di diventare il più grande fornitore di smartphone entro la fine del 2019. E dopo aver superato Apple nelle vendite di smartphone, adesso punta al primo posto

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Huawei ha dichiarato di diventare il più grande fornitore di smartphone entro la fine del 2019. E dopo aver superato Apple nelle vendite di smartphone, adesso punta al primo posto e prende di mira Samsung. L’ambizione è stata palesata da Richard Yu, Ceo di Huawei Consumer Business Group. Yu intende arrivare ad essere il numero uno dei telefonini entro la fine del 2019, quando conta di raggiungere una market share di oltre il 20% rispetto al 15% attuale. Huawei ha superato Apple nel secondo trimestre di quest’anno, con l’azienda cinese che – secondo gli analisti di Idc – ha messo in commercio 54,2 milioni di smartphone contro i 41,3 milioni di iPhone della Mela. Il colosso di Shenzhen ha l’obiettivo di arrivare a 200 milioni di telefoni nel 2018, per poi crescere ancora nel 2019 agguantando Samsung.

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Come si giocherà la battaglia

Huawei prende di mira Samsung puntando alla vetta della classifica, dopo aver scalzato Apple dalla seconda posizione nel mercato mondiale degli smartphone. Yu intende arrivare a essere il numero uno dei telefonini entro la fine del 2019. La battaglia delle due compagnie asiatiche si giocherà anche sull’innovazione tecnologica, sebbene i grossi volumi di vendita si realizzino soprattutto nella fascia media e bassa del mercato. 

In particolare, l’anno prossimo Huawei e Samsung dovrebbero portare sugli scaffali uno smartphone pieghevole. Stando alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, Huawei vorrebbe battere sul tempo Samsung, svelando il suo dispositivo pieghevole agli inizi del 2019. Huawei vuole quindi battere Samsung ed essere la prima società a presentare uno smartphone pieghevole. Samsung sta lavorando da anni ai display flessibili è stata la prima e punta ad essere la prima a presentare uno smartphone pieghevole sul mercato. Ma i concorrenti non stanno a guardare anche se sono in ritardo rispetto l’azienda sudcoreana.

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Lo smartphone premium pieghevole utilizzerà un display a diodi emettitori di luce organico flessibile prodotto da BOE Technology Group, il principale produttore di pannelli homegrown. Il primo lotto potrebbe essere molto piccolo, ma l’idea è di battere Samsung. Il suo prezzo e il mercato di lancio non sono ancora chiari, ma l’analista di Yuanta Investment Consulting Jeff Pu ha detto che il prodotto arriverà sul mercato “molto presto nel 2019”. Questa mossa da parte di Huawei evidenzia l’ambizione della Cina di dimostrare la sua capacità tecnologica, a livello nazionale e internazionale, di guidare il settore e avere successo nel marketing nel mercato stagnante degli smartphone. Il lancio di un display pieghevole potrebbe dare un grande slancio all’azieda cinese BOE che potrebbe aumentare enormemente la propria produzione di massa anche se non immediatamente paragonabile a quelle di Samsung.

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Foodora: piattaforma di consegne, chiude in Italia, Francia Olanda e Australia https://www.business.it/foodora-piattaforma-consegne-chiude-italia-francia-olanda-australia/ Sat, 04 Aug 2018 07:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=30341 La piattaforma di consegne a domicilio Foodora, ha pianificato di chiudere le attività in Italia Francia, l’Olanda e l’Australia. L’annuncio è arrivato da un comunicato ufficiale

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La piattaforma di consegne a domicilio Foodora, ha pianificato di chiudere le attività in Italia Francia, l’Olanda e l’Australia. L’annuncio è arrivato da un comunicato ufficiale della società tedesca Delivery Hero che possiede il marchio. L’obiettivo è quello di puntare su mercati in maggiore crescita in un settore, quello del food delivery, che in paesi come l’Italia si scontra con necessità normative complicate ma soprattutto con un mercato ancora limitato, appena il 3% secondo una ricerca McKinsey, e con una diffusa concorrenza. La multinazionale tedesca del food delivery ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi in aumento del 60%, ma non tutti i mercati hanno dato profitti. Per questo è scattato il taglio degli investimenti in Italia, Francia, Olanda e Australia. I tempi e i modi non sono ancora stati decisi nel dettaglio. E, per quanto si apprende finora, le misure sull’inquadramento dei fattorini allo studio da parte del governo non sono la discriminante. La questione è un’altra: profitti. L’Italia rende poco. Perciò Foodora farà le valigie.

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La decisione di Foodora

Foodora lascia l’Italia (ma anche l’Australia, l’Olanda e la Francia) per puntare su mercati in maggiore crescita che garantiscono migliori condizioni di sviluppo. La società, che ha sede a Berlino, si concentrerà maggiormente sul mercato tedesco, dove aumenterà gli investimenti per battere il rivale olandese takeaway.com. Nel complesso Delivery Hero sta crescendo. Nei primi sei mesi dell’anno gli ordini globali sono cresciuti del 46% rispetto allo stesso periodo del 2017, arrivando a quota 184 milioni. I ricavi si attestano a 357 milioni di euro (+60%). E nella seconda metà dell’anno la capogruppo di Foodora ha messo nero su bianco investimenti per 80 milioni. L’obiettivo è quello di guadagnare terreno nei mercati che rendono e aumentare il raggio delle consegne di cibo a domicilio. “La strategia di Delivery Hero – scrive in Emanuel Pallua, il co-fondatore di Foodora – è quella di operare in modo economicamente efficiente, con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli”.

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“Per quanto riguarda l’Italia”, aggiunge Pallua, “siamo consapevoli dei risultati raggiunti finora per cui stiamo valutando possibili acquirenti. Questo annuncio non ha conseguenze sul servizio e sulle modalità con cui operiamo. La nostra piattaforma, il servizio dei ristoranti e i riders sono operativi come sempre. La nostra principale priorità è assicurare un futuro di successo anche con una nuova proprietà”. Invece in Australia la piattaforma via app per le consegne di cibo a domicilio, abbandona il mercato per una carenza di crescita. L’attività sarà interrotta il 20 agosto. Troppa la concorrenza dei principali avversari: Uber Eats, Menulog e Deliveroo. La società spinge a concentrarsi nelle aree dove sono più forti piuttosto che cercare un’espansione globale. 

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Huawei: per la prima volta supera Apple nella vendita di smartphone https://www.business.it/huawei-prima-volta-supera-apple-vendita-smartphone/ Fri, 03 Aug 2018 09:02:21 +0000 https://www.business.it/?p=30332 Grazie al P20 Pro e a un marketing aggressivo, Huawei ha commercializzato 54 milioni di smartphone nell’ultimo trimestre, in crescita di oltre il 40 per cento rispetto allo scorso anno.

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Grazie al P20 Pro e a un marketing aggressivo, Huawei ha commercializzato 54 milioni di smartphone nell’ultimo trimestre, in crescita di oltre il 40 per cento rispetto allo scorso anno. E ora minaccia il primato di Samsung. L’azienda cinese è un po’ più vicina al risultato: ha superato per la prima volta Apple nelle vendite trimestrali, ed è ora seconda nella classifica mondiale, subito dopo Samsung. L’inseguimento è durato alcuni anni ed era ormai chiaro che sarebbe successo, ma il successo del P20 e del P20 Pro probabilmente ha un po’ accelerato le cose.

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Huawei sorpassa Apple

Dopo un lungo inseguimento, Huawei ha superato Apple nella top 5 dei produttori mondiali e ora occupa il secondo posto alle spalle di Samsung. Huawei sorpassa Apple piazzandosi alla seconda posizione nel mercato globale degli smartphone. Il traguardo sarà sicuramente motivo di orgoglio per la società, soprattutto perché avviene nel contesto di un mercato in decrescita e perché, più che causa di terreno perso da Apple, è merito di un bel balzo in avanti del produttore cinese. Da una parte infatti la casa di Cupertino ha fatto registrare un risultato più o meno in linea con quello dell’anno scorso, passando da 41 a 41,3 milioni di smartphone venduti; d’altro canto Huawei si è resa protagonista di un’accelerazione netta: il numero di smartphone venduti è passato dai 38,4 milioni del secondo trimestre 2017 ai 54,2 di quello appena chiusosi.

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Huawei deve buona parte del proprio successo al mercato domestico, la Cina, dove ha una quota pari al 27% del totale. L’ultimo top di gamma, l’eccellente Huawei P20, ha fatto segnare 7 milioni di unità spedite in tutto il mondo. Numeri più grandi, comprensibilmente, per i modelli meno costosi. Per quanto sia notevole il superamento ai danni di Apple, è molto probabile che l’azienda di Cupertino si riscatti nella parte finale dell’anno, periodo che storicamente le è favorevole perché viene messo in vendita il nuovo modello di iPhone. Di maggiore interesse, invece, il calo del 10% di Samsung – la casa sudcoreana non ha fatto particolari errori se non creare uno smartphone top di gamma, il Galaxy S9 probabilmente troppo simile a quello dell’anno precedente. Forse i consumatori non l’hanno trovato abbastanza interessante. Dati molto positivi anche per Xiaomi(+48,8%) con un aumento delle consegne di 10,5 milioni di unità. Il produttore è arrivato recentemente in Europa e aperto diversi store fisici, due dei quali in Italia. Il quinto posto della top 5 è occupato da Oppo (+5,1%) con 29,4 milioni di smartphone consegnati. Per valutare l’accoglienza riservata al nuovo Find X si devono attendere i dati del terzo trimestre.

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Apple: è ufficiale è appena diventata la prima azienda da mille miliardi di dollari https://www.business.it/apple-ufficiale-appena-diventata-prima-azienda-mille-miliardi-dollari/ Fri, 03 Aug 2018 08:08:19 +0000 https://www.business.it/?p=30304 E’ ufficiale. Il colosso di Cupertino raggiunge uno storico primato mai segnato da nessuna altra società a Wall Street, sulla scia dell'ultimo bilancio trimestrale, che ha segnato utili sopra le attese.

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E’ ufficiale. Il colosso di Cupertino raggiunge uno storico primato mai segnato da nessuna altra società a Wall Street, sulla scia dell’ultimo bilancio trimestrale, che ha segnato utili sopra le attese. Apple è appena diventata la prima azienda a valere $ 1 trilione di dollari sui mercati pubblici. Il traguardo è stato superato quando il titolo Apple ha toccato quota $ 207,05, e arriva pochi giorni dopo che Apple ha riportato i suoi guadagni fiscali nel terzo trimestre. Questi guadagni hanno battuto le aspettative di Wall Street sulla cima e sul fondo, ma le vendite di iPhone sono leggermente diminuite. Wall Street pensa che Apple potrebbe andare ancora più in alto. Tredici analisti hanno un obiettivo di prezzo superiore a $ 225 per Apple. Il più rialzista, Brian White of Monness, Crespi, Hardt & Co., ha un obiettivo di prezzo di $ 275 per azione. Ciò darebbe un valore Apple a 1,3 trilioni di dollari.

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Il successo di Apple

Apple è la prima società quotata della storia della Borsa statunitense a superare la soglia dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. La quota corona un decennio di crescita ininterrotta innescata dal debutto degli iPhone che hanno trasformato l’azienda di Cupertino da produttore di nicchia di computer in un colosso globale delle comunicazioni. La compagnia fondata da Steve Jobs guadagna a Wall Street il 2,8% a 207,05 dollari per azioni, portando a circa il 9% il guadagno complessivo accumulato da martedì quando ha annunciato utili trimestrali superiori alle attese e un programma di buyback da 20 miliardi di dollari. 

Nell’agosto 2011, Tim Cook ha assunto l’incarico di CEO di Apple, anche se c’erano molti punti interrogativi, lasciando molti a chiedersi se poteva riempire le scarpe lasciate dal suo amico e mentore, Steve Jobs. Oggi, Apple ha raggiunto un enorme traguardo diventando la prima azienda da mille miliardi di dollari. Era uscito fuori apparentemente da nessuna parte per dirigere un’azienda così grande e importante. Ciò che molte persone non sanno è che Apple non sarebbe mai arrivata dove è senza l’aiuto di Cook all’inizio del regno di Jobs. Il ritmo di crescita della capitalizzazione di mercato di Apple si è notevolmente accelerato verso la fine degli anni 2000, che ha coinciso con il lancio dell’iPhone di prima generazione.

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Un decennio di crescita ininterrotta

L’aumento di Apple a $ 1 trilione di capitalizzazione di mercato è anche il simbolo dell’evoluzione di quali tipi di società sono più apprezzati dagli investitori e dalla società in generale. Cinque delle 10 maggiori società statunitensi per capitalizzazione di mercato di giovedì erano aziende tecnologiche, tra cui Amazon, Alphabet e Facebook. Nel 2011, Apple era l’unica azienda tecnologica tra le prime cinque. Oggi a Cupertino si segna un altro record della storia della finanza e del capitalismo. La quota corona un decennio di crescita ininterrotta innescata dal debutto degli iPhone che hanno trasformato l’azienda di Cupertino da produttore di nicchia di computer in un colosso globale delle comunicazioni.

Apple ha dovuto affrontare un’altra crisi quando Jobs è morto nel 2011 e gli investitori si preoccupavano che la società non potesse prosperare senza la sua leadership di design di prodotto intensa e concreta. Tuttavia, Cook ha supervisionato lo sviluppo di nuovi prodotti chiave, come iPhone X e Apple Watch, nuovi servizi come Apple Music e ricerche su potenziali nuove categorie come auto a guida autonoma e occhiali a realtà aumentata. Tim e il team hanno fatto un lavoro magistrale nel continuare a sviluppare la visione di Steve, portando l’eccellenza operativa e ambientale in ogni parte del business di Apple per raggiungere la loro scala inaudita continuando a crescere i margini senza precedenti nel settore dell’elettronica di consumo. Tim Cook ha dovuto affrontare diverse sfide negli anni, ma le sue intuizioni e grazie alla sua esperienza manageriale gli hanno permesso di far risorgere questa grande compagnia americana con grandi profitti. C’era molta incertezza sul fatto che Apple potesse mantenere lo slancio andando sotto Cook, ma i grandi risultati mostrano il contrario. Oggi Apple ha un valore di 1 trilione di dollari, la prima e unica azienda statunitense finora a raggiungere questo traguardo.

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Bancomat: sbarca nei pagamenti digitali, ecco cosa cambia https://www.business.it/bancomat-sbarca-pagamenti-digitali-cosa-cambia/ Thu, 02 Aug 2018 08:58:30 +0000 https://www.business.it/?p=30278 Un nuovo servizio di pagamento digitale per 37 milioni di italiani. Bancomat lancia il suo sistema di pagamenti digitali. La società che gestisce la rete l’omonimo circuito di pagamenti si è alleata con Sia

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Un nuovo servizio di pagamento digitale per 37 milioni di italiani. Bancomat lancia il suo sistema di pagamenti digitali. La società che gestisce la rete l’omonimo circuito di pagamenti si è alleata con Sia, colosso italiano della monetica, e ha varato Bancomat Pay. Di fatto il nuovo strumento fintech si appoggerà al borsellino digitale di Sia, Jiffy, e consentirà di pagare online acquisti e-commerce, servizi della pubblica amministrazione o scambiare denaro via smartphone. Bancomat S.p.A. ha presentato quindi il nuovo servizio di pagamento digitale, Bancomat Pay. La partnership permetterà di rendere disponibili nuovi servizi di pagamento ai titolari di carte PagoBancomat, sulla base delle soluzioni tecnologiche già realizzate da SIA.

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Il futuro è nei pagamenti digitali

Bancomat guarda al futuro e si prepara a entrare nel mercato dei pagamenti digitali. Una vera e propria svolta per il leader italiano delle carte di debito che, attraverso il PagoBancomat, entra in un business finora dominato dalle carte di credito (Visa, Mastercard) e dagli operatori digitali (a partire da Apple Pay). La svolta, che offrirà nuove opportunità ai possessori di carte di pagamento è previsto per il prossimo autunno. Bancomat Pay potrà già essere utilizzato da circa 5 milioni di utenti registrati a Jiffy, consentendo a tutti i titolari di carte PagoBancomat di utilizzare i pagamenti digitali nei negozi e su e-commerce, inviare e ricevere denaro in tempo reale dallo smartphone utilizzando il proprio numero di cellulare. “Con Bancomat Pay intendiamo fare il primo passo per entrare nel mondo dei servizi di pagamento del futuro dove a essere smaterializzato non sarà solo il contante ma anche la carta stessa” ha commentato in una nota Alessandro Zollo, Amministratore Delegato di Bancomat S.p.A.

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L’accordo strategico con Bancomat e l’importante trasformazione digitale dello strumento di pagamento più utilizzato dagli italiani rappresenta il compimento di un percorso avviato da Sia da molti anni al fianco del sistema bancario italiano nell’ideazione e realizzazione di servizi innovativi. Abbiamo investito molto su Jiffy, insieme a oltre 130 banche che già lo utilizzano” ha dichiarato Nicola Cordone, vice ad di Sia. In pochi secondi con il proprio smartphone sarà possibile effettuare trasferimenti di denaro e pagamenti senza necessità di avere con sé la carta fisica o digitarne il relativo PIN. Tecnologie e nuovi servizi di pagamenti digitali, sono queste le principali aree di sviluppo per il prossimo futuro.

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Apple: record di valore azionario e quota mille miliardi a portata di mano https://www.business.it/apple-record-valore-azionario-quota-mille-miliardi-portata-mano/ Thu, 02 Aug 2018 07:48:41 +0000 https://www.business.it/?p=30261 Apple è l’azienda con maggiore capitalizzazione di mercato al mondo. Il prezzo delle azioni deve cancellare $ 203 per azione per raggiungere il traguardo storico.

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Apple è l’azienda con maggiore capitalizzazione di mercato al mondo. Il prezzo delle azioni deve cancellare $ 203 per azione per raggiungere il traguardo storico. Le azioni di Apple (AAPL) sono state scambiate sopra $ 201 nel commercio del tardo pomeriggio di mercoledì, con un rialzo di quasi il 6% rispetto al massimo storico. Ciò ha portato il limite del mercato a circa $ 990 miliardi. L’aumento dei prezzi arriva dopo che la società ha riportato forti guadagni e buone prospettive martedì. Le previsioni pessimistiche sul futuro di Cupertino sono ormai un ricordo: ora sembra che gli analisti facciano a gara nell’anticipare risultati e quotazioni record per Apple. Wall Street non pensa che ci vorrà molto tempo prima che il prezzo delle azioni di Apple superi la soglia dei trilioni di dollari.

L’analista Apple più ottimista di Wall Street, Brian White di Monness, Crespi, Hardt & Co., ha un obiettivo di prezzo di $ 275 per azione. Ciò darebbe un valore Apple a $ 1,35 trilioni. Tuttavia, Apple non è l’unico gigante tecnologico che si avvicina a un trilione di dollari. Amazon (AMZN) vale $ 870 miliardi. Il proprietario di Google Alphabet (GOOGL ) ha una valutazione di mercato di quasi $ 850 miliardi. E la capitalizzazione di mercato di Microsoft (MSFT ) è ora poco meno di $ 815 miliardi. Le previsioni ottimistiche sul business di Apple si susseguono fin dall’inizio dell’anno: periodicamente emergono nuove previsioni che puntano tutte nella stessa direzione. Sembra proprio che Apple sia destinata a diventare la prima società al mondo con una capitalizzazione di mercato di un trilione di dollari.

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Un’impresa non impossibile

E’ una giornata importante per Apple che chiude le contrattazioni di Wall Street superando la soglia dei 200 dollari per azione. Un record di valore azionario e quota mille miliardi a portata di mano. Un risultato storico, al raggiungimento di un traguardo memorabile quello dei mille miliardi di capitalizzazione di mercato, attualmente a 990,401 miliardi di dollari. Le vendite internazionali hanno inciso per il 60% sui ricavi del trimestre concluso il 30 giugno. “Siamo entusiasmati nell’annunciare il miglior terzo trimestre di sempre e il quarto trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra dei ricavi – chiosa l’ad Tim Cook -. A trainare la performance sono state anche le vendite di iPhone (29,91 miliardi di dollari complessivi), i servizi e i prodotti vestibili”.

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Apple ha ora trascorso sette anni come la più grande azienda sulla Terra. Secondo le stime attuali, la società con sede a Cupertino, in California, avrebbe dovuto incassare 2017,025 dollari per azione per incoronarla come la prima società americana a superare 1 trilione di dollari. Questo è meno di un guadagno del 3% dal suo ultimo livello di chiusura. Il calcolo utilizza il numero di azioni divulgate nel deposito 10Q pubblicato mercoledì. Apple Inc. potrebbe non aver superato $ 1 trilione di valore di mercato sulla scia dei solidi risultati di questa settimana, ma per ora rimane la più grande azienda del mondo.

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Samsung: obbiettivi di vendite in calo per il Galaxy S9 https://www.business.it/samsung-obbiettivi-vendite-calo-galaxy-s9/ Wed, 01 Aug 2018 08:28:22 +0000 https://www.business.it/?p=30197 Galaxy S9 e S9 Plus potrebbero aver ottenuto un triste primato, stando a quanto riportato dalla testata sudcoreana The Bell. Secondo l'analisi dei dati di vendita , Samsung ha appena registrato un calo del suo ultimo utile netto e afferma che le "vendite inferiori alle attese"

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Galaxy S9 e S9 Plus potrebbero aver ottenuto un triste primato, stando a quanto riportato dalla testata sudcoreana The Bell. Secondo l’analisi dei dati di vendita , Samsung ha appena registrato un calo del suo ultimo utile netto e afferma che le “vendite inferiori alle attese” del suo smartphone Galaxy S9 sono state la causa principale. Il top di gamma non ha rispettato le aspettative aziendali: la divisione mobile crolla del 22%. Un periodo non proprio brillante per il gigante sudcoreano che registra una flessione nella crescita dei profitti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia la forte competizione dei produttori cinesi di smartphone si è fatta sentire: brand come Huawei e Xiaomi hanno dato filo da torcere in mercati importanti come India e Cina, impattando direttamente sugli utili aziendali. Se a questo aggiungiamo le vendite non proprio da record del Galaxy S9, l’attuale situazione non sorprende più di tanto.

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La concorrenza sempre più ardita

La casa Sud-Coreana non sta ottenendo i risultati prefissati in termini di vendite per quel che riguarda gli ultimi top di gamma annunciati, il Galaxy S9 e la sua variante Plus hanno fatto registrare numeri inferiori alle aspettative. Così le vendite inferiori alle aspettative di Galaxy S9 e il calo della domanda dei pannelli flessibili hanno ridimensionato la seconda trimestrale 2018 di Samsung, che ha registrato un calo del fatturato. La concorrenza sempre più ardita delle aziende cinesi, tra cui Huawei e Xiaomi, ha colpito alcuni dei segmenti più forti di Samsung, che non ha così rispettato le previsioni finanziarie. Dando uno sguardo ai numeri, la situazione è molto chiara: Samsung fa segnare un fatturato di $52,3 miliardi, in calo del 4% su base annuale. In questo contesto, gli utili operativi sono pari a $13,3 miliardi, in crescita del 5,7%, ossia il risultato più basso registrato dal primo trimestre 2017. Questa combinazione porta il colosso asiatico a ottenere utili netti praticamente identici al primo semestre 2017, parliamo di circa $9,8 miliardi.

Fondamentalmente, il report suggerisce che nel primo trimestre del 2018 Samsung è riuscita a spedire 10.2 milioni di unità di Galaxy S9 (intese come S9 e S9 Plus). In confronto, nel secondo trimestre del 2018, Samsung è riuscita a spedirne solo 9 milioni. Queste informazioni ci dicono che il secondo trimestre ha visto un calo delle vendite e che il primo ha raggiunto risultati straordinari considerato che il device è stato ufficialmente commercializzato a febbraio. Si tratterebbe della prima volta – nella storia del brand Galaxy S – che questo dato si presenti inferiore a quello registrato nel corso del primo trimestre. È infatti proprio questo il periodo in cui solitamente viene venduto il maggior numero di smartphone Galaxy S, dal momento che la presentazione avviene sempre verso le ultime settimane del primo trimestre di ogni anno. Un eventuale calo già nel Q2 del 2018 potrebbe essere un importante campanello d’allarme per la casa di Seoul, dal momento che si tratta di un chiaro indicatore del possibile scarso interesse suscitato nei potenziali clienti.

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Quali sono le strategie di Samsung

L’azienda sudcoreana era il marchio di smartphone più venduto nel gigantesco mercato cinese degli smartphone. Ora, è stato relegato alla “selezione degli altri” delle classifiche di mercato e sono le società nazionali a dominare. Inoltre, quelle stesse aziende cinesi stanno facendo passi da gigante all’estero. A breve termine, Samsung ha annunciato di aver anticipato il lancio del Galaxy Note 9, che farà il suo debutto il 9 agosto a New York. Inoltre, ha detto che intendeva aggiungere nuove funzionalità ai suoi telefoni di fascia bassa per aumentare il loro appeal. “Rafforzeremo anche la competitività dei prezzi”, ha aggiunto il capo del settore mobile della società, KyeongTae Lee, che sembra un suggerimento di prezzi più bassi.

“Siamo impegnati nella ricerca e nello sviluppo degli smartphone pieghevoli per diversi anni”, ha rivelato un dirigente non identificato durante la conference call. “Siamo in procinto di stabilizzare le prestazioni e la durabilità collaborando con una società di ricambi”. Nel frattempo, c’è il lancio della S10 che arriverà più avanti quest’anno, che potrebbe essere il primo a presentare un nuovo schermo “unbreakable” annunciato da Samsung Display la scorsa settimana. E vale la pena ricordare che, a prescindere dalle lotte della S9, si ritiene che Samsung rimanga il produttore di telefoni più venduto al mondo con un ampio margine.

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Blockchain: IBM sta lanciando un app store blockchain per aiutare le banche a tagliare i costi https://www.business.it/blockchain-ibm-lanciando-app-store-blockchain-aiutare-banche-tagliare-costi/ Tue, 31 Jul 2018 10:14:29 +0000 https://www.business.it/?p=30047 Blockchain funge da libro mastro digitale o registro delle transazioni finanziarie. Le voci precedenti non possono essere modificate e ne vengono aggiunte di nuove in tempo reale.

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Blockchain funge da libro mastro digitale o registro delle transazioni finanziarie. Le voci precedenti non possono essere modificate e ne vengono aggiunte di nuove in tempo reale. Poiché le informazioni sono condivise da più entità, è difficile per gli altri modificare o manipolare i dati, rendendoli incredibilmente sicuri. IBM ha rivelato che sta collaborando con alcune delle banche leader a livello mondiale per una nuovissima piattaforma blockchain. La nuova piattaforma LedgerConnect spera di aiutare a condividere e diffondere l’uso di app e servizi blockchain tra istituti bancari e altre istituzioni finanziarie, oltre ad accelerare le transazioni e le comunicazioni tra le organizzazioni per ridurre le spese e le commissioni operative. I partner di IBM nella nuova venture includono Barclays e Citigroup, con il fornitore di infrastrutture di mercato CLS che fornisce gran parte della struttura portante, con aree quali controlli di conformità dei clienti, screening delle sanzioni e gestione delle garanzie tra i servizi iniziali offerti.

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L’app store blockchain può aiutare le banche a risolvere un problema molto costoso

Anche le blockchain private e autorizzate devono costruire ecosistemi e ottenere effetti di rete, proprio come le loro controparti pubbliche senza permesso. Almeno, questo è il pensiero alla base di LedgerConnect, un “app store” finanziario che mira a rendere più facile per le banche l’accesso alle soluzioni DLT (distributed ledger technology ) da fintech e fornitori di software, e per i fornitori a loro volta raggiungere i clienti delle banche. Annunciato lunedì, LedgerConnect è la progenie dell’utilità commerciale di valuta di proprietà della banca CLS e del gigante del software enterprise IBM, e annovera tra i suoi membri fondatori le principali banche Barclays e Citigroup.

LedgerConnect quindi, che si basa su un modello simile a quello delle app store dei consumatori, mira a rendere più semplice ed economico per le società finanziarie utilizzare software basato su blockchain. Blockchain, che è emerso per la prima volta come il sistema alla base della criptovaluta bitcoin, è un libro mastro condiviso di transazioni che viene gestito da una rete di computer piuttosto che da un’autorità centralizzata. Le banche e altre istituzioni finanziarie hanno investito milioni di dollari nello sviluppo della tecnologia che, a loro parere, può aiutarli a semplificare alcuni dei loro processi e ridurre i costi.

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Il software basato su blockchain per le società finanziarie

CLS e IBM sperano che LedgerConnect possa contribuire ad accelerare l’adozione rendendo più prontamente disponibile il software basato su blockchain per le società finanziarie, hanno affermato. Mentre sempre più banche e istituzioni finanziarie si stanno adattando alla tecnologia blockchain, sembra necessario utilizzarlo in una vasta gamma di attività commerciali. Possono includere processi di archiviazione dei dati di base come conoscere i requisiti del cliente (KYC) per attività complesse come il regolamento degli scambi. Un gran numero di start-up blockchain e aziende tecnologiche stanno offrendo vari prodotti DLT e alcune banche importanti stanno lavorando per svilupparsi da sole. Sta portando a una situazione in cui esistono più blockchain nel proprio silos, ognuno con le proprie offerte distinte, ma molti non riescono a offrire la compatibilità con altri sistemi. 

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IBM afferma che ospitando questi servizi su un’unica rete di livello enterprise, le organizzazioni saranno in grado di concentrarsi sugli obiettivi di business piuttosto che sullo sviluppo di applicazioni , consentendo loro di realizzare efficienze operative e risparmi sui costi attraverso le classi di attività. “Insieme, IBM e CLS sono stati i primi pionieri nell’avanzamento delle soluzioni blockchain per lo spazio dei servizi finanziari”, ha dichiarato Marie Wieck, direttore generale di IBM Blockchain. “Basandosi sul successo di CLSNet e sfruttando la solida relazione che CLS ha con le principali istituzioni finanziarie mondiali, LedgerConnect si posiziona in modo univoco come un mercato blockchain per il settore dei servizi finanziari, che accelererà l’innovazione attraverso l’ecosistema con servizi a valore aggiunto per le reti blockchain. “

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Imprese: ecco la classifica delle aziende che fanno innovazione in Italia https://www.business.it/imprese-classifica-aziende-innovazione-italia/ Sun, 29 Jul 2018 07:00:52 +0000 https://www.business.it/?p=29932 Le startup aumentano, ma restano gracili, gli investimenti di capitale di rischio sulle nuove imprese sono ancora deboli anche perché, come un cane che si morde la coda, i ritorni sono assai incerti.

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Le startup aumentano, ma restano gracili, gli investimenti di capitale di rischio sulle nuove imprese sono ancora deboli anche perché, come un cane che si morde la coda, i ritorni sono assai incerti. In altre parole, nel cosiddetto ecosistema vengono immessi pochi soldi perché non produce risultati attraenti per chi dovrebbe rischiarli. Comprese le aziende che investono poco o nulla (il corporate venture capital è ancora embrionale in Italia) ma si parla tanto di open innovation. Questa è la parte positiva. Internet, il mobile, l’economia delle reti sociali stanno velocemente trasformando il mondo, spingendo verso nuovi orizzonti tecnologici e applicativi e generando nuove opportunità di crescita per quanti, paesi, settori economici, imprese, accolgono la sfida del cambiamento attraverso l’innovazione digitale. Anche in Italia la pressione dell’evoluzione tecnologica sta producendo effetti significativi sui segmenti più legati al web e al mobile.

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La migliore azienda per l’innovazione in Italia

È Vetrya la migliore azienda per l’innovazione in Italia, secondo la società di ricerca Great Place to Work. Prima nella classifica Best Workplaces for Innovation Italia 2018, tra 127 partecipanti. Il merito è quello di adottare misure e strategie, rivolte ai collaboratori, che favoriscono il cambiamento. Vetrya SpA progetta di essere il principale player di innovazione in Italia nei servizi mobili, di telecomunicazione, televisione e banda larga attraverso le esperienze dei suoi fondatori. La missione è creare innovazione nel mondo dei servizi a banda larga. Nella sede di Orvieto, in Umbria, ci sono aree per lo sport e lo svago, un asilo per i figli dei dipendenti. Niente cartellini da timbrare, si lavora per obiettivi. E si investe in corsi e attività di formazione per i lavoratori (età media 33 anni). si punta a valorizzare l’interazione tra persone e tecnologia. Nuove aree dedicate a Industria 4.0, applicazioni di AI, smart agriculture e un percorso di “disintossicazione” digitale. L’Ad Tomassini: “Creiamo condizioni di lavoro attrattive”.

Favorisce il successo dei Clienti introducendo innovazione in tutta la catena del valore, con un’ampia offerta di piattaforme in cloud computing multi screen per reti di telecomunicazioni broadband e ultra broadband, media asset management, mobile entertainment, mobile commerce, servizi a valore aggiunto, internet tv, broadcasting, digital advertising e produzione di contenuti. Applica l’elevata competenza ed esperienza nel cloud computing, big data e internet degli oggetti ad ogni dispositivo connesso alla rete. Il Gruppo opera sui mercati digital, media, telco, broadband, product, outsourcing e content management. L’azienda ha già ricevuto diversi riconoscimenti per il welfare. Vetrya è un gruppo italiano quotato in Borsa, con 123 dipendenti e sedi anche a Rio, Madrid, Kuala Lumpur, Palo Alto.

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Ecco la classifica delle aziende che fanno innovazione

1. Vetrya (telecomunicazioni)

2. American Express Italia (servizi finanziari e assicurazioni)

3. Cisco Systems Italy (telecomunicazioni)

4. Hilton (ospitalità/hotel)

5. Zeta Service (servizi professionali)

6. Nutricia Italia (prodotti alimentari)

7. Biogen (biotecnologie)

8. Iconsulting (consulenza IT)

9. Volvo Servizi Finanziari (servizi finanziari e assicurazioni)

10. Musement (Information technology)

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GDPR: le 8 regole per capire se l’azienda è a norma https://www.business.it/gdpr-8-regole-azienda-a-norma/ Wed, 25 Jul 2018 11:07:44 +0000 https://www.business.it/?p=29871 La nuova legge sulla privacy in Europa, la “temutissima” GDPR, è entrata in vigore. Dopo la confusione e il panico iniziale, la situazione si è definita in modo molto più stabile. Non tutti sanno che l’Europa non è l’unico continente coinvolto, ma lo sono anche le grandi aziende americane come Facebook, Google e Apple in… Leggi tutto »GDPR: le 8 regole per capire se l’azienda è a norma

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La nuova legge sulla privacy in Europa, la “temutissima” GDPR, è entrata in vigore. Dopo la confusione e il panico iniziale, la situazione si è definita in modo molto più stabile. Non tutti sanno che l’Europa non è l’unico continente coinvolto, ma lo sono anche le grandi aziende americane come Facebook, Google e Apple in quanto detengono e trattano dati di cittadini europei, anche se lo loro sedi non si trovano in paesi europei.

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Anche le aziende americane devono adeguarsi

Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, la questione della privacy ha dato il via ad un vero e proprio regolamento, appunto il General Data Protection Regulation, che di fatto rappresenta la più grande revisione degli standard di protezione dei dati a partire dal 1995, attribuendo nuove responsabilità a coloro che raccolgono, elaborano e archiviano dati, restituendone il potere a coloro che ne sono proprietari.

Scandalo privacy Facebook e nuovo GDPR: le implicazioni per le aziende

Così anche le aziende residenti negli Stati Uniti hanno dovuto conformarsi, o per lo meno tutti coloro che commercializzano o elaborano informazioni dei cittadini dell’UE, indipendentemente dal fatto che la sede sia in Europa. Pertanto, qualsiasi azienda che abbia una presenza online e commercializzi i propri prodotti su Internet, e che per impostazione predefinita raggiunge l’UE, deve necessariamente rispettare il GDPR, indipendentemente dalle dimensioni, dalla scadenza o dalle entrate. Numerose aziende americane fanno affari in Europa, per cui l’adeguamento è diventato obbligatorio.

Le aziende sono corse ai ripari: la resistenza iniziale è stata praticamente inutile, per molte realtà è stata anche costosa. D’altronde il GDPR pone chiaramente l’onere sulle imprese per ottenere il consenso del consumatore, che deve essere “liberamente dato, specifico, informato e non ambiguo“. Cioè, facile da comprendere anche se non si possiede una laurea in legge.

Agli utenti è data la possibilità di rivedere, revisionare, effettuare e persino cancellare qualsiasi dato su se stessi. Le aziende che non rispettano il GDPR possono essere multate fino al quattro percento del loro fatturato globale, ovvero fino a 20 milioni di dollari.

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8 regole per capire se si è a norma

Quali sono gli 8 passaggi da effettuare per capire se si è effettivamente e definitivamente in regola.

Eccoli di seguito:

1. In primo luogo è necessario documentare i dati personali, capire quindi quali poter trattare, da dove provengono, con chi vengono condivisi, per cosa sono stati raccolti ma soprattutto se sono ancora pertinenti e necessari per gli scopi per cui sono stati raccolti.

2. É necessario avere un motivo legale per raccogliere dati, infatti con il nuovo regolamento, le caselle di opt-out non sono più sufficienti. Devono invece essere opt-in, ovvero il cittadino potrà dare il suo permesso solo per i loro dati elaborati per un periodo limitato di tempo, per uno scopo strettamente definito (ad esempio, la raccolta del loro indirizzo di casa per spedirli un prodotto che hanno appena acquistato). Il consenso può essere ritirato in qualsiasi momento.

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3. Le aziende devono essere in grado di notificare all’autorità la violazione della protezione dei dati entro 72 ore dalla scoperta.

4. Le imprese devono essere in grado di onorare le richieste di dati dei cittadini. In base ai nuovi regolamenti, i cittadini dell’UE possono richiedere la cancellazione, la modifica o il trasferimento dei dati ad una diversa organizzazione. I processi e le nuove tecnologie devono consentire di onorare le richieste degli utenti entro soli 30 giorni.

5. É necessario nominare un responsabile della protezione dei dati. Per le piccole imprese (quelle con meno di 250 dipendenti) un responsabile della protezione dei dati non è obbligatorio, ma è comunque una buona idea da adottare per delineare l’organizzazione interna. Qualcuno della tua squadra deve rimanere aggiornato con il regime di privacy e assicurarsi che la conformità sia in corso.

6. Il personale va debitamente aggiornato, infatti ogni azienda deve assicurarsi che il responsabile della protezione dei dati informi regolarmente tutti i dipendenti, in modo che siano aggiornati  e acquistino familiarità sia con la privacy, sia con la conformità.

7. Essendo il GDPR “onnicomprensivo”, è necessario assicurarsi che tutte le entità nella catena di approvvigionamento siano conformi, ad esempio, se si archiviano le transazioni con i dati dei clienti su un servizio cloud, o l’utente è responsabile della conferma che il fornitore di servizi è conforme a GDPR.

8. Infine l’obbligo di dover informare tutti: è doveroso condividere sempre la politica sulla privacy, assicurandosi di aver rivelato a tutti gli utenti le parti interessate e ai clienti cosa si intende fare con i dati che hanno fornito.

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eBay: sceglie Apple Pay come servizio di pagamento del sito https://www.business.it/ebay-sceglie-apple-pay-servizio-pagamento-sito/ Wed, 25 Jul 2018 08:02:18 +0000 https://www.business.it/?p=29839 eBay ha annunciato che presto accetterà Apple Pay come pagamento su vasta piattaforma di vendita online. Alcuni rivenditori inizieranno ad accettare Apple Pay negli Stati Uniti in autunno, ha detto la società, prima che inizi il rollout in tutto il mondo. Le modifiche arrivano dopo l’ulteriore allontanamento di eBay dal partner di lunga data PayPal, che includeva… Leggi tutto »eBay: sceglie Apple Pay come servizio di pagamento del sito

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eBay ha annunciato che presto accetterà Apple Pay come pagamento su vasta piattaforma di vendita online. Alcuni rivenditori inizieranno ad accettare Apple Pay negli Stati Uniti in autunno, ha detto la società, prima che inizi il rollout in tutto il mondo. Le modifiche arrivano dopo l’ulteriore allontanamento di eBay dal partner di lunga data PayPal, che includeva il passaggio della società ad Adyen come partner principale per l’elaborazione dei pagamenti, annunciato all’inizio di quest’anno. In autunno, aggiunge Apple Pay come una delle prime opzioni sulla nuova piattaforma di pagamento, offrendo alle persone un modo per acquistare beni tramite l’app mobile di eBay o attraverso il suo sito Web su Safari utilizzando il portafoglio digitale di Cupertino. 

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eBay accetta ApplePay

Il gigante dell’e-commerce eBay ha annunciato che inizierà a consentire ai venditori di accettare Apple Pay come opzione di pagamento negli Stati Uniti entro la fine dell’anno. L’opzione sarà inizialmente disponibile per un piccolo gruppo di clienti del Marketplace, data la possibilità di partecipare alla prima fase del lancio di Apple Pay, quindi gli acquirenti non lo incontreranno ad ogni momento. L’intenzione di eBay di spostare più persone verso la nuova piattaforma di pagamento l’anno prossimo, e mira a completare la transizione a tutti entro il 2021. La decisione di supportare Apple Pay è un effetto a lungo termine della ripartizione di eBay da PayPal nel 2015. Il sito di e-commerce è ancora predefinito su PayPal, ma si sta spostando su una nuova piattaforma di pagamento che offrirà più opzioni.

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È una buona notizia per Apple, una società che, con il rallentamento della crescita dell’iPhone, vede la propria attività di servizi come prossima area di grande crescita. Il business dei servizi di Apple è stato “in forte crescita”, ha dichiarato l’ amministratore delegato Tim Cook  durante la conference call della società a maggio. I ricavi da cose come App Store, Apple Music e Apple Pay hanno superato $ 9miliardi per la prima volta, con un aumento di oltre $ 2 miliardi rispetto all’anno precedente. Il totale, $ 9,2 miliardi, è stato anche il doppio dei ricavi da servizi generati da Apple solo quattro anni fa. 

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Sembra essere il primo di molti annunci a venire da eBay nei prossimi mesi, qualcosa che la società definisce “il primo passo” per offrire alle sue decine di milioni di acquirenti una scelta più ampia in termini di opzioni di pagamento.  Le dichiarazioni di eBay indicano che Apple Pay viene definita “tra le prime forme di pagamento” che il mercato ha pianificato. “Apple Pay è una delle forme di pagamento più diffuse e offre agli utenti un modo facile, veloce e sicuro per pagare”, ha affermato Steve Fisher, Senior Vice President of Payments di eBay, in una nota. “Offrire Apple Pay come forma di pagamento su eBay è il primo passo per offrire più scelta e flessibilità nelle opzioni di pagamento alle nostre decine di milioni di acquirenti”. Lungo il percorso, Apple Pay diventerà disponibile per più clienti in più scorte e in più regioni del mondo.

In relazione a ciò, eBay ha anche annunciato oggi una nuova partnership con Square Capital per aiutare i venditori statunitensi a finanziare la crescita delle loro attività. I venditori saranno in grado di richiedere $ 500 fino a $ 100.000 di finanziamento per qualsiasi esigenza aziendale, tra cui cose come libro paga, inventario, marketing o attrezzature, tra le altre cose. eBay sottolinea l’importanza di offrire la vendita del capitale circolante, citando un’indagine sulle piccole imprese secondo cui il 70% delle piccole imprese non ha ricevuto i finanziamenti che desiderava.

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Sergio Marchionne: l’uomo che portò la Fiat dal quasi fallimento a realtà globale https://www.business.it/sergio-marchionne-uomo-porto-fiat-quasi-fallimento-realta-globale/ Mon, 23 Jul 2018 08:29:05 +0000 https://www.business.it/?p=29759 Una vita spesa fino in fondo. A ricostruire e tentare di rimettere insieme, giorno dopo giorno, i pezzi di una biografia che lo ha portato dall’Abruzzo al Canada, dall’Istria al Michigan. Sergio Marchionne è l’imprenditore globale per antonomasia, l’uomo che ha scommesso sull’integrazione delle culture industriali delle due sponde dell’Atlantico, l’uomo che ha salvato la… Leggi tutto »Sergio Marchionne: l’uomo che portò la Fiat dal quasi fallimento a realtà globale

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Una vita spesa fino in fondo. A ricostruire e tentare di rimettere insieme, giorno dopo giorno, i pezzi di una biografia che lo ha portato dall’Abruzzo al Canada, dall’Istria al Michigan. Sergio Marchionne è l’imprenditore globale per antonomasia, l’uomo che ha scommesso sull’integrazione delle culture industriali delle due sponde dell’Atlantico, l’uomo che ha salvato la Fiat portandola nel mondo.

Manager globale e “leader illuminato”, come lo ha definito ieri il presidente della Fca John Elkann, Sergio Marchionne è l’uomo che ha cambiato la Fiat portandola nel futuro. Un riferimento questo non casuale, visto che Marchionne è stato capace di rimettere in sesto un’azienda come la Fiat che sembrava essere in grande crisi. Sergio Marchionne brillante dirigente d’azienda, “solo al comando” è riuscito a risollevare le sorti della più grande industria italiana. Sotto la sua guida l’azienda torinese si è ripresa dopo un terribile periodo di crisi, è stata internazionalizzata attraverso la fusione con Chrysler, ma ha anche cambiato la propria natura in continuo processo di risanamento che ha portato al più recente dei suoi risultati: l’azzeramento dei debiti.

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Chi è Sergio Marchionne, dai primi impieghi al salvataggio di Fiat 

Ricavi triplicati, utile passato da una perdita di 1,5 miliardi a un risultato positivo di 4,4 miliardi, capitalizzazione cresciuta di 11 volte: sono i numeri che scrivono il successo dell’uomo cui la rivista Time dedicò una copertina definendo Sergio Marchionne “la star dell’automotive”. Parlano per lui i risultati conseguiti dalle società del gruppo nei 14 anni duranti i quali il manager con il maglione ne è stato alla guida. In particolare, i ricavi sono passati dai 47 mld del 2004 del gruppo Fiat ai 141 mld del 2017 conseguiti complessivamente da Fca, Cnh Industrial e Ferrari. Nel 2004 la capitalizzazione dell’allora gruppo Fiat era di 5,5 miliardi e ora, tenendo conto di tutte le società nate dagli spin off, scopori e acquisizioni è di circa 60 miliardi di euro. Manager decisionista e stakanovista, con una passione per le Ferrari, acquistate di tasca propria, e la musica lirica, Marchionne nei 14 anni in cui è stato alla guida del gruppo ha fatto triplicare i ricavi.

Il suo vezzo, ormai diventato ‘mitico’, è quello di presentarsi persino alla Casa Bianca o al Quirinale con un informale maglioncino scuro, diventato il simbolo di un’era come fu l’orologio sopra il polsino di Gianni Agnelli.  Nato a Chieti il 17 giugno 1952, Marchionne è figlio di un maresciallo dei Carabinieri e di una giovane istriana. Dopo l’adolescenza in Abruzzo, seguì la famiglia in Ontario, dove si era già stabilita una zia materna. In Canada Marchionne ottenne la laurea in filosofia presso l’Università di Toronto, seguita da una laurea in legge alla Osgoode Hall Law School of York University e quindi un Master in Business Administration presso la University of Windsor. I primi impieghi del giovane Sergio Marchionne sono come commercialista e avvocato, fino ad entrare nel 1983 alla Deloitte Touche dove diventerà anche direttore dello sviluppo industriale. Tra gli anni ‘80 e ‘90 si fa poi le ossa in diverse aziende (Glenex Industries, Acklands, Lawson Group e Lonza Group Ltd), dove si mette in mostra arrivando anche a ricoprire importanti ruoli dirigenziali.

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La svolta

La svolta però arriva nel 2002 anno in cui la SGS di Ginevra lo chiama in qualità di amministratore delegato. Si tratta di un’azienda leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, tanto da poter contare su 55.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo. Un colosso quindi del settore ma che negli ultimi anni era in difficoltà: in soli due anni Marchionne ebbe il merito di risanare la SGS, facendosi notare da Umberto Agnelli che nel 2003 lo volle nel Consiglio d’Amministrazione della Fiat.

Anche in Fiat presto si convincono che possa essere lui la persona giusta per rilanciare un’azienda che stava vivendo un momento di difficoltà. Il 1 giugno 2004 quindi Sergio Marchionne viene nominato amministratore delegato. Per prima cosa il nuovo ad punta quindi a risanare le casse, con i debiti dell’azienda riconvertiti in azioni, puntando poi su dei piani industriali aggressivi. Una volta risanate le casse bisognava lavorare per mantenerle solide, ed ecco il piano commerciale/produttivo che vede il lancio di tante nuove auto ed un processo di ideazione, progettazione e produzione nettamente più veloce ed efficiente.

Nascono la nuova  500, la Grande Punto, le nuove linee della Lancia ed Alfa Romeo. Marchionne comprende che per competere in un mercato in crisi e fortemente competitivo ci vogliono i volumi in grado di generare le giuste economie di scala, per Sergio il volume target sono sei milioni di auto. Per raggiungere tali obiettivi l’unica via è guardare all’estero ed acquisire nuove aziende e mercati; Marchionne non si lascia sfuggire la grande opportunità di acquisire la Chrysler con risultati eccezionali in poco tempo.

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Il suo miracolo manageriale

La grande intuizione però fu quando nel 2009, in piena crisi mondiale, riuscì a portare a termine l’acquisizione della Chrysler, Fiat ottenne dall’Amministrazione Obama il 20% di Chrysler una delle ‘Big Three’ dell’automobilismo Usa, che, dopo la fallimentare alleanza con Daimler, era praticamente fallita. A convincere Washington, oltre alla personalità di Marchionne, l’esperienza e le garanzie offerte da Fiat su nuove formule di mobilità ‘verde’. Fu il primo passo di un percorso che – attraverso l’acquisto delle rimanenti quote – porterà nel 2014 i torinesi al controllo del 100% di Chrysler. È la nascita di Fiat Chrysler Automobiles che sancisce la figura di Marchionne come uno dei grandi protagonisti – sulle due sponde dell’Atlantico – dell’automobilismo mondiale.

La Fiat quindi divenne FCA, attuale settimo gruppo mondiale nel settore delle automobili e in piena salute. Oltre a essere stato nominato nel 2006 Cavaliere del Lavoro, dall’ottobre 2014 è anche presidente della Ferrari. Marchionne aveva già annunciato la sua intenzione di ritirarsi nel 2019, ma allora la società non aveva ancora individuato il suo erede. Con il peggioramento delle sue condizioni di salute (Marchionne si trova ora in ospedale) il consiglio di amministrazione ha deciso che Mike Manley, responsabile del marchio Jeep, sarà il nuovo ad di FCA, mentre alla guida di Ferrari Marchionne sarà sostituito da Louis Camilleri, ex numero uno di Philip Morris.

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Ferrero: premio di produzione di oltre 9000 euro per i suoi dipendenti https://www.business.it/ferrero-premio-produzione-9000-euro-dipendenti/ Fri, 20 Jul 2018 09:17:11 +0000 https://www.business.it/?p=29730 Buone notizie per i 6.000 lavoratori italiani della Ferrero, l’azienda dolciaria di Alba, che avranno con il nuovo contratto integrativo un premio variabile di 9.210 euro nei prossimi quattro anni. “Abbiamo sottoscritto un accordo che offre ai circa 6mila lavoratori della Ferrero Italia, oltre a un buon aumento del salario variabile, anche la necessaria stabilita’ e… Leggi tutto »Ferrero: premio di produzione di oltre 9000 euro per i suoi dipendenti

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Buone notizie per i 6.000 lavoratori italiani della Ferrero, l’azienda dolciaria di Alba, che avranno con il nuovo contratto integrativo un premio variabile di 9.210 euro nei prossimi quattro anni. “Abbiamo sottoscritto un accordo che offre ai circa 6mila lavoratori della Ferrero Italia, oltre a un buon aumento del salario variabile, anche la necessaria stabilita’ e continuità occupazionale. L’integrativo contiene, infatti, all’interno del capitolo investimenti area industriale, le iniziative imprenditoriali e gli investimenti che l’azienda intraprenderà nel quadriennio, anche per mantenere stabile l’occupazione del gruppo nei siti italiani”.

Lo affermano Attilio Cornelli, Mauro Macchiesi e Guido Majrone, segretari nazionali di Fai, Flai e Uila, annunciando il rinnovo dell’accordo di gruppo Ferrero, scaduto il 30 giugno 2018, In percentuale, l’aumento è del 14%. Che i lavoratori dell’azienda dolciaria Ferrero amassero i propri datori di lavoro lo si poteva già intuire ai funerali del “padre della Nutella” Michele, quando tutta Alba si fermò e 5mila persone parteciparono alle esequie. Quella riconoscenza sarà rinnovata dalla decisione aziendale di concedere ai 6mila lavoratori italiani un nuovo premio variabile di 9.210 euro.

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L’intesa prevede anche molte novità familiari

Se i nuovi accordi dovessero effettivamente entrare in vigore, molte saranno le novità in ambito welfare. Il lavoro agile, cioè la possibilità di lavorare da casa un giorno a settimana sarà esteso a un maggiore numero di lavoratori in tutti i siti italiani. Le mezze giornate di permesso per visite pediatriche dei figli fino a 14 anni salgono a quattro mentre a chi diventa papà vengono concessi due giorni di permesso in più rispetto a quanto stabilisce la normativa. Inoltre chi dovrà assistere i genitori o il coniuge gravemente infermi potrà beneficiare, documentando adeguatamente il proprio stato di necessità, di ulteriori due mezze giornate di permesso. Fino al quarto anno di vita dei figli, infine, i genitori che rientreranno al lavoro da forme di astensione obbligatoria potranno inoltre beneficiare di forme di part-time. Le rappresentanze dei lavoratori hanno espresso grande soddisfazione per l’accordo, soprattutto per quanto riguarda la scelta della Ferrero confermare l’Italia come paese centrale e di grande importanza per il futuro.

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“Oltre a un buon aumento del salario variabile, l’accordo dà la necessaria stabilità e continuità occupazionale. L’integrativo contiene, infatti, le iniziative imprenditoriali e gli investimenti che l’azienda intraprenderà nel quadriennio, anche per mantenere stabile l’occupazione nei siti italiani”, spiegano Attilio Cornelli, Mauro Macchiesi e Guido Majrone. I lavoratori avranno diritto a un premio, legato al raggiungimento degli obiettivi, di 9.210 euro nei prossimi quattro anni (2.220 nel 2019 e 2020, 2.320 nel 2021, 2.450 nel 2022). 

Un’altro punto che ha soddisfatto i rappresentanti dei lavoratori riguarda gli investimenti industriali. Nonostante la crescita di Ferrero all’estero, con l’acquisizione di marchi e stabilimenti, l’azienda vuole ribadire la centralità dell’Italia. Sono previsti investimenti nelle attività di Ricerca e sviluppo, nuove linee produttive e l’aggiornamento degli impianti attuali. Insomma buone (e dolci) notizie per i 6mila lavoratori italiani della Ferrero.

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Startup: come battere la crisi estiva della tua startup secondo Steve Jobs https://www.business.it/startup-come-battere-crisi-estiva-startup-secondo-steve-jobs/ Fri, 20 Jul 2018 08:31:27 +0000 https://www.business.it/?p=29722 E’ noto a tutti che le startup, potrebbero non incontrare il favore del clima e delle temperature calde nei mesi estivi, e perciò hanno un alto tasso di mortalità…Far crescere un business nei mesi estivi può essere difficile e complicato per la maggior parte delle aziende. L’aumento della temperatura e il caldo torrido di queste… Leggi tutto »Startup: come battere la crisi estiva della tua startup secondo Steve Jobs

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E’ noto a tutti che le startup, potrebbero non incontrare il favore del clima e delle temperature calde nei mesi estivi, e perciò hanno un alto tasso di mortalità…Far crescere un business nei mesi estivi può essere difficile e complicato per la maggior parte delle aziende. L’aumento della temperatura e il caldo torrido di queste giornate rendono difficile il lavoro dei dipendenti e la produttività diminuisce. Certo sarebbe bello immaginare di trascorrere le giornate in spiaggia sorseggiando una bevanda fresca, invece di lavorare al chiuso in un ufficio dove forse l’aria condizionata funziona a tratti. Ma è proprio in questi momento che i manager devono concentrarsi sul pompaggio dell’energia nell’ambiente di lavoro per dare ai dipendenti meno possibilità di cadere in una crisi. E per le start-up che sono sempre in una corsa al successo, è difficile dare ai dipendenti un po’ di flessibilità quando gli elementi di azione devono uscire dalla porta. Il raggiungimento degli obbiettivi nei mesi estivi è fondamentale sopratutto per evitare che la tua azienda vada alla deriva proprio di questi periodi. E’ importante quindi tenere d’occhio i tuoi dipendenti, motivarli e definire le giuste strategie di lancio per battere la tanto temuta crisi estiva. Ecco alcuni ottimi modi per motivare i tuoi dipendenti:

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Prova il Walk-and-Talk

Camminare è un modo provato per alleviare lo stress. La maggior parte dei dipendenti sono seduti in media per 9,3 ore al giorno. E’ possibile trasformare i momenti di pausa in un incontro produttivo è un modo semplice per attuare un piccolo cambiamento nella routine quotidiana. Camminare durante la pausa invece di stare seduti in ufficio è un ottimo modo di supportare la routine di un ambiente chiuso. Camminare mentre condividi le tue lotte e le situazioni di vita può anche essere meditativo. Infatti l’esercizio fisico può avere un impatto significativo sull’ansia e sullo stress migliorando l’umore generale. È sempre più evidente che  camminare non è solo un bene per la tua salute fisica, ma è anche un bene per la tua salute mentale, sopratutto quando si tratta di lavorare nei mesi caldi. Steve Jobs ha notoriamente fatto lunghe passeggiate. Quando ha avuto serie conversazioni con i suoi dipendenti. Se Jobs ha trovato questa soluzione un successo, sicuramente è una prova più che sufficiente.

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Offri l’orario estivo del venerdì

Secondo un nuovo studio di Gartner, il 42% delle organizzazioni offre ora una qualche forma di orario estivo di venerdì, consentendo ai dipendenti di effettuare il cronometraggio con poche ore di anticipo il venerdì (a condizione che tutto il lavoro prioritario sia completato, ovviamente). Sembra controproducente – consentire ai dipendenti di partire presto? Come migliora la produttività? Consentendo ai tuoi dipendenti di uscire per avere un po’ di tempo in più al sole, stai mostrando loro che tieni al loro tempo personale, che può tenerli in azienda per un periodo di tempo più lungo. Dando loro una scadenza anticipata per la consegna degli incarichi potrebbe incoraggiare i dipendenti a recarsi in ufficio un’ora prima per mettere fuori progetto mentre sono freschi. Le ore del venerdì variano in base alla compagnia. Alcuni offrono qualche ora indietro ogni venerdì. Alcuni concedono qualche privilegio di venerdì ogni mese estivo. Trova ciò che funziona meglio per te e il tuo team.

 

Sii spontaneo

Quando i giorni sembrano ripetitivi, trova piccoli, semplici modi per rompere le cose e avere una piccola sorpresa ed eccitazione ogni tanto. Può fare molto per il coinvolgimento dei dipendenti e il loro mandato generale in azienda. Portare un po’ di entusiasmo in ufficio non guasta mai, sopratutto perché l’estate non è più quella di una voltai e i dipendenti ne hanno bisogno.

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Auto elettriche: il futuro delle case automobilistiche tedesche è in Cina https://www.business.it/auto-elettriche-futuro-case-automobilistiche-tedesche-cina/ Tue, 17 Jul 2018 07:00:03 +0000 https://www.business.it/?p=29580 La Cina accelera sull’auto elettrica. L’ultimo investimento è frutto dell’accordo tra BMW e Volkswagen che hanno firmato una serie di offerte questa settimana per continuare a sviluppare auto elettriche e auto-guida in Cina. La Cina è il primo mercato mondiale per i veicoli elettrici. L’anno scorso ne sono stati venduti più di 650 mila, una cifra che supera l’insieme… Leggi tutto »Auto elettriche: il futuro delle case automobilistiche tedesche è in Cina

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La Cina accelera sull’auto elettrica. L’ultimo investimento è frutto dell’accordo tra BMW e Volkswagen che hanno firmato una serie di offerte questa settimana per continuare a sviluppare auto elettriche e auto-guida in Cina. La Cina è il primo mercato mondiale per i veicoli elettrici. L’anno scorso ne sono stati venduti più di 650 mila, una cifra che supera l’insieme dei veicoli elettrici acquistati nel resto del mondo. Le previsioni di PricewaterhouseCoopers (PwC) indicano un forte sviluppo per il settore che arriverà a contare una produzione di 1,6 veicoli nel 2018 e che salirà a 4 milioni nel 2024. In pochi giorni, il gruppo tedesco ha annunciato diverse partnership, fra cui quella con il colosso Baidu per lo sviluppo di Apollo, piattaforma aperta per la guida senza pilota.

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La Cina detiene la chiave per il futuro dell’industria automobilistica

BMW, la casa tedesca, infatti, investe in Cina e sulla Cina per la mobilità del futuro, sia quella tradizionale dei motori endotermici, sia quella a emissioni zero. Senza scordarsi della guida autonoma. Lo dimostra una serie di accordi stretti nei giorni scorsi fra BMW e aziende cinesi.

Le fabbriche in Cina hanno prodotto circa 25 milioni di autovetture l’anno scorso, secondo l’Organizzazione internazionale dei costruttori di autoveicoli. La Cina è già il primo mercato per molti marchi automobilistici globali e i suoi conducenti acquistano più veicoli elettrici di qualsiasi altro paese. Volkswagen ha impegnato 15 miliardi di euro (17,6 miliardi di dollari) martedì per effettuare ricerche in Cina su argomenti quali la mobilità elettrica, la connettività e la guida autonoma. Il CEO Herbert Diess ha affermato che la società starebbe “espandendo sistematicamente le sue partnership” nel paese.

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BMW, nel frattempo, ha finalizzato i piani per la produzione di Mini elettrici nel paese attraverso una joint venture con Great Wall Motor. In pratica il gruppo BMW sta spostando in Cina il suo polo produttivo elettrico, come dimostra anche l’impegno assunto dallo stesso stabilimento BBA per la costruzione delle batterie destinate agli attuali modelli ibridi di BMW e MINI. Restando sul marchio britannico di BMW è da segnalare la neonata joint venture Spotlight Automotive Ltd. creata da BMW e Great Wall per la produzione della MINI elettrica in Cina nello stabilimento della provincia di Jiangsu, a Nord di Shanghai.

E’ questo il primo frutto della lettera d’intenti annunciata da BMW e Great Wall nel febbraio scorso, pensato per la produzione delle E-MINI e delle Great Wall elettriche nel più importante mercato mondiale per l’auto e l’auto elettrica.Inoltre, BMW ha rimesso in piedi la collaborazione con Baidu – il Google cinese – per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma: un accordo c’era già, ma era stato interrotto circa due anni fa. Tuttavia il “ritorno di fiamma” passa per l’ingresso di BMW nel consiglio di amministrazione di Apollo, la piattaforma open-source creata da Baidu nel 2017 per far progredire velocemente la tecnologia del pilota automatico per auto. La Cina è diventata leader mondiale nei veicoli elettrici, poiché il governo spinge a ridurre i livelli di inquinamento e ad aumentare il settore tecnologico del paese.

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Diversity e Inclusion: le aziende più importanti del mondo danno l’esempio https://www.business.it/diversity-inclusion-aziende/ Mon, 16 Jul 2018 12:23:02 +0000 https://www.business.it/?p=29588 Lo dicono i sondaggi, lo affermano le interviste e spesso, si sente ripetere anche durante le chiacchiere al bar: le famiglie sono cambiate, non esiste quasi più un modello che possa essere considerato tradizionale. La “diversity”, intesa in termini di arricchimento e apertura culturale, è un valore che può essere preso come esempio per includere… Leggi tutto »Diversity e Inclusion: le aziende più importanti del mondo danno l’esempio

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Lo dicono i sondaggi, lo affermano le interviste e spesso, si sente ripetere anche durante le chiacchiere al bar: le famiglie sono cambiate, non esiste quasi più un modello che possa essere considerato tradizionale. La “diversity”, intesa in termini di arricchimento e apertura culturale, è un valore che può essere preso come esempio per includere anziché escludere, progredire anziché restare ancora a vecchi sistemi obsoleti. Questo dibattito non riguarda solo la società, il modo di gestire una famiglia, ma ha che fare con le aziende e con il mondo del lavoro.

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La società che cambia

Come si comportano le imprese in questi termini? Questioni legate alla razza, all’orientamento sessuale, alle abilità fisiche etcc costituiscono il vero e proprio cambiamento culturale dei nostri tempi, che sta lentamente affermando come la diversità ma fa più paura, ma al contrario può determinare ricchezza e crescita aziendale.

Ma come si comportano i consumatori? E cosa pensano delle aziende che intervengono in questo ambito? Secondo il Diversity Brand Index l’80% preferisce scegliere brand che includono la diversity e si facciano portavoce di uno spirito aziendale che tenga conto anche delle diversità come valore aggiunto. Sempre secondo i dati, i marchi che includono di più e comunicano il loro punto di vista favorevole alla diversità vengono maggiormente apprezzati e i clienti si fidelizzano con convinzione.

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Il pensiero attraverso gli spot delle multinazionali

Tante multinazionali hanno intrapreso questa strada, e lo hanno fatto comunicando al pubblico il loro pensiero attraverso gli spot promozionali: tra queste non si può non citare Coca-cola, tra i marchi senza dubbio più commerciali al mondo, eppure tra le più attente in favore della diversity e sempre pronta a dichiarare apertamente la propria posizione in merito. Tante pubblicità, dalla parte dei più deboli e disagiati. Coca cola è inoltre sponsor da anni degli Special Olympics Summer Games.

L’esempio della Coca Cola, che accompagna ai valori degli spot un modus operandi aziendale degno della propria interna diversity inclusion, non è il solo: grandi marchi come Mattel e Lego per citare chi ha a che fare con gli adulti di domani, ma anche la stessa Ikea o Apple hanno aperto la via per un percorso degno di valori aperti, e al passo con i cambiamenti della società contemporanea, quelli che per molti sono realtà di tutti i giorni. L’advertising è dunque un modo per affermare una nuova presa di coscienza e di posizione, mostrando la volontà di promuovere prodotti per un mondo migliore, dove le differenze non esistono, soprattutto nel mondo dei consumatori.

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Startup: Gusto, ti fa sentire come a casa una favola della Silicon Valley https://www.business.it/startup-gusto-sentire-come-casa-favola-silicon-valley/ Mon, 16 Jul 2018 10:55:51 +0000 https://www.business.it/?p=29567 La missione di Gusto è creare un mondo in cui il lavoro dia una vita migliore. Rendendo semplici e personali le attività aziendali più complicate, Gusto sta reinventando il libro paga, i benefici e le risorse umane per le aziende moderne. La fondazione di Gusto è una classica favola della Silicon Valley. Gusto, è un’azienda da miliardi… Leggi tutto »Startup: Gusto, ti fa sentire come a casa una favola della Silicon Valley

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La missione di Gusto è creare un mondo in cui il lavoro dia una vita migliore. Rendendo semplici e personali le attività aziendali più complicate, Gusto sta reinventando il libro paga, i benefici e le risorse umane per le aziende moderne. La fondazione di Gusto è una classica favola della Silicon Valley. Gusto, è un’azienda da miliardi di dollari che produce software per le risorse umane per le piccole imprese. Joshua Reeves, uno dei fondatori dell’azienda è orgoglioso di aiutare le piccole imprese a fare un ottimo lavoro, ma ha anche voluto che Gusto fosse un ottimo posto dove lavorare. Fornendo un ambiente familiare, trasparenza nel modo di lavorare e benefici “ridicolmente generosi”. La rivista Fortune ha nominato Gusto uno dei 100 migliori luoghi di lavoro per i millennial, e i dipendenti scrivono recensioni entusiasmanti su Glassdoor. Scopriamo il perché.

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Gusto la startup che ti fa lavorare senza scarpe

Da qualche anno si è diffusa la consuetudine di togliersi le scarpe entrando in casa, le proprie e quelle di ospiti, invitati caldamente a farlo. Un tempo era tipico soprattutto dei paesi nordici, dalla Germania ai paesi scandinavi. Sulle scale, davanti alle porte degli appartamenti, nei ballatoi e nelle zone di transito, si trovavano le scarpe dei padroni di casa, e quelle dei loro amici in visita. Spesso c’erano, e ancora ci sono, portascarpe  di legno o metallo. Ma questa usanza si è diffusa anche nell’ambiente di lavoro, come ci dimostra la startup Gusto.

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Gusto è all’interno di un’ex officina della Union Iron Works, un edificio dai soffitti alti che è sopravvissuto al terremoto del 1906. Appena entri, l’addetto alla reception ti invita a togliere le scarpe e a metterle in un angolo. Possono essere forniti calzini Gusto. Gusto ha avuto una politica senza scarpe da quando la società è stata fondata in una casa. Quando la società si è laureata in un vero ufficio, i fondatori hanno mantenuto la politica di non-scarpe. Reeves ha detto che fa sentire l’ufficio come a casa. Il nuovo ufficio a San Francisco con 275 lavoratori, ha un enorme stanza dove i dipendenti di Gusto la definiscono “salotto”.

I banchi sono mescolati tra divani, tappeti, pouf e tavolini da caffè – “roba che si vedrebbe in un salotto”, con impiegati che indossano calze, pantofole e piedi nudi. Addirittura c’è chi ha indossato pantofole da zampa di tigre, vincendo il premio per le migliori calzature. I dipendenti hanno la flessibilità di lavorare ovunque vogliano. Ognuno ha una scrivania assegnata, ma Reeves l’amministratore delegato cambia postazioni almeno una volta al mese per poter conoscere meglio le diverse squadre. E Gusto non lesina sul cibo. I dipendenti hanno snack gratuiti, pranzo e cena nei giorni feriali. Il cibo sembrava abbastanza sano. Lo spazio della caffetteria funge anche da spazio per riunioni, dove tutti i 275 dipendenti possono incontrarsi per gli aggiornamenti aziendali. I nomi delle sale conferenze rendono omaggio anche ai clienti.

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L’azienda offre alcuni incredibili benefici.

Gusto paga il costo del pendolarismo, offre un tempo di vacanza illimitato e copre i benefici della fertilità come il congelamento delle uova e la fecondazione in vitro. Ogni dipendente riceve un volo gratuito per tutto il mondo nel suo anniversario di lavoro di un anno. Si chiama perk “biglietto d’oro”. I dipendenti tengono regolari sessioni di meditazione nella sala benessere. E sono invitati a utilizzare qualsiasi bagno si senta più comodo. I pavimenti sono riscaldati, secondo Gusto. Insomma un’azienda incredibile! Chi non vorrebbe lavorarci. Dopotutto non è un sogno, anzi è pura realtà.

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Tecnologia: la Francia è finalmente pronta a diventare una potenza tecnologica https://www.business.it/tecnologia-francia-finalmente-pronta-diventare-potenza-tecnologica/ Mon, 16 Jul 2018 08:21:34 +0000 https://www.business.it/?p=29550 Eppure, anche in mezzo alle turbolenze, la tecnologia continua a raggiungere nuovi orizzonti, con la torre Salesforce che domina la skyline di San Francisco. San Francisco rimane il terreno più fertile d’America per start-up innovative, con un gregge di imprenditori sempre crescente impegnato a creare la prossima grande novità. L’America ha sempre avuto un vantaggio inattaccabile… Leggi tutto »Tecnologia: la Francia è finalmente pronta a diventare una potenza tecnologica

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Eppure, anche in mezzo alle turbolenze, la tecnologia continua a raggiungere nuovi orizzonti, con la torre Salesforce che domina la skyline di San Francisco. San Francisco rimane il terreno più fertile d’America per start-up innovative, con un gregge di imprenditori sempre crescente impegnato a creare la prossima grande novità. L’America ha sempre avuto un vantaggio inattaccabile verso l’innovazione tecnologica. Nel frattempo, attraverso l’Atlantico, la Francia, ha lavorato straordinariamente negli ultimi quattro anni per aprire sia la sua economia che i suoi confini alle startup tecnologiche. E adesso si può, parlare di tecnologia in Francia è possibile. D’altronde Macron lo aveva promesso già nella sua campagna elettorale per le presidenziali francesi del 2017 dell’intenzione di investire sull’Innovazione con un piano di investimenti di 10 miliardi di euro e ora quell’idea comincia a prendere forma. E un segnale che gli sforzi del presidente iniziano a dare frutti . Macron vuol far diventare la Francia l’hub dell’Innovazione in Europa.

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Francia l’hub dell’Innovazione in Europa.

Emmanuel Macron lo aveva detto e promesso già nella sua campagna elettorale per le presidenziali francesi del 2017 dell’intenzione di investire sull’innovazione con un piano di investimenti di 10 miliardi di euro e ora, a distanza di poco, quell’idea comincia a prendere forma. Macron, il più giovane presidente francese della storia, ha ricevuto a maggio scorso, al Palazzo dell’Eliseo oltre 50 CEO di altrettante aziende tech, aziende all’avanguardia che appartengono alla Silicon Valley, il luogo dove nasce l’Innovazione.

Tra i presenti, solo per fare qualche nome, c’erano Ginni Rometty, CEO di Ibm, Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, Satya Nadella, CEO di Microsoft, Dara Khosrowshahi, CEO di Uber. Tutti convocati dal presidente francese per “Tech for Good”, ossia un progetto che ha come obiettivo quello di far diventare la tecnologia ad uso e consumo di tutti. Un progetto che va di pari passo con quello di far diventare la Francia il vero hub dell’Innovazione in Europa puntando sull’Intelligenza Artificiale.

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Perché in Francia tutto è cambiato

Non è solo che le riforme di Macron hanno reso molto più facile assumere e licenziare in Francia, rendendo i costi della manodopera molto più comprensibili e prevedibili, anche se questo è un grande affare e un grande cambiamento. Non è solo l’accesso a un considerevole pool di ingegneri relativamente poco costosi. O l’apertura tra il mondo accademico e il settore privato. Non è solo Parigi che comincia a superare Londra nell’interesse degli investitori in generale, non solo nella tecnologia.

È anche la trasformazione della popolazione francese e del governo. Il 50% dei giovani francesi di età compresa tra i 18 e i 24 anni e il 70% degli studenti dell’École Polytechnique, l’università tecnica più importante della Francia, vogliono andare a lavorare per le startup piuttosto che per le imprese. Un enorme cambiamento per la Francia rispetto a dieci anni fa. The Valley è e resterà il sole al centro del sistema solare tecnologico. Ma la Francia è passata da “asteroide” a “pianeta”, ed è sulla buona strada per diventare un “gigante gassoso”.

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Il digitale e l’innovazione, due punti cardini del programma presidenziale di Macron

E proprio durante la campagna elettorale, e anche subito dopo la sua elezione, aveva promesso un grande piano di investimenti sull’innovazione e sul digitale di ben 10 miliardi di euro, con la promessa che la Francia si sarebbe mossa “come una startup”. “La Francia creerà un fondo di investimento di 10 miliardi di euro per lanciare nuove imprese nel settore dell’informatica, dell’innovazione tecnologica. Sarà un fondo che darà visibilità all’innovazione e alla Francia”

Un occasione per incontrare le personalità e le aziende che fanno innovazione per far passare il concetto che la tecnologia deve essere ad uso e consumo di tutti, nessuno escluso. Ma è stata l’occasione anche per affinare la strategia e quindi puntare tutto sull’Intelligenza Artificiale, su cui Macron ha deciso di investire 1,5 miliardi di euro entro il 2022.  Portando azioni concrete che permetteranno alla Francia di crescere, dal punto di vista dell’Innovazione e dal punto di vista economico, con crescita in termini di posti di lavoro e in termini di Prodotto Interno Lordo (PIL).

E per Macron parlare di crescita di posti di lavoro mentre una parte della Francia mal digerisce il suo programma di riforme, potrebbe aiutarlo a conciliarsi con i lavoratori e le associazioni francesi. Emmanuel Macron sta dando vita quindi al suo progetto coinvolgendo direttamente le aziende che fanno innovazione e che possono investire sul territorio francese, dimostrando che con l’Innovazione si cresce, sotto tutti i punti di vista, soprattutto sociale ed economico.

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Startup: in finale due startup italiane al concorso di innovazione in Cina https://www.business.it/startup-finale-due-startup-italiane-concorso-innovazione-cina/ Fri, 13 Jul 2018 07:00:18 +0000 https://www.business.it/?p=29490 Si è svolta la prima edizione italiana dell ‘Overseas Talent and Entrepreneurship Competition, la principale startup competition (OTEC) cinese del Chaoyang District – tra i più importanti di Pechino che premia l’eccellenza e garantisce un trampolino di lancio sul mercato cinese per le migliori startup partecipanti da tutto il mondo. La Cina investe sui talenti all’estero. La prova? OTEC Italia della… Leggi tutto »Startup: in finale due startup italiane al concorso di innovazione in Cina

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Si è svolta la prima edizione italiana dell ‘Overseas Talent and Entrepreneurship Competition, la principale startup competition (OTEC) cinese del Chaoyang District – tra i più importanti di Pechino che premia l’eccellenza e garantisce un trampolino di lancio sul mercato cinese per le migliori startup partecipanti da tutto il mondo. La Cina investe sui talenti all’estero. La prova? OTEC Italia della quale si è appena tenuta la prima edizione per il nostro Paese. E le due startup vincitrici, Blubrake e OaCP, voleranno a Pechino per la finale mondiale di Otec Beijing. OTEC Italia Pitch Competition è stata organizzata per la prima volta in Italia grazie a Tech Silu ed è stata ospitata dallo Studio Legale Dentons presso i propri uffici di Piazza Affari a Milano. Le due startup vincitrici, Blubrake di Milano e Oacp di Bologna, sono state scelte tra le otto finaliste della call partita a maggio 2018, attraverso la piattaforma online F6S che ha portato oltre 100 realtà candidate a OTEC Italia.

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La competizione

L’interesse del Dragone asiatico per i talenti internazionali non è certo una novità, ma si sta intensificando negli ultimi mesi. Con l’Italia in prima fila, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’innovazione. Le 8 tech-companies – Blubrake, Oacp Gr3n, Tilelook, Gipstech, Glassup, Windcity e Fixo – si sono messe alla prova di fronte alla giuria di esperti dell’ecosistema delle startup italiane composta da: Ivan Scalfarotto (onorevole, Partito Democratico ed ex sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico), Francesco Rossi (Tech Silu), Giangiacomo Olivi (Dentons), Federico Ferrazza (direttore di Wired), Giusy Stanziola (Unicredit Start Lab) e Federico Barilli (Italia Startup).

La competizione ha premiato i progetti ritenuti più completi e China Ready, pronti cioè a competere e scalare nel mercato cinese.  “Portare in Cina progetti come quelli che hanno vinto oggi rafforza la nostra convinzione sulla nostra intenzione di divenire veicolo di investimento nel nostro Paese”, ha commentato Francesco Rossi, ad di Tech Silu.

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Chi è Blubrake

Blubrake è una startup innovativa che produce sistemi intelligenti di  abs per aumentare la sicurezza della frenata per i ciclisti, in grado di controllare automaticamente la pressione idraulica dell’impianto frenante e quindi di evitare condizioni pericolose come il bloccaggio della ruota anteriore e il ribaltamento della bicicletta. Adatto per ogni categoria di e-bike, dalle city-bike alle mountain bike elettriche.

 

Chi è Oacp

Oacp, Srl (Oncology and Cytogenetic Products) è una società bolognese che opera nel settore della Diagnostica Avanzata e della Ricerca in molteplici ambiti di applicazione (biomedicale, biotecnologico, farmaceutico, nella sanità pubblica, università e negli enti, pubblici e privati, con finalità diagnostiche e terapeutiche di nuova generazione).

La mission della società è realizzare strumenti più rapidi, attenti al budget e facili da usare al professionista del laboratorio di biologia molecolare, e di promuovere in ambito oncologico sistemi di diagnostica veloci, ma anche affidabili e di qualità, accessibili a tutte le fasce della popolazione.

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Cosa significa vincere?

Vincere la finale significa infatti aggiudicarsi un fondo da un milione di renminbi (130mila euro), ottenere tre mesi di working space gratuito e 100mila yuan (15mila euro) dal governo cinese per coprire le spese di registrazione della startup in Cina. Per le otto finaliste italiane, inoltre, Tech Silu garantisce fast track application per il programma China Lab, e accesso diretto alle fasi finali della seconda edizione di Isic 2018, la Italian scaleup initiative in China di Tech Silu, che si terrà a Pechino in collaborazione esclusiva con la China mass innovation and entrepreneurship week del governo di Pechino. In palio per le prime due vincitrici dell’edizione italiana viaggio e soggiorno di una settimana a Pechino e l’accesso diretto alla finale mondiale.  La sfida continua, quindi, a Pechino il 9 -10 agosto, alla finale di Otec Beijing.

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Donne e impresa: la tecnologia premia la loro tenacia https://www.business.it/donne-impresa-tecnologia-premia-tenacia/ Wed, 11 Jul 2018 10:26:42 +0000 https://www.business.it/?p=29443 Superare gli stereotipi di genere per affrontare il grande valore che le donne hanno nel ruolo dell’innovazione tecnologica è oggi un punto fondamentale. C’è un motivo per cui le donne “devono fare impresa”, ed è il bisogno di ampliare l’offerta del mercato. Le donne sono oggi il più grande mercato inesplorato del mondo. Le aziende guidate… Leggi tutto »Donne e impresa: la tecnologia premia la loro tenacia

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Superare gli stereotipi di genere per affrontare il grande valore che le donne hanno nel ruolo dell’innovazione tecnologica è oggi un punto fondamentale. C’è un motivo per cui le donne “devono fare impresa”, ed è il bisogno di ampliare l’offerta del mercato. Le donne sono oggi il più grande mercato inesplorato del mondo. Le aziende guidate da donne raggiungono, in genere, ottimi risultati. E poi competitività, senso del dovere, precisione e astuzia sono caratteristiche tipicamente femminili che permettono al gentil sesso di raggiungere mete e obiettivi molto alti. Non è un caso che il genio femminile si sia sempre distinto nel mondo economico come in quello letterario e artistico. L’Italia è un Paese ricco di donne di talento: alcune finiscono sotto i riflettori perché ricevono premi e riconoscimenti, altre preferiscono vivere dietro le quinte, più rifilate, facendo associare i loro successi più al posto in cui lavorano che alle proprie doti personali. Ci sono molte storie di donne che si sono distinte nei settori delle startup, del made in Italy e dell’innovazione.

L’imprenditorialità femminile si distingue per ricerca e coraggio. La capacità di rimettersi in gioco e costruire nuovi modelli di business da parte di chi cerca nuovi impieghi, percorsi di carriera alternativi. Per chi, dunque, vuole una “seconda change” professionale, possono essere un esempio e un modello per tutti. La situazione italiana delle donne impegnate in campo tecnologico è ancora lontana. Sono ancora poche ma tendono a crescere, soprattutto per merito delle imprese guidate da giovani donne che investono specialmente in settori innovativi e quelli del digitale. Allora come rompere gli schemi e riprendersi il futuro?

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La tenacia delle donne

Un caso concreto di donne impegnate in settori innovativi è ArterraBioscience una startup del settore biotech di Napoli, prima classificata al premio della Commissione europea per donne innovatrici, l’EU Prize for Women Innovators. Gabriella Colucci, CEO e fondatrice di Arterra Bioscience dice: “Sfatiamo questo mito del biotech dominio delle multinazionali. Il biotech è una tecnologia semplice, accessibile a chiunque. Tanto è vero che quando è integrato in una realtà locale, sia di ricerca scientifica che di realtà produttiva, riesce a dare degli ottimi risultati in termini d’innovazione di prodotto, di processo e nuove opportunità”.

ArterraBio ha depositato 14 brevetti per prodotti per la cura della pelle. Le nuove tecnologie danno diverse opportunità alle donne che vogliono fare impresa. Anche perché le donne in ricerca sono l’80%. Si lavora perché questa fetta di donne in ricerca, possa raccogliere risultati a capo di imprese come spiega Tiziana Pompei, vicesegretario generale di Unioncamere: “Noi abbiamo costituito i comitati per l’imprenditoria femminile in base a un accordo col ministero che servono proprio a supportare le donne nel fare impresa. Sono comitati costituiti da imprenditrici e rappresentanti delle associazioni di categoria, che lavorano tutte insieme per aiutare le donne nel fare impresa.”

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Una vera sfida dato che attualmente le donne, secondo i dati di Unioncamere, guidano appena il 22% delle piccole e medie imprese.

Anche se ci sono più donne che uomini che vivono in Europa, le donne rappresentano solo un terzo degli imprenditori dell’UE. Inoltre Le imprenditrici tendono a concentrarsi su settori considerati meno redditizi, come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e il lavoro di comunità, mentre gli uomini predominano in settori ad alta crescita potenziale come la tecnologia e IT. Le donne sono più propense degli uomini a lavorare come dipendenti (con un margine del 63% rispetto al 53%) e gli uomini sono più favorevoli al lavoro autonomo (42% al 33%). Il 30% delle imprenditrici lavorano part-time, rispetto al 12% degli uomini. Le imprese femminili tendono a rimanere più piccole: solo il 22% delle imprenditrici nell’Unione europea sono datori di lavoro, rispetto al 30% degli uomini. 

Per ispirare più donne a portare le loro idee innovative sul mercato e diventare imprenditrici, la Commissione Europea ha creato un premio per le donne innovatrici. Il premio riconosce il successo delle donne nell’innovazione in due categorie: la principale categoria “Donne innovatrici” e la categoria “Innovatore emergente” per imprenditrici sotto i 30 anni. Ogni finalista del premio ha fondato o co-fondato un’azienda di successo basata sulle sue proprie idee innovative. Nel mese di giugno 2018, tre premi di € 100.000, € 50.000 e € 30.000 sono stati assegnati nella categoria principale di “Donne Innovatrici” e un premio di € 20.000 andrà al vincitore del Premio “Innovatore emergente“.

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Startup: Lime, porta centinaia di scooter elettrici nella capitale francese https://www.business.it/startup-lime-porta-centinaia-scooter-elettrici-capitale-francese/ Fri, 06 Jul 2018 07:00:07 +0000 https://www.business.it/?p=29276 Dopo le auto, gli scooter e le bici, nelle grandi città arrivano anche i monopattini elettrici a noleggio. Il servizio è stato lanciato dalla start-up americana Lime, già attivo negli Usa. L’azienda californiana Lime ha lanciato il servizio dei monopattini elettrici a noleggio a Parigi. Questa, naturalmente, non è un’esclusiva in Europa. La stessa società americana ha infatti lanciato… Leggi tutto »Startup: Lime, porta centinaia di scooter elettrici nella capitale francese

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Dopo le auto, gli scooter e le bici, nelle grandi città arrivano anche i monopattini elettrici a noleggio. Il servizio è stato lanciato dalla start-up americana Lime, già attivo negli Usa. L’azienda californiana Lime ha lanciato il servizio dei monopattini elettrici a noleggio a Parigi. Questa, naturalmente, non è un’esclusiva in Europa. La stessa società americana ha infatti lanciato lo stesso servizio in altre città del Vecchio Continente, come ad esempio Brema, Berlino, Francoforte e Zurigo. I monopattini elettrici a noleggio della società californiana, che conta un milione di utenti in 60 città statunitensi, si appresta a rivoluzionare la mobilità in Europa dopo il lancio della settimana scorsa a Zurigo. L’arrivo dei monopattini elettrici a noleggio a Parigi, combacia con la fine del più famoso servizio di car sharing in città, ovvero Autolib’. La causa del fallimento anticipato del progetto Autolib’ (la scadenza del contratto con la società di Vincent Bolloré era fissato per il 2023) è dovuta alla pessima situazione economica di Autolib’ e della conseguente richiesta di 233 milioni di euro per coprire il deficit fino alla fine del contratto, ritenuta però inammissibile dal Comune di Parigi. Le Autolib’ cesseranno di circolare definitivamente il 31 luglio prossimo.

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Come funzionano i monopattini

Nelle strade parigine sono comparsi centinaia di monopattini, e in futuro – spiega l’azienda – ne arriveranno migliaia, presumibilmente anche di bici. Il funzionamento è semplice: trovato il monopattino più vicino sulla app, lo si sblocca con lo smartphone, attraverso cui si fa il “check out” una volta giunti a destinazione. Il costo è di un euro a noleggio più 15 centesimi per ogni minuto di utilizzo, e il mezzo può essere parcheggiato in strada, senza bisogno di portarlo in aree apposite.

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I monopattini di Lime, corredati da un casco, sono utilizzabili solo da maggiorenni muniti di patente. Hanno 32 chilometri di autonomia e una velocità massima di 24 km/h. Stessa velocità per le bici, che però offrono un’autonomia di 80 chilometri e non richiedono la patente di guida. La startup intende espandersi in altre città europee entro l’anno. I prezzi sono paragonabili agli Stati Uniti, dove 1 milione di persone già utilizzano i servizi di condivisione di biciclette e scooter di Lime in città come Seattle, Dallas e Los Angeles.

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Gli scooter si sono dimostrati popolari tra alcuni pendolari e turisti.

Matthieu Lamarre, portavoce del sindaco di Parigi, ha detto che il governo locale sostiene qualsiasi servizio che migliorerà la mobilità e “permetterà ai parigini di muoversi facilmente. Ma … deve essere organizzato, ci sarà una carta per regolare questo servizio, [e] devono essere tenuti fuori dai marciapiedi e non interrompere i movimenti pedonali”, ha avvertito. Lamarre ha detto che è preoccupato che Lime incontrerà lo stesso problema affrontato da dozzine di altre società di condivisione dei trasporti: le persone scaricano scooter e bici dove vogliono, creando caos e bloccando il traffico. Ma alcune città sono tornate indietro dopo aver trovato le biciclette in grado di ingombrare le strade. Città come San Francisco e Dallas stanno pianificando di introdurre nuovi regolamenti in seguito a reclami relativi a parcheggi impropri.

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Plastica biodegradabile: Bio-on, un futuro più sostenibile per tutti https://www.business.it/plastica-biodegradabile-bio-on-futuro-sostenibile-tutti/ Thu, 05 Jul 2018 08:32:21 +0000 https://www.business.it/?p=29249 In un mondo in cui cresce sempre di più la sensibilità per il problema dello smaltimento della plastica, Bio-On da la soluzione, con lo scopo di dare vita a prodotti e soluzioni completamente naturali, al 100% ottenuti da fonti rinnovabili o scarti della lavorazione agricola. Bio-On, è una società di 65 dipendenti con sede a San Giorgio… Leggi tutto »Plastica biodegradabile: Bio-on, un futuro più sostenibile per tutti

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In un mondo in cui cresce sempre di più la sensibilità per il problema dello smaltimento della plastica, Bio-On da la soluzione, con lo scopo di dare vita a prodotti e soluzioni completamente naturali, al 100% ottenuti da fonti rinnovabili o scarti della lavorazione agricola.

Bio-On, è una società di 65 dipendenti con sede a San Giorgio di Piano, vicino a Bologna. E’ nata nel 2007 e dieci giorni fa ha superato la fatidica soglia di 1 miliardo di euro di valore, traguardo di un’incredibile galoppata in Borsa: +100% dall’inizio dell’anno, +200% negli ultimi  12 mesi e +820% da quando è stata quotata a Piazza Affari, nell’ottobre 2014. Ha già raggiunto una capitalizzazione in Borsa che lascia perplessi. Chi è l’investitore disposto a comprare le azioni di una società  che vale 100 volte il fatturato? Allora le azioni vennero valutate 5,82 euro, oggi per comprare un titolo Bio-On bisogna pagarlo 58 euro. “In Borsa la nostra sigla sarà ‘ON’ a conferma del nostro ottimismo” sottolinea il co-fondatore e attuale presidente e Ceo Marco Astorri.  Bio-On rappresenta un grande segno di positività, conosciuto in tutto il mondo per “accendere” e migliorare la vita di tutti. Da oggi Bio-on contribuirà a costruire un futuro più sostenibile per tutti, negli oggetti in plastica di uso comune. 

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Chi è Bio-On

Un progetto sviluppato da un gruppo di imprenditori con esperienze nel mondo dell’elettronica dal 2007, per la produzione dedicata a nuovi materiali ecologici e sostenibili al 100%. Agrorisorse e competenze imprenditoriali private per realizzare prodotti eco-compatibili all’avanguardia. Progettazione, brevetti, licensing e produzioni speciali di nuove tecnologie per la realizzazione di biopolimeri PHAs MINERV-PHA™ derivanti da fonti rinnovabili o materie di scarto agricole. Engineering evoluto di nuova concezione, con la concentrazione e commercializzazione delle competenze per le realizzazioni di progetti industriali world wide. Progettazione e realizzazione impianti per la produzione di MINERV-PHA™Caratterizzazione dedicata “on demand” di PHAs per realizzare produzioni dedicate e condivise con il cliente.

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Cosa fa Bio-On

Bio-On fa bioplastiche totalmente biodegradabili realizzate attraverso la fermentazione batterica dei residui della barbabietola da zucchero e della canna da zucchero. Una tecnica di produzione certificata in Europa e in Usa e coperta da centinaia di brevetti. Al momento la sua attività sembra l’unica possibile alternativa a un mondo sommerso dalla plastica Bio-On è già uscita da tempo allo scoperto  e oggi è corteggiata dai giganti mondiali della cosmetica che vogliono le sue micro-perline biodegradabili per metterle nelle creme, negli scrub, nei dentifrici, in tutti quei prodotti dove prima c’erano le micro-bead da idrocarburi, oggi vietate negli Usa e fra un paio di anni saranno fuori legge anche in tutta Europa.

Kering, la multinazionale del lusso che controlla, fra gli altri, Gucci, ha siglato una partnership con Bio-On per studiare nuove plastiche da usare nel settore dell’occhialeria. Maire Tecnimont ha sottoscritto con Bio-On un patto di investimento per commercializzare un’innovativa soluzione per i fertilizzanti biodegradabili  che consente di non lasciare residui sul terreno. Kering, la multinazionale del lusso che controlla, fra gli altri, Gucci, ha siglato una partnership con Bio-On per studiare nuove plastiche da usare nel settore dell’occhialeria. Bio-On è la nuova tecnologia Minerv Biorecovery, brevettata in tutto il mondo, che si è dimostrata efficace nelle bonifiche ambientali e nel biorisanamento di inquinamento da idrocarburi in mare aperto e nei porti.

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Il target e il progetto

Il target di riferimento di Bio-on è operare direttamente nel mondo agro alimentare, nel settore del design e degli accessori, nel settore della cosmetica, nel settore farmaceutico fornendo a tutti la tecnologia necessaria per produrre o utilizzare PHAs polidrossialcanoati (plastica veramente biologica) con lo sviluppo delle relative caratterizzazioni.

Intellectual Property Company con sede basata a Bologna e la possibilità di concedere licenze in tutto il mondo. Dalla sede di progettazione al pool di aziende di engineering e laboratori impegnati nella continua progettazione, produzione e distribuzione del know-how Bio-on. La produzione di PHAs è limitata territorialmente attraverso contratti di licenza d’uso della tecnologia o partnership industriali dedicate a specifiche aree commerciali. 

 

Cos’è Minerv-PHA

Il prodotto di base di Bio-On si chiama Minerv-PHA(polidrossialcanoato) ed è poliestere realizzato con scarti di lavorazioni agricole, grazie alla fermentazione batterica dello zucchero: sono i batteri che producono il poliestere. Il materiale  viene utilizzato per realizzare prodotti mediante iniezione ed estrusione. Può sostituire tutti i tipi di plastica: polietilene, polipropilene, polistirolo, pvc, pet. Si degrada biologicamente al 100% lasciandolo pochi giorni in acque “vive” a temperatura ambiente, nei fiumi o nei mari. Per acque vive si intendono acque con presenza di batteri, funghi, alghe, che si cibano di queste plastiche, mentre un’acqua batteriologicamente pura non ha alcun effetto sul materiale.

Ecco perché le bottiglie di Pet di Bio-On possono contenere acqua minerale o altre bevande. Nel 2008 il progetto è stato certificato OK Biodegradable Water dall’ente certificatore internazionale Vinçotte, in Belgio, che ha attestato la completa biodegradabilità in acqua a temperatura ambiente. Bio-On ha chiuso il 2017 con ricavi più che raddoppiati a 11 milioni di euro da 5 milioni dell’anno prima, un Ebitda di 7 milioni (+710%) e un utile netto di 5 milioni. Astorri conferma l’obiettivo del 2018 di un fatturato a 50 milioni di euro, che salirà a 100 milioni nel 2019. Astorri e il suo socio co-fondatore, Guy Cicognani, hanno oggi il 63% della società. Kartell, il famoso gruppo del design, ha preso un 2% a suggellare un accordo per studiare insieme possibili sviluppi nell’elettronica organica.

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Amazon, ti sta cercando per avviare attività di consegna https://www.business.it/amazon-cercando-avviare-attivita-consegna/ Fri, 29 Jun 2018 08:21:36 +0000 https://www.business.it/?p=29063 Amazon dice di voler reclutare imprenditori per costruire una rete nazionale di piccole società di consegna indipendenti – guidando i furgoni in leasing con il marchio Amazon. L’azienda vuole aiutare a lanciare le piccole imprese negli Stati Uniti dedicate a portare i pacchetti nell’ultimo passaggio del loro viaggio: dai centri di smistamento Amazon locali ai… Leggi tutto »Amazon, ti sta cercando per avviare attività di consegna

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Amazon dice di voler reclutare imprenditori per costruire una rete nazionale di piccole società di consegna indipendenti – guidando i furgoni in leasing con il marchio Amazon. L’azienda vuole aiutare a lanciare le piccole imprese negli Stati Uniti dedicate a portare i pacchetti nell’ultimo passaggio del loro viaggio: dai centri di smistamento Amazon locali ai clienti che li hanno ordinati. Amazon promette consegne veloci, soprattutto per i membri Prime che potrebbero non essere soddisfatti di ricevere i loro acquisti in ritardo quando devono pagare $ 20 in più per un abbonamento in corso. Per essere in grado di tenere il passo con la domanda e rimanere fedele alla sua parola, il titano dell’e-commerce ha lanciato un’iniziativa che incoraggia le persone a iniziare le proprie attività di consegna di piccoli pacchi per l’azienda. Il progetto Amazon Delivery Service Partner offre agli imprenditori veicoli con marchio Amazon scontati per consegna, uniformi di marca, carburante e copertura assicurativa completa, tra le altre cose, per un investimento minimo di $ 10.000.

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Il nuovo programma di Amazon

Amazon sta cercando di espandere le proprie operazioni logistiche e di risolvere le consegne dell’ultimo miglio offrendo alle piccole imprese strumenti chiavi in mano per avviare le società di consegna. Per il gigante dell’e-commerce, lo sforzo vale la pena se può espandere i servizi di consegna. Il colosso dell’e-commerce ha annunciato il suo nuovo programma Delivery Service Partners. Ogni unità di consegna inizierà la propria giornata in una delle 75 stazioni attuali di Amazon negli Stati Uniti, dove i pacchi ordinati da Amazon.com vengono raccolti dai conducenti che indossano camicie con colletto blu con un logo Amazon e cappelli neri. 

Gli algoritmi determineranno quali pacchetti vengono inviati a queste stazioni di consegna e che vengono inviati ad altri partner di consegna, come FedEx e UPS. “Si tratta di ridimensionare i costi in modo efficace”, ha affermato Dave Clark, vicepresidente senior di Amazon Worldwide Operations, aggiungendo che il nuovo programma di distribuzione contribuirà a far fronte alla crescita dell’e-commerce. “Dovremo soddisfare questa crescita e sta superando la crescita dei nostri fornitori principali “. In teoria, l’espansione di Amazon con le piccole imprese di logistica aziendale potrebbe migliorare la consegna, l’adempimento e il servizio clienti in giornata.

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Quanto potrebbero guadagnare i partecipanti?

La compagnia dice anche che i partecipanti hanno il potenziale per guadagnare fino a $ 300.000 di profitti ogni anno per una flotta di 40 veicoli. Coloro che scelgono di andare fuori tutto e ottenere 40 furgoni per i loro affari dovrebbero ovviamente sborsare più soldi,  soprattutto perché hanno bisogno di assumere circa 100 conducenti per gestire le cose senza problemi. Dave Clark, VP senior di Amazon per le operazioni a livello mondiale, ha dichiarato al New York Times che spera di ottenere centinaia di iscrizioni nel corso del prossimo anno. Se diventa un successo negli Stati Uniti, potrebbe essere distribuito in altri paesi in tutto il mondo.

Amazon ha dichiarato di avere accordi esclusivi per l’acquisto di furgoni di marca, assicurazione, dispositivi palmari e altri servizi. Il gigante dell’e-commerce offre anche formazione a partire da Seattle per una settimana e poi due sul campo con i proprietari esistenti. Sono inclusi strumenti tecnologici, supporto on-demand e migliori pratiche logistiche. È l’ultimo tentativo di Amazon di ottenere un maggiore controllo della rete di consegna al centro della sua attività Prime, che spedisce 5 miliardi di pacchi all’anno a livello globale. Quindi cosa aspetti! Puoi fare domanda per avviare la tua piccola attività, consegnando pacchetti Amazon Prime in furgoni e uniformi con marchio Amazon.

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San Francisco: gli alti costi abitativi alterano l’economia e il servizio di ristorazione https://www.business.it/san-francisco-alti-costi-abitativi-alterano-leconomia-servizio-ristorazione/ Wed, 27 Jun 2018 11:12:45 +0000 https://www.business.it/?p=28976 I prezzi degli immobili a San Francisco hanno raggiunto prezzi assolutamente esorbitanti, e comprare casa nella città è qualcosa di assolutamente proibitivo per le persone normali: ne è la prova il fatto che la casa più economica in vendita costa ben 499.000 dollari. E ancora più significativo il fatto che non sia abitabile. Il prezzo di… Leggi tutto »San Francisco: gli alti costi abitativi alterano l’economia e il servizio di ristorazione

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I prezzi degli immobili a San Francisco hanno raggiunto prezzi assolutamente esorbitanti, e comprare casa nella città è qualcosa di assolutamente proibitivo per le persone normali: ne è la prova il fatto che la casa più economica in vendita costa ben 499.000 dollari. E ancora più significativo il fatto che non sia abitabile. Il prezzo di quasi mezzo milione di dollari è sicuramente elevato, ma ben al di sotto quanto viene normalmente chiesto per un’abitazione a San Francisco. Nella città, il prezzo mediano delle case singole è 1,15 milioni di dollari, e se vi accontentate di un affitto il canone mediano è di 4.000 dollari al mese. Insomma la città californiana rappresenta un’eccezione in un mercato immobiliare che quasi ovunque stenta, e dove i venditori devono praticare forti sconti per riuscire a vendere 

Un nuovo rapporto del New York Times afferma che a San Francisco, una delle città più costose d’America, gli affitti in aumento e il costo del lavoro hanno costretto alcuni ristoranti a passare senza server. L’alloggio a San Francisco è così costoso, che i lavoratori dei ristoranti stanno lasciando la città per regioni più convenienti. Alcuni dei ristoranti della città non possono trovare – o non possono permettersi – i lavoratori front-of-house. E per questo stanno trovando soluzioni per operare senza aiuto. Mentre gli affitti e i costi del lavoro crescono in città costose e gli operai si allontanano, i ristoranti stanno cercando di capire come fare senza server. Souvla, un ristorante greco a San Francisco, è un esempio.

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Come fanno i ristoranti di San Francisco a servire senza camerieri?

Proprio così, alcuni ristoranti di San Francisco non possono permettersi i camerieri. In loro assenza, i clienti di ristoranti famosi come Souvla e RT Rotisserie cercano il proprio tavolo. Prendono e riempiono il bicchiere d’acqua. E se vogliono un altro bicchiere di vino, tornano al bancone. Un menù semplice offre solo due entrées – un panino e un’insalata – fatti con la scelta del commensale di carne o verdure. I prezzi variano tra $ 12 e $ 15 un piatto. All’interno di questi ristoranti, è evidente che le forze che rendono questa una delle città più care in America stanno sottilmente modificando l’economia di tutto. Gli affitti commerciali sono aumentati. I costi del lavoro sono saliti alle stelle. E i lavoratori del ristorante, molti dei quali quotati a spese delle abitazioni, si sono trasferiti altrove. L’area della baia affronta quindi una grave carenza di addetti alla ristorazione, in quanto coloro che non possono permettersi di vivere vicino al loro posto di lavoro si trasferiscono in regioni più accessibili.

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I ristoranti che non possono permettersi camerieri stanno cercando di capire come fare senza di loro. E così in questa città di ricchezza sbalorditiva, puoi mangiare come un gourmand, con calici e piatti in ceramica. Ma prima devi andare a prendere le tue argenterie. Tali ristoranti si stanno diffondendo in altre città. Ma qui, l’economia estrema ha rapidamente reso il modello un luogo comune. Le ricchezze tecnologiche di San Francisco hanno alimentato la domanda di ristoranti – e alcuni facoltosi tecnici hanno deciso che vorrebbero anche essere partner in un ristorante, aprendo più investimenti. Ma poiché questi lavoratori altamente pagati hanno anche spinto la domanda di abitazioni scarse, la città ha lottato per tenere a galla i lavoratori con salari più bassi.

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C’è chi trova dei rimedi

I lavoratori del ristorante di San Francisco hanno guadagnato un reddito medio di poco più di $ 30.000 nel 2017. Questo li rende alcuni dei lavoratori dei ristoranti più pagati in America, secondo uno studio del sito immobiliare Trulia. Ma il loro reddito non è ancora abbastanza per comprare una casa. Un ristorante a San Francisco ha escogitato un modo più sorprendente di operare senza operatori del ristorante. 

Il vivace nuovo burger joint, Creator, che apre a pranzo per mercoledì, utilizza un robot per preparare, cucinare e assemblare hamburger, senza aiuto umano. Il suo robot utilizza una serie di sensori e computer e produce fino a 130 hamburger all’ora. Elimina la necessità di cuochi di linea, anche se nove “addetti ai robot” saranno sul pavimento per prendere ordini, consegnare hamburger e bevande e rifornire gli ingredienti.

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Ex googler: impiega gioielli d’oro per far partire la sua startup https://www.business.it/ex-googler-impiega-gioielli-doro-partire-startup/ Tue, 26 Jun 2018 10:26:59 +0000 https://www.business.it/?p=28914 Chia-Lin Simmons è un veterano esperto nella sfera tecnologica della Silicon Valley, con oltre 20 anni di esperienza in giganti della tecnologia come Google e Amazon’s Audible. Simmons è il fondatore di una nuova startup chiamata LookyLoo, che lancerà il suo primo prodotto entro la fine dell’anno: una piattaforma sociale basata sull’intelligenza artificiale che aiuta le… Leggi tutto »Ex googler: impiega gioielli d’oro per far partire la sua startup

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Chia-Lin Simmons è un veterano esperto nella sfera tecnologica della Silicon Valley, con oltre 20 anni di esperienza in giganti della tecnologia come Google e Amazon’s Audible. Simmons è il fondatore di una nuova startup chiamata LookyLoo, che lancerà il suo primo prodotto entro la fine dell’anno: una piattaforma sociale basata sull’intelligenza artificiale che aiuta le donne a trovare la misura giusta mentre fanno la spesa per l’abbigliamento. Il che consentirebbe alle donne di consultare altre donne sulla piattaforma durante il processo di acquisto, per avere un’opinione imparziale a portata di mano quando si prova qualcosa in uno spogliatoio.

Simmons per far partire la sua startup ha venduto alcuni dei suoi titoli di Google e ha impegnato i gioielli d’oro a 24 carati consegnatole da sua madre. “Nella mia forma nativa, sono fondamentalmente in una maglietta di Google e pantaloni da yoga che parlano con gli ingegneri”, ha detto Simmons a Business Insider. Eppure, Simmons è il fondatore di LookyLoo, una startup di Oakland totalmente incentrata sulla moda.

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L’ambizione di Simmons

LookyLoo prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale per aiutare le donne a identificare la vestibilità corretta durante lo shopping per l’abbigliamento, il che consentirebbe alle donne di consultare altre donne sulla piattaforma durante il processo di acquisto. La piattaforma di LookyLoo è agli inizi, ma la visione di Simmons ha già attirato l’attenzione. Simmons non ha ancora approfondito i finanziamenti per la sua compagnia, quindi non sono stati ancora raccolti fondi. Ma per iniziare la sua nuova impresa Simmons ha venduto alcuni dei suoi titoli Google e ha preso i gioielli d’oro a 24 carati che sua madre le aveva dato a un banco dei pegni a San Francisco.

Simmons è un esperta nella tecnologia, la sua esperienza abbraccia oltre 20 anni di conoscenza intorno al blocco dell’industria tecnologica della Silicon Valley, ricoprendo incarichi direttivi presso l’Audible di Amazon, Time Warner / AOL e l’azienda di auto connessa Samsung, Harman, prima di entrare a far parte della divisione Play di Google in un ruolo di marketing partner globale. “Non abbiamo 22 anni e siamo appena laureati, sappiamo cosa significa costruire tecnologia”, ha detto Simmons. In attesa dei finanziamenti per la sua compagnia, si ritiene fortunata ad essere riuscita a vivere delle sue azioni Google e dei fondi che ha ricavato dal suo oro cimelio.

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Chi è Chia-Lin Simmons

Chia-Lin Simmons è l’amministratore delegato di LookyLoo, una startup tecnologica che riunisce intelligenza sociale, big data e machine learning per aiutare a identificare l’abbigliamento, aumentare la conversione, aumentare la fiducia dei clienti e abbassare i tassi di rendimento per i rivenditori di abbigliamento e online. Chia-Lin è attiva nel settore automobilistico, dei trasporti, dei media digitali e dello spazio di e-commerce come consulente e membro del comitato consultivo per un numero di aziende nello spazio. Il suo interesse e competenza nello spazio tecnologico automobilistico deriva dal suo ruolo di ex vicepresidente di Marketing & Content per Harman International (NASDAQ: HAR, ora un business Samsung). 

Chia-Lin ha aiutato a costruire e lanciare il servizio di Harman’s Connected Car Aha che è presente in Honda, Subaru, Porsche e altri partner automobilistici e disponibilità in milioni di veicoli e oltre 50 paesi in tutto il mondo. Prima di avviare la propria azienda, Chia-Lin è stata dirigente in numerose società tecnologiche ad alta visibilità. Era l’ex capo del Global Partner Marketing per il business digitale di Google Google Play Music e Google Play Store, VP del Marketing e General Manager di Playphone North America, dirigente senior dello sviluppo commerciale presso Time Warner / AOL, nonché VP di Strategic Alliances presso Audible (un’azienda amazzonica).

Chia-Lin fa parte del Consiglio di amministrazione di Servco Pacific, una società globale di prodotti automobilistici e merci da 1,3 miliardi di dollari, e di recente ha presentato presentazioni su veicoli autonomi e preoccupazioni legali a oltre 400 esperti di automobili autonomi nella Silicon Valley. Nel suo tempo libero, Chia-Lin ha fondato il #bindersproject, che aiuta le donne collegate fondatori di tecnologia con i finanziatori globali che cercano di accelerare le start-up fondate da donne. Chia-Lin si è laureata con Magna cum Laude e Phi Beta Kappa presso l’UC San Diego e ha conseguito il suo MBA alla Cornell University, dove è stata Park Leadership Fellow. Chia-Lin è un avvocato dello Stato di New York e ha conseguito la laurea in giurisprudenza alla George Mason University School of Law.

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Mondo business: la comunicazione efficace per l’internazionalizzazione https://www.business.it/business-comunicazione-internazionalizzazione/ Mon, 25 Jun 2018 11:52:23 +0000 https://www.business.it/?p=28881 Quali sono le regole per una buona comunicazione? Se lo chiedono gli esperti e meno esperti di ogni settore, in particolare coloro che devono fare business. É già difficile farlo a casa propria, prendendo in attento esame le regole del paese in cui viviamo. Ma se esiste l’ambizione di esportare il business in un paese… Leggi tutto »Mondo business: la comunicazione efficace per l’internazionalizzazione

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Quali sono le regole per una buona comunicazione? Se lo chiedono gli esperti e meno esperti di ogni settore, in particolare coloro che devono fare business.
É già difficile farlo a casa propria, prendendo in attento esame le regole del paese in cui viviamo. Ma se esiste l’ambizione di esportare il business in un paese differente, quali passi occorre seguire al fine di creare un contesto per rendere proficui gli affari internazionali?

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Enti per lo sviluppo dell’internazionalizzazione

Innanzitutto espandere il proprio business fuori dai confini nazionali può rappresentare un’ottima fonte di guadagni e una grande opportunità per espandere conoscenze e know how, oltre all’acquisizione di un bagaglio culturale che permette di allargare il proprio punto di vista.

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Ma non sempre cercare di esportare il proprio business è semplice ed efficace: le differenze culturali, le tradizioni, il modo di interagire nel settore imprenditoriale può fare da ostacolo più che da collante.

Esistono associazioni, enti governativi e non, che supportano le aziende nel momento in cui vogliono compiere il salto verso un altro paese.

Ad esempio: Sace, che da quarant’anni è al servizio del Sistema Paese, è in grado di offrire una completa gamma di servizi assicurativi e finanziari, rappresentando un Polo di competenze integrate per accompagnare le imprese italiane che desiderano svilupparsi a livello internazionale.

Poi c’è l’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese, che da qualche tempo è andato a sostituire l’istituto nazionale per il commercio estero.

Questi enti ed altri possono dare informazioni utili, contatti e ricerche di mercato nel paese in cui si vorrebbe espandere l’azienda.

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Regole comportamentali

Bisognerebbe infatti sapere che fin dal saluto ci sono differenze importanti: mentre la stretta di mano, da noi come in America è apprezzata ancor di più se forte e vigorosa, in Inghilterra va bene anche più leggera e data a distanza.

Nel sud America invece, paesi come il Brasile affermano la loro calorosità tant’è che viene apprezzato un saluto con due baci sulla guancia, soprattutto tra le donne.

Anche il dress code è estremamente importante: nei paesi come la Russia, per incontri di lavoro o riunioni formali è previsto sia per uomini sia per donne un abbigliamento che privilegi colori scuri, nonostante il casual sia entrato ormai ovunque.

Non solo come ci veste: possono nascere incomprensioni anche da un gesto. La cultura mediterranea si esprime attraverso movimenti di mani e bracci durante un discorso, cosa ritenuta maleducata dai paesi nordeuropei.

Perfino il momento del pranzo di lavoro è ritenuto importante e diverso a seconda delle varie culture di riferimento. Lavare le mani, consumare alcool e fare attenzione a ciò che si ordina è differente a seconda delle tradizioni di ogni paese.

Insomma paese che vai, usanze che trovi. Esportare il business in un’altra nazione è una cosa seria, occorre dunque studiare e non farsi trovare impreparati se si desidera chiudere l’affare.

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Lavoro, 8 segreti per diventare un leader come Jeff Bezos https://www.business.it/segreti-diventare-come-bezos/ Thu, 21 Jun 2018 10:38:51 +0000 https://www.business.it/?p=28798 Due professori della Harvard Business School, intervistati dal famoso magazine online inc.com, spiegano cosa serve per imporsi come leader migliori e poter cambiare davvero le cose. In primo luogo, il solo progetto di trasformare un’idea in un’azienda che vale miliardi non basta, ma bisogna costruire le basi affinchè, dopo il primo passo, si riesca ad… Leggi tutto »Lavoro, 8 segreti per diventare un leader come Jeff Bezos

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Due professori della Harvard Business School, intervistati dal famoso magazine online inc.com, spiegano cosa serve per imporsi come leader migliori e poter cambiare davvero le cose.

In primo luogo, il solo progetto di trasformare un’idea in un’azienda che vale miliardi non basta, ma bisogna costruire le basi affinchè, dopo il primo passo, si riesca ad intraprendere la vera scalata verso il successo.

I due professori in questione sono Jeffrey Rayport, HBS Senior Lecturer  e Shikhar Ghosh, HBS Professor of Management Practice. Insieme hanno definito ben 8 punti chiavi per raggiungere la vetta e cercare di acquisire una posizione di crescita.

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1. Combina la visione d’insieme con i dettagli


Questo è il punto di partenza, ciò suggerisce la nascita di cosa verrà dopo. Come scovare i nuovi Jeff Bezos, come diventare il Nuovo Jeff Bezos? In molti se lo chiedono e sono interessarti a migliorarsi, ma non sanno cosa fare. La ricetta di Rayport è questa: “Per individuare i prossimi Bezos, cerca qualcuno che vicino a te che sia competente e lungimirante, capace di concentrarsi sia sulle persone, che sulla cultura, e che nutra anche particolare attenzione per i dettagli, senza però perdere di vista la missione principale“.

Bezos è eccezionale in questo senso. Una sorta di pifferaio magico, che suona il suo strumento mentre tutti gli altri lo seguono ammaliati. Mai dimenticare che la visione d’insieme è composta come un puzzle di piccoli pezzi, che devono incastrarsi perfettamente, collaborando l’uno con l’altro.

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2. Non smettere mai di imparare

Un altro tratto importante che distingue un leader lungimirante da un leader rassegnato è la costante capacità di continuare ad apprendere. Essere curiosi, imparare, studiare e ancora imparare. In questo modo non si resta indietro ma si acquista invece la capacità di modificare la propria visione restando al passo con i tempi.

Il professor Rayport infatti sottolinea che: ”Le persone come Bezos sono studenti voraci, che cambiano quando sono esposti a nuove informazioni. Esaltiamo le virtù dell’apprendimento, eppure la maggior parte delle persone smette di studiare una volta terminata la scuola“.

3. Cambia cultura mentre la tua azienda cresce

Tali leader sono in grado di crescere grazie ad una cultura che si traduce in formazione e che si evolve costantemente. Ciò significa che quando le loro aziende crescono, possono creare e gestire gli input organizzativi producendo comportamenti con persone che condividono con loro i valori dell’azienda.

Rayport ha spiegato molto chiaramente a cosa si riferisce:

La cultura non significa essere nostalgici dei bei vecchi tempi, quando non esistevano incontri informali e nessun reparto Risorse Umane. Infatti affinché, la cultura cambi e si sviluppi, è necessario sapere su quali leve di gestione si deve puntare per far sì che le persone agiscano in base a tali valori.

Prendiamo ad esempio sempre lui, Jeff Bezos: è risaputo che ha rituali fisici e tangibili, come lasciare una sedia vuota alle riunioni per il cliente o chiedere a tutti di leggere un memo di sei pagine prima di iniziare una riunione.

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4. Abbina la strategia alla fase di crescita della tua azienda

È intelligente osservare come le fasi relative ai diversi round di finanziamento possano influire positivamente o negativamente durante le fasi di crescita dell’azenda. L

La prima strategia da adottare è tale per cui prima di ottenere un prodotto adeguato sul mercato di riferimento, bisogna basarsi su investimenti e sui cosiddetti business angel.

Una volta trovato il prodotto adeguatamente rivolto ad un settore di mercato, la strategia aziendale dovrebbe prevedere una capitalizzazione al fine di crescere più velocemente possibile.

5. Adattarsi alla potenza del tre

Il professor Ghosh crede con convinzione che un’azienda di successo dovrebbe seguire tre regole. “Ad ogni potenza di tre – il numero di persone nell’organizzazione (30, 90, 270, 810) – tutto cambia. Quando l’azienda è piccola, il leader può tenere sotto controllo tutti, ma quando inizia a crescere si aggiungono nuovi livelli, una differente divisione del lavoro, si è più specializzati e le persone con le quali si è iniziato non potranno più avere lo stesso tipo di contatto diretto con il leader come era accaduto fino a poco prima”. Il cambiamento sta quindi alla base della crescita.

6. Gestire la tensione tra processo e cultura

Spesso si crea una battaglia vera e propria tra cultura e processo di crescita. Secondo Ghosh, “i manager entrano in azienda e vogliono creare processi formali, ma i processi funzionano per attività come la contabilità, mentre non funzionano per il lavoro creativo, nel quale invece è meglio stabilire obiettivi precisi e consentire alle persone di capire come arrivarci.

Spesso viene richiesto un processo più formale, che entra in contrasto con la storia e la mitologia dell’azienda, un esempio? L’idea che tutti debbano lavorare 24 ore al giorno per una settimana prima della fine di un trimestre per raggiungere gli obiettivi è sbagliato”.

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7. Let Go to Go Further

Quando un’azienda diventa più grande, il leader deve accettare che una nuova eventuale risorsa, considerata un talento, potrà fare cose diverse in modo diverso e magari commettere errori.
Ma se il leader non molla e cerca di guardare lontano, la società sarà in grado di scalare la vetta del successo. Ghosh ha infatti dichiarato: ”Se il fondatore continua ad essere il principale risolutore di problemi, le persone che ingaggia per dirigere non diventeranno mai leader efficaci. Il fondatore dovrebbe invece creare un nuovo sottogruppo, che sicuramente commetterà errori ma ha imparerà, diventerà più efficiente e raggiungerà gli obiettivi. Il leader non dovrà quindi intervenire perché se lo farà peggiorerà la situazione”.

8. Rendi lo scopo comune più forte del caos

Il ruolo del leader è quello di assicurarsi che le forze siano convogliate al meglio. ”Man mano che un’azienda cresce, diventa più specializzata e le funzioni aziendali più specifiche: l’unico modo per mantenere insieme le funzioni di vari settori come ingegneria, finanza, vendite e così via è ricordare continuamente tutti gli obiettivi dell’azienda, qual è la missione, ma soprattutto quali sono i valori e i comportamenti desiderati”.

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Monopolio delle app per iphone, la Corte Suprema su Apple https://www.business.it/monopolio-delle-app-per-iphone-la-corte-suprema-su-apple/ Wed, 20 Jun 2018 11:00:58 +0000 https://www.business.it/?p=28772 La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di prendere in esame una causa antitrust che riguarda il colosso Apple: alcuni utenti e sviluppatori dell’azienda di Cupertino affermano che l’App Store sia in realtà un vero e proprio monopolio. Cosa comporta, se la richiesta viene effettivamente accolta? Leggi anche: Apple: iOS 12 rende facile vedere quali… Leggi tutto »Monopolio delle app per iphone, la Corte Suprema su Apple

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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di prendere in esame una causa antitrust che riguarda il colosso Apple: alcuni utenti e sviluppatori dell’azienda di Cupertino affermano che l’App Store sia in realtà un vero e proprio monopolio. Cosa comporta, se la richiesta viene effettivamente accolta?

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Querelanti e clienti

In primo luogo, non si riesce effettivamente ad immaginare un mondo senza l’App Store. La maggior parte delle persone lo utilizza quotidianamente, e visto il successo globale anche la Corte Suprema degli Usa mette avanti i suoi dubbi, come dimostrato dalla decisione presa lunedì scorso di riguardare attentamente il caso Apple Inc. v. Pepper, un caso antitrust che si domanda propor se Apple abbia monopolizzato il mercato delle app per iPhone.

Questo caso non solo nasconde la possibilità di ridurre la potenza del gigante di Cupertino, in California, ma pone un impatto potenzialmente significativo sia sui suoi consumatori sia sulle altre grandi aziende, come Amazon, che seguono un simile modello di business.

Il punto cruciale del caso ruota intorno all’argomento riportato dai querelanti Robert Pepper (un cliente App Store) e numerosi altri clienti, ai quali viene commissionato il 30% proprio per il fatto che App Store è l’unica piattaforma su cui gli sviluppatori possono vendere app iOS, portando quindi all’aumento dei prezzi finali per i consumatori.

Gli sviluppatori devono così pagare commissioni elevate e, di conseguenza, addebitare prezzi elevati per le app, in quanto i produttori non hanno altra scelta se non quella di raggiungere i clienti Apple.

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iOS e Android

Se le regole del tribunale della Corte Suprema contro Apple potrebbero portare ad un enorme cambiamento nel modo in cui le aziende dietro le app distribuiscono i loro contenuti sarà tutto da verificare. Intanto il modello di distribuzione delle app di Apple potrebbe finire per avvicinarsi al modo in cui funziona il mercato delle app del noto concorrente Android.
Con Android, gli sviluppatori hanno più di un’opzione dove vendere le loro app: Google Play Store, Amazon Appstore o F-Droid per app open-source. Quindi le app potrebbero idealmente ottenere prezzi inferiori, mantenendo piccoli margini per gli sviluppatori.

La flessibilità dei prezzi è qualcosa che gli sviluppatori di app hanno sostenuto positivamente durante il decennio dal lancio di App Store.

Due anni fa, Apple ha risposto alle chiamate degli sviluppatori e ha rinnovato l’app store, ma non ha risolto nessuno dei problemi più importanti. Per questo, lo scorso maggio, un gruppo di sviluppatori di app ha formato un sindacato, chiedendo espressamente “sostenibilità nell’App Store” attraverso prove gratuite di app per invogliare i consumatori. Inoltre anche la richiesta di “un taglio di introiti più ragionevole”.

Infine la decisione secondo cui Apple è in realtà un monopolio nella distribuzione potrebbe un caso antitrust attraverso cui sarebbe possibile aiutare gli sviluppatori di app a ottenere ciò che vogliono. Anche i consumatori potrebbero così finalmente beneficiare di prezzi competitivi, ma questo è solo un’ipotesi nell’attesa che il caso venga discusso davanti alla Corte Suprema il prossimo ottobre.

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Il business di avviare un’impresa con il coniuge, vantaggi e svantaggi https://www.business.it/business-avviare-impresa-coniuge-vantaggi-e-svantaggi/ Mon, 11 Jun 2018 10:18:27 +0000 https://www.business.it/?p=28290 Quando c’è amore e una comune dichiarazione d’intenti, il matrimonio sembra una strada quasi scontata da percorrere. Ma se la naturale evoluzione di un rapporto è quello di sposarsi, cosa è che spinge una coppia ad avviare un’impresa in comune? Il successo a livello sentimentale può garantire quello professionale? Molti esperti pensano che la sfera… Leggi tutto »Il business di avviare un’impresa con il coniuge, vantaggi e svantaggi

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Quando c’è amore e una comune dichiarazione d’intenti, il matrimonio sembra una strada quasi scontata da percorrere. Ma se la naturale evoluzione di un rapporto è quello di sposarsi, cosa è che spinge una coppia ad avviare un’impresa in comune? Il successo a livello sentimentale può garantire quello professionale?

Molti esperti pensano che la sfera privata e quella lavorativa debbano debitamente essere separate. Quali sono invece i consigli per quelli che vogliono provarci sul serio? Quali sono i vantaggi di un’impresa avviata con il proprio partner?

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I dati di Psychology today

La rivista americana Psychology Today ha riportato che ila tasso di divorzi negli Stati Uniti si è attestato tra il 42 e il 45%.

Non c’è quindi da meravigliarsi se gli investitori possono almeno sentirsi riluttanti nel sostenere un’azienda con co-fondatori sposati.

Perchè? Perché come accade in ogni azienda che si rispetti, si teme che se fallisce la relazione, fallisce anche il business. Queste preoccupazioni sono dunque reali oppure sono viziate da pregiudizi?

inc.com lo ha chiesto a Vicki Fulop, co-fondatrice con il marito Rich e chief communications officer di Brooklinen, e a Jonathan Tower, fondatore e managing partner di Catapult VC. 

Mentre la prima ha una propensione naturale ad investire in coppie e genitori, il secondo continua a mantenere delle remore.

Leggiamo perché, secondo i loro personalissimi punti di vista.

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Vantaggi e svantaggi di un’impresa coniugale

Perché potrebbe essere più difficile per i co-fondatori sposati trovare investitori rispetto a coloro che non hanno una relazione?

Per noi è stato un processo abbastanza fluido, ma forse spaventa gli investitori a causa dei pregiudizi di persone che hanno una relazione e che vogliono lanciare una startup”, afferma Vicki Fulop. Non è dello stesso avviso Jonathan Tower:  “A volte, la commissione deve intervenire: come si fa quando i fondatori sono sposati? Ci sono complessità e ostacoli difficili dal superare.

Quali vantaggi dunque potrebbero portare i co-fondatori di un progetto, o di una startup, che sono sposati?

Ti sei già impegnato in una vita insieme. Così le preoccupazioni si alleviano perché il progetto è e resta a lungo termine”.

Tower è invece di opinione contraria: “Ci sono probabilmente alcune cose che un team composto da marito e moglie non saprà fare, come mettere alla prova il coniuge attraverso test ed opzioni”.

Il magazine ha quindi fatto la domanda più importante: in un’impresa costituita da una coppia di sposati cosa può andare storto?

La Fulop risponde senza pensarci due volte: “avremmo potuto avere difficoltà nel prendere persone nuove. Io, in quel momento, non avevo lavoro, lo stipendio era basso, non avevamo un’assicurazione sanitaria e nessuna sicurezza. Praticamente tutto può andare storto quando non più permetterti di assumere personale”.

Anche Tower la pensa così e dà la colpa al reclutamento di personale. Le potenziali assunzioni non possono essere coinvolte in beghe coniugali e gli investitori potrebbero chiedersi se i fondatori sono abbastanza obiettivi da valutare reciprocamente le prestazioni ed apportare le modifiche necessarie qualora si verificassero dei problemi.

Di quali garanzie finanziarie hanno bisogno i fondatori sposati?

Fulop afferma che se la sua azienda, la Brooklinen non avesse avuto successo, lei e il marito si sarebbero trasferiti con i genitori, acquistato una copertura sanitaria di emergenza e trovato nuovi posti di lavoro.

Tower invece vuole sapere in anticipo qual è il piano di riserva delle coppie. Gli investitori devono sapere che la squadra è presente, vigile ed ancorata  alle giuste motivazioni e che non si dividerà la prima volta che c’è un ostacolo.

Infatti, coloro che da sposati hanno avviato un’azienda e successivamente si sono separati hanno

portato grossi grattacapi, con la conseguenza di brutte azioni legali e complicazioni finanziarie per colossi come Tory Burch, Tinder, Burt’s Bees, Esprit e Wynn Resorts.

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Industria 4.0: arriva l’algoritmo che fa quadrare i conti delle aziende https://www.business.it/industria-4-0-algoritmo-conti-aziende/ Mon, 11 Jun 2018 08:30:32 +0000 https://www.business.it/?p=28262 Un algoritmo che grazie all’analisi dell’enorme mole di dati che ogni azienda deve gestire è in grado di aiutarle a far quadrare i propri conti. Fantascienza? No, da oggi è realtà. Almeno così è secondo gli ideatori di Shaper,  da loro stessi definita piattaforma web “intelligente” in grado di analizzare conti e risorse materiali e… Leggi tutto »Industria 4.0: arriva l’algoritmo che fa quadrare i conti delle aziende

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Un algoritmo che grazie all’analisi dell’enorme mole di dati che ogni azienda deve gestire è in grado di aiutarle a far quadrare i propri conti. Fantascienza? No, da oggi è realtà. Almeno così è secondo gli ideatori di Shaper,  da loro stessi definita piattaforma web “intelligente” in grado di analizzare conti e risorse materiali e umane di organizzazioni complesse, come aziende private o pubbliche amministrazioni, e di elaborare piani in grado di garantire un notevole risparmio per gli investitori e per i conti pubblici. Il progetto nasce dalla consapevolezza che l’analisi dei big data, gli sviluppi delle applicazioni che si basano sull’intelligenza artificiale e l’industria 4.0 negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante. E così, dopo il lancio delle auto a guida autonoma, dei robot e dei bot che sul web rispondono autonomamente alle domande dei clienti, arriva anche l’algoritmo che aiuta manager ed imprenditori nella gestione aziendale.

shaper software come funziona

Come è nato Shaper, l’algoritmo che fa quadrare i conti delle aziende

L’idea di Shaper è italiana e arriva da Cosman, società leader nel cost management, vale a dire l’ottimizzazione dei costi per incrementare l’efficienza operativa e i risultati di organizzazioni complesse. E’ il frutto di oltre dieci anni di digitalizzazione delle attività svolte per numerose aziende, nazionali o multinazionali, dell’esperienza di oltre 100 consulenti specializzati in diverse aree del risparmio e della partnership con prestigiose realtà accademiche. «Il Digital Cost Management – ha spiegato a Business.it Massimo Aielli, Direttore Scientifico e Responsabile Grandi Clienti di Cosman – consiste, in sostanza, nel leggere in modo integrato e organico la grande massa di dati oggi prodotti dai terminali collegati in rete, disponibili attraverso internet o proposti dai fornitori di beni e servizi, per trasformarli in informazioni utili al governo dei costi aziendali». Shaper, grazie a un’analisi combinata delle policy aziendali e delle informazioni sui fornitori, è un software che aiuta i clienti a essere più consapevoli delle dinamiche che riguardano i diversi costi – dalle materie prime ai costi degli operatori telefonici a quelli dei fornitori e alle normative legate al costo del lavoro. «La sua implementazione avviene in tempi rapidi in totale affiancamento alle risorse interne», ha spiegato Aielli. Uno dei vantaggi più significativi di Shaper è quello di consentire «una gestione continua dei costi anziché un approccio tradizionale fatto di interventi spot e discontinui, assistendo così il cliente in tutte le attività quotidiane, senza interferire con il normale funzionamento aziendale», ha concluso Aielli.

Come funzionano i servizi di ottimizzazione Cosman

I servizi di ottimizzazione offerti da Cosman possono essere applicati a quattro macro aree, che rappresentano i centri di competenza in cui si è specializzata l’azienda con sede principale a Milano:

  • costi di struttura (assicurazioni, cancelleria, materiali di consumo, stampati promozionali, pulizie, smaltimento rifiuti, sicurezza ecc.);
  • costi tecnici (telecomunicazioni, information technology, energia, manutenzioni, ecc.);
  • costi logistici (trasporti e corrieri, imballaggi, movimentazione interna, spese doganali, recupero accise ecc.);
  • costi del personale.

Agendo su oltre 30 categorie di costo, Cosman è in grado di portare benefici a qualsiasi tipologia di azienda, a prescindere dalle dimensioni. Nel corso degli anni, infatti, i progetti sviluppati hanno interessato realtà molto diverse appartenenti a settori quali: Aerospazio e Difesa, Assicurazioni e Asset Management, Auto e Meccanica, Banche e Istituzioni Finanziarie, Beni di largo consumo, Chimica, Distribuzione al dettaglio, Elettronica Avanzata, Energia elettrica e Gas naturale, High Tech, Infrastrutture, Logistica e Trasporti, Media, Metallurgia e Cartario, Sanità e Farmaceutica e Telecomunicazioni.

Come funziona Shaper

La strategia d’intervento di Shaper prevede quattro fasi: la prima è quella della diagnosi, che consente ai consulenti Cosman di digitalizzare i “numeri” dell’azienda cliente. Inizia poi la fase relativa all’elaborazione di un piano di miglioramento, pensato in relazione alle risorse e agli obiettivi aziendali. Quindi si passa all’implementazione del piano, la terza fase, che consente di apportare le modifiche necessarie. Ultimo step, ma non meno importante, è la fase di mantenimento, che permette all’azienda di fare propri i cambiamenti e arrivare all’ottimizzazione preventivata. Attraverso questo processo secondo Cosman è possibile gestire e conciliare interessi spesso discordanti all’interno dell’organizzazione, realizzando un’ottimizzazione combinata e coerente delle tre dimensioni del costo (fabbisogno, acquisto, impiego) offrendo ai clienti un intervento strutturale con risultati garantiti.

«Shaper nasce dopo oltre venti anni di esperienza – ha commentato Lorenzo Dossi, Presidente di Cosman – nel settore del cost management. Il progresso continuo nelle metodologie utilizzate, grazie a partnership con prestigiose realtà accademiche e istituti di ricerca, insieme alla capacità di ottimizzare i costi in contesti sempre più complessi e sfidanti, hanno portato alla nascita della prima piattaforma integrata di Digital Cost Management. Uno strumento all’avanguardia, che utilizza una combinazione di tecniche predittive, algoritmi studiati ad hoc e approcci machine learning and intelligent optimization, oltre alle straordinarie capacità di analisi di un team di oltre 100 consulenti nelle diverse aree del cost management».

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Aprire un’azienda agricola nel 2018: gli incentivi per i giovani https://www.business.it/aprire-unazienda-agricola-nel-2018-gli-incentivi-per-i-giovani/ Fri, 08 Jun 2018 15:25:52 +0000 https://www.business.it/?p=28219 Le aziende agricole condotte da giovani sono in netta crescita in Italia. Lo dicono tutti i numeri del settore, ultimi quelli forniti da Coldiretti secondo cui nel 2017 il 7% di giovani under 35 in più rispetto all’anno precedente ha deciso di avviare un’impresa in agricoltura. Tra gli ambiti di maggiore successo per le nuove… Leggi tutto »Aprire un’azienda agricola nel 2018: gli incentivi per i giovani

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Le aziende agricole condotte da giovani sono in netta crescita in Italia. Lo dicono tutti i numeri del settore, ultimi quelli forniti da Coldiretti secondo cui nel 2017 il 7% di giovani under 35 in più rispetto all’anno precedente ha deciso di avviare un’impresa in agricoltura. Tra gli ambiti di maggiore successo per le nuove iniziative imprenditoriali in agricoltura ci sono il biologico, in forte espansione da diversi anni, le coltivazioni che si avvalgono di tecnologie avanzate come ad esempio le serre idroponiche, le coltivazioni di prodotti innovativi per la tradizione italiana, come ad esempio la canapa. Tuttavia, come per tutte le nuove imprese in Italia, anche per i neo-imprenditori agricoli la strada è spesso in salita. Esistono incentivi, ma non è sempre facile districarsi nella burocrazia per usufruirne: vediamo quali sono gli incentivi per i giovani aspiranti imprenditori agricoli già previsti per il 2018 e quali sono in cantiere con il nuovo governo guidato da Giuseppe Conte.

incentivi per giovani aspiranti imprenditori agricoli

Gli incentivi per i giovani che vogliono avviare un’azienda agricola nel 2018

Il principale incentivo per i giovani che vogliono avviare un’azienda agricola in Italia nel 2018 restano i finanziamenti previsti dal PAC, il piano della Politica Agricola Comune Europea. Si tratta di uno strumento che mira allo sviluppo di un settore agricolo uniforme in tutto il territorio comunitario e che impegna ben il 34% del bilancio dell’Unione Europea. Come ogni anno anche per il 2018 il termine per la presentazione delle domande era fissato al 15 di maggio. Oltre al PAC esistono numerosi bandi di finanziamento regionali cui gli aspiranti nuovi imprenditori agricoli e i nuovi titolari d’impresa agricola sotto una certa età possono accedere. Per ottenere maggiori informazioni consigliamo di rivolgersi ad un’associazione di categoria come Coldiretti, CIA e via dicendo. Consultate l’elenco di quelle disponibili nella provincia in cui intendete avviare la vostra nuova attività agricola e rivolgetevi agli sportelli dedicati alle nuove imprese. Quest’anno un altro strumento importantissimo per i giovani aspiranti imprenditori agricoli è il bando Primo Insediamento in Agricoltura dell’ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare. Questo bando ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani che intendono diventare imprenditori agricoli. E’ aperto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti che si insediano in agricoltura per la prima volta, i quali potranno beneficiare di mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola.

Aprire un’azienda agricola nel 2018: a chi rivolgersi per una consulenza

Moltissime informazioni  riguardo alle pratiche necessarie per aprire  un’azienda agricola nel 2018 possono essere reperite sul sito Giovani Impresa Coldiretti. Sul sito Coldiretti è anche dedicato ampio spazio agli incentivi ed ai finanziamenti rivolti ai giovani aspiranti imprenditori agricoli. Le segnalazioni dei bandi pubblicati in Gazzetta Ufficiale sono altrettanto importanti: qualche ricerca online è sufficiente per reperire testi ufficiali che andranno poi fatti leggere da un consulente esperto in materia, meglio e presso un’associazione di categoria.

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Dynamo Energies: energia intelligente e design italiano https://www.business.it/dynamo-energies-energia-intelligente-design-italiano/ Thu, 07 Jun 2018 15:05:05 +0000 https://www.business.it/?p=27991 Dynamo è una macchina innovativa e originale che può soddisfare le esigenze termiche e elettriche degli edifici privati e commerciali attraverso l’uso di energia rinnovabile, gratuita e pulita. Dynamo Energies progetta e vende macchine per la produzione e l’accumulo di energia e combina l’utilizzo esclusivo di fonti energetiche libere e rinnovabili con l’applicazione di tecnologie… Leggi tutto »Dynamo Energies: energia intelligente e design italiano

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Dynamo è una macchina innovativa e originale che può soddisfare le esigenze termiche e elettriche degli edifici privati e commerciali attraverso l’uso di energia rinnovabile, gratuita e pulita. Dynamo Energies progetta e vende macchine per la produzione e l’accumulo di energia e combina l’utilizzo esclusivo di fonti energetiche libere e rinnovabili con l’applicazione di tecnologie altamente innovative ed efficienti, ricercando sempre un design che si integri elegantemente nel contesto e che “comunichi” modernità e attenzione per l’ambiente. Inoltre le macchine Dynamo permettono ai  clienti di raggiungere l’indipendenza energetica, di annullare i costi di approvvigionamento e di abbattere gli impatti ambientali.

I prodotti Dynamo, il design italiano

Macchine in grado di produrre e accumulare energia termica ed elettrica utilizzando solo fonti rinnovabili e gratuite. Macchine “free-energy” come Dynamo sostituiranno nel tempo le vecchie e complesse soluzioni impiantistiche basate sull’utilizzo di fonti fossili e su grandi reti di distribuzione di energia.  Oltre al beneficio di carattere ambientale ed economico, c’è poi un altro aspetto che rende Dynamo un’invenzione attraente: il design. Dynamo ha un design accattivante che comunica sensibilità green e ricercato, trasformando un punto di debolezza tipico degli impianti a fonti rinnovabili, l’aspetto estetico, in un fattore di forza prestigio e originalità, ed è totalmente progettata e realizzata in Italia. Siamo in Italia, la patria del design industriale, ma per quanto riguarda le fonti rinnovabili, nessuno ha mai pensato di rivestire esteticamente una sorgente di energia. In più macchine che possono anche essere un efficace mezzo di comunicazione, in particolare per aziende ed amministrazioni pubbliche, per dimostrare il proprio impegno ambientale e sociale.

L’idea quindi di creare un prodotto innovativo nasce considerando il passaggio storico a cui stiamo assistendo, passaggio che riporterà le produzioni locali e sostenibili al centro delle economie degli stati nazionali. Tra queste l’energia giocherà un ruolo del tutto strategico e fondamentale. I sistemi energetici della terza rivoluzione industriale in atto saranno basati su cinque principi: – le fonti energetiche dovranno essere locali; – dovranno utilizzare fonti rinnovabili; – potranno accumulare energia e scambiare energia con gli impianti degli edifici vicini; – non dovranno avere impatto diretto sull’ambiente; – il loro utilizzo sarà gratuito. Queste convinzioni fanno si che il prodotto sia innovativo, primo ed unico sul mercato, risponde alle cinque caratteristiche elencate e aggiunge un nuovo importante concetto tipicamente italiano quello della bellezza, trasformando “l’impianto” in una forma di “arte-arredo” e in una forma di comunicazione.

 

I punti di forza del progetto

 

Il progetto Dynamo è basato su diversi punti di forza che sono:

INNOVATIVO: Unico sul mercato, protetto da 4 privative industriali, non esistono prodotti con caratteristiche similari.

FACTOTUM: Un solo “prodotto finito” provvede a soddisfare tutti i fabbisogni energetici delle utenze.

SMART: Accumula energia quando non serve e la mette a disposizione nel momento del bisogno.

FREE ENERGY: Utilizza contemporaneamente varie fonti di energia rinnovabile, libere, locali e gratuite

MODULARE: Completamente integrato, modulare, reiterabile, semplicissimo da installare

NO IMPACT: Nessuna emissione clima alterante in atmosfera e nessun impatto diretto sull’ambiente.

DESIGN: L’impatto estetico diventa un punto di forza, la moderna struttura “comunica” una sensibilità green

MADE IN ITALY: la progettazione e la manifattura del sistema sono orgogliosamente “Made in Italy”.

Che tipo di tecnologia usa

 

Il funzionamento della macchina si basa su una tecnologia denominata multi-sorgente, che combina intelligentemente i flussi di energia del sole, del terreno, dell’acqua e dell’aria per raggiungere la massima efficienza e la piena indipendenza. Il sistema energetico utilizza tecnologie già note e collaudate (fotovoltaico, solare termico, geotermia di superficie e pompa di calore, batterie ad accumulo) ma riesce a integrare le diverse funzioni (produzione e accumulo di energia elettrica, produzione e accumulo di energia termica) per il riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento e trattamento aria in modo del tutto originale e estremamente efficiente. Dynamo può essere utilizzata come unità off-grid oppure inserita in un sistema grid-connected.

Una struttura metallica dal design elegante e ricercato riferibile ai solidi platonici sostiene un sistema di pannelli fotovoltaici e/o alcuni collettori solari termici di nuovissima generazione. Questi ultimi possono essere collegati a dei collettori geotermici interrati a circa 2 metri di profondità e ad una pompa di calore full inverter con recupero totale di calore refrigerata con gas classificati come ecologici dalla Comunità Europea. La tecnologia fotovoltaica produce l’energia elettrica necessaria al fabbisogno di una utenza standard e al funzionamento della pompa di calore. Quest’ultima è in grado di produrre riscaldamento in inverno, raffrescamento in estate e acqua calda sanitaria tutto l’anno.

Il sistema è dunque capace di sopperire alla maggior parte dei fabbisogni termici ed elettrici delle utenze utilizzando solamente fonti rinnovabili, pulite, gratuite e locali. Il prodotto è anche in grado di accumulare energia elettrica attraverso un set di batterie di ultima generazione e di accumulare energia termica attraverso l’utilizzo di varie tecnologie combinate tra loro. Un controllo elettronico centrale provvede a gestire in contemporanea le varie entrate ed uscite energetiche, ottimizzando così la performance globale del sistema.

Questo controllo centrale (elettronica e software), cervello del prodotto, racchiude il know-how di Verde 21 e l’esperienza decennale dei soci fondatori nel campo della progettazione e installazione di impianti energetici a fonti rinnovabili. L’intera struttura è costituita da materiali completamente riciclabili al termine del ciclo di vita.

Il know-how dell’azienda risiede nelle capacità di integrazione e nella gestione delle varie tecnologie utilizzate. Il mix tra la ricerca universitaria, la grande esperienza nella progettazione e realizzazione di impianti anche molto complessi, la grande attenzione ai trend tecnologici, la forte creatività, la passione per l’ambiente e l’innovazione uniti allo sforzo profuso in questi ultimi tra anni in termini di ricerca e sviluppo e di analisi del mercato, rendono il know-how di Verde21 difficilmente replicabile.

 

Perché Dynamo

 

C’è poi un altro aspetto che rende Dynamo una invenzione un po’ umanistica. Se la parola Dynamo viene dal greco antico, da Dynamai che vuol dire “poter fare”, la sua stessa forma trae origine dallo studio dei solidi platonici, ovvero i cinque poliedri rappresentanti ciascuno un elemento naturale. La scelta di utilizzare i solidi platonici nasce anche dalla constatazione che le loro forme armoniche e iconiche sono universalmente riconosciute come eleganti e piacevoli, aspetto molto importante per un prodotto destinato ad essere commercializzato nei diversi continenti. L’obbiettivo di Dynamo è infatti poter produrre e accumulare energia termica ed elettrica usando esclusivamente fonti rinnovabili. La parola Dynamo è inoltre associata alla produzione di energia.

Il logo rappresenta un Tetractys, uno dei più significativi contributi che il matematico Archimede di Siracusa ha lasciato al mondo della scienza. Il tetractys rappresenta il “numero quaternario” ossia la successione aritmetica dei primi quattro numeri interi positivi, disposti in un triangolo equilatero di lato quattro, in modo da formare una piramide che sintetizza il rapporto fondamentale fra le prime quattro cifre e la decade (somma teosofica). Ad ogni livello del tetractys corrisponde uno dei quattro elementi, utilizzati da Dynamo per produrre e accumulare energia: 1° livello: il fuoco, il punto, l’unità fondamentale, la compiutezza, la totalità; 2° livello: l’aria, i due punti, la dualità, gli opposti complementari, il femminile e il maschile; 3° livello: l’acqua, i tre punti: la misura dello spazio e del tempo, la dinamica della vita, la creazione, 4° livello: la terra, quattro punti: la materialità, gli elementi strutturali.

 

Quali sono i prodotti Dynamo

 

Gaia, Il Cubo.

E’ la versione cubica del progetto Dynamo. Riprendendo la trattatistica platonica, il cubo rappresenta la terra, simbolo che ben si sposa con Gaia: un cubo nero, dalle linee pulite e minimali, arricchito da una rigogliosa copertura verde. Il valore prettamente funzionale, demandato ai pannelli solari termici e fotovoltaici, è affiancato a quello estetico. Il cubo è, per consuetudine, una forma riconosciuta ed accettata da tutti, portatrice di ordine e perfezione. Il colore nero è inoltre indicatore di eleganza e precisione. Grazie alla sua forma regolare e reiterabile Dynamo D6 può essere installato in serie e trova svaria; scenari d’inserimento.

Nel modello base è in grado di climatizzare in caldo e in fresco una superficie di circa mille metri quadrati di un edificio energetico in classe A, di produrre acqua calda sanitaria per l’utilizzo giornaliero di 20 persone e di produrre energia elettrica coprendo fino all’intero fabbisogno dell’edificio, se necessario. Grazie alla sua reiterabilità può rendere indipendenti anche edifici di grandi dimensioni. L’utilizzo di Gaia, rispetto ad un sistema energetico tradizionale, può evitare annualmente l’emissione di circa 30 tonnellate di CO2.

Il Dodecaedro

Dynamo nasce con la forma dodecaedrica, ovvero con la forma di un solido regolare costituito da 12 pentagoni perfetti. Secondo la tratatistica di Platone il dodecaedro è il più nobile e meraviglioso dei solidi regolari, se infatti i primi quattro sono stati attribuiti ai quattro elementi naturali, il quinto, il dodecaedro appunto, è stato abbinato all’etere, alla grandiosità dell’universo. Dynamo D12 vuole proprio riprendere questo valore di unicità per sintetizzare nella sua forma la potenza dei quattro elementi naturali. Sintesi che si manifesta nella fornitura di energia termica ed elettrica alle utenze, una trasformazione ecosostenibile delle potenziali offerte dalla natura.

La forma estrosa inoltre gli conferisce un valore estetico molto forte, Dynamo D12 può essere utilizzato come totem della sostenibilità energetica in svariate ambientazioni di pregio. Nella versione base è in grado di climatizzare in caldo e in fresco una superficie di circa milleduecento metri quadrati di un edificio energetico in classe A, di produrre acqua calda sanitaria per l’utilizzo giornaliero di 30 persone e di produrre energia elettrica per gli utilizzi legati al sistema di climatizzazione e agli impianti di illuminazione. L’utilizzo del Dodecaedro, rispetto ad un sistema energetico tradizionale, può evitare annualmente l’emissione di circa 30 tonnellate di CO2.

La Piramide

La Piramide è stata pensata per edifici più piccoli come ville singole o bifamiliari con giardino. La piramide, seguendo la trattatistica platonica è la rappresentazione di una metà di un ottaedro, collegato dagli antichi greci all’aria. La Piramide abbina ad un impianto aero-termico un impianto fotovoltaico e un sistema di accumulo a batterie a ioni di litio. La macchina, oltre ad avere un prezzo più accessibile rispetto al cubo e al dodecaedro, è molto facile da installare e non richiede nessun lavoro di cantierizzazione particolare. Inoltre le dimensioni più compatte la rendono idonea per giardini di ville di dimensioni non particolarmente grandi.

Nella versione base è in grado di climatizzare in caldo e in fresco una superficie di circa cinquecento metri quadrati di un edificio energetico in classe A, di produrre acqua calda sanitaria per l’utilizzo giornaliero di 10 persone e di produrre energia elettrica per gli utilizzi legati al sistema di climatizzazione e agli impianti di illuminazione. L’utilizzo della Piramide, rispetto ad un sistema energetico tradizionale, può evitare annualmente l’emissione di circa 15 tonnellate di CO2 .

La gamma dei prodotti attuali composta dal 5° Elemento ( il Dodecaedro), da Gaia ( Il cubo) e dalla Piramide. Sono previsti 18 differenti modelli standardizzati, sulla base delle tre forme, che si differenziano per potenze termiche e elettriche e per gli accumuli. I modelli coprono le esigenze di edifici dai 200 ai 4.000 mq. Le potenze elettriche variano dai 3 kW ai 40 kW, mentre le potenze termiche dai 12 kW ai 300 kW.

Quali sono le prospettive future

 

Sulla base delle stesse idee di fondo, per mantenere il proprio vantaggio competitivo, per sviluppare nuovi mercati ed aggredire nuovi segmenti di clientela, Verde21 ha alcune nuove idee, attualmente in fase di studio, per lo sviluppo di nuovi prodotti: 1- Mini Dynamo ad isola per utilizzo domestico e piccole utenze 2- Smart Point Urbani che integrino alle funzionalità di generazione di energia e di arredo anche le funzioni di “centro multi servizi” ( ricarica elettrica di auto-moto e di dispositivi tecnologici, info-point interattivi ecc. 3- Nuove funzionalità inserite ad hoc: depurazione dell’acqua, depurazione dell’aria in ambienti urbani particolarmente inquinati, pompaggio per acqua di pozzi e suo eventuale stoccaggio. Per lo sviluppo dei nuovi prodotti, oltre alle competenze interne, Verde21 si avvale della collaborazione del Politecnico di Torino, Dipartimento di Energetica e con altre aziende operanti nel settore green.

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Servizio di manutenzione

 

La capacità di immagazzinare energia, oltre che di produrla, rende Dynamo un prodotto interessante per declinare le vendite sia come offerta di semplice hardware, al quale affiancare un adeguato servizio di manutenzione, sia come offerta di un vero e proprio servizio energetico con la possibilità di incrementare ulteriormente i margini di profitto.

Assistenza Tecnica post vendita: Il prodotto Dynamo necessita di una assistenza tecnica ordinaria minimale ma può naturalmente necessitare di una assistenza tecnica straordinaria, passando obbligatoriamente dalla società. L’idea è quella di proporre ai clienti una copertura assicurativa totale per un periodo di 5 anni.

Software di gestione dedicato: Dynamo è un “prodotto” evoluto e come tale può essere opzionalmente collegato in rete per una verifica costante delle prestazioni, per fornire dati statistici e reportistica.

Servizi Finanziari e Servizio Energia: le dinamiche del mercato dell’energy storage conducono a preferire alla vendita del prodotto la vendita del servizio ad esso collegato. Questo vale ancor di più per Dynamo, che produce energia, oltre a stoccarla. Attraverso società finanziarie partner si possono facilitare le vendite e rendere gli investimenti per i clienti cash neutrali sia con i classici strumenti finanziari ( leasing o finanziamento) sia con il più elegante e profittevole noleggio a lungo termine, come avviene nel mercato delle autovetture.

 

Vantaggi economici e pratici e strategie di marketing

 

Dynamo garantisce vantaggi economici e pratici: L’unicità di Dynamo, macchina complessa in grado di produrre ed accumulare energia termica ed elettrica, rende non banale il confronto finanziario con altre tecnologie a fonti rinnovabili. E’ molto difficile poter indicare per Dynamo un costo al kW di potenza di picco, come avviene negli impianti fotovoltaici ed eolici, dal momento che utilizza contemporaneamente fonti di energia diverse, che produce sia energia elettrica che termica e che sono presenti gli accumuli. In termini generali, considerando come ipotesi un’installazione in Italia, il tempo di ritorno dell’investimento può essere compreso tra i 5 e gli 8 anni in funzione della posizione geografica, dell’utilizzo che si fa dell’energia dell’incentivo utilizzato. Nel dettaglio il costo di Dynamo è circa un 10-15% inferiore rispetto al costo di installazione e progettazione di un insieme di impianti che offrono le stesse funzionalità energetiche.

La differenza in positivo è data dalla maggiore facilità di installazione (il prodotto è pre-assemblato), dall’utilizzo standardizzato delle sinergie energetiche più efficienti e dalla mancanza dei costi di progettazione impiantistica. I vantaggi derivanti dal suo utilizzo sono anche di diversa natura: semplicità e tempi di installazione, possibilità di rendersi indipendenti dall’energia della rete, possibilità di abbattere, fino a completo azzeramento, i costi energetici e gli impatti ambientali, possibilità di rinnovare i sistemi energetici senza occupare preziosi spazi all’interno degli edifici, possibilità di declinare l’innovazione tecnologica in forme esteticamente piacevoli, possibilità di comunicare la propria sensibilità green.

Le caratteristiche più importanti che differenziano il progetto Dynamo dagli altri prodotti sono: l’integrazione di funzionalità differenti che garantiscano il soddisfacimento di tutte le esigenze energetiche e la ricerca della massima efficienza in termini di cost-effectiveness. L’approccio è legato allo sviluppo del sistema multi sorgente e del controllo del bilancio energetico, e quindi alla possibilità di creare i presupposti non solo di una produzione ottimale di energia elettrica, ma anche termica, con l’obiettivo di rendere indipendente l’utenza servita attraverso un utilizzo sapiente degli accumuli. In sintesi non si ricerca solo un design che possa risultare attraente per i possibili clienti, ma anche la massima performance energetica a costi contenuti attraverso l’innovazione tecnologica.

Data la tipologia del prodotto, ad “alta tecnologia” e “innovativo”, riteniamo utile applicare una strategia di marketing che si basi sul modello “Technology adoption life cycle” modificato per le innovazioni tecnologiche che creano discontinuità e forniscono “innovazione differenziale” rispetto a quelle che offrono una “innovazione incrementale”. La strategia di marketing che parte da tale modello permetterà di ottenere i risultati di vendita esponenziali tipici, evitando però gli errori che spesso causano la “morte prematura”(chasm) dei prodotti innovativi.

Dynamo è un prodotto “orizzontale” che può essere venduto ad una vasta schiera di clienti, tra questi privati proprietari di ville, case o palazzine indipendenti piccoli condomini; aziende agricole; cantine; agriturismi; sedi di aziende ed uffici in genere; hotel; strutture ricettive; centri commerciali; enti locali; scuole; ospedali; impianti sportivi; rifugi; resort e, più in generale, ai proprietari e gestori di immobili commerciali o privati che abbiano uno spazio esterno utilizzabile. Le Motivazioni d’acquisto sono razionali: senza dubbio il risparmio sul costo dell’energia, il raggiungimento dell’indipendenza energetica, la comprensibilità del prodotto, e la semplicità di installazione; motivazioni razionali ed al tempo stesso emotive sono la salvaguardia dell’ambiente, l’immagine derivante dall’aspetto estetico del prodotto, l’immagine derivante dall’uso di energie pulite e di tecnologie innovative.

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Quali sono i mercati di riferimento

 

Dynamo nasce con una spiccata vocazione per la vendita su scala globale e su mercati diversi, sia in economie sviluppate e mature, sia in paesi emergenti ad elevato tasso di crescita. Oltre al mercato italiano, quindi, che verrà seguito con particolare attenzione per ovvie ragioni di convenienza e di opportunità, verranno privilegiati i mercati esteri (UE e extra Ue) che all’interno di una matrice evidenzieranno il maggior potenziale considerando i seguenti criteri valutativi: vantaggi legati agli incentivi statali/locali; elevata domanda aggregata interna; cultura, sensibilità e ricettività all’uso delle risorse rinnovabili; presenza di gravi problematiche di fornitura di energia elettrica; vantaggi legati alle condizioni climatiche; normative stringenti in relazione alle emissioni di gas serra; alto costo dell’energia dalla rete.

Attualmente sono stati sottoscritti accordi commerciali per la vendita delle macchine in Austria, Germania, Australia e Ucraina. A breve partiranno missioni per valutare la possibilità di creare degli HUB nelle seguenti nazioni: Gabrone, Botswana: HUB per Africa Australe ( vendite in Botswana, Sud Africa, Namibia, Mozambico). Breslavia, Polonia: HUB per Europa Orientale ( vendite in Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria). Haining Industrial Park, Cina: Hub per il mercato cinese. Con il Supporto delle Autorità Locali e del polo Tecnologico di Navacchio Melbourne ( Australia): HUB per il mercato Australiano.

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Microsoft acquisisce GitHub: 7,5 miliardi per la piattaforma dedicata agli sviluppatori https://www.business.it/microsoft-acquisisce-github-75-miliardi-per-la-piattaforma-dedicata-agli-sviluppatori/ Tue, 05 Jun 2018 17:13:54 +0000 https://www.business.it/?p=27904 Microsoft ha annunciato ieri l’acquisizione di GitHub, piattaforma che potremmo definire come il social network per gli sviluppatori. Insieme, le due aziende permetteranno ai developer di tutto il mondo di ottenere migliori risultati durante ogni fase del progetto di sviluppo nonché di accelerare l’uso aziendale di GitHub e portare gli strumenti e i servizi di… Leggi tutto »Microsoft acquisisce GitHub: 7,5 miliardi per la piattaforma dedicata agli sviluppatori

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Microsoft ha annunciato ieri l’acquisizione di GitHub, piattaforma che potremmo definire come il social network per gli sviluppatori. Insieme, le due aziende permetteranno ai developer di tutto il mondo di ottenere migliori risultati durante ogni fase del progetto di sviluppo nonché di accelerare l’uso aziendale di GitHub e portare gli strumenti e i servizi di sviluppo di Microsoft a nuovi segmenti di pubblico. L’acquisizione è stata portata a termine da Microsoft con 7,5 miliardi di dollari.

Microsoft e l’acquisizione di GitHub: svolta open source per il colosso di Redmond

È arrivato nel corso della giornata di ieri l’annuncio dell’acquisizione di GitHub da parte di Microsoft, una mossa per molti strategica sul fil rouge dell’open source che sembra piacere particolarmente a Satya Nadella, attuale CEO del colosso di Redmond. “Microsoft è una società orientata principalmente verso gli sviluppatori e, unendo le forze con GitHub, rafforziamo quindi il nostro impegno per la libertà, l’apertura e l’innovazione degli sviluppatori” – ha affermato Satya Nadella, continuando dicendo – “Riconosciamo la responsabilità della comunità che acquisiamo con questo accordo e faremo del nostro meglio per consentire a ogni sviluppatore di costruire, innovare e risolvere le sfide più urgenti del mondo”.

Entrando nel dettaglio degli accordi per l’acquisizione, in una nota ufficiale Microsoft ha spiegato che acquisirà GitHub per 7,5 miliardi di dollari. In base alle consuete condizioni di chiusura e al completamento della revisione normativa, l’acquisizione dovrebbe chiudersi entro la fine del 2018. La piattaforma per i developer manterrà il suo ethos e opererà in modo indipendente al fine di fornire una piattaforma aperta per gli sviluppatori di tutti i settori. I developer continueranno quindi a essere in grado di utilizzare i linguaggi di programmazione, gli strumenti e i sistemi operativi di loro scelta per i loro progetti e saranno comunque in grado di distribuire il loro codice su qualsiasi sistema operativo, qualsiasi cloud e qualsiasi dispositivo.

microsoft acquisisce github
From left: Chris Wanstrath, Github CEO and co-founder; Satya Nadella, Microsoft CEO; and Nat Friedman, Microsoft corporate vice president, Developer Services – Courtesy of Microsoft News Center

Il vicepresidente aziendale di Microsoft, Nat Friedman – fondatore di Xamarin e veterano dell’open source – assumerà il ruolo di CEO di GitHub. L’attuale CEO dell’azienda, Chris Wanstrath, entrerà invece a far parte del team tecnico di Microsoft, riferendo al vicepresidente esecutivo ScottGuthrie, per lavorare su iniziative software strategiche. È stato proprio Wanstrath, durante l’annuncio dell’acquisizione, a commentare Sono estremamente orgoglioso di ciò che GitHub e la nostra comunità hanno realizzato nell’ultimo decennio, e non vedo l’ora di vedere cosa ci aspetta. Il futuro dello sviluppo software è brillante e sono entusiasta di unire le forze con Microsoft per contribuire a farlo diventare realtà”. Dopo l’annuncio da parte del colosso di Redmond dell’utilizzo di software Linux per dispositivi per l’IoT, l’acquisizione di GitHub sembra quindi rappresentare un nuovo passo avanti per Microsoft verso il mondo dell’open source.

GitHub: la piattaforma per l’open source da oltre 26 milioni di utenti

In queste ore durante le quali l’acquisizione di GitHub rappresenta una delle mosse più importanti del settore del digitale e delle nuove tecnologie, sono in molti quelli che si stanno chiedendo di cosa si occupa la compagnia. GitHub è nata appena 10 anni fa, nel febbraio 2008: ciò che propone, sin dagli albori, è una comunità aperta, all’interno della quale gli sviluppatori di tutto il mondo possono lavorare condividendo il proprio lavoro e migliorando quello altrui.

microsoft acquisisce github

Con sede legale a San Francisco, in California, GitHub rappresenta uno strumento fondamentale per i developer di tutto il mondo: sono infatti moltissime anche le aziende tecnologiche che utilizzano la piattaforma, tra queste anche Google, la stessa Microsoft ma anche la NASA o Facebook. Attualmente, le stime parlano di ben oltre 26006 milioni di utenti che utilizzano la piattaforma per developer.

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Collette online, Splitit è la startup che gestisce le raccolte fondi https://www.business.it/collette-online-splitit-startup-raccolte-fondi/ Wed, 23 May 2018 11:24:09 +0000 https://www.business.it/?p=25705 Quante volte ci siamo trovati a dover fare una colletta per comprare un regalo ad un amico o programmare un viaggio di gruppo? Gli imprevisti sono all’ordine del giorno, così come il mettere tutti d’accordo: c’è sempre chi vuole dare meno rispetto alla cifra fissata, chi è un ritardatario, chi non è soddisfatto del regalo proposto… Leggi tutto »Collette online, Splitit è la startup che gestisce le raccolte fondi

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Quante volte ci siamo trovati a dover fare una colletta per comprare un regalo ad un amico o programmare un viaggio di gruppo?

Gli imprevisti sono all’ordine del giorno, così come il mettere tutti d’accordo: c’è sempre chi vuole dare meno rispetto alla cifra fissata, chi è un ritardatario, chi non è soddisfatto del regalo proposto o vuole gestire diversamente la raccolta. Amministrare bene queste situazioni non è sempre facile, e diventa ancora più complicato se i partecipanti sono numerosi e la cifra più cospicua.

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fare-soldi-idee-folliColletta online

Carlo Graziano ha avuto l’idea perfetta: creare un raccoglitore digitale per ogni occasione, dalle nascite alle liste nozze, passando per compleanni, raccolte fondi, ticket e altro ancora. Così, nata da un’esigenza personale, ha creato la startup Splitit, al fine di creare collette online.

Il sistema di raccolta è sicuro, pratico e veloce. Inoltre risulta estremante divertente! Basta scegliere un titolo in corrispondenza all’evento da finanziare, inserendo poi anche una descrizione e un’immagine di copertina per personalizzare il progetto. L’evento è facilmente divulgative sia attraverso i social, sia attraverso le varie chat, in modo che tutte le persone coinvolte possano essere raggiunte e aggiornate in ogni momento. Le persone coinvolte potranno restare aggiornati condividendo foto, video, post e moltissimi contenuti divertenti.

Una volta terminata la raccolta, la somma complessiva viene versata sul conto corrente o sulla carta prepagata della persona che ha creato l’evento. Le commissioni equivalgono al 2,2%.

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economia italiana in ripresaLa Startup

Carlo Graziani ha avuto l’idea di far nascere Splitit mentre si trovava in Australia. Il Team della startup è composto da giovani sotto i 35 anni, che credevano così tanto nel progetto da essersi autofinanziati per avviare le fasi iniziali.

Nel 2017 Splitit ha vinto il bando per startup innovative di Invitalia Smart&Start, mentre nel 2016 è stata insignita del Primo premio al salone dei pagamenti 2016 per il miglior sito della categoria, battendo i 2 diretti competitor, arrivati rispettivamente secondi e terzi (Collettiamo e Growish).

I numeri in ascesa

Lo scorso anno la Startup ha raggiunto il numero di 6900 quote versate, 663 collette concluse e la cifra raggiunta di 25.000 utenti iscritti. 

Splitit sta ottenendo un successo sempre crescente, arrivando a registrare un incremento del 300% nei primi 2 mesi del 2018.

L’obiettivo è quello di superare il milione di euro transato.

Infine Splitit gestisce una piattaforma online dove condivide le collette più interessanti e originali sia sulla home page del sito, sia sui social. É possibile aggiornarsi anche tramite l’invio della newsletter ai contatti.

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StartUp Weekend L’Aquila, l’evento per lanciare la tua idea di business https://www.business.it/startup-weekend-laquila-levento-lanciare-la-tua-idea-business/ Wed, 23 May 2018 08:00:22 +0000 https://www.business.it/?p=25655 Dal 25 al 27 maggio 2018 presso il Dipartimento di Scienze Umane – Università degli Studi dell’Aquila si terrà StartUp Weekend L’Aquila, una 54 ore dedicata allo sviluppo delle idee di business più innovative. Nel corso del weekend si verrà sfidati a creare un prototipo del tuo MVP, o prodotto minimo vitale, che si adatti alle esigenze… Leggi tutto »StartUp Weekend L’Aquila, l’evento per lanciare la tua idea di business

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Dal 25 al 27 maggio 2018 presso il Dipartimento di Scienze Umane – Università degli Studi dell’Aquila si terrà StartUp Weekend L’Aquila, una 54 ore dedicata allo sviluppo delle idee di business più innovative. Nel corso del weekend si verrà sfidati a creare un prototipo del tuo MVP, o prodotto minimo vitale, che si adatti alle esigenze del tuo cliente target. Si avrà l’opportunità di ricevere feedback, iterate e probabilmente si potrebbe ruotare completamente il proprio approccio. Dettaglio molto importante per poter partecipare a questo evento: non si può aver lavorato in precedenza alla propria idea. Techstars Startup Weekend è un’esperienza lunga tutto il fine settimana. Il tuo biglietto include: 7 pasti completi (e deliziosi) nel corso del fine settimana; vantaggi e sconti dai partner globali; tempo individuale con fantastici mentori; una nuova rete di sviluppatori, designer e imprenditori desiderosi di cambiare il mondo; tutto l’internet e il caffè che si può consumare. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quale sarà il programma dello StarUp Weekend L’Aquila.

startup-weekeend-aquilaProgramma dell’evento

Venerdì 25 maggio

5:30 pm
Registrazione
Arrivo presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila e Check-in.

6:00 pm
Aperitivo & Networking
Ci facciamo un aperitivo e intanto condividiamo le nostre idee e conosciamo i partecipanti.

6:20 pm
Diamoci il Benvenuto
Conosciamoci: Spiegazione dell’agenda dei tre giorni e introduzione dei coach, degli speaker e di tutto lo staff di Startup weekend L’Aquila.
6:30 pm
Presentiamo le nostre idee
A questo punto i partecipanti che vorranno potranno esprimere la loro idea di startup al pubblico
7:00 pm
Votiamo le migliori idee
Ora dobbiamo scegliere quali idee portare avanti in questi tre giorni insieme
7:15 pm
Formazione delle squadre
Ogni idea premiata dovrà formare la proprio squadra con la quale lavorare durante tutto il weekend
9:30 pm
Inizio Lavori
Formalizzazione dei team e catalogazione delle skills. In questa fase è importante essere onesti riguardo alle risorse e capacità richieste. Possibilità di lavorare fino alla chiusura della sede

Sabato 26 maggio

9:00 am
Inizio dei lavori
Abbiamo l’idea e il team, ora dobbiamo solo metterci a lavoro
11:00 am
Intervento
1:30 pm
Pranzo
2:00 pm
Meeting coi Coach
Proseguono le sessioni di mentorship. I team possono confrontarsi con i coach per avere feedback e aggiornarli sullo stato dei lavori
7:30 pm
Check-In
Check-In, report sullo stato delle attività, richieste di aiuto
8:30 pm
Cena
10:00 pm
Wrap-Up
Conclusione della giornata lavorativa. Possibilità di lavorare fino alla chiusura della sede

Domenica 27 maggio

9:00 am
Colazione
Arrivo, colazione semplice e caffè.
10:00 am
Check-In
Ultima possibilità di chiedere consiglio ai coach.
1:00 pm
Pranzo
3:00 pm
Preparazione per la presentazione
Le ultime ore di lavoro dovrebbero concentrarsi sul perfezionamento della presentazione, verrà effettuato un controllo tecnico per la presentazione.
3:30 pm
Incontro con i Coaches
Arrivano i Coaches! FATE DOMANDE
4:00 pm
Cena
5:00 pm
Presentazione Finale
7:30 pm
Scelta dei Vincitori e Premiazione
8:30 pm
Wrap-Up
9:00 pm
Si torna a casa!

Gli speaker dell’evento

Durante la tre giorni di StartUp Weekend L’Aquila interverranno speaker di grande spessore che daranno il loro contributo portando la loro diretta esperienza. Il panel dell’evento prevede la partecipazione di Luciano Fratocchi (Professore associato di Ingegneria economico gestionale), Francesco Lenoci (Professore), Alido Venturi  (Imprenditore – Entrepreneur), Fabio Graziosi (Professore Associato in Ingegneria Elettronica), Ettore Tramontelli (Dottore Commercialista e revisore legale), Goffredo Palmerini (Scrittore). Tra i mentor e i coach invece, ci saranno Fausto Preste (Startupper), Davide Ardovino (Engineer), Tullio Gabriele (Imprenditore), Cesidio Borrelli
(Imprenditore), Guido Cantalini (Imprenditore), Florindo Di Giulio (Entrepreneur), Daniele Marini (Tecnico disegnatore), Alessia Di Gianfrancesco (Laureata in Storia dell’Arte contemporanea e specializzata in Progettazione di eventi Culturali), Federico Battaglia (Laureato in Giurisprudenza).
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Business cluster: perché l’unione fa la forza https://www.business.it/business-cluster-perche-lunione-forza/ Tue, 22 May 2018 08:23:12 +0000 https://www.business.it/?p=25586 Migliorare la propria credibilità e fiducia è l’obbiettivo principale di molti imprenditori. Oggi più che mai è necessario accedere a conoscenze specializzate, condividere investimenti per ridurre i rischi e cercare sinergie commerciali e produttive per limitare i costi. Una soluzione a queste esigenze viene dai business cluster. La parola “cluster” (che in inglese vuol dire grappolo)… Leggi tutto »Business cluster: perché l’unione fa la forza

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Migliorare la propria credibilità e fiducia è l’obbiettivo principale di molti imprenditori. Oggi più che mai è necessario accedere a conoscenze specializzate, condividere investimenti per ridurre i rischi e cercare sinergie commerciali e produttive per limitare i costi. Una soluzione a queste esigenze viene dai business cluster.

La parola “cluster” (che in inglese vuol dire grappolo) identifica le concentrazioni geografiche di aziende e istituzioni che operano in certi settori in maniera interdipendente. Nonostante i mercati siano più aperti di un tempo e le comunicazioni più facili e veloci, il luogo dove si opera conta ancora molto. È interessante a questo proposito citare lo stilista Ottavio Missoni che in una recente intervista ha dichiarato come la sua mossa migliore nel campo degli affari sia stata portare molti anni fa la sua impresa a Varese, dove c’erano le competenze per farla decollare.

Cosa sono i cluster

I cluster sono gruppi di imprese specializzate – spesso pmi – e altri attori che collaborano insieme in una particolare località. Lavorando insieme, le compagnie possono essere più innovative, creare più posti di lavoro. La mappa economica del mondo di oggi è caratterizzata da cluster. Un cluster è una concentrazione geografica di aziende, organizzazioni e istituzioni collegate in un particolare settore che possono essere presenti in una regione, stato o nazione. I cluster nascono perché aumentano la produttività di un’azienda, influenzata dalle risorse locali e dalla presenza di aziende, istituzioni e infrastrutture simili che la circondano. I cluster possono migliorare la competitività nell’economia di oggi sempre più complessa.

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Quali sono le tipologie distrettuali dei cluster

Le tipologie distrettuali sono molte. In Italia ad esempio vanno dal distretto della liuteria di Cremona a quello agroalimentare di Parma, dalla seta a Como ai divani di Matera. Alcuni distretti vanno bene magari grazie alle capacità di un certo numero di famiglie imprenditoriali, mentre altri rischiano di soccombere alla concorrenza internazionale. Alcuni stanno aprendosi all’innovazione e all’internazionalizzazione e altri si focalizzano sulla tradizione o sul marchio d’origine sperando di frenare così l’avanzata dei concorrenti.

Questo modello economico non è rilevante solo per le industrie del mobile o della moda, ma si ritrova nei poli di alta tecnologia come ad esempio la Silicon Valley in California, il Cambridge Technology Park in Inghilterra e l’area delle micro-nanotecnologie di Grenoble in Francia. Settori avanzati come le biotecnologie, l’aerospaziale e le nanotecnologie sono fortemente dipendenti dagli sviluppi della scienza e della tecnologia. Pertanto questi tipi di cluster nascono intorno ai grandi poli dell’università e della ricerca. Essi sono spesso il risultato di una concertazione o perlomeno di attività sinergiche tra le istituzioni pubbliche, quelle accademiche e il mondo delle imprese.

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Il vantaggio del cluster

Unendo le forze, le imprese sono in grado di trarre vantaggio da cose come il pool di competenze e i lavoratori qualificati del vicinato; il suo facile accesso ai fornitori di componenti e i suoi canali di informazione. I moderni cluster high-tech spesso si riuniscono intorno a prestigiose università le cui ricerche possono essere portate avanti. La Silicon Valley è vicino all’Università di Stanford, ad esempio, e cluster tecnologicamente simili sono riuniti intorno al MIT vicino a Boston negli Stati Uniti e all’Università di Cambridge in Gran Bretagna. I cluster tecnologici si caratterizzano per la vivacità non solo delle idee, ma anche delle iniziative; infatti il loro sviluppo economico si fonda sulla nascita di numerose start-up che perseguono business innovativi. Una gran parte non riesce a crescere come sperato, ma quelle che ce la fanno diventano le grandi imprese di domani.

Il grande vantaggio dei cluster è che ognuno di essi costituisce un eco-sistema dove si trovano competenze e risorse quali personale, scuole e fornitori specializzati. Inoltre i rapporti di collaborazione sono facilitati dalla consuetudine e dalla fiducia reciproca che vengono dalla vicinanza geografica, i contatti personali e la condivisione di una cultura. Questo insieme di fattori crea opportunità non solo per brillanti inventori, ma per tutti coloro che abbiano qualche prodotto o servizio da offrire alle organizzazioni presenti nel cluster. È dimostrato che le aziende che operano nelle aree distrettuali crescono mediamente più delle altre, e che chi ci lavora guadagna di più. 

Non meraviglia che molte aziende si spostino verso i cluster più attivi. Ciò non limita la libertà d’impresa, poiché nei distretti le aziende sono sottoposte a competizione, cioè coesistono meccanismi competitivi e (stabilmente o episodicamente) collaborativi. I cluster di imprese innovative rappresentano un’opportunità per tutti: per le amministrazioni locali, che possono guidare strategicamente lo sviluppo locale verso il rinnovamento delle produzioni tradizionali, per le università e i laboratori, che possono dare un’applicazione concreta all’impegno dei loro ricercatori e per le imprese che nei cluster trovano competenze, risorse e sinergie per innovare ed espandersi nei mercati nazionali e internazionali. In tempi di recessione diventa imperativo “fare sistema”. L’esperienza secolare dei distretti ci indica una via che oggi va percorsa con un approccio sistemico. Le aziende italiane, operando nei cluster, potranno affrontare l’economia globale sfruttando al meglio i vantaggi competitivi che dipendono da fattori locali come la conoscenza, le relazioni e la motivazione.

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Startup, come rendere vincente la tua idea imprenditoriale https://www.business.it/startup-come-rendere-vincente-la-tua-idea-imprenditoriale/ Thu, 17 May 2018 05:58:15 +0000 https://www.business.it/?p=25260 Sono molte le persone che coltivano l’idea di avviare un’attività in proprio. Diventare uno startup, far nascere un’idea innovativa che possa portare una ventata di freschezza sul mercato sono particolari che affascinano molte persone. Non sempre è facile scrollarsi di dosso le paure e fare il grande passo ma chi ha il coraggio di lanciarsi… Leggi tutto »Startup, come rendere vincente la tua idea imprenditoriale

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Sono molte le persone che coltivano l’idea di avviare un’attività in proprio. Diventare uno startup, far nascere un’idea innovativa che possa portare una ventata di freschezza sul mercato sono particolari che affascinano molte persone. Non sempre è facile scrollarsi di dosso le paure e fare il grande passo ma chi ha il coraggio di lanciarsi in questo mondo imprenditoriale spesso può togliersi diverse soddisfazioni e da new entry può trasformare la propria attività in una realtà affermata con il passare degli anni. Il processo necessità di un lavoro quotidiano duro e di una pianificazione ben precisa che possa consentire alla nostra startup di lansciarsi, sopravvivere e poi mutare abbandonando quello stadio primordiale per diventare una realtà imprenditoriale articolata e completa, in grado di camminare con le proprie gambe. In Italia la regolamentazione e gli incentivi per la nascita e la crescita delle startup sono nati e si sono incrementati negli ultimi anni ma nonostante ciò esistono diversi modi per fare un sí che chi prova a fare un grande passo possa essere in qualche modo aiutato e tutelato. Certo, non si può negare che ci sono molti esempi di fallimento ma questo non deve trarre in inganno: chi ha una buona idea ma sopratutto una strategia ben chiara, articolata e costruita in modo corretto in ogni sua parte non deve temere di creare una propria startup.

Cominciare a pianificare la propria strategia passo a passo

Un’idea innovativa e migliore delle altre non ha per forza tutte le carte in regola per essere un’idea imprenditoriale perfetta. Esistono migliaia di startup interessanti e potenzialmente di successo ma non tutte vengono costruite nel modo giusto e finiscono per “scoppiare” prima ancora di aver raggiunto gli obiettivi prefissati. La pianificazione imprenditoriale è essenziale per garantire la sopravvivenza della propria startup. Fondamentale dunque è costruire un business plan completo che analizzi sotto ogni aspetto la fattibilità e gli step da seguire per creare e far affermare la nostra startup. Bisogna sempre tenere conto dei capitali necessari per il lancio e la sopravvivenza, facendo attenzione ai rischi a cui si va incontro. A proposito del reperimento di fondi per far sì che la nostra startup funzioni, esistono diversi modi per ottenere finanziamenti che permettano alla nostra idea imprenditoriale di svilupparsi. Dai capitali familiari, ai business angel, passando per i numerosi bandi messi a disposizione da enti, oltre ai finanziamenti che molte banche hanno pensato negli ultimi anni per favorire giovani imprenditori e startupper. Infine, una possibilità sempre più popolare è quella offerta dagli incubatori, veri e propri luoghi di sviluppo per le startup che offrono spazi agli innovatori per lavorare alla propria idea.

startup-idee-consigliAttrarre i capitali nel modo giusto

Quando si costruisce un business plan per una startup, è bene tenere conto anche di come delineare una strategia di marketing efficace che possa aiutarci sia prima che dopo il lancio della nostra startup. Delineare un approccio che possa valorizzare e far notare agli altri la nostra idea può essere essenziale anche per ottenere finanziamenti e capitali.
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Start-up: 4 motivi per cui avviarla in Italia può essere un incubo https://www.business.it/start-up-4-motivi-per-cui-avviarla-in-italia-puo-essere-un-incubo/ Wed, 16 May 2018 07:00:47 +0000 https://www.business.it/?p=25149 Quando si parla di Start-up è bene sapere che ci sono ben 4 motivi per cui avviarle in Italia può essere un incubo. Non si può nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi ed evitare di guardare in faccia alle problematiche che si dovranno affrontare lanciando il proprio business. E’ meglio, invece, compiere… Leggi tutto »Start-up: 4 motivi per cui avviarla in Italia può essere un incubo

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Quando si parla di Start-up è bene sapere che ci sono ben 4 motivi per cui avviarle in Italia può essere un incubo.
Non si può nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi ed evitare di guardare in faccia alle problematiche che si dovranno affrontare lanciando il proprio business. E’ meglio, invece, compiere una accurata analisi di scenario, cercare di comprendere cosa potrebbe remare contro la propria idea imprenditoriale e trovare vantaggiose soluzioni per dare il via alla propria scalata verso il grande successo.
E’ quindi importante fare i conti con il fatto che in Italia, rispetto ad altri Paesi, per avviare una Start-up ci si debba scontrare con: la burocrazia e con altri tre fattori molto importanti. E’ però proprio legato al discorso riguardante la burocrazia e l’impossibilità di ricevere i giusti finanziamenti che gli esperti parlano anche di un sentimento crescente di sfiducia e disfattismo e di un senso di impotenza. Gli imprenditori sentono di aver le mani legate contro i lunghi tempi d’attesa per ottenere i permessi necessari e soprattutto la corruzione.

startupItalia-situazioneStart-up: 4 motivi che spingono a rinunciare

Sono 4 i motivi che remano contro gli imprenditori spingendoli a rinunciare a creare una nuova Start-up. Quali?
In primis la colpa è da attribuire alla burocrazia. Ci sono tanti, troppi documenti da compilare. Come se non bastasse ad essi si aggiungono i diversi uffici in cui recarsi per richiedere i permessi necessari. I temi d’attesa si prolungano a dismisura e portano chiunque tenti a perdere fiducia e a mettere in dubbio la possibilità di arrivare a raggiungere il proprio obiettivo. Ciliegina sulla torta? La difficoltà di chiedere e ricevere finanziamenti per avviare la propria impresa e tramutare in realtà la propria idea imprenditoriale. Se ci si organizza nel migliore dei modi non è impossibile superare queste difficoltà. Studiando un piano d’attacco ben preciso che preveda una lista dei documenti da presentare e dei permessi da richiedere con le varie tempistiche e modalità si può cercare di risparmiare tempo e denaro mettendo in campo una strategia ad hoc. Ci sono, infatti, nuovi strumenti tecnologici che hanno aiutato a snellire la burocrazia e ad accorciarne i tempi.
Secondo problema? La mancanza di un incubatore nazionale. In Italia non esiste un posto come la Silicon Valley. Il PoliHub Polytech, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano con il sostegno del Comune di Milano, e Luiss Enlabs, un acceleratore certificato dal governo con sede a Roma, non riesco ancora a dare, secondo alcuni studiosi, la spinta necessaria al mondo delle Start-up affinché queste crescano e si moltiplichino.
Terzo problema? Come evidenziato nel rapporto ISTAT del dicembre 2017: “il quadro informativo integrato sull’uso delle tecnologie TIC da parte dei cittadini e delle imprese mostra un uso sempre più diffuso e avanzato di queste tecnologie nelle attività economiche e nella vita quotidiana“. Peccato però che permanga: “un divario significativo rispetto agli altri paesi dell’UE, in particolare per l’uso dell’e-commerce come canale per l’acquisto e la vendita di beni e servizi“. Gli italiani guardano con un occhio scettico l’e-commerce e questa sfiducia rivolta alle più moderne tecnologie e ai cambiamenti del mercato li porta a rimanere un passo indietro rispetto agli europei.
Ultimo motivo? Poca flessibilità della forza lavoro. Chi lavora nelle Start-up deve essere pronto a cambiare tutto da un momento all’altro, abbandonare un posto e reinventarsi completamente.

Start-up: come superare la sfiducia

Un buon imprenditore deve rischiare: una volta presi in considerazioni i problemi e i punti critici di avviare una Start-up, deve studiare tutte le soluzioni da mettere in campo per cercare comunque di realizzare il suo progetto.
Esistono già numerose Start-up ed alcune hanno avuto già parecchio successo. Perché non tentare?
Studiando con attenzione un buon piano d’attacco si può raggiungere davvero il proprio obiettivo.
Leggi anche –> Start-up: le domande da porsi prima di avviare un business

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StartUp Day Bologna, l'evento dedicato all'imprenditorialità giovanile https://www.business.it/startup-day-bologna-levento-dedicato-allimprenditorialita-giovanile/ Tue, 15 May 2018 12:00:20 +0000 https://www.business.it/?p=25136 Sabato 19 maggio 2018 presso la prestigiosa cornice di Palazzo Re Enzo, nel cuore del centro storico di Bologna, andrà in scena StartUp Day, l’evento annuale organizzato dall’Università di Bologna per favorire l’incontro delle competenze e lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile. Tra gli obiettivi di questa iniziativa, che giunge nel 2018 alla sua quarta edizione c’è… Leggi tutto »StartUp Day Bologna, l'evento dedicato all'imprenditorialità giovanile

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Sabato 19 maggio 2018 presso la prestigiosa cornice di Palazzo Re Enzo, nel cuore del centro storico di Bologna, andrà in scena StartUp Day, l’evento annuale organizzato dall’Università di Bologna per favorire l’incontro delle competenze e lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile. Tra gli obiettivi di questa iniziativa, che giunge nel 2018 alla sua quarta edizione c’è la volontà di essere un riferimento per gli studenti dell’Alma Mater, perché fa incontrare in modo efficace chi ha un’idea da sviluppare (startupper) e chi vuole mettere in pratica le competenze acquisite (player) ma non solo visto che tra gli obiettivi ci sono anche favorire l’intraprendenza di studenti e neolaureati credendo nei loro progetti, diffondere la cultura dell’imprenditorialità e permettere alle realtà che operano a favore dell’imprenditorialità (supporter) di conoscere direttamente gli studenti e i loro progetti. Andiamo ora a scoprire nel dettaglio come si articolerà la giornata di sabato 19 maggio.

offerte di lavoro nelle startupLe 30 idee che verranno presentate

Le idee presentate quest’anno sono state ben 392 (+118% sul 2017). Dopo due turni di selezione, sono state selezionate 30 idee che avranno un tavolo di team meeting il 19 maggio a StartUp Day. A questo scopo sono state individuate 5 aree di interesse: Health e Biotech, Digital e Gaming, Platforms e Services, Green e Safety, Social e Education. Di seguito il programma dell’edizione 2018 di StartUp Day.

startup fallite IIIProgramma dell’edizione 2018

10.00 | APERTURA AL PUBBLICO 

10.30 | INAUGURAZIONE (SALA RE ENZO)

Francesco Ubertini, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna

Rosa Grimaldi, Delegata all’Imprenditorialità dell’Università di Bologna | Presentazione del nuovo progetto dell’Università di Bologna ‘StudENT for Africa’

Stefano Onofri e Alessandro Cillario, ideatori del format StartUp Day

11.45 | PRIMO TURNO DI TEAM MEETING (SALONE DEL PODESTÀ)
11.45 – 12.15 Prima sessione di Team Meeting
12.30 – 13.00 Seconda sessione di Team Meeting
13.00 – 14.30 | PAUSA PRANZO
13.30 | Networking Lunch (Sala degli Atti) – Evento riservato
ORE 14.30 | SECONDO TURNO DI TEAM MEETING (SALONE DEL PODESTÀ)

14.30 – 15.00 Prima sessione di Team Meeting

15.15 – 15.45 Seconda sessione di Team Meeting
ORE 15.50 – 16.30 | PRESENTAZIONE COOPSTARTUP BOLOGNA (SALA RE ENZO)
Presentazione del nuovo bando che offre formazione, assistenza e 45.000 euro a fondo perduto per la creazione di startup cooperative. Intervengono:
Simone Gamberini – Direttore Generale Legacoop Bologna
Alfredo Morabito – Direttore Promozione Attiva – Coopfond
Rosa Grimaldi – Delegata all’Imprenditorialità dell’Università di Bologna
Rita Ghedini – Presidente Legacoop Bologna
ORE 16.40 | TERZO TURNO DI TEAM MEETING (SALONE DEL PODESTÀ)
16.40 – 17.10 Prima sessione di Team Meeting
17.25– 17.55 Seconda sessione di Team Meeting
ORE 18.00 | CONCLUSIONI E PREMIAZIONE UNICORN CHALLENGE (SALA RE ENZO)
ORE 18.15 | EVENTO CONCLUSIVO – “LA STORIA DI GOOGLE” (SALA RE ENZO)
Lo spettacolo teatrale che racconta come Larry Page e Sergej Brin, giovani studenti di Stanford, hanno creato l’azienda più redditizia al mondo.
WORKSHOP E PRESENTAZIONI
12.00-13.30 | ALMACUBE INVESTOR TIME (SALA QUADRANTE) – EVENTO RISERVATO
L’Investor Time è l’ultima tappa del nuovo percorso di incubazione annuale seguito dalle startup di AlmaCube e cominciato con lo StartUp Day 2017. L’evento è riservato a acceleratori, investitori e professionisti del settore interessati a monitorare il deal flow delle startup italiane.
ORE 14.30–15.15 | STARTCUP ER WORKSHOP & SCOUTING TOUR (SALA QUADRANTE)
Presentazione della StartCup Emilia Romagna, competition regionale per progetti di impresa, che mette in palio più di 15.000€ di premi.
16.45–17.30 | STARTUP OVERVIEW (SALA QUADRANTE)
Tre presentazioni per conoscere il mondo startup:
“Equity Crowdfunding, ovvero come vivere (più o meno) felici con 117 soci” di Michele Franzese – Founder Heroes Meet in Maratea

“Come ragiona un Venture Capital?” di Giulio Montoli – Head of the Acceleration Program LVenture Group

“Costituire una startup Innovativa” a cura di Iubenda srl
16.45-17.45 | BETA CLUB (SALA RE ENZO)
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Leggi anche: Crescita professionale, come migliorare le tue capacità di problem solving

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Ritorno in patria: 10 aziende che tornano in Italia https://www.business.it/ritorno-patria-10-aziende-tornano-italia/ Tue, 15 May 2018 08:47:21 +0000 https://www.business.it/?p=25141 La forza del marchio “made in Italy” diventa determinante quando si tratta di qualità e garanzia, non soltanto nel nostro paese, ma anche nei mercati internazionali. Il nostro paese diventa sempre più appetibile per le aziende che decidono di rimpatriare dopo aver sperimentato la produzione all’estero e che a causa dell’aumento dei trasporti e della… Leggi tutto »Ritorno in patria: 10 aziende che tornano in Italia

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La forza del marchio “made in Italy” diventa determinante quando si tratta di qualità e garanzia, non soltanto nel nostro paese, ma anche nei mercati internazionali. Il nostro paese diventa sempre più appetibile per le aziende che decidono di rimpatriare dopo aver sperimentato la produzione all’estero e che a causa dell’aumento dei trasporti e della manodopera estera si trovano costretti ad abbandonare quelli che fino a poco tempo fa erano considerati come “paradisi” (Cina, Corea, Romania, Repubblica Ceca).

Se l’ultimo ventennio è stato caratterizzato da una delocalizzazione selvaggia in cui un numero sconfinato di aziende italiane ha scelto di delocalizzare le proprie produzioni oltre confine, il periodo più recente fa registrare un’interessante inversione di tendenza per cui alcune aziende italiane scelgono di fare la strada al contrario e reinsediare tutta la produzione, o solo alcune parti, nel nostro Paese. Ma perché le aziende tornano a produrre in Italia?

Il ritorno in patria

Da Furla ad Artsana, da Tonno Asdomar a Beghelli: sono alcune della aziende che hanno deciso di rilocalizzare nel nostro Paese. Per vari motivi: aumento del costo dei trasporti e della manodopera estera, ma anche forza del marchio made in Italy, sempre più sinonimo di qualità e di garanzia. Tornare a casa. Una scelta fuori dal comune se a farla è un’azienda europea.  Ma mentre alcune aziende scelgono di spostare la propria produzione all’estero per abbassare i costi, altre decidono di tornare nei luoghi dove tutto era iniziato.Così come se n’erano andate per sfruttare un vantaggio, così ora che quel vantaggio non c’è più, ora che sono cambiati i fattori determinanti per la competizione sui mercati, imboccano la strada inversa.

Buono per il Paese, buono per l’industria nazionale, che vede invertirsi la tendenza alla delocalizzazione e rimpatriare decine di aziende che negli anni 90 o nei primi Duemila erano emigrate nel Far East o nell’Est Europa. Bene per l’occupazione, perché almeno una parte dei posti di lavoro perduti quando gli stabilimenti si spostavano oltre confine stanno gradualmente tornando in Italia. Il processo di reshoring, cioè il totale o più spesso parziale ritorno in Patria di produzioni che negli anni passati erano state esternalizzate, è cominciato da qualche anno.

Diversi i motivi che hanno determinato questa pur minima inversione di tendenza. I principali sono: l’approvazione in sede europea dell’articolo 7 del regolamento comunitario sulla sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori, che introdurrebbe l’obbligo d’indicare l’origine per tutte le merci commercializzate in Unione europea, non soltanto per il food. In molti luoghi lontani dall’Italia i costi della logistica tendono ad aumentare; La differenza nel costo del lavoro non è più abissale come prima, e la qualità della manifattura è inferiore rispetto a certe eccellenze del nostro Paese.

Il made in Italy, inteso come produzione italiana al 100%, è sempre più richiesto dal mercato. Spesso la distanza tra sedi produttive all’estero e centri di ricerca e sviluppo in Italia non permette di rispondere immediatamente alle variazioni del mercato. Alla luce di queste problematiche si capisce perché l’idea di rilocalizzare diventi progressivamente più allettante, anche al netto di tutti gli ostacoli (fiscali, burocratici e di sistema) che rendono difficoltoso il fare impresa nel Belpaese.

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ritorno-italia-aziendeQuali sono le aziende che tornano in Italia?

Nomi di rango del settore alimentare come il Tonno Asdomar. La società produttrice di tonno in scatola, ha trasferito tutta la produzione a Olbia, in Sardegna, nell’ex stabilimento del Tonno Palmera. Nel 2008, ha acquisito impianti e macchinari di Palmera, chiusa per cessata attività, ha assunto parte del personale in cassa integrazione, ha investito 25 milioni di euro per costruire un nuovo stabilimento accanto a quello rilevato. In Portogallo è rimasta la produzione di sgombri, salmone ed altre specialità ittiche.

Argo Tractors. Uno dei leader europei di macchine agricole, con un fatturato di 500 milioni di euro, ha deciso di concentrare tutte le lavorazioni a Fabbrico, Reggio Emilia, con un aumento dei dipendenti da 1600 a 1650.

GPP (Global Garden Products). L’azienda che produce tosaerba, di Castelfranco Veneto (Treviso), con un fatturato di 450 milioni di euro. Negli ultimi due anni, c’è stata la marcia indietro, concentrando ricerca e progettazione in Italia. A seguito di ristrutturazione aziendali, sono state assunte una trentina di persone, tra ingegneri, tecnici ed esperti di marketing.

Felm. L’azienda della famiglia Colombo, produttrice di motori elettrici, con un fatturato di circa 20 milioni di euro, ha sede a Inveruno (Milano). È stata tra le prime a decidere di tornare in Italia e concentrarsi sulla qualità made in Italy. “Abbiamo riportato in Italia la produzione di macchine speciali – spiega all’Espresso Alessandro Alberti, capo della produzione – che sono difficili da far fare all’estero. Gestire tutto dai nostri uffici, con un controllo di qualità interno ci permette di essere puntuali con i nostri clienti, di non avere tempi di attesa legati ai trasporti”.

Seventy. L’azienda di moda fondata nel 1974 da Sergio Tegon, che ancora oggi è al timone insieme con i suoi tre figli, ha concentrato gran parte della produzione di abbigliamento vicino Venezia.

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GTA Moda. Da oltre 50 anni produttrice di pantaloni classici e sportivi, l’azienda è stata acquisita dalla leadership collettiva di Venetwork, il cui socio di maggioranza è Alberto Baban. “Il made in Italy è globalmente riconosciuto proprio per la grande capacità manifatturiera – ha detto in un’intervista Baban – noi ci concentreremo sul prodotto, la sua artigianalità e lanceremo un progetto eticamente valido”.

Artsana. È l’azienda che sta dietro molti prodotti per bambini e non, come gli accessori Chicco, l’abbigliamento Prénatal, le siringhe Pic, i preservativi Control e i deodoranti Lycia, fondata nel 1946 dal Cavaliere del lavoro, Pietro Catelli. Per l’amministratore delegato, Claudio De Conto, la ricetta per superare la crisi è intensificare la produzione italiana e puntare su ricerca e qualità.

Beghelli. Società con 32 anni di esperienza nel campo dell’illuminazione di emergenza, a risparmio energetico e in quello dei sistemi elettronici per la sicurezza domestica e industriale, ha concentrato a Bologna la sua produzione. «La nostra è un’azienda italiana, io sono italiano e sono orgoglioso di esserlo — spiega il fondatore della società Gian Pietro Beghelli al Corriere di Bologna —. Faremo tutto il possibile e anche l’impossibile per aiutare i dipendenti che in questi anni ci hanno consentito di crescere”.

Furla. Il marchio di pelletteria made in Bologna è stato fondato nel lontano 1927 da Aldo e Margherita Furlanetto. Rispetto al 2011, l’amministratore delegato, Eraldo Poletto, ha dichiarato di produrre 300 mila borse in più in Italia. «L’Italia non è mai sparita – aggiunge – parlare di reshoring oggi è forse un fatto di modernità».

Borile Moto, azienda produttrice di motociclette che ha spostato il suo quartier generale soltanto da una regione all’altra, ovvero da Padova a Cinisello Balsamo (Milano). “Le moto di questa azienda sono uniche, tutte di altissima qualità – spiega Alberto Bassi, amministratore delegato della Umberto Borile & Co. – e la decisione di spostare la produzione a Cinisello finalmente ci darà quella spinta produttiva che restando a Padova non avremmo avuto per ragioni logistiche: dobbiamo essere vicini a Milano per esportare con più facilità”. 

I Paesi destinati ad attrarre i più consistenti flussi di rilocalizzazione produttiva saranno quelli capaci di offrire i maggiori vantaggi sotto il profilo delle competenze, della vicinanza ai centri di ricerca, ai servizi, alla consulenza tecnica. Se un’azienda ha in programma un investimento per la costruzione di un nuovo stabilimento, conviene metterlo là dove esiste un polo di eccellenza sulle tecnologie 4.0. Il fenomeno del reshoring: è una tendenza che nell’ultimo triennio si è consolidata in tutta Europa e a guidarlo, con il maggior numero di imprese che hanno “rilocalizzato” in patria, sono l’Italia e la Gran Bretagna.

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Marketing: quando "spingere" e quando "tirare" https://www.business.it/marketing-quando-spingere-quando-tirare/ Sat, 12 May 2018 09:41:45 +0000 https://www.business.it/?p=25008 Molti imprenditori si chiedono quale sia l‘approccio di marketing migliore per una particolare situazione. Quando, insomma, devi spingere e quando invece devi “tirare i remi in barca” e capitalizzare i tuoi investimenti di marketing (la spinta). L’approccio old-school del marketing “push” funziona bene nelle prime fasi di un business, in cui devi far conoscere il tuo nome a molti clienti… Leggi tutto »Marketing: quando "spingere" e quando "tirare"

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Molti imprenditori si chiedono quale sia l‘approccio di marketing migliore per una particolare situazione. Quando, insomma, devi spingere e quando invece devi “tirare i remi in barca” e capitalizzare i tuoi investimenti di marketing (la spinta). L’approccio old-school del marketing “push” funziona bene nelle prime fasi di un business, in cui devi far conoscere il tuo nome a molti clienti e stabilire il tuo posto nel mercato. Il marketing “pull” si utilizza invece durante tutta la vita durata di un’impresa, diventando sempre più produttivo dal momento in cui sei in grado di sfruttare il tuo marchio e il passaparola positivo per attirare più affari.

Il segreto è mescolarli

Per trovare il giusto mix, occorre considerare bene le ragioni per utilizzare sia il marketing “push” che quello “pull”, l’impatto che ogni approccio può avere e le capacità che ho o desidero avere per eseguire una determinata campagna di marketing. Secondo i teorici del “Five to Thrive”, il marketing mix ideale deve agire così:

  • Stimola l’interesse degli altri;
  • Promuove la transizione questo interesse;
  • Condivide una visione;
  • Sviluppa quella visione;
  • Fa prosperare l’impresa.

Nell’esperienza di molti imprenditori in particolare oltreoceano, questa combinazione è il modo migliore per “spingere” il tuo prodotto, servizio o te stesso. Puoi stimolare l’interesse in vari modi, ma più comunemente deriva dall’interessarti dei desideri e dei bisogni degli altri.

Quando spingere

L’unica volta in cui devi spingere è quando fai una domanda specifica: “Posso aiutarti con questo progetto?” oppure “Puoi presentarmi a quella persona?”. Molti uomini d’affari evitano questo tipo di marketing in prima persona, preferendo “spingere” il proprio prodotto o servizio utilizzando pubblicità di terze parti su punti vendita come TV, giornali, radio e segnaletica tradizionale. Naturalmente, è necessario un discreto investimento per partecipare alla maggior parte dei tipi di marketing push. Altre opzioni per il marketing push includono annunci promozionali, invio di email promozionali e annunci mirati o a pagamento sui social media. La SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) è ancora un altro percorso. Lavorare con endorser e influencer è un’altra opzione, che è diventata molto più valida che mai. Tuttavia, indipendentemente dal metodo scelto, è necessario combinare tutti i messaggi push con un messaggio generico. Per esempio:

  • “Come posso essere di servizio?”
  • “Come posso fornirti un valore?”
  • “Come puoi aiutarmi?”

Queste tre domande sono l’essenza del marketing di un’azienda (o di una persona), e se le esprimi in modo efficace, sarai in grado di gestire e sviluppare una visione, e poi prosperare. Fiorire creerà un effetto “pull”, spostandoti da un approccio offensivo al lato difensivo del marketing.

Quando tirare

Non è sempre necessario essere offensivi; hai la possibilità di utilizzare la metodologia “chiedi e attira” per avviare nuovi affari.
Puoi scegliere di “tirare sul mercato” te stesso, il tuo prodotto, il tuo servizio o anche la tua rete di relazioni. Mostra il valore delle risorse che hai fornendo case studies.
Se fai domande del genere “Come posso essere utile?” Questo ti porterà relazioni che ti permetteranno di fornire valore. La chiave è sapere dove inviare i lead quando li “trascini”. Disponi “bucket”, separando i tuoi lead in categorie per ogni business unit da utilizzare e trarrai così il maggior vantaggio possibile dal marketing “pull”.
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Mondo startup, crescono le nuove imprese nate nelle Università italiane https://www.business.it/mondo-startup-crescono-le-nuove-imprese-nate-nelle-universita-italiane/ Fri, 11 May 2018 11:32:06 +0000 https://www.business.it/?p=24964 La grave crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni sembra contare i suoi ultimi danni. Grazie alla capacità e allo spirito di iniziative di aziende spesso giovani, quelle che puntano su innovazione e tecnologia definite startup, il nostro paese sta facendo passi in avanti seppur in maniera lenta. A fare un quadro della situazione… Leggi tutto »Mondo startup, crescono le nuove imprese nate nelle Università italiane

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La grave crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni sembra contare i suoi ultimi danni. Grazie alla capacità e allo spirito di iniziative di aziende spesso giovani, quelle che puntano su innovazione e tecnologia definite startup, il nostro paese sta facendo passi in avanti seppur in maniera lenta.

A fare un quadro della situazione ci ha pensato Netval, l’associazione che comprende 58 università italiane e 7 enti pubblici di ricerca non universitari, occupandosi di valorizzare la ricerca nei confronti del sistema economico e imprenditoriale. L’ultimo report delinea una situazione molto promettente: il numero delle piccole imprese incubate dalle università cresce sempre di più. Finora è arrivato ad un numero pari a 1.384, dove una percentuale dell’86% continua lo sviluppo negli 8 anni successivi.

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universita-milano-bicoccaLa prima azienda ad essere nata in Italia tramite il supporto dell’Università risale a quarant’anni fa. Negli ultimi anni il numero delle startup che hanno avuto origine proprio grazie alla spinta degli atenei sta crescendo notevolmente, così come il numero delle fondazioni universitarie.

Le differenze tra Nord e Sud

Il divario tra Nord e Sud è evidente anche in questo settore nel quale la percentuale del 47 %, 3 delle imprese nate da progetti universitari si trova in Italia settentrionale. I dati che riguardano il centro garantiscono un 29%, mentre solo il 23,7 % si trova nel Sud Italia. Le regione dove è stata registrata la più alta concentrazione di nuove aziende legate proprio a centri di ricerca universitari sono la Toscana, la Lombardia e il Piemonte.

Quali sono i settori in cui investono le aziende che nascono come spin-off di ricerca universitari? Il 26,4 % si occupa di servizi per l’innovazione, mentre più del 22% si butta nel campo dell’ITC (Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione). Altri ambiti, frequentemente scelti sono l’energia, l’ambiente e le cosiddette life sciences. Il percorso intrapreso è quello di puntare sempre di più verso la formazione di impresa, in modo tale da sfruttare giovani talentuosi anche nel mondo del lavoro.

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universitàDove e come si investe

La tecnologia è un ambito studiato e nel quale si investe di più attraverso brevetti e licenze. Realizzati un numero di 3.917 brevetti finora, di cui 278 solo lo scorso anno. Tutta la rete universitaria italiana investe ben 8 milioni di euro in uffici che creano un collegamento importante e fondamentale tra il mondo del lavoro e il mondo della ricerca.

Ad oggi circa 240 mila euro ad università vengono spesi per la protezione della proprietà intellettuale, segno che investire su startup create in ambito accademico risulta una scelta azzeccata e fruttuosa. 

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Seo per le aziende: differenze tra mobile e desktop https://www.business.it/seo-per-aziende-differenze-mobile-desktop/ Thu, 10 May 2018 09:45:39 +0000 https://www.business.it/?p=24843 Con la sempre maggiore diffusione degli smartphone a livello globale e il sempre maggiore tempo di utilizzo da parte degli utenti, l’ottimizzazione per i dispositivi mobili è diventato un must per tutte le aziende presenti online. Non a caso, Google, il motore di ricerca leader del web, ha ormai rivisto i suoi criteri di ordinamento… Leggi tutto »Seo per le aziende: differenze tra mobile e desktop

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Con la sempre maggiore diffusione degli smartphone a livello globale e il sempre maggiore tempo di utilizzo da parte degli utenti, l’ottimizzazione per i dispositivi mobili è diventato un must per tutte le aziende presenti online. Non a caso, Google, il motore di ricerca leader del web, ha ormai rivisto i suoi criteri di ordinamento dei risultati dando la priorità ai siti ottimizzati per i dispositivi mobili, lanciando la sua nuova versione di algoritmo Google Mobile First. Così, la SEO, cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca, negli ultimi due anni ha dovuto differenziarsi molto tra mobile e desktop. Sebbene la SEO per dispositivi mobili e desktop segua gli stessi principi di base e le migliori pratiche, ci sono sfumature e discrepanze che devono essere prese in considerazione nella tua strategia generale. La differenziazione è diventata la strategia centrale per costruire la presenza online di un’azienda. Parte di questo è il posizionamento delle parole chiave: non saprai mai come adattare le tue strategie se non stai seguendo i ranking delle keywords, separatamente, per mobile e desktop. La ricerca di BrightEdge ha rilevato che il 79% delle inserzioni ha una classificazione diversa sui dispositivi mobili rispetto al desktop e che il risultato di livello superiore per una query è diverso su desktop e dispositivi mobili il 35% delle volte. Queste sono statistiche che semplicemente non possono essere ignorate.

ottimizzazione seo sito aziendalePerché il Seo mobile e desktop sono diversi?

Prima di approfondire come confrontare i ranking delle parole chiave su mobile e desktop, è innanzitutto importante capire il perché e il cosa: perché sono diversi e cosa significa per la tua strategia SEO. È fondamentale comprendere che le ricerche su desktop e dispositivi mobili utilizzano algoritmi diversi. In definitiva, Google vuole offrire la migliore esperienza utente per gli utenti che effettuano ricerche, indipendentemente dal dispositivo che stanno utilizzando. Ciò significa creare un’esperienza su misura per i dispositivi personalizzati e, per fare ciò, è necessario approfondire l’intento dell’utente.

Il diverso search intent

Il punto cruciale del dilemma tra mobile e desktop è che il search intent (l’intento di ricerca dell’utente in italiano), tende a differire per ciascun dispositivo. Ciò è particolarmente importante quando si considera quanto lontano lungo l’imbuto è un utente. È una generalizzazione, ma gli utenti mobili in generale sono spesso più vicini alla fase transazionale, mentre gli utenti desktop sono solitamente più vicini alla fase informativa. Ad esempio, possiamo comprendere meglio il search intent dell’utente nei dispositivi mobili comprendendo la prevalenza della ricerca locale. Se un utente sta cercando un prodotto o un servizio su un dispositivo mobile, è probabile che sia locale. Al contrario, gli utenti che cercano un prodotto o un servizio su desktop hanno maggiori probabilità di navigare in siti di e-commerce non specifici rispetto alla zona in cui si trovano. Consideriamo anche i tipi di conversioni che potrebbero verificarsi su ciascun dispositivo, in termini di contatto. Gli utenti sui dispositivi mobili hanno maggiori probabilità di chiamare, semplicemente toccando il numero visualizzato nella sezione Google Maps. In alternativa, gli utenti desktop sarebbero più inclini a digitare un’email o inviare un modulo di contatto.

Cos’è un micro-momento?

Per comprendere meglio i diversi modi in cui i consumatori si comportano, potrebbe essere utile passare un po ‘di tempo a familiarizzare con i micro-momenti. Con questo termine si indica la capacità di Google di determinare l’intento più probabile di un ricercatore, ed è particolarmente importante per gli utenti mobili quando un consumatore spesso ha bisogno di agire immediatamente. Ad esempio, se un utente sta cercando un prodotto o un servizio locale, verrà visualizzata la mappa locale, ma se sta cercando informazioni, verrà visualizzata la casella di risposta rapida. Questi micro-momenti hanno quindi un impatto significativo sul modo in cui sono costruite le SERP, le pagine dei risultati di Google. Una volta compreso l’intento di ricerca di un determinato utente, puoi assicurarti di fornire contenuti per utenti mobili e desktop. Tuttavia, vale la pena ricordare che il contenuto con un numero maggiore di parole continua a funzionare bene su dispositivi mobili, nonostante il consenso generale sul fatto che le persone sui dispositivi mobili abbiano la tendenza a consumare contenuti più brevi, che “vanno subito al sodo”, soddisfando immediatamente il search intent. Ciò richiama la priorità di Google sui contenuti di alta qualità. Chiunque abbia fatto un lungo viaggio per lavoro in treno comprenderà la necessità di leggere un lungo articolo sul cellulare.

Strumenti di classificazione

Chiarito il contesto, possiamo ora tornare alla questione ranking delle parole chiave. Naturalmente, è possibile registrare i ranking del proprio sito aziendale sia per desktop che per dispositivi mobili in modo manuale, ma chi ha tempo per farlo? In breve, esistono molti strumenti SEO validi per tenere traccia dei ranking desktop e mobili separatamente. Ecco alcuni preferiti:

  • SEMRush è il mio preferito tra la pletora di strumenti SEO fantasiosi. SEMRush fornisce una ripartizione completa dei risultati mobile vs desktop (oltre a tablet se si vuole aver una visione ancor più approfondita) e visualizza la percentuale di risultati ottimizzati per i dispositivi mobili per il proprio dominio.
  • SearchMetrics offre metriche relative alla visibilità da desktop e mobile che dettagliano i singoli punteggi delle keywords nelle due versioni del sito, nonché metriche di sovrapposizione che mostrano quanti risultati di ricerca per parole chiave appaiono esattamente nella stessa posizione per entrambi. È inoltre possibile eseguire il “drill down” per visualizzare il rendimento di un sito Web in relazione ai risultati localizzati.
  • Moz. Attraverso Moz Pro, puoi tracciare le stesse metriche di ranking per desktop e dispositivi mobili. Filtra per etichette e posizioni per approfondire ulteriormente i dati.
  • Google Search Console. Non hai accesso a nessuno degli strumenti di cui sopra? Non ti preoccupare, puoi comunque affidarti alla fidata Google Search Console, che peraltro è gratuita. Quando guardi le tue analisi di ricerca, filtri i dispositivi confrontando i dispositivi mobili e desktop. Anche se hai accesso a uno strumento SEO che ti consente di fare analisi comparative, vale sicuramente la pena di verificare le informazioni di Search Console.

Suggerimenti rapidi per differenziare le tue strategie

Ora che conosci i tuoi ranking mobile e desktop, se vuoi migliorare il posizionamento Seo della tuo sito aziendale devi creare o modificare le tue strategie per entrambi i dispositivi. Ecco alcuni suggerimenti rapidi per farlo:

  • Separa i termini di ricerca specifici per dispositivi mobili e desktop nella ricerca per parole chiave
  • Considera l’impatto della ricerca vocale per dispositivi mobili
  • Prendi in considerazione l’implementazione di Pagine mobili accelerate (AMP), laddove appropriato
  • Effettua un audit SEO mobile sul tuo sito
  • Includi mobile vs desktop nel monitoraggio e nella segnalazione, oltre che nel ranking.
  • Rivedi la tua strategia dei contenuti per assicurarti di tenere conto dei contenuti ottimizzati per dispositivi mobili e desktop, in modo da soddisfare entrambi i tipi di utente.

In breve, il tracciamento delle parole chiave su mobile e desktop è assolutamente essenziale sia per la precisione dei rapporti sia per il supporto di strategie SEO distinte per ciascun dispositivo. Ma non fermarti qui: è più importante capire perché i ranking differiscono e in che modo puoi utilizzare queste informazioni per perfezionare le tue strategie SEO.
Leggi anche –> Google Mobile First: cosa cambia per la visibilità delle aziende

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Idee d'impresa innovative: l'assistente virtuale https://www.business.it/idee-dimpresa-innovative-lassistente-virtuale/ Wed, 09 May 2018 14:06:41 +0000 https://www.business.it/?p=24824 Un assistente virtuale è un imprenditore che supporta altri proprietari di piccole imprese o imprenditori in una varietà di settori fornendo servizi amministrativi, creativi e/o tecnici. Poiché l’outsourcing diventa un processo standard per i proprietari di piccole imprese in tutto il mondo, sempre più imprenditori guarderanno agli assistenti virtuali per aiutare a far progredire le loro attività.… Leggi tutto »Idee d'impresa innovative: l'assistente virtuale

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Un assistente virtuale è un imprenditore che supporta altri proprietari di piccole imprese o imprenditori in una varietà di settori fornendo servizi amministrativi, creativi e/o tecnici. Poiché l’outsourcing diventa un processo standard per i proprietari di piccole imprese in tutto il mondo, sempre più imprenditori guarderanno agli assistenti virtuali per aiutare a far progredire le loro attività. Se ti piace collaborare con altri proprietari di piccole imprese, puoi pensare ai tuoi piedi e goderti il ​​controllo e migliorare i processi sparsi, una piccola impresa di assistente virtuale può essere l’idea business perfetta per te.

Perché avviare un’attività di assistente virtuale

Alcuni dei motivi per cui potresti voler avviare un’attività di assistente virtuale includono:

  • La tua attività può essere interamente “home-based”, cioè non avrà bisogno di un ufficio.
  • I costi di avvio sono minimi, soprattutto se si dispone già di un servizio di home office.
  • È possibile fornire servizi generali di supporto aziendale o specializzarsi in un’area specifica come immobiliare, social media, marketing su Internet, ecc.
  • Puoi creare un’attività con orari di lavoro flessibili.

Come diventare assistente virtuale

Ci sono centinaia di risorse di alta qualità online per migliorare le tue capacità, conoscenze ed esperienze ed agire come assistente virtuale. Ogni giorno usi software e strumenti divertenti e utilissimi, impensabili anche solo fino a pochi anni fa. Puoi far crescere la tua azienda fino al punto in cui esternalizzi il lavoro extra a subappaltatori.
Non c’è istruzione specifica, formazione o certificazioni necessarie per diventare un assistente virtuale. Puoi fornire servizi continui per i tuoi clienti e creare relazioni a lungo termine. Negli Stati Uniti, dove questa professione è molto diffusa, molti virtual assistant iniziano con ciò che hanno e acquistano ciò di cui hanno bisogno quando acquistano clienti. Biglietti da visita, opuscoli da distribuire a livello locale, un sito web semplice anche solo di una pagina. Il tutto si può ottenere con meno di 500 euro d’investimento.

Svantaggi dell’attività di assistente virtuale

Gli svantaggi dell’avvio di un’attività di assistente virtuale
Alcune delle potenziali sfide legate all’avvio di un’attività di assistenza virtuale includono:

  • Può essere difficile ottenere clienti al primo avvio della tua attività.
  • Potresti scoprire che stai gareggiando con persone che lavorano dall’estero e fanno pagare una tariffa oraria molto bassa rispetto alla tua.
  • Mentre il tuo giro d’affari cresce, cresce anche la tua concorrenza.
  • Può essere difficile identificare la giusta tariffa per il tuo servizio.
  • Devi essere disposto a tenere il passo con la tecnologia e ampliare le tue conoscenze.
  • Devi stare attento a mantenere la partita IVA: in paesi come l’Italia, con tutti gli adempimenti fiscali previsti, non è affatto facile.
  • Potresti trovare difficile lavorare con clienti abituati ad assumere dipendenti invece di delegare a un altro titolare.
  • Il tuo lavoro potrebbe essere stressato e guidato dalla scadenza.
  • Potrebbe essere necessaria l’assicurazione di responsabilità civile , a seconda dei servizi offerti.

Leggi anche: Come scegliere una nicchia redditizia per il tuo business online

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Impresa familiare, i segreti e le strategie per non fallire https://www.business.it/impresa-familiare-segreti-le-strategie-non-fallire/ Wed, 09 May 2018 10:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=24492 Gli imprenditori che decidono di mettersi in proprio e che hanno il coraggio di fare il grande salto avviando un’attività sono tanti. Molti si affidano a esperti del settore, a persone che hanno conosciuto durante il loro percorso lavorativo o magari durante il percorso di studi. Persone su cui possono contare e sopratutto che vantano… Leggi tutto »Impresa familiare, i segreti e le strategie per non fallire

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Gli imprenditori che decidono di mettersi in proprio e che hanno il coraggio di fare il grande salto avviando un’attività sono tanti. Molti si affidano a esperti del settore, a persone che hanno conosciuto durante il loro percorso lavorativo o magari durante il percorso di studi. Persone su cui possono contare e sopratutto che vantano un’esperienza comprovata e consolidata in un determinato campo. In altri casi si fa una ricerca approfondita per provare a reperire quelle skills di cui si necessita per far sì che l’impresa che vogliamo avviare abbia tutti i tasselli e gli elementi giusti e soprattutto nel posto giusto per camminare con le proprie gambe. Ci sono dei casi però in cui alcuni imprenditori decidono di affidarsi a persone ancora più fidate, vale a dire la propria famiglia.

memoria-lavoroCreare un’azienda insieme

L’impresa familiare è una delle realtà imprenditoriali che ha dato linfa all’Italia e che costituisce un patrimonio incredibile. Fare impresa con la propria famiglia è un passo molto importante che può nascondere tante insidie ma allo stesso modo può regalare anche molte soddisfazioni. Quando parliamo di insidie ci riferiamo a possibili fratture e visioni imprenditoriali diverse che possono venirsi a creare all’interno di una famiglia che lavora insieme. Spesso per non rovinare rapporti oppure per non dire qualcosa di troppo si finisce per perdere di vista gli obiettivi imprenditoriali. In altri casi invece l’armonia regna e si possono raggiungere le mete prefissate facilmente e con soddisfazione di tutti. Quali sono dunque i segreti e le strategie per non fallire? Ecco alcuni consigli utili per chi ha avviato un’azienda familiare o più semplicemente per chi sta ragionando sul fare o meno questo passo. La linea tra successo è fallimento è sempre molto sottile, è bene avere chiari gli obiettivi e sapere quale strada percorrere per non fallire ancor prima di avere cominciato.

lavoro-curriculum-elementiI segreti per non fallire: ecco come costruire un’azienda familiare di successo

Quando ci si trova a lavorare con i propri familiari non sempre la situazione è facile e agevole. A volte bisogna saper prendere delle decisioni e imporsi senza aver troppe remore su quello che potrebbe succedere dopo una vostra mossa. Cercate innanzitutto di essere equi e di stabilire retribuzioni e benefit in base alle mansioni: anche se si tratta di un vostro familiare, ricordate che deve essere trattato allo stesso modo in cui trattereste un qualsiasi dipendente che potrebbe ricoprire quello stesso ruolo. Altro punto fondamentale è la costituzione di regole scritte che in un certo senso pongano dei paletti all’interno della famiglia: troppo spesso abbiamo esempi di realtà imprenditoriali a gestione familiare che sono naufragate per fratture interne. Cercate di definire bene quelle che sono le linee da seguire e fare approvare il documento da tutti. Conoscendo il percorso da seguire, tutti si sentiranno più sicuri. Infine, come già ribadito in precedenza, cercate di non sentirvi in obbligo verso nessuno: se qualcosa non funziona, se ci sono problemi di gestione, sollevateli e arrivate al confronto per il bene dell’azienda.
Leggi anche: Come comportarsi con un capo più giovane sul posto di lavoro

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Warren Buffett Vs Elon Musk: il CEO di Tesla pronto a lanciare un'azienda di caramelle? https://www.business.it/warren-buffett-vs-elon-musk-azienda-caramelle/ Tue, 08 May 2018 16:22:35 +0000 https://www.business.it/?p=24766 Warren Buffett Vs Elon Musk: tra i due imprenditori è guerra aperta sui social a tema “caramelle” e “fossati”. Nonostante questi due argomenti sembrino totalmente lontani da entrambi i businessman in oggetto, nelle ultime ore tra i due si è aperta una diatriba social che è sfociata in una vera e propria sfida per Elon… Leggi tutto »Warren Buffett Vs Elon Musk: il CEO di Tesla pronto a lanciare un'azienda di caramelle?

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Warren Buffett Vs Elon Musk: tra i due imprenditori è guerra aperta sui social a tema “caramelle” e “fossati”. Nonostante questi due argomenti sembrino totalmente lontani da entrambi i businessman in oggetto, nelle ultime ore tra i due si è aperta una diatriba social che è sfociata in una vera e propria sfida per Elon Musk. Prima di scoprire qual è stato il fattore che ha fatto annunciare al CEO di Tesla di essere in procinto di dare vita ad un’azienda di caramelle, è necessario spiegare l’idea di business di Warren Buffett.

Warren Buffett e il “fossato economico”

Già alla guida di Berkshire Hathaway, nel 1999 durante un’intervista alla celebre rivista economica Fortune, Warren Buffett parlò di “economic moat” ovvero di “fossato economico” indicando la sua personale strategia d’investimento, strategia che sappiamo essergli valsa la nomea di “Oracolo di Omaha”. Ma cosa intende Buffett con questa locuzione? Il concetto di “fossato economico” – oramai comune nel mondo finanziario – indica tutte quelle aziende e servizi circondate da un vantaggio economico di particolare rilevanza, sia in termini di durevolezza sia di competitività.
La strategia di Warren Buffett fa quindi entrare in gioco anche il concetto di vantaggio competitivo, che potremmo definire come la capacità dell’azienda di affermarsi all’interno di un determinato mercato nonché di rimanere leader in quel settore. È probabilmente proprio in linea con questo pensiero che, di  recente, Warren Buffett ha deciso di comprare altri 75 milioni di dollari di azioni Apple.

L’oracolo di Omaha Vs Elon Musk: la sfida dell’azienda di caramelle

Spiegato il concetto di fossato economico, possiamo tornare alla notizia di apertura: tra Buffett e Elon Musk è scoppiata una guerra “social” che ha portato il fondatore di Tesla e SpaceX ad annunciare l’avvio di un’azienda di caramelle. Ma cosa è successo?
Durante la recente assemblea di Tesla, Elon Musk aveva tirato criticato proprio il concetto in questione, spiegando ad uno dei presenti che l’idea dei fossati è oramai superata: “Se la tua unica difesa è un fossato, non durerai a lungo.  Ciò che davvero conta davvero è il ritmo dell’innovazione, fulcro della competitività” – ha affermato Musk.
La notizia di quest’affermazione, ovviamente, è arrivata sino a Warren Buffett che non ha tardato a replicare. “Elon potrebbe ribaltare le cose in alcuni settori, ma di certo penso non vorrà provarci con le caramelle” – ha affermato l’oracolo di Omaha, riferendosi probabilmente a See’s Candies, catena americana specializzata in dolciumi di proprietà della Berkshire Hathaway.


Detto, fatto… O quasi: Elon Musk, che sappiamo essere incline a raccogliere sfide quasi impossibili, con un cinguettio su Twitter ha fatto sapere poco dopo di essere in procinto di lanciare un’azienda di caramelle. “Sto per lanciare un’azienda di caramelle e sarà meraviglioso” – scrive Musk. La battaglia social è però continuata: il CEO di Tesla, sempre attraverso Twitter, ha fatto sapere di essere serio riguardo a quanto affermato, ma non solo. “Costruirò anche un fossato e lo riempirò di caramelle. Warren Buffett non saprà resistere ad investire. La criptonite di Berkshire Hathaway…” – continua Elon Musk che, tra le altre cose, ha twittato anche un semplice “Cryptocandy”. Attualmente non sappiamo ancora se il CEO di Tesla e SpaceX si stia prendendo gioco di Warren Buffett: di certo, però, non sarebbe una novità vederlo impegnato in un business del tutto visionario o particolare come quello del lanciafiamme firmato The Boring Company.
Leggi anche: “Elon Musk news: ecco perché l’imprenditore visionario odia le riunioni”

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Mamacrowd: principale piattaforma di equity crowdfunding italiana per capitale raccolto https://www.business.it/mamacrowd-principale-piattaforma-equity-crowdfunding-italiana-capitale-raccolto/ Tue, 08 May 2018 10:51:44 +0000 https://www.business.it/?p=24744 Algoritmi per prevenire la moria degli ulivi, soluzioni per rivoluzionare il controllo della filiera agroalimentare e progetti per esportare in tutto il mondo la cucina italiana di qualità: questi i progetti innovativi che saranno protagonisti con Mamacrowd, la principale piattaforma di equity crowdfunding in Italia, durante la quarta edizione di Seeds&Chips, the Global food innovation summit, che… Leggi tutto »Mamacrowd: principale piattaforma di equity crowdfunding italiana per capitale raccolto

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Algoritmi per prevenire la moria degli ulivi, soluzioni per rivoluzionare il controllo della filiera agroalimentare e progetti per esportare in tutto il mondo la cucina italiana di qualità: questi i progetti innovativi che saranno protagonisti con Mamacrowd, la principale piattaforma di equity crowdfunding in Italia, durante la quarta edizione di Seeds&Chips, the Global food innovation summit, che si svolgerà dal 7 al 10 maggio a Milano presso la Main Arena di Seeds&Chips, con il “Food Innovation Investment Day”: Mamacrowd presenterà agli investitori e al pubblico interessato le aziende attive sulla piattaforma con una campagna di equity crowdfunding,  il modello alternativo di raccolta di capitali dedicato alle aziende in cambio di quote societarie. Un’opportunità per validare ulteriormente, di fronte ad una platea specializzata, progetti che stanno già registrando un andamento positivo delle proprie campagne online e per incontrare gli attori principali dello scenario futuro del food system come imprenditori, investitori e manager che operano nel settore food&agtech. Al centro dell’attenzione ci saranno le aziende Elaisian, DNAPhone e My Cooking Box.

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Leggi anche: Dieci regole per realizzare un buon crowdfunding

Chi è Mamacrowd.com


Mamacrowd.com è la principale piattaforma di equity crowdfunding italiana per capitale raccolto, con oltre 9 milioni di euro.
Permette di diventare soci, con un processo semplice, completamente online e vigilato Consob, di startup preselezionate dal network di incubatori, promettenti società che già fatturano con business validati dal mercato. Gli investitori possono diversificare l’investimento creando un portafoglio di startup innovative e diventare soci di aziende operanti nei settori innovativi più in crescita dell’economia italiana.

Elaisian, su Mamacrowd la principale tecnologia di precisione al mondo per la coltura dell’olivo

Ottimizzare i processi di coltivazione degli uliveti, come irrigazione e concimazione, incrementare la produttività e prevenire le malattie delle piante: questi i servizi offerti da Elaisian, la principale tecnologia di precisione al mondo per la coltura dell’olivo, realizzata grazie ad un sistema di algoritmi basato su un database di studi agronomici. Una soluzione in grado di generare un risparmio dei costi fino al 30%, un aumento di produzione fino al 20% e una riduzione dell’uso di acqua del 15%. Il dispositivo di Elaisian è stato già validato da aziende agricole italiane e ha ottenuto una grande traction di mercato con 30 clienti, tra cui Monini, Fattoria Ramerino e Malvetani, ed oltre 120 richieste internazionali: su Mamacrowd la campagna di equity crowdfunding sarà attiva fino al 5 giugno e ad ora ha già raccolto 104.955 euro di adesioni, raggiungendo il 130% di overfunding.

Leggi anche: Sturtup di successo: Ulule, piattaforma di crowdfunding cifra record

DNAPhone: con Smart Analysis il controllo di qualità  è a portata di smartphone

Nata all’interno del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Parma, DNAPhone rivoluziona il controllo qualità della filiera agroalimentare sviluppando piattaforme di analisi innovative connesse a sistemi mobile e servizi cloud. Quest’anno DNAPhone ha iniziato la fase di commercializzazione di Smart Analysis, la piattaforma per il controllo di qualità dedicata a piccole e medie imprese del comparto agroalimentare: grazie ad un sistema dotato di tecnologia ottica innovativa e applicazioni dedicate per sistemi mobile, permette di realizzare analisi per il controllo di qualità durante tutte le fasi di processo nelle principali filiere alimentari in modo rapido, semplice ed affidabile. La campagna sarà attiva fino al 15 maggio su Mamacrowd ed ha già superato il goal, raccogliendo oltre 500.000 euro di adesioni (341% di overfunding).

My Cooking Box, la cucina gourmet in 22 Paesi

Cibo di qualità e globalizzazione: sono le parole chiave di My Cooking Box, la startup nata dalla passione per la cucina italiana che, con l’aiuto degli Chef, crea delle box che permettono di apprezzare la ricchezza culinaria del nostro Paese, selezionando e confezionando nelle giuste dosi i migliori ingredienti italiani e accompagnandoli con le ricette più adatte. Presente in 48 città italiane e in 22 nazioni, My Cooking Box sta esportando prodotti e ricette italiane in tutto il mondo, registrando un aumento del fatturato del 460% rispetto al 2016 e avviando trattative con grandi catene come Harrods, El corte Ingles, Auchan Export, Kroger, Carrefour Marocco, Al Maya -Emirati Arabi. La campagna di equity crowdfunding di My Cooking Box  è attiva da poche ore su Mamacrowd con l’obiettivo di raccogliere capitali da investire nel lancio di un progetto retail con l’apertura di un primo punto vendita brandizzato. In poche ore ha già superato il 100% della raccolta che rimane aperta per altri investimenti.

Chi è SiamoSoci

SiamoSoci è leader italiano nel supporto alle aziende ad alto potenziale nella raccolta di capitali grazie a modelli alternativi di finanziamento. Società partecipata da AZIMUT, ha raccolto 26  milioni di euro a favore di 190 società, costruendo attorno alla sua offerta una community di 25mila utenti e 2500 investitori. Parte del network SiamoSoci è, soprattutto, Mamacrowd.com, la principale piattaforma di equity crowdfunding in Italia.

Leggi anche: Startup innovative, la call per l’evento Startuppato in programma a giugno

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10 consigli per rendere la tua piccola azienda "un grande business" https://www.business.it/10-consigli-rendere-piccola-azienda-grande-business/ Sat, 05 May 2018 17:30:32 +0000 https://www.business.it/?p=24563 Imparare a far crescere la tua attività non è solo un obiettivo degno. Far crescere la tua attività è spesso una necessità per la sopravvivenza della tua azienda e per il tuo benessere economico. Cosa puoi fare per portare il tuo business oltre il livello di puro sostentamento? Che cosa si può fare per trasformarlo in una “centrale elettrica generatrice di… Leggi tutto »10 consigli per rendere la tua piccola azienda "un grande business"

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Imparare a far crescere la tua attività non è solo un obiettivo degno. Far crescere la tua attività è spesso una necessità per la sopravvivenza della tua azienda e per il tuo benessere economico. Cosa puoi fare per portare il tuo business oltre il livello di puro sostentamento? Che cosa si può fare per trasformarlo in una “centrale elettrica generatrice di reddito”? Prova una o più di queste strategie di crescita. Tutte sono stati utilizzati con successo da altre aziende e, con un po’ di pianificazione e investimenti, potranno anche funzionare per te.

come far crescere la tua piccola aziendaConquista tutti i tuoi clienti

Quando pensi a come far crescere la tua attività, la prima cosa che ti deve venire in mente è ottenere nuovi clienti. Ma i clienti che hai già sono la soluzione migliore per aumentare le vendite. E’ infatti più facile e più economico ottenere che le persone che stanno già comprando da te acquistino di più piuttosto che trovare nuovi clienti e convincerli a comprare da te.

Chiedi referenze

Questo non vuol dire che ottenere nuovi clienti sia un approccio sbagliato. Uno dei modi più semplici per farlo è chiedere ai tuoi attuali clienti referenze. Non c’è miglior pubblicità di quella fatta da un cliente soddisfatto, che parla bene della tua azienda e dei tuoi prodotti. Ma avere buoni prodotti e un ottimo servizio clienti e solo supponendo che i tuoi clienti passino parola sulla tua attività non farà molto per aumentare la tua base di clienti; devi cercare attivamente le referenze, cioè chiedere ai tuoi clienti che lo facciano. Durante o dopo ogni lavoro o vendita, chiedi al tuo cliente soddisfatto se conosce qualcuno che potrebbe essere interessato ai tuoi prodotti o servizi.

Innova il tuo prodotto o servizio

Scoprire e promuovere nuovi usi per i tuoi prodotti o servizi è un ottimo modo per far sì che i clienti esistenti acquistino di più e attraggano nuovi clienti. Penso solo al nastro adesivo o ai pannelli di polistirolo e quanti di questi sarebbero effettivamente venduti se avessero un solo uso!

Estendi la tua portata di mercato.

Esistono diversi modi per far crescere la tua attività rendendo il tuo prodotto o servizio disponibile per un nuovo insieme di clienti. Il più ovvio è aprire negozi in nuove zone, come aprire un negozio o un chiosco in una nuova città. Le nuove sedi possono anche essere virtuali, ad esempio un sito web con un negozio online. Un altro approccio consiste nell’estendere la tua copertura attraverso la pubblicità. Una volta identificato un nuovo mercato, è possibile pubblicizzare in determinati media destinati a tale mercato. Se il tuo nuovo mercato è costituito da una fascia demografica più giovane, potresti utilizzare i social media per la pubblicità.

Partecipa alle fiere

Anche le fiere possono essere un ottimo modo per crescere. Poiché le fiere attirano persone che sono già interessate al tipo di prodotto o servizio che offri, possono migliorare notevolmente i tuoi profitti. Il trucco è selezionare con attenzione le fiere commerciali a cui partecipi, cercando la corrispondenza giusta per il tuo prodotto o servizio. Questo ti aiuterà a ottenere il miglior ritorno sull’investimento.

Conquistare un mercato di nicchia

Ricordi l’analogia del grande pesce nel piccolo stagno? Questo è essenzialmente il modo in cui funziona questa strategia per far crescere la tua azienda. Il mercato di nicchia è lo stagno; un gruppo ristretto di clienti. Pensa a loro come a un sottoinsieme i cui bisogni non sono soddisfatti e concentrati nel soddisfare quei bisogni insoddisfatti. Un vivaio, ad esempio, potrebbe specializzarsi in rose mentre un’azienda di design per la casa potrebbe concentrarsi sui trattamenti per finestre.

Contenere i costi

Sorpreso? Tieni a mente che quando parliamo di far crescere la tua attività, stiamo effettivamente parlando della crescita dei profitti della tua azienda. E la differenza tra il denaro prima delle tasse e quello post-tasse può renderlo una strategia di crescita molto efficace. Esistono due approcci principali per ridurre i costi; liquidando i tuoi prodotti “perdenti” e migliorando il tuo giro d’affari delle scorte.

Diversifica i tuoi prodotti o servizi

La chiave per una crescita di successo attraverso la diversificazione è la somiglianza. Potete concentrarvi sulle esigenze correlate del vostro mercato già stabilito o su segmenti di mercato con esigenze e caratteristiche simili. Un artista potrebbe anche vendere cornici e servizi di cornici, ad esempio. Oppure un’azienda di noleggio di mountain bike potrebbe passare a noleggiare sci e racchette da neve nella stagione invernale.

Franchising

Le storie di imprenditori che sono diventati noti e benestanti con il franchising sono parecchie. Se hai un business di successo e puoi sviluppare un sistema che garantisca che altri possano duplicare il tuo successo, il franchising potrebbe essere la pista veloce per far crescere la tua attività. Il franchising è un business che fa per te?

Esportazione

L’espansione nei mercati internazionali può anche essere un potente incentivo per la redditività della vostra azienda. Come il franchising, questo è un modo per far crescere la tua attività che richiede un certo impegno di tempo e risorse, ma può essere estremamente gratificante. Devi studiare e imparare a come sviluppare un piano di marketing per l’esportazione che possa realmente far crescere la tua azienda.
Leggi anche: Marketing: idee pubblicitarie per la tua piccola impresa

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Milano Startup Weekend 2018, dal 4 al 6 maggio presso Cariplo Factory https://www.business.it/milano-startup-weekend-2018-dal-4-al-6-maggio-presso-cariplo-factory/ Fri, 04 May 2018 06:00:22 +0000 https://www.business.it/?p=24387 Comincerà oggi alle ore 18.00 la Milano Startup Weekend 2018, una tre giorni dedicata al mondo digital in tutte le sue declinazioni che sarà ospitato fino al 6 maggio presso gli spazi di Cariplo Factory siti in Via Bergognone angolo via Tortona. Questo tipo di evento è stato pensato per gli appassionati di business, di… Leggi tutto »Milano Startup Weekend 2018, dal 4 al 6 maggio presso Cariplo Factory

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Comincerà oggi alle ore 18.00 la Milano Startup Weekend 2018, una tre giorni dedicata al mondo digital in tutte le sue declinazioni che sarà ospitato fino al 6 maggio presso gli spazi di Cariplo Factory siti in Via Bergognone angolo via Tortona. Questo tipo di evento è stato pensato per gli appassionati di business, di marketing e comunicazione, di sviluppo web. Si tratterà di 54 ore molto intense in cui verranno condivise idee, si avrà la possibilità di confrontarsi e di entrare in contatto con realtà differenti tra di loro. Ai partecipanti verrà inoltre data la possibilità di rimanere all’interno degli spazi di Cariplo Factory anche durante la notte, per lavorare o riposare. La Milano Startup Weekend 2018 è iniziativa di Techstars, una realtà che fornisce l’accesso a decine di migliaia di Community Leader, fondatori, mentori, investitori e partner aziendali, consentendo agli imprenditori di accelerare il ritmo dell’innovazione e fare più velocemente. Techstars supporta ogni fase del percorso imprenditoriale – dallo sviluppo della comunità di base alle prime fasi a opportunità più formali che forniscono istruzione, esperienza, accelerazione, finanziamenti e oltre. I programmi di avvio di Techstars includono Startup Weekend, Startup Digest, Startup Next e Startup Week. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quale sarà il programma della Milano Startup Weekend 2018, con il dettaglio degli eventi di venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 maggio.

Startup-Weekend-MilanoIl programma della Milano Startup Weekend 2018

Come detto in precedenza, la Milano Startup Weekend 2018 comincerà oggi, venerdì 4 maggio, alle ore 18 e terminerà domenica 6 maggio con la selezione e premiazione dei team. Il programma della Milano Startup Weekend 2018 comincerà come detto venerdì con le procedure di accredito dei partecipanti. Alle 18.45 inizierà l’evento con uno speech di Augusto Coppola, Managing Director di Luiss Enlabs. A seguire il “Pitchfire” avrà inizio: chiunque intenda presentare avrà 60 secondi per dare il meglio di sé. Non ci saranno presentazioni PowerPoint, ma soltanto una presentazione al microfono. Una volta terminate le presentazioni, tutti i partecipanti potranno votare le loro idee preferite, e quelle migliori saranno sviluppate durante il resto del Weekend. Le squadre si formeranno e il lavoro avrà inizio. Sabato invece, I team lavoreranno tutto il giorno, con interruzioni per mangiare o ascoltare alcuni speech. I mentor saranno in circolazione per fornire consulenza in ambiti di loro competenza e potranno essere prenotati degli slot di 30 minuti. Domenica infine, Le squadre lavoreranno ininterrottamente dalla mattina fino alle 14.00 Termineranno il loro prodotto/prototipo e la presentazione. Dopo che tutti i giudici saranno arrivati inizieranno le presentazioni. Ogni squadra avrà 5 minuti più 2-3 minuti di domande da parte dei giudici. Al termine di questa fase, una giuria di investitori e imprenditori selezionerà i progetti e i team vincenti.

La location dell’evento

Cariplo Factory è al primo piano dell’ex acciaierie Ansaldo di Via Bergognone 34 a Milano, nel distretto Tortona, uno dei quartieri più vivaci e interessanti della città, riconosciuto come polo di riferimento del design e della moda. Uno spazio di 2.200 mq riqualificato da stabilimento industriale a cuore pulsante di tecnologia, innovazione, cultura e creatività. Inserita all’interno di BASE Milano, Cariplo Factory si pone l’obiettivo di creare un polo per lo sviluppo di iniziative che riguardano la valorizzazione dei giovani, la tecnologia, l’imprenditorialità, l’innovazione sociale, la cultura, l’arte e la creatività.

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Battiti, bando startup ad alto impatto: l'evento di lancio a Bologna https://www.business.it/battiti-bando-startup-ad-alto-impatto-levento-lancio-bologna/ Thu, 03 May 2018 08:00:31 +0000 https://www.business.it/?p=24300 Siete una startup innovativa pronta a testare sul mercato il vostro prodotto? Siete alla ricerca di un percorso di accelerazione che possa aiutarvi a lanciare e rafforzare la vostra idea di business? Ecco un’evento che potrebbe fare al caso vostro. Si tratta di #Battiti, il percorso di accelerazione e validazione per startup del territorio emiliano,… Leggi tutto »Battiti, bando startup ad alto impatto: l'evento di lancio a Bologna

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Siete una startup innovativa pronta a testare sul mercato il vostro prodotto? Siete alla ricerca di un percorso di accelerazione che possa aiutarvi a lanciare e rafforzare la vostra idea di business? Ecco un’evento che potrebbe fare al caso vostro. Si tratta di #Battiti, il percorso di accelerazione e validazione per startup del territorio emiliano, con prodotti o servizi pronti da testare sul mercato. Si tratta di un percorso promosso da Emil Banca Credito Cooperativo e realizzato con il contributo tecnico di Kilowatt. L’evento di lancio si terrà a Bologna martedì 8 maggio 2018 presso Le Serre dei Giardini Margherita, via Castiglione 134/136, dalle ore 16 alle ore 19. Battiti cerca startup che vogliono generare un cambiamento rilevante e misurabile nella società e nel mercato in cui operano, e offre loro un programma di accelerazione ad alta intensità, gratuito e della durata di 6 mesi. Un’esperienza hands-on durante la quale costruire un percorso di validazione e accesso al mercato basato sulle dinamiche e gli strumenti del community organizing. Andiamo ora a vedere il programma dell’evento, i relatori e alcuni dettagli su questa iniziativa.

Il programma e gli ospiti

L’evento di lancio sarà l’occasione per rispondere a domande e dubbi sulla call, l’accesso al percorso e l’offerta di Battiti. Il programma comincerà alle ore 16,00 con i saluti di Daniele Ravaglia – Direttore Generale Emil Banca; alle ore 16,20 è previsto un’intervento di Simona Morini – Professore Associato presso Università IUAV di Venezia mentre alle ore 16,40 sarà la volta di Simona Bielli – Head of Programmes e Federica Fulghesu – Project Manager migrazioni, istruzione e cultura presso Nesta Italia. Alle ore 17,00 spazio a Giovanni Franchina – Fondatore e amministratore di BEPART- Public Imagination Movement e Fondatore di CasciNet. A conclusione del pomeriggio, alle ore 17,20 si sarà la presentazione di BATTITI, a cura di Kilowatt. La partecipazione è libera. Per maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail [email protected].

metodi-finanziamento-startupGli organizzatori

Ad organizzare l’iniziativa sarà Emil Banca Credito Cooperativo. Si tratta di un’azienda di credito senza finalità di lucro, che aderisce al sistema a rete del Credito Cooperativo Italiano. È una banca orientata alla responsabilità sociale che utilizza le risorse economiche per generare benessere e partecipare allo sviluppo dei territori in cui opera. Con oltre un secolo di storia alle spalle e l’esperienza delle 13 Casse Rurali ed Artigiane da cui ha avuto origine, Emil Banca è una cooperativa di credito locale che da sempre fa finanza reale. La ricchezza del territorio viene impiegata a favore delle famiglie e delle piccole e medie imprese affinché ritorni ad essere energia per lo sviluppo dell’economia locale. Emil Banca condivide con i propri soci una precisa idea di promozione e di sviluppo e la possibilità di mettere in pratica una relazione paritaria, basata sullo scambio mutualistico e la partecipazione. Il contributo tecnico dell’organizzazione di #Battiti sarà di Kilowatt. Kilowatt è un modello innovativo di incubatore di idee ad alto impatto sociale ed ambientale, poichè è animato da una rete di imprese, liberi professionisti, progettisti e associazioni, e mette a valore le competenze di ciascuno per la crescita professionale di tutti. Kilowatt è una startup che ha adottato la forma della cooperativa, composta da diverse anime che operano nei settori dell’innovazione sociale, dell’economia circolare, della comunicazione e della rigenerazione.
Leggi anche: Sport Digital Marketing Festival Riccione, poco più di un mese alla prima edizione

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Scheda Google My Business con informazioni accurate: perché è importante per la tua azienda https://www.business.it/scheda-google-my-business-per-la-tua-azienda/ Thu, 03 May 2018 06:00:35 +0000 https://www.business.it/?p=24308 Dalla fusione di diversi servizi dedicati alle imprese all’interno del mondo Google è nato, ormai da tempo, un tool molto utile per le aziende, soprattutto a livello local. Di che cosa stiamo parlando? Della scheda Google My Business per la tua azienda. Il suo scopo è quello di aiutare i brand a gestire la propria… Leggi tutto »Scheda Google My Business con informazioni accurate: perché è importante per la tua azienda

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Dalla fusione di diversi servizi dedicati alle imprese all’interno del mondo Google è nato, ormai da tempo, un tool molto utile per le aziende, soprattutto a livello local. Di che cosa stiamo parlando? Della scheda Google My Business per la tua azienda. Il suo scopo è quello di aiutare i brand a gestire la propria presenza online, ma come per ogni cosa bisogna fare attenzione. Tale strategia, apparentemente win-win, rischia di diventare un’arma a doppio taglio. Recenti ricerche hanno evidenziato l’importanza dell’inserimento di informazioni altamente accurate e precise. In caso contrario l’utente è spinto a perdere fiducia, a esprimere un giudizio negativo e a puntare sui competitor, invece che sulla tua azienda. Su cosa si basa, pertanto, la fiducia dell’utente? Partendo dal presupposto che per chiunque abbia un’attività commerciale è fondamentale farsi trovare dagli utenti online nel momento in cui cercano il prodotto o il servizio che viene offerto, è bene precisare che i dettagli Nap (Nome, indirizzo, telefono dall’acronimo inglese NAP) devono essere aggiornati e veritieri.

Scheda Google My Business con informazioni accurate: perché è importanteScheda Google My Business per la tua azienda: l’importanza dei dettagli NAP

Come evidenziato da Moz in uno studio denominato Local Search Factors, i dettagli NAP – ovvero nome, indirizzo e numero di telefono – all’interno della scheda Google My Business per la tua azienda hanno ancora una importanza estrema. In classifica, ad esempio, si trovano al quarto posto dei fattori per il Local Ranking e al quinto posto all’interno della classifica denominata Localized Organic Ranking Factors. Insomma le citazioni accurate sono una delle tattiche di base per qualsiasi attività commerciale. Esse aumentano la visibilità online collocando le imprese nelle liste e nelle directory in cui i potenziali clienti le cercano. Oltre a ciò, però, ci sono altri fattori da non sottovalutare.
Come fanno gli utenti a trovare, a livello locale, un determinato prodotto se nella scheda dell’impresa non è indicato dove acquistarlo e come raggiungere il luogo fisico? Se mi trovo in un determinato luogo come faccio a raggiungere una certa impresa locale per soddisfare una mia necessità se l’indirizzo non è corretto e se il numero di telefono per contattarla è assente? Basta porsi questi semplici quesiti per comprendere l’importanza dell’inserimento di informazioni accurate. A supporto di ciò però è giunta la ricerca di BrightLocal. Realizzato interpellando circa 1000 consumatori statunitensi, lo studio mette in evidenza come si sentono gli utenti e come si comportano quando si imbattono in informazioni commerciali imprecise che trovano sulla scheda Google My Business delle varie imprese locali. L’80% degli intervistati ha rivelato di perdere subito fiducia nel brand se la scheda presenta dati inesatti o assenti.
Qual è la frequenza degli errori commessi dalle imprese? Ben il 30% dei consumatori ha trovato informazioni commerciali imprecise online negli ultimi 12 mesi, mentre il 36% degli intervistati ha dichiarato di aver addirittura chiamato numeri di telefono errati a causa di informazioni poco corrette o non verificate. Nessuno di questi utenti è rimasto ovviamente soddisfatto e la reputazione del brand, ai loro occhi, è immediatamente crollata.

Scheda Google My Business per la tua impresa: visibilità per tutti

In estrema sintesi creare una scheda Google My Business serve per:

  • Avere visibilità per la propria attività commerciale in una realtà social e mobile
  • Creare e monitorare l’identità aziendale online
  • Offrire al cliente un punto di accesso ai prodotti

Se le aziende si presentano al meglio, aggiornano i propri dati ed interagiscono con gli utenti-clienti fornendo loro informazioni precise e puntuali, possono arrivare ad espandere il loro commercio e allargare i propri orizzonti. Inutile dire quindi che presentarsi bene sia su Google che su Google Maps, in un era in cui tutti si affidano al proprio smartphone e quindi a internet per reperire qualsiasi informazione, è un ottimo biglietto da visita.
Leggi anche: Google mobile first: cosa cambia per la visibilità online delle aziende

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Come avviare un'attività di affiliate marketing – seconda parte https://www.business.it/come-avviare-attivita-affiliate-marketing-seconda-parte/ Wed, 02 May 2018 08:30:38 +0000 https://www.business.it/?p=24210 Nel primo articolo di questa breve serie ti ho spiegato come fare per avviare da zero un’attività di affiliate marketing. Siamo partiti della scelta dell’industria, quindi siamo passati alla scelta della migliore rete di affiliazione e infine alla scelta del miglior prodotto da vendere per te. Ora concludiamo con alcuni importanti aspetti da considerare se… Leggi tutto »Come avviare un'attività di affiliate marketing – seconda parte

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Nel primo articolo di questa breve serie ti ho spiegato come fare per avviare da zero un’attività di affiliate marketing. Siamo partiti della scelta dell’industria, quindi siamo passati alla scelta della migliore rete di affiliazione e infine alla scelta del miglior prodotto da vendere per te. Ora concludiamo con alcuni importanti aspetti da considerare se vuoi che la tua attività di affiliate marketing abbia successo.

3. Considera l’acquisto del prodotto prima di promuoverlo

Come nuovo affiliato di marketing, non sei obbligato ad acquistare tutti i prodotti che desideri promuovere. Tuttavia, è ovvio che il possesso e l’uso dei prodotti è davvero importante per stabilire credibilità e fiducia. Una conoscenza intima del prodotto può fare la differenza tra realizzare la vendita e avere prospettive di spostarsi altrove. Scrivere recensioni di prodotti è un ottimo modo per migliorare la tua credibilità come affiliato di marketing. Questo è particolarmente facile con prodotti di informazione come e-book che sono relativamente economici. Dopo aver stabilito un reddito costante, potrebbe anche valere la pena acquistare prodotti di fascia più alta, a patto che tu entri in contatto con l’ideatore del prodotto per elaborare un piano di marketing strategico che ti porti al livello successivo. Se si utilizza effettivamente il prodotto e si ottengono risultati, condividere un case study o la propria esperienza personale può essere uno dei modi più efficaci per vendere i prodotti al pubblico. Così facendo crei un elenco email più reattivo di sottoscrittori e acquirenti, mentre i commercianti possono offrirti campioni “gratuiti” di e-book o altri prodotti. In molti casi i commercianti saranno felici di offrirti una copia gratuita/campione del prodotto anche se non hai un’attività consolidata. Non fa mai male chiedere! In tal caso, ti consigliamo di includere la divulgazione completa del fatto che ti è stato fornito l’accesso gratuito al prodotto oltre ad avere un disclaimer che rivela la tua relazione di affiliazione.

affiliate marketing come funziona4. Utilizza i social media per ottenere più traffico

Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest sono ottimi veicoli per il “passaparola” o marketing virale. Il video marketing in particolare è un ottimo modo per dimostrare la tua esperienza tramite commenti, screenshot e dimostrazioni dal vivo se necessario. In questo momento fare video su Facebook e Facebook Live è estremamente efficace e utilizzare YouTube per un approccio più a lungo termine al video marketing. Mentre all’inizio potresti concentrarti sull’utilizzo dei social media come mezzo gratuito per ottenere traffico, tieni presente che esistono potenti modi per utilizzare la pubblicità a pagamento sui social media per raggiungere il tuo pubblico mirato e indirizzare quel traffico al tuo sito o alla tua affiliata offre.

5. Considera l’utilizzo di link “brevi e belli da vedere”

Cloaking o l’uso di link di ancoraggio è stato un argomento controverso nei circoli di internet marketing, con alcuni affiliati che non potrebbero farne a meno e altri che ritengono che non sia necessario. Da un lato, i lunghi e brutti link di affiliazione non sono bellissimi da vedere per le persone cui vuoi vendere un prodotto (e le persone potrebbero essere scomode cliccandoci sopra). Pertanto, rendere il tuo link più breve e “più bello” ti darà un aspetto più professionale. Uno dei miei plugin preferiti per rendere i link “belli” è il plugin Pretty Links per WordPress. Ciò rende il collegamento molto più breve, più amichevole e più facile da digitare nel caso in cui non sia possibile fare clic sul collegamento per qualche motivo e voler inserirlo nel browser.
Leggi la prima parte dell’articolo: Come avviare un’attività di affiliate marketing

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Come avviare la tua attività di affiliate marketing – prima parte https://www.business.it/come-avviare-attivita-affiliate-marketing-prima-parte/ Tue, 01 May 2018 15:46:14 +0000 https://www.business.it/?p=24175 Uno dei modi più semplici e veloci per fare soldi online è il lancio di un’attività di marketing di affiliazione (affiliate marketing in inglese) o l’aggiunta del marketing di affiliazione alla tua attività esistente. L’affiliate marketing ti consente di fare soldi online anche se non hai blog, sito web o prodotti di tua proprietà. Seguendo alcuni semplici passaggi puoi metterlo… Leggi tutto »Come avviare la tua attività di affiliate marketing – prima parte

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Uno dei modi più semplici e veloci per fare soldi online è il lancio di un’attività di marketing di affiliazione (affiliate marketing in inglese) o l’aggiunta del marketing di affiliazione alla tua attività esistente. L’affiliate marketing ti consente di fare soldi online anche se non hai blog, sito web o prodotti di tua proprietà. Seguendo alcuni semplici passaggi puoi metterlo in pista in poche ore e guadagnare subito le tue prime commissioni. L’affiliate marketing è davvero uno dei modi più veloci e semplici per fare soldi online e dovrebbe essere una parte del portafoglio di ogni proprietario di business online.
La formula per l’affiliate marketing rimane relativamente costante, indipendentemente dal mercato o dalla nicchia. Il tuo compito principale sarà sempre la generazione del traffico, cioè guidare i potenziali clienti al sito web del commerciante tramite il tuo esclusivo link “affiliato”. Puoi iniziare a trovare modi per aumentare il traffico gratuito  e quindi aggiungere metodi di pubblicità a pagamento al tuo mix di traffico.
Scrivere un buon testo pubblicitario (copywriting) è l’altra abilità importante per l’internet marketing. La buona notizia è che quando si tratta di affiliate marketing, molti venditori ti forniranno testi da utilizzare per i tuoi post sul blog, annunci di per i siti web ecc. Ti daranno le e-mail da inviare, i banner pubblicitari da mostrare e persino i post che potrai utilizzare sui social media (come Facebook, Twitter, LinkedIn, ecc.).
Detto questo, quali sono questi passaggi essenziali per il successo dell’affiliate marketing? Qui, ci concentriamo su cinque passaggi fondamentali per avviare il tuo business redditizio di affiliate marketing in modo rapido e semplice.

1. Scegliere la giusta rete di affiliazione

L’adattamento deve essere un giusto equilibrio tra te e il commerciante che beneficerà dei tuoi sforzi promozionali, o semplicemente non funzionerà. Il modo più semplice per iniziare con il marketing di affiliazione è selezionare una rete di affiliazione. Esistono molte reti di affiliazione, alcune delle quali sono legate a società note come Amazon, Google e Apple, mentre altre sono specializzate in tipi specifici di prodotti e servizi.
Potresti aver sentito parlare di ClickBank , una delle reti di affiliazione più vecchie e più famose. Una società da un miliardo di dollari, ClickBank è specializzata in prodotti digitali come e-book e software, nonché siti di appartenenza. Se sei a tuo agio nel vendere le informazioni e non vuoi che i problemi di gestione e amministrazione delle aziende “reali”, questo può essere un buon punto di partenza. Le sue commissioni possono essere molto diverse, dal 10% fino al 75%.
A volte, vale la pena dare un’occhiata a singoli imprenditori con ottimi prodotti, anche se dovresti prima controllarli e fare qualche ricerca. Gli imprenditori o le aziende possono eseguire il proprio programma di affiliazione ed è possibile inviare richiesta direttamente a loro per promuovere i loro prodotti e servizi. Infine, Amazon è sempre un’opzione in quanto puoi essere affiliato praticamente a qualsiasi tipo di prodotto fisico sulla loro rete.
Leggi anche: Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online – prima parte

2. Ricerca e selezione dei prodotti di affiliazione giusti

Una strategia di prodotto un must per i nuovi adepti dell’affiliate marketing. Idealmente, dovresti scegliere una nicchia con cui puoi fare soldi online e che ha molti venditori di prodotti. Questo ti darà un’ampia selezione di prodotti da offrire alla tua comunità online. Tuttavia, limitati a due o tre prodotti alla volta, in modo che diventi l’esperto che gli altri si rivolgono e si fidano quando raggiungono il loro portafoglio. Quando ti senti a tuo agio con il processo di affiliazione, puoi considerare sia nicchie specializzate (un esempio a caso, la pesca con la mosca) che ampie (ad esempio, la perdita di peso).
Non dimenticare di monitorare le tue metriche di marketing! Di solito sono forniti dal tuo merchant o dalla tua rete di affiliazione. In questo modo sarai in grado di sapere a quali prodotti il ​​tuo pubblico risponde e quali invece non generano profitti per la tua attività. Questo è particolarmente importante se si investe in pubblicità a pagamento per guidare il traffico e promuovere prodotti come affiliato. E’ necessario sapere quali campagne sono redditizie e quali stanno perdendo denaro. Ti consigliamo di monitorare continuamente il mercato per nuovi prodotti, rivedere e testare la promozione di tali prodotti al tuo pubblico per vedere quali rispondono e convertono.
Leggi anche: Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online – seconda parte

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Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online – seconda parte https://www.business.it/scegliere-nicchia-profittevole-business-online-seconda-parte/ Mon, 30 Apr 2018 14:52:37 +0000 https://www.business.it/?p=24166 Il successo di una nuova attività di business online dipende molto da quanto siamo focalizzati: in questo articolo ti ho spiegato il concetto di nicchia profittevole e perché è necessario concentrarsi solo su un segmento di pubblico se si vogliono ottenere risultati concreti. Dopo averti spiegato perché è importante scegliere una nicchia, in questa seconda… Leggi tutto »Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online – seconda parte

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Il successo di una nuova attività di business online dipende molto da quanto siamo focalizzati: in questo articolo ti ho spiegato il concetto di nicchia profittevole e perché è necessario concentrarsi solo su un segmento di pubblico se si vogliono ottenere risultati concreti. Dopo averti spiegato perché è importante scegliere una nicchia, in questa seconda parte dell’articolo ti spiego come arrivare a selezionare la nicchia n° 1 per te, cioè quella potenzialmente più profittevole.

nicchia profittevole come sceglierlaRestringere la tua nicchia al numero 1

Per ciascun argomento di nicchia, procederai come indicato di seguito. E per aiutare a illustrare questi passaggi, ho intenzione di camminare attraverso il processo che ha utilizzato un mio ex collega, utilizzando la nicchia dello yoga come esempio.

1. Fai una ricerca su Google di parole chiave correlate alla tua nicchia.

Cerca l’argomento generale e gli aspetti più specifici di quella nicchia. Nel nostro esempio dello yoga, è possibile cercare “yoga”, ma anche “video yoga”, “pantaloni yoga” e “corso yoga”. Stai cercando una pagina di risultati di ricerca affidabile. Siti web dedicati all’argomento, articoli scritti sull’argomento, blog … e, ovviamente, altre attività online in quella nicchia. La concorrenza è una buona cosa: significa che c’è un mercato interessato e pronto ad acquistare. Se non trovi molti risultati per il tuo argomento, probabilmente non ci sono molti potenziali clienti online. Non commettere l’errore di pensare: “nessun altro lo fa, quindi dominerò il mercato”. La realtà è nel 99,99% dei casi, se nessun altro lo fa, è perché non ci sono soldi da fare.

2. Fai una ricerca per parole chiave.

Ci sono diversi servizi per ricercare parole chiave. Ma se vuoi andare alla fonte devi utilizzare lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google AdWords. È gratuito anche se devi registrarti ad AdWords se non lo hai già fatto. Lì cerchi le stesse parole chiave. Se vedi oltre 10.000 ricerche al mese per la tua parola chiave “principale” e 50.000 totali per le altre parole chiave correlate ma più specifiche che di solito sono un buon indicatore di una nicchia di business online vincente. Nel mio esempio, “yoga” ha prodotto 1,2 milioni di ricerche, “yoga pants” – 368.000, “video yoga” – 49.500 e “corso di yoga” – 1.200. Questi sono buoni numeri. C’è un mercato abbastanza grande per la mia nicchia. Google Adwords è inoltre un ottimo modo per pubblicizzare e far crescere la tua attività.

3. Controlla Amazon

Anche Amazon è un ottimo strumento di ricerca: basta resistere all’impulso di acquistare qualcosa durante la scansione del sito!. Qui dovrai cercare le stesse parole chiave, così come altre relative alla tua nicchia. Quando ho cercato termini relativi allo yoga, ho trovato un sacco di risultati. Migliaia di prodotti per lo yoga, dai DVD didattici ai tappetini per lo yoga ai vestiti per lo yoga. È un altro grande indicatore che un business dello yoga funzionerà bene. Amazon è anche un ottimo posto per guadagnare denaro vendendo i tuoi libri digitali. Un altro modo più tradizionale per farlo è quello di andare in un negozio di libri o riviste. Se ci sono pubblicazioni che coprono la tua nicchia, probabilmente c’è un potenziale di profitto in quel mercato.

4. Vai sui siti di affiliate marketing

Vai su siti di affiliate marketing come ad esempio Clickbank.com. Questo particolare sito è specializzato in prodotti informativi come ebook. Ma ci sono molti altri siti di affiliate marketing, come ad esempio Affiliaxe.com Fai una ricerca per la tua nicchia. Se ci sono molti prodotti disponibili, significa che esiste un mercato pronto. Come bonus, sai di avere una fonte per alcuni dei primi prodotti che puoi vendere con la tua avventura online. Come affiliato promuoverai i prodotti e riceverai una commissione per ogni vendita. È un ottimo modo per avviare la tua attività su Internet perché non devi perdere tempo a creare i tuoi prodotti. Ancora una volta, può sembrare controproduttivo avviare un’impresa in una nicchia che ha molta concorrenza. Ma avere così tante altre aziende significa che c’è un grande mercato di clienti pronti ad acquistare prodotti in quella nicchia.

Scegliere la nicchia online: passi successivi

Scegliere una nicchia può richiedere un grande sforzo. Ma ne vale la pena visto che stai gettando le basi per un business online redditizio e redditizio. Ora inizia il vero lavoro. È giunto il momento di lanciare quell’attività ordinando i tuoi prodotti e iniziando le tue campagne di marketing. Avere una nicchia chiara rende questo processo molto più semplice e molto più redditizio. Una volta che hai scelto un mercato di nicchia e hai i tuoi prodotti o prodotti di affiliazione da vendere, dovrai iniziare a costruire il tuo pubblico e guadagnare con il tuo nuovo mercato di nicchia. Ne riparleremo presto.
Leggi la prima parte: Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online

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Come scegliere una nicchia redditizia per il tuo business online – prima parte https://www.business.it/come-scegliere-nicchia-redditizia-business-online/ Sun, 29 Apr 2018 16:30:17 +0000 https://www.business.it/?p=24124 Hai deciso di avviare un’attività online? Questo è un grande primo passo verso la tua libertà finanziaria. Come imprenditore di internet, anche se i tempi non sono più quelli pionieristici del “far west del web” di inizio anni 2000, puoi ancora sperare di “cambiare il tuo destino”, raggiungendo un reddito elevato, godendo di un programma flessibile e… Leggi tutto »Come scegliere una nicchia redditizia per il tuo business online – prima parte

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Hai deciso di avviare un’attività online? Questo è un grande primo passo verso la tua libertà finanziaria. Come imprenditore di internet, anche se i tempi non sono più quelli pionieristici del “far west del web” di inizio anni 2000, puoi ancora sperare di “cambiare il tuo destino”, raggiungendo un reddito elevato, godendo di un programma flessibile e di un ideale equilibrio tra lavoro e vita privata. Uno dei primi passi per diventare un imprenditore Internet di successo con un business online redditizio è quello di scegliere una nicchia.

Che cos’è una nicchia

Essenzialmente, una nicchia è l’industria in cui ti troverai e i tipi di prodotti che venderai: è ciò in cui sei specializzato. Ad esempio, Tony Robbins, noto imprenditore web americano, è nella nicchia dello sviluppo personale. Molti altri, e non solo in USA, sono attivi nella nicchia della guarigione e della nutrizione naturali. In forte ascesa anche chi sta presidiando la nicchia della pianificazione finanziaria, con l’esplosione delle criptovalute. Ci sono migliaia e migliaia di nicchie da monetizzare. Ci sono persone che aiutano i propri clienti a eliminare il debito personale e ad adottare migliori abitudini finanziarie. Quella della perdita di peso, ad esempio, è una nicchia enorme. Ma ci sono anche: coltivazione di pomodori, integratori, ottenere il massimo dalla tua vacanza Disney, imparare a suonare il pianoforte: insomma, la lista è infinita.
La chiave è che devi concentrarti su uno specifico mercato che puoi servire, più e più volte, piuttosto che disperdere energie e risorse cercando di operare in più mercati di nicchia. Non tutte le nicchie fanno per un business online redditizio. E non tutte ti attireranno. In questo articolo imparerai come abbinare una delle tue passioni o interessi nella vita con un’attività Internet per fare soldi.

come scegliere una nicchia per creare un business onlinePerché devi scegliere una nicchia online

Scegliere una nicchia ha molti vantaggi. Essere focalizzati su un’area ti consente di concentrare i tuoi sforzi in una direzione. Sai cosa attrae il tuo pubblico specifico, come affrontare i desideri del tuo pubblico con marketing, con quello che gli americani definiscono il “laser-focus” in modo che siano più propensi ad acquistare. Allo stesso tempo, costruisci per te lo status di esperto, che accelera il processo dei tuoi potenziali clienti che arrivano a sapere, come e fidarsi di te. Questo è essenziale per trasformare i potenziali clienti in clienti paganti. Un errore comune tra gli imprenditori online in erba è credere che un sito web che offre un’ampia varietà di prodotti, sull’esempio di Amazon, sia la strada da percorrere. A prima vista, ha senso. Se hai prodotti e servizi che almeno qualcuno sul mercato è disposto ad acquistare, non puoi sbagliare, giusto? Sbagliato.
Innanzitutto, non hai il budget iniziale che ha avuto una Amazon (e anche se lo avessi, ti consiglierei di scegliere un’attività diversa). Quindi, se hai 100 diversi tipi di prodotti sul tuo sito, come farai pubblicità? Non potrai permetterti il tempo e i soldi necessari per pubblicare annunci pubblicitari, creare campagne di email marketing, ottimizzare le pagine web per la SEO e altro ancora per tanti argomenti diversi. In secondo luogo, sarai semplicemente sopraffatto, cercando di tenere traccia di tanti aspetti della tua attività: sei “un’operazione da una sola persona”. Infine, se ci si concentra su una sola nicchia, è possibile continuare a vendere agli stessi clienti prodotti e servizi diversi nel tempo, aumentando la quantità di denaro da ogni nuovo cliente. Piuttosto che cercare costantemente di inseguire nuovi clienti per tutto il tempo, puoi dedicare più tempo a vendere ai tuoi clienti esistenti, il che è molto più facile da fare.
La grande notizia è che concentrandoti su una nicchia i costi di avvio saranno inferiori e la tua strada verso il successo sarà molto più veloce. Avrai anche meno rischi. E se la nicchia non funziona, puoi passare facilmente ad un’altra. Anche se ti concentri su una nicchia, ciò non significa che la tua attività non possa crescere. Si inizia in piccolo e poi, una volta che hai una strategia di marketing comprovata, vendi sempre più prodotti di nicchia. Quindi aggiungi altri prodotti simili. E questo significa più vendite. Se vuoi sviluppare ulteriormente la tua attività, potresti entrare in altre nicchie e ricominciare la procedura.

Come scegliere la tua nicchia – Ricerca, ricerca, ricerca

Quindi ora capisci perché scegliere una nicchia è così importante? Ora vedremo come si individua e quale nicchia è giusta per te in base ai tuoi interessi e alla domanda nel mercato.
1. Il primo passo è fare una lista di possibili idee per la tua azienda. Non impazzire a fare analisi o a pensare troppo a questo aspetto. Ad ogni modo consiglio sempre di portare un taccuino in giro per annotare idee, non si sa mai quando l’ispirazione colpirà.  Potete anche utilizzare la funzione di memo vocale sullo smartphone, se preferite. Qui ci sono delle domande da porsi mentre attraversi questo processo di brainstorming.

  • Di quale nicchia sei cliente?
  • Quali sono le tue più grandi passioni e interessi nella vita?
  • Quali sono i tuoi hobby?
  • Se potessi avere un business da sogno, quale sarebbe?
  • Hai precedenti esperienze lavorative che potrebbero potenzialmente trasformarsi in un’azienda?

Annota qualsiasi cosa ti venga in mente. Stiamo andando a restringere la lista in un attimo.
2. Ora sceglierai le tue cinque migliori nicchie. Concentrati sulle idee che apprezzeresti di più come attività. Ricorda che stai per riversare il tuo cuore e la tua anima in questa nuova avventura in modo da scegliere un argomento che ti appassiona. Se non ti piace l’argomento, non sarai motivato a lavorare sodo per renderlo un successo.
3. Una volta che hai i tuoi primi cinque è il momento di guardarli da vicino e determinare se esiste un potenziale di profitto. La maggior parte della tua ricerca può essere fatta online. Una volta che hai trovato una nicchia di cui sei sia appassionato e che ha un potenziale di profitto, sei pronto per andare avanti e iniziare a fare soldi su Internet. (segue)
Leggi la seconda parte: Scegliere una nicchia profittevole per il tuo business online

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Come costruire la presenza online della tua azienda https://www.business.it/come-costruire-presenza-online-azienda/ Fri, 27 Apr 2018 16:30:19 +0000 https://www.business.it/?p=24055 Oggi non puoi evitarlo Non importa quale attività tu stia avviando in questi giorni, devi avere una presenza online per avere successo. In ogni settore e in ogni nicchia, indipendentemente dal prodotto che vendi o dai servizi che offri, indipendentemente dal fatto che la tua attività sia commerciale o completamente online: i clienti ed i potenziali… Leggi tutto »Come costruire la presenza online della tua azienda

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Oggi non puoi evitarlo Non importa quale attività tu stia avviando in questi giorni, devi avere una presenza online per avere successo. In ogni settore e in ogni nicchia, indipendentemente dal prodotto che vendi o dai servizi che offri, indipendentemente dal fatto che la tua attività sia commerciale o completamente online: i clienti ed i potenziali clienti devono essere in grado di trovarti online. Ti stanno già cercando, quindi assicurati di non “nasconderti”. La verità è che le persone sono su Internet più che mai in questi giorni, per lavoro e divertimento. Ci sono 290 milioni di utenti Internet solo negli Stati Uniti, mentre in Italia sono ben 43 milioni. Mentre navigano sul web cercano prodotti e servizi e sempre più spesso li acquistano. Come imprenditore, sai che la regola numero uno del business è andare dove si trova il cliente. Ciò significa che devi creare una presenza online efficace. La buona notizia è che oggi non devi necessariamente essere un esperto di web marketing o un programmatore o ancora assumere qualcuno che è estremamente costoso (almeno, non subito in fase di avvio), per essere notato su Internet e portare più persone al tuo negozio offline o al tuo negozio di e-commerce. Esistono alcune strategie semplici ma molto efficaci che puoi implementare rapidamente e facilmente per aumentare la tua presenza online, generare più lead e vendere di più, con conseguenti maggiori profitti. E tutte queste tecniche sono anche gratuite. Ciò rende il ritorno sull’investimento ideale. Se hai già provato a creare una presenza online e non ha funzionato o questa è la tua prima volta, dovresti provare le seguenti strategie. Non tutto funzionerà per qualsiasi tipologia di azienda. Ma una volta trovato il giusto mix per il tuo mercato di riferimento, ti metterà sulla strada del successo del business online. L’importante, adesso, è che inizi.

seo per strategia di presenza online di un'aziendaCreare un sito web o blog

Come azienda, hai bisogno di un negozio online. Pensalo come un immobile virtuale. Il tuo sito web o blog è il luogo in cui puoi raccontare di te stesso e della tua attività a potenziali clienti e a clienti già acquisiti del tuo prodotto o del tuo servizio.
Il tuo obiettivo finale è convincerli a comprare, sia sul tuo sito di e-commerce o sia che vengano a visitare il tuo negozio del mondo reale. Per lo meno, vuoi tenerli impegnati e desiderosi di saperne di più sulla tua attività. Per farlo devi avere una “copia” convincente sul tuo sito, deve creare desiderio ed ispirare fiducia. Una buona idea anche una pagina “opt in”. Potresti averne già vista una prima. Sostanzialmente dai qualcosa, come un report gratuito, per incentivare le persone a fornirti il ​​loro indirizzo email. Una volta che hai quell’indirizzo, puoi inviare ulteriori informazioni per tenerli impegnati (il cosiddetto “engagement”) con la tua attività.

Costruisci il tuo SEO

Per essere onesti, puoi avere il miglior sito web del mondo, con il copy di marketing più avvincente ma senza un’efficace ottimizzazione per i motori di ricerca tutto il tuo lavoro per costruire una presenza online non andrà da nessuna parte. Ecco l’accordo: ci sono più un miliardo di siti web su internet. Quindi ci vuole un gran lavoro per far risaltare il tuo sito. Ecco dove entra in gioco la SEO. Pubblicando regolarmente contenuti utili che hanno a che fare con la tua nicchia e utilizzando parole chiave specifiche per il tipo di attività in cui ti trovi, puoi aumentare le classifiche nei motori di ricerca. In questo modo, quando le persone cercano parole e frasi correlate alla tua attività, il tuo sito web (magari anche il tuo indirizzo fisico e il numero di telefono, se sei un negozio offline) sarà in alto nella pagina dei risultati.
La maggior parte delle persone non va oltre la prima pagina dei risultati di ricerca. Quindi è fondamentale tenere sempre presente la SEO mentre crei e aggiungi contenuti al tuo sito web. Di gran lunga il motore di ricerca numero uno è Google. Mantieni Google felice e sarai felice.

Vai sui social media

Più della metà della popolazione mondiale è online in questi giorni. E un buon numero di loro utilizza reti di social media e servizi come Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, LinkedIn e altri networks. Queste piattaforme sono diventate un canale di marketing sempre più importante per le aziende offline e online. Quindi sono diventati una parte vitale della costruzione di una presenza online. Le persone vogliono semplicemente interagire con i marchi e con le aziende che stanno dietro a questi marchi e i social media sono un modo semplice per farlo. Quindi assicurati di far parte della conversazione.
Crea una pagina Facebook per la tua attività e pubblica spesso (cose come lanci di prodotti, vendite, informazioni utili, ecc.). Realizza semplici video di YouTube che mostrano te e i tuoi prodotti. Puoi persino usare il tuo smartphone. Puoi fare video esplicativi, tutorial o qualsiasi altra cosa ti piacerebbe davvero. Dai un’occhiata ai tuoi concorrenti per l’ispirazione.
È importante che tutti i tuoi sforzi sui social media per rafforzare la tua presenza online siano coordinati. Assicurati che ciò che dici in un video di YouTube corrisponda a ciò che hai postato su Twitter. Dovresti anche collegare i social tra di loro. Ad esempio, i tuoi post di Facebook dovrebbero rimandare al tuo sito web. Potresti, ad esempio, avere post su Twitter e Facebook collegati al tuo nuovo video di YouTube.

Partecipa alla “Community”

Una tattica decisiva per aumentare la presenza online della tua azienda è legata all’essere attivi sui social media ma abbastanza diversi da meritare attenzione.
Quasi ogni nicchia o tipo di prodotto ha una propria comunità online in cui le persone si riuniscono per discutere di notizie, tendenze, nuovi prodotti e altro ancora. Ci sono forum, blog, gruppi di Facebook e altri luoghi online dove ci sono queste discussioni e dovresti esserci anche tu.
Ma non puoi semplicemente unirti a un forum e pubblicare un link al tuo sito web. Inizia lentamente, partecipa a una conversazione, offri la tua opinione. Condividi consigli utili, non essere invadente, non fare spam per vendere.
Col tempo la tua reputazione crescerà. La gente verrà a conoscerti come fonte attendibile. A quel punto potrai indirizzarli indirizzarli al tuo sito web, al tuo blog o alla tua pagina Facebook per ottenere maggiori informazioni.

Cosa fare dopo

Alcune cose da ricordare quando crei la tua presenza online per il tuo business. Sii strategico, sii coerente e tieni traccia dei tuoi sforzi in modo da sapere cosa funziona e cosa no.
Per assicurarti di avere un impatto duraturo devi anche essere coerente nel tuo messaggio e fornire valore. E ricorda, questo processo non accadrà durante la notte: costruire una presenza online efficace richiede tempo. Ma gli effetti positivi sulla redditività della vostra azienda valgono lo sforzo necessario.
Leggi anche: Fare business online: 4 modi per attirare clienti con l’outbound marketing

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Italy RestartsUP in London, ecco le 40 startup italiane che parteciperanno https://www.business.it/italy-restartsup-london-le-40-startup-italiane-parteciperanno/ Fri, 27 Apr 2018 14:00:15 +0000 https://www.business.it/?p=24005 Manca poco alla prima edizione di Italy RestartsUP in London, l’esordio di SMAU oltremanica. Il 2, 3 e 4 maggio saranno 40 le startup italiane che si metteranno sotto i riflettori internazionali con l’obiettivo di creare nuove connessioni, favorire l’avvio di nuove partnership e relazioni commerciali con l’ecosistema dell’innovazione Londinese. Il modello è quello dell’Open Innovation,… Leggi tutto »Italy RestartsUP in London, ecco le 40 startup italiane che parteciperanno

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Manca poco alla prima edizione di Italy RestartsUP in London, l’esordio di SMAU oltremanica. Il 2, 3 e 4 maggio saranno 40 le startup italiane che si metteranno sotto i riflettori internazionali con l’obiettivo di creare nuove connessioni, favorire l’avvio di nuove partnership e relazioni commerciali con l’ecosistema dell’innovazione Londinese. Il modello è quello dell’Open Innovation, favorendo quindi l’incontro e lo scambio con imprese londinesi aperte all’innovazione proveniente dall’esterno e fortemente interessate ad entrare in contatto con l’innovazione Made in Italy e con realtà, come incubatori e acceleratori dell’innovazione, che svolgono un ruolo di “ponte” tra le startup e le imprese mature che hanno sede a Londra.

Il Made in Italy protagonista a Londra

Protagoniste a Londra le 40 startup italiane selezionate per presentare i propri prodotti e servizi alle imprese londinesi all’interno della meeting area dell’ Old truman Brewery e all’interno delle sessioni in programma attraverso brevi pitch da 90 secondi. Le startup, attive soprattutto nei settori in cui c’è maggiore interesse da parte del mercato UK, come ad esempio Fintech, Life Science, Artificial Intelligence, Agrifood, Smart Manufacturing. provengono da tutta Italia e sono supportate dai rispettivi sistemi regionali dell’Innovazione: incubatori, acceleratori e agenzie per lo sviluppo del territorio che sostengono la nascita di nuove imprese e favorire il loro ingresso sui mercati nazionali ed internazionali. Le startup selezionate provengono da tutta Italia e in particolare da Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Sicilia e Veneto.

metodi-finanziamento-startupLe startup selezionate per Italy RestartsUP in London

Sono 8 le startup provenienti dalla Campania tra le quali ne ricordiamo alcune come Greentronics, startup che progetta, produce e distribuisce prodotti elettronici di potenza nel settore del risparmio energetico per sistemi di illuminazione e riscaldamento; Epochè, Startup che opera nel campo del Fashion-Tech che si propone di rivoluzionare l’esperienza d’uso degli appassionati di orologi e di moda. Quattro le startup provenienti dall’Emilia Romagna: Axyon.AI, Hopenly, Iooota e WeAR. Arrivano dalla Regione Liguria Cynomys, startup che fornisce sistemi integrati per il monitoraggio ambientale tramite reti di sensori IOT che funzionano 24/7 e inviano messaggi di allerta in caso di pericolo o quando i parametri misurati superano una soglia predefinita, Flairbit startup specializzata nella realizzazione di soluzioni software M2B e Industrial IoT, Healthtropy, startup che opera nel campo dell’informatica sanitaria e in particolare nell’applicazione degli standard di Health Information Exchange; VRLab, spin-off dell’Università di Genova, attiva nella ricerca e nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico basati sull’intelligenza artificiale;. Way V Lab, startup che sviluppa dispositivi di prossimità e tecnologie IoT per proporre ai clienti esperienze non convenzionali. La Regione Liguria sarà inoltre presente con due realtà: Digital Tree e incubatore specializzato nel fornire supporto  alle StartUp che hanno una focalizzazione su Intelligenza ArtificialeMachine Learning e Cognitive Computing, nel raggiungere il mercato ed affermarsi crescendo velocemente e innovation center che organizza attività formative per sviluppare competenze nel campo dell’innovazione e del Data Technology e percorsi specifici di Open Innovation per il settore pubblico e privato; FILSE SPA, l’istituto finanziario interno della Regione Liguria che gestisce una rete pubblica regionale di incubatori, fornendo una vasta gamma di servizi di incubazione innovativi integrati, che comprendono alloggi, tutoraggio, coaching, pianificazione aziendale, collegamenti tecnologici e supporto per l’internazionalizzazione. Dalla Sicilia saranno presenti Geofunction, Morpheos, Park Smart e Smartme.Io. Dal Veneto infine sarà presente una selezione di startup e fablab del territorio.
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Google: i suoi profitti rimbalzano al massimo storico https://www.business.it/google-i-suoi-profitti-rimbalzano-al-massimo-storico/ Fri, 27 Apr 2018 09:29:57 +0000 https://www.business.it/?p=24017 Il noto motore di ricerca, ancora una volta, si è rivelato essere l’azienda numero uno al mondo per raccolta pubblicitaria sul web. La società madre Alphabet Inc di Google ha registrato un aumento del profitto trimestrale, determinato da un’impennata della pubblicità sui cellulari e del suo famoso servizio di video di YouTube. La crescita della pubblicità… Leggi tutto »Google: i suoi profitti rimbalzano al massimo storico

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Il noto motore di ricerca, ancora una volta, si è rivelato essere l’azienda numero uno al mondo per raccolta pubblicitaria sul web. La società madre Alphabet Inc di Google ha registrato un aumento del profitto trimestrale, determinato da un’impennata della pubblicità sui cellulari e del suo famoso servizio di video di YouTube. La crescita della pubblicità in Internet fa bene ai conti di Google e della “casa madre” Alphabet, che annuncia profitti in crescita del 73% nei primi tre mesi dell’anno. 

Google, che domina la pubblicità online, continua a prosperare tra le crescenti minacce di regolamentazione a Washington e una più ampia reazione contraria alla Silicon Valley e una diffusa raccolta di dati. Il titolo della società è rimbalzato nell’ultima settimana, quando le prime indiscrezioni hanno fatto capire che la trimestrale sarebbe andata bene.

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Google profitti record 

Google apre il periodo delle trimestrali hi-tech con risultati molto positivi. Nel primo trimestre, l’utile netto dell’azienda madre di Google Alphabet è cresciuto del 73%, per un totale di circa 9,4 miliardi di dollari. I ricavi sono aumentati del 26% a $ 31,15 miliardi da $ 24,75 miliardi dell’anno scorso, superando le stime degli analisti. Le scorte di Alphabet sono aumentate di quasi l’1 per cento nel trading post-vendita.

I risultati sono superiori alle attese degli analisti, che guardavano con timore agli investimenti della società ad esempio nelle “nuvole web” dove trasferire i dati (cloud computing). Dimostrano peraltro che le norme sulla riservatezza dei navigatori, più stringenti ad esempio in Europa, non producono ancora effetti negativi sul bilancio. Il titolo ha reagito senza particolare enfasi: dopo un iniziale momento di euforia, è tornato ai livelli precedenti con rapidità, sintomo che gli investitori vivono con cautela l’enorme attenzione alla privacy che contraddistingue il periodo.

Da un lato il tornado che ha investito Facebook (anche Google basa il proprio business sulla raccolta dei dati, ma per il momento non si segnalano leak di particolare gravità), dall’altro l’arrivo del GDPR europeo che potrebbe – il condizionale è d’obbligo – avere un peso su un’azienda che lavora sui big data e detiene il 31% del mercato pubblicitario. Ebbene i conti trimestrali di Google hanno dimostrato che il colosso del web è capace di battere anche i timori degli esperti.

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La crescita di Google

Monica Peart, senior director of forecasting di eMarketer, ha detto che la crescita della pubblicità di Google è guidata dai cambiamenti dei consumatori verso i dispositivi mobili, che Google ha spostato per catturare, così come il successo della pubblicità e dei servizi di abbonamento per YouTube, la piattaforma video che appartiene a Google.

YouTube è stata la fonte di crescita travagliata per Google. Il popolare servizio di video-streaming ha anche attirato l’attenzione per l’emergere di contenuti discutibili ed estremisti, nonché per potenziali violazioni della privacy dei minori online. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha affermato che la società rimane concentrata sull’assicurare che YouTube “rimanga una piattaforma sicura con ottimi contenuti”, aggiungendo che il servizio sta “combattendo in modo aggressivo contenuti che violano le nostre severe policy”. Ha detto che YouTube ha rimosso 6 milioni di video lo scorso trimestre individuati per primi dagli strumenti di apprendimento automatico, aggiungendo che oltre il 75% di essi sono stati rimossi prima di ricevere una singola visualizzazione.

Gli ottimi conti trimestrali di Google alimentano le previsioni degli analisti sul futuro. Secondo un’indagine che è stata condotta da eMarketer, Google entro il 2018 potrebbe avere una quota di mercato pari al 31,7%. Si tratterebbe di un risultato eccezionale che confermerebbe ancora di più Alphabet come leader mondiale del settore pubblicità online. Insomma ci sono almeno due buone ragioni per comprare azioni Alphabet e comunque investire sulle azioni Google attraverso gli strumenti derivati come il trading di CFD. Il primo motivo riguarda il passato ossia i conti del primo trimestre 2018 mentre il secondo motivo riguarda il futuro ossia le previsioni sull’andamento della società nella parte restante dell’esercizio 2018. 

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Fare business online: 4 modi per attirare clienti con l'outbound marketing https://www.business.it/fare-business-online-4-modi-attirare-clienti-outbound-marketing/ Thu, 26 Apr 2018 17:30:29 +0000 https://www.business.it/?p=23955 Nel mondo del business online di oggi, è molto più comune sentire gli esperti magnificare i benefici del marketing inbound piuttosto che dell’outbound marketing. Mentre il marketing inbound si concentra principalmente sulla creazione e promozione di contenuti di qualità per incentivare il traffico dei clienti, l’outbound marketing è spesso associato a più tradizionali – alcuni direbbero “datate” – tattiche… Leggi tutto »Fare business online: 4 modi per attirare clienti con l'outbound marketing

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Nel mondo del business online di oggi, è molto più comune sentire gli esperti magnificare i benefici del marketing inbound piuttosto che dell’outbound marketing. Mentre il marketing inbound si concentra principalmente sulla creazione e promozione di contenuti di qualità per incentivare il traffico dei clienti, l’outbound marketing è spesso associato a più tradizionali – alcuni direbbero “datate” – tattiche di marketing come ad esempio la posta diretta e le chiamate “a freddo”. In effetti, tradizionali o meno, i vantaggi dell’outbound marketing sono numerosi. Ecco quattro modi innovativi per sfruttare il suo potere e mettere l’outbound marketing a lavorare davvero per il tuo business.

Uplead

Uplead è una piattaforma di generazione di lead che mira a collegare i team di marketing e vendita B2B con oltre 30 milioni di decision maker nelle aziende di tutto il mondo. Gli utenti possono cercare il database di Uplead utilizzando variabili come l’industria, le dimensioni dell’azienda, le tecnologie utilizzate e altro ancora. Ciò che rende Uplead più utile di strumenti di generazione di lead simili è la sua verifica dei dati in tempo reale. Ogni indirizzo e-mail selezionato nel database Uplead viene verificato prima di inviare un messaggio. Ciò risparmia tempo e sforzi preziosi per il marketing. Mai più frustranti email rimbalzate da account non validi, insomma.

directiqDirectIQ

Il valore di una campagna di email marketing ponderata non può essere sopravvalutato. Secondo Wordstream, l’email marketing è uno dei più potenti strumenti digitali per le aziende: gli utenti di e-mail, nonostante l’età “anziana” dello strumento, sono previsti in crescita di 254,7 milioni entro il 2020 con un ritorno di 44 dollari per ogni dollaro speso in email marketing. Ovviamente, ogni giorno vengono inviati miliardi di e-mail, il che potrebbe far sembrare che tutti gli addetti al marketing stiano scrivendo a casaccio i messaggi di posta elettronica, inviandoli alla cieca e siediti di fronte all’entrata delle entrate. Non è proprio il caso di farlo. Gli studi dimostrano che le campagne di marketing segmentate e curate godono di un open rate superiore del 14,31% rispetto alle campagne email non segmentate, secondo Mailchimp. In questo contesto, DirectIQ è uno dei migliori strumenti per creare campagne di automazione dell’email marketing. Queste strategie sono fondamentali per stare al passo con la concorrenza; infatti, EmailMonday segnala che il 49% degli intervistati ha affermato di utilizzare una qualche forma di automazione della posta elettronica. DirectIQ consente agli operatori di marketing di caricare un elenco di contatti, creare una campagna segmentata e segnalare metriche chiave come i destinatari contattati, il numero di consegne di successo e il geo-tracking.

Midroll

Midroll è una piattaforma di vendita pubblicitaria che consente agli operatori di marketing di acquistare pubblicità su centinaia di podcast di grande successo. Il mid-roll lavora a stretto contatto con host e produttori di podcast. In genere, l’host recapita messaggi pubblicitari personalmente e con le proprie parole. Ciò consente agli inserzionisti di sfruttare la fiducia e l’autorità che gli host di podcast hanno creato con il loro pubblico. Le tariffe pubblicitarie si basano sul numero di download che un podcast riceve e sono addebitate su base CPM (costo per mille). Le tariffe, sul mercato USA, variano in genere da 18 a 50 dollari CPM. Il marketing dei podcast consente un targeting specifico basato su dati demografici e interessi del pubblico. È possibile selezionare gli spettacoli che si desidera pubblicizzare su se stessi o mettersi nelle mani degli esperti di marketing podcast di Midroll. Disegneranno una campagna per te in base al budget e alle specifiche.

Close.io

Chiamare a freddo – sì, chiamare a freddo – è il trucco più vecchio del marketing, ma è una strategia ancora utilizzata dalla maggior parte delle aziende oggi. Anche se può sembrare strano passare al telefono nell’era odierna del marketing digitale, il retargeting tramite cold calling fa ancora parte delle strategie di vendita di molte aziende. Secondo RAIN Group Center for Sales Research, la chiamata a freddo è uno dei modi più efficaci per connettersi con i prospect tecnologici. Strumenti come Close.io sono risorse eccellenti per ottimizzare le fasi del processo, ad esempio lasciando messaggi vocali pre-registrati per risparmiare tempo, impostando integrazioni API, metriche e parametri di canalizzazione per cold calling, e-mail e rapporti complementari e altri metodi. Tali strumenti possono aiutarti a portare le strategie di chiamata a freddo al prossimo livello più produttivo di produttività.
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Facebook: più ricco che mai dopo Cambridge Analytica https://www.business.it/facebook-piu-ricco-che-mai-dopo-cambridge-analytica/ Thu, 26 Apr 2018 07:51:14 +0000 https://www.business.it/?p=23906 Se il suo modello di business è in discussione e le polemiche l’assediano, ben vengano discussioni e polemiche. Potrebbe essere questo il messaggio, tradotto in parole, delle cifre dell’ultimo bilancio trimestrale di Facebook: il re dei social network è volato oltre ogni attesa, dimostrando con la marcia di utili e fatturato che tra il dire… Leggi tutto »Facebook: più ricco che mai dopo Cambridge Analytica

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Se il suo modello di business è in discussione e le polemiche l’assediano, ben vengano discussioni e polemiche. Potrebbe essere questo il messaggio, tradotto in parole, delle cifre dell’ultimo bilancio trimestrale di Facebook: il re dei social network è volato oltre ogni attesa, dimostrando con la marcia di utili e fatturato che tra il dire – accuse di violazione della privacy e fake news ha guadagnato quasi 12 miliardi di dollari.

Il caso Cambridge Analytica rappresenta la più grande crisi di Facebook dalla sua nascita. Non essendoci al momento implicazioni giuridiche accertate si tratta di una crisi soprattutto d’immagine, che investe la percezione che utenti e non hanno del social network più grande del pianeta e del suo creatore. In sintesi l’errore di Zuckerberg è stato quello di aprire eccessivamente, fino al 2014, le API della piattaforma a sviluppatori indipendenti, che in alcuni casi hanno abusato di questa possibilità, arrivando a costruire profili da usare per finalità di marketing (anche politico), non consentiti dai termini di servizio. Ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato la multinazionale reagisce come un animale ferito, facendo una serie di scelte che stanno avendo conseguenze rilevanti su altre aziende dell’ecosistema e sugli utenti.

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I profitti di Facebook aumentano

L’ incubo di Facebook su Cambridge Analytica – in cui una società di dati britannica avrebbe divulgato informazioni illecite su milioni di utenti di Facebook – potrebbe aver scosso la società, ma  i profitti dell’azienda sembrano dire altro. Infatti, se guardiamo solo agli ultimi guadagni della società, si potrebbe effettivamente pensare che lo scandalo abbia aiutatoFacebook.

Per il momento la società non risente quindi dello scandalo iniziato con la rivelazione dell’utilizzo improprio dei dati personali di decine di milioni di utenti, anche se è troppo presto per vedere i risultati di una forte mobilitazione a livello mondiale contro le pratiche spregiudicate della società guidata da Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg.

Sono numeri da capogiro quelli annunciati da Facebook in occasione della pubblicazione dei risultati fiscali del primo trimestre del 2018: sarebbero 1,45 miliardi, infatti, gli utenti su base giornaliera del popolare social network. L’azienda in tale periodo è riuscita a fare registrare un fatturato totale di 11,97 miliardi di dollari (con un aumento del 49% rispetto all’anno precedente), dei quali 11,80 miliardi di dollari generati grazie alla pubblicità (+50% rispetto al medesimo periodo del 2017).

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Facendo eco alla sua testimonianza su Capitol Hillall’inizio di aprile, Zuckerberg ha osservato che Facebook ha “la responsabilità di mantenere la comunità al sicuro” e ha riconosciuto che la società non ha fatto abbastanza per impedire che gli strumenti di Facebook vengano dirottati. Ma “abbiamo anche la responsabilità di andare avanti”, ha detto. 

E su questo fronte, Facebook è più dominante che mai. Oltre ad aumentare le entrate di uno sconcertante 50 percento rispetto allo scorso anno, la crescita degli utenti è aumentata del 13 percento. E, nel caso in cui qualcuno fosse preoccupato che gli inserzionisti potrebbero lasciare Facebook per le preoccupazioni in corso, il COO Sheryl Sandberg ha confermato che la società non aveva osservato una “tendenza significativa” degli inserzionisti in partenza. Facebook ha inoltre reso noto che gli utenti su base mensile si aggirano intorno a 2,20 miliardi e che nel primo trimestre del 2018 il fatturato pubblicitario mobile ha rappresentato circa il 91% di quello totale.

Non ha nascosto la propria grande soddisfazione Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, il quale ci ha tenuto a precisare che nonostante le sfide importanti, nel 2018 la community e il business del social network sono partiti alla grande, aggiungendo che bisogna continuare a costruire nuovi strumenti per aiutare le persone a connettersi e “avvicinare il Mondo”.

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Mettersi in proprio: l'e-commerce è adatto alla tua attività? I pro e i contro https://www.business.it/mettersi-in-proprio-e-commerceadatto-tua-attivita/ Wed, 25 Apr 2018 20:44:27 +0000 https://www.business.it/?p=23895 L’e-commerce, o l’atto di vendita di beni o servizi online, ha ridisegnato il mercato moderno negli ultimi anni, ma questa nuova forma di commercio è dotata di una serie di vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali. È quindi importante che le aziende guardino al di là delle mode del momento e sviluppino le proprie prospettive sul vero… Leggi tutto »Mettersi in proprio: l'e-commerce è adatto alla tua attività? I pro e i contro

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L’e-commerce, o l’atto di vendita di beni o servizi online, ha ridisegnato il mercato moderno negli ultimi anni, ma questa nuova forma di commercio è dotata di una serie di vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali.
È quindi importante che le aziende guardino al di là delle mode del momento e sviluppino le proprie prospettive sul vero valore dell’e-commerce, per le imprese e per i consumatori. E’ infatti interessante notare che ci sono molti vantaggi per i consumatori che potrebbero effettivamente essere uno svantaggio per le imprese di commercio.
Tra i principali vantaggi per l’avvio di un’attività di e-commerce ci sono: l’eliminazione dei limiti geografici, si acquisiscono nuovi clienti con visibilità sui motori di ricerca, ci sono minori costi di manutenzione e affitto e maggiore capacità per merci e consegne, mentre gli svantaggi principali dell’avvio di un’attività di e-commerce includono perdere il contatto personale dei rivenditori fisici, ritardare la consegna di merci o servizi e limitare la disponibilità di merci in quanto alcune merci non possono essere vendute online.

e-commerce vantaggi e svantaggiPro: clienti in ogni parte del mondo

Internet può essere considerato uno degli aspetti più importanti della società moderna: governa ogni cosa, dalla propaganda politica all’istruzione superiore, al modo in cui conduciamo noi stessi e le nostre imprese. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che il passaggio dalla tua azienda a un modello di e-commerce possa comportare una grande quantità di vantaggi. Il più banale? Puoi avere clienti in ogni parte del mondo senza mai spostarti dal tuo ufficio.

Pro: relativamente semplice acquisire contatti

Oltre a eliminare la necessità di lunghe code nei negozi fisici, i siti di e-commerce consentono alle persone che non si trovano nelle principali aree urbane di accedere ai negozi situati a distanza. L’e-commerce, di conseguenza, apre nuovi mercati per la tua attività, permettendoti di sviluppare un nuovo modello di business in espansione, orientato alla tua base di consumatori. In particolare, un e-commerce che si basi su una buona ottimizzazione dei motori di ricerca per aumentare il traffico gratuito verso il sito, può permettere di acquisire un buon numero di contatti da trasformare poi in clienti.

Pro: minori costi fissi

Dal momento che elimina anche la necessità di un negozio fisico, la tua azienda può risparmiare denaro in affitto e manutenzione dell’immobile destinato ad ospitare l’attività. Inoltre, poiché non esiste un limite al numero di articoli che possono essere venduti online, le scorte del tuo negozio possono espandersi in modo esponenziale passando a un modello di e-commerce e il negozio può rimanere aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in modo che i consumatori possano sfogliare le tue merci tempo libero.
Grazie all’e-commerce, i consumatori possono anche acquistare beni digitali come album musicali, video o libri istantaneamente e i negozi possono ora vendere copie illimitate di questi oggetti digitali. Ciò riduce anche le spese per il personale dipendente perché non è più necessario avere dozzine di dipendenti a settimana sul posto per vendere album musicali, libri, prodotti di ogni genere.

Pro: nessuna limitazione di spazio

L’e-commerce consente inoltre alla tua azienda di crescere più facilmente rispetto ai rivenditori fisici in quanto non è vincolato da limitazioni fisiche come lo spazio per archiviare le scorte. Naturalmente, la logistica diventa più dura man mano che l’azienda cresce, ma si può anche migliorare la propria logistica con la scelta del fornitore di servizi logistici di terze parti.
Poiché l’imprenditore di e-commerce acquisisce le informazioni di contatto sotto forma di e-mail, l’invio di e-mail automatizzate e personalizzate è abbastanza semplice. Inoltre, queste metriche consentono una migliore personalizzazione del negozio utilizzando i cookie e altri metodi di monitoraggio del comportamento dei consumatori.

Pro: minori costi logistici

Poiché l’intera catena di fornitura può essere interconnessa con i sistemi di e-commerce b2b, l’approvvigionamento diventa più veloce, trasparente e più economico, e non è necessario gestire banconote o contanti, riducendo ulteriormente i costi e le opportunità di errori contabili.
Infine, l’e-commerce consente alla tua azienda di monitorare la logistica, che è la chiave per una società di e-commerce di successo , oltre a vendere merci a basso volume. Sebbene il retail tradizionale si concentri sullo stoccaggio di merci in rapido movimento, l’economia del commercio elettronico consente di includere nel catalogo prodotti in movimento lento e persino obsoleti.

Contro: percezione d’insicurezza

Anche se può sembrare che l’e-commerce sia la scelta perfetta per risolvere i tuoi problemi di business, ci sono ancora una serie di svantaggi nel passare dalla vendita in un luogo fisico all’utilizzo della vendita online. Molti consumatori preferiscono ancora visitare i negozi fisici per via del loro tocco personale e del rapporto che i clienti possono sviluppare con un punto vendita al dettaglio. Inoltre, molti clienti desiderano sperimentare il prodotto prima dell’acquisto, soprattutto quando si tratta di abbigliamento, ma l’e-commerce elimina quel lusso.
Anche i rischi legati alla sicurezza e alle carte di credito sono enormi quando si tratta di acquisti online: i consumatori corrono il rischio di frodi sull’identità e altri rischi poiché i loro dati personali vengono catturati dalle attività di e-commerce, mentre le aziende rischiano attacchi di phishing e altre forme di frodi; entrambi possono soffrire di frodi con carte di credito.
Di conseguenza, i consumatori temono anche la loro incapacità di identificare truffe e truffatori. Il che significa che il tuo sito web deve essere straordinariamente protetto e verificato per la maggior parte dei consumatori, che devono fidarsi ad utilizzarlo.

Contro: assenza di gratificazione immediata

Se lo shopping riguarda la gratificazione immediata, i consumatori vengono lasciati a mani vuote per un po ‘di tempo dopo aver effettuato un acquisto su un sito di e-commerce poiché spesso devono pagare di più per la spedizione accelerata o aspettare diversi giorni mentre il servizio postale fa il suo lavoro. Inoltre, se non sono soddisfatti del loro ordine, molti rivenditori di e-commerce devono emettere un rimborso, il che richiede che la tua azienda espanda le sue funzioni di logistica inversa, vale a dire la rispedizione di merci e il rimborso dei costi.

Contro: complicazioni fiscali se si vende all’estero

Parlando di costi, c’è una molteplicità di regolamenti e tasse da prendere in considerazione con l’apertura di un negozio di e-commerce. E le autorità di regolamentazione non sono ancora chiare circa le implicazioni fiscali delle transazioni di e-commerce, che è particolarmente vero quando il venditore e l’acquirente si trovano in diversi territori.
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Marketing: idee pubblicitarie per la tua piccola impresa https://www.business.it/marketing-idee-pubblicitarie-piccola-impresa/ Tue, 24 Apr 2018 14:58:27 +0000 https://www.business.it/?p=23851 Il passaparola è un’eccellente pubblicità per le piccole imprese, ma è lento e potrebbe essere praticamente inesistente per le nuove imprese. Se vuoi far crescere la tua base di clienti più rapidamente, devi fare pubblicità. Questa raccolta di idee pubblicitarie per le piccole imprese presenta sia strumenti ampiamente sperimentati, sia cose che potresti non aver ancora… Leggi tutto »Marketing: idee pubblicitarie per la tua piccola impresa

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Il passaparola è un’eccellente pubblicità per le piccole imprese, ma è lento e potrebbe essere praticamente inesistente per le nuove imprese. Se vuoi far crescere la tua base di clienti più rapidamente, devi fare pubblicità. Questa raccolta di idee pubblicitarie per le piccole imprese presenta sia strumenti ampiamente sperimentati, sia cose che potresti non aver ancora provato: idee pubblicitarie per la tua piccola impresa per raggiungere efficacemente il tuo mercato di riferimento e attirare nuovi clienti.

pubblicità per piccole imprese su radio e tv localiStampati pubblicitari, flyer e biglietti da visita

La posta diretta può essere una pubblicità aziendale molto efficace e viene ricevuta in modo molto più favorevole rispetto ad altri media di marketing diretto, come la posta elettronica o il telemarketing. E anche se non hai una mailing list, puoi comunque geograficamente indirizzare la tua posta. Oppure puoi distribuire i tuoi stampati pubblicitari sotto forma di flyer, collocandoli in punti strategici della tua città che consentono questa forma di pubblicità. Poi ci sono i giornali locali: oltre agli annunci pubblicitari e agli inserti pubblicitari, offrono spesso speciali funzionalità pubblicitarie che mettono in mostra particolari attività commerciali, tutte potenti opportunità di pubblicità aziendale. Non trascurare i giornali specializzati nel tuo settore di attività, se esistono nella tua zona. Possono essere consegnati esattamente al pubblico che si desidera raggiungere. C’è parecchia differenza tra la pubblicità sul sito web di un giornale e nella sua edizione cartacea. Mentre gli annunci online possono essere meno costosi, puoi ottenere più ritorno a livello locale se pubblichi un annuncio nell’edizione cartacea letta da tutta la comunità. Non dimenticare di far stampare i biglietti da visita. Ogni volta che ne consegni uno a un potenziale cliente o cliente, stai pubblicizzando la tua piccola impresa
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Opportunità professionali e comunitarie

Ogni organizzazione professionale o aziendale offre opportunità pubblicitarie esclusive per i propri membri, che vanno dalla promozione gratuita sul sito web dell’organizzazione alla pubblicità su giornali specializzati. Aderire a un organizzazione professionale o ad un’associazione di categoria è una buona pubblicità per ogni piccola impresa. Non dimenticare le fiere come mezzo per ottenere la parola. Il motivo principale per partecipare a fiere è quello di essere visto e farsi conoscere. Mentre partecipare a grandi fiere può essere piuttosto costoso, ci sono molte più piccole opportunità che potrebbero funzionare bene per la tua azienda, dalle fiere realizzate da associazioni di imprese locali attraverso fiere focalizzate su particolari settori di mercato.
Unire le forze con altre aziende può aumentare notevolmente l’effetto della pubblicità e la portata del marketing. Inoltre, il coinvolgimento visibile e tangibile con la tua comunità è una buona mossa per le tue relazioni pubbliche: scegli un evento di beneficenza o un’associazione della tua comunità da coinvolgere, per mostrare che la tua azienda ha cura della sua comunità.

Forme di pubblicità non stampate per piccole imprese

Non puoi permetterti di passare in Tv prima della nuova edizione del Grande Fratello? Ci crediamo, quelli sono spazi pubblicitari costosissimi e alla portata di imprese dal grande budget marketing. Tuttavia, se nel tuo territorio di riferimento ci sono delle Tv locali, prova a contattarle e chiedi un preventivo: le televisioni locali hanno spesso programmi molto seguiti.
Restando nel locale, un altro media molto forte sono le radio: in Italia ci sono oltre 200 piccole radio locali che hanno comunque alcune migliaia di ascoltatori ogni giorno. Cerca quelle del tuo territorio e pensa ad un jingle radiofonico accattivante per acquisire potenziali clienti: devono ricordarselo anche “a radio spenta”. Assicurati che la tua attività sia elencata su siti web e directory che forniscono informazioni commerciali per la tua zona. Molti comuni, ad esempio, offrono elenchi di attività commerciali sui loro siti web o sui portali turistici delle città. Ovviamente, assicurati che anche la tua azienda abbia il proprio sito web. Se hai già una mailing list interna o sei in grado di svilupparne una, la pubblicità via email funziona ancora piuttosto bene, se gestita in modo professionale: con lo strumento della segmentazione oggi con l’email marketing puoi raggiungere gruppi specifici di clienti o anche singoli individui.

Pubblicità online specializzata per piccole imprese

eBay può essere un modo rapido ed economico per rendere i tuoi potenziali clienti consapevoli dei tuoi prodotti. Quando elencherai un articolo all’asta, pubblicizzerai la tua attività anche a chiunque visiti la scheda del tuo negozio eBay.
Se vendi servizi, invece, la faccenda è più complicata. Facebook è problematico per molti aspetti per chi vuol fare pubblicità, tuttavia è ancora il più grande pubblico di consumatori online: solo in Italia gli utenti attivi su Facebook ogni mese sono 30 milioni. Inoltre, la pubblicità su Facebook è relativamente poco costosa rispetto a molte altre opzioni e non devi essere bloccato in un contratto a lungo termine, basta pubblicare gli annunci come è necessario.

Prova idee diverse, pianifica e segui i risultati

Scegli alcune di queste idee pubblicitarie, concentra i tuoi sforzi su di esse e sarai in grado di far crescere la tua base di clienti molto più rapidamente di quanto faresti affidandoti al semplice passaparola. Come ogni tipo di marketing, ovviamente, la tua pubblicità aziendale sarà più efficace se pianifichi le campagne pubblicitarie e ne segui i risultati.
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Milano Startup Weekend 2018, l'evento dedicato a innovazione e imprenditorialità https://www.business.it/milano-startup-week-end-2018-levento-dedicato-innovazione-imprenditorialita/ Tue, 24 Apr 2018 10:00:32 +0000 https://www.business.it/?p=23753 Milano ancora una volta al centro quando si parla di innovazione e imprenditorialità. Dal 4 al 6 maggio 2018 infatti, il capoluogo lombardo sarà la location per Startup Weekend, l’evento dedicato agli appassionati di business, di marketing e comunicazione, di sviluppo web. Ad ospitare la Milano Startup Weekend 2018 sarà Cariplo Factory, negli spazi di Via Bergognone… Leggi tutto »Milano Startup Weekend 2018, l'evento dedicato a innovazione e imprenditorialità

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Milano ancora una volta al centro quando si parla di innovazione e imprenditorialità. Dal 4 al 6 maggio 2018 infatti, il capoluogo lombardo sarà la location per Startup Weekend, l’evento dedicato agli appassionati di business, di marketing e comunicazione, di sviluppo web. Ad ospitare la Milano Startup Weekend 2018 sarà Cariplo Factory, negli spazi di Via Bergognone angolo via Tortona nel cuore della città meneghina. Si tratterà di una 54 ore intensissima, in cui l’obiettivo sarà quello di far decollare le migliori idee di startup. Uno degli aspetti più interessanti e singolari dell’evento è la possibilità che viene data ai partecipanti di poter rimanere all’interno degli spazi di Cariplo Factory anche durante la notte per lavorare o riposare. Ad organizzare la Milano Startup Weekend 2018 sarà Techstars. Durante la tre giorni dell’evento verrà data la possibilità ai partecipanti di accedere a un network di sviluppatori, grafici e amanti del business, mettere alla prova le proprie competenze e sviluppare un’idea di business, interfacciarsi con mentor in incontri one-to-one, concorrere con altri team per accedere a tanti servizi che ti permetteranno nei prossimi mesi di realizzare davvero il tuo progetto. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quello che sarà il programma dei tre giorni.

Il programma della Milano Startup Weekend 2018

L’evento comincerà venerdì 4 maggio alle ore 18.00 e terminerà domenica 6 maggio con la selezione e premiazione dei team. Il programma della Milano Startup Weekend 2018 comincerà come detto venerdì con le procedure di accredito dei partecipanti. Alle 18.45 inizierà l’evento con uno speech di Augusto Coppola, Managing Director di Luiss Enlabs. A seguire il “Pitchfire” avrà inizio: chiunque intenda presentare avrà 60 secondi per dare il meglio di sé. Non ci saranno presentazioni PowerPoint, ma soltanto una presentazione al microfono. Una volta terminate le presentazioni, tutti i partecipanti potranno votare le loro idee preferite, e quelle migliori saranno sviluppate durante il resto del Weekend. Le squadre si formeranno e il lavoro avrà inizio. Sabato invece, I team lavoreranno tutto il giorno, con interruzioni per mangiare o ascoltare alcuni speech. I mentor saranno in circolazione per fornire consulenza in ambiti di loro competenza e potranno essere prenotati degli slot di 30 minuti. Domenica infine, Le squadre lavoreranno ininterrottamente dalla mattina fino alle 14.00 Termineranno il loro prodotto/prototipo e la presentazione. Dopo che tutti i giudici saranno arrivati inizieranno le presentazioni. Ogni squadra avrà 5 minuti più 2-3 minuti di domande da parte dei giudici. Al termine di questa fase, una giuria di investitori e imprenditori selezionerà i progetti e i team vincenti.
I premi sono stati scelti per fornire un supporto concreto ai progetti imprenditoriali anche successivamente all’evento: una postazione all’interno dello spazio di coworking di TIM WCAP Milano per 6 mesi; l’accesso alla formazione online su competente pratiche e digitali su Lacerba.io; un percorso di mentorship tailored made offerto da Tree con l’utilizzo di una piattaforma esclusiva lanciata nel 2018; consulenza e assistenza gratuita per le pratiche di costituzione della startup innovative offerta da Startup Legal; l’accesso gratuito all’edizione italiana di Campus Party , evento internazionale di 5 giorni sull’innovazione e creatività.

brainstorming-lavoro-tecnicaCos’è Techstars

Techstars fornisce l’accesso a decine di migliaia di Community Leader, fondatori, mentori, investitori e partner aziendali, consentendo agli imprenditori di accelerare il ritmo dell’innovazione e fare più velocemente. Techstars supporta ogni fase del percorso imprenditoriale – dallo sviluppo della comunità di base alle prime fasi a opportunità più formali che forniscono istruzione, esperienza, accelerazione, finanziamenti e oltre. I programmi di avvio di Techstars includono Startup Weekend, Startup Digest, Startup Next e Startup Week.
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Digital Agency, strategie e servizi di Keyformat spiegati dal Managing Director Viviana Bottalico https://www.business.it/digital-agency-web-marketing-managing-director-keyformat/ Tue, 24 Apr 2018 07:30:49 +0000 https://www.business.it/?p=23621 Viviana Bottalico ha un carattere determinato. È ben consapevole di ciò che può offrire ai suoi clienti per questo non ha paura di trasmettere quell’entusiasmo che serve per gestire e ampliare le esigenze di un’azienda, spianando la strada verso il successo. Dopo diversi anni nel settore del marketing, della produzione e dell’organizzazione, oggi Viviana è… Leggi tutto »Digital Agency, strategie e servizi di Keyformat spiegati dal Managing Director Viviana Bottalico

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Viviana Bottalico ha un carattere determinato. È ben consapevole di ciò che può offrire ai suoi clienti per questo non ha paura di trasmettere quell’entusiasmo che serve per gestire e ampliare le esigenze di un’azienda, spianando la strada verso il successo.

Dopo diversi anni nel settore del marketing, della produzione e dell’organizzazione, oggi Viviana è Managing Director presso Keyformat S.R.L.

Parlaci della tua carriera professionale: come sei arrivata a ricoprire il ruolo al vertice in Keyformat?

Ho diversi anni di esperienza in questo settore e in particolare nella coordinazione di clienti di grosse dimensioni. Ritengo di possedere il carattere giusto per cogliere le esigenze delle aziende e trasformarle in risultati.

In questi anni di strada ne ho fatta parecchia, sono sempre partita dal presupposto però che  “la scuola migliore è quella sul campo, imparando day by day, poiché sperimentando e talvolta sbagliando, s’impara”. Ma il primo step è la formazione, quella non può mancare.

La creatività, l’attitudine e le idee, spesso guidate dall’emozione e non dalla razionalità, sono quelle capaci di rimanere nel tempo e di fare ancora la differenza.

Infatti ai miei clienti voglio trasmettere emozioni, idee, obiettivi ed entusiasmo: voglio spronarli tanto quanto faccio con le persone che lavorano con me.

Quando ami il tuo lavoro è tutto più semplice!

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Keyformat si occupa di ADV, SEO e SOCIAL MEDIA. Cos’è che la differenzia dalle altre startup?

In realtà ho ereditato una società fondata nel 2014 con solo DNA SEO e web Analitycs, non posso considerarla una vera e propria start-up, ma ora sto cercando di stravolgere l’agenzia, portando freschezza, dinamicità, allargando il mio team e puntando particolarmente alla parte social che è uno dei fiori all’occhiello di Keyformat.

Il Business Model è quello di voler essere un’agenzia Data Driven Strategy, ecco la vera differenza.

Vogliamo proporre percorsi comunicativi, che hanno dimostrato di funzionare, per raggiungere gli obiettivi. Il business model di Keyformat si racchiude in tre macro aree: Intelligence&Strategy, Performance e Communication.

Credo che siamo in grado di definire strategie di Social Media Marketing su misura per aziende di ogni settore, mediante campagne mirate di social media advertising o classiche attività di community management.

Lavorare in un settore prettamente maschile come quello tecnologico: hai avuto problemi durante il tuo percorso lavorativo? Ti sei mai sentita discriminata?

É una realtà che questo settore sia percentualmente composto in maggioranza da uomini. Il nostro non è un contesto semplice per le giovani donne: spesso far arrivare anche solo le proprie idee non è complicato, ma non ne farei un discorso di maschilismo anche perchè a memoria, le lotte lavorative piu’ dure le ho combattute con donne.

Quindi alla domanda “Ti sei mai sentita discriminata”, rispondo sì: lo affermo oggi con un sorriso, ovvio, ma più forse da donne che dagli uomini.

A pensarci bene, alla fine, sono state proprio quelle donne da cui ho preso spunto: la loro tenacia, la loro determinazione nel credere fortemente nelle proprie idee (spesso vincenti) mi sono servite da incoraggiamento per riuscire ad affrontare questo mondo con una grinta che cresce giorno dopo giorno.

Le donne: quale valore possono dare in ambito tech?

Esistono ancora oggi dei pregiudizi difficili da abbattere. Basti solo pensare che nel fattore scelta, ad esempio, gli uomini sono molto più “sognatori” delle donne, mentre le donne sono più concrete, impiegando anche il 10% del tempo in meno rispetto agli uomini.

Uomini e donne in questo settore sono il giusto compromesso tra idee scelte, strategie e azione. Non si tratta di valore “aggiunto” ma solo di valore direi.

Partecipare ad eventi come Female Founders Dinner può contribuire ad incrementare l’uguaglianza di genere?

Non mi piace fare discorsi sessisti in genere, ma un evento come Female Founders Dinner trovo sia qualcosa di innovativo,  entusiasmante e coinvolgente.

L’evento ha saputo entusiasmarmi per la delicatezza, la capacità di ascolto e la massima attenzione (per non sbagliare neanche una parola) che uomini o donne hanno prestato nell’ascoltare la realtà sconosciuta che si sono ritrovati accanto.

É stata concretamente offerta l’opportunità di conoscere dal vivo ogni realtà, piccola o grande startup, di vedere gli occhi di chi racconta il proprio lavoro o racconta la propria idea. Tutto ciò è sano: è quello di cui abbiamo bisogno per ritrovare quell’entusiasmo che a volte perdiamo volutamente per strada perchè troppo concentrati a correre dietro ad un mercato che va più veloce di noi.

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viviana-bottalico-intervistaLa tua opinione sull’intelligenza artificiale nel lavoro: creerà nuovi ruoli o sostituirà definitivamente l’uomo?

Il panorama attuale rileva una crescente importanza dell’intelligenza artificiale.

Le aziende forse non hanno ancora acquisito la piena consapevolezza di quanto la tecnologia e le intelligenze artificiali possano aiutare il lavoro in azienda, in modo particolare nella gestione dei dati.

Detto ciò, mi piacerebbe se si riuscisse a trovare un giusto compromesso tra automazione e produzione, così da fare in modo che l’intelligenza artificiale non perda per strada la bravura e l’esperienza delle persone che lavorano nel settore da anni.

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I 10 tratti caratteriali del piccolo imprenditore di successo https://www.business.it/10-tratti-caratteriali-piccolo-imprenditore-successo/ Mon, 23 Apr 2018 16:09:42 +0000 https://www.business.it/?p=23716 Ci sono almeno un centinaio di caratteristiche e tratti di personalità che definiscono te o il tuo proprietario di piccola impresa di successo preferito. Quando si confrontano gli imprenditori dietro alle piccole imprese di successo, tuttavia, emergono una manciata di caratteristiche essenziali. Ecco alcuni dei tratti caratteriali più comuni e importanti che descrivono i proprietari di piccole… Leggi tutto »I 10 tratti caratteriali del piccolo imprenditore di successo

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Ci sono almeno un centinaio di caratteristiche e tratti di personalità che definiscono te o il tuo proprietario di piccola impresa di successo preferito. Quando si confrontano gli imprenditori dietro alle piccole imprese di successo, tuttavia, emergono una manciata di caratteristiche essenziali. Ecco alcuni dei tratti caratteriali più comuni e importanti che descrivono i proprietari di piccole imprese che hanno avviato attività di successo.

E’ capace di guidare

La maggior parte dei proprietari di piccole imprese sono spinti a riuscire: vogliono vedere crescere le loro attività, dalla startup agli affari consolidati. La capacità di guida è una caratteristica molto comune tra gli imprenditori di successo, perché avviare un’impresa può essere difficile e alcune sfide richiedono una quantità moderata di competitività, determinazione e motivazione.

E’ orientato all’obiettivo

La capacità di condurre e guidare un team può portare lontano un piccolo imprenditore, a patto che ci sia un obiettivo da raggiungere. Senza gli obiettivi e la capacità di concentrarsi sulle azioni richieste per raggiungerli, il successo può essere elusivo. Gli imprenditori di maggior successo impiegano diverso tempo per fissare gli obiettivi in ​​modo da avere chiarezza su dove stanno andando e su come intendono arrivare.

E’ fiducioso

La fiducia è un tratto caratteriale molto forte che può infondere senso di partecipazione nell’impresa, facilitare il rispetto e spesso portare ad un maggiore successo. I proprietari di business di maggior successo hanno una fiducia costante e tranquilla che non rasenta mai l’arroganza o l’egoismo.

E’ appassionato

Può essere molto difficile superare le sfide di avviare e gestire un’attività di successo senza una vera passione per il proprio lavoro. Alcuni dei proprietari di piccole imprese di maggior successo hanno sviluppato direttamente attività commerciali in base alle loro passioni o sono in grado di incorporare le cose che sono appassionate nell’operatività quotidiana delle loro attività.
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Sa creare un budget

Poiché una parte significativa del successo aziendale può essere correlata al successo finanziario, i proprietari di piccole imprese di maggior successo diventano molto esperti nel creare budget e ad attenervisi mentre gestiscono la propria azienda. Questa capacità di sapere quali fondi hai a disposizione, dove ridurre le spese e come prendere decisioni intelligenti quando si tratta di spesa spesso può determinare il successo di una piccola impresa.

E’ autosufficiente

Mentre la creazione e la gestione di una squadra può essere una parte importante di alcune piccole imprese, molti imprenditori di successo hanno anche una autosufficienza ben definita. La capacità di pensare e agire in modo indipendente, senza il contributo di altri, è una caratteristica molto comune tra i proprietari di piccole imprese di successo.

E’ umile

Molti imprenditori possono essere autosufficienti, ma quelli di maggior successo sono anche in grado di chiedere aiuto quando ne hanno bisogno, dare credito dove è dovuto il credito, ammettere quando hanno torto e accettare critiche costruttive. Questi piccoli imprenditori hanno la capacità di tenere i piedi per terra anche durante i lavori più soddisfacenti e non dimenticano mai da dove hanno iniziato.

E’ resiliente

Essere un piccolo imprenditore arriva con i suoi alti e bassi; ci sono vittorie, battute d’arresto , caos e acque calme. Gli imprenditori di maggior successo sono quelli che sono resilienti e in grado di riprendersi dopo una sfida inaspettata e di rialzarsi dopo aver affrontato una battuta d’arresto.

E’ focalizzato

Molti proprietari di piccole imprese gestiscono una vasta gamma di responsabilità nelle loro attività, indossando molti “cappelli” diversi durante il corso della giornata lavorativa. La capacità di bloccare le distrazioni e concentrarsi sul problema, sul compito o sull’obiettivo immediati e sul quadro più ampio può essere un tratto chiave in un imprenditore di successo.

E’ di larghe vedute

Mentre l’attenzione è una caratteristica importante che si riscontra nella maggior parte dei proprietari di piccole imprese di successo, è anche importante mantenere una mente aperta e considerare prospettive diverse. I proprietari di piccole imprese che sono disposti a prendere in considerazione idee alternative e provare nuovi processi potrebbero avere maggiori probabilità di raggiungere livelli significativi di successo.
Leggi anche: Come scrivere un business plan passo dopo passo

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Realtà Aumentata: la potenza dell’AR per rafforzare la propria immagine https://www.business.it/realta-aumentata-potenza-ar-rafforzare-propria-immagine/ Mon, 23 Apr 2018 11:14:25 +0000 https://www.business.it/?p=23664 La Realtà Aumentata, influenzerà le  strategie aziendali del 2018. L’unione di realtà aumentata e marketing apre nuove porte per la creazione e la mediazione dei contenuti. Grazie a questa nuova tecnologia è possibile mettere in scena i prodotti, collegare le informazioni digitali al mondo reale e rendere visibile quello che prima non lo era. La realtà aumentata… Leggi tutto »Realtà Aumentata: la potenza dell’AR per rafforzare la propria immagine

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La Realtà Aumentata, influenzerà le  strategie aziendali del 2018. L’unione di realtà aumentata e marketing apre nuove porte per la creazione e la mediazione dei contenuti. Grazie a questa nuova tecnologia è possibile mettere in scena i prodotti, collegare le informazioni digitali al mondo reale e rendere visibile quello che prima non lo era. La realtà aumentata offre un’esperienza comunicativa completamente nuova.

La realtà aumentata viene utilizzata nell’industria già da diversi anni. I settori in cui ha trovato maggiore applicazione sono l’ingegneria e il design fino ad arrivare negli ultimi tempi al settore delle vendite e al customer care. Nel corso degli anni sono state testate possibili funzionalità anche nel campo del marketing. Con l’applicazione della realtà aumentata i marketer riescono ad attirare l’attenzione degli utenti molto più rispetto ai tradizionali media come televisione, radio e stampa. Ciò avviene perché con questa tecnologia i contenuti vengono consumati in modo attivo.

Le aziende trovano nell’unione di realtà aumentata e marekting un nuovo mezzo di promozione potentissimo che permette agli utenti di usufruire di un enorme quantità di informazioni su qualunque prodotto in modo semplice, veloce e coinvolgente. Ecco dieci marchi che sfruttano la potenza di AR per rafforzare la propria immagine di marca e coinvolgere il pubblico di riferimento su un livello completamente nuovo.

realta-aumentata-marketingIkea

Gli acquirenti di mobili potrebbero preferire un comodino o un divano nello showroom, ma spesso si chiedono come potrebbe adattarsi al loro spazio abitativo esistente. Per risolvere questo problema per i consumatori, il rivenditore di mobili a basso costo IKEA ha introdotto un’applicazione AR per aiutare gli acquirenti di e-commerce a visualizzare come gli articoli potrebbero apparire nelle loro case durante gli acquisti online. Questo uso di AR ha semplificato il percorso del compratore per i clienti IKEA, poiché possono passare facilmente dalla visualizzazione degli articoli all’acquisto in pochi semplici passaggi.

Lacoste

La società francese di abbigliamento sportivo Lacoste ha recentemente ottenuto un primo successo in AR, combinando con successo la scansione dei prodotti 3D con la sua app AR. Quando si trovano all’interno di un punto vendita Lacoste, gli acquirenti poggiano il piede su un’area grafica AR designata e lo guardano attraverso il loro smartphone. L’app personalizzerà la dimensione della scarpa per mostrare come potrebbe apparire sul consumatore, oltre a visualizzare ulteriori dettagli utili del prodotto. L’app AR di Lacoste non ha solo arricchito l’esperienza di vendita al dettaglio, ma ha anche ridotto l’onere per il personale di vendita al dettaglio in negozio.

Tesco

Un marchio europeo di alimentari e di vendita al dettaglio di lunga data, Tesco utilizza AR per contribuire a modernizzare il proprio marchio e raggiungere i consumatori più giovani attraverso una partnership unica con Disney. Tesco ha sviluppato la sua app Tesco AR Discover, che ha permesso di dare vita ai prodotti a marchio Disney Frozen venduti nei negozi Tesco. I bambini e i loro genitori possono sfogliare un libro adesivo Frozen, ad esempio, e utilizzare l’app AR per sovrapporre i selfie dei bambini con i loro personaggi preferiti di Frozen. L’app Discover di Tesco ha aiutato a incrementare il traffico pedonale verso i punti vendita, aumentando la visibilità dei social media mentre i bambini condividevano i loro selfie su Instagram e Facebook.

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BIC Kids

La linea Kids di BIC è stata a lungo associata al divertimento e alla creatività, poiché hanno portato per generazioni prodotti come pastelli, penne e libri da colorare sul mercato consumer. E ciò che hanno fatto con AR è permesso ai bambini di prendere la loro arte e disegni basati su carta, e ha permesso loro di diventare ancora più creativi con la loro app DrawyBook AR. I bambini possono visualizzare i loro disegni tramite l’app per tablet AR e aggiungere colori, forme e personalizzazioni aggiuntive per dare vita alle loro opere d’arte. Il BIC DrawyBook è un ottimo esempio di come i brand possono sfruttare l’AR per creare esperienze ancora più divertenti e interattive per un pubblico più giovane.

MTV

Durante il loro recente spettacolo di premiazione musicale EMA a Londra lo scorso anno, MTV ha rilasciato un’app di AR che gli spettatori potevano usare mentre guardavano da casa. Durante alcune esibizioni, ad esempio, gli spettatori potrebbero sovrapporsi ai musicisti o visualizzare le animazioni e le animazioni MTV personalizzate correlate alla prestazione specifica. Arricchendo l’esperienza con oggetti 3D renderizzati con AR, MTV è stata in grado di adattare ulteriormente il suo marchio al segmento “Snapchat Generation” del suo pubblico.

New York Times

Grazie all’utilizzo innovativo dell’AR del New York Times, gli spettatori delle Olimpiadi invernali di quest’anno in Corea del Sud possono avvicinarsi ancora di più ad alcuni degli atleti più famosi che competono per gli Stati Uniti. L’app AR della NYT per le versioni più recenti di tablet e iPhone può essere utilizzata per visualizzare sport come il pattinaggio artistico e l’hockey su ghiaccio. Un pattinatore di stelle, ad esempio, potrebbe apparire sullo schermo per spiegare come esegue determinate manovre di pattinaggio allo spettatore mentre guardano l’evento dal vivo. L’app NYT AR mostra come la tecnologia potrebbe essere un punto di svolta per le società dei media e i marchi legati allo sport.

Patrono Tequila

Riconoscendo la natura tecnologicamente avanzata del suo target di consumatori, Patron Tequila ha recentemente sfruttato l’AR per fornire ai bevitori di tequila uno sguardo immersivo sulla storia del marchio Patron. L’app AR Patron per il sistema operativo iOS 11 di Apple consente ai consumatori di visualizzare la loro bottiglia preferita di tequila, per poi portarli in un tour virtuale della distilleria Patron a Jalisco, in Messico. Il tour della distilleria AR di Patron aiuta a soddisfare le esigenze dei consumatori più giovani, ma discriminanti, che si sforzano di connettersi con i marchi in base alla loro storia e alle loro origini.

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Cadbury

Lo scorso Natale, Cadbury ha utilizzato l’AR per dare vita alla stagione delle vacanze con il suo evento Advent Heroes. Cadbury ha distribuito ai consumatori speciali calendari Holiday Heroes, che dovevano essere utilizzati in combinazione con un’app AR sviluppata in collaborazione con Blippar. Ogni giorno, i consumatori possono visualizzare la data specifica sul loro calendario attraverso l’app ed essere ricompensati con divertenti esperienze AR come selfie a tema natalizio legati a cioccolatini, caramelle e altri prodotti correlati a Cadbury. Ciò ha aiutato le persone a rimanere impegnate con il marchio Cadbury ogni giorno del calendario dell’Avvento e ha aumentato la portata dei social media con una corrispondente campagna #cadvent su Instagram.

Converse

Un altro marchio di calzature che ha fatto la maggior parte dell’AR per un bel po ‘di tempo, Converse ha trovato un modo di utilizzare la tecnologia per arricchire l’esperienza del cliente e allo stesso tempo guidare le vendite dell’e-commerce. L’app Shoe Sampler Converse AR abilitata consente all’utente di puntare semplicemente un telefono o un tablet ai loro piedi da casa e vedere immediatamente come i diversi modelli e colori delle scarpe possano apparire in piedi. Ciò che rende Shoe Sampler così unico è che si integra perfettamente con la piattaforma di e-commerce di Converse, consentendo ai consumatori di andare dagli acquisti all’acquisto istantaneo.

Kate Spade

Un marchio di moda conosciuto per abbracciare le nuove tecnologie prima di molti dei suoi concorrenti, Kate Spade voleva un modo innovativo per generare buzz intorno all’apertura della sua prima sede in mattoni e malta a Parigi, in Francia l’anno scorso. Il risultato è stata un’app di AR chiamata My Little Paris Tapage, che porta gli utenti attraverso un tour virtuale a piedi a Parigi, combinato con divertenti sorprese abilitate all’AR come fenicotteri che appaiono lungo la Senna mentre i visitatori fanno il loro tour virtuale. L’uso di AR da parte di Kate Spade mette in evidenza la tendenza futura dell’utilizzo della tecnologia per aumentare la consapevolezza e il traffico pedonale verso i punti vendita fisici.

 

Questi sono solo alcuni degli esempi di come i marchi stanno sfruttando la potenza della Realtà Aumentata, raggiungendo i loro obbiettivi di marketing. Come per ogni strumento nel campo del marketing, anche con la realtà aumentata è necessario un progetto ben strutturato con contenuti mirati e interessanti. Questa tecnologia ottimizza particolarmente i risultati se applicata seguendo le strategie giuste, ottenendo così la partecipazione attiva degli utenti. Per questi motivi l’AR ha il potenziale di essere un vero e proprio punto di svolta nel marketing.

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Start-up: le domande da porsi prima di avviare un business https://www.business.it/start-up-domande-avviare-business/ Sat, 21 Apr 2018 13:19:16 +0000 https://www.business.it/?p=23554 Avviare un’impresa è eccitante e… spaventoso. Uno dei modi migliori per aumentare l’eccitazione e ridurre la paura è essere preparati. Se vuoi avviare una start-up, se da un lato è difficile pianificare tutte le possibilità e le sfide che possono verificarsi, puoi metterti sulla strada del successo considerando queste cinque domande prima di “saltare il fosso”… Leggi tutto »Start-up: le domande da porsi prima di avviare un business

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Avviare un’impresa è eccitante e… spaventoso. Uno dei modi migliori per aumentare l’eccitazione e ridurre la paura è essere preparati. Se vuoi avviare una start-up, se da un lato è difficile pianificare tutte le possibilità e le sfide che possono verificarsi, puoi metterti sulla strada del successo considerando queste cinque domande prima di “saltare il fosso” con entrambi i piedi.

Ho fissato degli obiettivi e ho un piano per raggiungerli?

Come dice il proverbio, “Colui che non riesce a pianificare, progetta di fallire”, e questo è particolarmente vero quando si avvia un’impresa. Senza una chiara idea di dove vuoi andare e di come pensi di arrivarci, potresti ritrovarti a inciampare nelle fasi di avvio di un’impresa e fare il pieno di stress e frustrazioni indesiderate. Uno dei passaggi più importanti è la definizione di obiettivi che descrivono ciò che si desidera raggiungere a breve termine (un mese, 3 mesi, 6 mesi, ecc.), Nonché a lungo termine (2 anni, 5 anni, ecc. ). Una volta che hai creato i tuoi obiettivi, è il momento di assicurarti di avere un piano per la tua attività che ti possa guidare lungo il percorso. È anche utile capire le tue motivazioni per avviare un’impresa in primo luogo.
Leggi anche: Come realizzare un business plan

Potrò seguire il mio piano senza violare leggi o regolamenti?

Ci sono una serie di aspetti legali da considerare quando si avvia un’impresa. Ecco un elenco di alcune delle aree legali da esplorare:

  • Decidi la struttura della tua azienda (ditta individuale, società di persone, società a responsabilità limitata)
  • Registra un nome commerciale
  • Ottieni licenze e permessi necessari
  • Pianifica le tasse

Ho pienamente considerato le implicazioni finanziarie dell’avvio di un’impresa?

Il denaro è una preoccupazione importante quando si avvia un’impresa, soprattutto se stai lasciando un lavoro da dipendente con uno stipendio sicuro e se la vostra azienda ha significative spese di start-up. Alcune opzioni di finanziamento aziendale da prendere in considerazione per facilitare la transizione finanziaria, includono l’avvio della tua attività mentre stai continuando a lavorare da dipendente, svolgendo un lavoro part-time fino a quando la tua azienda non sarà stabilizzata. Diversamente, puoi avviare la tua attività quando avrai accumulato una riserva sufficiente per lo start-up o avrai ottenuto in prestito i fondi necessari.

La mia rete di supporto è attiva?

Realizziamo molto poco nella vita in modo completamente autonomo e lo stesso concetto è valido negli affari. Anche se prevedi di essere un unico proprietario, puoi trarre enormi benefici dalla creazione di un sistema di supporto esterno per mantenerti “in pista”. La tua rete di supporto può includere familiari, amici, colleghi, un mentore, un coach e chiunque altro possa aiutarti a navigare nei posti di blocco. Quando hai un sistema di supporto efficace, scoprirai di avere una “cheerleader”, un consulente, un supporto morale e persino un avvocato del diavolo, se necessario.

Ho quello che serve per essere imprenditore?

Essere un imprenditore di successo richiede un mix unico di personalità e tratti caratteriali. Sebbene non esista una formula standard che renda un tipo di persona più efficace di un’altra, alcune caratteristiche della personalità imprenditoriale che possono facilitare il processo di start-up di un’azienda includono: passione, capacità di guida, dedizione e autodisciplina. Non fa male inoltre essere un comunicatore ed essere disposti ad affrontare rischi calcolati.
Leggi anche: Fare impresa: 5 idee di business ecologici

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HappySacs: la start-up dei "porta zebedei" nata per scherzo e diventata un business reale https://www.business.it/happysacs-start-up-porta-zebedei/ Thu, 19 Apr 2018 09:07:14 +0000 https://www.business.it/?p=23335 Consentitemi di chiarire questo aspetto: gli HappySacs sono dei piccoli sacchetti a fascia elastica che mettete sopra i vostri testicoli o meglio “zebedei”, come li chiama il suo creatore Christian Smith. Probabilmente state iniziando a chiedervi perché mai una persona dovrebbe fare una cosa del genere. E nessuno vi biasimerebbe per averlo pensato. Smith li ha… Leggi tutto »HappySacs: la start-up dei "porta zebedei" nata per scherzo e diventata un business reale

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Consentitemi di chiarire questo aspetto: gli HappySacs sono dei piccoli sacchetti a fascia elastica che mettete sopra i vostri testicoli o meglio “zebedei”, come li chiama il suo creatore Christian Smith. Probabilmente state iniziando a chiedervi perché mai una persona dovrebbe fare una cosa del genere. E nessuno vi biasimerebbe per averlo pensato. Smith li ha inventati quasi per scherzo. Ha messo il suo progetto su Kickstarter la piattaforma più nota al mondo per le start-up alla ricerca di finanziamenti e in pochissimo tempo ha raccolto oltre 10 mila dollari, un vero record per una provocazione che alla fine è diventata un business reale.

Nati per “salvarti le palle”

Ma HappySac ha in mente una nobile missione, che si estende anche al di là del comfort. Mi rivolgo a te, maschio, che stai leggendo questo articolo. Questi bizzarri sacchetti vogliono salvare le tue palle sia a breve che a lungo termine. E lo fanno in modo meno imbarazzante di quanto si possa pensare. Quante volte dopo ore ed ore alla scrivania hai sentito i tuoi “zebedei” come due pomodori schiacciati? Tante volte vero? HappySacs sembrano fatti apposta per evitare questa spiacevole sensazione. Mi hanno fatto incuriosire e sono certo che quasi ogni ragazzo ti dirà (a patto che non sia timido) che qualsiasi prodotto che possa rendere le sue palle meno fastidiose merita rispetto. E il rischio è piuttosto basso; puoi acquistare un HappySac originale a circa 6 dollari e il più recente ColdSac – che utilizza l’evaporazione per mantenere i tuoi “preziosi” asciutti e freschi – a soli 9 dollari.

Attenti alle istruzioni per l’uso

Naturalmente, nel momento in cui apri i tuoi Sac, potresti avere qualche ripensamento, soprattutto quando vedrai questo avviso: “L’uso improprio di HappySac può causare castrazione e/o infertilità. Il rovescio della medaglia è, se usato correttamente può anche causare un aumento della fertilità, che potrebbe essere una cosa buona o cattiva a seconda della situazione.”
Alla fine mi sono fatto avanti perché, contrariamente al fatto che sono un professionista delle parole, attualmente sto esaurendo ogni eufemismo per i “testicoli” nel mio arsenale. E che bella sorpresa! Funzionano esattamente come pubblicizzati.
Dopo alcuni minuti passati a chiedermi se avessi messo l’HappySac sulla destra e a sperare che non venisse fuori ed emergesse dal fondo della gamba dei miei pantaloni nel momento più socialmente inopportuno possibile, non potevo davvero dire che lo stavo indossando. E questa è in pratica la cosa più bella che puoi sperare da un piccolo berretto da doccia per il tuo testicolo. Ancora meglio, ho notato che stava facendo il suo lavoro; passavo tutto il giorno seduto al computer, facevo ginnastica, facevo un pisolino e non dovevo mai aggiustare nulla. Non ho avuto alcun attacco di formicolio alle gambe, nessun prurito imbarazzante e assolutamente nessuna delle condizioni a cui mi riferisco come “effetto calzino speziato”, perché stai indossando indumento da troppo tempo.

HappySac: un buon reminder per ricordarti di…

Ma HappySac ha un’altra, più sottile missione. E ha a che fare con quegli “assegni” che gli uomini dovrebbero staccare ogni tanto. Si scopre che l’atto di scivolare su una HappySac in realtà ti ricorda che hai cercato di rimediare alla tua irregolarità nella ginnastica da camera. E questo è abbastanza conveniente perché non lo faccio quasi tutte le volte che i medici dicono che dovrei farlo. Quindi, per concludere: HappySacs funziona e potrebbero letteralmente salvare i tuoi “gemelli di famiglia”. E non sono nemmeno così imbarazzanti dopo che ti sei abituato.
Leggi anche: 10 modi folli per fare soldi

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Come fare soldi: 10 modi folli per fare soldi https://www.business.it/come-fare-soldi-10-modi-folli-fare-soldi/ Thu, 19 Apr 2018 08:53:23 +0000 https://www.business.it/?p=23333 Come fare soldi? Nella vita bisogna avere una marcia in più, un’idea geniale, un colpo di fortuna o la capacità di fare qualcosa prima o meglio degli altri. É difficile fare soldi e diventare ricchi solo lavorando. Non basta più essere bravi nel proprio lavoro. Bisogna perciò creare un business, cavalcare l’onda, rispondere a un… Leggi tutto »Come fare soldi: 10 modi folli per fare soldi

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Come fare soldi? Nella vita bisogna avere una marcia in più, un’idea geniale, un colpo di fortuna o la capacità di fare qualcosa prima o meglio degli altri. É difficile fare soldi e diventare ricchi solo lavorando. Non basta più essere bravi nel proprio lavoro. Bisogna perciò creare un business, cavalcare l’onda, rispondere a un bisogno, intuire una nicchia, ma sopratutto avere coraggio e fortuna, che non guasta mai. Insomma osare! Esistono però alcuni modi folli per fare soldi. In effetti alcune delle società private in più rapida crescita in America, stanno ottenendo buoni risultati entrando in settori di nicchia o inventando nuovi modi per fare soldi. 

Ad esempio iHesartsDgs.com, il sito web di Anaheim, in California, vende prodotti per animali domestici e abbigliamento a tema pup, come le magliette che proclamano: “I Love Big Mutts e I Can not Lie”. Ha incassato oltre  oltre 136 milioni di dollari nel 2016. Insomma dimenticate le vendite al dettaglio tradizionale perché quelle che possono essere le più strane idee alla fine si trasformano nel più grande business di affari mai sognato. Un esempio? Alcune delle aziende private in più rapida crescita in America stanno vendendo cose che credo nessuno riuscirebbe mai ad immaginare. Ma quali sono quindi i modelli di business più folli e innovativi?

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1. Bancario su Burning Man

Orion Melehan co-fondatore e CEO di Santa Cruz, California LIFEAID Beverage Company recentemente, ha partecipato a un concerto a Bend, in Oregon, per celebrare l’eclissi solare – per vendere i suoi prodotti. LIFEAID sviluppa sport e bevande energetiche che sono popolari tra i Millennial, in particolare a Burning Man. Ha registrato 12,8 milioni di dollari di entrate l’anno scorso.

2. Hipster Haven

Reverb.com è un azienda con sede a Chicago un sito Web di musica più popolare al mondo. L’anno scorso ha generato entrate per quasi $ 16 milioni. É  il mercato online per i musicisti per comprare, vendere e conoscere nuovi, usati, vintage e strumenti musicali fatti a mano. Un mercato fiorente che collega milioni di persone in tutto il mondo dall’attrezzatura all’ispirazione necessaria per fare musica.

3. Degustazione di vini con J.Law

Omaze il sito web di Los Angeles funziona come un’asta online, offrendo ai clienti la possibilità di fare esperienze “uniche” con celebrità e influencer, in cambio di una piccola donazione a varie associazioni di beneficenza. Il loro obiettivo è rendere il dare il più semplice e divertente possibile. Gli influencer supportano le cause che li appassionano e le associazioni di beneficenza possono dedicare meno tempo alla raccolta di fondi e più tempo a dare effetto. Attraverso il sito, i clienti di oltre 170 paesi hanno donato a oltre 150 organizzazioni, con Omaze che ha tagliato il traguardo. 

4. Nazione aviazione

Con sede a Ocala, in Florida, MzeroA.com offre corsi di formazione di volo online ai piloti. Vende anche e-book e attrezzature per l’aviazione. L’azienda ha registrato entrate per 2,1 milioni di dollari l’anno scorso.

5. Teorie dei fan di Game of Thrones

L’azienda, che genera entrate principalmente attraverso la pubblicità , è un centro di convention e intrattenimento focalizzato su fan festival per personaggi di fumetti, oltre a generi di zombi e horror. E solo l’anno scorso ha prodotto entrate per $ 11,1 milioni.

6. Prendere Craps

Almeno una società sta generando importanti vendite sulla cultura dei casinò americani. Casino Cash Trac che fornisce software per i casinò per gestire le loro operazioni di gioco e contabilità, ha portato entrate per $ 3,5 milioni l’anno scorso. 

7. Brews for Bros

I birrifici artigianali possono essere in voga, ma ci sono altri modi per fare soldi con la birra: basta prenderlo da Greg Avola e Tim Mather, i fondatori di Untappd. Il loro business di Wilmington, North Carolina, ha generato entrate per $ 3 milioni lo scorso anno, tramite la sua app di social networking che vende strumenti e articoli promozionali ai fornitori di birra.

Leggi anche: Soldi e felicità: quanti soldi servono per essere felici

fare-soldi-idee-folli8. Mutande sostenibili

Il faggio, un genere di alberi decidui originari dell’Europa e del Nord America, può essere comunemente trovato nei mobili, e rende anche un tessuto morbido. MeUndies utilizza questo materiale per sviluppare biancheria intima, che poi vende tramite un servizio di abbonamento mensile. Con sede a Culver City, in California, l’azienda ha incassato $ 32,6 milioni l’anno scorso,

9. Rage Road

Xtreme Xperience noleggia veicoli di lusso ai clienti che vogliono testarli su circuiti professionali, a partire da $ 99 (esclusa assicurazione). La società di Chicago ha generato 5,8 milioni di vendite lo scorso anno.

10. Arcade Fire

Robert Thompson, fondatore e CEO di Punch Bowl Social, una catena di bar-ristoranti in tutto il paese, ospitano giochi arcade, luci fluorescenti e macchine per il karaoke. I clienti possono anche prenotare lo spazio per eventi privati, se necessario. Con sede a Denver, Punch Bowl Social ha registrato entrate per 36 milioni di dollari l’anno scorso.

Quello che può sembrare strano per molti, alla fine può tramutarsi nel più grande investimento della vita, generando un fatturato da milioni di dollari. Basta solo capire cosa veramente vuole la gente, o cosa le persone pensano di volere senza saperlo. Così facendo le possibilità di creare un business di successo sono più che positive. Detto questo, fatevi sotto e spremete bene le meningi, se volete fare soldi. L’impresa non è impossibile. Loro ci sono riusciti!
Leggi anche: Fare impresa: come ricercare nuove idee di business in tempi di crisi

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FinTech Innovation Roma, l’evento sulla finanza innovativa per le imprese https://www.business.it/fintech-innovation-roma-levento-finanza-innovativa-le-imprese/ Thu, 19 Apr 2018 08:00:45 +0000 https://www.business.it/?p=23318 Il 2 e 3 maggio presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma si terrà Fintech Innovation, l’evento dedicato alla finanza innovativa a sostegno delle imprese. Nel cuore della Capitale si terrà dunque una due giorni di tavole rotonde e dibattiti per approfondire come l’innovazione tecnologica stia cambiando la finanza e come questo processo coinvolga microimprese, professionisti, PMI, grandi… Leggi tutto »FinTech Innovation Roma, l’evento sulla finanza innovativa per le imprese

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Il 2 e 3 maggio presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma si terrà Fintech Innovation, l’evento dedicato alla finanza innovativa a sostegno delle imprese. Nel cuore della Capitale si terrà dunque una due giorni di tavole rotonde e dibattiti per approfondire come l’innovazione tecnologica stia cambiando la finanza e come questo processo coinvolga microimprese, professionisti, PMI, grandi aziende, PA, banche. Fintech Innovation è accreditato presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Roma e la partecipazione alle conferenze, ai talk e ai seminari formativi consente di ottenere un massimo di 13 crediti formativi.

FinTech Innovation, di cosa si tratta

La partecipazione è gratuita, ma occorre registrarsi. Al di là dell’interesse professionale, si tratta comunque di un’occasione imperdibile per le imprese di ogni dimensione per dotarsi in solo due giorni di un’utile mappa delle conoscenze di base dei principali strumenti innovativi che già oggi possono essere utilizzati. “Diffondere la conoscenza tra grandi, medie e piccole imprese – dichiara Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di commercio di Romadi strumenti di finanza innovativa in grado di rendere possibili una migliore pianificazione e organizzazione della propria attività, rappresenta un obiettivo strategico per migliorare la competitività del nostro sistema produttivo. Non solo strumenti di accesso al credito, ma anche nuove modalità di pagamento e incasso in grado di migliorare i rapporti con i clienti e i fornitori. Il nostro Paese sconta ancora un ritardo, non solo infrastrutturale, ma anche culturale relativamente a questi temi. Eventi come Fintech Innovation sono fondamentali per informare le imprese, ma anche le pubbliche amministrazioni del “nuovo” che avanza e di tutte le opportunità di crescita che si possono cogliere”. 

Il programma dele attività e gli speaker

Durante la due giorni interverranno tantissimi speaker di rilievo internazionale e ci sarà la possibilità di incontrare i player, le Istituzioni e gli esperti del settore; ci sarà spazio per startup e aziende che presenteranno progetti e soluzioni adottate e si parlerà di nuove soluzioni di pagamento e incasso per piccole e medie imprese ed esercenti. Molti saranno i momenti dedicati alla formazione –  rivolti in particolare a imprese, esercenti, commercialisti, avvocati e notai – durante i quali verranno trattati temi quali: strumenti innovativi di finanziamento, come ‘rendere liquide’ le fatture attive e in generale finanziare il circolante, il crowdfunding e molto altro. Il calendario della due giorni è fitto. La conferenza di apertura con istituzioni e imprese sui grandi temi posti dalla rivoluzione FinTech in atto e le possibili ricadute in termini di efficienza e sviluppo per il Paese prevede due keynote, di mezz’ora ciascuno, sul “The future of Fintech” e “Il Fintech per il finanziamento delle Pmi in Europa e in Italia”. Ci saranno, poi, dieci conferenze tematiche di approfondimento, informazione e formazione, della durata di un’ora ciascuna. Il 2 maggio, dalle 12.20 alle 13.20, Luigi Telesca, fondatore di Trakti piattaforma peer-to-peer pluri premiata, spiegherà alle aziende i concetti base fornendo loro un glossario di termini e una mappa per orientarsi nella decentralized digital economy. Alle 16.50 la conferenza sulle applicazioni delle tecnologie blockchain e DLT. Alessandro Collesano e Luigi Telesca mostreranno le soluzioni oggi disponibili per le Pmi, grandi aziende e operatori finanziari. Per maggiori informazioni, potete consultare il panel completo con orari e interventi sul portale ufficiale di FinTech Innovation.
Leggi anche: Forum HR 2018, il programma dell’evento

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Disruption Workshop Milano, due giorni dedicati alle aziende e al mondo del business https://www.business.it/disruption-workshop-milano-due-giorni-dedicati-aziende-mondo-business/ Tue, 17 Apr 2018 16:00:24 +0000 https://www.business.it/?p=23199 Il 20 e 21 giugno 2018 si terrà a Milano l’evento dal titolo Disruption Workshop, organizzato da Singularity University. Si tratterà di una due giorni rivolto alle aziende che avranno voglia di mettersi in gioco e di ascoltare idee innovative basate sulle tecnologie del futuro. L’idea è quella di un workshop immersivo che proponga nuove opportunità… Leggi tutto »Disruption Workshop Milano, due giorni dedicati alle aziende e al mondo del business

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Il 20 e 21 giugno 2018 si terrà a Milano l’evento dal titolo Disruption Workshop, organizzato da Singularity University. Si tratterà di una due giorni rivolto alle aziende che avranno voglia di mettersi in gioco e di ascoltare idee innovative basate sulle tecnologie del futuro. L’idea è quella di un workshop immersivo che proponga nuove opportunità di business basate sul concetto di innovazione. Un’esperienza del tutto nuova che potrebbe essere una grande possibilità per le realtà più moderne per fare networking e sopratutto per allargare i propri orizzonti verso modi diversi di concepire il business. Entriamo ora nel dettaglio di quello che è il Disrumption Workshop che si terrà a Milano il prossimo giugno.

internet-of-things-italia-internet-delle-coseDisrumption Workshop, cos’è e di cosa si tratta

Disruption Workshop è un workshop immersivo e altamente esperienziale, della durata di due giorni, finalizzato allo sviluppo di idee orientate al futuro, che sfruttino le tecnologie esponenziali di oggi e di domani. Singularity University aiuta i clienti a concepire e valutare nuovi business model nel contesto di un futuro in evoluzione esponenziale. Il programma include framework concreti per innovare in un mondo esponenziale, un’introduzione al framework Design for Exponentials e le conoscenze fondamentali di selezionati esperti docenti della Singularity University.  I partecipanti verranno guidati e allenati a identificare opportunità e generare idee da sottoporre a successiva prototipazione. Il Disruption Workshop aiuta le aziende a identificare potenziali opportunità di business che non si trovano ancora nel loro radar. Lavorando insieme ai nostri esperti di tecnologia, design e innovazione, stimoliamo l’ideazione utilizzando una serie di provocazioni e approcci, tra cui: tecnologie emergenti, nuovi business model, trend macroeconomici e dell’industria, grandi sfide globali, startup e monitoraggio di venture capital, esercizi “dal punto di vista del principiante”, attività di empatia e analisi “future-back”. Quali sono i risultati attesi al termine di questo tipo di workshop? Gli obiettivi principali si possono riassumere nell’opportunità di identificare nuovi spazi di opportunità al di là dell’attuale orizzonte e nel generare idee e concetti pronti per la prototipazione rapida. Al termine della due giorni, i partecipanti dovrebbero essere in grado di comprendere la natura della crescita esponenziale e l’impatto della tecnologia esponenziale sull’industria, sulla società e sull’umanità; di identificare nuovi spazi di opportunità e inattese minacce provenienti da potenziali partner e competitor e infine di
disporre di un set di proposte concrete per nuovi prodotti, servizi e iniziative, che saranno basati su una nuova prospettiva del futuro e pronti per essere prototipati.

fare-scelte-lavoroCos’è Singularity University

Singularity University (SU) è una community mondiale di innovazione e cultura che utilizza le tecnologie esponenziali per affrontare le grandi sfide dell’umanità e costruire un futuro di abbondanza per tutti.  La piattaforma collaborativa di SU consente agli individui e alle organizzazioni in tutto il mondo di apprendere, fare rete e innovare attraverso soluzioni che utilizzano tecnologie di accelerazione, come intelligenza artificiale, robotica e biologia digitale.  Basata nel NASA Research Park, in Silicon Valley, SU è una benefit corporation certificata, fondata nel 2008 dai celebri innovatori Ray Kurzweil e Peter Diamandis, e annovera tra i suoi partner organizzazioni leader come Google, Deloitte e UNICEF. Per maggiori informazioni è possibile visitare il portale di Singularity University.

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Fare impresa: 5 idee di business ecologici https://www.business.it/impresa-5-idee-business-ecologiche/ Tue, 17 Apr 2018 14:54:58 +0000 https://www.business.it/?p=23208 Un’azienda “verde” si sforza di avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità. Sviluppa e pratica strategie aziendali che vanno oltre la regolamentazione e dimostrano l’impegno per un futuro sano e sostenibile. Roland Berger Strategy Consultants, società di consulenza tedesca specializzata nel “green”, stima che il volume del mercato globale per le tecnologie ambientali raggiungerà i… Leggi tutto »Fare impresa: 5 idee di business ecologici

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Un’azienda “verde” si sforza di avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità. Sviluppa e pratica strategie aziendali che vanno oltre la regolamentazione e dimostrano l’impegno per un futuro sano e sostenibile. Roland Berger Strategy Consultants, società di consulenza tedesca specializzata nel “green”, stima che il volume del mercato globale per le tecnologie ambientali raggiungerà i 2,740 miliardi di dollari previsti entro il 2020.
Se pensi di avviare un business ecologico, devi sapere che un’azienda verde ha due vantaggi rispetto ad altri tipi di imprese. In primo luogo, l’ambientalismo sta crescendo rapidamente, quindi sarai indirizzato a un mercato in crescita. In secondo luogo, l’avvio di un’attività ecologica può essere particolarmente soddisfacente dal punto di vista etico, in quanto potrai contribuire a rendere il mondo un “posto migliore”. Le aziende di questo tipo attraggono più facilmente investitori e lavoratori. Ecco alcune idee di business ecologici attuali e promettenti.

Orti in miniatura

La crescente preoccupazione sull’origine del nostro cibo e su come è stato fatto si sta traducendo in un numero crescente di persone che vogliono coltivare il proprio cibo, ovunque vivano.
Un’idea imprenditoriale ecocompatibile è quella di produrre orti in miniatura da giardino, piccole collezioni di vassoi di piante da semina che si adattano al balcone più piccolo e permettono alle persone di coltivare le proprie verdure.
Su scala più ampia, come designer di giardini potresti specializzarti in installazioni da giardino/orto sul tetto. Oppure potresti sviluppare un’attività ecologica focalizzata su prodotti che aiuteranno le persone a coltivare il proprio cibo, come le serre per le abitazioni o i controlli ecologici dei parassiti. La crescita del cibo è una tendenza che andrà solo a … um … diventare più grande (scusate il gioco di parole). L’agricoltura biologica e le vendite di compost organici sono altre idee di business nel verde che potrebbero funzionare, ma in ogni caso considerato il mercato in rapida crescita occorre una puntuale analisi di mercato prima di iniziare.
Leggi anche: Mettersi in proprio: 5 aziende facili da avviare

Generazione e riscaldamento solare

Il costo dell’energia tradizionale salirà, lo dicono tutti gli indicatori disponibili. Questo renderà le idee di business verdi legate al risparmio energetico e al taglio dei costi energetici una scommessa sicura.
Gli impianti solari di riscaldamento dell’acqua possono fornire significativi risparmi sui costi energetici. Possono fornire fino al 70% dell’acqua calda di una famiglia, se installati correttamente.
In Italia la generazione elettrica da pannello solare (fotovoltaico), è tornata a crescere dopo un periodo di crisi, nel 2017 ha superato i 90 GW segnando un +15% circa rispetto al 2016. Per il 2018 gli analisti di settore prevedono una crescita del 4/5%.
L’installazione di pannelli solari sul tetto e il collegamento a sistemi elettrici domestici o aziendali richiede molta esperienza e le imprese che offrono questo servizio sono fiorenti.

Prodotti per la pulizia ecologici

Il bucato e qualsiasi cosa debba essere lavata deve risultare pulito. Ma oggi le persone sono molto più sensibili rispetto a ciò che viene scaricato nell’ambiente: vogliono il pulito scintillante senza causare danni all’ambiente. Un’idea imprenditoriale verde per aiutarli a realizzare questo è vendere prodotti di pulizia ecologici.
Questa è un’idea di business verde che potrebbe funzionare bene come un sito di e-commerce.
“Going green” è anche un’ottima strategia di marketing per un’azienda di pulizie. Le imprese di pulizie commerciali e residenziali sono ancora idee commerciali “bollenti” poiché la domanda di servizi di pulizia è ancora in crescita. Utilizzare solo prodotti per la pulizia eco-compatibili nel tuo business di pulizia potrebbe dare un vantaggio competitivo.
Un altro business remunerativo in questo settore potrebbe essere quello dei sistemi di lavaggio ecologici. I ricercatori dell’Università di Leeds hanno sviluppato un nuovo modo di pulire gli indumenti utilizzando meno del 2% dell’acqua e dell’energia di una lavatrice convenzionale.

Consulenza ecologica

Mentre il prezzo dell’energia aumenta e il verde diventa sempre più popolare, più individui e aziende vogliono diventare più “ecologici”, ma non sanno quale sia la migliore linea d’azione. Quindi la consulenza ecologica è un’idea imprenditoriale al passo con i tempi. I consulenti green mettono insieme un piano d’azione per i loro clienti esaminando l’ambiente dei loro clienti e analizzando i loro punti di forza e di debolezza ambientale. Ad esempio, una casa o un’azienda potrebbe utilizzare molta più energia del necessario per il riscaldamento o il raffreddamento a causa della mancanza di sistemi di disarmo meteorologico, isolamento o sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e climatizzazione) non correttamente installati.
Alcune aziende di consulenza ecologica offrono anche la gestione “green” degli eventi. L’idea di business è che la società di consulenza farà in modo che ogni aspetto dell’evento, dalla pubblicità alla gestione dei rifiuti, sia gestito nel modo più rispettoso dell’ambiente.

Scooter e moto green

Il trasporto è un altro luogo di cambiamento per molte persone, la cui necessità di diventare “green” è rafforzata dai prezzi sempre più alti dei carburanti tradizionali. Biciclette e scooter elettrici sono una soluzione all-in-one molto allettante. Sia con uno scooter che con una bicicletta elettrica puoi risparmiare denaro, essere ecologico e… migliorare anche la tua salute! Diventare un rivenditore di potrebbe essere l’idea imprenditoriale che stavi cercando: tutti i tipi di scooter elettrici e le bici elettriche aumenteranno di popolarità nei prossimi anni. Fai  qualche ricerca su Google, te ne renderai conto. Se vivi in ​​un’area urbana, noleggiare biciclette e scooter potrebbe essere un business redditizio.
Leggi anche: Nuove idee di business in tempi di crisi

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Navigare nell'oro : i big del lusso hanno 22 miliardi da spendere https://www.business.it/navigare-nelloro-big-lusso-hanno-22-miliardi-spendere/ Tue, 17 Apr 2018 08:58:28 +0000 https://www.business.it/?p=23128 Le grandi case di lusso hanno 22 miliardi di dollari da investire, un tesoretto per le maison francesi mica tanto male, stiamo parlando di Lvmh, Kering e Hermès International, cui si accoda la svizzera Richemont, parliamo di un ammontare complessivo di 17,4 miliardi di euro. Si sta delineando un altro boom di vendite in Cina… Leggi tutto »Navigare nell'oro : i big del lusso hanno 22 miliardi da spendere

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Le grandi case di lusso hanno 22 miliardi di dollari da investire, un tesoretto per le maison francesi mica tanto male, stiamo parlando di Lvmh, Kering e Hermès International, cui si accoda la svizzera Richemont, parliamo di un ammontare complessivo di 17,4 miliardi di euro. Si sta delineando un altro boom di vendite in Cina e una nuova generazione di designer crea ronzio con gli acquirenti più giovani.

Proprio questa settimana LVMH ha riferito che le vendite organiche del primo trimestre hanno fatto registrare un 13% maggiore del previsto, segno che il trend sta cambiando in tutti i settori, compresi profumi e orologi. Una domanda nasce spontanea, ma che cosa faranno con tutto questo denaro?

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Le maison navigano nell’oro

“Non possono parcheggiare questo denaro; devono fare qualcosa con esso”, ha detto Ashok Som, co-direttore di un programma di gestione del lusso gestito dalla francese Essec Business School e dalla SDA Bocconi School of Management in Italia. Si- ma cosa?

Hermès sta distribuendo un dividendo speciale agli azionisti per un totale di circa 528 milioni di euro, mentre Richemont spende circa 2,7 miliardi di euro per assumere il controllo del rivenditore online Yoox Net-a-Porter SpA. Tuttavia, quelle transazioni produrranno ammaccature relativamente piccole nelle pile di cassa delle società. Non si può continuare con il sistema dei buy back, ricomprando continuamente azioni proprie, e nemmeno con i dividendi, più o meno generosi e addirittura straordinari, è necessario trovare un metodo migliore per impiegare la liquidità.

E quale strada si può percorrere se non quella delle acquisizioni, per di più acquisizioni di firme prestigiose?

Le prede disponibili, rimaste in circolazione, sono sempre meno. I grandi gruppi del lusso amerebbero mettere le mani su Chanel da vicino, ad esempio, ma i proprietari non mostrano alcun interesse a vendere. Durante lo scorso anno, i grandi gruppi hanno trasmesso le possibilità di acquisire l’orologiaio Breitling, la società di scarpe Jimmy Choo Group Ltd. e Jeanne Lanvin SAS, la più antica casa di moda francese.

Le acquisizioni fuori dagli schemi non hanno funzionato bene. Kering, il proprietario di Gucci e Saint Lauren , ha cercato di sposare il lusso con lo sport acquistando da qualche anno il produttore di sneaker Puma e il marchio di skateboard Volcom. Ora si sta sbarazzando di entrambi.

Ci sono ancora molte opportunità di acquisizione tra le piccole aziende di lusso. Il numero uno globale LVMH, tuttavia, possiede già circa 70 marchi di lusso. L’aggiunta di un altro calzolaio o orologiaio non sposterebbe molto l’ago – specialmente dal momento che LVMH ottiene circa la metà dei suoi profitti dal suo marchio di star Louis Vuitton.

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Ci sono un paio di potenziali bersagli in agguato che assorbirebbero molti soldi.

Burberry Group Plc, produttore britannico di trench, con un valore di mercato di circa 7,1 miliardi di sterline (10,1 miliardi di dollari) è stato oggetto di ricorrenti speculazioni di acquisizione in quanto rilancia da un nuovo designer e amministratore delegato – una speculazione alimentata in parte da una partecipazione crescente dall’amico e socio d’affari di Berrnard Arnault, il miliardario belga Albert Frere.

La stessa Tiffany, con un valore di mercato di 12 miliardi di $, potrebbe attirare le attenzioni delle europee, perché in Europa, almeno su una cosa, il lusso, siamo ancora dei leader, ed è anche per questo, che i giganti vogliono essere sempre più grandi per rafforzare la posizione. 

In Italia, che di moda e lusso, siamo gli artigiani più prestigiosi, la sfida globale ce la siamo giocata, molto male, perché il campanilismo non ci ha permesso di unirci e crescere, ma di rimanere divisi, frammentati e così diventare preda dello straniero, francese in particolare.

Le motivazioni sono molto semplici e indiscutibili, come scritto nel titolo, la “miliardi da spendere” che deve trovare un approdo per creare rendimento e il boom di attività creato dalla Cina che questa cassa continua a foraggiarla. In parole semplici, queste 4 griffe internazionali sono ormai degli elefanti, che in periodi di tassi zero, sono pronti a spendere, a indebitarsi, per trovare delle opportunità che in questo momento trovano un terreno fertile, un clima favorevole per cui bisogna osare, e soprattutto perché in un mercato sempre più concorrenziale, per sopravvivere devi diventare un gigante sempre più grande.

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Marchi famosi: i Brand italiani di maggior valore https://www.business.it/marchi-famosi-brand-italiani-maggior-valore/ Tue, 17 Apr 2018 07:00:40 +0000 https://www.business.it/?p=23070 Secondo un’analisi di Brand Finance, società specializzata nella consulenza strategica e nella valutazione dei brand a livello globale è in aumento il numero di marchi nazionali considerati “estremamente forti”. Buone notizie per i marchi italiani. Il valore medio dei brand asset dei primi 50 marchi italiani è cresciuto il 35% in più di quello dei primi… Leggi tutto »Marchi famosi: i Brand italiani di maggior valore

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Secondo un’analisi di Brand Finance, società specializzata nella consulenza strategica e nella valutazione dei brand a livello globale è in aumento il numero di marchi nazionali considerati “estremamente forti”. Buone notizie per i marchi italiani. Il valore medio dei brand asset dei primi 50 marchi italiani è cresciuto il 35% in più di quello dei primi 500 brand globali, e grazie ai risultati di quest’anno i brand italiani stanno tornando ai valori di qualche anno fa.

Il report ha evidenziato che le prospettive di fatturato associabili alle strategie di marca dei 50 principali brand italiani sono mediamente aumentate grazie alla più favorevole congiuntura economica, ad una migliore gestione del business e al rafforzamento dei marchi rispetto ai competitor internazionali. Va inizialmente precisato che forza e valore del brand sono due fattori che ne influenzano significativamente la posizione nel mercato, ma possono non essere interdipendenti tra loro: la forza è infatti legata alla sfera del marketing e alla percezione suscitata nel cliente mentre il valore indica la dimensione economica reale.

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Chi sono i brand italiani di maggiore valore?

Ogni anno Brand Finance, l’agenzia indipendente di consulenza strategica e valutazione marchi leader a livello mondiale, valuta i più importanti marchi del mondo. Nella Italy 50 Brand Finance ha ordinato i 50 principali marchi italiani per valore economico del brand asset. Ma nella top ten dei brand troviamo Eni, Tim ed Enel sui primi tre gradini del podio seguiti da brand della moda e della finanza: Gucci e Ferrari sono rispettivamente quarta e quinta, seguono Intesa San paolo, Poste Italiane, Prada e Armani. Nessun brand del turismo, invece, nella top 50.

Le marche che sono cresciute maggiormente in valore economico, come TIM, Gucci, Valentino, Enel hanno strategie di branding la cui AAA estrema forza ha consentito di aggiungere un contributo economico rilevante al valore delle rispettive imprese. Fiat e Generali, hanno incrementato notevolmente il loro valore, ma essendo marche “solo” AA molto forti, sono più soggette ai fattori congiunturali e di mercato. Ne sanno qualcosa ad esempio Eni e Unicredit che hanno perso notevole valore rispetto al 2017. Il buon rafforzamento del brand AAA Pirelli ha compensato parzialmente alla notevole riduzione di fatturato dovuto all’abbandono del segmento degli pneumatici industriali, per una maggiore focalizzazione sul consumer premium.

Ma è TIM quello che è cresciuto maggiormente in valore rispetto al 2017: il brand ha saputo approfittare della buona congiuntura e ha cominciato a capitalizzare gli investimenti sull’operazione di rebranding di un paio di anni fa, arrivando al secondo posto della classifica italiana e al 19° nella Brand Finance Telecoms 300. Molto bene anche Enel e Gucci: Enel si è rivelato essere il brand più forte al mondo tra le utility, performance che ha consentito a questa marca di rimanere incollata alla terza posizione nella Brand Finance Utilities 50, mentre il valore del brand Gucci è salito moltissimo, confermando la sua leadership nel settore del lusso, settore che domina la classifica italiana sia in valore sia in quantità di brand.

Massimo Pizzo managing director Italia di Brand Finance afferma: “Il vero problema è annidato tra i brand che non sono entrati in classifica. Infatti abbiamo rilevato che le marche virtualmente posizionati tra il 51° e il 150° posto, sono nettamente meno influenti dei concorrenti diretti”, – continua – “Infatti la netta maggioranza delle imprese italiane monitorate, investono meno dei competitor internazionali in innovazione, risorse umane, marketing e distribuzione, tutti elementi che concorrono al rafforzamento della marca”.

Nonostante questo anche i marchi più deboli hanno incrementato il proprio valore soprattutto grazie a fattori esogeni: diversi di questi brand fino allo scorso anno, quando le prospettive congiunturali erano meno positive, perdevano valore. Conclude Massimo Pizzo – “le imprese italiane devono fare un salto evolutivo: per aumentare il fatturato, e soprattutto il margine, è necessario un miglioramento della gestione del branding. L’attenzione per la qualità del prodotto e per l’organizzazione aziendale non possono continuare a rimanere le uniche aree su cui focalizzare l’innovazione.”

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brand-valore-economicoPerché alcune aziende sono state scartate?

L’analisi di Brand Finance presenta però anche delle zone d’ombra, dal momento che il miglioramento del brand asset tocca solo la parte alta della classifica. I marchi posizionati dopo il cinquantesimo posto arrancano, e restano (molto) meno influenti dei concorrenti internazionali.

La motivazione di questo scarto? La carenza di investimenti della maggior parte delle imprese italiane: in marketing, innovazione e sviluppo del brand, elemento che più di tutti rappresenta l’identità di un’azienda e che dovrebbe condizionare le strategie operative e di management di un’impresa.

Forza del Brand

La forza del brand è la parte della nostra analisi più direttamente e facilmente influenzata dai responsabili marketing e della gestione del brand. Al fine di determinare la forza di un brand esiste la Brand Strength Index (BSI) che analizza investimenti marketing, brand equity (il favore che godete presso la clientela, lo staff e gli altri stakeholder) e in fine l’impatto di queste sulla performance del business.

Seguendo questa analisi, ad ogni brand viene assegnato un punteggio BSI in scala 1 a 100, che viene poi applicato al calcolo del brand value. Basandoci sul punteggio, ogni brand verrà classificato secondo un indice da AAA+ a D. AAA+ sono i brand eccezionalmente forti e ben gestiti, mentre ad un brand debole verrà assegnata una D.

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Fare impresa: come ricercare nuove idee di business in tempi di crisi https://www.business.it/fare-impresa-nuove-idee-di-business-tempi-crisi/ Sat, 14 Apr 2018 09:54:45 +0000 https://www.business.it/?p=22972 A volte la parte più difficile nell’avvio di un’impresa può essere trovare un’idea imprenditoriale. In questo articolo ci concentriamo su business adatti a chi non ha grandi risorse economiche da investire ma ha solida motivazione e ha fatto una buona analisi del mercato locale di riferimento. Idee di business di piccole dimensioni, alcune delle quali avviabili anche… Leggi tutto »Fare impresa: come ricercare nuove idee di business in tempi di crisi

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A volte la parte più difficile nell’avvio di un’impresa può essere trovare un’idea imprenditoriale. In questo articolo ci concentriamo su business adatti a chi non ha grandi risorse economiche da investire ma ha solida motivazione e ha fatto una buona analisi del mercato locale di riferimento. Idee di business di piccole dimensioni, alcune delle quali avviabili anche “da casa”, utilizzabili per i tempi di difficile congiuntura economica. “Tirare la cinghia” non è mai una buona prospettiva per un imprenditore. Le piccole imprese non soffrono tutte allo stesso modo in tempi di crisi economica: mentre alcuni saranno colpite gravemente, altre subiranno solo una leggera flessione e altre ancora prospereranno. Quando cerchi idee per piccole attività imprenditoriali, sia che tu voglia investire in una, sia che tu desideri avviarne una, lo stato dell’economia avrà un ruolo significativo nella tua decisione. Ecco quali sono le migliori idee per le piccole imprese che le piccole imprese possono avviare o investire in periodi di congiuntura difficili.

Auto Riparazione

La gente compra meno veicoli nuovi, il che significa che la maggior parte della persone o compra auto di seconda mano o si tiene stretta la sua attuale vettura, riparandola se necessario. Inoltre, poiché i veicoli più vecchi in genere hanno una maggiore necessità di manutenzione e riparazioni, anche la domanda di servizi di riparazione auto è in aumento. Potresti avviare questa piccola impresa aprendo un’attività di riparazione di una sola persona se sei un meccanico “finito”. Occorre comunque un minimo d’investimento per attrezzare l’officina, come un ponte per sollevare le auto ed altri macchinari di diagnosi oggi indispensabili. Se le cose vanno bene, puoi allargarti assumendo un dipendente e magari acquistando un’officina di riparazione auto in franchising.

idee d'impresa in tempi di crisiCalzolaio

Questa idea di piccola impresa è legata alla tendenza dei consumatori a tenersi le cose più a lungo anziché semplicemente comprarne di nuove, quando percepiscono che l’economia è in recessione. Nel caso delle scarpe, le vendite di scarpe nuove diminuiranno, ma il rovescio della medaglia è che ci sarà una nuova domanda di servizi di riparazione di scarpe. E se sei interessato ad avviare un’attività “in casa” , questa è un’idea di piccola impresa che potrebbe funzionare.

Agenzia di recupero crediti

Quando i soldi pochi, un numero crescente di persone ha difficoltà a pagare bollette e fatture. Le aziende di tutte le dimensioni cercheranno aiuto per ottenere i soldi loro dovuti, che è esattamente ciò che fanno le agenzie di recupero crediti. Se non hai alcuna esperienza nel recupero crediti, il modo migliore per utilizzare questa idea di piccola impresa è assumere esperti di questa attività che lavorino nella tua agenzia. Ti occorreranno autorizzazione specifiche per avviare questo tipo di attività.

Servizi di climatizzazione

Quando le persone tirano la cinghia, mentre smetteranno di comprare alcune cose del tutto e ridurranno la quantità di alcune altro, decideranno di non poter rinunciare assolutamente ad alcune altre. I servizi di climatizzazione rientrano in questa categoria. Le piccole imprese che installano stufe, caminetti a gas, condizionatori d’aria, pompe di calore e simili continueranno a prosperare. Il successo commerciale delle opzioni di climatizzazione votate al risparmio energetico e all’ambiente dipenderà dalla percezione del consumatore: più il consumatore percepisce il risparmio, più sarà propenso all’acquisto di questi prodotti. Si tratta di un business potenzialmente molto remunerativo.
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Parrucchiere

In generale, l’attività di parrucchiere sono una scommessa sicura in tempi di crisi economica. Mentre altri servizi di assistenza personale caleranno perché la gente li considera come extra non necessari, le persone (specialmente le donne) continueranno a farsi tagliare i capelli, farsi fare la messa in piega o la tinta, non importa quale. Le innovazioni su questa idea imprenditoriale includono la fornitura di servizi di parrucchiere “home based” o come assistenza domiciliare, andando a casa dei clienti.

Servizi di assistenza agli anziani

I dati demografici ci dicono che indipendentemente da ciò che sta facendo l’economia, ci sarà un numero crescente di anziani che hanno bisogno di cure. Le opportunità di lavoro nel settore dell’assistenza agli anziani vanno dall’aprire la propria casa di cura per anziani (impegnativo anche per la burocrazia richiesta) all’offerta di servizi a domicilio come la preparazione di pasti, le pulizie o le commissioni. I franchising per l’assistenza agli anziani (anche di tipo sanitario) sono un’altra opzione per mettere in pratica questa piccola idea imprenditoriale.

Librerie usate

Questa idea di piccola impresa è un’altra variante del tema “usato è meglio”. Proprio come con le auto. le biciclette e le scarpe, moltissime persone cambieranno le loro abitudini d’acquisto e cercheranno di comprare libri usati piuttosto che nuovi. Se riesci a creare un inventario di opere popolari e a tenerlo regolarmente aggiornato, potrebbe essere una buona idea piccola impresa.
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Mettersi in proprio: 5 aziende facili da avviare https://www.business.it/mettersi-in-proprio-5-aziende-facili-da-avviare/ Thu, 12 Apr 2018 15:08:47 +0000 https://www.business.it/?p=22844 Vuoi avviare un’impresa ma non hai abbastanza soldi o tempo per investire nello sviluppo di competenze specialistiche? In realtà ci sono molte attività che possono essere avviate senza possedere particolari competenze, ma avendo solo buona volontà e senso di disciplina, necessario per qualsiasi attività autonoma. Ti consigliamo di dare un’occhiata a questo elenco di 5 idee… Leggi tutto »Mettersi in proprio: 5 aziende facili da avviare

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Vuoi avviare un’impresa ma non hai abbastanza soldi o tempo per investire nello sviluppo di competenze specialistiche? In realtà ci sono molte attività che possono essere avviate senza possedere particolari competenze, ma avendo solo buona volontà e senso di disciplina, necessario per qualsiasi attività autonoma. Ti consigliamo di dare un’occhiata a questo elenco di 5 idee per avviare un’attività. Ognuna è un business che è possibile avviare a buon mercato; alcuni possono essere avviati senza costi se si dispone già dell’attrezzatura. Ognuno di questi suggerimenti ti consentirà di avviare un’impresa rapidamente, in alcuni casi quasi istantaneamente. E tutti possono essere gestiti come attività domestiche. Un chiarimento doveroso: queste attività commerciali non sono adatte a chi è alla ricerca di un piano “diventa ricco veloce” o un modo per diventare milionario in poco tempo. Ciò che queste attività poco costose e facili da avviare offrono alla persona è sicuramente la possibilità di “camparci” e l’opportunità di misurarsi con la dimensione d’impresa, sebbene individuale.

Pet sitting

Sempre più persone cercano qualcuno che si prenda cura dei loro animali domestici quando non possono farlo, persone a cui non piace l’idea di mettere il loro amico adorato in un canile o in un gattile. I professionisti della cura degli animali domestici entrano in casa per prendersi cura dell’animale mentre il proprietario è lontano, lo nutrono, lo portano a spasso giocano con lui. Se ami gli animali li conosci bene, questa potrebbe essere un’ottima attività per te.
Requisiti: conoscenza e affinità con gli animali, buone capacità di gestione del tempo. E’ meglio inoltre essere assicurato.
Variazioni sul tema: servizi di dog walking, altre idee di business per animali domestici.
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Servizi di pulizia residenziali

La pulizia della casa da parte di qualcun altro non è più solo per i ricchi e tutto ciò di cui hai bisogno per iniziare questa attività sono alcuni prodotti per la pulizia di base. Con tutti che diventano sempre più occupati, più persone che mai oggi sono disposte a pagare per ottenere i benefici di una casa più pulita e più tempo libero per fare cose che considerano più importanti. I servizi di pulizia residenziale vengono normalmente forniti una volta al mese o una volta alla settimana. Se sei una persona organizzata puoi costruirti una clientela e fare molto bene in questo campo.
Requisiti: Conoscenza dei prodotti e delle procedure di pulizia. La capacità di attrarre e mantenere personale affidabile . Forte programmazione e capacità organizzative.
Variazioni sul tema: servizi di pulizia specializzati, come la pulizia cieca.

Servizi di consegna

E’ un business tutto sommato facile da avviare: ti basta un veicolo e un buon record di guida e sei a posto. Conosciamo tutti i “grandi nomi” nel settore delle consegne, ma ciò non significa che non ci sia spazio per un servizio più piccolo o mirato ad una nicchia. Se puoi consegnare le cose in modo rapido ed efficiente nella tua zona a un prezzo ragionevole, questa potrebbe essere una buona idea di business per te.
Requisiti: pulito record di guida e buone capacità di guida. Forti capacità organizzative. Un veicolo adatto; potrebbe essere necessario trasportare oggetti di grandi dimensioni.
Variazioni sul tema: servizi di consegna di un particolare prodotto. Un esempio? Cassette di verdure biologiche.

Servizi di taglio dell’erba e rimozione della neve

La maggior parte delle persone taglia l’erba e spala la neve da sé, almeno così accade in campagna o nei piccoli centri urbani. Nelle città invece, in particolare nei quartieri più ricchi, le persone preferiscono spendere i soldi per avere qualcun altro a mantenere il loro cortile bello. Il bello è che in molti posti dove c’è il clima freddo puoi combinare la cura del prato e la rimozione della neve e avere un business valido tutto l’anno.
Requisiti: attrezzatura come tagliaerba, molatrici, ecc. È necessario essere pronti a tagliare e a falciare. Trattorini equipaggiati con lame o turbine per lo sgombero della neve. Conoscenze meccaniche di base per eseguire e riparare le attrezzature.
Variazioni sul tema: per quelli con più conoscenze ed esperienza, paesaggistica e servizi di giardinaggio.

Organizzazione eventi

Sei una persona estremamente organizzata che porta a termine con successo i propri lavori alle scadenze previste? Gestisci bene le crisi e hai forti capacità interpersonali e comunicative? Allora potresti diventare un organizzatore di eventi aprendo una piccola impresa in questo settore. Ovviamente, gli organizzatori di eventi pianificano eventi. Aziende, hotel, organizzazioni senza scopo di lucro, enti pubblici: tutti hanno bisogno di organizzatori di eventi, dalle conferenze ai soli giorni di pedoni. Oppure potresti specializzarti in un particolare tipo di evento e diventare organizzatore di festival musicali o un wedding planner. E non hai bisogno di una laurea per diventare un organizzatore di eventi.
Requisiti: forti capacità organizzative, di pianificazione e di comunicazione. Occhio per i dettagli e capacità di lavorare con le scadenze.
Variazioni sul tema: organizzatore di festival, wedding planner.
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Cibi sani: i polli di Carrefour sono tracciati con tecnologia Blockchain https://www.business.it/cibi-sani-i-polli-di-carrefour-sono-tracciati-con-tecnologia-blockchain/ Thu, 12 Apr 2018 09:48:33 +0000 https://www.business.it/?p=22796 Sfruttare la tecnologia blockchain per rendere tracciabile ogni passo della filiera alimentare. E’ il progetto della catena di supermercati Carrefour, fulcro della sua strategia industriale Carrefour 2022. Una delle applicazioni più interessanti della blockchain è quella contro la contraffazione. Infatti con blockchain è possibile creare delle piattaforme informatiche per tacciare la produzione e gli spostamenti di merci. Ad… Leggi tutto »Cibi sani: i polli di Carrefour sono tracciati con tecnologia Blockchain

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Sfruttare la tecnologia blockchain per rendere tracciabile ogni passo della filiera alimentare. E’ il progetto della catena di supermercati Carrefour, fulcro della sua strategia industriale Carrefour 2022Una delle applicazioni più interessanti della blockchain è quella contro la contraffazione. Infatti con blockchain è possibile creare delle piattaforme informatiche per tacciare la produzione e gli spostamenti di merci.

Ad averlo compreso bene c’è Carrefour, il gigante francese della grande distribuzione, che vuole implementare questa tecnologia per fornire maggiore trasparenza sulla sua catena di fornitura. La società la scorsa settimana ha pubblicato un comunicato in cui affermano di aver già utilizzato questa tecnologia per tracciare la filiera dei polli Auvergne della linea di qualità Carrefour, e di volerla introdurre in altre otto linee di prodotti animali e vegetali, come uova, formaggio, latte, arance, pomodori, salmone e bistecche di manzo macinato.

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Blockchain sui prodotti alimentari, come funziona?

La Blockchain fa il suo ingresso nella grande distribuzione europea. La catena di ipermercati Carrefour ha infatti annunciato recentemente che punterà gran parte dei due miliardi di dollari che investe annualmente in ricerca e sviluppo su soluzioni Blockchain, oltre che su piattaforme di distribuzione online. L’iniziativa, patrocinata dal Ceo del gruppo, Alexandre Bompard, riguarda come primo passo i sistemi per la tracciabilità dei prodotti.

La catena di supermercati francese userà questa tecnologia per far sì che ogni componente della supply chain (produttori, trasformatori, distributori) possa fornire informazioni su vari tipi di merce. Al consumatore basterà scannerizzare l’etichetta per conoscere il suo “viaggio”.

Il sistema, già implementato per la linea di polli ruspanti Carrefour Quality Line Auvergne, verrà esteso entro la fine del 2018 ad altri otto settori quali uova, formaggio, latte, arance, pomodori, salmone e bistecche nell’ambito di un sistema innovativo disegnato per garantire ai consumatori la completa tracciabilità del prodotto.

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Come fa Carrefour ad utilizzare la Blockchain

Infatti “una blockchain è un database digitale sicuro che non può essere falsificato in cui sono archiviate tutte le informazioni inviate dai suoi utenti”. Pertanto può essere utilizzato nel settore alimentare per tracciare i prodotti lungo ogni passaggio della catena di approvvigionamento, in modo da poter poi fornire al consumatore informazioni complete sulla tracciabilità del prodotto per ogni lotto (date, luoghi, fabbricati agricoli, canali di distribuzione, potenziali trattamenti, ecc.).

Ma come funziona? Semplice: ogni etichetta di prodotto avrà un codice QR che i consumatori potranno scansionare con un’apposita App sul proprio smartphone. Una volta scansionato il codice, l’App mostrerà tutte le informazioni sul prodotto, e su tutte le tappe del percorso che ha intrapreso, partendo dall’allevamento fino allo scaffale! Ad esempio per il pollo di Auvergne i consumatori saranno in grado di scoprire dove e come ogni animale è stato allevato, il nome dell’agricoltore, quale mangime è stato usato (indipendentemente dal fatto che siano stati nutriti con cereali e soia francesi, su prodotti senza OGM, ecc.), quali trattamenti sono stati usati (antibiotico -free, ecc.), qualsiasi marchio di qualità, dove sono stati macellati, ecc. 

Laurent Vallée, segretaria generale di Carrefour e responsabile della qualità e della sicurezza alimentare, afferma:“Diventare il leader della transizione alimentare per tutti è lo scopo che Alexandre Bompard ha fissato per il gruppo Carrefour. Fare uso della tecnologia blockchain è un passo esemplare nel raggiungimento di questo obiettivo. Questo è il primo in Europa e garantirà ai consumatori una completa trasparenza per quanto riguarda la tracciabilità dei nostri prodotti “.

Quali sono i  benefici?

Per i consumatori sicuramente una maggiore trasparenza. Per gli allevatori la possibilità di migliorare la produzione e il know-how. Per il marchio, la condivisione con tutti i partner di un database sicuro e la certezza di dare ai clienti una maggiore sicurezza alimentare.

Nel settore alimentare può essere sfruttato in modo che ogni parte lungo la catena di approvvigionamento (produttori, trasformatori e distributori) possa fornire informazioni sulla tracciabilità del loro particolare ruolo per ogni lotto, così da garantire informazioni non solo circa la provenienza ma anche eventuali trattamenti subiti dalle merci che possono suggerire all’utente di rivolgersi a prodotti più genuini o più controllati

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Careem Dubai: Donne a lavoro nel Medio Oriente https://www.business.it/careem-dubai-donne-a-lavoro-medio-oriente/ Thu, 12 Apr 2018 07:00:24 +0000 https://www.business.it/?p=22740 Careem è una società leader dei servizi di trasporto privato in 80 città dal Nord Africa al Pakistan. Fondata da due ex-consulenti di McKinsey nel 2012, è nata puntando tutto su chi non sa o non può guidare: l’impatto maggiore è ricaduto sulla sfera femminile della popolazione, come in Pakistan, dove il 70% degli utenti è donna. Compatibilmente con le leggi… Leggi tutto »Careem Dubai: Donne a lavoro nel Medio Oriente

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Careem è una società leader dei servizi di trasporto privato in 80 città dal Nord Africa al Pakistan. Fondata da due ex-consulenti di McKinsey nel 2012, è nata puntando tutto su chi non sa o non può guidare: l’impatto maggiore è ricaduto sulla sfera femminile della popolazione, come in Pakistan, dove il 70% degli utenti è donna. Compatibilmente con le leggi locali, la società sta puntando anche all’assunzione di donne chaffeur, dando un segnale di cambiamento e creando inclusione nel mercato del lavoro. Il tutto secondo i piani della Kingdom Holding Company, prima società saudita e presente a livello mondiale, che nel mercato locale ha bisogno di creare alternative al calo del prezzo del petrolio. 

L’Arabia saudita era l’unico Paese al mondo a vietare alle donne di mettersi al volante da sole. Con pesanti effetti sulla loro vita. Secondo l’Istituto di statistica di Riyad nel 2016 il 34% delle donne era in disoccupazione, anche a causa dell’impossibilità di raggiungere in autonomia il posto di lavoro. Le donne che hanno un impiego sono state costrette finora a ingaggiare degli autisti per i loro spostamenti. Per questo Uber è una delle app più adoperata dalle donne saudite.

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Chi è Careem e cosa fa?

Careem opera in 80 città di 13 paesi dal Nord Africa al Pakistan, ed è leader di mercato nella maggior parte di questi. Con sede a Dubai, la Careem Networks FZ LLC offre un servizio analogo a quello di Uber: trasporto privato con comunicazione diretta fra autista e utente mediante un’app.

L’idea è stata di due ex-consulenti di McKinsey, che nel 2012 hanno dato vita ad un progetto interamente dedicato ai territori del Medio Oriente, dove l’azzardo di introdurre il ride-hailing, ed estenderlo anche a donne, poteva costituire una vera e propria opportunità di business, oltre che una rivoluzione sul piano dei diritti. Proprio a questa mira geografica Uber ha fatto seguito poco dopo, nel 2014. Di fatto, le due sono competitor in moltissime città: eppure, nonostante Uber sia un fenomeno più radicato nel tempo, oltre che più conosciuto, Careem è la prima scelta in quasi tutte le città dove il servizio è offerto.

Ora le case automobilistiche stanno fiutando l’affare: vendere auto alle future neopatentate saudite. Il mercato comprende circa 9 milioni di potenziali consumatrici. E questo potrebbe compromettere gli affari di Uber.

Nel round d’investimento da ben 500 milioni di dollari, che ha fatto guadagnare alla società la valutazione al miliardo e mezzo, i grandi scommettitori sono stati la Kingdom Holding Company, società del principe saudita più ricco, al-Walid bin Talal Bin ‘Abd al-‘Aziz, che vanta una presenza azionaria in diversi colossi del mercato (per citarne alcuni Amazon, AppleCoca-ColaDisneyTwitter) e la tedesca Daimler AG, detentrice dei marchi Mercedes-BenzSmart e Formula1.

La società gode dei migliori ricavi nei paesi con scarse alternative di trasporto e dove gran parte della popolazione non sa o non può guidare. Un esempio interessante è l’Arabia Saudita, dove alle donne non è ancora concesso di stare dietro al volante: al massimo, gli è concesso prendere i mezzi non accompagnate da un uomo. Fra le saudite, ben quattro su cinque preferiscono Careem a qualsiasi altro rivale, soprattutto rispetto ai taxi locali. Il servizio è ritenuto di gran lunga più sicuro, e con tariffe più accessibili, in piena coerenza con l’obiettivo definito dal CEO, Mudassir Sheika.

Alto potenziale di mercato

Secondo quanto dichiarato dalla stessa Careem, i nuovi finanziamenti portano la quotazione della società del ride hailing di Dubai a 1 miliardo di dollari. Briciole rispetto alla stratosferica valutazione di Uber, che supera i 60 miliardi, ma comunque una cifra da capogiro per una start up e che premia l’innovazione nella regione mediorientale. Il mercato è considerato molto promettente sia in città all’avanguardia come Dubai, il cui utente medio ha alta disponibilità di spesa, sia in città meno ricche dove i trasporti pubblici sono poco efficienti e le donne spesso non possono guidare e il ride hailing si propone come valida soluzione.

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Donne impeccabili chaffeur

Sembrerebbe che il governo saudita abbia in programma di rilasciare le prime patenti alle donne entro giugno di quest’anno, a condizioni ancora ignote (probabile il rilascio solo dopo l’autorizzazione di un uomo). Il Principe Mohammed bin Salman percorre la via della modernizzazione del paese sul fronte sociale, vista come un passaggio necessario per creare nuovi spiragli di mercato che permettano all’Arabia Saudita di sganciarsi dall’andamento del petrolio, dal trend non positivo.

Careem, ben felice di vestirsi del ruolo di propulsore di riforme, sta assumendo e formando donne da rendere impeccabili chaffeur non appena la nuova legge entrerà in vigore: una serie di sessioni da 90 minuti nelle città saudite di Riyadh, Jeddah e Al Khobar, per le donne che abbiano già acquisito patenti valide all’estero.

In realtà, Careem ha già sperimentato l’assunzione di autiste in Pakistan, dove il 70% dei suoi utenti sono proprio donne. Nelle principali città del Pakistan, la compagnia ha lanciato anche interessanti iniziative aggiuntive alla semplice corsa, come spedizioni, servizi medici o qualsiasi altro servizio che si possa portare direttamente nelle case degli utenti.

Il dato che ha costretto ad una seria apertura verso l’inclusione e all’ampliamento della forza lavoro è la disoccupazione, attualmente ad un terzo della popolazione saudita. Non sorprenderà che un forte impatto su questi numeri dipenda anche dalle donne laureate, a cui in molti casi non è concesso di lavorare. Il piano “Vision 2030” del Principe Mohammed prevede la creazione di 450.000 posti di lavoro entro il 2030, appunto, e i progetti della società ben si sposano con la pianificazione economica saudita.

“Il governo ha bisogno che le donne facciano parte della forza lavoro oggi” come dice al-Sharif. Insomma, il cambiamento è in arrivo, e il trasporto su richiesta aiuterà a renderlo effettivo, ma non è ancora chiaro che sembianze assumerà. Per il momento, Careem ha dato prova di essere un’ottima opzione per le donne e il mercato del lavoro nel difficile incontro-scontro fra tradizione e cambiamento nel Mediterraneo Orientale.

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Startup innovative, la call per l'evento Startuppato in programma a giugno https://www.business.it/startup-innovative-al-via-la-call-per-levento-startuppato-in-programma-a-giugno/ Thu, 12 Apr 2018 06:30:20 +0000 https://www.business.it/?p=22728 La call è iniziata: fino al 15 maggio le startup che desiderano proporre la propria candidatura per “Startuppato” possono iscriversi ed aggiudicarsi la possibilità di partecipare all’evento del 14 giugno presso il Toolbox Coworking di Torino. Leggi anche: Ecosistema Together premia Staycool come nuova idea di startup I settori di proposta Startup e imprenditori avranno quindi… Leggi tutto »Startup innovative, la call per l'evento Startuppato in programma a giugno

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La call è iniziata: fino al 15 maggio le startup che desiderano proporre la propria candidatura per “Startuppato” possono iscriversi ed aggiudicarsi la possibilità di partecipare all’evento del 14 giugno presso il Toolbox Coworking di Torino.

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I settori di proposta

Startup e imprenditori avranno quindi l’opportunità di mostrarsi tramite un evento che dà spazio all’innovazione, accettando progetti provenienti dai campi più disparati: dalla Cybersecurity al Fintech, dall’Internet Of Things, e-Mobility, cibo, salute e intrattenimento, realtà virtuale, cleantech, Industry 4.0, travel, e-commerce, education, sport & wellness, green, gaming, AR, wearable fino ai Big data.

Negli anni Startuppato ha ricevuto moltissimi consensi e visto la partecipazione di numerose startup straniere. I numeri parlano da soli: più di 1500 persone in contatto, tra professionisti del settore, studenti, e curiosi che hanno fatto circolare le proprie idee, stringendo collaborazioni proficue.

startuppato-eventoL’edizione 2018

Neanche quest’anno mancheranno occasioni di incontro: networking, beta testing, customer validation, crowdfunding, recruitment, acquisizione clienti e molte altre iniziative.

Un’intera area espositiva, giunta all’ottava edizione, e promossa da Treatabit, il percorso di incubazione di I3P dedicato ai progetti digitali, e I3P stesso, l’Incubatore d’imprese del Politecnico di Torino (uno dei principali incubatori europei e sostiene startup fondate sia da ricercatori universitari che da imprenditori esterni).

Dal 2016 vanta anche la collaborazione con Mamacrowd, la più importante piattaforma di equity crowdfunding italiana autorizzata da Consob. Lo scopo? Permettere alle più promettenti startup e PMI presenti sul mercato italiano di finanziare la propria crescita grazie alla raccolta di capitali privati raccolti online.

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Lo scopo dell’evento

Cosa succederà all’interno di Startuppato? Verrà incoraggiata la mediazione tra aziende e investitori, affiancando i team nelle attività di fundraising e preparandoli al meglio per presentarsi alla platea di nuovi soci. Le nuove partnership riguardano achee il Web Marketing Festival, di cui anche business.it è media-partner.

L’evento è pronto a presentare più di 100 startup innovative, offrendo loro un contesto in cui potranno farsi conoscere da potenziali utenti e clienti, sviluppare partnership, raggiungere una nuova platea di persone, circondarsi di professionisti che possano migliorare il loro progetto e dare un contributo in termini di competenze, soprattutto digitali.

Tra le novità dell’edizione 2018: un B2B più ricco ed un premio che prevede tre mesi di incubazione gratuita (anche virtuale) per usufruire di servizi di networking, spazi e di consulenza business da parte di I3P. Possono partecipare alla call sia team imprenditoriali, che singoli individui oppure imprese.

L’evento è gratuito.
Per sapere di più: www.startuppato.tech

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Start-up: le migliori idee imprenditoriali con i droni https://www.business.it/start-up-migliori-idee-imprenditoriali-droni/ Wed, 11 Apr 2018 08:15:07 +0000 https://www.business.it/?p=22652 I droni, noti anche come veicoli aerei senza equipaggio (UAV) sono esplosi in popolarità negli ultimi anni. Negli Stati Uniti nell’aprile 2017 le vendite di droni sono cresciute del 224 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche l’Italia non scherza: secondo gli ultimi dati disponibili nel 2017 le vendite di droni in Italia sono… Leggi tutto »Start-up: le migliori idee imprenditoriali con i droni

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I droni, noti anche come veicoli aerei senza equipaggio (UAV) sono esplosi in popolarità negli ultimi anni. Negli Stati Uniti nell’aprile 2017 le vendite di droni sono cresciute del 224 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche l’Italia non scherza: secondo gli ultimi dati disponibili nel 2017 le vendite di droni in Italia sono cresciute del 17% rispetto all’anno precedente. I droni stanno rapidamente diventando uno strumento indispensabile in una varietà molto ampia di settori. In questo articolo vi mostriamo alcune delle idee imprenditoriali legate ai droni per sfruttare le tendenza alla crescita del mercato.

Un mercato in rapida evoluzione

Come con la maggior parte degli altri dispositivi tecnologici, la concorrenza nel mercato continua a ridurre i prezzi dei droni e ad anticipare rapidamente la tecnologia. Ora esistono droni convenienti che includono funzioni come:

  • Fotocamere 4K in grado di scattare immagini e video ad alta risoluzione
  • GPS integrato e autopilota, che consente al drone di volare su rotte pre-programmate
  • Funzionalità Bluetooth
  • Evitare le collisioni
  • Segua il terreno (la capacità di mantenere un’altezza costante mentre sorvolano terreni irregolari)
  • Tracciamento attivo (segue automaticamente un soggetto selezionato)
  • La capacità di volare a velocità di 50 mph (80 km / h) o più
    Anche le caratteristiche di sicurezza, l’affidabilità, la distanza di controllo e la durata della batteria continuano a migliorare.

Se sei appassionato di tecnologia e stai cercando di avviare una nuova attività o hai un’attività esistente che potrebbe beneficiare della nuova tecnologia, perché non approfittare di una delle ultime tendenze e diventare un esperto di droni? Offrire servizi con i droni su base contrattuale potrebbe anche essere un business part-time e/o home based, senza bisogno di sedi/uffici costosi.

avviare un business con i droniFotografia

Prima dello sviluppo dei droni, fare fotografie o video dall’aria richiedeva il noleggio (molto costoso) di velivoli ad ala fissa o elicottero. Con l’avvento di droni a basso costo dotati di telecamere ad alta risoluzione, l’acquisizione di immagini aeree è ora facilmente accessibile per i fotografi. Immagini e video presi dall’aria offrono una prospettiva che non può essere eguagliata da terra e i droni possono operare in sicurezza a quote molto più basse e in spazi più ristretti rispetto agli aerei. Fotografi e cineasti ora usano abitualmente i droni per ottenere immagini e video di alta qualità dal cielo, come ad esempio:

  • paesaggi
  • eventi sportivi
  • immobiliare
  • matrimoni e altri eventi speciali
  • natura
  • soggetti cinematografici e televisivi

Se sei bravo a fotografare e sei interessato ai droni, perché non prendi in considerazione di avviare un business di fotografia con i droni?

Sorveglianza di sicurezza

La sicurezza domestica e commerciale è un’altra area piena di opportunità per un business dei droni. Ad esempio, esistono sistemi di sorveglianza che integrano un drone con sensori in modo che, quando si verifica un possibile sconfinamento, il drone venga avvisato e attivato. Il drone cattura il video dal vivo dell’intrusione e lo trasmette a uno smartphone. L’utente può guidare il drone da remoto o dirigerlo al passaggio del mouse sull’intruso, nonché informare la polizia, se necessario. I droni possono anche aiutare a rilevare altre minacce alla proprietà come fuoco e perdite d’acqua. I feed video live dei droni possono essere inviati al dispositivo mobile del proprietario della casa o dell’azienda, a un centro di monitoraggio centrale o direttamente ai servizi di emergenza. L’uso di droni sta creando nuove opportunità di business nel campo della sorveglianza di sicurezza per gli imprenditori pronti a intercettare questa tendenza.

Ricerca e soccorso

I droni stanno diventando uno strumento indispensabile anche per le organizzazioni di ricerca e soccorso. A parte il costo notevolmente ridotto dell’uso di droni al posto degli elicotteri per le ricerche aeree, i droni sono in grado di volare di notte e raggiungere aree in cui gli elicotteri non sono in grado di viaggiare. Dotare i droni di sensori di visione a infrarossi o comunque notturni consente ai team di ricerca e soccorso di rilevare gli individui scomparsi per emissioni di calore e visivamente. I droni inoltre possono trasportare e sganciare automaticamente sul posto attrezzature e dispositivi di sopravvivenza. Diventare un operatore di ricerca e soccorso con droni o vendere, noleggiare o equipaggiare droni di ricerca e soccorso potrebbe essere la tua prossima opportunità di business.

Ispezioni di edifici

L’ispezione del tetto con presenza umana può essere un processo complesso, costoso e pericoloso, in particolare su strutture a più piani. Con la tecnologia dei droni, tuttavia, le ispezioni degli edifici possono essere svolte in modo sicuro ed economico. Un drone può eseguire un’indagine ravvicinata dell’esterno di un edificio e fornire video ad alta risoluzione del tetto, delle grondaie, dei camini e dell’involucro edilizio, consentendo al proprietario dell’edificio di individuare in anticipo i punti critici. Se hai un background in campo immobiliare/costruttivo ed hai già effettuato ispezioni di edifici, un servizio di ispezione basato su drone potrebbe essere un business ideale o da aggiungere alla tua attività di ispezione esistente.

Mappatura e rilevamento

Gli ispettori del territorio, cioè chi esegue rilevamenti sul campo, come architetti, ingegneri, geometri, geologi, topografi a cartografi, stanno utilizzando sempre più di frequente i droni per acquisire dati di rilevamento digitale estremamente precisi dall’aria in una frazione del tempo (e delle spese) richiesti dai gruppi di indagine sul campo. Utilizzando i dati di riferimento della stazione base e il GPS, i droni appositamente equipaggiati possono raccogliere informazioni cartografiche tridimensionali con una precisione di 1-2 cm dopo l’elaborazione. Le indagini cartografiche sono utilizzate in molti settori, tra cui:

  • Costruzione
  • Pianificazione urbana da parte dei comuni
  • Estrazione mineraria e petrolio e gas
  • Alluvioni e monitoraggio dell’inquinamento
  • Gestione forestale
  • Archeologia

Se stai cercando di avviare un’impresa nella topografia o nella cartografia del terreno, i servizi droni potrebbero essere un modo ideale per ottenere un netto vantaggio competitivo sulle altre imprese del settore.
Leggi anche: 9 idee di business legate alla tecnologia

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Creare una start up digitale in Italia: 5 motivi per cui è diventato più difficile https://www.business.it/creare-startup-digitale-italia-5-ostacoli/ Tue, 10 Apr 2018 10:30:24 +0000 https://www.business.it/?p=22571 Premettiamo che abbiamo detto “difficile” e non impossibile, ma sicuramente, rispetto a qualche anno fa, lanciarsi in un’attività imprenditoriale totalmente basata su un modello di business online è diventato un compito decisamente più arduo. Con questo articolo non vogliamo certo scoraggiare nessuno, tutt’altro! Il grado di difficoltà può essere visto come una sfida e come… Leggi tutto »Creare una start up digitale in Italia: 5 motivi per cui è diventato più difficile

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Premettiamo che abbiamo detto “difficile” e non impossibile, ma sicuramente, rispetto a qualche anno fa, lanciarsi in un’attività imprenditoriale totalmente basata su un modello di business online è diventato un compito decisamente più arduo.

Con questo articolo non vogliamo certo scoraggiare nessuno, tutt’altro! Il grado di difficoltà può essere visto come una sfida e come un avvertimento riguardante la meticolosità con cui è necessario valutare attentamente le opportunità, le minacce e l’incombenza di eventuali scenari negativi.

1. Intelligenza Artificiale e Machine Learning non sono per tutti

 

L’AI e la capacità di sviluppare algoritmi di “deep learning” è al momento una sorta di corsa all’oro. Ci sono ampi margini per creare prodotti in grado di sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale, le start-up digitali che si stanno buttando in questo campo sono tantissime, e molte hanno una missione chiara.

Tuttavia, l’intelligenza artificiale richiede investimenti significativi e professionalità di non semplice reperimento. Oggi le imprese digitali di successo puntano alla creazione di complesse e costose piattaforme tecnologiche e, in questo senso, il limitato accesso al credito ed ai finanziamenti degli startupper italiani è un limite invalicabile.

Inoltre, l’AI richiede i “big data” e questo non è un dettaglio. Reperire e gestire correttamente i dati è indubbiamente difficile tanto quanto elaborarli ed arricchirli, e lo sarà sempre di più.

Un’attività imprenditoriale non deve per forza adottare tecnologie AI ma certamente questo è l’ambito in cui ci sono le migliori opportunità.

professioni-creative-più-richieste2. Il valore del contenuto è in calo

C’era una volta l’editoria accessibile a tutti…

Purtroppo il valore del contenuto è in netto calo perché è diventato difficile valorizzarlo e renderlo reperibile.

La SEO come la conoscevamo alcuni anni fa è definitivamente defunta. Oggi un prodotto editoriale deve produrre articoli realmente unici (come questo) e soprattutto utili e in grado di generare “engagement” (speriamo di riuscirci!). La popolarità di un sito può essere acquisita con fatica e sudore in modo del tutto spontaneo ed è finito il tempo in cui attrarre traffico dai motori di ricerca dipendeva soprattutto dalla qualità della scrittura SEO.

Un discorso analogo riguarda la possibilità di attrarre traffico organico dai social network. Com’è noto Facebook ha ridotto la portata delle pagine ed ha fatto capire a tutti che i link all’esterno non sono apprezzati.

Va un po’ meglio con coloro che si occupano di produrre notizie locali e rilevanti ma quello che è certo è che il traffico gratuito è diventata una chimera.

Soprattutto, il “programmatic advertising” è un’opportunità ma al contempo ha abbassato il valore della resa pubblicitaria ed ha allontanato l’editore dall’inserzionista.

Produrre contenuto multimediale di valore è diventato dispendioso. Il contenuto video può effettivamente procurare dei buoni ritorni di investimento, ma solo se è originale e realmente apprezzato dagli utenti.

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3. Fare pubblicità non è sempre “cost effective”

Oggi l’RMP (revenue per mile) di una pagina web non è sufficiente a giustificare investimenti nell’acquisizione di traffico. Acquisire un lettore è spesso oneroso e fidelizzarlo non è banale.

Questo vale anche per l’ecommerce. Nonostante in questo caso social network come Pinterest, Instagram, Facebook e molti altri abbiano ideato risorse per favorire gli shop online, il costo del traffico è spesso proibitivo ed è necessario ideare promozioni aggressive per riuscire a invogliare gli utenti.

La  persuasione passa attraverso il re-targeting ma è un processo lungo e anch’esso dispendioso che necessita di investimenti significativi.

Piattaforme come Amazon o Ebay sono estremamente “price sensitive” e la concorrenza è agguerrita.

Questo non significa ovviamente che non sia possibile ottenere un ROI accettabile ma sicuramente, per un nuovo brand o un nuovo shop, la strada per costruire un marketing mix efficace è irta di ostacoli.

Se da una parte strumenti come i “chat bot” ed i sistemi di marketing automation possono aiutare a creare un customer journey di successo, dall’altra l’email marketing e l’affiliation marketing sono entrambi canali di acquisizione del traffico che stanno vedendo calare le proprie performance.

amazon-lending-fintech4. Siamo nelle mani di Google e Facebook

Anni fa esisteva una pluralità di fonti di traffico e regole più elastiche per catturare l’interesse di un utente per generare una lead, una action o una vendita.

Oggi il web è decisamente meno democratico ed esiste una struttura oligopolistica che è in gran parte dipendente da Google e da Facebook. La gran parte del traffico e del tempo medio speso sul web, sia desktop che mobile, avviene su queste piattaforme le cui politiche e sono decisamente mutevoli.

La quarta rivoluzione industriale è ancora in atto e la “disruption” che ne consegue è in gran parte dovuta a delle scosse di assestamento che possono generare opportunità ma anche radere al suolo migliaia di imprese.

Di recente, dopo il caso Cambridge Analytica (di cui abbiamo parlato qui), Facebook ha deciso di limitare l’accesso ai dati delle app. Il risultato sarà che molte imprese che facevano affidamento su questo meccanismo saranno fuori dai giochi.

Google negli anni ha invaso il campo che apparteneva ad attori che, comunque, acquisivano il proprio traffico dai motori di ricerca. Si pensi per esempio ai comparatori di prezzo che ad un certo momento hanno dovuto fare i conti con Google Shopping.

Oppure le minacce che Google Jobs, peraltro potenziato da un evoluto sistema di intelligenza artificiale, può rappresentare per siti di annunci di lavoro come Monster.com o Infojobs.

Un altro esempio che ha messo in crisi i ricavi delle società di telecomunicazioni è WhatsApp o Telegram, che oggi propongono anche soluzioni per le aziende molto efficaci.

La necessità di monetizzare porterà colossi come Google e Facebook, Snapchat, Twitter, Linkedin e tutti gli altri, a limitare il loro sfruttamento gratuito ed a lanciare nuovi servizi a pagamento che andranno inevitabilmente a danneggiare il business di altri player.

Prima di lanciare una start-up che si appoggia ai servizi di Google o di Facebook è fondamentale chiedersi se prima o poi il suo business corra il rischio di essere fagocitato da questi oligarchi.

Google-25. Generare un brand riconoscibile è diventato un “must”

Prima era possibile far soldi con Internet anche senza disporre di un marchio riconoscibile.

Oggi invece la “brand awareness” è tornata ad essere decisiva.

La fidelizzazione si può conquistare affermando un marchio con il giusto posizionamento e anche questo richiede investimenti non indifferenti e tanta pazienza.

La riconoscibilità di un marchio passa attraverso la capacità di creare engagement ed instaurare un dialogo con il potenziale cliente, attraverso l’influencer marketing, i cui parametri di valutazione sono tutt’ora incerti, e l’offerta di una customer experience di primo piano che posso rappresentare un elemento di differenziazione.

In conclusione, lo start-upper digitale ha davanti a se l’arduo compito di valutare bene la potenzialità e la sostenibilità del business in uno scenario in cui gli investimenti richiesti possono essere ingenti e il tempo necessario a ottenere la profittabilità più lungo del previsto.

La vera sfida è capire come sfruttare le opportunità che saranno generate dalla disruption che segue inesorabilmente la quarta rivoluzione industriale, e non restare intrappolato dall’inevitabile cambio nelle dinamiche che regolano il comportamento di Google, Facebook, Amazon, Apple e tutti gli altri colossi.

Leggi anche: Facebook accesso dati: l’eco di Cambridge Analytica, forti limiti alle App e il caso Tinder

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Fare impresa: 9 idee di business legate alla tecnologia https://www.business.it/fare-impresa-9-idee-business-tecnologia/ Tue, 10 Apr 2018 07:30:43 +0000 https://www.business.it/?p=22452 Ci sono molte idee imprenditoriali legate alla tecnologia che permettono a chi possiede solide competenze in questo campo la possibilità di costruire un business di successo. Alla velocità con cui la tecnologia continua a cambiare, la capacità di adattarsi a tali cambiamenti e di aiutare gli altri nel processo ha tutti i requisiti per una base aziendale molto potente. Per… Leggi tutto »Fare impresa: 9 idee di business legate alla tecnologia

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Ci sono molte idee imprenditoriali legate alla tecnologia che permettono a chi possiede solide competenze in questo campo la possibilità di costruire un business di successo. Alla velocità con cui la tecnologia continua a cambiare, la capacità di adattarsi a tali cambiamenti e di aiutare gli altri nel processo ha tutti i requisiti per una base aziendale molto potente. Per iniziare a esplorare le idee di business nella tecnologia, ecco 9 suggerimenti, inclusi i pro e i contro.

Consulenza per blogger

Se sei un esperto di blog e ami imparare ed esplorare tutto ciò che riguarda i blog, una piccola impresa come consulente per blog potrebbe essere un’attività molto lucrosa. Un’attività di questo tipo di permetterebbe di supportare tutti i tipi di aziende e blogger nel far funzionare i loro blog. Per valutare se questa è l’idea giusta per te fai un bilancio preciso delle tue competenze di blogging e analizza il mercato locale nella tua area.

Riparazione e manutenzione computer

Se hai una preparazione tecnica e una conoscenza approfondita dei computer e di come funzionano, una piccola impresa come un servizio di riparazione e manutenzione dei computer potrebbe essere una buona idea di business per te. Puoi specializzarti erogando i tuoi servizi solo per un sistema operativo o supportare tutte le principali piattaforme. Anche in questo caso l’analisi preventiva della concorrenza locale è molto importante.

Formazione informatica

Sei eccezionalmente esperto di computer, software e altri dispositivi e vuoi aiutare gli altri a migliorare il loro rapporto con la tecnologia? Se è così, un’azienda di formazione informatica potrebbe essere un’ottima idea di business per te. Essendo un business piuttosto diffuso è bene che t’informi sulla concorrenza e sui servizi che offre, cercando di specializzarti nell’area meno inflazionata.

Inserimento dati

Nonostante alcune delle più note truffe  del “lavoro da casa” riguardino il lavoro di data entry, ci sono molte opportunità legittime disponibili per chi vuole aprire un’attività di data entry. Se hai eccezionali doti di dattilografia e un occhio per i dettagli, esplora ciò che serve per avviare un’attività di data entry e se esiste questa richiesta nel tuo mercato locale.

Consulenza eBay

Un business di consulenza eBay può essere l’idea perfetta per un professionista di vendita sulla celebre piattaforma online che vuole aiutare gli altri a utilizzare eBay in modo efficace e generare un reddito significativo. Scopri se un’azienda di consulenza eBay è l’azienda giusta per te.

Supporto IT

Molte piccole imprese non hanno il budget per permettersi un team di supporto tecnico informatico a tempo pieno, facendo in modo che il supporto IT in outsourcing sia una idea imprenditoriale potenzialmente redditizia. È possibile fornire servizi di configurazione e manutenzione della rete, backup e ripristino dei dati e installazione e gestione del software. A seconda delle esigenze dei tuoi clienti, i tuoi servizi possono includere anche misure di sicurezza e gestione dei dispositivi mobili.

Consulenza sui social media

I social media sono un potente strumento di marketing, in particolare per le piccole imprese. Se sei un esperto di social media e ami aiutare gli altri a creare la propria presenza sui social, allora potresti essere un’ottima scelta per un’attività di consulenza. Scopri i pro e i contro dell’avvio di un’attività di consulenza sui social media e valuta se nella tua zona sono già presenti altre attività simili.

Produzione video

Il marketing video sta diventando sempre più popolare per tutti i tipi di attività commerciali. Conoscete la tecnologia che sta dietro al video editing e il processo di realizzazione di filmati video? Avete fantasia e capacità di raccontare “una storia per immagini”? Se sì, un’azienda di produzione video può essere una grande idea per avviare una piccola impresa.

Web design

Un business di web design potrebbe essere un modo divertente e redditizio per seguire il tuo sogno di essere un piccolo imprenditore, soprattutto se sei un web designer addestrato o autodidatta. Anche qui devi prima scoprire se hai le carte in regola per avviare un’attività di web design, facendo un’analisi puntuale della concorrenza e delle richieste nel tuo mercato locale.
Leggi anche: 10 lavori ideali per aspiranti imprenditori

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Energia ecosostenibile: Dynamo Verde21: una sola macchina, tutta l'energia di cui hai bisogno https://www.business.it/energia-ecosostenibile-progetto-dynamo-verde21/ Thu, 05 Apr 2018 10:25:37 +0000 https://www.business.it/?p=22138 Soddisfare le esigenze termiche ed elettriche degli edifici privati e commerciali attraverso l’uso di energia rinnovabile, gratuita e pulita. Questo è il proposito per il quale è stato concepito il progetto-Dynamo da parte dell’azienda toscana Verde21, una start up innovativa fondata nel 2013 dai tre soci Amerigo Della Pina, Simone Olivetti e Marco Simonetti sui… Leggi tutto »Energia ecosostenibile: Dynamo Verde21: una sola macchina, tutta l'energia di cui hai bisogno

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Soddisfare le esigenze termiche ed elettriche degli edifici privati e commerciali attraverso l’uso di energia rinnovabile, gratuita e pulita.
Questo è il proposito per il quale è stato concepito il progetto-Dynamo da parte dell’azienda toscana Verde21, una start up innovativa fondata nel 2013 dai tre soci Amerigo Della Pina, Simone Olivetti e Marco Simonetti sui valori dell’innovazione, del rispetto per l’ambiente e della sostenibilità economica.
Dopo due anni di ricerche e sviluppo Verde 21 ha infatti messo sul mercato un prodotto, Dynamo, in grado di rivoluzionare il concetto di produzione e accumulo di energia, basato su una tecnologia che combina intelligentemente i flussi energetici del sole, del terreno, dell’acqua e dell’aria per raggiungere la massima efficienza e la piena indipendenza.
Grazie al suo sistema multi sorgente a impatto zero, la macchina rappresenta una soluzione funzionale per ottenere le migliori performance, annullando però, allo stesso tempo, i costi di approvvigionamento e abbattendo l’impatto ambientale.
«Presto – spiega Amerigo Della Pina, Ceo di Verde 21 – apriremo uno showroom a Salisburgo, per il mercato austriaco e tedesco. Poi andremo in Cina, grazie ad una collaborazione con l’università di Pisa, ed anche nell’Africa australe, specificatamente in Botswana, per il mercato delle strutture turistiche. Lì non ci sono né rete elettrica né metano e con uno dei nostri modelli potremo risolvere il problema».

Ma c’è anche un altro aspetto che mostra come questo totem completamente integrato e modulare sia una invenzione concepita per essere un mix fra filosofia, design e fonti rinnovabili. La parola “Dynamo”, infatti, viene dal greco antico (da dynamai che vuol dire “poter fare”) e la sua stessa forma trae origine dallo studio dei solidi platonici, ovvero i cinque poliedri rappresentanti ciascuno un elemento naturale.
«Siamo in Italia, la patria del design industriale, ma per quanto riguarda le fonti rinnovabili, nessuno ha mai pensato di dare un’estetica accattivante ad una sorgente di energia – sottolinea Amerigo Della Pina –. Dynamo comunica sensibilità green, è totalmente progettata e realizzata in Italia, inoltre può essere utilizzata come unità off-grid oppure inserita in un sistema grid-connected. L’impianto stesso è un espressivo e originale mezzo di comunicazione che può integrarsi in ogni contesto di pregio “rappresentando” modernità e attenzione per l’ambiente».
Verde 21 ha intenzione di creare ben sedici versioni di Dynamo, a seconda delle esigenze e per tutte le tasche. Il prezzo? Dai 28 ai 250 mila euro. Nell’attesa i modelli disponibili sul mercato sono al momento il D12 e il D6. Il primo, definito anche Il Quinto Elemento, è un solido dodecaedrico che utilizza i quattro elementi naturali per fornire energia elettrica e termica alle utenze. Mentre l’altra versione è chiamata anche Il Cubo ed è un solido cubico che riesce a produrre e accumulare energia termica ed elettrica attraverso il solo utilizzo di fonti rinnovabili.
E grazie ad un equity crowdfunding col portale Starsup, vigilato dalla Consob, sono stati già raccolti altri 230 mila euro, frutto dell’ingresso di cinquanta nuovi soci. Tra questi anche la Banca Popolare Etica di Padova e l’azienda livornese Lu.Mar, specializzata in impiantistica e braccio operativo di Dynamo. Queste ultime si sono aggiunte alla Bcc di Castagneto Carducci, prima realtà ad ospitare nella propria sede direzionale un Roof Cube.
«Siamo orgogliosi – conclude l’amministratore delegato di Verde 21, Amerigo Della Pina – di aver potuto rappresentare per ben due volte nelle ultime settimane, sia in Toscana che in Emilia, le aziende che fanno innovazione in tema di energia sul Treno Verde con Legambiente e Ferrovie dello Stato. Ma non vogliamo porci dei limiti, siamo determinati a portare Dynamo in tutti e cinque i continenti”.

Leggi anche: Aziende italiane ecosostenibili, Carvico e Jersey Lomellina all’avanguardia nel settore

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Fare impresa: come misurare il successo del tuo marketing con il "social ROI" https://www.business.it/misurare-successo-marketing-social-roi/ Wed, 04 Apr 2018 17:00:33 +0000 https://www.business.it/?p=22144 Quando si fa impresa sono davvero importanti solo i conti economici? Nel 2018 pensare alla propria attività come un qualcosa che possa esulare dal contesto sociale è alquanto errato e contro-produttivo per il nostro business. Non a caso oggi si parla sempre più spesso di “Social ROI”. Con questo termine inglese – conosciuto in ambito… Leggi tutto »Fare impresa: come misurare il successo del tuo marketing con il "social ROI"

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Quando si fa impresa sono davvero importanti solo i conti economici? Nel 2018 pensare alla propria attività come un qualcosa che possa esulare dal contesto sociale è alquanto errato e contro-produttivo per il nostro business. Non a caso oggi si parla sempre più spesso di “Social ROI”. Con questo termine inglese – conosciuto in ambito economico con il semplice “Return On Investment” – si indica il ritorno dell’investimento sociale invisibile, quello che gli americani amano definire il vero motore delle aziende moderne e di successo.

Perché puntare sul “social ROI”

Chi punta sul ROI sociale ha già vinto perché supera la concorrenza di imprenditori che non hanno la forza di aspettare: il ritorno sociale è quello più importante, anche degli stessi numeri economici. Ma gli imprenditori adorano raccogliere i frutti nel più breve tempo possibile. Amano sapere quanti soldi hanno fatto negli ultimi 30 giorni. Più guadagni più pensi di avere successo. Ma è davvero così? Il successo aziendale non si basa sul pensiero a breve termine. È costruito nel tempo, il che significa che devi pensare al lungo periodo. Ed è qui che entra in gioco il “ROI invisibile”. Concentrando il tuo tempo, i tuoi soldi e le tue risorse in determinate aree, riesci ad abbandonare la tua forma mentis indirizzata al breve periodo. Riesci a superare la tua concorrenza rivolgendo l’attenzione al lungo periodo che ti consente di crescere e diventare un brand di assoluto successo. Ma come fare?

Consolida le tue relazioni

Il problema più grande che tu imprenditore hai quando si tratta delle tue relazioni è che non pensi mai a lungo termine. Sia se queste relazioni sono incentrate sulla tua attività o sulla tua vita personale, si bada sempre al medio-breve periodo. Vai ad un evento nella speranza di incontrare qualcuno, perché vedi questa persona come l’aggancio che può aiutarti a ottenere maggiori “sponsor” sui media, farti conoscere dal suo pubblico, metterti in contatto con un altro influencer o che ti possa essere utile per la tua azienda. Inizi la tua relazione con un obiettivo finale in mente, ma così non otterrai mai quello che davvero vuoi. Quando si tratta di persone, il successo si incentra sulla fiducia, che richiede tempo per essere costruita. Se entri in connessione con qualcuno nella speranza che ti aiuti a raggiungere “X” nei prossimi 30 giorni, ti stai muovendo male fin dall’inizio. Invece, dedica il tuo tempo, denaro e risorse per incontrare le persone giuste e poi circondati di queste in ogni momento della tua vita personale e aziendale. Non avere in mente uno scopo finale. Non misurare il tuo successo su quante persone hai nella tua rete contatti, quanti referenti crea o quante partnership si riescono a formare. Basta investire nel giusto tipo di persone e il ritorno del tuo investimento sarà realtà. Potrebbe non essere oggi, e neanche domani, ma lo farà nel tempo, e quando lo farà, ti ripagherà con interesse attraverso opportunità e amicizia.
Leggi anche: Mettersi in proprio, 10 idee di impresa legate alla tecnologia

Costruisci un pubblico che creda in te

Se non investi una quantità significativa di tempo e denaro per costruire un pubblico che crede in te, stai perdendo una grossa occasione.  Se vedi il tuo pubblico come un qualcosa a cui vendere un prodotto, stai sbagliando strategia.  Piuttosto, costruisci un pubblico di persone con la stessa mentalità e che condividono gli stessi valori insiti in te. Non appena lo fai, crei qualcosa che è più che un’impresa aziendale: crei valore. Devi diventare il capo della tua squadra in modo che guardino a te come leader. Questo richiede tempo e richiede investimenti significativi per attirare e mantenere queste persone: questo scoraggia  molti imprenditori  perché vogliono avere successo e denaro subito. Il mercato di oggi dà una grande occasione: approfittare della impazienza dei concorrenti, perché coloro che investono nel loro pubblico raccolgono i frutti a lungo termine e presto vedranno il loro ROI invisibile oltrepassare tutti.
Leggi anche: L’ufficio cambia con la rivoluzione digitale

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